Sofia Labad i
ni
Love
Sofia Labadini
Love to...
...write
WHO The
I
AM,
story
WHO
about
AM
I?
me.
Iniziò tutto il 13 maggio 1988. La brezza primaverile accarezzava i fiori in nascita, il sole si faceva spazio tra poche nuvole bianche, scaldando il cuore di una madre in preda al parto. E così venni al mondo. Cresciuta nell’amore di una normalissima famiglia, a sud di Milano, ho divorato fin da piccola romanzi e giornali di moda. Compiuti 19 anni ero certa delle mie capacità e intrapresi il corso di fashion design presso la Nuova Accademia di Belle Arti, mentre iniziai a scrivere da autodidatta articoli di moda e... un libro. Dopo essermi laureata con il massimo dei voti (scusate la precisazione ma mi piace tanto dirlo), decisi di dedicarmi al mondo della Moda come Fashion Stylist, oltre a nutrire ininterrottamente la passione verso l’arte e la fotografia, inventandomi anche fashion designer con una particolare linea di bambole fatte a mano. L’amore più grande si muove verso la scrittura, mi impegno abitualmente in un lavoro che spero si concretizzerà nel tempo: il mio primo romanzo. Ma non potrei sentirmi soddisfatta solo attraverso quest’ultima, per questo ho deciso di studiare Moda e unire le mie passioni in un vortice che alimento quotidianamente. Seppur momentaneamente sia in cerca di una posizione precisa nel difficile mondo del lavoro, mi tengo occupata con la scrittura e collaboro nella realizzazione di editoriali di moda, servizi di styling per videoclip musicali o magazine. Nel tempo sono giunta a definire un concetto di Moda personale, unito all’arte, alla scrittura e alla fotografia. e tra tante cose incerte, di una ho la certezza: lavorare in questo mondo che sa essere particolarmente magico ai miei occhi, in grado di stimolare la mia creatività e fantasia, rendendomi capace e realizzata.
Attraverso il nostro corpo comunichiamo, esprimiamo la nostra identità, rivestiamo molteplici forme variopinte e il corpo diventa il mediatore tra noi e il mondo, una conoscenza incorporata; dalla vita fino alla morte noi lo violentiamo, abbelliamo, decoriamo, e insieme all’anima, soffriamo, ci sentiamo vivi, camminiamo. Un corpo aspetta solo di essere vissuto, non ha altro scopo. Il corpo è Moda, è il primo vestito, una dimensione su cui intervenire con decori e manipolazioni; è superficie da interpretare, da segnare, è costruzione, risultato di un progetto, frutto di una strategia, è un artefatto. Il corpo si fa abito, l’abito si fa corpo. Corpo narcisista, corpo intellettuale, corpo unico e individuale, corpo fluido, corpo rivestito, corpo travestito, corpo. La Moda è un testo straripante di discorsi oggettivati, di grammatiche interiorizzate di corpi, vestiti, accessori, immagini; non è solo cambiamento, tendenza, spirito dei tempi, susseguirsi e combinazioni di stili, relazioni tra classi sociali, ma è anche l’espressione più piena di una cultura industriale post-moderna; è la forma del vivere associato. La Moda è un osservatorio privilegiato dei mutamenti del sociale, soprattutto oggi che non riguarda più solo l’abbigliamento, ma si è estesa a tutti i campi dell’arte e del sociale, riguarda oggetti, eventi, luoghi, persone. La Moda è arte e cultura di essere del corpo, di utilizzarlo, di metterlo in scena, di stare al mondo. La moda è il luogo dell’identità, della seduzione, dell’arredo, della decorazione, della manipolazione, dell’ artificializzazione. La moda è esibizione del corpo, un corpo in continua costruzione, è protesi di se stesso, doppio affascinante e inquietante, scrittura storica e naturale, capace di proiettare su di sé sogni e incubi, di essere insieme soggetto ed oggetto; è celebrazione del feticismo perché trasforma il corpo in una somma di tanti pezzi, ciascuno dei quali è singolarmente considerato oggetto di culto,
nel gioco degli specchi con il quale la moda simula e sceneggia corpi e modi d’essere; è linguaggio, con la promessa di non scadere mai nella banalità, con la promessa di realizzare mondi altrimenti irrealizzabili, favole, incubi. Un corpo, un abito, comunicano, sono densi di significati profondi, a volte celati, a volte urlati. Abito come seconda pelle, casa del corpo, tecnica del corpo, costruzione identitaria, protesi della pelle, espressione. Il corpo si fa mondo e il mondo si fa corpo. Nascono sinergie potenti... e quando le mani si trovano a scattare una fotografia o a impugnare una penna per scrivere accade la stessa cosa. Attraverso la fotografia e la scrittura romanzata credo possibile la realizzazione della fantasia, di quei mondi altrimenti irrealizzabili, come accade nella Moda. Scrivere con la luce. La fotografia riesce a catturare una porzione di tempo attraverso l’immaterialità della luce, a “congelare” una realtà percepibile visivamente. In un certo senso la fotografia avvera l’antico sogno dell’uomo di creare un mondo illusorio che fosse verosimile quanto il mondo stesso. Attraverso la fotografia dunque è possibile simulare e vivere la propria visione del mondo, si può essere e diventare chi si vuole davanti a un obbiettivo. La fotografia è testimonianza di una realtà, è illuminazione, è immagine densa di significati, è un mezzo con una potenza fortissima. “Una Fotografia è immobilità viva.In primo luogo, scoprii questo. Ciò che la Fotografia riproduce all’infinito ha avuto luogo solo una volta: essa ripete meccanicamente ciò che non potrà mai ripetersi esistenzialmente. In essa l’accadimento non trascende mai verso un’altra cosa: essa riproduce sempre il corpus di cui ho bisogno al corpo che io sto vedendo; essa è il Particolare assoluto, la Contingenza suprema, spenta e come ottusa, il Tale (la tale foto, e non la Foto), in breve, la Tyche, l’Occasione, l’Incontro, il Reale, nella sua espressione infaticabile. Per distinguere la realtà, il buddhismo dice “sunya”, il vuoto; ma meglio ancora dice: “tathata”, il fatto di essere tale, di essere così, di essere quello; in sanscrito “tat” vuol dire “quello”, e fa pensare al gesto del bambino che indica qualcosa con il dito e dice: “ta, Da, Ca!” Una Fotografia si trova sempre all’estremità di quel gesto; essa dice: “questo, è proprio questo, è esattamente così!” ma non dice nient’altro; una foto non può essere trasformata (detta) filosoficamente, essa è interamente gravata dalla contingenza di cui è l’involucro trasparente e leggero. In una fotografia si può vedere se stessi (altrimenti che in uno specchio). La Fotografia è l’avvento di me stesso come altro: un’astuta dissociazione della coscienza d’identità.
La visione del doppio. La Fotografia trasformava il soggetto in oggetto, anzi, in oggetto da museo. Diventare oggetto, faceva soffrire come un’operazione chirurgica. Davanti all’obbiettivo, io sono contemporaneamente: quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia, e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte. In fondo, la Fotografia è sovversiva non quando spaventa, sconvolge o anche solo stigmatizza, ma quando è pensosa. Nella fotografia io non posso mai negare che la cosa è stata là. Vi è una doppia posizione congiunta: di realtà e di passato. Io assomiglio solo a fotografie di me stesso, e questo all’infinito: non si è mai altro che la copia di una copia, reale o mentale che sia (tutt’al più posso dire che io mi sopporto, o non mi sopporto, secondo che mi trovi conforme all’immagine che vorrei dare di me). Al giorno d’oggi, le immagini sono più vive delle persone.” (Roland Barthes) e così arrivo a definire anche la scrittura, che viaggia sulla stessa onda del corpo e della moda, della fotografia e dell’immagine. E così il desiderio si muove verso la realizzazione di tutte queste cose e parole. E
così
vi
saluto.
Sofia labadini love
Display, Nuova Accademia di Belle Arti
Display, Nuova Accademia di Belle Arti
Sofia Labadini
Love to...
...make styling
Make me like a doll “Army of me”
NABA
Make me like a doll “Army of me”
NABA
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NABA
Make me like a doll “Army of me”
NABA
Make me like a doll “Army of me”
NABA
Make me like a doll “Army of me”
NABA
Make me like a doll “Army of me”
NABA
Make me like a doll “Army of me”
NABA
Make me like a doll “Army of me”
NABA
The world of fashion “Army of me”
NABA
The world of fashion “Army of me”
NABA
The world of fashion “Army of me”
NABA
The world of fashion “Army of me”
NABA
The world of fashion “Army of me”
NABA
The world of fashion “Army of me”
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The world of fashion “Army of me”
NABA
The world of fashion “Army of me”
NABA
The world of fashion “Army of me”
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Marilyn “Army of me”
NABA
Identity “Army of me”
NABA
Identity “Army of me”
NABA
Identity “Army of me”
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Bus riders “Army of me”
NABA
Bus riders “Army of me”
NABA
Bus riders “Army of me”
NABA
Bus riders “Army of me”
NABA
Bus riders “Army of me”
NABA
Bus riders “Army of me”
NABA
Bus riders “Army of me”
NABA
Bus riders “Army of me”
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Laminated transmutation “Army of me”
NABA
Laminated transmutation “Army of me”
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Sosia- Transformation “Army of me”
NABA
Sosia- Transformation “Army of me”
NABA
The dead “Army of me”
NABA
The dead “Army of me”
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Clown “Army of me”
NABA
Clown “Army of me”
NABA
Clown “Army of me”
NABA
Clown “Army of me”
NABA
Human body and animals “Army of me”
NABA
Human body and animals “Army of me”
NABA
Human body and animals “Army of me”
NABA
Human body and animals “Army of me”
NABA
Human body and animals “Army of me”
NABA
Human body and animals “Army of me”
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Uniglam, Display
NABA
Uniglam, Display
NABA
Uniglam, Display
NABA
Uniglam, Display
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Uniglam, Display
NABA
Uniglam, Display
NABA
Uniglam, Display
NABA
Uniglam, Display
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NABA
Mermaid
Mermaids Styling
AdL
The perfect style Photography
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Sofia Labadini
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Fred & Clementine, Dancing dolls.
Unicorns
Dandy boy, Dancing dolls.
Unicorns
Dorotha, Dancing dolls.
Unicorns
Mermaid, Dancing dolls.
Unicorns
The birth, Dancing dolls.
Unicorns
Collezione, “Army of me”
NABA
Collezione, “Army of me”
NABA
Collezione, “Army of me”
NABA
Collezione, “Army of me”
NABA
Sofia Labadini
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+ 39 342 93 55 376 sofialabadinilove@gmail.com