Giornale Italiana di Tricologia n. 48

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Novembre 2021 - N° 48 -

Giornale Italiano di Tricologia

Autotrapianto di capelli in aree cicatriziali:

Perché un paziente scelga in modo sereno, è necessario che aumenti l’uniformità delle indicazioni ai diversi piani di trattamento ricostruttivi oggi esistenti per questa patologia. Questo articolo desidera porre l’accento su una sequenza ricostruttiva di innesto adiposo ed autotrapianto di capelli che, per i motivi che andremo a descrivere, rappresenta una valida opzione.

miglioramento dell’area ricevente con microfat e lipostruttura. Piero Tesauro, Angelo Trivisonno, Alessandro Gennai, Luigi Clauser (Milano) Background Se un paziente affetto da una lesione cicatriziale in una o più aree precedentemente coperte da peli terminali (cuoio capelluto, barba, sopracciglia ecc.) volesse informarsi circa le opzioni ricostruttive a disposizione, la sua ricerca sarebbe difficile. Avrebbe bisogno, in primo luogo, di scegliere lo specialista con maggiori competenze e, sentiti diversi pareri, si troverebbe a confrontare, con tutta probabilità, piani di trattamento molto diversi tra loro. Le risposte che riceverebbe sarebbero il riflesso onesto del diverso background che hanno gli specialisti coinvolti in questo settore. Tra di essi si annoverano i medici, di diverse specialità, i protesisti, categoria professionale che spesso viene consultata da questi pazienti come prima scelta, ed infine quella dei tricopigmentisti che offrono una soluzione rapida di mascheramento oggi molto diffusa in particolare fra gli uomini. (Tab.1)

Introduzione Per molti anni i vantaggi relativi dell’autotrapianto su cicatrice, intervento caratterizzato dalla minore invasività della procedura rispetto all’espansione cutanea (1), è stato valutato con occhio giustamente critico poiché l’affidabilità delle due procedure appariva diversa; invero i capelli trapiantati nelle aree cicatriziali potevano ricrescere differendo dalle attese per numero e/o qualità. Oggi l’autotrapianto di capelli (AT) si è evoluto al punto da rappresentare l’indicazione primaria per la copertura della maggioranza delle aree alopeciche superando i vecchi limiti imposti a questa procedura. Negli ultimi 4 anni l’incremento di interventi di AT è stato esponenziale e dalle statistiche dell’ISHRS si evince che il 2% sia eseguito su lesioni cicatriziali (ISHRS Survey 2018). Oggi il maggiore ostacolo all’ottenimento nelle aree cicatriziali di risultati analoghi a quelli soliti in aree sane è rappresentato dalla variabilità qualitativa del tessuto ricevente. Modificare questo parametro è quindi fondamentale. Ne consegue che l’adozione di interventi di medicina rigenerativa, utilizzando sequenze ricostruttive ben pianificate, rappresenta la soluzione reale e sostenibile per fornire una maggiore idoneità delle aree cicatriziali stesse all’intervento.

Tante opzioni a disposizione generano spesso grande incertezza e la paura di non fare la scelta giusta. Nella sua forma più negativa questa circostanza può divenire una confusione paralizzante e non è infrequente visitare pazienti che da anni convivono con le loro cicatrici. 5


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