PROPOSTE DI LETTURA … TRA NATALE E CAPODANNO
Giovanni Baronzio
Un Natale di Truman Capote In I racconti Questo volume ripercorre la carriera di Capote autore di racconti: dalla raccolta Un albero di notte, apparsa nel 1949, fino a due testi pubblicati dopo la morte dello scrittore (Un Natale e Un ricordo del nonno, inedito in Italia), passando per i tre testi che accompagnavano Colazione da Tiffany, senza dimenticare i celebri Il Giorno del Ringraziamento e Fra i sentieri dell'Eden. Un Natale è uno struggente racconto autobiografico in cui l'autore narra di un Natale trascorso con il padre a New Orleans.
Racconti di Natale di Charles Dickens I racconti di questa raccolta uscirono nel 1852. L'intento di Dickens era di scrivere delle fiabe per grandi e piccini in grado di suscitare sentimenti d'amore e tolleranza verso il prossimo e di risvegliare la coscienza sociale di una societĂ sonnecchiante e sazia come quella vittoriana.
La notte del professor Andersen di Dag Solstad
Gustav Klimt
L’albero di Natale e lo sposalizio di Fedor Dostoevskij In Racconti e romanzi brevi Sono i bambini i protagonisti di questo racconto che il grande scrittore russo scrisse prima di iniziare i cicli dei suoi grandi romanzi. Dostoevskij compone un delicato e insieme drammatico cammeo sull'infanzia messa di fronte alla realtà tragica della vita, alle miserie morali e materiali e alle disuguaglianze. Lo scontro tra l'ingenuità dei piccoli e la durezza del reale è la materia sulla quale costruisce questo e altri racconti dominati dal fantastico, veri e propri esperimenti letterari che svelano nella loro brevità l'immenso genio del loro autore.
Solo nel suo appartamento, il professor Andersen, cinquantacinquenne divorziato, docente di letteratura all’università di Oslo, sta festeggiando con solennità il Natale: l’albero decorato, l’abito elegante, la cena tradizionale. Mentre medita sul senso di appartenenza che gli dà abbandonarsi con «semplicità infantile» a quel rito collettivo, vede da una finestra della casa di fronte un uomo che strangola una donna. Afferra il telefono per avvertire la polizia, ma poi riaggancia, non chiama, e giorno dopo giorno continua a rimandare, finché la sua esitazione si trasforma in una totale paralisi della volontà. Perché è incapace di denunciare un omicidio? Perché è sempre più affascinato dall’assassino e ne spia ogni movimento, fino al momento in cui si troveranno faccia a faccia? Un inizio da Finestra sul cortile alla Hitchcock per quello che diventa un geniale «giallo di inazione», in cui la suspense è data non dall’indagine sul delitto, ma dalla crisi del testimone e dalla sua ossessiva autoanalisi che finisce per coinvolgerci in una spirale di provocatori interrogativi. Esiste un fondamento assoluto alla morale? La letteratura e l’umanesimo sono ancora in grado di influire sulla coscienza? Non consegnare un assassino vuol dire contravvenire a uno dei cardini della società o rifiutarsi di scagliare la prima pietra? Con un romanzo esistenziale tra Čechov e Thomas Bernhard, Dag Solstad indaga sui temi di colpa e responsabilità, radicalismo e compromesso, ribellione e omologazione, chiedendosi qual è il ruolo dei valori culturali, filosofici, religiosi e morali nell’uomo e nella società di oggi.
La nebbiosa di Pier Paolo Pasolini
Paul Gauguin, “La Orana Maria”, 1891.
Natale a Villa Seurat e altre prose di Henry Miller Nella Parigi letteraria, quella degli inizi del ’900, la casa di Gertrude Stein non era l’unico punto di ritrovo per gli scrittori espatriati. C’era anche Villa Seurat, e senza Villa Seurat non ci sarebbe stato Henry Miller. Nel 1930 Miller si trasferisce nella capitale francese dove vi rimarrà fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Nell'autunno del 1931, trova occupazione al "Chicago Tribune" grazie all'amico Alfred Perlès, che vi lavora. Il periodo parigino è molto creativo per lo scrittore: viene fortemente influenzato dal surrealismo e stabilisce un'importante e influente rete di contatti con gli autori che ruotano attorno a Villa Seurat, proprietà dell'amico Michael Fraenkel, dove risiede; uno di questi autori è il giovane inglese Lawrence Durrell che diventa suo amico intimo e corrispondente per tutta la vita. In questo stesso periodo, Miller entra a far parte del salotto di Anaïs Nin, della quale poco più tardi diventerà amante.
Novembre 1959. Poco dopo l’uscita di Una vita violenta, Pier Paolo Pasolini esplora Milano con la stessa furia, la stessa passione con cui nei primi anni cinquanta aveva esplorato Roma: è la sorprendente trasferta di un vorace aggressore di città, impaziente di appropriarsele fisicamente e linguisticamente. Accompagnato da alcuni giovani milanesi teppisti quanto basta, Pasolini gira per trani, le vecchie bettole milanesi, e per bar luccicanti di corso Buenos Aires, perlustra ritrovi di teddy boys e i nights del centro; frequenta balere di periferia; si spinge a Metanopoli; guarda da fuori le ville neoclassiche lambite dall’espansione della città e si avventura nell’hinterland, tra Novate e Bollate. Nasce così La Nebbiosa, sceneggiatura non utilizzata dai registi che la commissionarono e opera letteraria qui per la prima volta edita integralmente. La Nebbiosa è un noir picaresco e disperato ambientato a Milano nella notte di capodanno. Un gruppo di giovanotti tra i 18 e i 20 anni giocano a fare gli americani. Si chiamano Rospo, Gimkana, Francesino, Contessa, El Lobo e il Teppa. Passano il tempo tra un braccio di ferro e un furto, tra un corteggiamento e un pestaggio per le strade di un Milano cinica, nottambula e crudele. La loro notte brava comincia con l'aggressione a un uomo appartato in auto con la segretaria e continua con un furto nella chiesa di Bollate, per culminare nel terribile agguato a un omosessuale. Con questa meravigliosa sceneggiatura Pasolini ha posato il suo sguardo su un Nord ricco e piccolo borghese, spaccone e violento, restituendo un prezioso capolavoro inedito.
Vicent Van Gogh
Trastulli di animali di Yukio Mishima In una casa sul mare circondata dai fiori vivono una breve e tragica estate Yuko, che si prende cura del marito semiparalizzato e muto, e il giovane e vigoroso Koji. Quest'ultimo è appena uscito dal carcere dopo aver scontato una condanna a due anni proprio per aver ferito gravemente al capo il marito di Yuko, della quale il giovane si era perdutamente invaghito. Alcune settimane trascorrono in una crescente tensione perché gli amanti, apparentemente padroni della situazione, in realtà sono ossessionati dalla presenza silenziosa e rassegnata del marito, che suscita in loro sentimenti misti di pietà, rimorso e odio: non sopportano il sospetto di essere guardati come due animali che si trastullino, innocentemente felici. Il monologo col quale Koji si rivolge all'invalido, come per rimuovere la maledizione che grava su quell'amore, fa precipitare il trio verso il compimento di un delitto che sembra rispondere a un segreto desiderio di espiazione e di morte. Vissuta sullo sfondo di una natura idilliaca, tra le spiagge e le pinete della penisola di Izu, questa storia di un eros appassionato che conduce irragionevolmente alla rovina acquista un'aura di essenzialità e
fatalità che è stata paragonata da molti a quella propria della tragedia greca. Mishima indugiò nel comporre il fortissimo epilogo: la notte del capodanno del 1961, a Milano, dopo aver ascoltato il "Fidelio" di Beethoven alla Scala, scrisse di getto l'ultimo capitolo, degno di coronamento di uno dei suoi romanzi più significativi.
Passeggiata nella notte di capodanno di Hans Christian Andersen “La sera dell’ultimo dell’anno del 1828 me ne stavo tutto solo nella mia stanzetta e spaziavo con lo sguardo oltre i tetti delle case vicine coperti di neve. In quel momento lo spirito del male, noto col nome di Satana, si introdusse in me e mi suggerí il pensiero peccaminoso di diventare scrittore…”
Ode al primo giorno dell'anno di PABLO NERUDA
Lo distinguiamo dagli altri
adornato con piume e garofani.
come se fosse un cavallino diverso da tutti i cavalli.
La terra non lo sa: accoglierà questo giorno
Gli adorniamo la fronte con un nastro,
dorato, grigio, celeste, lo dispiegherà in colline
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
lo bagnerà con frecce di trasparente pioggia
e a mezzanotte lo andiamo a ricevere
e poi lo avvolgerà nell’ombra.
come se fosse un esploratore che scende da una stella. Eppure, piccola porta della speranza, Come il pane assomiglia al pane di ieri,
nuovo giorno dell’anno,
come un anello a tutti gli anelli:
sebbene tu sia uguale agli altri
i giorni muovono le palpebre
come i pani a ogni altro pane,
limpidi, tintinnanti, passeggeri,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
e si coricano nella notte oscura.
ci prepariamo a mangiare, a fiorire, a sperare.
Vedo l'ultimo giorno di questo anno
Ti metteremo come una torta
sopra un convoglio diretto verso le piogge
nella nostra vita,
del lontano arcipelago cobalto,
ti accenderemo come un candelabro,
e l'uomo della locomotiva,
ti berremo come un topazio.
complessa come un orologio del cielo, che abbassa gli occhi sull'infinita riga dei binari
Giorno dell'anno nuovo,
sui lucidi manubri, sopra ai veloci ingranaggi del fuoco.
giorno elettrico, fresco, tutte le foglie escono verdi
Oh!, conduttore di treni
dal tronco del tuo tempo.
scatenati verso stazioni nere della notte! Questa fine dell'anno senza moglie e senza figli,
Incoronaci con acqua,
non è uguale a quella di ieri, a quella di domani?
con gelsomini aperti, con tutti gli aromi spiegati,
Visto dalle rotaie e dalle maestranze
sì, benché tu sia solo un giorno,
il primo giorno, la prima aurora
un povero giorno umano,
di un anno che comincia,
la tua aureola palpita
ha il medesimo ossidato colore di treno di ferro:
su tanti cuori stanchi
e salutano le persone mungo il cammino,
e tu sei, oh giorno nuovo,
le vacche e i villaggi, nel vapore dell'alba,
oh nuvola in arrivo,
senza sapere che si tratta della porta dell'anno,
pane mai visto,
di un giorno scosso da campane,
torre permanente!
Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo Si avvicina il Natale, e come ogni anno Luca Cupiello si accinge a preparare il presepe nonostante l'insofferenza di sua moglie Concetta e suo figlio Tommasino. Per Luca il presepe rappresenta una priorità assoluta del suo vivere quotidiano, ma in realtà la quiete famliare è turbata da un dramma che sua moglie Concetta - chissà come - riesce a tenere nascosto al marito. La figlia di Luca e Concetta, Ninuccia è sposata con Nicolino, un facoltoso commerciante, ma non lo ama, ed anzi ha intenzione di fuggire con il suo amante, Vittorio Elia, comunicando la sua decisione al marito per lettera. Concetta riesce a strappare dalle mani di Ninuccia la lettera, per impedire che il peggio accada, ma nella confusione - e senza sapere nulla - Luca consegna la missiva al genero... Eduardo De Filippo, nel 1936, così ebbe a definire la tormentata genesi di Natale in casa Cupiello: 'Questo mio lavoro è stato la fortuna della compagnia, dopo Sik-Sik, s'intende. Ebbe la sua prima rappresentazione al Kursaal di Napoli; allora non era che un atto unico, ed è tanto strana la sua storia che vale la pena di raccontarla. L'anno seguente, al Sannazaro, teatro della stessa città, scrissi il primo atto, e diventò in due. Immaginate un autore che scrive prima il secondo atto e, a distanza di un anno, il primo. Due anni fa venne alla luce il terzo; parto trigemino con una gravidanza di quattro anni! Quest'ultimo non ebbi mai il coraggio di recitarlo a Napoli perchè è pieno di amarezza dolorosa, ed è particolarmente commovente per me, che in realtà conobbi quella famiglia. Non si chiamava Cupiello, ma la conobbi'.
Lo strano Natale di Mr. Scrooge e altre storie di Dino Buzzati Raccolta di racconti che ruotano in parte su temi natalizi e in parte sul mondo della musica, con un racconto fantastico dedicato a una Cronaca dal Duemila. Mr. Scrooge stufo degli annuali incontri con gli spiriti dei Natali passati, presenti e futuri, decide di scappare da New York… Via da questo Natale che cerca sempre di intenerirlo. Sale su una nave da crociera in modo da trovarsi in mezzo all'Oceano Atlantico, dove, pensa, non potrà essere raggiunto. Ma proprio quando crede di aver scansato lo spirito del Natale questo si presenta sotto forma dello stuart di bordo. Lo spirito del Natale arriva ovunque, è inutile scappare!
L' allodola e il cinghiale di Nico Orengo Un padre e un figlio, separati dallo stesso dolore, entrano nel bosco alla vigilia di Natale. L'uomo vuole abbattere il cinghiale che gli sta distruggendo coltivi e orto. Il ragazzo intuisce, in quel grande buio, che la «preda» è qualcosa d'altro, e difficilmente potrà essere abbattuta da un colpo di fucile. Nella notte d'attesa solo gesti minuti, brevi parole, lunghi silenzi potranno - forse sconfiggere la rabbia, il rancore, l'opacità del sentimento.
Ogni cosa è da lei illuminata di Annemarie Schwarzenbach Natale 1929. Nell'ascensore di un lussuoso albergo sulle Alpi svizzere, Annemarie Schwarzenbach incontra una misteriosa donna seducente con indosso un cappotto bianco. Solo per un secondo i loro occhi si incontrano, le due restano in silenzio e, da quel momento, ogni speranza e ogni desiderio nella vita della giovane scrittrice vengono travolti. In mezzo al trambusto della località sciistica alla moda "M.", la ventunenne Annemarie è in attesa di una parola, di un gesto, per buttare definitivamente al vento tutte le cautele e inseguire il suo sentimento sconvolgente. "Ogni cosa è da lei illuminata" è un racconto inedito pieno di luce, erotismo e passione nel quale Schwarzenbach mette a nudo il mondo dell'amore tutto al femminile. Il testo accuratamente costruito e in cui l'amore di una donna per una donna non viene in alcun modo dissimulato è ambientato in Engadina, località che Annemarie definiva "il mio luogo più proprio e più originario, quello dove mi muovo con più sicurezza e dove mi sento leggera come da nessun'altra parte". Il manoscritto, conservato inedito nell'Archivio svizzero di letteratura di Berna, è stato ritrovato nel 2007 da Alexis Schwarzenbach, nipote della scrittrice, che ne ha curato personalmente la pubblicazione. Postfazione di Alexis Schwarzenbach.
Madonna col Bambino – Jean Fouquet
Fiori artificiali : romanzo di Luiz Ruffato Dopo un capodanno desolante e una vita trascorsa in giro per il mondo a cancellare le proprie orme, nel vano tentativo di dimenticare di non avere un luogo al quale fare ritorno, Dório Finetto decide di scrivere la propria autobiografia, ma ben presto si rende conto che la sua vita non è stata altro che un attento esercizio d'ascolto. Per scrivere il proprio passato non può, quindi, che raccontare le vite degli altri, richiamando alla memoria i tanti e spesso casuali e fugaci incontri che nel corso degli anni si sono susseguiti. Da Beirut a Buenos Aires, passando per Nordestedt, Montevideo e Dili, Dório Finetto ripercorre, così, la propria esistenza, guardandola riflessa nelle vite, sospese come ponti sull'abisso, di quanti ha saputo ascoltare.
«[…]Si affacciarono, più in là, a un’altra finestra. Anche qui, gente che, trafelava, scriveva biglietti su biglietti, la fronte imperlata di sudore. Dovunque le bestie guardassero, ecco uomini e donne fare pacchi, preparare buste, correre al telefono, spostarsi fulmineamente da una stanza all’altra portando spaghi, nastri, carte, pendagli e intanto entravano giovani inservienti con la faccia devastata portando altri pacchi, altri scatole altri fiori altri mucchi di auguri. E tutto era precipitazione ansia fastidio confusione e una terribile fatica. Dappertutto lo stesso spettacolo. Andare e venire, comprare e impaccare spedire e ricevere imballare e sballare chiamare e rispondere e tutti correvano tutti ansimavano con il terrore di non fare in tempo e qualcuno crollava boccheggiando. – Mi avevi detto – osservò il bue – che era la festa della serenità, della pace. – Già – rispose l’asinello. – Una volta infatti era così. Ma, cosa vuoi, da qualche anno, sarà questione della società dei consumi… Li ha morsi una misteriosa tarantola. Ascoltali, ascoltali. Il bue tese le orecchie. Per le strade nei negozi negli uffici nelle fabbriche uomini e donne parlavano fitto fitto scambiandosi come automi delle monotone formule buon Natale auguri auguri a lei grazie altrettanto auguri buon Natale. Un brusio che riempiva la città.
– Ma ci credono? – chiese il bue – Lo dicono sul serio? Vogliono davvero tanto bene al prossimo? L’asinello tacque. – E se ci ritirassimo un poco in disparte? – suggerì il bovino. – Ho ormai la testa che è un pallone… Sei proprio sicuro che non sono usciti tutti matti? – No, no. È semplicemente Natale. – Ce n’è troppo, allora. Ti ricordi quella notte a Betlemme, la capanna, i pastori, quel bel bambino. Era freddo anche lì, eppure c’era una pace, una soddisfazione. Come era diverso. – E quelle zampogne lontane che si sentivano appena appena. – E sul tetto, ti ricordi, come un lieve svolazzamento. Chissà che uccelli erano. – Uccelli? Testone che non sei altro. Angeli erano. – E la stella? Non ti ricordi che razza di stella, proprio sopra la capanna? Chissà che non ci sia ancora. Le stelle hanno una vita lunga. – Ho idea di no – disse l’asino – c’è poca aria di stelle, qui. Alzarono il muso a guardare, e infatti non si vedeva niente, sulla città c’era un soffitto di caligine e di smog[…]».
Da Milano nera di Dino Buzzati
“Madonna col Bambino”, Henri Matisse, 1951
La pianista bambina di Greg Dawson Per cinquant’anni della sua vita, il 25 dicembre Greg ha festeggiato con la famiglia il Natale e il compleanno di sua madre. E neppure un giorno, per mezzo secolo, ha sospettato quale enorme segreto potesse nascondersi dietro le candeline soffiate, i regali e gli addobbi. Un segreto che sua madre, a più di ottant’anni, decide di svelare. Molto numerosi sono i libri di memoria dei sopravvissuti della Shoah: la particolarità di questo "La pianista bambina" sta nella rievocazione di fatti, luoghi, vicende, persone
ad opera del figlio della protagonista, il giornalista americano Greg Dawson che, dopo aver vissuto quasi un’intera vita senza conoscere la storia di sua madre, finalmente riesce a darle la forza di raccontare, di ricostruire, di rivivere una lunga esistenza, dall’infanzia felice e spensierata in una Ucraina degli anni ’30, piena di cultura, di musica, di speranze, all’arrivo dell’esercito tedesco; poi la rocambolesca fuga di Zhanna e Frina, le due sorelle ebree che miracolosamente sfuggono alla strage nella quale perdono la vita decine di migliaia di abitanti del territorio ucraino di religione ebraica, uccisi e bruciati in fosse comuni, tra i quali genitori e nonni delle due ragazzine. Zhanna riesce ad uscire dalla fila che la sta conducendo alla morte mentre suo padre, appoggiandole sulle spalle il proprio cappotto le sussurra: "non m’importa come, ma vivi!". Queste parole e uno spartito di musiche di Chopin che porta sempre su di sé riusciranno a dare a Zhanna, con l’aiuto di sua sorella Frina, due anni più giovane, la forza di fuggire. Nascoste sotto i falsi nomi di Marina e Anna Morozova, orfane di un ufficiale russo, le due promettenti pianiste, abituate sin dall’infanzia a studiare pianoforte e ad esibirsi in pubblico, riescono, con l’aiuto di improvvisati amici, a cavarsela. Eccole in un orfanotrofio, poi presso amici compiacenti, poi finalmente, dopo la deportazione a Berlino al seguito di una troupe di artisti, incaricate di intrattenere gli ufficiali nazisti, giungere alla fine della guerra e alla liberazione dal pericolo di morte incombente che aveva accompagnato la loro odissea. Un ufficiale americano in un campo profughi in Baviera cambierà la vita di Zhanna e di sua sorella. Fattosi protettore e mecenate delle promettenti pianiste, Larry Dawson riuscirà in modo rocambolesco a farle giungere negli Stati Uniti.
Il ponte degli assassini di Arturo PérezReverte La Napoli barocca del 1627, principale baluardo del re Filippo IV nel Mediterraneo, è un vero e proprio paradiso degli spagnoli: di stanza in Italia, il capitano Alatriste e il giovane Iñigo Balboa ne godono delizie e piaceri, ritemprando la salute e lo spirito. Ma un misterioso funzionario vestito di nero si presenta al capitano con una convocazione ufficiale, che non preannuncia nulla di buono. Sarà il poeta Francisco de Quevedo a illustrare al disilluso soldato la sua nuova missione, così rischiosa e difficile da apparire quasi un suicidio annunciato. Dopo alcuni abboccamenti a Roma e a Milano, un pugno di uomini dovrà raggiungere Venezia e assassinare il doge Giovanni Corner durante la messa di Natale, imponendo con la forza un nuovo governo, favorevole alla corona spagnola. Dalla parte di Alatriste, oltre ai compagni di sempre - il veterano Sebastián Copons e il pericoloso moro Gurriato - ci sarà altra gente di spada e di silenzio: soldati in grado di affrontare le imprese più rischiose e di tenere la bocca chiusa anche sul cavalletto di tortura; una cortigiana bellissima e spietata, che sa di uomini e di mondo e che lo conquisterà con le sue grazie; e un compagno d'avventura del tutto inaspettato (e sgradito): l'antico nemico Gualterio Malatesta, lo spietato assassino siciliano, con il quale il capitano dovrà stipulare una tregua (ovviamente temporanea) per scampare alle ombre della città lagunare.
L’ultimo ballo di Charlot di Fabio Stassi In una sera di Natale la Morte va a trovare Charlie Chaplin nella sua casa in Svizzera. Il grande attore e regista ha passato gli ottant'anni ma ha un figlio ancora piccolo e vorrebbe vederlo crescere accanto a sé. In un lampo di coraggio Chaplin propone un patto alla Vecchia Signora: se riuscirà a farla ridere si sarà guadagnato un anno di vita. Inizia così un singolare balletto con la Morte, e quella notte a salvarlo non sarà la tecnica consumata dell'attore ma la comicità involontaria che deriva dagli impacci dell'età. La questione però è solo rinviata: anno dopo anno, a Natale, la Vecchia tornerà a reclamarlo e bisognerà trovare il modo di suscitarle almeno una risata. Nell'attesa dell'incontro fatale Chaplin scrive una lunga e appassionata lettera al figlio. Vuole raccontargli la storia vera del suo passato, quella che nessuno ha mai ascoltato, ed ecco che dalle sue parole scaturisce l'avventura rocambolesca di una vita e il ritratto di un'epoca rivoluzionaria.
Il capitale umano, un film di Paolo Virzì I progetti faciloni di ascesa sociale di un immobiliarista, il sogno di una vita diversa di una donna ricca e infelice, il desiderio di un amore vero di una ragazza oppressa dalle ambizioni del padre. E poi un misterioso incidente, in una notte gelida alla vigilia delle feste di Natale, a complicare le cose e a infittire la trama corale di un film dall’umorismo nero che si compone come un mosaico. Paolo Virzì stavolta racconta splendore e miseria di una provincia del Nord Italia, per offrirci un affresco acuto e beffardo di questo nostro tempo
Il giardiniere dell'anima di Clarissa Pinkola Estes
“Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi”. La Natività umile del Caravaggio.
Uragani di Riccardo Gualino Il racconto di Gualino si apre nella notte di Capodanno del 1929. Il momento appare di eccezionale floridezza a tutti coloro che brindano al nuovo anno, ma l'illusione sarà breve. Attraverso la rovinosa caduta del magnate Samuel Rosen, uno dei grandi finanzieri di Wall Street, Gualino racconta la dinamica della crisi economica, con i suoi crolli subitanei e la lunga ricerca di una via d'uscita. Servendosi dei suoi personaggi, l'autore descrive il travaglio della comunità degli affari che s'interroga sulla possibilità di superare la depressione economica e di trovare nuove prospettive di sviluppo.
Clarissa Pinkola Estés, poetessa e psicoanalista, racconta la favola più bella della sua infanzia. Protagonista è l'anziano zio ungherese, un contadino profondamente legato alla propria terra, sopravvissuto a un campo profughi durante la Seconda Guerra Mondiale e giunto infine in America con gli occhi colmi di orribili visioni. Ma con la nipotina l'uomo si trasforma in uno straordinario narratore di storie; ama ripetere la storia dell'alberello nato in montagna, portato in una casa a Natale e da lì in cima a un grattacielo... Si intrecciano così i ricordi della bambina, persa in quei magici racconti, e la rielaborazione adulta della studiosa - testimone della sofferenza dei suoi pazienti - di temi fondamentali dell'esistenza quali la perdita, la sopravvivenza al dolore, la rinascita, uniti da una tenace fiducia nella vita. Strutturate come piccole matrioske, l'una dentro l'altra, le storie fluiscono in queste pagine regalandoci frammenti di verità: la vita si ripete, si rinnova e, per quanto calpestata, si rigenera se solo si coltivano la speranza e l'attesa. I ritmi della natura, le tradizioni culturali, i sentimenti più autentici si fondono in questo piccolo gioiello letterario in cui l'essenza terapeutica delle fiabe aiuta a trovare la propria strada alla felicità.
La scatola dei calzini perduti di Vauro Senesi Gli strilli di un bambino infrangono l'atmosfera di un grande magazzino alla vigilia delle feste. E dall'enorme costume rosso di Babbo Natale riemerge Madut, il ragazzo del Sudan, l'uomo nero. In fuga dalla sua terra in fiamme, figlio di una popolazione di pastori, i dinka, Madut è giunto attraverso strade insolite e rocambolesche fino a Roma, per trovare il suo angolo di quotidianità in una lavanderia a gettone. Nella Città Eterna di Madut sogni e speranze, risate e dolori, desideri e negazioni si mescolano, si incontrano, si scontrano. Storie di immigrati e di prostitute, di poliziotti e di preti, in un balletto di vite che va in scena sul palcoscenico di una metropoli dal volto bonario ma densa di insidie, soprattutto se hai la pelle di un altro colore. Una voce poetica e forte, appassionata e suggestiva. Una riuscita alchimia di relazioni e personaggi che sa tratteggiare vicende straordinarie e minuscole, esistenze sospese tra passato e presente, tra qui e altrove, che si fondono e si confondono con quelle del nostro Paese. Tutte insieme, nella scatola che custodisce i calzini spaiati che Madut ritrova nei cestelli della sua lavanderia.
«Natale sulla Terra»
Dallo stesso deserto, nella stessa notte, sempre i miei occhi stanchi si destano alla stella d’argento, sempre, senza che si commuovano i Re della vita, i tre magi, cuore, anima, spirito. Quando ce ne andremo di là dalle rive e dai monti, a salutare la nascita del nuovo lavoro, la saggezza nuova, la fuga dei tiranni e dei demoni, la fine della superstizione, ad adorare – per primi! – Natale sulla terra!
Un Natale di Petra di Alicia Giménez-Bartlett In Sei casi per Petra Delicado La coppia Petra- Fermín fa scintille in questa vigilia di Natale in cui vengono chiamati in un ospedale dove c’è stato un morto. E’ probabile che si tratti di una resa di conti, facilitata dal fatto che ben quattro persone vestite da Babbo Natale sono entrate in ospedale con il pretesto di far divertire i bambini ricoverati.
ARTHUR RIMBAUD
Disaccordi imperfetti di Jonathan Coe
“L’adorazione dei Magi”, dipinto incompiuto di Leonardo da Vinci
Resa dei conti di Petros Markaris Capodanno 2014. Grecia, Spagna e Italia sono uscite dall'euro. Anche la famiglia Charitos festeggia l'ultima notte dell'euro, e il ritorno alla dracma. Ma la festa dura poco e, ben presto, lascia spazio al disordine sociale: stipendi bloccati, governo tecnico fasullo, banche chiuse, disoccupazione, anziani affamati che rovistano nei cassonetti. Nel caos che si genera, accadono strani omicidi. Le vittime sono tre ex rivoluzionari del Politecnico, il movimento che insorse negli anni settanta contro il regime dei colonnelli. Sui loro corpi, il misterioso assassino lascia un messaggio, sempre lo stesso. È il comunicato della radio libera degli studenti rivoltosi del Politecnico: "Pane, Istruzione, Libertà". E a Charitos, in un clima rovente di protesta sociale, spetta l'onere di districarsi in questa nuova, delicatissima indagine.
I primi quattro racconti di questa raccolta sono percorsi da una vena di ironica malinconia per le occasioni mancate e per il passaggio inesorabile del tempo. In Nona e Tredicesima un musicista di piano-bar sogna ciò che avrebbe potuto essere; in V.O. Versione originale un regista della giuria di un festival dell’horror e del fantasy tentenna tra due rapporti possibili per ripiombare nell’inconcludenza di una vita mediocre; in Ai ferri corti una coppia di pensionati vive nella solitudine rassegnata di una casa sul mare alla quale non sono riusciti a dare un nome, neppure dopo anni di lunghe discussioni; in Leida una donna spiega la nostalgia a un giovane ammiratore. I successivi tre racconti sono storie compiute e allo stesso tempo – come dice l’autore nella nota introduttiva – schizzi e frammenti per un’opera di più ampio respiro intitolata Unrest, che traccia la storia di una famiglia borghese nella seconda metà del Ventesimo secolo. In Ivy e le sue sciocchezze l’io narrante è il figlio più piccolo, che a dieci anni, mentre la famiglia allargata è riunita per Natale, vede il fantasma di un uomo assassinato dalla moglie che cerca di uccidere la nonna. In Pentatonica assistiamo alla prima frattura di un matrimonio che rivela la fondamentale diversità nel sentire dei coniugi, durante il saggio a scuola della figlia. E in Rotary Park una donna scompare proprio alla vigilia di Natale nell’impossibilità di porre rimedio al senso di inquietudine che domina il suo matrimonio. Infine, Billy Wilder. Diario di un’ossessione, il racconto che chiude la raccolta, evoca la vera ossessione dell’autore per un film amato di Billy Wilder, La vita di Sherlock Holmes, e in particolare per la colonna sonora.
Il paradiso degli orchi di Daniel Pennac Un eroe, Malaussène, che come lavoro fa il “capro espiatorio”. Una famiglia disneyana, senza mamme e babbi, con fratellini geniali, sorelle sensitive, una “zia” maschio protettrice di vecchietti, ladri e travestiti brasiliani, una “zia” femmina supersexy, una misteriosa guardia notturna serba, un cane epilettico. Questa esilarante banda di personaggi indaga su una serie di oscuri attentati, sull’orrore nascosto nel Tempio del benessere, un Grande Magazzino dove scoppiano bombe tra i giocattoli e un Babbo Natale assassino aspetta la prossima vittima. Un’altalena tra divertimento e suspence, tra una Parigi da Misteri di Sue e una Parigi postmoderna dove proliferano i piccoli e grandi “orchi” che qualcuno crede estinti. Degli orchi si può ridere o si può tremare. Uno scrittore d’invenzione, un talento fuori delle scuole come Pennac, non ha certo paura di affrontarli con l’arma che lui stesso così definisce nel libro: “l’umorismo, irriducibile espressione dell’etica” Stefano Benni
Proprio quella notte di Tobias Wolff Un uomo viene ucciso, con un colpo d'arma da fuoco, mentre si trova in fila ad uno sportello bancario, un altro viene scelto per scrivere il referto autoptico di un uomo che non è ancora morto. Una ragazza fa visita al padre colpito da una crisi di nervi e una donna devota va in crisi per la predica del suo insistente fratello. Un padre rimane bloccato con il figlio sulla strada in mezzo ad una tormenta di neve la vigilia di Natale e decide di proseguire per raggiungere la propria moglie in un viaggio allucinato nella notte americana. Sono alcune delle storie che compongono questo libro di racconti.
Il Natale del laico Nel gelo del disamore… senza asinello né bue… Quanti, con le stesse sue fragili membra, quanti suoi simili, in tremore, nascono ogni giorno in questa Terra guasta!… Soli e indifesi, non basta a salvarli il candore del sorriso. La Bestia è spietata. Spietato l’Erode ch’è in tutti noi. Vedi tu, che puoi avere ascolto. Vedi almeno tu, in nome del piccolo Salvatore cui, così ardentemente, credi d’invocare per loro un grano di carità. A che mai serve il pianto – posticcio – del poeta? Meno che a nulla. È soltanto fatuo orpello. È viltà.
Giorgio Caproni
origine nel suo passato e in quello delle due persone che le sono più vicine: il marito e la nipote Lucy. Il fattore Scarpetta riunisce tutti i personaggi più amati da Patricia Cornwell in una New York imbiancata dalla neve, ancora pesantemente segnata dai fatti dell'11 settembre e scossa sia dalla crisi economica sia dalle pesanti speculazioni finanziarie.
Giuseppe De Nittis
Il Natale di Poirot di Agatha Christie In Testa d'uovo : 5 avventure di Ercole Poirot
Il fattore Scarpetta di Patricia Cornwell È la settimana prima di Natale e Kay Scarpetta sta prestando servizio volontario presso l'Istituto di medicina legale di New York, dove le viene chiesto di esaminare il cadavere di una ventiseienne, Toni Darien, ritrovato poco prima dell'alba a Central Park. La causa del decesso sembra banale ma, quando si tratta di stabilire l'ora precisa della morte, l'ipotesi di Kay pare incompatibile con gli elementi emersi dalle indagini. Inevitabilmente l'omicidio viene messo in relazione con la recente sparizione di Hannah Starr, bellissima multimilionaria svanita nel nulla. Tutto ciò rischia di innescare una psicosi collettiva, amplificata dall'apparizione di Kay Scarpetta a una trasmissione di attualità della CNN, durante la quale riceve un'inquietante telefonata da un ex paziente del marito. La CNN, tra l'altro, le propone di condurre una trasmissione, Il fattore Scarpetta, ma Kay teme di diventare lo stereotipo di se stessa. Quella sera stessa, tornata a casa, riceve un pacco sospetto, forse una bomba. Una minaccia che ha
A Natale, secondo la tradizione, le famiglie che sono state separate tutto l'anno, dopo aver messo da parte ogni contrasto, si riuniscono per festeggiare. Tutto questo, però, a volte ha solo lo scopo di mascherare odi e rivalità feroci. Come fa notare un acuto osservatore del carattere umano come Poirot: "A Natale c'è molta ipocrisia... e lo sforzo per essere amabili crea un malessere che può essere in definitiva pericoloso." Quasi a dimostrare la validità di questa riflessione la riunione familiare voluta dal vecchio e tirannico Simeon Lee, che ha chiamato attorno a sé tutti i figli e i nipoti, anche quelli che un tempo si erano ribellati a lui e lo avevano abbandonato, si trasforma ben presto in dramma. A farne le spese è proprio il vecchio patriarca, misteriosamente assassinato alla vigilia di Natale in una stanza chiusa dall'interno. Ma è possibile che l'assassino sia proprio un membro della famiglia? Tutti sono sospettabili, tutti avevano un motivo per volere la sua morte. Un caso complicato, ma nessun criminale può sperare di ingannare il grande Poirot. Scritto nel 1939, l'epoca d'oro del giallo classico, Il Natale di Poirot, è un romanzo di grande suggestione nel quale la Christie ha utilizzato, tutti gli elementi più tipici della sua narrativa.
Giallo Natale : otto autori, otto storie, otto delitti In un lussuoso hotel di Saint Moritz circondato dalla neve, un ospite insospettabile medita un’antica vendetta. Sulla riviera ligure battuta dai freddi venti invernali viene inspiegabilmente uccisa un’anziana signora che sembra nascondesse incredibili ricchezze. Il Natale che una donna aveva sognato si rivela invece un incubo che ha come protagonista il suo amante. Anche la famiglia del giovane banchiere Teo Sciandra vivrà una vigilia di Natale al cardiopalmo: cosa cela dentro di sé questo marito e padre all’apparenza integerrimo? Due coppie di turisti in vacanza in un luogo esotico, abbandonate in mare durante un’immersione, approdano su un’isola deserta abitata da pericolosi varani. Un misterioso scarabeo scatena eventi fatali. In Sardegna, poco prima di Natale, il mistero sul corpo decapitato di una giovane donna mette a dura prova la competenza del commissario Calìa. Un’improvvisa morte tra gli industriali delle lampadine a incandescenza (con un salto all’indietro che ci porta nel 1924) getta una luce inquietante sull’incontro internazionale. Casi di cronaca realmente accaduti o pura finzione letteraria: indagini serrate, commissari o criminologi all’opera, vittime in fuga per aver salva la vita. Otto autori di successo per un Natale a tinte gialle e nere. La maledizione dello scarabeo di Marcello Simoni - Varani di Massimo Lugli - Un regalo per te di Lorenza Ghinelli - Giallo fuori stagione di Davide Mosca - La pallida luce di Febo di Massimo Pietroselli - Antichristmas di Fabio Delizzos - Io ti uccido di Silvia Montemurro - La bella decapitata nel bosco di Gianmichele Lisai
La Natività di Marc Chagall
Il giorno più crudele : il Natale raccontato da dodici grandi scrittori Alcuni tra i più grandi maestri della letteratura hanno sentito il bisogno, ognuno secondo le proprie inclinazioni, di confrontarsi con il tema del Natale. Perché Natale è un momento dell'anno molto particolare, e su questo possiamo tutti dichiararci d'accordo. Se si mettono insieme questi punti di vista si ottiene un grande affresco umano, in cui la contraddizione inevitabile che un giorno di felicità artificiale sortisce sul cuore delle persone prevale sulla retorica in stile Coca-Cola, tutta focolare e buoni sentimenti. E dunque in queste storie troveremo tradimenti, amori perduti, infanzie violate, fantasmi e streghe, assassini e ladri, poveri e ricchi (in entrambi i casi infelici); ma anche, per contrasto: amore, coraggio, amicizia, dignità, e accettazione del proprio destino.
Fuga dal Natale di John Grisham John Grisham contro il consumismo. La più originale parabola sul Natale di tutti i tempi. Luther e Nora Krank sono un'affiatata coppia di mezza età, abituata a vivere secondo le tradizioni. Quando però la loro unica figlia decide di partire come volontaria per il Sudamerica, i due decidono concordemente di rinunciare per una volta ai costosi e inutili festeggiamenti di Natale e di andare finalmente a farsi una bella crociera ai Caraibi. Ma le cose non sono affatto semplici come sembrano, il Natale infatti è un tiranno crudele e i poveri Krank, presi di mira da tutta una comunità che non accetta deroghe alla norma, dovranno rivedere i loro piani. Un romanzo grottesco e divertente che non rinuncia a far riflettere sui vizi della società moderna.
Quale verità di Anne Holt Stavano per festeggiare qualcosa. Lo champagne era appena stato stappato. I calici erano stati riempiti. Nessuno però ha fatto in tempo a portare il bicchiere alle labbra... Qualche giorno prima di Natale, in un elegante appartamento di Oslo, Hermann Stahlberg, patriarca di una famiglia di armatori, sua moglie e il figlio maggiore vengono freddati a colpi di pistola. Con loro uno sconosciuto la cui presenza sul posto pare inspiegabile. Le indagini si concentrano sui parenti degli Stahlberg, che di moventi per il delitto ne hanno fin troppi. Hanne Wilhelmsen, però, non è convinta che la strada più ovvia sia quella giusta. Decide di seguire l'istinto e una pista tutta sua. Come al solito, controcorrente.
Per mano mia : il Natale del commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni Natale 1931. Mentre la città si prepara alla prima di "Natale in casa Cupiello", dietro l'immagine di ordine e felicità imposta dal regime fascista infieriscono povertà e disperazione. In un ricco appartamento vicino la spiaggia di Mergellina sono rinvenuti i cadaveri di un funzionario della Milizia, Emanuele Garofalo, e di sua moglie Costanza. La donna è stata sgozzata con un solo colpo di lama, quasi sull'ingresso, mentre l'uomo è stato trafitto nel letto con oltre 60 coltellate. Colpi inferti con forza diversa: gli assassini potrebbero essere più d'uno. La figlia piccola si è salvata perché era a scuola. La statuina di san Giuseppe, patrono dei lavoratori, giace infranta a terra. Sulla scena del delitto, Ricciardi, che ha l'amaro dono di vedere e sentire i morti ammazzati, ascolta le oscure ultime frasi della coppia, che non gli dicono granché. Il commissario dovrà girare a lungo, e sempre più in corsa contro il tempo, per le strade di Napoli per arrivare alla verità. In compagnia del fidato, ma non privo di ombre, brigadiere Raffaele Maione, che in questo romanzo conquista un deciso ruolo di comprimario. E insidiato nella sua solitudine da una altrettanto inaspettata rivalità tra due giovani donne che più diverse non si potrebbe. Tra le casupole dei pescatori immiseriti e gli ambienti all'avanguardia della Milizia fascista, una città sempre più doppia e in conflitto avvolge Ricciardi e Maione in spire sempre più strette.
Berthe Morisot
Capodanno in giallo Delitti sotto l'albero Gli investigatori più popolari dei "gialli" Sellerio e il Capodanno. La sfida, o la scommessa è quella di provare la personalità dei protagonisti: quanto sono capaci, per così dire, di una vita autonoma in cui la realtà della loro esistenza non sia solo lo sfondo delle imprese criminologiche. I racconti di questa raccolta hanno per protagonisti alcuni degli investigatori più popolari dei "gialli" Sellerio, e precisamente: Salvo Montalbano da Vigàta, il commissario di Andrea Camilleri; il pensionato Amedeo Consonni, il dilettante del crimine che agisce nella Casa di Ringhiera immaginata da Francesco Recami; Rocco Schiavone, poliziotto tormentato dei noir di Antonio Manzini; Kati Hirschel, libraia turcotedesca che ne combina di tutti i colori qui e là per la fascinosa Istanbul, venuta dalla penna della scrittrice turca Esmahan Aykol; l'elettrotecnico Enzo Baiamonte che risolve delitti di quartiere nella Palermo di Gian Mauro Costa; Massimo il Barrista del BarLume, investigatore dalla linguaccia pronta del toscano (e si vede) Marco Malvaldi. Eroi che in questo volume animano con le loro storie una specie di officina di scrittura.
Presepi, tacchini farciti, pacchetti e pacchettini, canzoni di Natale, riunioni di famiglia e naturalmente... omicidi. Tredici racconti gialli di ambientazione natalizia, scritti da tredici autori italiani. Pino Cacucci, L’uragano - Massimo Carlotto, Il confronto - Piero Colaprico, Sbirronatale Danila Comastri Montanari, Natale Anno Zero - Marcello Fois , Lascia stare i santi - Barbara Garlaschelli, Gemelli - Bruno Gambarotta, Vacanze di Natale - Carlo Lucarelli, Cornelius Loriano Macchiavelli, Un regalo di Natale Carlo Oliva, Volata lunga - Andrea G. Pinketts, Natale con i buoi - Enrico Solito, The Sherlock Holmes Christmas Carol - Elisabetta Vallorani, Bianco Natal
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