Vincent van Gogh

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Vincent van Gogh Skira

edizione italiana

Vincent van Gogh



Vincent van Gogh Campagna senza tempo – Città moderna

a cura di Cornelia Homburg



Rappresentare città e campagna

Che piacere vedere di nuovo la città – tanto quanto amo i contadini e la campagna. Quanto l’unione degli estremi mi fa venire nuove idee – estremi, la campagna nel suo insieme e il trambusto di qui. Ne avevo proprio bisogno1.

Cornelia Homburg

Introduzione l profondo apprezzamento della natura e del ritmo regolare delle stagioni ispirò in maniera rilevante la produzione e gli scritti di Vincent van Gogh, che in genere viene quindi considerato un pittore dell’ambiente rurale e della vita contadina, come egli stesso amava definirsi. È pertanto interessante notare che Van Gogh produsse anche un significativo corpus di opere di soggetto urbano, non soltanto nel periodo in cui visse a Parigi ma per tutto l’arco della sua carriera. Mentre il tema della città in contrapposizione alla campagna è stato studiato a fondo nell’ambito dell’arte ottocentesca, questo aspetto della produzione di Ven Gogh ha ricevuto un’attenzione relativamente esigua2. Non solo Van Gogh alternò spesso contesti urbani e rurali nel corso della sua vita3, ma una volta diventato pittore utilizzò di proposito soggetti legati sia alla città sia alla campagna per delimitare il proprio territorio artistico. Anche se era profondamente ispirato da ciò che vedeva, gli interessava soprattutto esprimere le idee, le emozioni o le associazioni – tutte nutrite dalla sua vasta conoscenza dell’arte e della letteratura – che il motivo di fronte al quale si trovava suscitava in lui. Cercava la campagna perché lì i valori e le tradizioni restavano immutati nei secoli, benché si rendesse perfettamente conto che anch’essa cambiava costantemente. D’altro canto la città rivestiva per lui un’importanza vitale, essendo il luogo dell’esperienza contemporanea dove poteva conoscere gli ultimi sviluppi artistici, incontrare colleghi e promuovere la sua carriera. Già a Nuenen aveva discusso con il fratello Theo i vantaggi di vivere a Parigi: “… in città avrei l’opportunità di imparare da altre persone e vedere cosa fanno, e non sono affatto indifferente alla cosa” (398). La città mostrava più chiaramente come il progresso industriale cambiava la vita dell’uomo ed era il posto ideale per imparare a esprimere l’aria della modernità. Per tutto l’arco della sua carriera, Van Gogh scelse immagini e soggetti specifici che gli consentivano di presentare valori eterni ed esperienze contemporanee.

I È stato un immenso piacere lavorare con gli autori dei saggi in catalogo, che con grande intelligenza e serietà hanno condiviso le loro idee su questo tema affascinante, arricchendo il contenuto del volume con punti di vista e approcci diversi. Il mio ringraziamento va a loro e agli altri studiosi che hanno fornito analisi delle singole opere nel quadro dell’argomento trattato. Vorrei inoltre esprimere il mio apprezzamento agli altri membri del comitato scientifico ugualmente elencati nelle prime pagine del volume per il loro prezioso contributo alla mostra e al catalogo. 1 Vedi lettera 551 di Vincent van Gogh a Theo van Gogh, Anversa, 2 gennaio 1886. Questo e gli altri numeri citati fanno riferimento a Leo Jansen, Hans Luijten e Nienke Bakker, a cura di, Vincent van Gogh: The Letters, 6 voll., Londra, Thames and Hudson, 2009. Questa nuova edizione stampata, come l’edizione online, sono risorse eccellenti e gradite. Pur usandole con piacere non sono sempre d’accordo con la nuova traduzione inglese del testo originale. Per questa ragione, laddove necessario, ho apportato delle rettifiche, come in questo caso. 2 Per un’analisi della “città” di Van Gogh, vedi per esempio Bogomila Welsh Ovcharov, Van Gogh à Paris, Parigi, Musée d’Orsay, 1988, e più di recente James Rubin, Impressionism and the Modern Landscape: Productivity, Technology, and Urbanization from Manet to van Gogh, Berkeley e Los Angeles, University of California Press, 2008, pp. 162 e sgg. 3 Vedi il saggio di Jenny Reynaerts in questo volume.

Questo volume esplora le modalità attraverso cui Van Gogh affrontò il tema della città e della campagna: come viene a definirsi all’interno della sua produzione? Quali furono i principali modelli che influenzarono il suo pensiero? E in che maniera egli si distaccava dalle idee predominanti nella seconda metà dell’Ottocento? Sebbene il nostro studio sia incentrato su Van Gogh, esso prende in esame anche un ristretto numero di opere di altri artisti che

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1. Vincent van Gogh, Ferriera all’Aia, 1882 Gouache, acquerello, penna, inchiostro di china e matita su carta, 358 x 604 mm Collezione privata F 926 2. Vincent van Gogh, Casolare con contadino che rincasa, 1885 Olio su tela, 63,5 x 76 cm Città del Messico, Soumaya Museum F 170 A pagina 18 Vincent van Gogh, Vialetto nel giardino pubblico, 1888, particolare Olio su tela, 72,3 x 93 cm Otterlo, Kröller-Müller Museum F 470

mettono in evidenza scambi e interazioni per lui significativi. Chris Stolwijk e Noelle Paulson si soffermano su alcune di queste influenze. Considerando il repertorio visivo accumulato dall’artista nell’arco di una vita, le sue ampie e voraci letture e i numerosi incontri con persone diverse e ambienti nuovi, gli esempi scelti per la mostra sono stati per forza di cose circoscritti4. Jenny Reynaerts analizza i contatti di Van Gogh con l’ambiente artistico olandese e il modo in cui le idee dominanti nei Paesi Bassi modellarono il suo pensiero, sottolineando come fin dagli esordi della carriera il pittore raffigurò sia gli sviluppi della modernità sia la campagna incontaminata, nonché gli spazi ai confini di entrambi (ill. 1). Nel suo contributo, Sjraar van Heugten sostiene che, persino quando Van Gogh era seriamente impegnato a rappresentare la città, il suo amore per la campagna trapela anche dai motivi urbani. Trasferendosi a Parigi nel 1886, il pittore entrò contemporaneamente in contatto con le opere degli impressionisti e quelle dei neoimpressionisti, di cui sapeva ancora poco. Superato lo shock iniziale di fronte a realizzazioni così radicalmente nuove, si trovò a poter disporre di un’ampia riserva di temi e tecniche d’avanguardia per elaborare nuovi approcci alla pittura. Joan Greer esamina queste influenze sulla sua scelta dei soggetti e dello stile pittorico, soffermandosi inoltre sul sobborgo come spazio a cavallo tra vecchio e nuovo che assume particolare importanza nell’ambito parigino. Anche la ritrattistica di Van Gogh gioca un ruolo fondamentale nel nostro contesto. L’artista si

4 Per l’ispirazione di Van Gogh in un contesto più ampio, vedi per esempio Chris Stolwijk, Sjraar van Heugten, Leo Jansen e Andreas Blühm, a cura di, Vincent’s Choice: The Musée imaginaire of Van Gogh, Amsterdam, Van Gogh Museum, 2003. 5 La citazione è estrapolata dal contesto della seguente lettera: “Guarda, quello che mi dispiace moltissimo di essermi perso all’Esposizione è una serie di case di tutte le nazioni; credo siano stati Garnier or Viollet-le-Duc a organizzarla. Ebbene, potresti, tu che l’hai vista, darmi un’idea, e in particolare uno schizzo con il colore della casa egiziana primitiva? Deve essere molto semplice, un blocco quadrato, credo su una terrazza – ma vorrei conoscerne anche la colorazione. Leggevo in un articolo che era azzurra, rossa e gialla. Ci hai fatto caso? Ti prego di informarmi senza fallo!… Quanto a me, la cosa più meravigliosa che conosco in fatto di architettura è il casolare col tetto di paglia coperto di muschio e il focolare annerito. Quindi sono molto pignolo. Ho visto uno schizzo di antiche case messicane su una rivista illustrata; sembravano anche quelle primitive e davvero belle” (809). Era evidentemente l’elemento “primitivo” che affascinava Van Gogh e lo avrebbe portato a collegare le case egiziane e messicane con i casolari dai tetti di paglia del Brabante.

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6. Camille Pissarro, Ruelle des Poulies a Pontoise, 1872 ca Olio su tela, 52,4 x 81,6 cm Memphis Brooks Museum of Art 7. Vincent van Gogh, Lavandaie al Canal Roubine du Roi, 1888 Olio su tela, 74 x 60 cm Collezione privata F 427

22 La terza tela era Romanzi parigini (F 359). Secondo Zemel, fu Theo a occuparsi dei preparativi perché Van Gogh era partito per Arles e, come indicherebbe una lettera dello stesso Theo, non sembrava tenere molto alla selezione. È difficile immaginare che la scelta dei dipinti per la sua prima partecipazione a un’importante mostra d’avanguardia lo lasciasse indifferente. In generale, Van Gogh diventava abbastanza riluttante quando le sue opere erano oggetto dell’attenzione pubblica (vedi anche le sue esitazioni riguardo agli articoli di Aurier e Isaacson).

presentò tre tele ambiziose, due delle quali rivestono particolare interesse ai fini della nostra analisi22: Orti a Montmartre (cat. n. 55) e Montmartre: dietro al Moulin de la Galette (cat. n. 54). Il primo, imperniato sull’immagine rurale del quartiere, mostra un mulino a vento all’orizzonte che sembra rievocare i tempi passati; il secondo raffigura gli stessi orti ma guarda in una direzione diversa, di modo che la Parigi moderna con i suoi edifici alti e le ciminiere industriali riempie la parte superiore della veduta. Se nelle composizioni parigine di Van Gogh le strutture contemporanee erano spesso introdotte come allusioni sottili, ad Arles il pittore cambiò strategia e utilizzò gli spazi urbani e industriali della città come segnali della modernità che svolgevano un ruolo sempre più preminente. In uno dei primi dipinti che eseguì dopo il suo arrivo, Van Gogh raffigurò il profilo di Arles contro un campo coperto di neve (F 391). Nella serie dei Frutteti, spesso salutati come una

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8. Vincent van Gogh, Seminatore, 1888 Olio su tela, 32 x 40 cm Amsterdam, Van Gogh Museum Vincent van Gogh Foundation F 451 9. Vincent van Gogh, Sera d’estate, 1888 Olio su tela, 74 x 92 cm Winterthur, Kunstmuseum F 465

celebrazione dell’abbondanza primaverile dopo un inverno freddo, riflettendo la gioia dei nordici per la natura in fiore, l’artista incluse almeno in due occasioni il fumaiolo di una vicina fabbrica (cat. n. 68)23. Molto probabilmente conosceva alcuni paesaggi di Pontoise eseguiti da Pissarro in cui l’industria locale era rappresentata da ciminiere (ill. 6), e si servì di questi accostamenti per segnalare che la produzione industriale era una componente intrinseca della vita moderna. Nel corso dell’anno, tuttavia, il contrasto tra vecchio e nuovo nelle sue opere divenne più deliberato e programmatico. In primavera, mentre cercava di escogitare una strategia per crearsi un mercato nei Paesi Bassi24, Van Gogh dipinse una pittoresca composizione di lavandaie che ricordava le tele dei pittori olandesi del Seicento rese nei colori del sud (F 397, 1889). Un carretto trainato da cavalli attraversa l’antiquato ponte mobile, Le Pont Langlois, mentre sotto di esso le donne fanno il bucato. La scena, immersa nella vivida luce del Midi, evoca l’interesse dell’artista per l’estetica giapponese. Nello stesso mese di aprile egli disegnò anche un gruppo di lavandaie al Canal Roubine du Roi, non lontano dal gasometro di Arles. In estate rivisitò il tema, e riferendosi a quel disegno scrisse a Theo: “Ti ricordi tra i disegni piccoli un ponte di legno con un lavatoio e la veduta di una città sullo sfondo? Ho appena dipinto quel soggetto in formato grande” (631)25. Il formato verticale scelto per la composizione aggiungeva drammaticità alla scena delle donne che lavoravano all’ombra del gasometro (ill. 7). La potente giustapposizione del fumaiolo fumante della fabbrica alla torre della chiesa e al tramonto del sole enfatizzava ulteriormente il contrasto tra la dimensione moderna e quella eterna. Una tela di Louis Anquetin risalente all’anno precedente ispirò a Van Gogh un dipinto di un campo con mietitori (Musée Rodin, ill.12 nel saggio di Joan Greer). Alla fattoria che Anquetin aveva posto sullo sfondo sostituì tuttavia la silhouette di Arles, di cui sottolineò

23 Oltre a F 556, F 553 mostra una scena molto simile. Prati della primavera dell’anno precedente (F 575) include a sua volta una ciminiera da cui si levavano spirali di fumo. Anche Pickvance sottolinea la presenza della ciminiera nei frutteti. Vedi Pickvance, op. cit., nota 9, cat. n. 8. 24 Per un’analisi delle strategie commerciali di Van Gogh, vedi per esempio Zemel, Van Gogh’s Progress, op. cit., nota 8, capitolo 5; Cornelia Homburg, Vincent van Gogh’s Avant-garde Strategies, in idem, a cura di, Vincent van Gogh and the Painters of the Petit Boulevard, Saint Louis, Saint Louis Art Museum, 2001. 25 Il disegno citato nella lettera (F 1473) fa attualmente parte della Staatliche Graphische Sammlung di Monaco. Egli eseguì anche un disegno (F 1444), dal dipinto (Ill. 7, F 427), che ora si trova al Kröller-Müller Museum. Il corsivo nella citazione è mio, poiché le parole sembrano indicare che l’identità di Arles fosse meno rilevante dell’immagine industriale in sé.

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10. Vincent van Gogh, AllĂŠe des Tombeaux (Les Alyscamps), 1888 Olio su tela, 93 x 72 cm Collezione privata F 568

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11 Vincent van Gogh Bruciatore di stoppie con la moglie, 1883 Acquerello su carta, 200 x 360 mm Rotterdam, Caldic Collectie F 1035a

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12 Vincent van Gogh Ai margini di un bosco, 1882 Olio su tela montato su pannello, 33,8 x 48,5 cm Otterlo, KrĂśller-MĂźller Museum F 192

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17 ThĂŠophile de Bock Veduta di un bosco, 1880-1890 ca Olio su tela, 46 x 38 cm Amsterdam, Rijksmuseum Lascito di Mr. J.B.A.M. Westerwoudt, Haarlem

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18 Anton Mauve Casa su sentiero sabbioso, 1885 ca Olio su tela, 37 x 50,5 cm Amsterdam, Rijksmuseum Dono di Mr. & Mrs. Drucker-Fraser

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20 Vincent van Gogh Contadina che raccoglie un fascio di grano, 1885 Gessetto acquerellato su carta, 444 x 564 mm Otterlo, KrĂśller-MĂźller Museum F 1264

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21 Vincent van Gogh Covoni di grano e mulino, 1885 Gessetto nero su carta velina, 443 x 563 mm Amsterdam, Van Gogh Museum Vincent van Gogh Foundation F 1319v

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26 Vincent van Gogh Testa di contadino, 1884 Olio su tela, 39,4 x 30,2 cm Sydney, Collezione Art Gallery of New South Wales Acquistato dalla Art Gallery of New South Wales Foundation nel 1990 F 160a

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27 Vincent van Gogh Testa di contadina, 1884 Olio su tela, 43,8 x 34,6 cm Saint Louis Art Museum, dono di Charles H. Yalem, per scambio e grazie ai fondi elargiti da Bruce e Kimberly Olson, Mrs. Alvin R. Frank, Sam e Marilyn Fox e la Fox Family Foundation, Mr. e Mrs. Jack C. Taylor, Mr. e Mrs. Andrew C. Taylor, il Ruth Peters MacCarthy Charitable Trust, The Arthur and Helen Baer Charitable Foundation, Mr. e Mrs. David C. Farrell, la Jordan Charitable Foundation, Mr. e Mrs. Kenneth S. Kranzberg, Mr. e Mrs. Thomas K. Langsdorf, Mr. e Mrs. William C. Rusnack, e la famiglia Gary Wolff F 146 a

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30 Vincent van Gogh Donna che avvolge un filo, 1884 Acquerello su carta, 330 x 410 mm Izumi, Kuboso Memorial Museum of Arts Prestito prolungato da Collezione privata F 68


31 Anthon van Rappard Donna che ripara reti, 1884 Olio su tela, 52,5 x 65,5 cm Utrecht, Collezione Centraal Museum Lascito 1935

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32 Vincent van Gogh Tessitore, 1884 Olio su tela montato su tavola, 36,6 x 45 cm Collezione privata, Courtesy of Christie’s Zurigo F 162

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44 Camille Pissarro Nell’orto, 1878 Olio su tela, 47 x 56 cm Firenze, Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti. Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze W 558

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45 Paul Gauguin Fattoria La Groue, Osny, 1883 Olio su tela, 38 x 46,2 cm The Kelton Foundation W 103

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50 Paul Signac Scambio ferroviario a Bois-Colombes, 1886 Olio su tela, 33 x 47 cm Leeds Museums and Galleries Leeds Art Gallery

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51 Armand Guillaumin Lavori al Pont National, 1874 Olio su tela, 50,2 x 61,2 cm Ginevra, Association des Amis du Petit Palais

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54 Vincent van Gogh Montmartre: dietro al Moulin de la Galette, 1887 Olio su tela, 81 x 100 cm Amsterdam, Van Gogh Museum Vincent van Gogh Foundation F 316

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55 Vincent van Gogh Orti a Montmartre, 1887 Olio su tela, 97,5 x 129,5 cm Amsterdam, Stedelijk Museum Dono della WHK (Associazione per la realizzazione di una Collezione Pubblica di Arte Contemporanea ad Amsterdam), 1949 F 350

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61 Vincent van Gogh Autoritratto, 1886 Olio su tela, 38,8 x 30,3 cm L’Aia, Collezione Gemeentemuseum F 178v

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68 Vincent van Gogh Albicocchi in fiore, 1888 Olio su tela, 54 x 65 cm Collezione privata F 556

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69 Vincent van Gogh Giardino pubblico con prato appena falciato e salice piangente, 1888 Olio su tela, 60,5 x 73,5 cm Merzbacher Kunststiftung F 428

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70 Vincent van Gogh Il ponte di Langlois, 1888 Matita, cannuccia/penna d’oca e inchiostro bruno su carta scurita, 307 x 477 mm Staatsgalerie Stuttgart, Graphische Sammlung F 1470

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73 Vincent van Gogh Capanne a Saintes-Maries-de-la-Mer, 1888 Grafite, cannuccia e inchiostro bruno su carta Ingres, 305 x 470 mm Collezione privata, in deposito presso la Morgan Library, New York F 1434

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80 Vincent van Gogh Olivi / pini a Montmajour, 1888 Matita, penna rossa, inchiostro nero e marrone su carta, 491 x 610 mm Collezione MusĂŠe des Beaux-Arts de la Ville de Tournai

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81 Vincent van Gogh Olivi, 1889 Olio su tela, 54 x 65 cm Collezione privata F 711


82 Vincent van Gogh Ritratto di giovane contadino (Il giardiniere), 1889 Olio su tela, 61 x 50 cm Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea F 531

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83 Vincent van Gogh Montagne a Saint-RĂŠmy con casolare scuro, 1889 Olio su tela, 71,8 x 90,8 cm New York, Solomon R. Guggenheim Museum Collezione Thannhauser Dono di Justin K. Thannhauser, 1978 F 622

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88 Vincent van Gogh Sponda dell’Oise a Auvers, 1890 Olio su tela, 73,3 x 93,7 cm Detroit Institute of Arts Lascito di Robert H. Tannahill F 798

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101 Jean-François Millet Donna che carda la lana, 1855-1856 Incisione su carta, 362 x 236 mm Parigi, Galerie Paul Prouté

102 Jean-François Millet Contadino che raccoglie il fieno, 1855 Incisione su carta, 240 x 200 mm Parigi, Galerie Paul Prouté

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104 Camille Pissarro Contadina che porta dei secchi, 1889 Incisione e acquatinta su carta, 149 x 110 mm Pontoise, Musée Camille Pissarro

103 Jean-François Millet La grande pastorella, 1862 Incisione su carta, 362 x 275 mm Parigi, Galerie Paul Prouté

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110 Vincent van Gogh Lettera di Vincent van Gogh ad Anthon van Rappard, 5 marzo 1883 ca Collezione privata Parigi, MusĂŠe des lettres et manuscrits VG Letters n. 325

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