"Maurizio Cattelan. All"

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Plastici per il modello dell’esposizione “Maurizio Cattelan: All”


Maurizio Cattelan

All Nancy Spector

Skira


Pubblicato in occasione della mostra “Maurizio Cattelan: All” A cura di Nancy Spector, Prodirettore e Primo Curatore, Solomon R. Guggenheim Foundation, New York Solomon R. Guggenheim Museum 4 novembre 2011– 22 gennaio 2012 © 2011 The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York Tutti i diritti riservati ISBN: 978-88-572-1145-9 (Copie Skira editore) Guggenheim Museum Publications 1071 Fifth Avenue New York, NY 10128 United States www.guggenheim.org Edizione italiana distribuita da Skira Editore S.p.A. Palazzo Casati Stampa via Torino 61 20123 Milano Italy www.skira.net Edizione inglese distribuita al di fuori degli Stati Uniti e del Canada da Thames and Hudson Ltd., 181A High Holborn, London WC1V 7QX, United Kingdom www.thamesandhudson.com Design: Chad Kloepfer Produzione: Minjee Cho, Suzana Greene, and Melissa Secondino Coordinamento editoriale: Domenick Ammirati, Kamilah Foreman e Helena Winston Per l’edizione italiana Layout: Morena De Filippo Redazione: Alessandro Prandoni Illustrazioni, copertina e pagine145-178: Chad Kloepfer Pagina 8: Daddy, Daddy, 2008. Resina di poliuretano, acciaio e vernice a base di epossi, 104,5 x 94,3 x 45,4 cm. Edizione 1/3. Collezione privata Veduta dell’installazione: theanyspacewhatever, Solomon R. Guggenheim Museum, New York, 24 ottobre 2008 - 7 gennaio 2009 Printed in Italy by Conti Tipocolor


SOMMARIO

Prologo

19

1. L’estetica del fallimento

23

2. Dimensioni politiche

43

3. Dualismo e morte

63

4. Dall’irriverenza all’iconoclastia

83

5. Cultura dello spettacolo e immagine mediata

107

Coda

135

Bibliografia selezionata

144

Selezione delle esposizioni principali

163

Catalogo Katherine Brinson, Diana Kamin, William Smith, Susan Thompson

181


fig. 2 Bidibidobidiboo, 1996


1 L’estetica del fallimento

Le mie opere si possono dividere in diverse categorie. Quelle degli esordi, in realtà, esprimevano l’impossibilità di fare qualcosa. Questa è una minaccia che dà tuttora forma a molti dei miei lavori e azioni. Credo fosse insicurezza, paura del fallimento. Qui possiamo inserire un capitolo intitolato “Fallimento”.4 Crescendo a Padova tra gli anni sessanta e settanta in una famiglia di ceto basso con poca cultura composta da cinque persone, Cattelan sognava di fuggire da una vita appena al di sopra del livello di sussistenza. Suo padre faceva il camionista e sua madre la donna delle pulizie. La grave malattia di cui ha sofferto per quasi tutti gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza dell’artista (era stata colpita da un tumore al sistema linfatico) non ha fatto che amplificare il suo senso di disperazione5. La fede religiosa ha sostenuto la madre nel sopportare il peso emotivo della malattia, ma Cattelan ha dovuto aiutare a crescere le due sorelle minori e a diciassette anni ha lasciato la scuola per contribuire al bilancio familiare, frequentando i corsi serali fino al conseguimento del diploma. Indirizzato dall’età di dodici anni verso l’elet4 5

Ivi, p. 26. Quando la madre è morta, Cattelan aveva ventidue anni.

23


Maurizio Cattelan: All

48


Dimensioni politiche

fig. 11 Cesena 47– A.C. Forniture Sud 12, 1991

49


Maurizio Cattelan: All

fig. 13 Ave Maria, 2007

52


fig. 17 Spermini, 1997


fig. 1 Untitled, 2001


3 Dualismo e morte

Quando lavoravo all’obitorio avevo a che fare coi cadaveri, cadaveri veri, e mi sembravano così sordi, distanti. Forse è tutta colpa di quel lavoro, ma quando penso a una scultura la immagino sempre così: lontana, per certi versi già morta. Resto sempre sorpreso quando la gente ride di alcune mie opere: forse di fronte alla morte il riso è una reazione spontanea.57 Per un artista che dichiara costantemente di non avere idee, come nel caso di Cattelan, l’autoritratto è una scelta logica: non c’è bisogno di guardare oltre la propria faccia per trovare del materiale. Nelle prime arlecchinate di Cattelan basate sulla fuga, la sua presenza era implicita ma mai rappresentata letteralmente. Alla fine degli anni novanta, tuttavia, nella sua opera è emerso un sottogenere, e una batteria di sosia, mini-me, doppi e surrogati ha cominciato a popolare i suoi lavori. Benché troppo timido per parlare in pubblico – tanto da mandare spesso dei sostituti a presenziare al posto suo58 – non ha 57 Killing Me Softly: A Conversation with Maurizio Cattelan, intervista con Giancarlo Politi et al., in “Flash Art”, 37, n. 237, luglio-settembre 2004, p. 92.

63


Dualismo e morte

fig. 21 Love Lasts Forever, 1997

75


Maurizio Cattelan: All

fig. 22 Mini‑me, 1999

76


Maurizio Cattelan: All

78


Dualismo e morte

fig. 23 All (2007), veduta della fabbricazione in corso, Carrara, 2007

79


fig. 25 Untitled, 1999


4 Dall’irriverenza all’iconoclastia

Non ho mai deciso a tavolino di fare scandalo o di provocare […] le immagini alle volte riescono ad anticipare il futuro e forse è questo che scandalizza il pubblico, non riconoscersi ancora in quello che vedono.75 Cattelan si è conquistato presto la reputazione di piantagrane nel mondo dell’arte in virtù dell’apparente mancanza di rispetto per qualsiasi forma di autorità. L’ammissione iniziale che la sua arte si incentra “sulla parte ironica, disobbediente e infantile della [sua] personalità” è diventata nel tempo una vera e propria impertinenza professionale. La parabola della sua carriera potrebbe essere rappresentata come un movimento da un atto d’insubordinazione a un altro, in cui ciascun progetto presenta un grado sempre più alto di complessità e articolazione concettuale. Una simile catena di produzione è imperniata anche sulle azioni performative che vedono coinvolti i galleristi di Cattelan, che nel corso degli anni hanno fatto parte delle sue opere, sono stati messi in mostra e presi in giro, se non addirittura sfruttati. Il primo esempio 75 A. Bellini, Un’intervista con Maurizio Cattelan, in “Sculpture” 24, n. 7, settembre 2005 (http://www.sculpture.org/documents/scmag05/sept_05/webspecs/cattelan.shtml).

83


Coda

Maurizio Cattelan

139


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