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WASTELAND.Progettare sugli scarti
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Studente
| Sofia Salemi
Relatore
| Prof. Marco Navarra
Correlatore | Arch. Paolo Tringali
Università degli Studi di Catania S.D.S di Architettura, sede di Siracusa A.A. 2013- 2014 Tesi di Laurea in Composizione Architettonica e Progettazione Urbana Siracusa 22 Gennaio 2014
INDICE ABSTRACT 9
Rifiuti. Analisi e narrazione dei nostri scarti
18 Megalopoli. Luoghi dove si produce, si consuma, si scarta 26 Discariche. Nuova orografia, nuova archeologia 35 Wastepickers. Raccoglitori di residui 42 Allegato. Piccolo Atlante di 30 discariche 74 Cairo e Mumbai. Due casi studio di insediamenti e raccolta informale 90 Zabaleen e la “Città dei rifiuti” 98 WASTELAND. Progettare sugli scarti 108 CONCLUSIONI
Banksy _“Show Me The Monet” _ 2005
III. Il sermone del fuoco
1 Thomas Stearns Eliot, The Waste Land , Biblioteca Universale Rizzoli, Milano, 1985
La tenda del fiume è rotta: le ultime dita delle foglie S’afferrano e affondano dentro la riva umida. Il vento Incrocia non udito sulla terra bruna. Le ninfe son partite. Dolce Tamigi, scorri lievemente, finché non abbia finito il mio Canto. il fiume trascina bottiglie vuote, carte da sandwich, Fazzoletti di seta, scatole di cartone, cicche di sigarette O altre testimonianze delle notti estive. Le ninfe son partite. E i loro amici, credi bighelloni di direttori di banca della City; Partiti, e non hanno lasciato indirizzo. Presso le acque dei Lemano mi sedetti e piansi... Dolce Tamigi, scorri lievemente, finché non abbia finito il mio canto. Dolce Tamigi, scorri lievemente, perché il mio canto non è alto né lungo. Ma alle mie spalle in una fredda raffica odo Lo scricchiolo delle ossa, e il ghigno che fende da un orecchio all’altro. Un topo si insinuò con lentezza fra la vegetazione Strascicando il suo viscido ventre sulla riva Mentre stavo pescando nel canale tetro Una sera d’inverno dietro il gasometro Meditando sul naufragio del re mio fratello E sulla morte del re mio padre, prima di lui. Dei bianchi corpi ignudi sul suolo molle e basso E ossa,gettate in una piccola soffitta bassa e arida, Smosse solo dal piede del topo, un anno dietro l’altro. Ma alle mie spalle di tanto in tanto odo Suoni di trombe e motori, che condurranno Sweeney da Mrs. Porter a primavera. Oh la luna splendeva lucente su Mrs. Porter E su sua figlia Che si lavano i piedi in “soda water” Et O ces voix d’enfants, chantant dans la coupole1!
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ABSTRACT Con ogni nostra attività quotidiana produciamo rifiuti, scartiamo quello che non riteniamo utile e lo accumuliamo lontano dalla nostra vista. Oggi, nonostante tutti i nostri sforzi per allontanarla la spazzatura ci circonda. Le nostre città, le sue strade ne sono piene. I cumuli di rifiuti crescono e si stratificano, cosicché non è più possibile ignorarli. Il nostro compito, da professionisti, può essere quello di studiare il fenomeno, sollevando problemi e proponendo soluzioni. La tesi Wasteland.Progettare sugli scarti, parte quindi dalla definizione di un quadro generale sulla produzione di rifiuti con una trattazione quantitativa più che qualitativa, per giungere poi allo sviluppo di un progetto in uno dei 51 casi presi in esame, affrontando il problema con gli strumenti dell’architettura. Il mio lavoro delinea, dapprima, la condizione globale, prendendo in esame le città con i dati più allarmanti, le megalopoli. Scoprire l’esistenza di comunità che vivono della raccolta informale di rifiuti è stato determinante per affinare il criterio di selezione: la prossimità degli slum (insediamenti abusivi ) alle città, la compresenza di rifiuti e costruito. Il Cairo diventa così il caso emblematico data la sovrapposizione degli scarti al costruito. L’insediamento di Mokattam al Cairo per le sue peculiarità mi ha portato a sviluppare un progetto, pensato per migliorare le condizioni di quello specifico luogo. Questa ricerca può essere estesa ad altri casi con caratteristiche comuni, e può diventare un esempio da cui partire per lo studio di altre condizioni simili.
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“Collage e fotomontaggio procedono per accostamento di frammenti figurali dati, che finiscono per produrre una Gestalt unitaria,la quale è più della somma delle singole parti.” Giovanni Anceschi, L’oggetto della raffigurazione, Etaslibri, 1992
RIFIUTI Analisi e narrazione dei nostri scarti
“I sistemi con cui è stata trattata la materia deteriorata, la materia scartata, per quasi tutta la storia dell’umanità (scaricare, bruciare, riciclare, ridurre l’uso di materiale vergine ) sono tutti modi per assicurarsi che la sua presenza non si intrometta eccessivamente nella vita di tutti i giorni”. 1
2 John Scanlan, Spazzatura, le cose (e le idee) che scartiamo, Donzelli Editore, Roma 2006 pag. 39.3 art. 183 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152 (cosiddetto Testo Unico Ambientale), modificata dal decreto legislativo 3 dicembre 2010, n. 205 “Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008. 4 Circolare del Ministero dell’Ambiente 28.06.1999
La definizione normativa di rifiuto, in Italia , è : “Qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi”. 2L’atto di “disfarsi” va inteso indipendentemente dal fatto che il bene possa potenzialmente essere oggetto di riutilizzo, diretto o previo intervento manipolativo.3 La nostra civiltà ci ha abituati a pensare che disfarsi di un oggetto che reputiamo non più utile è cosa buona e giusta, l’importante è farlo nell’apposito contenitore, simbolo di civiltà e pulizia. Ma non ci ha mai messo nelle condizioni di chiederci: E dopo, dove vanno a finire i nostri rifiuti? La parola spazzatura arrivò per la prima volta in Inghilterra nel XV secolo, importata dal francese antico , e venne usata in riferimento a scarti alimentari, prima di assumere significati più generici 4. Non è facile nemmeno oggi dare una definizione alla parola , essa rappresenta ciò che non ha forma, non ha determinazione. Eppure una cosa che di certo possiamo dire sulla spazzatura è che essa deriva da una chiara scelta di separazione fra ciò che riteniamo utile e tutto il resto. Paradossalmente, è in noi più radicato l’istinto di dividere le cose in base alla loro natura. Basterebbe quindi comprendere che anche una bottiglia di plastica vuota o una lattina schiacciata hanno valore, per iniziare coscienziosamente a dividere,
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STORIA DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI Prima discarica registrata a Cnosso,
in posti non designati, veniva imprigionato o frustato.
sepolti in fosse di grandi dimensioni.
differenziare. Un sinonimo per indicare i rifiuti , la spazzatura , è certamente scarto. Uno scarto è qualcosa che è stato escluso da un processo di scelta ed ha per questo una connotazione negativa. In una società consumistica, dove tutti i beni prodotti hanno un’obsolescenza programmata, cioè una vita utile già stabilita, dove ci viene imposto di sostituire i nostri oggetti ad intervalli regolari di tempo, è ovvio che la parola scarto può non riferirsi necessariamente ad un oggetto che ha realmente esaurito il suo ciclo di vita. Piuttosto, è opportuno associare uno scarto ad uno spreco( in inglese waste) , poiché è molto probabile che qualcosa che comunemente noi riteniamo non più utile, per qualcun altro sia necessaria. La tesi “WasteLand. Progettare sugli scarti” contiene una molteplicità di significati e di contraddizioni. WasteLand è infatti terra desolata ma anche terra di rifiuti (waste è utilizzato anche nel significato di rifiuti , come sinonimo di garbage) è una terra fatta di scarti, di sprechi, ma contiene in se anche il suo contrario , una città costruita nel deserto ( terra inospitale , scartata dalle aree abitabili) piena di scarti della società dove però nulla viene sprecato, e tutto , anche l’organico , può avere una seconda vita. La “Garbage city” del Cairo, che racchiude tutte le peculiarità dell’argomento affrontato, può essere presa a modello per esporre i significati simbolici e
1400
e nei corsi d’acqua pubblici.
1200
1100
0
1000
2000
con la difesa della città. Il Parlamento Inglese vieta lo
in discariche comunali lontane almeno un miglio dalle città.
3000
Fuori le mura di Parigi,
A Parigi, Francia, fu proibito lo scarico di rifiuti dalle finestre.
1300
Il compostaggio è già una pratica comune in Cina.
Timeline della gestione dei rifiuti nel mondo 3000 a.C ai primi del ‘900
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Primo decreto sulla pulizia, ad Amburgo, Germania: le piazze saranno pulite quattro volte all’anno con soldi pubblici.
La Convenzione di Basilea pericolosi fu adottata.
In Francia Luigi XII decide di organizzare
Negli USA si costruisce il primo inceneritore.
5 Ibid. pag. 14 6 Dati: North Carolina State University e University of Georgia
Primi rapporti sulle condizioni ambientali: l’era del servizio igenico sanitario inizia .
2000
In Inghilterra si iniza a riciclare la carta.
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Rittenhouse Mill, Philadelphia,
reali di questa trattazione. In natura gli organismi viventi fanno parte di una rete di relazioni, per cui ciò che non serve più a un organismo diventa utile ad altri, eliminando qualsiasi tipo di spreco. Al contrario, lo spreco è divenuto una condizione necessaria per la nostra società occidentale o occidentalizzata, caratterizzata da una concezione economica liberista. Bombardati quotidianamente dalla pubblicità, sviluppiamo bisogni e necessità accessorie, cosicché ciò che è superfluo diventa indispensabile. Il sovrappiù si trasforma in spazzatura: ne produciamo 4 miliardi di tonnellate all’anno, un dato destinato ad aumentare del 40% entro il 2025.5 Circa 2 miliardi di tonnellate, la metà di tutte quelle prodotte, sono rifiuti solidi urbani, cioè tutti quei rifiuti generati da attività non industriali. Questo dato fa ben comprende come sia fortissima la relazione fra l’aumento esponenziale della produzione di scarti e il fenomeno dell’inurbamento. Più persone che vivono in città, consumano e scartano una certa quantità di materia, che sommata a quella di molti altri individui, produce una immensa ed ingestibile mole di rifiuti. Nel 20076, infatti, la popolazione urbana ha superato quella rurale con tre miliardi e mezzo di persone che vivono in città. Se proviamo a calcolare una media in chilogrammi dei rifiuti prodotti al giorno da ciascun abitante
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del mondo, possiamo notare come fra un’abitante statunitense ed uno africano o indiano ci sia uno scarto di 2 kg. Gli RSU( Rifiuti Solidi Urbani) sono composti per la maggior parte da materia organica(30%), ma il dato interessante è l’11% di plastica7 derivante soprattutto dagli imballaggi leggeri ma estremamente voluminosi, che hanno una vita brevissima: dalla fabbrica al rivenditore, per smettere di essere utili appena arrivati nelle nostre case.
Percentuali della composizione dei rifiuti solidi urbani prodetti nel mondo( 2 miliardi di tonnellate)
“Maria e io vedevamo i prodotti in termini di spazzatura anche quando luccicavano sugli scaffali dei negozi[…]. Ci chiedevamo se fosse corretto consumare un certo prodotto venduto in una confezione destinata a durare un milione di anni”. 8 La maggior parte della plastica dispersa nell’ambiente si sta concentrando nell’Oceano Pacifico, dove, a partire dagli anni cinquanta, si sono generate cinque immense isole di plastica(in inglese Pacific Trash Vortex) a causa dell’azione della corrente oceanica chiamata Vortice subtropicale del Nord Pacifico , dotata di un movimento a spirale in senso orario che provoca l’aggregazione dei rifiuti galleggianti. Si stima che le isole possano essere estese per una superficie pari a quella degli Stati Uniti, circa 10 milioni di km2, e che possano contenere fino a 3 milioni di tonnellate di sola plastica, senza considerare anche tutti gli altri rifiuti che vi si concentrano.9 La plastica a contatto costante con la luce si fotodegrada riducendosi in minuscoli frammenti che sono scambiati per cibo dalla fauna marina e dagli uccelli. I micro frammenti si disintegrano fino alle dimensioni dei polimeri che la compongono e ciò rende ancora più difficile la biodegradazione ed impossibile la raccolta. Con l’avanzare della tecnologia si stanno producendo nuovi tipi di rifiuti, i cosiddetti RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) o più semplicemente e-waste (electronic waste) ovvero tutte quelle apparecchiature elettriche o elettroniche di cui ci disfiamo in quanto guaste, inutilizzate, o obsolete e dunque destinate all’abbandono. Anche in questo caso ci sono delle precise zone del mondo, dove questi rifiuti si stanno concentrando, in particolare a Guiyu in Cina e ad Accra in Africa.10 Qui vengono riversati almeno il 70% dei rifiuti elettronici provenienti soprattutto da Europa, Giappone e Stati Uniti. Circa 5 milioni di computer, 4 milioni di frigoriferi, 5 milioni di lavatrici e 10 milioni di telefonini per un totale di oltre un milione di tonnellate all’anno11 che partono illegalmente dal porto di Anversa per giungere a Hong Kong e ad Accra. I principali problemi derivanti da questo tipo di rifiuti sono la presenza di sostanze
7 Rapporto del”Organisation for Economic Cooperation and Development” (OECD), 2003 8 Don DeLillo, Underworld, Einaudi, Torino, 1999, pag. 127. 9 Articolo dell”UNEP” dal titolo World’s Largest Landfill 10 Articolo di Greenpeace dal titolo “Electronic Waste” 11 Nova Il sole 24 ore, 2009
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30% Rifiuti organici
11% Plastica
24% Carta e cartone
11% Vetro
8% Alluminio
7% Rifiuti tossici
10% Tessuto
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tossiche nelle apparecchiature e la loro non biodegradabilità. Questi prodotti vanno trattati correttamente e destinati al recupero differenziato dei materiali di cui sono composti, come il rame, ferro, acciaio, alluminio, vetro, argento, oro, piombo e mercurio ma nei paesi in cui vengono spediti sono recuperati informalmente senza l’utilizzo di sistemi di protezione né per l’uomo né per l’ambiente. Non è solo il pianeta a essere invaso dagli scarti, infatti un’enorme discarica ruota intorno alla Terra nello spazio, crescendo a ritmi vertiginosi. Questa è composta soprattutto da vecchi satelliti, rifiuti sospesi, pericolosa spazzatura cosmica che si concentra soprattutto alla quota di 1000 chilometri dalla superficie terrestre.12 I vecchi satelliti, infatti, si deteriorano, ma rimangono in orbita, così some altre centinaia di migliaia di residui ancora più piccoli, ma non meno pericolosi. La concentrazione di questi rifiuti spaziali potrebbe provocare un effetto a valanga generato dall’urto dei frammenti contro gli oggetti in orbita. In questo caso si verificherebbe un aumento esponenziale del numero di detriti, che renderebbe impraticabile l’orbita bassa intorno alla Terra13. Nell’ultimo secolo sono stati fabbricati materiali che non sono riutilizzabili da altri organismi né facilmente attaccabili dagli agenti atmosferici (acqua, vento, sole), questo ha compromesso le relazioni naturali degli ecosistemi, provocando l’inquinamento di aria, acqua e suolo: nelle acque, a causa di scarichi diretti o filtrati dalle discariche; nell’aria, con le emissioni di metano dalle discariche, provenienti dai processi di degradazione delle sostanze organiche, e con i gas inquinanti emessi dagli impianti di incenerimento; nel suolo, con gli scarichi accidentali e le discariche abusive. Il Nuovo Millennio ha provocato un impatto dell’uomo sull’ambiente sempre più evidente e diffuso. Quasi il 40% della superficie terrestre è ormai adibito al pascolo e all’agricoltura, metà delle foreste tropicali sono state distrutte o danneggiate, interi ecosistemi di acqua dolce e salata sono stati profondamente degradati, lo strato di ozono ha subito danni irreparabili, le emissioni di anidride carbonica causano smog e piogge acide e contribuiscono al riscaldamento globale e al cambiamento climatico, ogni tre ore insostituibili specie animali e vegetali si estinguono. Mentre nei Paesi in via di sviluppo l’ambiente è sottoposto a sempre maggiori pressioni da parte degli abitanti che devono assicurarsi la sopravvivenza, il mondo industrializzato dilapida preziose risorse, lasciandosi dietro una traccia irreversibile, una incalcolabile scia di residui.
Quantità dei singoli materiali presenti nelle Garbage Patch e quantità di e-waste prodotti annualmente nel mondo
12 International Space Conference, Roma , Maggio 2013 13 Secondo dati diffusi dalla NASA, si conoscerebbe l’esistenza di circa 22.000 pezzi orbitanti di dimensioni rilevabili dagli strumenti. Questo movimento è seguito costantemente da radar e telescopi del Norad, il comando americano per la difesa aerospaziale, e dell’ESA, l’agenzia spaziale europea. Di ogni rifiuto spaziale conosciuto è stata calcolata l’orbita.
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Le isole di plastica contengono
18,288,80
125,156
sufficenti per dare da dere ad ogni abitante del Cile
sufficenti per riempire 37,433 camion dei rifiuti
870,000
940,277
uno per ogni bambino nato nel Regno Unito nel 2011
la quantità che consumemmo se andassi a mangiare fuori 3 volte al giorno per 858 anni
349,251
632,412
bottiglie vetro/plastica
pannolini
siringhe
sufficenti a curare 550 000 persone
52,907,756 sigarette
piccoli elettrodomestici
contenitori per alimenti
condoms
tanti quanti i bambini nati in Italia nel 2012
1,000,000
di buste di plastica
pari ad un valore economico di 13000 000 di euro
pari al numero di quelle che vengono cosumate ogni minuto nel mondo
500,000
450,000
cannucce
la metà di quelle che vengono prodotto ogni giorno
lattine
sufficienti a colmare l’emergenza sete ad Osaka
Gli e-waste prodotti in un anno
10,000,000 cellulari uno per ogni abitante di Parigi
5,000,000 computer
quasi quanti ne vengono prodotti ogni giorno
5,000,000 lavatrici una per ogni povero d’Italia
4,000,000 frigoriferi uno per ogni abitante di Johannesburg
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19 Skyline Hong Kong
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MEGALOPOLI Luoghi dove si produce, si consuma, si scarta
Nel XX secolo si è assistito ad un notevole aumento della popolazione e contemporaneamente alla sua concentrazione nelle città. Prima di questa data la maggioranza della popolazione era rurale, viveva in piccoli insediamenti distribuiti su ampi territori. Il principale motore del fenomeno dell’inurbamento è stato, ed è tutt’oggi, lo sviluppo industriale. Secondo alcuni studi nel 1950 solo il 15 % della popolazione viveva in aree urbane. Nel 1990 questa quota si era triplicata, giungendo a 2,4 miliardi di persone, il 45% . Nel 2009 la popolazione urbana mondiale ha superato quella rurale. e si prevede che intorno al 2030, la popolazione mondiale dovrebbe raggiungere gli 8 miliardi , 5 miliardi dei quali risiederanno in città.1 Inizialmente il fenomeno dell’inurbamento interessò i paesi economicamente più sviluppati, oggi invece, mentre l’urbanizzazione ha subito una diminuzione nei paesi industrializzati come l’Europa e l’America, è in forte crescita nel Sud del mondo, nei cosiddetti paesi in via di sviluppo. Si calcola, infatti, che da qui a un trentennio il 2% della crescita demografica mondiale avverrà nelle aree urbane di questi paesi. Settant’anni fa l’agglomerato urbano più grande del mondo era New York, con 12,3 milioni di abitanti. Nella top ten delle città più popolose prendevano posto altre 5 aree metropolitane occidentali (Londra, Parigi, Mosca, Ruhr, Chicago), 3 asiatiche (Tokyo, Shanghai e Calcutta) e una su-
1 Atlante Geopolitico 2012 2 Dati ONU(Organizzazione delle Nazioni Unite) 2011
21 La favela Paraisopolis di San Paolo confina con il quartiere benestante di Morumbi. Dalla foto di Tuca Vieira è lampante il netto contrasto fra lo slum e il quartiere dei ricchi,separato e protetto da una barriera.
2 Dati ONU(Organizzazione delle Nazioni Unite) 2011 3 Jean Gottmann, Megalopoli. Funzioni e relazioni di una pluricittà, Einaudi,Torino, 1970 4 Dati dell’ International Geographical Union 2010
damericana (Buenos Aires).2 Proprio in quegli anni, lo studioso Jean Gottmann, iniziò ad analizzare queste aree urbanizzate molto vaste e per designarle coniò il termine Megalopoli (Megalopolis 1961) , definendole come l’unione di più zone metropolitane legale ed interconnesse. Il suo studio partì proprio dalla regione costiera nord-orientale degli Stati Uniti, inglobando decine di città e decine di milioni di abitanti.3 Oggi in cima alla classifica delle più grandi città del mondo, c’è la megalopoli di Tokyo che conta circa trentasei milioni di abitanti4 (più di metà della popolazione italiana riversata in una sola città). New York è l’unica città occidentale nelle prime dieci megalopoli con il maggior numero di abitanti, dove tutte le altre, salvo Città del Messico e San Paolo, sono città asiatiche. Oggi le megalopoli (città con più di un milione di abitanti ) sono all’incirca 50 e in queste vivono più di seicento milioni di persone in totale. Le megalopoli sono luoghi di relazioni intense fra processi demografici, sociali, politici, economici ed ecologici. Queste generano grandi opportunità, ma hanno altrettante responsabilità per il degrado ambientale che provocano. Nei paesi in via di sviluppo le megalopoli crescono più velocemente delle loro infrastrutture. Questa crescita incontrollata crea alti
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volumi di traffico, grandi concentrazioni di produzione industriale, mercati immobiliari eterogenei e senza regole, sviluppo dell’edilizia abitativa insufficiente e abusiva e talvolta, il paradosso dei quartieri ricchi a ridosso degli slums (insediamenti abitativi abusivi). Le mega-città, contenitori di importanti diversità sociali e culturali, sono sempre più vulnerabili, poiché con l’aumento costante della popolazione, aumenta proporzionalmente la produzione di rifiuti o più in generale il degrado ambientale. Molte megalopoli, infatti, sono caratterizzate da una progettazione urbana ed edilizia inesistente e una fornitura dei servizi (quali l’approvvigionamento idrico, lo smaltimento delle acque reflue e la distribuzione dell’energia) insufficiente. Non è facile vivere in queste città eppure paradossalmente queste si sovrappopolano. La qualità della vita per molti abitanti delle megalopoli è solitamente bassa, e ciò vale per tutti gli strati sociali. L’inquinamento dell’aria, dell’acqua e dei suoli, la scarsità di acqua e di energia, la sovrapproduzione di rifiuti, sono tutti fattori che influenzano negativamente le percezioni, gli atteggiamenti, le aspirazioni e il sistema dei valori delle singole persone, anch’essi elementi importanti per stabilire il livello della qualità di vita. Sono sicuramente le megalopoli dei paesi in via di sviluppo a fornire dati preminenti: qui l’urbanistica deve adattarsi a un’ampia gamma di diversità socio-culturali, inglobando le attività informali, che si svolgono spesso su terreni esposti a rischi geologici. Differenti tipi di popolazione possono creare, all’interno delle megalopoli, quartieri e situazioni, caratterizzate da forme dello spazio urbano e problemi specifici.
Confini geografici delle 51 megalopoliprese in esame
“Prima di chiedersi come si puliscono le città, bisognerebbe chiedersi come si sporcano”. 5 In questo quadro generale i rifiuti assumono un ruolo decisivo per motivazioni opposte. In alcuni casi la loro presenza ingombrante non fa che peggiorare le condizioni di vita dei cittadini, in altri invece permette la sopravvivenza e produce perfino occasioni di profitto. Quantificarli, confrontando la produzione giornaliera delle singole città, con la loro popolazione mi ha permesso di scoprire che, per esempio, due città come New York e Mumbai, a parità di abitanti producono volumi di rifiuti con uno scarto di settantamila tonnellate giornaliere. Questo dato, seppur ragguardevole non deve troppo stupire, infatti si rileva che la produzione di rifiuti nelle varie città, è proporzionale al Prodotto Interno Lordo pro capite (PIL), il che significa che
5 Guido Viale, Un mondo usa e getta. La civiltà dei rifiuti e i rifiuti della civiltà., Feltrinelli Editore, Milano 2000, pag. 17.
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SAN PAOLO
KARACI
BUENOS AIRES
LOS ANGELES
CITTA’ DEL MESSICO
MUMBAI
DELHI
TOKYO
GUANGZHOU
NEW YORK
RIO DE JANEIRO
SHANGAI
MANILA
PECHINO
WUHAN OSAKA
IL CAIRO
MOSCA
LAGOS
PARIGI
ISTANBUL
KINSHASA SEUL
BANGKOK
JAKARTA
BOGOTA’ LONDRA
LIMA CHICAGO
SHENYANG
CHENNAI
HO CHI MINH
TEHERAN
LUANDA
JOHANNESBURG
BEIRUT
CITTA’ DEL GUATEMALA
RIYADH
SANTIAGO DEL CILE
BAGHDAD
NAIROBI
ROMA
MILANO
LAHORE
HONG KONG
ACCRA
BERLINO
LAS VEGAS
GUIYU
85%
ASIA
X2
X10,5 X5
58%
X4
X5 35%
Delhi. Moschea Jama Masjid_ H 41 m_ V 89 000 m3 Manila. Malacañang Palace _ H 13 m_ V 62 Mumbai. Gateway of India_ H 10 m_ V 7 500 m3
Hong Kong. Peak Tower_ H 32 m_ V 332 800 m3 Mosca. Cattedrale di San Basilio_ H 60 m _ V 368 000 m3
Wuhan. Tempio della Gru Gialla _ H 50,4 m_ V 39 500 m3
Bangkok . Wat Arun_ H 75 m _ V 38 000 m3 Guangzhou. Tempio di Guangxiao _H 10 m_ V 310 000 m3
X3
Shanghai. Oriental Pearl Tower _H 468 m_ V 150 000
Pechino. Tempio del cielo _ H 38 m _ V 20 500 m3
Osaka. Castello di Osaka _ H 50 m _ V 78 000 m3
Seul. Namdaemun gate_ H 20 m_ V31 500 m3
Tokyo. Sky Tree _H 634 m _V 1 664 000 m3
X2 X1,2 X16
X3,5 41% 20 % 3% X 2,5
83% 20 % 21 %
x8
X 11
52 %
63 %
San Paolo .Cattedrale Metropolitana _ H 92 m_ V 470 000 m3
Chicago. Water Tower_ H 47 m _V 18 800 m3
Los Angeles. U.S Bank Tower_ H 310 m _V 608 400 m3
New York. Statua della libertà_ H 50 m _V 108 500 m3
Chhenai. Tempio di Parthasarathy _ H 15 m_ V 225 000 m3
Shenyang. Palazzo Changdeokgung _H 99,7 m_ V 236 000 m3
Lahore. Moschea Badshahi _ H 30 m_ V 294 000 m3
Ho Chi Minh. Basilica di Notre Dame_ H 58 m_ V 75 600 m3
Jakarta. Monumento Nazionale_ H 132 m_ V 29 200 m3
gli abitanti dei paesi ricchi producono molti più rifiuti degli abitanti dei paesi poveri. Oltre al peso, il volume dei rifiuti può essere un utile indicatore numerico. Il volume più che il peso dei rifiuti li rende visibili e ci permette di quantificarne la mole. Venti anni fa un metro cubo di spazzatura corrispondeva a 150 –180 Kg, oggi corrisponde a circa 100 Kg (non pressati) poiché i rifiuti si sono alleggeriti. È aumentato, però, lo spazio d’ingombro, determinando la necessità di dotarsi di un numero sempre maggiore di cassonetti e di aree sempre più grandi
Dacca. Palazzo dell’Assemblea Nazionale_ H 50 _m_ V 2 921 000 m3
Calcutta. Victoria Memorial _ H 56 m_ V 398 000 m3
Karachi. Mazar-e-Quaid_ H 43 m_ V 242 000 m3
24 Diagramma del volume di rifiuti prodotti giornalmente dalle città , paragonato al volume degli edifici che le rappresentano.
1 7% AMERICA
Città del Messico .Palazzo Nazionale _ H 12 m_ V 480 000 m3
52 % 21 % 23 %
X1,5 , X1
Santiago del Cile. Palacio de la Moneda_ H 17 m_ V 178 000 m3 Città del Guatemala. Iglesia Yurrita_ H 25 m_ V 7 800 m3
Bogotà . Cathedral Primada_ H 20 m_ V 106 000 m3
Lima . Cathedral Mayor_ H 15 m_ V 74 500 m3
Buenos Aires .Palazzo del Congresso Nazionale _ H 80 m_ V 1 050 000 m3 Rio de Janeiro . Cristo Redentore _ H 38 m_ V 883 000 m3
58 % EUROPA
37
12 % 10,4 5%
X 1,2
60 %
AFRICA
24,6 %
X 2,4
Lagos. Moschea Nazionale di Abuja_ H 40 m_ V 196 000 m3
Beirut . Moschea di Mohammad Al-Amin_ H 72 m_ V 68
X2
Baghdad . Minareto della Moschea del venerdì_ H 52 m_ V 24
Tehran . Azadi Tower_ H 45 m_ V 34 000 m3
X2
Riyadh . Kingdom Centre_ H 302,3 m_ V 300 000 m3
Il Cairo . Moschea di Muhammad Alì_ H 52 m_ V 87 400 m3
Istanbul . Basilica di Santa Sofia_ H 56 m_ V 306
MIilano . Duomo_ H 68 m_ V 440 000 m3
44 % 41 % 31 %
22 %
5,5 43 %
Nairobi . KICC_ H 105 m_ V 67 000 m3
Johannesburg . City Hall_ H 31 m_ V 86 800 m3
Kinshasa .Sozacom Building_ H 110 m_ V 162 800 m3 Luanda .Palazzo di ferro_ H 12 m_ V 7 200 m3
6 Dati APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici) 2004 7 Articolo di “The Christian Science Monitor “ dal titolo World’s tallest tower is now in Tokyo, 2012
Berlino . Palazzo del Reichstag _ H 75 m_ V 624
Roma . Colosseo _ H 48, 5 m_ V 747 000 m3
Parigi . Torre Eiffel _ H 324 m_ V 639 000 m3
Londra. Big Ben _H 96 m_ V 22 000 m3
25
per il conferimento. Ciò è dovuto agli imballaggi, che rappresentano il 60% in volume di tutti gli RSU.6 Convertendo le tonnellate di rifiuti prodotti giornalmente nelle varie mega-città, in volume, ho potuto metterle a confronto con gli edifici che le simboleggiano, grattacieli, palazzi monumentali, obelischi, templi, basiliche, chiese e mausolei. La percentuale di spazio occupato mi ha permesso di visualizzare il livello che raggiunge la spazzatura e osservare per esempio, che Tokyo riesce a produrre rifiuti tali da riempire quasi per intero lo Skytree, la seconda struttura artificiale più alta al mondo.7
X13
26 Nel 19° secolo si è assistito ad un notevole aumento della popolazione e contemporaneamente alla sua concentrazione nelle città. Prima di questa data la maggioranza della popolazione era rurale, viveva cioè in piccoli insediamenti distribuiti su ampi territori. Il principale motore del fenomeno dell’inurbamento è stato ,ed è tutt’oggi, lo sviluppo industriale. Secondo alcuni studi nel 1950 solo il 15 % della popolazione viveva in aree urbane. Nel 1990 questa quota si era triplicata, giungendo a 2,4 miliardi di persone, il 45% . Nel 2009 la popolazione urbana mondiale ha superato quella rurale. e si prevede che intorno al 2030, la popolazione mondiale dovrebbe raggiungere gli 8 miliardi , 5 miliardi dei quali risiederanno in città. Inizialmente il fenomeno dell’inurbamento interessò i paesi economicamente e
27
28
DISCARICHE Nuova orografia, nuova archeologia
“Il mondo[…]è come un immenso magazzino pieno di roba, che in parte ci sarà nota , in parte no[…].Questo[il mondo]subisce diversi traumi e sconvolgimenti –la mobilità della terra e dell’acqua , le gigantesche catene montuose prodotte dall’instabilità tettonica – ma questa è soltanto materia che si muove[…], nulla scompare[…]. Al contrario, la materia si ricostituisce in nuove forme”.1 Di materia che prende nuove forme ce n’è abbastanza da poter modifica il nostro sistema orografico. Nuove montagne sono sorte sulla terra, ma non sono il risultato del movimento delle placche litosferiche, ma dell’accumulo non selezionato dei rifiuti solidi urbani e di tutti gli altri rifiuti derivanti dalle attività umane (detriti di costruzioni, scarti industriali, ecc...). E’ così che si formano le discariche, luoghi dove sono conferiti tutti quei rifiuti non riciclati né utilizzati come combustibili nei termovalorizzatori(inceneritori con recupero energetico). Il 70% della spazzatura prodotta nelle città finisce in discarica. L’altissima percentuale dimostra che questa è ancora la principale modalità di smaltimento dei rifiuti. Soltanto il 19%, dei 2miliardi di tonnellate prodotte all’anno, viene riciclato, mentre il restante 11% viene riutilizzato per il recupero energetico. Il giro d’affari per lo smaltimento dei rifiuti è di oltre 400 miliardi di dollari ogni anno e impiega circa 40 milioni di persone2 in tutto il mondo. Utilizzare la spazzatura come materia soggetta al recupero creerebbe milioni di posti di lavoro in più, grazie all’attivazione di sistemi di raccolta differenziata, e di recupero e trasporto presso impianti dedicati.
Percentuali del trattamento dei rifiuti solidi urbani prodotti annualmente nel mondo(2 miliardi di tonnellate)
1 J.Scanlan, Spazzatura pag. 47, 2006, op.cit 2 Dati del”Congresso mondiale ISWA” (International Solid Waste Association),Firenze, 2012.
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11% viene prodotta ENERGIA
70% viene conferito in DISCARICA
10% viene RICICLATO
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Istogramma Rifiuti/Discariche
t 20 000/100 000
Di certo più dannoso della cospicua presenza di discariche a cielo aperto è l’abbondono incontrollato dei rifiuti che genera accumuli forse ancora più estesi di quelli non informali. Agli angoli delle strade, nel bel mezzo delle campagne, si può trovare di tutto. Discariche vecchie e nuove, composte dai materiali più disparati, abbandonati in aree irraggiungibili, che saranno impossibili da ripulire. Per immaginare quale possa essere la quantità di rifiuti che sfuggono dal circuito della gestione controllata, è importante conoscere il numero degli impianti di smaltimento e i rifiuti che vi si riversano. In totale ci sono 327 stazioni di conferimento ma è ovvio che questo numero si riferisce solo alle singole mega-città e deve essere preso in considerazione sempre in relazione al dato demografico. Per approfondire la conoscenza di questa nuova orografia è stato utile prendere in esame solo le discariche più estese o quelle che accumulano giornalmente il maggior numero di rifiuti, così da ridurre i casi-studio a 30. Per ognuno di essi ho redatto una scheda, che forma una piccola raccolta, dove sono presentate in modo sistematico tutte le informazioni raccolte. In ciascuna scheda ho sintetizzato i dati numerici e delineato le caratteristiche geografiche, come l’estensione (in ettari), i confini, la vicinanze di strade(principali o secondarie), la presenza di corsi o bacini d’acqua e di aree verdi, la giacitura dei rifiuti descrivendo la disposizione e la forma di questi immensi cumuli di indistinta materia scartata.
Isseane . Parigi 4 ha
Agbogbloshie . Accra 1,6 ha Zama. Milano 1,5 ha
Wuadi Sulaiy. Riyadh 21 ha
Dhapa. Calcutta 13
Dandora. Nairobi 30 ha
Maishima. Osaka 33 ha
Smokey Mountain. Manila 30 ha
Kamphaeng Saen. Bangkok 34 ha
Matuail. Dacca 40 ha
El Trebol. Città del Guatemala 40 ha
Phuoc Hiep. Ho Chi Minh 43 ha
Olusosun. Lagos 42 ha
Mehmood Booti. Lahore 47 ha
Bisasar Road. Johannersburg 44 ha
Jiangxia. Wuhan 47 ha
Schwanebeck. Berlino 52 ha
Laohuchong .Shenyang 60 ha
Odayeri. Istanbul 52 ha
Asuwei. Pechino 71 ha
Ghazipur. Delhi 70 ha
Orchard Hills. Chicago 71 ha
Norte III. Buenos Aires 82 ha
Normandy. Beirut 73 ha
Habibiya. Baghdad 82 ha
Xingfng. Guangzhou 93 ha
Khimki. Mosca 100 ha
Mansheyat Nasser. Il Cairo 110 ha
W.E.N.T. Hong Kong 110 ha
Jardim Gramacho. Rio de Janeiro 130
Bantar Gebang. Giacarta 110 ha
Bandeirantes. San Paolo 150 ha
Deonar. Mumbai 132 ha
Tokyo Bay. Tokyo 199 ha
Dona Juana. Bogotà 150 ha
Mpasa. Kinshasa 200 ha
Malagrotta. Roma 240 ha
Pitsea.Londra 240 ha
Angle Mulenvos. Luanda297 ha
kodungaiyur. Chennai 270 ha
Lao Gang. Shangai 336 ha
Portillo Grande. Lima 307 ha
Kahrizak. Teheran 500 ha
Kachra Kundi. Caraci 500 ha
Lomas Los Colorados.Santiago del Cile
Puente Hills. Los Angeles 522 ha
t 500
Fresh Kills. New York
t 1 000/2 000 t 500 /1 000
Graveyard. Guiyu 1100
t 2 000/5 000
Apex . Las Vegas 2200 Sudoknow. Seul 1990
t 5 000/10 000
Bordo Poniente. Città del Messico 600
t 10 000/20 000
Istogrammi delle quantità di rifiuti prodotti dalle città e conferiti nelle discariche. Le varie megalopoli sono organizzate in ordine decrescente di estenzione delle rispettive discariche.
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Istogramma Rifiuti/Città
Discarica a cielo aperto Inceneritore Discarica e-waste
t 20 000/100 000
3 Fonte APAT, I quaderni della formazione ambientale: Rifiuti tabella p. 7 4 William L. Rathje, Cullen Murphy,Rubbish! The archeology of garbage, Harper Perennial, 1993
Agbogbloshie . Accra 1,6 ha Zama. Milano 1,5 ha
Dhapa. Calcutta 13
Isseane . Parigi 4 ha
Dandora. Nairobi 30 ha
Wuadi Sulaiy. Riyadh 21 ha
Smokey Mountain. Manila 30 ha
Kamphaeng Saen. Bangkok 34 ha
Maishima. Osaka 33 ha
El Trebol. Città del Guatemala 40 ha
Olusosun. Lagos 42 ha
Matuail. Dacca 40 ha
Bisasar Road. Johannersburg 44 ha
Phuoc Hiep. Ho Chi Minh 43 ha
Jiangxia. Wuhan 47 ha
Mehmood Booti. Lahore 47 ha
Schwanebeck. Berlino 52 ha
Laohuchong .Shenyang 60 ha
Odayeri. Istanbul 52 ha
Asuwei. Pechino 71 ha
Ghazipur. Delhi 70 ha
Orchard Hills. Chicago 71 ha
Norte III. Buenos Aires 82 ha
Normandy. Beirut 73 ha
Habibiya. Baghdad 82 ha
Khimki. Mosca 100 ha
Xingfng. Guangzhou 93 ha
W.E.N.T. Hong Kong 110 ha
Bantar Gebang. Giacarta 110 ha
Mansheyat Nasser. Il Cairo 110 ha
Deonar. Mumbai 132 ha
Jardim Gramacho. Rio de Janeiro 130
Dona Juana. Bogotà 150 ha
Bandeirantes. San Paolo 150 ha
Mpasa. Kinshasa 200 ha
Tokyo Bay. Tokyo 199 ha
Malagrotta. Roma 240 ha
Pitsea.Londra 240 ha
Angle Mulenvos. Luanda297 ha
kodungaiyur. Chennai 270 ha
Lao Gang. Shangai 336 ha
Portillo Grande. Lima 307 ha
Kahrizak. Teheran 500 ha
Kachra Kundi. Caraci 500 ha
Lomas Los Colorados.Santiago del Cile
t 500
Graveyard. Guiyu 1100
t 500 /1 000
Apex . Las Vegas 2200 Sudoknow. Seul 1990
t 1 000/2 000
Fresh Kills. New York
t 2 000/5 000
Puente Hills. Los Angeles 522 ha
t 5 000/10 000
Bordo Poniente. Città del Messico 600
t 10 000/20 000
Per realizzare una discarica a norma di legge e limitarne quindi le emissioni nocive, bisogna progettare una struttura a barriera geologica in modo da isolare i rifiuti dal terreno. Sembra assurdo pensare che questo sistema di separazione e recinzione dei rifiuti non faccia altro che allungarne il tempo di decomposizione. È possibile, infatti, rilevare tracce di questi materiali anche dopo 300 o addirittura 1000 anni.3 La nostra spazzatura diventa così una nuova archeologia: l’archeologia del futuro. All’inizio degli anni settanta un gruppo di ricercatori dell’Arizona avviò il cosiddetto “Progetto Spazzatura”( Garbage Project) dando vita alla spazzaturologia (garbology), la scienza che studia i rifiuti. L’esperienza di questi studiosi, riportata poi in un libro4 ,è utile per comprendere che i rifiuti possono raccontarci una storia e confermano che nessuna materia scompare mai completamente. I nuovi archeologi scavano nella spazzatura, raccogliendo campioni e dati, questi vengono poi sistematizzati in una tabella con 190 categorie , che permette di classificarli in base a ciò che erano prima della loro degradazione. I ricercatori hanno creato anche una mappa dei siti pubblici nei quali viene distribuita la spazzatura, in modo da poter associare determinati tipi di rifiuto a specifiche aree urbane. Alcuni risultati della ricerca sono particolarmente interessanti. Si ritiene, per esempio, che la carta sia il materiale biodegradabile per eccellenza,
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Raccolta di rifiuti alimentari in mostra al Museum of Contemporary Rubbish, esposta in occasione della Waste Less Live More Week del Settembre 2013
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eppure gli studiosi hanno tirato fuori dalla discarica giornali degli anni ’40 e ’50 perfettamente intatti e leggibili. A prescindere dalla scomposizione del materiale, il fatto di aver trovato riviste ancora intatte, è importante perché ha permesso di scoprire quali erano le letture di quegli anni. Scavare nella spazzatura equivale a scavare nel passato. Studiando i rifiuti si possono ottenere le informazioni più disparate: quali alimenti conservati erano di moda, se il cibo era conservato in lattine di ferro, di alluminio o in recipienti di vetro, quali acque minerali si consumavano. Rathje, il capo del progetto, ha parlato addirittura della suddivisione dell’era consumistica in un periodo arcaico (1950-1961), in un periodo classico (1962-1975) e nel periodo della decadenza (dal 1976 al 1980). Un’altra importante considerazione riguarda i rapporti fra pannolini e demografia. Gli strati di rifiuti scaricati, dagli anni ottanta in poi, appaiono invasi da crescenti proporzioni di pannolini per bambini. Quest’osservazione consente di sapere quanti bambini nacquero in quegli anni e quanti kilogrammi di pannolini furono consumati dai genitori. Lo stesso ragionamento vale per l’invasione delle materie plastiche negli imballaggi, a partire dagli anni 50. E’ stato, così, possibile osservare le differenti trasformazioni delle materie plastiche a secondo della loro composizione. La ricerca degli spazzaturologi fu effettuata in quella che è stata la più grande discarica del mondo, Fresh Kills, a New York. Fresch Kills era una palude quando nel 1948 il Comune di New York decise di riempirla gradualmente di rifiuti, dopo cinquantatré anni d’attività, nel 2001, quando il picco massimo della montagna di rifiuti aveva superato l’altezza della statua della Libertà e la discarica occupava un’area di 890 ettari, l’EPA, decise di chiuderla. Dal 2003 sono iniziati i lavori che trasformeranno l’area in un parco (3 volte più grande di Central Park). Questi 890 ettari saranno coperti da una collina alta 150 metri e contenente 100 milioni di tonnellate di rifiuti, per un volume di 70 milioni di metri cubi.5 Il parco servirà a seppellire i rifiuti e costituirà una superficie che nasconde infiniti strati sottostanti.6 L’entità dei nostri scarti, con il volume che genera, impone la necessità di inventare nuovi sistemi per far sparire i residui. La trasformazione di vecchie discariche in parchi o in terreni a uso agricolo è una pratica molto diffusa nell’ultimo decennio. I rifiuti accumulati sono sfruttati per produrre bio-gas che genera parte dell’elettricità necessaria alla città. Ma forse coprire colline di rifiuti con un manto verde non basterà a cancellare la traccia lasciata sull’ambiente. Per comprendere l’entità del danno, basta sapere che ogni giorno Fresh Kills era attraversata da 6000 metri cubi d’acqua, che si infiltrava nel sottosuolo piena di sostanze inquinanti.
5 Rivista online Altronovecento N° 6, art. di Giorgio Nebbia, 2002 6 Ibid. pag 185
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Raccolta di rifiuti alimentari in mostra al Museum of Contemporary Rubbish, esposta in occasione della Waste Less Live More Week del Settembre 2013
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WASTE PICKERS
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Raccoglitori di residui
“La spazzatura si trova laddove una cosa ne diventa un’altra, dove oggetti un tempo noti e accettati si trasformano in una massa di parti incompatibili[…]per cui potrebbe essere un esercizio arrischiato quello di ridelinearla, di farla diventare qualcosa per noi”. 1
1 Ibid. pag 16 2 Mainstreaming Waste Pickers and the Informal Recycling Sector in the Municipal Solid Waste, Handling and Management Rules, 2000 3 Helena, Maria, Tarchi Crivellari, Sonia Dias, André de Souza Pena, WIEGO Fact Sheet: Waste Pickers Brazil, 2011 4 Simpson Hebert, Mayling, Aleksandra Mitrovic , Gradamir Zajic, Una vita di carta,2005.
Eppure la spazzatura significa già qualcosa per qualcun altro. In quasi tutte le società del mondo, in particolare nei paesi in via di sviluppo, c’è almeno una comunità di raccoglitori, i waste pickers2. Per loro i nostri scarti sono fonte di sussistenza e hanno un grande valore. Molti termini differenti sono usati per riferirsi ai wastepickers, in inglese rag picker, reclaimer, informal resource recoverer, binner, recycler, poacher, salvager, scavenger ; in spagnolo cartonero, chatarrero, pepenador, clasificador, minador e reciclador; e in portoghese catador de materiais recicláveis. Un termine contemporaneo è informal sector recycling. Tuttavia, la parola ‘informale’ può essere in parte fuorviante, perché la realtà vede il quotidiano intersecarsi del formale con l’informale, sia per le attività legali sia per quelle illegali. Ci sono pochi dati affidabili circa il numero e la demografia dei raccoglitori di rifiuti in tutto il mondo, la raccolta sistematica di dati è difficile a causa della natura informale della professione. Nel 1988, la Banca Mondiale stimò che circa 100 milioni di persone, l’1-2% della popolazione mondiale, viveva sui rifiuti, all’interno delle discariche, o frugando nei cassonetti. Uno studio del 2010 ha valutato la presenza di 4 milioni di raccoglitori3 di rifiuti nella sola India. In Brasile, paese in cui le statistiche sono più affidabili, ottocentomila cittadini sono impegnati nella raccolta di rifiuti.4 I redditi dei waste pickers, variano notevolmente da località a località e dal tipo di raccolta effettuata. Alcuni raccoglitori di rifiuti vivono in estrema povertà, ma molti altri guadagnano più volte il salario minimo del loro paese. Recenti studi indicano che i raccoglitori di rifiuti a Belgrado guadagnano
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104,605,500 Wastepickers nel mondo EUROPA NORD AMERICA
Illinois
Stati Uniti d’America
nessun dato
California nessun dato
Francia nessun dato
8
New York
chia
Svizzera
Italia 10,000
Milano
circa lo 0,01 % della popolazione
Haiti Dominican Republic
Croazia Serbia Bosnia
Trinidad & Tobago
El Salvador
Guinea
Costa d’Avorio
Bogotà
1
Nicaragua
Costa Rica
AFRICA
Venezuela
Panama
Lima
2
Santiago del Cile
3
Planisfero composto da circonferenze che rappresentano il numero di waste pickers presenti nei vari continenti (circaonferenze in grigio) e il numero di discariche presenti in ogni megalopoli studiata(circonferenze in nero)
Brasile 800,000
Perù 300,000 circa lo 1 % della popolazione
circa lo 0,4% della popolazione
Bolivia Paraguay
Cile 60,000
circa lo 0,4% della popolazione
Bulgaria
T 3
100,000
circa po
Beirut
Burkina
Ghana 250,000 circa l’ 1% della popolazione
Accra
Togo
Argentina Uruguay 700,000 circa l’ 1% della popolazione
Buenos Aires
9
4
Rio de Janeiro
3
Palestina
Chad
circa lo 0,5% della popolazione
Eritrea
Etiopi Uganda
Repubblica democratica Congo
Benin
Ruanda
720,000
1
Si
Israele
Sudan
Cameron Congo Kinshasa
Sao Paulo
1
circa lo 0,6 % della popolazione
Nigeria 800,000
Gabon
Libano 10,000
Egitto 500,000
Nigeria
4
Cairo
Libia
CAR
circa l’ 1% della popolazione
Ecuador
Mali
Algeria
Lagos
1
Colombia 600,000
AMERICA LATINA
Mace donia
Albania Grecia
3
Gambia Mauritania Guinea-Bissau Senegal
Puerto Rico
Liberia
Honduras
Ista
Slovenia
6
Spagna
Morocco
Guatemala 200,000
Romania
Roma
Portogallo
Cuba
Jamaica
Moldavia
Austria Ungheria
4
Sierra Leone
1
Cieca
Tunisia
circa l’1 % della popolazione
Città del Guatemala
Czech Repubblica Republic Slovac
Germania nessun dato
Belgio
Parigi
New York State nessun dato
5
1
Ucraina
Berlino
60
Città del Messico
Polonia
Danimarca
Paesi Bassi
11
Los Angeles
Messico 1,120,000
Bielorussia
Normandia
13
7
Nevada
Inghilterra nessun dato Londra
Chicago 3
Lettonia Lituania
Irlanda
Canada
nessun dato
Las Vegas
Rus nessun
Estonia
Svezia Finlandia
cir p
Burundi
circa l’1 % della popolazione
Tanzania
Angola Zambia 70,000 circa lo 0,2 % della Malawi Mozamb Luanda popolazione
1
NamibiaBotswana
Sudafrica 100,000
Zimbabwe
circa lo 0,2 % della popolazione
Johanne sburg
4
39 Popolazione > 10 000 000 8 000 000 < Popolazione < 10 000 000 8 000 000 < Popolazione < 5 000 000 5 000 000 < Popolazione < 1 000 000 Popolazione < 1 000 000
ASIA
Mosca
40
ssia n dato
MONDO
Megalopoli
Shanghai
3
Oceania Guangzhou
Asia
6
America del nord America Latina
Pechino Mongolia
Kazakhstan
anbul
2
Teheran
Georgia
3
Armenia
Azer baijan
Turchia 300,000
a lo 0,4 % della opolazione
Riyadh
2
Oman
Yemen
Chennai
Kenya 750,000
a
bico
circa 0,4% della popolazione
2
Nairobi
Mauritius
Hong Kong
Birmania
Nepal
India 4,000,000 waste pickers
1
Madagascar
1
Seul 4
Vietnam 200,000
Bhutan
circa 0,2% della popolazione
Mumbai
Bangladesh 320,000
circa lo 0,2% della popolazione
Dacca 1
Laos
Ho Chi Minh
Thailandia 130,000
circa lo 0,2 % della popolazione
Sri Lanka
3
Calcutta
3
Osaka 13
Tokyo 23
1
Filippine 140,000
Cambogia
Bangkok
Manila 8
circa lo 0,15 % della popolazione
2
Malesia
Singapore
Indonesia 2,000,000 circa il 2% della popolazione
5 Delhi
Giappone nessun dato
circa l’1 % della popolazione
Guiyu
3
Karachi
Somalia
Corea del Sud 500,000
16
circa lo 0,2 % della popolazione
ia
rca il 2 % della popolazione
Wuhan
1
4
N Corea
2
circa lo 0,02% della popolazione
Lahore
Africa
Shenyang
Pakistan 35,000
EAU
circa l’1 % della popolazione
Tajikistan
Afghanistan
Kuwait
Arabia Saudita 270,000
Giordano
Kyrgyzstan
Cina 6,000,000 waste pickers
circa l’1 % della popolazione
5
Iraq 600,000
iria
Turkme nistan
Iran 800,000
Baghdad
circa il 2 % della popolazione
Uzbe kistan
Europa
13
Giacarta
4
Papua Nuova Guinea Malesia
E Timor
Australia Nuova Zelanda
40
100 dollari al mese5, mentre i raccoglitori in Cambogia guadagnano al massimo un dollaro al giorno.6 La rapida urbanizzazione ha notevolmente aumentato la presenza di fenomeni informali di raccolta dei rifiuti, a causa della mancanza di risorse destinate alla loro gestione. Una pratica comune è ancora quella di bruciare i rifiuti o abbandonarli in strada, nei fiumi e in spazi aperti con un forte rischio per la salute pubblica e per l’ambiente. I wastepickers contribuiscono a mitigare questi danni attraverso la raccolta di materiali riciclabili. La raccolta dei rifiuti è, inoltre, una delle poche opportunità di lavoro disponibili per coloro che non hanno istruzione o che hanno perso la loro occupazione a causa di guerre, crisi e recessione economica. Il waste picking è, quindi, un fenomeno legato alla non corretta gestione degli RSU. Questo problema, che già coinvolge gli abitanti delle aree urbane nei paesi sviluppati, è di certo più evidente e diffuso nei paesi poveri. Nelle loro politiche governative non è data nessuna priorità al problema. Accade pure che una città spenda cifre pari al 20% dei propri fondi per la gestione dei rifiuti e che questi rimangano non raccolti (in alcuni casi il 50%).7 È in questa falla del sistema formale che s’inseriscono i raccoglitori, assumendo un ruolo spesso determinante e rappresentando l’unico sistema di raccolta efficiente. Essi sono presenti in paesi molto vicini a noi come Albania, Romania, Bulgaria ma anche negli Stati Uniti (raccoglitori di mongo), in Africa, in America Latina, in India, in Cina. Questa pratica ha avuto inizio nel 1880 in Europa e nel Nord America ma ha messo radici durante l’industrializzazione, nel 19°. I wastepickers raccoglievano i rifiuti che rivendevano a una seconda catena di raccolta, da cui poi si fornivano tutte le industrie (auto, giornali, libri, materiali da costruzione, vestiario). Nel corso dell’ultimo mezzo secolo, la raccolta informale di rifiuti si è ampliata enormemente a causa dell’urbanizzazione, modificando anche la condizione dei waste pickers rispetto al passato, ma il loro legame con gli intermediari (secondo anello) e le industrie è rimasto molto stretto. “Se l’industria dell’acciaio è in crisi, la stessa crisi si avverte tra i raccoglitori di metallo. Se la domanda di materiale cartaceo aumenta, il prezzo del materiale aumenterà e probabilmente aumenterà anche il numero di raccoglitori di carta […] il business del riciclaggio è caratterizzato da una struttura verticalizzata che vincola le fabbriche ai cartoneros”.8 Per comprendere la condizione dei waste pickers, è fondamentale il ruolo degli intermediari. Ne esistono due o tre fasce a reddito via via più elevato . In genere gli intermediari, decidono quanto vogliono pagare il prodotto raccolto e lavato dei waste pickers, ed essendo totalmente al di fuori di un mercato concorrenziale, comprano il prodotto a prezzi bassissimi e lo ri-
6 International Labour Office (ILO), 2011 7 Dati Banca Mondiale, 2008 8 Chris Birkbeck, Garbage, Industry, and the ‘Vultures’ of Cali, Colombia, 1979
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9 Pietro Luppi, La green economy che nasce dal basso, 2011
vendono al doppio, al triplo o al quadruplo, alle industrie. I waste pickers, sono soprattutto immigrati, che solo in casi sporadici riescono ad entrare nell’economia formale, sono soggetti appartenenti a una fascia di popolazione marginalizzata, generalmente povera. Sono soprattutto minoranze etniche e religiose e questo non fa che aumentare la loro emarginazione. Esistono due principali categorie di raccoglitori: gli streetpickers e i dumpickers. Il luogo di lavoro dei primi è la città, le strade e i cassonetti, ma anche i depositi delle attività commerciali, essi raccolgono i rifiuti manualmente e li accumulano in carrelli o carretti trainati a mano. I rifiuti sono separati generalmente in strada, non sono accumulati ma venduti in giornata. I secondi invece, raccolgono in discarica, si aiutano con strumenti rudimentali per scavare fra i rifiuti , che raccolgono in grandi ceste a spalla, in modo da potersi muovere più facilmente fra i cumuli. I rifiuti vengono trasportati con dei mezzi propri (generalmente carri trainati da animali) nelle abitazioni, per continuarne la separazione. In queste case, quindi, non solo si dorme e si vive, ma si lavora e si accumula il rifiuto separato, prima della vendita. Le abitazioni possono essere vere e proprie case, lontane o nei pressi della discarica o peggio delle baracche, costruite direttamente sui rifiuti, con materiali recuperati in discarica. Ci sono poi, i raccoglitori porta a porta, coloro i quali sono riusciti a stabile un rapporto di fiducia con la popolazione locale, mitigando l’emarginazione e l’isolamento sociale, culturale e fisico (l’economia informale si sviluppa ai margini della società) a cui generalmente sono soggetti. La divisione nelle due categorie sopra citate non è sufficiente a chiarire il quadro dei diversi contesti in cui si sviluppa il fenomeno. L’attività di raccolta dei rifiuti e il riciclo è, infatti, spesso affiancata da quella del riuso. Questa importante economia informale sta prendendo piede soprattutto in Europa, dove con il blindaggio della raccolta nelle discariche e nei cassonetti, i rovistatori si sono dedicati al reperimento di materiali da riparare e rivendere nei mercatini dell’usato e dell’antiquariato. “Mentre la raccolta delle frazioni da riciclare industrialmente è stata monopolizzata dalle aziende di igiene urbana sotto pressione dell’industria affamata di materie prime, la raccolta di merci usate è rimasta in mano all’economia popolare […] lo sbocco del riuso è la micro impresa dell’usato, dai rigattieri agli operatori dei mercati delle pulci: un arcipelago, quest’ultimo, che rimane prevalentemente informale dal suo primo anello (la raccolta) fino all’ultimo (la distribuzione)”.9 Altri attori del waste picking, sono quelli che raccolgono per divertimento, per arredare la propria abitazione, come gesto di protesta contro la società con-
42
sumistica, o ancora, per dipendenza. “A New York ci sono ragazzi che si procurano la cena nei cassonetti dei ristoranti, c’è chi trova gioielli nelle fogne e chi ha creato la più grande collezione di libri rari della città”.10 Conoscere tutti i protagonisti di questo importante fenomeno sociale ed economico è fondamentale per differenziare un waste pickers da un homeless o da un archeologo dell’immondizia, da un collezionista di tesori usati. I protagonisti del mio studio sono tutti coloro che hanno come sola fonte di sostentamento la raccolta e il riciclo della materia di scarto. Essi reperiscono l’immondizia nei quartieri che mancano di servizi pubblici, costituendo l’unico servizio di rimozione dei rifiuti in città, con un notevole risparmio dei governi, che non devono pagare lavoratori specializzati. Riciclando, essi riducono la quantità di materiali vergini necessari alla produzione, e di conseguenza anche i consumi idrici ed energetici, l’inquinamento dell’aria e dell’acqua. Lo stile di vita di questa categoria di lavoratori comporta la coincidenza di attività rurali con attività urbane (ambiente urbano) ma soprattutto la sovrapposizione del rifiuto al costruito, con notevoli rischi per la loro salute. Potrebbe essere utile, quindi, destinare dei fondi atti a garantire il sostentamento dei raccoglitori , piuttosto che per nuove tecnologie di smaltimento e trattamento dei rifiuti. Se fino a un decennio fa, i waste pickers non potevano organizzarsi in cooperative, a causa di barriere strutturali come la mancanza di tutela legale, una cultura d’indipendenza e individualismo, la scarsità di esperienza istituzionale, ma soprattutto la mancanza di denaro, oggi in America Latina, Asia e Africa hanno iniziato ad organizzarsi collettivamente per acquisire un posto nei sistemi di riciclaggio formali. Stanno sorgendo molte organizzazioni, cooperative, associazioni, imprese, sindacati che possono accedere anche al micro credito. Nonostante le differenze formali, queste organizzazioni condividono tre scopi principali: in primo luogo, mettere in comune il capitale per la formazione di microimprese e di partnership con le grandi aziende e con il governo; in secondo luogo, migliorare la sicurezza dei lavoratori, assicurando uniformi, guanti ed altre attrezzature che evitino il contatto diretto con la materia degradata, dividendo a monte i rifiuti attraverso la raccolta differenziata; e in terzo luogo, chiedere un risarcimento, per il loro contributo ambientale ed economico, allo Stato che potrebbe anche fornire nuovi macchinari per il trattamento dei rifiuti differenziati ed organizzare corsi di formazione per i lavoratori. Se in ogni parte del mondo ci fosse, come al Cairo, una comunità organizzata che ricicla più dell’85% dei rifiuti della città, forse le discariche non ci sarebbero più.
Le due metà del grafico forniscono informazioni differenti. Nel semicerhio superiore sono riportati i dati relativi alle tonnellate di rifiuti conferiti nelle discariche prese in esame, messe a confronto con la rispettiva distanza della discarica dalla città. La metà inferiore si riferisce invece ai wastepickers, quanti sono, dove raccolgono e quanti rifiuti riescono a raccogliere giornalmente
34 Ted Botha, Mongo. Avventure nell’immondizia , Isbn Edizioni, Milano , 2006
Tipologie DISCARICHE
DI
PC
LG
. B.A
IC MS
CIELO APERTO
LM KN BG LN BO B K CH K SY SU J LH CH
WH IS
Distanza DISCARICA/CITTA’
CHIAVE DI LETTURA HM
TH
HK
S.C .
BD
NA
KR
JH
I.C .
LN
L.A
.
RY
MB
RJ
S
R CA
A HE
Rifiuti conferiti in DISCARICA
Livelli KM/TONNELATE
DC
RO
AC GY
45000t
30km 130000t 10km 5km 0km
80 000 t
135000t
40km
10km
CITTA’
0km 5km 10km
0km
0km
130000t
10km
80 000 t
30km
60km
20 000 t 45000t
40km
135000t
DISCARICHE
70km
SLUM
BK LM IC AC
LH
LG
’/
KN
DI
LN
SC
BO
SY
AR
HM
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ICA
S.C. BD
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OL
B. A.
TA
MN
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M
Tipologie ABITAZIONE/RACCOLTA
TA
C RI
TA
WH
Livelli KM/WASTEPICKERS
CO L
OS
NA
PC IS
PA
Numero WASTE PICKERS
RAC
LA G Z MS
A
90km
TK SP NY SH
A IN CITTA’ COLT C A R CH JH RO
MI
60km
20 000 t
CHIAVE DI LETTURA
Distanza SLUM/CITTA’
ASTE ORI E-W NERIT INCE
70km
R PA B OS
90km
GC
TK D L S P MN C .M. N .Y. S H
CL
BR
RIFIUTI WASTEPICKERS
44
ALLEGATO Piccolo atlante di 30 discariche
Per ognuno dei 30 casi che presentano caratteristiche esemplari, utili a descrivere l”oggetto” discarica, ho redatto una scheda, dove sono presentate in modo sistematico tutte le informazioni raccolte. In ciascuna scheda ho sintetizzato i dati numerici relativi a popolazione ed estensione della città,tonnellate di rifiuti prodotti giornalmente e quantità conferite in discarica.Ho delineato, poi, le caratteristiche geografiche della discarica, come l’estensione (in ettari), i confini, la vicinanze di strade(principali o secondarie), la presenza di corsi o bacini d’acqua e di aree verdi, la giacitura dei rifiuti. Ho, inoltre, evidenziato la presenza di waste pickers ed il loro numero, le modalità di raccolta e il guadagno. Così da ottenere un quadro descrittivo completo che permetta l’immediato raffronto delle diverse condizioni nelle varie parti del mondo.
Chiave di lettura delle planimetrie utilizzate per descivere graficamente le discariche all’interno delle schede proposte di seguito
45
Suolo
Strade principali e secondarie
Linea ferroviaria
Verde naturale e controllato
Mari,laghi e fiumi
Area di conferimento rifiuti
1 TK
TOKYO.Giappone
218 766 ha di estenzione 143 000 t di rifiuti al giorno 36 669 000 abitanti
Discarica.TOKYOBAY 199 ha di estensione 82 000 t di rifiuti al giorno
TOKYO
TOKYO BAY
Giacitura rifiuti 12 m Nella città di Tokyo,per poter recuperare materiali quali vetro, metallo, carta e bottiglie in PET, i rifiuti vengono raccolti separatamente e trasportarti nei rispettivi impianti di riciclaggio.Tutti i rifiuti indifferenziti, quelli industriali e quelli provenienti dagli acquedotti e dalle fognature vengono smaltiti in discarica. L’area di smaltimento più grande si trova a Tokyo Bay che in passato era interamente adibita a discarica. Oggi una parte dell’area è stata bonificata e trasformata in un grande parco. In altre due zone della baia sono state costruite due discariche. Le aree sono l’Outer Central Breakwater Landfill e la New Sea Surface Landfill che dovranno servire la città per i prossimi 50 anni. I suoli delle due discariche sono protetti da dighe robuste per evitare la dispersione di rifiuti e percolato. Al fine di garantire alti livelli igienico sanitarieviene utilizzato il cosiddetto metodo sandwich, dove ogni strato di rifiuti viene sovrapposto con un strato di terra alto 50 cm. Il percolato prodotto dai rifiuti viene trattato negli impianti delle acque reflue , mentre il metano emanato dai rifiuti viene utilizzato per produrre energia elettrica.
scala 1:25 000
1KM
2 DL
DELHI.India
148 300 ha di estenzione 11 000 t di rifiuti al giorno 22 157 000 abitanti
Discarica.GHAZIPUR 70 ha di estensione 1 300 t di rifiuti al giorno
DELHI GHAZIPUR
Giacitura rifiuti 200 m
scala 1:25 000
SLUM_ Ghazipur Dairy Slum WASTEPICKERS_ 80 000 Mukherjees MATERIALE RICAVATO_Carta, cartone, plastica, metalli,
vetro, gomma, cuoio, tessili e capelli da rivendere per costruire parrucche. LUOGO PER LA SELEZIONE_ L’accesso in discarica non è permesso ma i raccoglitori entrano illegalmente, raccolgono i rifiuti selezionati e li trasportano giù dalla montagna, qui li ordinano per materiale e dimensione. MODALTA’ DI SELEZIONE_ La spazzatura viene bruciata per eliminare la parte organica. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_La raccolta viene effettuata manualmente. Per la selezione dei metalli, si usano grandi magneti. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_ Vicino ai cassoni che trasportano l’immondizia fresca , ognuno si riserva un piccolo spazio dove impilare i rifiuti per poi separarli. ACQUIRENTI_ Impianti di riciclaggio, industrie e mercati locali. GUADAGNO_ 1,50 euro al giorno.
1KM
3 SP
SAN PAOLO. Brasile 152 300 ha di estensione 30 000 t di rifiuti al giorno 20 262 000 abitanti
BANDEIRANTES
Discarica.
BANDEIRANTES
SAN PAOLO
150 ha di estensione 7 500 t di rifiuti al giorno
Giacitura rifiuti 100 m
scala 1:25 000
In funzione dal 1979, nel quartiere di Perus, a Sao Paulo, la discarica Bandeirantes ha ricevuto ogni giorno fino a 7 000 tonnellate di rifiuti al giorno, la metà del volume di rifiuti prodotti in città. I 120 000 abitanti del luogo, sono costretti a convivere con l'inquinamento, il forte odore dei gas nell'aria, e la costante mancanza di enegia elettrica. Dal 2007 la discarica è stata chiusa, il sito è stato risanato, coperto con teli protettivi e piantumato. La strategia attuale è quella di estrarre metano dai rifiuti depositati e di vendere il biogas come combustibile, inoltre il sito genera energia elettrica pulita sufficente per la fornitura di 400 000 abitanti. Bandeirantes è la più grande discarica per il recupero dei gas in tutto il mondo con una produzione annua di 170 000 MWh.
1KM
4 MB
MUMBAI.India
43 800 ha di estenzione 10 000 t di rifiuti al giorno 20 041 000 abitanti
Discarica.DHARAVI 175 ha di estensione 5 500 t di rifiuti al giorno
MUMBAI DHARAVI
Giacitura rifiuti 10 m
scala 1:25 000
SLUM_ Dharavi WASTE PICKERS_ 240 000 Recyclers MATERIALE RICAVATO_ Metallo, materiale elettrico,
stracci, cuoio, carta, cartone e soprattutto plastica. LUOGO PER LA SELEZIONE_ I raccoglitori recuperano i rifiuti dalle case,le discariche e i cassonetti,nello slum altri si occupano della la cernita e pulitura. MODALTA’ DI SELEZIONE_Dopo lo smistamento, la plastica viene frammentata in piccoli pezzi, che vengono selezionati in base alla tipologia. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_Raccolta e selezione sono effettuate manualmente, per triturare si usano macchinari autocostruiti. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_ In mezzo e dentro le case dello slum e per le strade ci sono cumuli di rifiuti provenienti da tutta la città. ACQUIRENTI_ Intermediari,mercati locali, stocchisti,rivenditori di materie riciclate all’estero. GUADAGNO_ 1,80 euro al giorno 1KM
5 CDM
CITTA’ DEL MESSICO. Messico 148 500 ha di estenzione 25 000 t di rifiuti al giorno 19 460 000 abitanti
Discarica.
CITTA’ DEL MESSICO
BORDO PONIENTE 600 ha di estensione 12 600 t di rifiuti al giorno
Giacitura rifiuti 233 m
BORDO PONIENTE
scala 1:25 000
SLUM_ Nezahualcóyotl WASTEPICKERS_ 6 000 Pepenadores MATERIALE RICAVATO_ Plastica, carta, cartone,vetro, lattine e metallo vecchio.
LUOGO PER LA SELEZIONE_ La spazzatura viene
raccolta in varie parti della discarica , per essere poi trasportata nelle baracche o nei punti di smercio. MODALTA’ DI SELEZIONE_ L’organico viene utilizzato per produrre vermicompost. I materiali riciclabili vengono ripuliti e separati per essere rivenduti. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_Raccolta e selezione sono effettuate manualmente. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_Tutto intorno alla discarica sono presenti numerose baracche costruite dai raccoglitori,qui loro vivono e organizzano i rifiuti ACQUIRENTI_ Leaders che gestiscono la compravendita dei rifiuti separati. I leaders sfruttano i pepenadores,pagando il loro lavoro con pochi pesos al Kg. GUADAGNO_ 2 euro al giorno
250 M
7 SH
SHANGHAI.Cina
634 050 ha di estensione 29 000 t di rifiuti al giorno 16 575 000 abitanti
Discarica.LAOGANG 336 ha di estensione 9 000 t di rifiuti al giorno
SHANGAI LAOGANG
Giacitura rifiuti 4 m
scala 1:25 000
WASTE PICKERS_Raccoglitori MATERIALE RICAVATO_ Plastica ,lattine, carta, metallo, vetro, gomma e indumenti.
LUOGO PER LA SELEZIONE_ Ogni giorno centinaia di
raccoglitori informali si recano in discarica per selezionare i rifiuti riciclabili. MODALTA’ DI SELEZIONE_ La separazione ufficiale avviene in centri specializzati per il riciclo.Il più grande si trova a Guilin, dove operai si occupano della cernita e lavorazione dei rifiuti in una vasta area aperta. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_ Raccolta e selezione sono effettuate manualmente. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_Non c’è una vera e priopria organizzazione e gerarchia degli spazi. ACQUIRENTI_ Alcuni raccoglitori vendono i rifiuti selezionati e ripuliti in piccoli mercati improvvisati davanti alle proprie abitazioni che si trovano nei pressi della discarica.
500 M
8 CL
CALCUTTA. India
18 500 ha di estenzione 8 000 t di rifiuti al giorno 15 552 000 abitanti
Discarica DHAPA
24 ha di estensione 6 500 t di rifiuti al giorno
Giacitura rifiuti 6 m
DAPHA CALCUTTA
scala 1:25 000
SLUM _ Tiljala WASTEPICKERS_ 20 000 DumpPickers MATERIALE RICAVATO_ Carta, cartoni , metallo, vetro,
plastica, stracci e materiale organico. LUOGO PER LA SELEZIONE_ I rifiuti vengono selezionati direttamente sui tumuli di spazzatura e poi trasportati nelle case,che si trovano nei pressi della discarica,per essere ripuliti e rivenduti. MODALTA’ DI SELEZIONE_ La selezione avviene in discarica e si cerca soprattutto il materiale organico. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_ Raccolta e selezione sono effettuate manualmente. La spazzatura viene riposta in grandi sacchi e ceste per essere poi divisa. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_ Il sito è suddiviso in 2 zone di smaltimento.Tra le due aree si trova un impianto di compostaggio che riceve carichi di rifiuti organici. E‘ qui che i dumppickers recuperano il compost. ACQUIRENTI_Industrie e mercati dell’usato. 100 M
9 DC
DACCA. Bangladesh 36 000 ha di estenzione 8 000 t di rifiuti al giorno 14 648 000 abitanti
Discarica.MATUAIL 40 ha di estensione 4 000 t di rifiuti al giorno
DACCA MATUAIL
Giacitura rifiuti 8 m
scala 1:25 000
WASTE PICKERS_ 120 000 Tokais MATERIALE RICAVATO_Vetri,stagno,lattine,carto-
ne,carta ,stracci, plastica e metallo.
LUOGO PER LA SELEZIONE_ I Ferrywallas, vanno di porta in porta per ritirare rifiuti che poi verranno separati in casa e rivenduti. I Tokais raccolgono e selezionano in discarica. MODALTA’ DI SELEZIONE_ Si raccolgono soprattutto carta e plastica. La carta viene raccolta in città , mentre la plastica viene ricavata soprattutto dai rifiuti ospedalieri. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_ Raccolta e selezione sono effettuate manualmente. Per scavare fra i rifiuti vengono usati lunghi pezzi di ferro. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_Gli spazi all’interno della discarica non sono organizzati. ACQUIRENTI_Rivenditori intermedi e distributori di materiale riciclato. GUADAGNO_ 1,5 euro al giorno.
1KM
10 KR
CARACI. Pakistan
352 700 ha di estenzione 10 000 t di rifiuti al giorno 13 125 000 abitanti
Discarica.
KACHRA KUNDI
500 ha di estensione 3 000 t di rifiuti al gorno
Giacitura rifiuti 90 m
KACHRA KUNDI KARACI
scala 1:25 000
SLUM _ Kachra Kundi WASTEPICKERS_ 20 000 Kabaris MATERIALE RICAVATO_Letame,plastica,carta,imbal-
laggi,metallo e porcellana.
LUOGO PER LA SELEZIONE_ I raccoglitori informali hanno acquistato illegalmente pezzi di terreno in discarica, ed oggi pagano per far scaricare la “merce” sul loro pezzo di discarica. MODALTA’ DI SELEZIONE_ Dopo aver lasciato asciugare la spazzatura per 2-3 giorni, la bruciano in modo da poter recuperare più facilmente i materiali di riciclo. I kabaris cercano soprattutto metallo e vetro come materia prima pronta per essere venduta. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_Raccolta e selezione sono effettuate manualmente. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_Gli spazi sono divisi in piccole proprietà senza un ordine. I rifiuti vengono portati in casa per essere puliti e ordinati in diverse categorie a seconda del materiale e del loro valore. ACQUIRENTI_ Rivenditori intermedi, distributori di materiale riciclato
3 KM
11 B.A.
BUENOS AIRES. Argentina 20 200 ha di estenzione 23 000 t di rifiuti al giorno 13 074 000 abitanti
Discarica NORTE III
NORTE III
82 ha di estensione 15 000 t di rifiuti al giorno
BUENOS AIRES
Giacitura rifiuti 17 m
scala 1:25 000
SLUM _ 8 de Mayo WASTE PICKERS_ Cartoneros MATERIALE RICAVATO_ Plastica,carta,cartone,vetro,lattine,metallo vecchio.
LUOGO PER LA SELEZIONE_ La selezione avviene
all‘interno della discarica in quel breve lasso di tempo. MODALTA’ DI SELEZIONE_ I rifiuti vengono separati in discarica. Il cibo viene consumato subito.Gli altri oggetti vengono trasportatati nella baraccopoli ed accumulati per essere venduti. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_ Raccolta e selezione sono effettuate manualmente. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_All’interno della baraccopoli non ci sono servizi. I rifiuti si accumulano in ogni angolo dentro sacchi o nelle stesse baracche costruite con i rifiuti . ACQUIRENTI_ Carta e cartoni vengono venduti alle industrie di riciclo, mentre i metalli vengono smistati nei depositi limitrofi. GUADAGNO_ 35 euro al sacco.
1KM
12 L.A.
LOS ANGELES.California 130 000 ha di estensione 32 000 t di rifiuti al giorno 12 762 000 abitanti
Discarica.PUENTE HILLS 522 ha di estensione 12 000 t di rifiuti al giorno
Giacitura rifiuti 42 m
PUENTE HILLS LOS ANGELES
scala 1:25 000
La discarica Puente Hills è attualmente la più grande discarica degli Stati Uniti, raggiungendo un ‘altezza di quasi 50 metri. La discarica serve una popolazione totale di circa 5,3 milioni di persone in 78 città ed è tecnologicamente avanzata ed ecologicamente sicura. Il suolo e l’acqua sono protetti dall’infiltrazione di liquami grazie ad una copertura biodegradabile. In discarica avviene il recupero dei gas e la produzione di energia elettrica ( 50 Mw) sufficiente per soddisfare il fabbisogno mensile di 100.000 case . Puente Hills ha al suo interno un parco per la conservazione del territorio e delle sue biodiversità ed offre la possibilità di fare visite guidate, lezioni all'aperto e attività ricreative a basso impatto.
1KM
13 GZ
GUANGZHOU.Cina 384 300 ha di estensione 10 000 t di rifiuti al giorno 12 700 800 abitanti
Discarica.LIAN JIAO 12 ha di estensione 2000 t di rifiuti al giorno 30 000 Waste Pickers
GUANGZHOU LIAN JIAO
Giacitura rifiuti 11 m
scala 1:25 000
WASTE PICKERS _ Migrant MATERIALE RICAVATO_ Plastica,involucri di alimenti,
metalli di scarto, carta e cartone
LUOGO PER LA SELEZIONE_ Villaggi di baracche e capannoni abbandonati
MODALTA’ DI SELEZIONE_ Involucri di plastica per
alimenti sono trattati con sostanze chimiche. Tutto ciò che non è riciclabile viene accumulato o bruciato STRUMENTI PER LA SELEZIONE_ Raccolta e selezione sono effettuate manualmente ORAGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_ La spazzatura viene accumulata su quello che era un vecchio lago e lasciata galleggiare lungo l’affluente del Pearl River. Dopo la separazione viene conservata dentro grandi sacchi ammassati vicino le baracche ACQUIRENTI_ Circa 2.000 piccole imprese comprano la spazzatura.Questa lavata e tagliata in piccole pezzi viene venduta alle vicine fabbriche di materie plastiche GUADAGNO_ 1, 30 euro al giorno
250 M
14 PC
PECHINO. Cina
1 680 125 ha di estensione 21 600 t di rifiuti al giorno 12 385 000 abitanti
ASUWEI
Discarica. ASUWEI
71 ha di estensione 3 800 t di rifiuti al giorno PECHINO
Giacitura rifiuti 20 m
scala 1:25 000
Asuwei è una grande discarica a cielo aperto, situata a 20 chilometri da Pechino, nei pressi di un complesso residenziale. La discarica riceve ogni giorno 3 800 tonnellate di rifiuti, più del doppio rispetto alla capacità prevista che è di 1800 tonnelate. Il percolato ha già inquinato le falde acquifere ed alcuni studi hanno dimostrato che c’è un nesso tra la penetrazione dei liquami e l’alto tasso di patologie riscontrato nelle aree residenziali limitrofe. I residenti sono scesi in strada a manifestare contro gli odori provenienti dalla discarica e le autorità hanno provveduto ricoprendo con una membrana plastica la massa di rifiuti e istallando 100 cannoni che spuzzano decine di litri di deodorante al minuto,da una distanza di 50 m. Una parte dei rifiuti è stata spostata a Beishenshu. Entro 4 anni tutte le discariche di Pechino saranno piene ed il governo pensa di impiantare ad Asuwei un inceneritore, ma per molti l’inquinamento provocato dalle emissioni di diossina degli inceneritori, è un problema ancora più grave. 1KM
15 RJ
RIO DE JANEIRO.Brasile 126 400 ha di estenzione 21 000 t di rifiuti al giorno 11 950 000 abitanti
Discarica.JARDIM GRAMACHO
JARDIM GRAMACHO
130 ha di estensione 9 000 t di rifiuti al giorno
RIO DE JANEIRO
Giacitura rifiuti 30 m
scala 1:25 000
SLUM_ Gramacho WASTE PICKERS_ 12 000 Catadores MATERIALE RICAVATO_Plastica,carta,cartone,lattine
metallo vecchio,vetro.
LUOGO PER LA SELEZIONE_ Il materiale di riciclo viene selezionato in discarica. Quello recuperato viene trasportato nella favela di Gramacho,vicino la discarica. MODALTA’ DI SELEZIONE_La prima selezione avviene in discarica. Gli oggetti da riparare e rivendere sono divisi da quelli che saranno distrutti per recuperare il materiale. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_Raccolta e selezione sono effettuate manualmente. Il trasporto avviene con dei piccoli pick-up. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_ In discarica ogni area è riservata ad una cooperativa di Catadores ACQUIRENTI_ I proprietari di magazzi acquistano la materia prima separata e ripulita per rivenderla poi alle varie industrie limitrofe. GUADAGNO_ 1,80 euro al giorno 2 KM
16 MN
MANILA.Filippine
3 855 ha di estenzione 30 000 t di rifiuti al giorno 11 628 000 abitanti
Discarica.SMOKEY MOUNTAIN 30 ha di estensione 4500 t di rifiuti al giorno
Giacitura rifiuti 100 m
MANILA SMOKEY MOUNTAIN
scala 1:25 000
SLUM _ Navotas Malabon WASTE PICKERS_ 15 000 Scavengers MATERIALE RICAVATO_Plastica,carta,cartone,vetro,lat-
tine,metallo vecchio.
LUOGO PER LA SELEZIONE_ I rifiuti vengono raccolti
sulla cima del monte di immondizia. La separazione avviene nei due villaggi di spazzatura ai lati del monte. MODALTA’ DI SELEZIONE_ I diversi materiali vengono separati e raccolti in sacchi che sono poi portati nei due villaggi. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_ Raccolta e selezione sono effettuate manualmente o con l‘aiuto di un pezzo di metallo ad uncino per poter scavare e afferrare meglio la spazzatura. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_ All’interno del villaggio tutte le baracche, grandi 2-3 mq ,vengono utilizzate per separare e ripulire il rifiuto che viene poi trasportato fino all’ingresso della discarica e venduto. ACQUIRENTI_Intermediari che rivendono la merce alle industrie. GUADAGNO_ 7 centesimi al kg
1KM
17 OS
OSAKA.Giappone
22 227 ha di estensione 25 000 t di rifiuti al giorno 11 337 000 abitanti
Discarica.MAISHIMA 33 ha di estensione 900 t di rifiuti al giorno
OSAKA MAISHIMA
Giacitura rifiuti 24 m
scala 1:25 000
L’impianto di incenerimento di Maishima è situato su un’isola artificiale dotata anche di impianti sportivi e ricreativi. L’architetto Hundertwasser ha curato il design dell’edificio, tanto che questo non sembra affatto un inceneritore. I 120 metri di altezza della colonna centrale, ne fanno un punto di riferimento dell'isola. Per garantire almeno il 30% di spazi verdi, sono state progettate aree naturali anche all'interno del sito dell'impianto così da poter permettere il libero accesso anche al pubblico per visite guidate o semplici passeggiate all’aperto. Inoltre nell’impianto si scompone la diossina contenuta nelle ceneri dei rifiuti,mentre il calore generato dalla combustione produce vapore che viene trasformato in energia elettrica.
1KM
18 I.C.
CAIRO. Egitto
45 300 ha di estenzione 15 000 t di rifiuti al giorno 11 001 000 abitanti
Discarica MOKATTAM 110 ha di estensione 5 500 t di rifiuti al giorno
IL CAIRO MOKATTAM
Giacitura rifiuti 20 m
scala 1:25 000
SLUM _ Mokattam WASTE PICKERS _ 60 000 Zabaleen MATERIALE RICAVATO_ Cartoni, metallo, vecchi
mobili,vecchi elettrodomestici , carcasse di motori e stracci. LUOGO PER LA SELEZIONE_ Gli zabaleen raccolgono i rifiuti in città, questi vengono trasportati nel quartiere, la separazione avviene in strada. MODALTA’ DI SELEZIONE_ Tutti i materiali vengono separati per essere poi rivenduti, gli scarti organici vengono portsti in un centro di compostaggio. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_Raccolta e selezione sono effettuate manualmente. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_ Gli edifici sono utilizzati come laboratori per il trattamento dei rifiuti e come magazzini per accumularli e poi rivenderli. ACQUIRENTI_ Industrie , grossisti e mercati locali GUADAGNO_ 2 euro al Kg 200 M
19 LG
LAGOS.Nigeria
99 960 ha di estensione 8 000 t di rifiuti al giorno 10 578 000 abitanti
Discarica.OLUSOSUN 42 ha di estensione 3 000 t di rifiuti al giorno
OLUSOSUN LAGOS
Giacitura rifiuti 22 m
scala 1:25 000
SLUM _ Kudiratat Abiola WASTE PICKERS _ 25 000 Recyclers MATERIALE RICAVATO_ Materie plastiche, metalli,vetro e componenti elettroniche
LUOGO PER LA SELEZIONE_ Una parte della discarica e dedicata alla selezione. I wastepickers affittano capannoni nelle vicinanze della discarica per separare i rifiuti. MODALTA’ DI SELEZIONE_ La plastica viene accumulata per essere venduta , ma viene anche ridotta in piccoli pezzi e riciclata. Gli elettrodomestici rotti vengono riparati e venduti al mercato. Quelli non funzionanti vengono smembrati per ricavare metalli preziosi. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_ Raccolta e selezione sono effettuate manualmente. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_Dopo la separazione la spazzatura viene trasportata con dei carri nei vari luoghi dove viene venduta. ACQUIRENTI_ Industrie,fabbriche di elettronica e mercati locali. GUADAGNO_ 1,5 euro al giorno
1KM
20 MS
MOSCA.Russia
109 100 ha di estensione 13 000 t di rifiuti al giorno 10 550 000 abitanti
KHIMKI
Discarica.KHIMKI
100 ha di estensione 8 800 t di rifiuti al giorno
MOSCA
Giacitura rifiuti 30 m
scala 1:25 000
Khimki è una grande discarica a cielo aperto che raggiunge i 10 piani di altezza. La discarica si erge in un’area dove prima c’era un grande bosco di conifere e non è regolamentata da norme igieniche ed ambientali. Spesso gli operai danno fuoco agli ammassi di rifiuti per diminuirne la mole. La discarica di Khimki, progettata dai pianificatori sovietici a metà degli anni 1970, è cresciuta significativamente negli ultimi anni e ha già raggiunto il limite massimo di capienza tanto che il governo Russo dovrà raddoppiare la sua capacità entro il 2025.
2 KM
21 IS
ISTANBUL. Turchia 534 300 ha di estensione 18 400 t di rifiuti al giorno 10 525 000 abitanti
Discarica. ODAYERI 52 ha di estensione 9 000 t di rifiuti al giorno
ODAYERI ISTANBUL
Giacitura rifiuti 90 m
scala 1:25 000
La discarica è stata progettata per raccogliere i gas che si formano con la decomposizone dei rifiuti e generare energia elettrica dalla combustione dei gas. L’impianto è anche dotato di un sistema in grado di migliorare la qualità del gas in uscita, con operazioni di pretrattamento. Inoltre, i gas in eccesso vengono smaltiti e non liberati nell’atmosfera, come avviene invece in tutte le discariche a cielo aperto non controllate. L’energia generata, pari a 35 Mw, viene trasmessa a circa 100 000 famiglie ed è sufficente a soddisfarne il fabbisogno per un mese. Un futuro programma di miglioramento dell‘impianto prevede di soddisfare anche le esigenze di riscaldamento dell’ acqua degli edifici residenziali e commerciali limitrofi.
1KM
22 PA
PARIGI.Francia
10 540 ha di estensione 23 600 t di rifiuti al giorno 10 485 000 abitanti
Discarica.ISSEANE 4 ha di estensione 1 600 t di rifiuti al giorno
PARIGI
ISSEANE
Giacitura rifiuti 21 m
scala 1:25 000
Il centro di smistamento Isséane, gestito dall'agenzia dei rifiuti Parigi chiamata Syctom, fornisce il servizio a 25 comuni per un totale di 1 milione di abitanti. L'impianto Isseane genera 200 tonnellate l’ora di vapore,con una pressione di 50 bar e 400 gradi , e una potenza elettrica di 50 MW. L’impianto è noto per il suo design innovativo, infatti è stato costruito con materiali ecosostenibili come legno e acciaio, ed è dotato di una facciata verde. I camini di scarico del vapore sono stati progettati in modo tale da non alterare lo skyline di Parigi e l’edificio stesso si trova sotto il livello stradale per non essere troppo invasivo. Dal 2011 l’impianto è aperto al pubblico con visite guidate che spiegano l’attività svolta all’interno e promuovo il riciclo al fine di rendere più consapevole tutta la città.
1KM
23 WH
WUHAN.Cina
849 441 ha di estenzione 17 000 t di rifiuti al giorno 10 020 000 abitanti
WUHAN
Discarica.JIANGXIA 23 ha di estensione 2000 t di rifiuti al giorno
ERFEISHAN
Giacitura rifiuti 41 m Wuhan dispone di 36 stazioni di trasferimento. I rifiuti della città non vengono trattati giornalmente, ma accumulati e poi trasportati nelle varie discariche fuori dal centro cittadino. Gli RSU vengono smaltiti in primo luogo dai residenti che suddividono i rifiuti in plastiche riciclabili, carta, metalli e vetro,in secondo luogo dai raccoglitori informali che ordinano i rifiuti, e infine dai lavoratori che selezionano i materiali riciclabili dall’immondizia. Questi vengono poi venduti ai privati o ai centri di riciclaggio. La discarica non è attrezzata per il trattamento delle acque reflue, per questo è stata costruita Erfeishan. La discarica vanta la costruzione di un impianto di estrazione dei gas prodotti dalla decomposizione dei rifiuti, ma soprattutto la trasformazione del gas in energia elettrica. Di questa, una piccola parte viene usata in loco e nei dintorni, mentre i restanti 18,85 GWh, vengono distribuiti nella rete elettrica centrale,in sostituzione dell’energia prodotta da centrali a combustibili fossili.L’importanza di questo progetto risiede soprattutto nel notevole contributo dato all’ambiente grazie alla forte diminuzione del metano disperso nell’atmosfera.
scala 1:25 000
1KM
25 JK
GIACARTA. Indonesia 66 152 ha di estenzione 7 000 t di rifiuti al giorno 9 210 000 abitanti
Discarica. BANTAR GEBANG 110 ha di estensione 6 200 t di rifiuti al giorno
JAKARTA
BANTAR GEBANG
Giacitura rifiuti 53 m
scala 1:25 000
SLUM _ Mountain WASTE PICKERS _ 8 000 Scavengers MATERIALE RICAVATO_ Lattine di alluminio, vetro ,
plastica, stracci,materassi,pezzi d’auto,metallo e materiale organico. LUOGO PER LA SELEZIONE_ In cima alla montagna di rifiuti si trova la baraccopoli dove gli scavengers selezionano i materiali da rinvedere, quelli da conservare per arredare le baracche e il cibo per il loro sostentamento. MODALITA’ DI SELEZIONE_ Gli scavengers caricano le loro ceste con ogni materiale possibile, specialmente plasica. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_Raccolta e selezione sono effettuate manualmente. Per accumulare i rifiuti durante la raccolta si servono di ceste e uncini capaci di estrarre i rifiuti sotterrati. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_ Le capanne con una o due camere da letto, servono per scartare i rifiuti ma soprattutto per selezionarli. ACQUIRENTI_ Aziende di riciclaggio.
1KM
30 BO
BOGOTA’. Colombia 173 200 ha di estenzione 10 600 t di rifiuti al giorno 8 500 000 abitanti
Discarica.DONA JUANA 150 ha di estensione 6 000 t di rifiuti al giorno
DONA JUANA BOGOTA’
Giacitura rifiuti 263 m
scala 1:25 000
WASTE PICKERS_ Recicladores MATERIALE RICAVATO_ Plastica,carta,cartone,vetro,lattine,metallo vecchio.
LUOGO PER LA SELEZIONE_ I raccoglitori girano per le
strade della città in cerca di scarti che possano rivendere o riutilizzare. MODALTA’ DI SELEZIONE_ La spazzatura viene separate in discarica e venduta fuori. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_ Raccolta e selezione sono effettuate manualmente. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_Il percolato prodotto dai rifiuti inquina il terreno che a sua volta indebolisce la struttura di molte case dei vicini quartieri. ACQUIRENTI_ Piccole aziende del riciclo
1KM
31 BG
BANGKOK.Thailandia 156 870 ha di estenzione 18 000 t di rifiuti al giorno 8 290 000 abitanti
KAMPHAENG SAEN
Discarica.KAMPHAENG SAEN 34 ha di estensione 5720 t di rifiuti al giorno
BANGKOK
Giacitura rifiuti 21 m
scala 1:25 000
WASTE PICKERS_ Ragpickers MATERIALE RICAVATO_ Plastica, vetro , carta e metallo LUOGO PER LA SELEZIONE_ I waste pickers raccolgono
i rifiuti nelle aree della città più densamente popolate. I cittadini mettono da parte i rifiuti per i raccoglitori. MODALTA’ DI SELEZIONE_ Il processo di riciclaggio dei rifiuti sfugge al controllo della raccolta autorizzata ed è svolto principalmente in maniera informale. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_ Raccolta e selezione sono effettuate manualmente. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_ Kamphaeng non ha spazi per il riciclaggio. Nel sito è prevista la costruzione di un impianto per la cattura dei biogas e la produzione di energia elettrica
1KM
36 LH
LAHORE.Pakistan
177 200 ha di estenzione 6 000 t di rifiuti al giorno 7 132 000 abitanti
Discarica.
LAHORE KACHRA KUNDI
KACHRA KUNDI
47 ha di estensione 4 000 t di rifiuti al giorno
Giacitura rifiuti 209 m
scala 1:25 000
SLUM _ Kachra Kundi WASTE PICKERS_ 20 000 Rag pickers MATERIALE RICAVATO_Metallo, plastica, carta,cartone,stracci e pezzi di auto usate.
LUOGO PER LA SELEZIONE_ I rifiuti raccolti in discari-
ca vengono trasportati nel villaggio di baracche,sulle sponte del fiume Ravi e lì vengono selezionati e divisi in base al materiale. Dopo essere stati ripuliti i rifiuti vengono accumulati in magazzini ai margini della discarica. MODALTA’ DI SELEZIONE_ Si raccoglie plastica e pezzi di ricambio, ma anche rifiuti ospedalieri che vengono ripuliti e rivenduti nel mercato di Shadran. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_Raccolta e selezione vengono effettuate manualmente. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_All’interno della discarica non c’è una precisa oraganizzazione degli spazi,una parte è inaccessibile per la presenza di un impianto di compostaggio costruito dal governo. ACQUIRENTI_Importatori di pezzi di ricambio, fabbriche che producono oggetti in plastica. GUADAGNO_ 4 euro al giorno.
1KM
43 AC
ACCRA.Ghana
18 500 ha di estenzione 82 000 t importate al giorno 3 683 000 abitanti
Discarica. AGBOGBLOSHIE 37 ha di estensione 82 000 t di rifiuti al giorno
ACCRA AGBOGBLOSHIE
Giacitura rifiuti 21 m
scala 1:25 000
SLUM _ Agbogbloshie WASTEPICKERS_ 2000 e-wastepickers MATERIALE RICAVATO_ Rame ,alluminio e ferro, cavi e
rivestimenti elettronici.
LUOGO PER LA SELEZIONE_ L‘area si trova a 3 Km a
nord dalla zona turistica , qui che si selezionano i materiali elettrici ed elettronici. MODALTA’ DI SELEZIONE_ I cavi e altri pezzi di plastica vengono incendiati per recuperare i metalli al loro interno. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_ I raccoglitori rompono i tubi catodici con oggetti pesanti per recuperare le viti e i pezzi in metallo, smontano i telai e strisciano in terra le calamite degli altoparlanti per recuperare metalli ferrosi. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_ In un’area si trovano gli specialisti dei pezzi di auto,procedendo verso l'interno si trova il cimitero dei frigoriferi,muri di batterie usate, scarti metallici e casse svuotate di computer e televisori.Al centro della discarica si trova un campo da calcio, luoghi per la preghiera e piccoli mercati di acqua, frutta e cibi vari. ACQUIRENTI_ Mercato locale e fonderie limitrofe. GUADAGNO_ 5 euro al giorno
1KM
45 NR
NAIROBI.Kenya
68 400 ha di estenzione 1 500 t di rifiuti al giorno 2 941 000 abitanti
Discarica.DANDORA 30 ha di estensione 1 000 t di rifiuti al giorno
DANDORA NAIROBI
Giacitura rifiuti 150 m
scala 1:25 000
SLUM _ Korogocho WASTE PICKERS_ 10 000 Cercatori MATERIALE RICAVATO_Metalli, gomma, vetro, plastica e materiale elettrico
LUOGO PER LA SELEZIONE_I rifiuti vengono raccolti
e selezionati in discarica si raccolgono gli scarti alimentari abbandonati dai passeggeri del vicino aereoporto. MODALTA’ DI SELEZIONE_I raccoglitori non sono organizzati in gruppi, non accumulano i rifiuti ,vendono i materiali riciclabili in giornata guadagnando il minimo per la sopravvivenza giornaliera. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_La selezione viene effettuate manualmente o con l’aiuto di un gancio di ferro persetacciare la spazzatura. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_Lo spazio più organizzato è quello della baraccopoli, divisa in vari villaggi a seconda dell’appartenenza etnica. Qui i rifiut vengono raccolti per essere rivenduti. ACQUIRENTI_Mercato informale dello slum e fonderie limiotrofe. GUADAGNO_ Da 8 centesimi a 4 euro al giorno
1KM
51 GY
GUIYU. Cina
40 000 ha di estensione 4000 t di rifiuti al giorno 200 000 abitanti
Discarica. GRAVEYARD 1 100 ha di estensione 3 800 t di rifiuti al giorno
GUIYU GRAVEYARD
Giacitura rifiuti 9 m
scala 1:25 000
WASTE PICKERS_ 60 000 E-waste workers MATERIALE RICAVATO_Rame, led, oro, palladio,condensatori, resistenze e circuiti.
LUOGO PER LA SELEZIONE_ I pezzi vengono smem-
brati in laboratori clandestini stracolmi di carcasse e schermi, circuiti e microchip MODALTA’ DI SELEZIONE_ La separazione e la lavorazione avvengono con acidi e soluzioni chimiche per recuperare minime parti di metalli preziosi. I circuiti vengono posizionati sopra dei bidoni di ferro in cui viene bruciato del carbone. Il calore permette così di staccare dalla piastra i vari materiali. STRUMENTI PER LA SELEZIONE_I riciclatori non indossano guanti, mascherini o occhiali protettivi e recuperano tutti i materiali a mani nude. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI_Gli e-waste vengono scaricati in discariche abusive . ACQUIRENTI_Rivenditori di materiali riciclati e industrie produttrici di oggetti elettronici. GUADAGNO_ 5 euro al giorno.
10 KM
76 Vista dall’alto dello slum Dharavi
77 Vista dall’alto dello slum Mokattam
78
MUMBAI E CAIRO Due casi studio di insediamento e raccolta informale
Slum, favela, bidonville, township, baraccopoli sono tutte parole che richiamano alla memoria immagini di aree sovraffollate, particolarmente degradate e periferiche, di condizioni abitative disumane, di mancanza di servizi e spazi angusti e fatiscenti, di degrado, di materiali di recupero incollati a formare baracche decadenti, di criminalità e corruzione. Questi preconcetti trovano riscontro nell’origine stessa della parola “slum”, definita per la prima volta nel “Vocabulary of the flash language” del 1812, come sinonimo di racket o di commercio criminale.1 Una definizione difficile e poco oggettiva, che fa rifermento ad aree dove vivevano i “residui” sociali, con strade sporche e con una popolazione squallida e criminale. Nel 2003, il libro “The Challenge of Slums”2, nega le precedenti definizioni, limitandosi a darne delle atre riferite solo alle caratteristiche fisiche e legali dell’insediamento, escludendo le dimensioni sociali. Sono proprio questi elementi sociali, fortemente positivi, che riscattano quei luoghi che bisognerebbe più correttamente chiamare informali o in-formazione. I criteri di selezione dei due casi studio riguardano tutte le caratteristiche descritte nel capitolo precedente, ovvero, la vicinanza dell’insediamento informale (slum) alla discarica, il rapporto fra la quantità di rifiuti prodotti e raccolti, il numero di wastepickers presenti e la loro struttura organizzativa. Solo due delle comunità studiate (in tutto 36) hanno una preminenza di queste peculiarità sulle altre. Ciò rende queste due città non solo i casi più interessanti da analizzare ma anche quelli in cui potrebbe essere più efficace e utile un progetto architettonico e urbano.
Mappa che indica la percentuale di popolazione che vive in insediamenti informali nelle città prese in esame
1 Mike Davis , Planet of slums, New York, 2007, pag. 21. 2 United Nations Human Settlements Programme, The Challenge of Slums: Global Report on Human Settlements, 2003
79
Percentuale di abitanti negli slum
0 - 20% 20 - 40% 40 - 60% 60 - 80% 80 -100%
Popolazione > 10 000 000 8 000 000 < Popolazione < 10 000 000 8 000 000 < Popolazione < 5 000 000 5 000 000 < Popolazione < 1 000 000 Popolazione < 1 000 000
80
Mumbai
Mumbai è la città più grande e densamente popolata dell’India. Dominata dal traffico e dall’inquinamento, è la città più produttiva dell’intera nazione, generando da sola il 2,5% del PIL, il 75% del quale giunge dal mercato informale. Uno dei problemi più grandi che interessano la città è sicuramente quello della casa. Ad oggi in Mumbai vivono il 15% degli abitanti degli slum indiani. Il 60% della popolazione cittadina, circa sei milioni e mezzo di persone, vive all’interno d’insediamenti informali, con limitato accesso alle infrastrutture e ai servizi di base. “A Bombay il concetto di lusso e quello di bisogno primario sono rovesciati […]. Molti,negli slum di classe media, possiedono una motocicletta o persino un’automobile. I veri lussi sono l’acqua, la corrente, i gabinetti puliti, trasporti ed abitazioni dignitose. Il denaro non conta. Il lusso dei lussi è la solitudine. Una città così densamente abitata non concede un attimo di privacy. Chi non ha una stanza per se non ha uno spazio per stare solo. Una buona città dovrebbe essere anche questo, dovrebbe avere parchi o spiagge dove i giovani possano baciarsi senza essere sopraffatti dalla folla”.3 Gli insediamenti informali che sorgono oggi a Mumbai sono sparsi su tut-
3 Mehta Suketu, Maximum City. Bombay città degli eccessi, Einaudi, Torino, 2008, pag.128.
81
Inquadramento slum Dharavi e discarica Deonar
Collegamenti ed accessi allo slum
01
0
5 KM
1
2 KM
60 e Fe d oa tR
Inquadramento planimetrico dello slum Dharavi
to il territorio cittadino, su terreni di proprietà comunale e privata. Questi differiscono gli uni dagli altri, sia per dimensione che per qualità degli spazi. Dharavi è l’insediamento più stabile della città, questo era uno dei sei grandi villaggi di pescatori di Bombay. Nei primi del ‘900, la comunità Tamil Nadu, si stabilì a Dharavi, su di un terreno paludoso completamente privo di ogni rete infrastrutturale. Questi ebbero il tempo di bonificare con grande fatica e grandi sforzi il terreno su cui costruirono le loro case, perché non vennero mai sgombrati. Allora, infatti, l’area su cui sorgeva Dharavi era periferica e fuori dall’interesse della municipalità. Con il passare degli anni, con l’aumento del flusso migratorio e con il crescere del tessuto urbano, si ritrova oggi al centro della Greater Mumbai a soli 200m dal centro finanziario della città. Lo slum, inoltre, si trova a ridosso della più importante rete ferroviaria, quella che collega alla City. Dhavari è il risultato di decenni di adattamenti per addizione. Lo slum si estende su un’area di 175 ha e conta circa un milione di abitanti , con una densità abitativa di 250 000 persone per km2. L’area è divisa in 100 Nagars (quartieri), con differenti identità, lingue, religioni, caste e classi. Ci sono due sole strade aperte al traffico dei veicoli, 90 Feet Road e 60 Feete Road. Sulle strade secondarie pedonali, le lane, si affacciano le attivi-
82
Planimetria del nagar 13° Compound
Uso del suolo 0
1
05
2 KM
20M
Abitazioni Servizi pubblici Piccole Industrie Commeriale Spazi aperti Cimitero 13° Compound
tà commerciali e i vicoli di accesso alle residenze. La loro larghezza varia da 0,50 m a un massimo di 1-2 m, i vicoli inoltre sono spesso coperti dal solaio del primo piano. Questo, aggettando sul piano terra per recuperare spazio, impedisce una corretta illuminazione e ventilazione delle residenze. La totale mancanza di spazio libero ha fatto salire i prezzi delle case alle stelle, tanto che il valore del suolo varia da 31€ a 2 900€ al mq4. La tipologia abitativa più diffusa è la casa-laboratorio. Di giorno gli spazi sono delle piccole fabbriche o laboratori artigianali (tessuti e ceramiche) mentre di notte possono ospitare fino a 10 persone, divenendo dormitori (pongal). Le abitazioni sono generalmente dei piccoli edifici a 3 piani, dove vivono 6 famiglie . Ad ogni famiglia è riservato uno spazio di circa 14 m2 , per un totale di 84 m2 . Questi edifici sono costruiti con mattoni e lamiera. La parte urbanisticamente più organizzata dello slum è il quartiere New Transit Camp, dove le strutture delle case sono più robuste e le abitazioni sono collegate alle reti idriche, elettriche ed in alcuni casi anche alla tv. Il 13° Compound è il nagar dove si riciclano i rifiuti raccolti nella discarica di Deonar e per le strade della città. Questo occupa solo il 16% della superficie dello slum ed impiega il 20% della popolazione5. Ogni wastepickers raccoglie 850 kg di rifiuti in 13 ore di lavoro giornaliere. La se-
Inquadramento planimetrico dello slum Dharavi, in particolare del 13° Compound , il nagar dove si riciclano i rifiuti
4 Charles Correa, Charles Correa: housing and urbanization Thames and Hudson, Londra, 2000, pag. 217
83
Stralcio 13° Compound Stralcioplanimetrico planimetricodidiun unisolato isolatodel delquartiere quartiere 13° Compound
Sezione longitudinale di un isolato del quartiere 13° Compound
scala 1:500 scala 1:500
0 10
50 M
84
parazione dei rifiuti spetta alle donne, che lavorano 11 ore al giorno per separare 100 kg di rifiuti. I recyclers (raccoglitori e separatori) sono circa il 70% di tutti i wastepickers. Il 20% è impegnato nell’attività di compravendita(waste buyers o intermediari) e il 10 % acquista i beni dagli intermediari per rivenderli alle industrie. Il guadagno delle tre categorie è molto diverso: i primi, ricavano circa 2$ al giorno, gli intermediari 10$ e i rivenditori ben 25$. Il materiale più ampiamente riciclato a Dharavi è la plastica. I recyclers riescono a distinguerne 50 tipi differenti che hanno anche valori molto diversi (da un minimo di 0,08$ ad un massimo di 1$ al Kg ). Lo smistamento dei materiali plastici avviene in piccole fabbriche, composte di una sola stanza. Qui la plastica viene lavata, fatta asciugare sui tetti e ridotta in frammenti. I frammenti sono venduti ad altre fabbriche di Dharavi che li lavorano per restituire il prodotto finito. Ci sono circa 30 000 famiglie impiegate in 15 000 fabbriche6, per un giro di affari di 72 000 dollari l’anno7. Ogni giorno arrivano circa 6 000 tonnellate di rifiuti, provenienti da Deonar, che si trova a 7 km a piedi dallo slum. Essa ospita anche il complesso residenziale Raheja Acropoli, che a causa dell’ulteriore presenza di un mattatoio, ha subito irreversibili danni ambientali. Da anni Dharavi è al centro di una diatriba burocratica per l’appropriazione della terra. Il governo ha previsto una zona di espansione residenziale con palazzi extra-lusso proprio in quell’area e nel 2007 ha messo in vendita il terreno per 2,3 miliardi di dollari8. Chi lo acquisterà è obbligato a fornire alle famiglie sloggiate, una nuova abitazione da 21 mq. Ma gli abitanti ufficialmente registrati sono solo 300 000 mentre l’effettivo numero di chi vive e lavora a Dharavi sale a più di 1milione9. In tutto lo slum si produco beni e attività per un milione di dollari annui10, dei quali l’attività di riciclo costituisce solo lo 0,01%. Per questo, e per altri motivi legali alle priorità del quartiere, che non si riferiscono specificatamente alla questione dei rifiuti ma bensì a problemi di gestione del territorio(si è perfino pensato di spostare Dharavi a Deonar), non ho sviluppato un progetto per Mumbai.
5 Anna da Costa, Invisible heroes of Dharavi, Chinadialogue, 2010 6 Cory Doctorow, For the win, Tor Brooks, 201 7 Anna da Costa, Invisible heroes of Dharavi, Chinadialogue, 2010 8 Mukesh Mehta, Dharavi Redevelopment Plan, Maharashtra State Government, 2007 9 Hugon Kowalski,Let’s talk about trash, University of Arts in Poznań, 2013 10 Mehta Suketu, Maximum City. Bombay città degli eccesi, Einaudi. Torino, 2008 ,pag 128
85
Il Cairo
11 World Weather Information Service – Cairo 2011
Il Cairo, capitale dell’Egitto, è la città più popolosa della regione. Conta undici milioni di abitanti, popolazione che in poco più di un trentennio, si è praticamente raddoppiata. La città è stata fondata sul Nilo e occupa complessivamente un’area di 214 Km2 con una densità abitativa di ventimila abitanti per km² 11. Il nome al-Qāhira fu dato alla città dai Fatimidi che, dopo avere espulso la dinastia ikhshidide, la fondarono a ridosso dei precedenti insediamenti arabi di Fusṭāṭ ,di al-ʿAskar e di al-Qaṭāʾi, con la speranza che la nuova dinastia potesse assoggettare il mondo islamico. Non fu l’ultima dinastia a insediarsi in questa città, perché essa divenne capitale degli Ayyubidi e dei Mamelucchi, cadendo infine sotto il controllo degli Ottomani. Il Cairo diventa repubblica nel 1952, ma da allora numerose guerre di Stato e conflitti civili si sono susseguiti e perdurano tutt’ora. Il 60% degli abitanti del Cairo vive in insediamenti informali. Più della metà della popolazione di una delle più grandi metropoli mondiali vive in modo non riconosciuto formalmente. L’informale egiziano è una condizione di adattamento, una pratica consueta e collettivamente accettata, che per questo pervade tutti gli strati della società e qualsiasi tipo di attività e contesto. L’assetto infrastrutturale è progettato per scavalcare enormi quartieri di edilizia più o meno abusiva , al fine di isolarli dalla città. In risposta a questo impianto stra-
86
1800
1915
dale, ovunque sono sorte passerelle auto-costruite per il collegamento a questi grandi raccordi viari. Gli edifici al Cairo sono principalmente di due colori, quelli in beige sono gli edifici finiti, i rossi quelli incompiuti. In città c’è una notevole predominanza e concentrazione di rosso, di edifici incompiuti, di marginalità, di povertà economica, ma anche di collettività e di coesione sociale, di raccolta informale. Nel Grande Cairo ci sono 5 insediamenti di raccoglitori di rifiuti: El Moa Tamadia ad ovest, Ezbet eL Nakhel a nord, Tura Al- Balad ed Helwan a sud e Mokattam al centro. È quest’ultimo il più grande ed il più stabile, quello dove si concentrano e si lavorano maggiori quantità di rifiuti. In tempi antichi Mokattam era collocato su una zona desertica ai margini del Cairo. Oggi, invece, si trova in una posizione centrale poiché è stato fagocitato dalla città che ha subito un’inarrestabile espansione dal 1940 in poi. L’insediamento di Mokattam, appartiene all’area amministrativa di Manshiyat Nasser. Il quartiere si trova nella porzione orientale della città, sulla montagna Moquattam da cui prende il nome Mokattam, la “Garbage City”. Manshiyat Nasser, è il più grande insediamento informale del Cairo, è diviso in tre parti: la Città dei Morti, Manshiyat Nasser e Mokattam. La porzione di slum che più si avvicina alla megalopoli, è la Città dei Morti. Qui è insediata una po-
1940
Timeline della crescita geografica del Cairo
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1977
2010
polazione che da generazioni vive all’interno delle tombe, trasformando così, un antico cimitero in un’area residenziale informale. Manshiyat Nasser è la porzione più grande e più popolosa, con circa un milione di persone insediate. Il quartiere è famoso per i suoi numerosi laboratori e piccole fabbriche che producono e riparano oggetti, poi venduti nei mercati della città. L’insediamento Mokattam è situato sulla parte più alta del pianoro. La sua popolazione si è triplicata dal 1980 ma la crescita del quartiere è limitata a causa della sua posizione geografica. Anche lo sviluppo di Manshiyat Nasser è limitato. Nel 1907 fu costruita la ferrovia militare britannica e nel 1960, è stata costruita l’autostrada. Entrambi questi ostacoli contribuiscono all’isolamento del quartiere, rendendone difficile l’accessibilità. L’autostrada, però, è anche un importante collegamento fra Helwan e l’aeroporto internazionale del Cairo, passando da Maadi ei Nasr City. Inoltre, nel 1980, per permettere l’attraversamento pedonale dell’autostrada, furono costruite delle passerelle, dove ogni giorno transitano 40 000 persone. Il Boulevard è la strada principale di Manshiyat ed è quella dove sono collocate le piccole botteghe e i cafè. L’insediamento Manshiyat Nasser non vanta una grande quantità di servizi. Rispetto alla densità abitativa, il bacino d’utenza dei servizi più importan-
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Inserdiamenti di raccolta informale al Cairo
Mokattam_ Collegamenti, accessi e servizi
0,5 1 KM
0
125
250 M
EZBET EL NAKHEL
EL MOA’ TAMADIA MOKATTAM
TURA AL-BALAD HELWAD
ti(ospedale)ha un raggio troppo ampio. Ci sono in tutto tre piccoli ospedali, dieci scuole, dieci moschee, tre botteghe e un ufficio postale. La struttura urbana del quartiere è caratterizzata da enormi isolati compatti, separati da stretti vicoli. Gli edifici appaiono come dei blocchi coesi, questi comprendono 5-6 stanze, dove vivono 4-5 persone (0,15 per/m2 ). Il primo insediamento si sviluppò lungo l’autostrada e poi crebbe verso Mokattam. E’ per questo che si osserva la presenza di lunghi assi viari a sud-ovest e a nord-est. Soltanto poche strade sono carrabili, il resto dei vicoli, larghi generalmente 2m, sono attraversabili solo a piedi e conducono sul retro dell’insediamento. I vicoli che attraversano gli edifici sono ancora più stretti (0,5 m in alcuni casi) e vi è una scarsissima presenza di spazi aperti o liberi. Anche se i palazzi lungo l’autostrada hanno un’altezza maggiore(10 piani) , questi non hanno una densità abitativa più elevata. Le abitazioni delle due porzioni di insediamento, Manshiyat Nasser e Mokattam, sono costruite allo stesso modo. Una struttura intelaiata, con robusti solai in calcestruzzo armato, tamponata con mattoni rossi. L’aspetto dei due insediamenti può risultare simile ma le case di Mokattam non sono destinate alle sole funzioni abitative, ma anche alle attività di riciclo dei rifiuti.
Scuola Scuola del riciclo Ospedale Chiesa copta Moschea Casa comunità Ufficio postale Market Industria Centro di compostaggio
Inquadramento planimetrico dello slum Manshiyat Nasser, in particolare del quartiere Mokattam dove si riciclano i rifiuti
89
Stralcio planimetrico del quartiere Mokattam
Uso del suolo e bacino d’utenza dei servizi 0
125
0
250 M
1000 M 500 M 300 M
Servizi Abitazioni
Commeriale Spazi aperti
Servizi pubblici
Cimitero
Piccole Industrie
Mokattam
Il disegno mostra l’impossibilità del quartiere di espandersi orizzontalmente e di accedere ai servizi dell’insediamento di Manshiyat Nasser
20M
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Planimetria e sezione longitudinale di 3 fabbricati del quartiere Mokattam
scala 1:500
scala1:200 1:200 scala
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ZABALEEN
e la “Città dei rifiuti”
“Un’isola è una porzione di terreno separata, con pochi collegamenti con l’ambienti circostante. L’insediamento Mokattam è un’isola da diversi punti di vista”.1 A causa della sua topografia, sul pianoro intermedio della montagna, il quartiere di Mokattam è separato dalla sottostante area di Manshiyat Nasser. Gli abitanti sono una comunità marginalizzata di Cristiani Copti2, occupati nel business dei rifiuti. Il complesso sistema di riciclo dei rifiuti è affidato a micro-imprese a gestione familiare, tutte localizzate a Mokattam. I rifiuti sono dappertutto, fanno parte della struttura urbana del quartiere e influenzano l’architettura delle case. Gli attori di questo efficientissimo processo sono chiamati Zabaleen3 e riescono a riciclare l’85% 4di tutti i rifiuti che raccolgono quotidianamente (70% di tutta la città). Il quartiere, detto anche “Città dei rifiuti”(Garbage City), conta 60 000 abitanti su un’area di 0,25 Km2 . La densità abitativa è molto elevata, circa 240 000 persone per Km2. Ogni giorno 7.500 famiglie raccolgono e riciclano 55.000 Kg di rifiuti, prodotti dalle 230.000 famiglie del Cairo.5 Nella storia egiziana i raccoglitori hanno una lunga tradizione e sono presenti in ogni grande città. Intorno ai primi del ‘900, un gruppo di migranti provenienti dall’oasi di Dakhla (Wahiya)6, nel Deserto Occidentale dell’Egitto, s’insediò al Cairo, a causa della mancanza d’acqua nell’oasi e la conseguente difficoltà di lavorare i campi. Non riuscendo a trovare lavoro, iniziarono a raccogliere carta per le strade, che poi rivendevano alle famiglie per alimentare le stufe. Così i Wahiya assunsero il compito di raccoglie-
1 ETH Studio Basel Contemporary City Institute, 2010 2 La Chiesa Copta Ortodossa affonda le sue radici ad Alessandria e fu fondata da San Marco in Egitto nel I secolo. La Chiesa copta ha origine dalla predicazione di San Marco, discepolo di San Paolo. Nella Chiesa copta il titolo di “Papa” spetta al Patriarca di Alessandria che ora è Teodoro II, 118esimo papa della Chiesa copto ortodossa. I copti credono che il Signore sia perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità, ma la sua divinità e la sua umanità sono state unite in una sola natura chiamata “la natura del Verbo incarnato”, due dimensioni (umana e divina) non sono separate. Molti di loro hanno tatuata una croce copta sul polso destro. Gli Zabaleen hanno un forte legame con la religione( i segni religiosi si trovano in manifesti, decorazioni edilizie e stradali). E a causa di questo forte legame che accettano il loro lavoro, poiché credono che sia il loro destino. “Posso dire di NO a Dio? Non avrebbe fatto di me uno Zaballen. Come dice il proverbio: Ognuno ha ciò che è scritto!” 3 Deriva dalla parola Zarrab o Zeriba che significa letteralmente “allevatore di maiali” 4 Wael Salah Fahmia, Keith Sutton, Cairo’s Zabaleen garbage recyclers: Multi-nationals’ takeover, University of Helwan, Cairo, 2005 and state relocation plans
5 ETH Studio Basel Contemporary City Institute, 2010 6 Singolare Wahi = Gente dell’oasi 7 Ragui Assaad, Formalizing the Informal? The Transformation of Cairo’s Refuse Collection System, Journal of Planning Education & Research, vol. 16, 1996, p. 118.
re tutta la spazzatura delle abitazioni, in base a contratti sottoscritti con i proprietari degli appartamenti del Cairo. Ogni famiglia creò un percorso da battere giornalmente in modo da servire tutta la città. Con questo sistema, i Wahiya erano pagati dai proprietari degli alloggi con un piccolo contributo in denaro. Una volta migliorata la loro condizione economica, i Wahiya decisero di traferirsi in città e affittarono le rotte ai nuovi immigrati. Gli Zabaleen giunsero al Cairo intorno agli anni ’40, essi erano un popolo di agricoltori e allevatori di suini. Per procurarsi il cibo da dare ai maiali, iniziarono a comprare l’organico dai Wahiya che poi gli affittarono rotte e mezzi per proseguire la raccolta giornaliera7. Originariamente gli Zabaleen si trovavano a Imbaba ma dal 1972 in poi furono reinsediati a Mokattam, che allora era una zona desertica e periferica della città. La montagna Moquattam è il confine storico del Cairo, la roccia che la compone è calcarea e durante il periodo faraonico(2 500 a.C.), fornì alla città il materiale da costruzione. Le cave, dividono il pianoro in tre parti, quello della Città dei Morti, che è quasi allo stesso livello dell’autostrada e quello di Manshiyat , collocato 30 metri più in alto. Quest’ultimo è separato dall’insediamento di Mokattam , da un salto di quota di 18m , mentre la “Città dei rifiuti” è separata dal resto della montagna, da un dislivello di 30 m. Oltre ad impedire la circolazione pedonale e lo sviluppo orizzontale del quartiere , la montagna Moquattam è soggetta a importanti rischi geologici. La roccia è calcarea, ma contiene delle porzioni argillose al suo interno. L’argilla con calore e umidità, si espande provocando instabilità e quindi il rischio di frana. La prima risale al 1985 , che fu seguita da un’altra nel 1998, dove persero la vita 40 persone e furono distrutti numerosi edifici. All’inizio della sua storia, l’insediamento era composto da baracche costruite con materiali di fortuna, con l’edificazione della prima chiesa copta, avvenuta nel 1974, gli Zabaleen sentirono un maggiore senso di appartenenza a quella terra ed iniziano a costruire le case più stabilmente. Nel 1981 inoltre una ONG stanziò dei fondi con i quali fu permesso agli Zabaleen di allacciarsi alla rete elettrica e fognaria, che già esisteva a Manshiyat Nasser dal 1960. Nel corso degli anni, la forma delle abitazioni si è modificata e adattata alle diverse condizioni sociali ed economiche dell’insediamento e dei governi. Dapprima, le case erano costruite ad un piano, con un cortile per i maiali sul retro e una sola stanza dove si viveva e lavorava. Già nel 1985 fu aggiunto un piano per la separazione delle attività legate ai rifiuti da quelle della vita quotidiana. A causa della mancanza di spazio, le stanze da letto furono sistemate al piano di sopra. Da qual momento in poi, di anno in anno sono stati aggiunti piani da riservare ai
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94
2500 aC
1450
1807
figli che si sposano. Nel 2009, la minaccia di un’influenza suina porta il governo a eliminare 30.000 capi di bestiame degli Zabaleen, a questo sussegue un aumento dello spazio disponibile che viene utilizzato per l’immagazzinamento dei rifiuti separati. La situazione attuale vede case alte da 4 a 7 piani. Il piano terra è utilizzato per lo stoccaggio dell’immondizia ed ha un’altezza maggiore degli altri (5-6m) per permettere l’ingresso dei camion con cui vengono raccolti i rifiuti. Ogni piano è dedicato ad un nucleo familiare, mentre il cortile ed il tetto sono utilizzati per immagazzinare i rifiuti, allevare gli animali(galline, oche, mucche, pecore e maiali) e per lavare la plastica. Sul tetto non può mancare inoltre la voliera dove allevare i piccioni. La morfologia urbana del quartiere è caratterizzata da numerosi spazi aperti, zone non edificate e strade più larghe di quelle di Manshiyat Nasser (2-4m). Questi elementi distintivi sono legati proprio all’attività di raccolta, stoccaggio e riciclo. Le strade larghe servono al passaggio dei camion e dei pick-up. L’asse viario principale del quartiere è El Mokattam, che è anche l’unica via carrabile di accesso allo slum. I camion con i rifiuti entrano a Mokattam da sud-ovest ed escono a nord-est, percorrendo solo questa via. Gli abitanti all’interno del quartiere si spostano a piedi. La strada è utilizzata anche come luogo di lavoro, dopo il passaggio dei pick-up, questa si trasforma in un laboratorio per ordinare e riciclare ma anche per accumulare. Laddove lo spazio interno non è sufficiente, questa è utilizzati come magazzini all’aperto. Le attività di strada sono differenti in base alle diverse ore della giornata. Alle sette del mat-
1907
Timeline dell’espansione geografica del quartiere Manshiyat Nasser e di Mokattam
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1980
2010
tino è occupata solo dai sacchi dei rifiuti separati il giorno prima, mentre i raccoglitori vanno in giro per la città del Cairo a recuperare nuova immondizia. Un’ora dopo i mezzi arrivano pieni di rifiuti ed inizia quindi lo scarico della merce. I sacchi con gli scarti da dividere vengono riposti al piano terra oppure sul tetto, caricati da piccole gru. I sacchi con i rifiuti già separati vengono caricati sui mezzi per essere portati fuori e venduti alle industrie. Alle nove inizia il processo di stoccaggio in strada e nei piani terra di tutti gli edifici. Intorno alle dieci prende avvio anche il processo di riciclaggio nelle officine dotate di macchinari per compattare la carta, smerigliare i tessuti, triturare la plastica, tagliare e fondere le lattine. Stoccaggio e riciclo continuano per tutto il giorno e si concludono con una organizzazione identica a quella descritta, in un processo ciclico infinito. Anche i servizi presenti nel quartiere sono connessi all’attività che vi si svolge. Tra i più importanti ci sono i centri di compostaggio, la piccola industria del riciclo e le quattro scuole del riciclo. Tutti i servizi sono stati costruiti con i diversi programmi della Banca Mondiale che ha fornito i materiali per favorire l’autocostruzione. In particolare il programma della scuola è molto interessante, la struttura offre formazione in cambio di contenitori di shampoo vuoti da rivendere all’azienda produttrice che li riutilizza, guadagnando da questa operazione 10.000 $ all’anno. Alla fine del programma gli studenti hanno le conoscenze necessarie per diventare imprenditori nel business del riciclo, si evita, così ,che i contenitori vengano riempiti con sapone scadente e venduti al mercato nero. Fra i servizi legati alla comunità, si contano un piccolo ospedale, due moschee
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e cinque chiese copte alle quali sono collegate altre funzioni come una sala riunioni, un dormitorio, un edificio amministrativo, un vivaio e uno spazio per curare gli animali.
I disegni mostrano l’evoluzione della condizione abitativa di Mokattam nei vari anni. L’aggiunta di piani è motivata dalla volontà di separare le funzioni di raccolta e stoccaggio dei rifiuti da quelle abitative
“La comunità assorbe enormi quantità di materiali e li elabora in modo che generino reddito, che abbiano un valore. Infine, inviano i materiali lavorati fuori, all’industria. Questa è il più grande alveare di riciclaggio del mondo. Vengono trattate 5 500 tonnellate di rifiuti al giorno, nessun impianto di compostaggio o di riciclaggio municipale, nessun impianto di recupero o discarica riuscirebbe a farlo. Non esiste nessun altro centro del genere nel mondo, e questa catena di riciclaggio no stop è fondamentale per una megalopoli come il Cairo”.8 La gerarchia fra i soggetti coinvolti nel settore dei rifiuti, vede in cima alla piramide gli intermediari (36% della popolazione), questi hanno contatti con le imprese di smaltimento e con le industrie del riciclo, creano i per-
Evoluzione della condizione abitativa
1989 Bagno Cucina Camera da letto
Camera da letto
1972 Cortile per i maiali (Zeriba)
Deposito rifiuti separati
Garage per il pick-up
Stanza per lo smistamento
8 Leila Iskander, ammistratore delegato del C.I.D. Consulting , 2010
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2013
Stalla Deposito
Deposito
Camera da letto
corsi giornalieri e stipulano i contratti con i residenti per il pagamento di un canone. Il loro guadagno è di 15$ al giorno. Ci sono poi gli intermediari o Wahiya (20% della popolazione), il loro lavoro consiste nell’acquistare una parte dei materiali già ordinati e puliti e trasportarla fuori da Mokattam per venderla all’industria del riciclo. Questi arrivano a guadagnare fino a 7$ al giorno. Infine ci sono gli Zabaleen (44% degli abitanti di Mokattam) che sono il gruppo più povero, con un guadagno di 6$ al massimo, ma anche il più numeroso e organizzato. Anche gli Zabaleen sono separati in diverse categorie, tutti gli attori del processo hanno un compito preciso che dipende anche dall’età e dal sesso. I quattro step del trattamento dei rifiuti sono: la raccolta, lo stoccaggio, il riciclo e la vendita. La raccolta è affidata a uomini e ragazzi, che girano le vie della città per ritirare i sacchetti dalle varie abitazioni. Ogni gruppo di raccoglitori serve all’incirca 1.000 famiglie durante le sue 9 ore di lavoro e riesce ad accumulare fino a 5 tonnellate di scarti al giorno. Della selezione e separazione dei rifiuti si occupano le donne e i figli più piccoli. Per circa sei ore questi sono impegnati nella selezione manuale dei materiali che vengono divisi in 16 categorie differenti. Questo è solo uno dei tanti compiti che spettano alle donne, poiché esse devono anche sbrigare le faccende di casa e
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accudire i bambini che le seguono nel lavoro dello stoccaggio. La selezione viene effettuata senza l’ausilio di protezioni, che renderebbero il lavoro ancora più lungo. Sarebbe, quindi, opportuno che la divisione fra organico ed inorganico si effettuasse a monte. Questo diminuirebbe i rischi a cui sono esposti i separatori e anche il tempo necessario per completare il lavoro. Ogni settimana vengono separate quasi duemila tonnellate di rifiuti. Gli scarti presenti in maggiore quantità sono il vetro e l’organico, che dopo l’uccisione dei maiali viene trasportato a Quattameya9. I raccoglitori trasportano la spazzatura separata nelle fabbriche di riciclaggio sparse per Mokattam. Queste piccole imprese sono a conduzione familiare e ogni fratello si occupa di uno step della lavorazione. Le varie famiglie si specializzano in un materiale diverso (PET, plastica, carta, alluminio) e quindi in ogni casa si trovano macchinari differenti a seconda del rifiuto trattato. La plastica viene frammentata , lavata e ordinata per venderla ai commercianti di Mokattam, la carta viene tritata e imballata. Alcuni riciclatori riescono a lavorare il materiale per ottenere il prodotto finito, ma questo dipende dai mezzi economici e dallo spazio che le famiglie hanno a disposizione. Un laboratorio, infatti, per contenere i macchinari e il materiale stoccato deve essere grande almeno 100 mq. Queste piccole officine si organizzano intorno alle case dei raccoglitori in modo che il passaggio di materiali non sia troppo faticoso. I riciclatori accumulano i rifiuti per una settimana, finché non sono abbastanza per essere venduti ai commercianti. Il loro lavoro consiste nell’acquistare una parte dei materiali già ordinati e puliti e trasportarla fuori da Mokattam per venderla all’industria del riciclo. Hanno quindi bisogno di mezzi di trasporto molto grandi e di uno spazio per l’immagazzinamento , spesso infatti i commercianti non vendono subito i materiali acquistati, ma li accumulano per far salire il prezzo di mercato. Essi trasportano anche i rifiuti residui a Quattameya e sono il reale collegamento del quartiere con l’economia egiziana. E’ possibile individuare la collocazione dei vari soggetti attraverso l’osservazione delle case. Tutte le abitazioni senza zeriba (cortile per i maiali) sono quelle dei riciclatori e commercianti, queste si concentrano ad Al Mokattam e nella zona sud-est. Al confine con il pianoro, a ridosso della montagna, abitano i raccoglitori che possiedono le case in condizioni peggiori e più a rischio di crollo. Dati tutti i problemi che affliggono il quartiere abusivo e la centralità della terra su cui è costruito, il governo sta da tempo cercando di spostare i residenti, peggiorando innanzitutto la loro condizione economica e rendendo difficile la gestione del quartiere e del ruolo di spazzini informali. Per
0 10
50 M
Confronto fra la morfologia urbana di Manshiyat Nasser e Mokattam.
9 Quattmeya è un grande centro di compostaggio fuori dall’insediamento
fare questo, nel 2004 la raccolta dei rifiuti è stata affidata a imprese private che non riescono, però, a gestire correttamente l’immenso quantitativo di rifiuti prodotti in città. Con la privatizzazione gli Zabaleen potrebbero perdere il loro sostentamento, oltre che i soldi investiti per ingrandire le case e acquistare mezzi di lavorazione e trasporto. Per contrastare la volontà del Governo, alcune ONG hanno proposto la costruzione di scuole, ospedali, parchi e bambinopoli. La popolazione necessità di aree multifunzionali per l’intrattenimento, la socializzazione e per lo svolgimento delle attività culturali. È dal rispetto di queste esigenze che si sviluppa il programma funzionale del mio progetto. Un progetto che utilizzando uno spazio di scarto ed evitando la saturazione di aree utili all’attività del riciclo, riesce ad aumentare i servizi di quartiere e collegare Mokattam a Manshiyat Nasser.
Sezione di una ipotetica dispozione dei rifiuti per migliorare la salubrità delle case, separando completamente lo spazio dedicato ai rifiuti da quello dedicato alle attività quotidiane
SPAZIO PRIVATO
ABITAZIONE RIFIUTI
01
10M
99
100
WASTELAND Progettare sugli scarti
Così come fanno gli Zabaleen, il progetto si adatta ad una condizione estrema, di margine e lo fa utilizzando uno spazio sprecato, di scarto. L’economia degli Zabaleen è un’ economia sostenibile e autosufficiente. Nonostante la grande quantità di materiale necessario per la costruzione di questi nuovi edifici (che potrebbe essere fornito dalle ONG) anche il mio progetto può definirsi sostenibile. In primo luogo perché utilizza tecniche e materiali già impiegati e facilmente reperibili dalla popolazione e in secondo luogo perché può essere auto costruito, seguendo il modello di progettazione detto bottom-up.[1] [2] Una volta individuate le principali problematiche presenti a Mokattam, ovvero l’impossibilità di espansione orizzontale dell’insediamento e il suo isolamento geografico, ho identificato 8 aree “libere” a ridosso del costone roccioso. Le aree ben si prestano all’inclusione di nuove costruzioni, aree che sia per il pericolo di frana della roccia che per il poco spazio a disposizione, gli abitanti del quartiere non hanno occupato con le loro costruzioni. Queste hanno il compito di collegare l’insediamento ad ovest con Manshiyat Nasser e ad est con la montagna senza saturare lo spazio a disposizione dei due quartieri, ma sfruttando una porzione di terreno che non sarebbe mai stata costruita. Per porre rimedio all’annoso problema delle frane, urge inoltre la progettazione di un intervento geotecnico tutt’intorno al perimetro del pianoro roccioso3. Seguendo il modello sopracitato solo una delle 8 zone è stata progettata. Ho scelto la più grande e meglio connessa area delle quattro disponibili ad est, ritenendo prioritaria la connessione dei due quartieri.
1 I modelli bottom-up è una strategia di elaborazione di una o più informazioni e di gestione delle conoscenze. Questa metodologia è adoperata per analizzare situazioni problematiche e costruire ipotesi adeguate alla loro soluzione. Per progettare con il sistema bottom-up, parti individuali di un sistema sono specificate in dettaglio e poi riconnesse in modo da formare una struttura più grande e completa. Le strategie di intervento che utilizzano questo modello sono basate sulla conoscenza di tutte le variabili che condizionano gli elementi del sistema. 2 Adam Maria Gadomski,Top-down Object-based Goal-oriented Approach ,TOGA meta-theory, 1994 3 Leila Iskander, ammistratore delegato del C.I.D. Consulting , 1994
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Impossibilità di espansione orizzontale e verticale dell’insediamento
1998
300 000 abitanti
30 minuti
2013_ 5/6 piani
2009
30 000 abitanti dopo l’influenza suina
60 minuti
2027_10 /12 piani
Il disegno mostra l’impossibilità di sviluppo verticale del quartiere Mokattam .
4 Questo è costituito da una serie di micropali tubfix innestati nel terreno ad una distanza di 1m dal bordo dello strapiombo e ad una profondità di 1,5 m. I micropali sono riempiti di malta che espandendosi , li fissa alla roccia. Questi sono distanziati fra di loro 1m. Un cordolo in c.a., come offset del costone roccioso, ospiterà una paratia tirantata e i buchi di drenaggio. I tiranti saranno distanti 3m e infilati nel terreno per una lunghezza di 25m.
2013
La popolazione di Mokattam sale a 60 000 abitanti
Non si possono costruire altri piani
2030
L’edificio multifunzionale si adatta alla topografia del luogo, appoggiandosi alla roccia sul fianco est. La posizione geografica dell’area ha suggerito un programma funzionale di servizi di quartiere, utili ad entrambe le porzioni di insediamento e ad una presenza di numerosi spazi aperti totalmente assenti a Manshiyat Nasser. Le terrazze progettate sul piano calpestabile del primo livello, potenziano gli spazi disponibili di Mokattam e potrebbero essere utilizzate, oltre che per le attività di svago e socializzazione, per altre attività commerciali non legate all’industria del riciclo, come piccoli mercati all’aperto. L’impianto del progetto consta di tre blocchi su tre livelli, connessi fra di loro da due corpi scala, quattro ascensori e una lunga rampa (180 m). Questa passerella, che in un tratto s’insinua dentro l’edificio ed accompagna ad una terrazza coperta, permette di attraversare longitudinalmente tutto il complesso, superando il salto di quota di 18 m. Una volta costruita la struttura intelaiata e i collegamenti verticali in calcestruzzo armato, solai e tamponamenti possono essere costruiti per step, in base alle esigenze economiche e sociali della popolazione. I blocchi hanno, infatti, tre funzioni diverse che se unite alle altre potenziano la loro utilità ma possono anche essere fruite singolarmente. Il blocco a sud-ovest è dedicato alle funzioni sportive e comprende una palestra ed un piccolo campo poliva-
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Soluzioni/Azioni Strutture per la messa in sicurezza della roccia Collegamenti verticali per permettere l’espansione dell’insediamento
Collegamenti verticali per favorire la circolazione pedonale da Mokattam a Manshiyat Naser e viceversa così da limitare l’isolamento e l’emarginazione degli Zabaleen
lente, gli spogliatoi ed i servizi sono ricavati sotto gli spalti per il pubblico. Questo è il più grande dei tre blocchi e per questo accoglie le attività legate allo sport che hanno bisogno di ampi spazi. Tutto il primo livello è, infatti, un piccolo campo polivalente a doppia altezza, completamente aperto. Il livello sottostante ospita la palestra, dove possono essere svolte più attività contemporaneamente grazie a pannelli e binari scorrevoli che dividono gli spazi secondo le esigenze. Il secondo volume, più stretto e lungo, si spezza al centro per seguire la curva del pianoro roccioso e ospita le funzioni scolastiche per potenziare la scuola del riciclo, con un numero maggiore di classi, corsi e laboratori. Sullo stesso livello si trova anche la mensa che può essere utilizzata dalla popolazione come caffetteria, questa ha anche uno spazio semi-aperto al livello fuori terra. Due delle tre aule destinate alla scuola dell’infanzia, si trovano su un livello intermedio Nello spazio residuo fra il solaio delle due aule e quello del primo livello è stata ricavata una terrazza coperta a cui si accede solo dalla rampa e che si affaccia sul corridoio di distribuzione della scuola. Si ottiene così, in ogni parte della struttura una spazialità fluida, sempre a contatto con il resto dell’edificio e con l’intorno. Il terzo volume, che in parte abbraccia quest’ultimo, si allarga su Manshiyat Nasser con un angolo molto acuto , come un invito a prendere la lunga scala ancorata sul lato sud del blocco e fruire degli spazi culturali . Una biblioteca a doppia altezza e un piccolo auditorium che potrebbe essere utilizzato anche per le riunioni di quar-
Muro di contenimento, paratia tirantata e micropali Tubfix, da collocare lungo tutto il perimetro roccioso a riscio di crollo
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CHIAVE DI LETTURA Autostrada Pertinenze progetto Strada carrabile Sovrapassaggio
Progetto futuro/funzioni pubbliche Progetto futuro/ funzioni industriali Progetto costruito/ funzioni pubbliche
Manshiyat Nasser Mokattam Servizi Centro di compostaggio Scuola del riciclo Industria del riciclo
SCALA 1: 5000
104
tiere che già si svolgono a Mokattam. Una parte dell’edificio, quella destinata alla scuola superiore, non è stata progettata. E’ questo uno spazio in divenire che potrà essere costruito ed articolato dalla popolazione stessa grazie a programmi di progettazione partecipata, in atto nel quartiere. Il leitmotiv del progetto è l’apertura. Un edificio che vuole connettere due porzioni di slum con cultura e religione differente, deve riuscire a trasmettere il senso di questa operazione a livello simbolico, ma deve anche prendere in considerazione elementi concreti, come la temperatura, la luce e l’aria del luogo per fornire una reale inversione di tendenza all’insalubrità dilagante. Per questo tutti gli spazi sono “traspiranti” in modo da permettere alla luce e all’aria di circolare per tutto l’edificio. I tamponamenti, rigorosamente in legno, già utilizzato per costruire le voliere, sono composti da sistemi mobili che permettono di sfruttare al meglio le condizioni climatiche esterne e modificare anche la percezione degli spazi, che saranno così più o meno illuminati a seconda dall’attività svolti all’interno. Quest’ apertura si ritrova anche nella divisione degli spazi, una serie di porte e pareti scorrevoli che danno la possibilità di ottenere ambienti unici e permettono agli utenti di circolare liberamente all’interno dei vari blocchi. La destinazione d’uso del progetto è diretta conseguenza delle riflessioni e delle considerazioni fatte fino a questo momento. La filiera del riciclo spontaneo di Mokattam sarà sempre più numerosa a causa della crescita incontrollata della popolazione che dal 2009 ad oggi si è raddoppiata. Un domani i rifiuti potrebbero essere troppi da riciclare. Un loro uso alternativo (riuso) permetterebbe di smaltirne una parte e di avvicinare la popolazione alla progettazione partecipata e creativa. Un semplice esempio di riuso creativo è l’utilizzo di gomme per auto come fioriere, dove piantare piccoli alberi e piante autoctone e contrastare la quasi totale assenza di verde controllato nel quartiere. Questi grandi vasi potrebbero poi essere colorati per un aspetto più vivace. Nei due corpi scala, unici elementi tamponati con muri pieni, le aperture potrebbero essere create con l’uso alternativo di vari oggetti come pneumatici, cerchi di biciclette, bottiglie, lattine, cestelli per lavatrici. Questi costituirebbero la cornice della bucatura definendone il diametro e la profondità. L’idea di creare bucature circolari non è casuale, ma s’ispira alle antiche voliere. Enormi strutture in fango e paglia, in cui tutte le aperture per i piccioni , erano create utilizzando suppellettili cilindriche(vasi in terracotta). Oggi a Mokattam le voliere sono realizzate in legno con una tecnica di costruzione molto antica che si conserva ancora oggi. Alcune delle pareti divisorie, che non chiudono spazi di servizio, potrebbero essere costruite utilizzan-
Programma funzionale del progetto . Il disegno permette di numerare gli ambienti in base alla loro destinazione d’uso e di conoscerne le relative superfici
SI1
C4 CS1 U1 S3 S3
CS3
C4 C4
C4 Uffici palestra 10mq _ U1 , Uffici asilo 16 mq _ U2 Uffici biblioteca 37 mq _ U3
B1
Uffici
SI2 U2 S2
Auditorium
CS1
Sala conferenze/Spettacoli 88mq _ A1 Zona relax _ A2 Servizi Spogliatoi 72 mq _ S3, Wc 30mq _ S4 , Wc 54mq _ S5
CS3 C1
S2
Aule 20mqx3+18mq _ SI1 Bambinopoli 76mq _ SI2
B2
Spazi scuola dell’infanzia
C2 C3
Cucina/Spazio ristoro 63mq _ M1 Spazio ristoro 22mq _M2
SI1
C2 S5
Caffetteria_ Mensa
M1
Corpo scala 30mq _ CS1 Corpo scala 31mq _ CS2 Ascensore 8mq _ CS3 Ascensore 4mq _ CS4
SI2
CS1
Distribuzione verticale
M1
Aule 63mq+50mq _ SS1 Laboratorio 85 mq _ SS2
T2
Spazi scuola superiore
C1 S4 S4 CS2 S4 C1
T2
Collegamenti piano -1_79 mq _ C1 Collegamenti piano 0_ 93 mq _ C2 Collegamenti piano 1_ 45 mq _ C3 Rampa 150mq _ C4
A2 CS2
Distribuzione orizzontale
SS1 S5 S5 U3
M2
Sala lettura 128 mq _ B1 Passerella 88 mq _ B2
C2 CS2
Biblioteca
SS1
Palestra_ 188 mq _ S1 Campetto_ 194 mq _S2
T2
Spazi per lo sport
Terrazza coperta_ 42 mq _ T1 Terrazze_ 614 mq _ T2
Spazi aperti _Terrazza coperta
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T2
T2 C3
C2 SS1 S3 S3
A1 C2 S4S4 C1 T1 S1
C4
CS4
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Tamponamenti in legno
Schermature con banner in PVC
do una parte dei rifiuti raccolti ogni giorno, come le bottiglie in PET. Impilando 20 bottiglie tagliate a metà, incastrate una dentro l’altra, si ottiene un modulo in plastica alto 3 m. Una barra filettata passerà attraverso il buco del tappo e anche attraverso un telaio in legno precedentemente forato. Stringendo un dado intorno alla barra filettata il modulo è fissato al telaio. Se si vuole ottenere una parete schermata, visivamente, si possono riempire le bottiglie di sabbia. Un altro sistema per dividere ambienti comunicanti senza la presenza di uno schermo fisso, è l’utilizzo di lattine in alluminio. Queste, tenute assieme dalla stessa fascetta in PET con cui vengono distribuite, e fissate ad un sistema di scatolari scorrevoli in alluminio costituiscono una parete mobile, leggera ma solida. Tutte i muri di tamponamento che invece sono pieni, potrebbero essere rivestiti con i tappi delle bottiglie. Questa operazione oltre a far risparmiare sulla pittura, isola maggiormente le pareti sia dai rumori che dal calore poiché crea un nuovo strato sulla parete. Incollare i tappi sui muri permette di creare un’infinita varietà di texture e disegni colorati in linea con la destinazione d’uso del progetto, quella di scuola dell’infanzia e dell’adolescenza. Alcune parti dell’impianto sono all’aperto, le alte temperature del luogo impongono la presenza di sistemi schermanti per la luce zenitale. Questi “tendoni”, potrebbero essere costituiti da contenitori in plastica vuoti( bi-
Bucature con oggetti circolari
Fioriere con pneumatici
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Parete con bottiglie in PET
Parete con lattine in alluminio
Parete con tappi di bottiglie
Glue
Dettagli dei singoli interventi di riuso creativo messi in opera nel progetto e costruiti dalla popolazione grazie a programmi di progettazione partecipata
4 Leila Iskander, ammistratore delegato del C.I.D. Consulting , 1994
doncini del detersivo). Gli oggetti sarebbero legati fra loro, senza bisogno di fori, e messi assieme a formare una tenda, possibilmente selezionando oggetti di colore simile per creare anche una uniformità cromatica. Gli obiettivi del progetto sono quindi due, ben distinti e solitamente opposti: lo sviluppo e la conservazione. Tutti gli equilibri del quartiere non vengono in alcun modo stravolti dalla presenza dell’edificio, poiché esso satura uno spazio di scarto adattandosi al luogo. Impiega tecniche e materiali già in uso nel quartiere e non introduce attività estranee alla popolazione ma fornisce spazi, dove queste possano essere svolte in maniera più adeguata. Un’osmosi di tutti gli elementi architettonici e sociali, permette di migliorare le condizioni della popolazione ma soprattutto di riscattare l’immagine che gli Zabaleen hanno di se stessi e che il resto degli abitanti hanno di questo insediamento informale dove si accumula la spazzatura. Grazie alla scuola del riciclo, gli Zabaleen saranno istruiti ad un riciclo consapevole e non solo di sopravvivenza, non si sentiranno più distanti dalle altre comunità e potranno avere delle loro personali idee sul business del riciclo e sul riuso di materiali di scarto. “Da allevatori di maiali sono diventati operai. Da netturbini oppressi si sono trasformati in abili imprenditori”.4
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CONCLUSIONI
L’antico concetto platonico di eudemonia, cioè “La buona composizione di tutti i beni, qualità sufficiente per vivere bene, perfezione in materia di virtù e risorse sufficienti per tutte le creature viventi”. 1 Si traduce nella moderna nozione di qualità della vita o vivibilità. Questo fattore, che classifica le città in base ad un numero consistente di dati e informazioni, può essere per certi aspetti , fuorviante. Infatti, mentre gli indici economici sono facilmente misurabili, poiché si riferiscono a dati visibili e oggettivi; gli indicatori sociali, quali, sicurezza , libertà politica, salute fisica, accesso all’istruzione e soprattutto inquinamento, sono più difficili da misurare. Per fare un esempio, basta citare il caso di Basilea.2 Questa è una delle città europee che ricicla il maggior numero di rifiuti. La città ha 170.000 abitanti che producono 1,99 kg di rifiuti a persona per un totale di 338 tonnellate al giorno. Il governo ha previsto l’utilizzo di sacchetti diversi, a seconda del materiale, che vengono raccolti casa per casa. Il materiale accumulato viene trasferito nei centri di riciclaggio mentre i rifiuti domestici vengono bruciati per produrre energia. Nonostante tutti questi accorgimenti e politiche di gestione controllate e organizzate, Basilea ricicla solo il 60% dei rifiuti prodotti. Tenendo in considerazione i differenti fattori
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3 J. Scanlan , Spazzatura, pag.16.
sociali, come popolazione (diciassette milioni) e quantità prodotta di rifiuti (ottomila tonnellate al giorno), questa percentuale sembra quasi ridicola se paragonata a quella del Cairo (85%). Eppure fra le nazioni elencate in cima alle classifiche mondiali figurano sempre le città del Nord Europa mentre fra le nazioni che ancora si collocano agli ultimi posti si trova soprattutto l’Africa. Spesso il concetto di vivibilità è associato a quello di sostenibilità ambientale e di sviluppo sostenibile, in relazione alla limitatezza delle riserve energetiche e degli effetti negativi di tante tecnologie moderne sull’ambiente naturale. Anche di fronte a questo concetto il singolo caso di Mokattam sembra essere calzante poiché sviluppa un’economia sostenibile, dando una seconda vita ai materiali che andrebbero altrimenti dispersi nell’ ambiente. Di certo, i più saranno stupiti dai risultati ottenuti dall’analisi di dati e variabili. È stato proprio questo lo scopo della mia ricerca: mettere in luce aspetti disattesi e imprevisti e fornire spunti per una valida riflessione generale che coinvolga tutti i paesi dove non sono presenti politiche sulla gestione dei rifiuti. Per evitare che “…con gli scarti respinti nel passato e immaginazione e desideri proiettati verso il futuro, la spazzatura venga ignorata dalla storia e dalla memoria” 3
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CREDITI Omar Nagati May Sherif Khalil F. Shaat Francesco Giusti Mohamed A. Salheen Sandeep Pendse Miriam Bodino Rita Petrilli Serena Scalia Joachim Mitchell
RINGRAZIAMENTI Ringrazio e dedico questo traguardo alla mia famiglia, Mamma Pina, Papà Saro, Fratello (m’bare amore) Luigi, che con perseveranza mi hanno sostenuto e mi sosterranno per sempre. Ringrazio Ted che con forza e simpatia mi ha insegnato a non mollare e ad affrontare gli ostacoli con leggerezza. Ringrazio(in ordine sparso) tutti coloro che mi hanno supportato e sopportato sempre. Gli amici di una vita, Giordana (Giuda Frenzis),Adriana (Adriella o Piripì Piripò), Lucia (Lulla), Mariarita(Mery Sbrenzis e mille altri), Ina(Inetta), Marzia(Merpions), Giuseppe (Papi Messi), Giuseppe (N’ti), Antonio, Marco, Tanino I compagni di questa lunga avventura che spero ci saranno sempre. Danilo (Denilos), Chiara (Clarens), Beppe(Pets), Guido (Guidume),Giovanni (Giovannazzo o JB),Alessandro (il lordo),Andrea(l’Animale), Marco(Marcuccio), Dario(Derio), Peppe(Spicci), Claudio (Claude), Federica( La Miranda) , Gianluca (il porcone), Alessandro(il bello), Giulia(Giulietta), Donatella(Donuccia), Miriam (Miriana),Ilenia(Zia Ile), Benedetto (Benny), Sebastiano, Roberta(Billa), Andrea , Peppe(u longu). Ringrazio Serena per i suoi preziosi consigli Ringrazio Dario e Claudia per l’aiuto e il supporto morale Ringrazio Prof. Navarra e Paolo Tringali per avermi accompagnato in questo percorso Ringrazio la mia volontà per non avermi abbandonata!
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