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Le Comunità Energetiche dei Cittadini un tassello per le Città sostenibili
Di Pasquale Capezzuto, Associazione Energy Managers
La direttiva 2018/2001 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili e la direttiva 2019/944 relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica stanno delineando il nuovo mercato dell’energia nell’Unione, sulla base anche di esperienze gia’ in atto a livello europeo. Nell’Unione dell’energia i cittadini sono in primo piano, svolgono un ruolo attivo nella transizione energetica, si avvantaggiano delle nuove tecnologie per ridurre la bolletta energetica e partecipano attivamente al mercato, i consumatori vulnerabili sono tutelati. Per fare questo i consumatori devono poter consumare, immagazzinare e/o vendere sul mercato l'energia dell’energia (peer-topeer) che dovranno essere recepiti negli ordinamenti nazionali, contratti a lungo termine per le fonti rinnovabili (PPAs). Il progresso tecnologico nella gestione delle reti e nella generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili, negli smart meters e nelle piattaforme, nelle tecnologie digitali, nella blockchain e negli smart contracts, consente di avviare nuovi servizi innovativi rispondenti alle mutate esigenze e capacità dei consumatori, nonché per aumentare la flessibilità del sistema elettrico.
I cittadini con l’elettrica autoprodotta devono poter partecipare a tutti i mercati dell'energia elettrica fornendo flessibilità al sistema, ad esempio attraverso lo stoccaggio dell'energia e l’utilizzo di veicoli elettrici, mediante la gestione della domanda o la digitalizzazione dei modelli decentrati di produzione e consumo. Nel nostro Paese la legislazione in materia e le delibere dell’Autorita’ di regolazione non hanno consentito ai cittadini di esercitare il ruolo di attori del mercato dell’energia, hanno limitato lo sviluppo dell’innovazione tecnologica e il raggiungimento degli obiettivi nazionali e europei, la maggiore sicurezza locale degli approvvigionamenti energetici, lo sviluppo e la coesione delle comunità, lo sviluppo della green economy e della transizione energetica ed ecologica. In tal modo si è frenato lo sviluppo del mercato elettrico e del mercato della professione (energy managers, EGE, progettisti), delle imprese ( ESCO) e della produzione.
I professionisti dell’energia assumono un ruolo chiave per assicurare alle comunita’ e agli auto consumatori singoli e collettivi le competenze tecniche e tecnologiche necessarie alla implementazione degli asset energetici nei processi di progettazione, realizzazione e gestione delle stesse.
Il legislatore nazionale ha finalmente inteso dare attuazione ai concetti chiave indicati dall’Unione e ha adottato nello schema di recepimento della direttiva 944/2019 strumenti quali i contratti a prezzi dinamici,
l’aggregazione della domanda e la flessibilità, il diritto al contatore intelligente. Dobbiamo inquadrare il tema delle comunita’ energetiche non solo dal punto di vista strettamente energetico ma piu’ in generale considerarlo strumentale alle policies europee verso le green, just e productive cities e quelle nazionali (P.N.R.R. e P.N.I.EC.) verso la transizione ecologica.
Nelle “comunità energetiche dei cittadini”, soluzione più ampia delle comunità energetiche rinnovabili, le nuove tecnologie e i nuovi modi di consumo, tra cui le reti di distribuzione intelligenti e la gestione della domanda, in maniera integrata, possono accrescere lo sviluppo di F.E.R., migliorare l'efficienza energetica degli usi finali e contribuire a combattere la povertà energetica riducendo i consumi e spuntando migliori tariffe di fornitura. Nei casi di buona gestione, queste iniziative in Europa hanno apportato alla comunità benefici economici, sociali e ambientali che vanno oltre i meri benefici derivanti dall'erogazione dei servizi energetici. Si fa spesso riferimento nei webinar istituzionali, nelle linee guida e nei social tecnici al ruolo che possono avere i governi locali in questo processo. Sono in corso esperienze in molte città, che mostrano avere un forte committement politico se non una visione strategica, di promozione di comunita’ energetiche, anche nel tentativo di ampliare gli orizzonti della sperimentazione vigente, vedi le esperienza del Comune di Serrenti, nel Piemonte e in altre regioni.
Le città sono chiamate ad assumere un ruolo chiave per conseguire gli obiettivi sfidanti derivanti dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’O.N.U. e gli obiettivi europei di politica energetica e protezione del clima a livello territoriale. La Nuova Carta di Lipsia del 2020 riafferma il protagonismo delle città nei processi di
creazione delle politiche urbane europee e nazionali e indica l’approccio integrato e place-based la partecipazione civica e la co-creazione e il co-design come principi-
guida. Le comunità energetiche sono uno strumento per conseguire nel proprio territorio gli obiettivi di sostenibilità trasformando il sistema energetico in un sistema decentralizzato e decarbonizzato. Una comunita’ energetica prima che essere soggetto attore del nuovo sistema energetico deve costituirsi in “comunità“ sociale, in questo processo di partecipazione guidata l’amministrazione locale svolge un ruolo di garanzia e perseguimento del bene comune. Abbandoniamo dunque la promozione di “comunità energetiche di energia rinnovabile”, come sta avvenendo, con una visione molto settoriale e limitata e non integrata e olistica, nelle iniziative promozionali degli Enti di Stato incaricati e inquadriamo il tema delle comunità energetiche dei cittadini nelle policies di sostenibilità urbana, con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità ambientale, economica e sociale delle nostre citta’e quindi del nostro Paese. ■