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“Soddisfatti ma con riserve"

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Intermark Sistemi

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“Soddisfatti ma con riserve, ecco perché”

Marco Pellegrinato, (Mediaset)

“Un passaggio, quello del refarming dei 700 Mhz, nato anni fa sotto buoni auspici da parte degli addetti ai lavori, il cui risultato ad oggi si è alquanto ridimensionato”. A parlare è Marco Pellegrinato Direttore R&S di Mediaset e Vicepresidente di HD Forum Italia

“Il passaggio alla TV Digitale in tutta Europa ha consentito un effettivo efficientamento dello spettro radiotelevisivo tanto che si è assistito ad una sorta di riorganizzazione della risorsa trasmissiva TV, rappresentata dalla necessità di devolvere spettro e frequenze dei broadcaster alle telco per servizi mobili evoluti. Le tappe di questo passaggio sono avvenute nel 2013 con il refarming dello spettro degli 800 Mhz, proseguirà nel ‘22 con quello dei 700 Mhz per completarsi nel ‘30 con un ulteriore possibile riduzione, non ancora confermata, dei 600 Mhz. Da anni quindi i broadcaster, pur a conoscenza delle tappe a cui far fronte per adeguarsi a questo passaggio, hanno dovuto affrontare una gestione generale del passaggio tecnologico e di sistema piuttosto complessa, che si è rivelata per molti aspetti e per alcune evenienze occorse, più caotica del previsto”.

L’obbiettivo primario per le istituzioni governative - spiega Pellegrinato - consisteva nel rispondere alle richieste europee, operando devoluzioni di porzioni di spettro radiotelevisivo alle telco entro le date previste: “Tutto ciò evitando al consumatore di vedersi spegnere le trasmissioni TV e operando nel contempo con i broadcaster e le forze in campo per consentire una sorta di passaggio virtuoso ad una TV qualitativamente migliorata, senza perdere l’entità o il pluralismo dell’offerta attuale. Per far fronte a ciò si dovette introdurre un’accoppiata tecnologica vincente che, pur introducendo efficienza trasmissiva, contribuisse consistentemente ad evolvere la qualità tecnica della TV 4.0”.

La decisione di adottare la tecnologia DVB-T2, digitale di 2^ generazione, unitamente ad un codec evoluto come l’HEVC in grado di introdurre formati come UltraHD o 4K e HDR, rese necessaria la sostituzione dell’intero parco ricevitori tv rendendo obsoleto l’attuale. Per continuare a vedere la televisione sarebbe stato necessario acquistare nuovi televisori compatibili o dotare quelli installati di decoder esterni evoluti. “Ma le contingenze impreviste nell’attuazione della roadmap governativa, le difficoltà nella revisione e riallocazione delle nuove frequenze come predisposto dal PNAF 2018, le complicanze nel predisporre modalità e strumenti economici a sussidio del consumatore per l’acquisto di TV o ricevitori compatibili, e l’aggiornamento che operatori di rete e broadcaster hanno realizzato per introdurre le tecnologie, hanno reso gli obiettivi iniziali più ardui e difficili da raggiungere. Tanto che, con un decreto legge recente, il Ministero ha adeguato le tappe

della roadmap a conseguenza degli eventi e a seguito dell’emergenza pandemica degli ultimi 2 anni. Questi eventi emergenziali non potevano essere previsti quando fu disegnata la roadmap iniziale e gli obiettivi che imponevano date rigide per lo smaltimento delle tecnologie obsolete non potevano che essere riviste per l’impossibilità degli utenti di dotarsi per tempo dei presidi”.

A seguito del decreto, Pellegrinato sottolinea come i broadcaster TV possano ritenersi soddisfatti dello slittamento delle date dello switch off vero e proprio: “Le Istituzioni hanno compreso la

complessità di questo passaggio e l’impraticabilità del rispetto delle date

originarie. Da tempo le TV commerciali lamentavano la difficoltà di asseverare le date dello switch off delle tecnologie obsolete, basandosi sull’andamento del tasso di sostituzione di TV compatbili sul mercato con il rischio che, non potendo raggiungere l’elevata penetrazione richiesta sul parco TV esistente, molti italiani vedessero “andare a nero” la propria TV obsoleta.

Per noi broadcaster commerciali il rischio di perdere audience sarebbe stato inaccettabile. Di fatto, con l’ultimo decreto, il MISE ha convertito l’obbligo di spegnimento delle

tecnologie obsolete (DVB-T) in una più opportuna facoltà ad operare con le nuove (DVB-T2) quando l’installato parco TV

compatibili sarà adeguato alle esigenze, fermo restando nei termini previsti per giugno 2022 la cessazione dell’utilizzo e la restituzione delle frequenze dei 700 Mhz per il “refarming” richiesto dall’Europa”.

Ma non va dimenticato che i broadcaster hanno affrontato per tempo il doveroso aggiornamento tecnologico del sistema trasmissivo, come sottolinea Pellegrinato: “Come broadcaster ci siamo dotati anzitempo di tecnologie DVB-T2 anticipando ingenti investimenti con la consapevolezza di non poterle utilizzare quanto prima, pena per molti italiani il rischio di non poter più ricevere la nostra programmazione. Attualmente l’intero parco TV installato in Italia manca di ca. 20 milioni di apparati DVB-T2 compatibili. Utilizzando oggi questa tecnologia i broadcaster correrebbero l’inaccettabile rischio di perdere un pari numero di utenze. Avrebbe aiutato un’indagine più precisa sulla determinazione effettiva della consistenza del parco TV esistente, e un progetto più tempestivo nell’erogazione degli incentivi per l’acquisto di nuove TV.” E gli italiani, potranno dirsi soddisfatti? “Sicuramente confusi, l’urgenza nel passaggio oggi ha perso un po’ valore anche se il dotarsi di un nuovo TV compatbile è cosa utile per introdurre il cambio delle nuove tecnologie (DVB-T2). Mentre è rimasto il problema della qualità delle trasmissioni che non subirà da subito quell’incremento che avremmo potuto applicare con la presenza delle tecnologie ipotizzate (HEVC)”

Oggi Mediaset trasmette i propri canali attraverso 5 Mux in DVB-T, per un totale di ca. 120 Mbit/s di capacità trasmissiva. Da fine giugno 2022, Mediaset trasmetterà su soli 3 Mux in DVB-T per un totale di ca. 70 Mb/s. con una riduzione del 40% di risorsa trasmissiva: “Questo si traduce in uno stallo nel

miglioramento della qualità delle trasmissioni, e in un mancato incremento

dell’offerta e del numero di canali trasmessi, rimandando al futuro lo sviluppo di nuove reti e progetti editoriali. E forse, per il momento, si è persa una gran bella occasione per ammodernare veramente la TV”. ■

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