L’ARTE DELLE PIETRE
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ARTIGIANATO ARTISTICO 3
IL MOSAICO FIORENTINO
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Mosaico Fiorentino Dicembre 2020
CHIACCHERATA SULLA TECNICA DEL MOSAICO NELLA BOTTEGA DI MARCO MISURI IN VIA ARETINA N.171 ROSSO A FIRENZE
Unire i pezzi. Che questa sia un’ipotesi sociale e culturale in questo difficile e delicato momento ?
Il mosaico fiorentino , raffinata tecnica artistica
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della lavorazione in pietre dure naturali, semipreziose, è una tradizione a Firenze da 500 anni. Le pietre, spiega Misuri, sono raccolte nei campi e nei fiumi toscani quando non provengono da tutti i paesi del resto del mondo. La pietra si taglia per trovare al suo interno sfumature e colori per la realizzazione di un quadro. Si parte sempre dalla ricerca del materiale. Il disegno del progetto viene ricalcato su carta adesiva, poi viene incollato sulle pietre scelte per la realizzazione. Il disegno è suddiviso nei pezzi e nei frammenti che devono comporre il mosaico.
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L’incollaggio dei pezzi di carta adesiva sulla pietra si chiama macchiatura. Quando i modelli adesivi sono attaccati ed aderiscono alla pietra, si possono tagliare i segmenti. Si trafora con uno strumento ad arco di legno di castagno a filo di ferro dolce su cui è sparsa polvere carborundum. I pezzi del mosaico poi vengono uniti con una speciale colla apposita. Poi c’è la fase di limatura con vari tipi di lime per ottenere perfetta aderenza dei pezzi fra loro. L’ abilità tecnica, in questo lavoro, corrisponde alla precisione di questo passaggio.
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L’incollaggio dei pezzi uniti fra loro avviene dal rovescio ; con una colla prodotta da Misuri con cera d’api e pece greca. L’unione dei pezzi di pietra , tagliati e limati, si chiama commettitura. Quando il quadro è completo si procede alla spianatura a rovescio. IL mosaico viene pareggiato sul retro e incollato a mastice pietrificante su altro piano, poi rifilato tutto ancora una volta con una moletta diamantata 8
.Ultima tappa del lavoro : la lucidatura. Essa viene eseguita con molta attenzione poiché un minimo granello di polvere può graffiare e quindi compromettere il mosaico; prima veniva eseguita in un ambiente quasi asettico da una persona specializzata soltanto in questa fase della lavorazione . Un tempo ogni laboratorio di mosaico contava almeno 20 persone, ognuno specializzato per una delle fasi di lavorazione., mentre oggi il mosaicista deve saper eseguire tutti i passaggi. Infine lavatura, asciugatura, e si ha finalmente il risultato finale. Chiamata fin dal ‘500 ‘pittura di pietra’ essa ebbe sin dalle sue origini questa ambizione, ed effettivamente questo tipo di pittura ha la tenuta del colore della tempra della costituzione della pietra stessa. Perciò l’aspetto eternale della pittura in esso è esteso e sugellato nel tempo. La figurazione si sviluppò fin da subito, in quanto, le possibilità cromatiche ed espressive delle sfumature, delle venature, screziature, macchie e tutte le possibili variazioni corrispondenti alla
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composizione e allo stadio di cristallizzazione e calcificazione della pietra stessa, hanno suggerito e dimostrato che si possa realizzare con esse un livello altamente dettagliato di particolari ,anche in ciò risiede la sua preziosità e raffinatezza. Il Commesso Fiorentino , inscrivendosi nella tradizione sulla scia dell’intarsio romano di epoca precedente, a differenza di esso , realizzato in pietra tenera e per ciò non molto dettagliato, e del mosaico vero e proprio che fin dall’antichità veniva però realizzato con tessere quadrate, motivo principale della differenza di precisione con il commesso fiorentino nel quale le pietre vengono tagliate in forme varie , a seconda delle esigenze formali della realizzazione e della composizione della raffigurazione. Il Commesso fiorentino, dal termine latino ‘committere’ cioè congiungere, nato nel 1500 per volere della famiglia ‘De Medici, che riunì, nel 1588, le manifatture al servizio dei Granduchi nella Galleria dei Lavori , nota in seguito come Opificio delle Pietre Dure, istituzione presente ancora oggi a Firenze; si lavora ancora in pochissime botteghe, data la difficoltà della 10
tecnica, l’ abilità , la precisione richiesta, e i lunghissimi tempi di lavorazione. Una di queste poche botteghe si trova in Via Aretina N.171/173 rosso; L’Arte delle Pietre di Marco Misuri offre una
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qualità altissima , qui si realizzano commissioni su
progetto a misura.
Vi è anche una scelta di piccoli gioielli, realizzati in mosaico e di tipo tradizionale.
Articolo di Siriana Lapietra
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