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CUORE E RAGIONE Tatiana Mura

Tatiana Mura - Luca Cofone

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Luca Cofone/ Tatiana, con le tue foto vuoi trasmettere messaggi importanti, ricordo in tal senso le serie Odi et amo dedicata all’anoressia - che ho trovato sensazionale e di grande impatto emotivo - e Save the Planet. Vuoi raccontarci di questi progetti e di quelli futuri? Tatiana Mura/ La caratteristica delle mie foto è quella di trasmettere un messaggio attraverso l’immagine, e in quest’ottica sono nati i miei progetti Odi et Amo e Save the Planet. Il primo, mostra itinerante, è stato realizzato per affrontare un tema molto delicato senza ricorrere alla strumentalizzazione della figura umana che in questo caso vive un profondo disagio legato anche al proprio aspetto fisico. In realtà in questo progetto il protagonista non è il cibo ma la forchetta, elemento ricorrente che, di volta in volta, viene rappresentata imprigionata, incatenata, vittima dei suoi stessi desideri e rifiuti, in una lotta tra ragione e cuore da cui non riesce mai ad affrancarsi da sola, esattamente come per tutte le vittime dei disturbi alimentari. In Save the Planet, invece, il cibo torna protagonista per sensibilizzare nei confronti dell’inquinamento, con polpi soffocati dalla plastica e uova/pianeta Terra sgretolati. I prossimi progetti vedono un’associazione di cibo con grandi opere pittoriche e il cibo abbinato a disegni realizzati da me. d’accordo? Che qualità deve possedere una fotografia per essere valutata come tale? TM/ Secondo il dizionario, Arte è qualsiasi attività in cui studio, estro personale, conoscenze tecniche, metodo, si fondono per creare un’opera, descrizione che ben si addice alla fotografia in quanto capace di arrivare al cuore di chi la guarda, rendendo interessanti particolari che agli occhi dei più possono sembrare banali, stimolando alla riflessione, come mezzo di informazione e conoscenza. Ma anche nella sua forma più comune, ma non ultima per importanza, congelando espressioni sui volti dei nostri cari che, così facendo, non rischiamo di dimenticare col passare del tempo.

LC/ Con il lockdown ci siamo riversati in rete, trovandoci sommersi da corsi online di ogni tipo e di ogni cosa, anche di fotografia. Credi che siano utili, credi che si possano insegnare lo stato d’animo e le sensibilità di una foto? TM/ Il lockdown ci ha immersi ancora di più in rete, costringendoci a rapporti virtuali anche con le persone più care pur di colmare le distanze, quindi credo che tutte le iniziative nate per impegnare il tempo e soprattutto la mente siano da elogiare, di qualunque tipo; nel male necessario qualcuno può aver scoperto interessi mai considerati prima o finalmente può aver trovato il tempo da dedicare a progetti lasciati nel cassetto. In particolare avvicinarsi alla

fotografia stimola a riscoprire quello che ci circonda, ma anche noi stessi, è una porta che si apre verso una dimensione tutta da svelare, e che ognuno poi interpreterà a modo

proprio. Come diceva il grande fotografo Henri Cartier-Bresson “fotografare è mettere sullo stesso piano mente, occhio e cuore”. LC/ Il tuo lavoro non si limita alla realizzazione di immagini di food a destinazione commerciale, ogni tuo lavoro vuole “dire” e rappresentare, me ne parli? TM/ La mia fotografia è iniziata come food photography classica, partendo dalla mia passione per la cucina, con collaborazioni con ditte del settore poi, parallelamente, si è evoluta verso una forma più astratta, mi sono resa conto che il cibo poteva essere un mezzo per trasmettere un messaggio, che con uno scatto potevo stimolare una riflessione o suscitare una risata senza cadere nella banalità, così sono nati i miei progetti e tutti gli scatti che mi caratterizzano.

Tatiana Mura è Food Photographer.

Da sinistra: ODI ET AMO. SAVE THE PLANET. Per entrambe courtesy © Tatiana Mura.

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