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Aldo Nove
All’inizio era il profumo Storia personale, e universale, dei profumi
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Ringrazio Pierluigi Vercesi, sodale di ricerca e avventure. Ringrazio Annalisa Monfreda, per il suo entusiasmo, la sua creatività e la voglia di inventare con me nuove forme per “raccontare il profumo”. Ringrazio Agostino Poletto, Alessandra Buompadre e tutto lo staff di Pitti Immagine che mi ha introdotto nel mondo meraviglioso di “Pitti Fragranze”. Ringrazio Marika Vecchiattini e le meraviglie che attraverso la sua appassionata ricerca ho scoperto. a.n.
Collana diretta da Eileen Romano Design Marcello Francone
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico o altro, senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore © 2016 Skira editore
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All’inizio era il profumo
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Premessa. Istruzioni per l’uso di questo libro
Solitamente un libro non ha bisogno di istruzioni per l’uso. Ogni libro, in fondo, è in modo più o meno diretto un luogo in cui si danno istruzioni per la vita, nei suoi molteplici aspetti. È in questo tratto comune che narrativa, poesia e saggistica si incontrano. Diceva Gautama Budda che il bello è l’utile. È importante intendersi su cosa significhi “utile”. Credo che abbia a che fare con la liberazione. Dalla noia. Dalla bruttezza. In questo senso, si possono dare delle “istruzioni”. Tutto ciò che è bello è utile. In un rovesciamento di valori, tendiamo troppo spesso a considerare l’utile bello. Ma le due cose non godono di una proprietà commutativa automatica. Spesso, ciò che utile non è per nulla bello. Il profumo, è una delle cose belle che abbiamo. La sua utilità è evanescente come la vita stessa. Ci sfugge mentre ci afferriamo a esso, e in questa sua peculiarità ci dice molto della nostra condizione umana, del suo fascino infinito e della sua transitorietà. Nelle prossime pagine racconto le mie esperienze personali con il mondo infinito delle fragranze, della loro potenza e della loro caducità. Lo faccio parlando della mia esperienza singola e raccontando, per tappe, una storia del profumo in Occidente. 7
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Un Occidente che, come vedremo, non è altro che la risultanza di un continuo travaso delle più lontane e disparate culture che, mischiandosi in formule sempre inedite, non smettono di cambiare. Un caleidoscopio di usanze, di storie, di tradizioni, di stili, di gusti e di odori: quel sogno densissimo che è la vita nel suo perenne movimento. Un sogno che è somma imprevedibile e meravigliosa di altri sogni. Le parti in cui racconto della mia storia personale con i profumi seguono un ordine numerico. Sono capitoli in cui narro del mio incontro con il profumo, e con gli odori, dall’infanzia a oggi. Il primo capitolo l’ho chiamato zero. Perché non solo precedente tutti gli altri, ma precedente quella cosa che chiamiamo “io” e, nel mio caso come per tutti, la narrazione di una vita. Questi capitoli sono intervallati dalla storia del profumo più in generale, dalla preistoria ai giorni d’oggi, e li ho chiamati intervalli. A volte, gli intervalli sono più lunghi degli stessi capitoli. Il motivo è ovvio. La storia dell’umanità è più complessa della mia, come quella di qualunque individuo, per quanto sono convinto che ogni individuo racchiuda in sé, in forma unica, quella di tutti. È possibile quindi leggere questa storia del profumo tutta di seguito o scegliere tre strade. L’ultimo intervallo è infinito. Nel senso che sì, è alla fine del libro, in qualche modo lo chiude, ma lo fa solo provvisoriamente, tra le pagine dell’oggetto che avete in mano. In realtà, va avanti ancora e lo farà fino a quando esisteranno un uomo, e una donna, che sapranno godere dei profumi della Terra. Si può leggere la mia storia personale con i profumi oppure le sequenza degli intervalli o ancora tutto di seguito, come mi è venuto spontaneo fare. Ciò che conta, e che spero resti, è la suggestione infinita che il mondo dell’olfatto, così presente nella nostra vita eppure così trascurato, continuamente ci dona, con immensa, struggente, 8
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evocatrice potenza, tanto da essere uno dei fondamenti della nostra stessa vita, come ho cercato di suggerire nel titolo e nel primo capitolo di questo libro, diverso da tutti gli altri, una sorta di fondazione epica della nostra civiltà dei profumi. Alla fine, ho aggiunto dieci più una brevi narrazioni (dieci più una perché la prima era, ed è, scontata, obbligatoria): dieci più uno “racconti” di profumi. Perché mi piaceva farlo e perché, come ha scritto Jean-Claude Ellena, uno dei più grandi nasi della Storia: “L’odore è una parola. Il profumo è la letteratura”.
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0. All’inizio era il profumo
All’inizio era il profumo… All’inizio, qualcosa che prima c’era diversamente assume una nuova forma. Quella nuova forma siamo noi. Ciascuno di noi è parte di quella nuova forma. Eredi di tante storie passate. Tutte queste storie sono già state. Due, per chiunque, sono ineluttabili. Le portiamo dentro di noi. Sono il nostro segreto e il nostro traguardo. Ineluttabili e misteriose. Sono la nostra nascita e quella dell’umanità di cui tutti facciamo parte, come tessere di un unico immenso puzzle. Questo puzzle si chiama universo. Esiste da sempre. All’inizio, quindi, ci sono due storie. Di nessuna di queste abbiamo memoria. Tornano e sfuggono in miriadi di racconti e di leggende che ci dicono tanto di noi ma al contempo lo occultano. Nessuno ricorda l’istante della propria nascita e nessuno sa quando la nostra storia, la storia di tutti, dell’universo e dell’uomo, è incominciata. Ce la raccontano gli altri. Certo nostra madre ricorda qualcosa della nostra nascita, così come gli studiosi, che non ricordano un bel nulla, ricostruiscono per teorie e prove che le suffragano la storia del mondo. Poi ci sono i libri sacri… In principio era il Logos… E all’inizio era il profumo. 11
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L’odore. Quello della vita. Che non si dimentica. Acre, dolcissimo odore. Ci ha accolti nel mondo. Nascendo, non abbiamo “visto” il mondo. Lo abbiamo annusato. L’odore del sangue. L’odore della pelle di nostra madre che si distaccava da noi mentre iniziavamo il nostro viaggio nella vita. L’odore del tempo, della finitezza. Il naso che percepisce il distacco dal mondo prenatale, e il tatto che cerca la pelle della madre, nell’istante in cui smettiamo di essere parte di un tutto che ci ha contenuti e protetti, scivolando poi come tutti nell’imprevedibile avventura dei giorni, che attraverso gli odori immediatamente ci impegnamo a distinguere, per fare un mondo in cui esistere. Una divisione. Un taglio. Una ferita. Gli odori, dall’istante della nostra nascita, ci spingono a rimarginare quella ferita. L’odore familiare è l’odore dell’unità perduta. Nel tempo, diventa la più concreta testimonianza che il passato può farsi presente. Perché l’olfatto è allo stesso tempo il nostro senso più potente e più misterioso. Ci prende e ci trascina in luoghi in cui eravamo già stati, anche se spesso non sappiamo riconoscerli. Spesso, chiamiamo questo poesia. Qualcosa di sacro che si manifesta nei modi più inaspettati o in quelli più prevedibili che una boccetta di eau de toilette ci dona. L’odore del mare. L’odore delle piante. Nell’altra nostra origine, quella di noi tutti, attraverso l’olfatto un animale sui generis è diventato il dominatore del mondo, svi12
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luppando nel tempo gli altri sensi e diventando capace di accumulare sempre piĂš memoria e informazioni utili a generare quella che chiamiamo civiltĂ . La storia di noi tutti.
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