Nuoto gennaio 2013

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nuoto

Anno 3| numero 3

AZZURRO

SCOZZOLI


Sommario

sommario sommario somm in primo piano

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L'ora del riscatto per Fabio Scozzoli

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Daniel Guyrta, una rana imperiale

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Il fattore K in vasca corta

di Alberto Dolfin

di Alberto Dolfin di Alberto Dolfin

spazio azzurro

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Lo slancio di Stefania Pirozzi

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Azzurra da favola

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di Sonia Arpaia di Luca De Matteis

giovanile Mattia Zuin a caccia del bis di Andrea Masini

salvamento

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Una stagione senza sosta

di Alberto Dolfin

di Alberto Dolfin

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Il ritorno di Francesco Bonanni

14

26 38

Direttore responsabile Walter Perosino Direttore amministrativo Monica Gini Redazione Corso Mediterraneo 67 Torino Fax 011 500008 info@solomagazine.it

i nostri collaboratori: Sonia Arpaia, Cristina Chiuso, Alessandro Ciccone, Andrea Ciccone, Luca De Matteis, Alberto Dolfin, Andrea Fioresino, Francesca Galluzzo, Andrea Masini Contributo fotografico Francesco Alessandro Armillotta, Giorgiana Emili, G.Scala/Deepbluemedia, Getty Images, Andrea Masini, Photostudiodedonato

progetto grafico Simone Caltabiano / Claudia Rubiu Realizzazione grafica Claudia Rubiu / Talia Verlato solomagazine Nuoto è una produzione

Anno III, numero 1 GENNAIO 2013 Autorizzazione del Tribunale di Torino n.ro 8/11 del 25 gennaio 2011

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Sommario acque libere

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Lo squalo Federico Vanelli

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Guida ai cimenti invernali

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di Andrea Masini di Francesca Galluzzo

master

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Il veterano Elios Rissone

di Alessandro Ciccone

di Alessandro Ciccone

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Un 2013 da vivere

le nostre societĂ

70 Centro Nuoto Nichelino 72 Nautilus Roma 74 Nettuno Palmi

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le rubriche Fast Lane di Cristina Chiuso

76 Al cuore del nuoto

60

di Andrea Ciccone

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L'ora del riscatto Fabio Scozzoli, fresco del titolo mondiale in vasca corta, vuole cancellare la delusione olimpica: «Quella di Londra è una cicatrice che non si è rimarginata, ma per Rio non cambierò nulla» di Alberto Dolfin / foto Francesco Alessandro Armillotta e Andrea Masini


Una rana imperiale Daniel Gyurta ha vinto tutti i titoli possibili diventando il massimo interprete dei 200 con uno stile regale: Non è facile essere il favorito perchÊ tutti vogliono battermi, fa parte dello sport ma io penso di potermi difendere alla grande di Alberto Dolfin / foto Getty Images


in primo piano «Mi sono affinato facendo molto lavoro subacqueo sin dall’inizio in modo da guadagnare la massima velocità e la spinta più efficace. Devo ammettere anche di aver imparato molto osservando uno dei miei più grandi avversari, il giapponese Kitajima»

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n questo millennio, Domenico Fioravanti e Kosuke Kitajima sono stati i grandi dominatori della rana internazionale. Alle loro spalle però, cresceva un fenomeno capace di conquistare ogni titolo possibile e di trasformarsi da terzo incomodo a numero uno assoluto. Con i due successi del 2012, all’Olimpiade di Londra e ai Mondiali in corta di Istanbul, Daniel Gyurta ha vinto tutto quello che c’era da vincere nei 200 rana. Una gara, quella più lunga di questo stile artistico, che il ventitreenne magiaro interpreta con un classe ed eleganza ineguagliabili. «La vittoria della scorsa estate ai Giochi ha rappresentato senza dubbio il momento più bello della mia carriera, in questo modo sono riuscito a tenere alto l’onore del mio paese, che ha sempre avuto una grande tradizione nel nuoto», comincia a raccontare Gyurta. Per l’occasione, oltre a negare il tris olimpico a Kitajima, l’ungherese era riuscito anche a realizzare il nuovo record del mondo (2’07”28), un tempo che però è stato battuto un mese dopo da un altro giapponese, il giovane Akihiro Yamaguchi (2’07”01). Un piccolo intoppo, ma non mancheranno le occasioni per riprendersi anche questo primato. Intanto, dopo il sigillo a cinque cerchi, Gyurta si è tolto la soddisfazione di vincere anche l’ultima medaglia mancante nel suo carniere, l’oro iridato in vasca corta. A Istanbul, nessuno è riuscito nemmeno lontanamente ad impensierire la splendida cavalcata del ranista di Budapest: «Due anni fa, a Dubai, avevo terminato secondo alle spalle del giapponese Tomita, per cui sono contento di essere riuscito a completare l’opera il mese scorso. Non è facile essere il favorito, ora che sono campione olimpico e mondiale in carica, tutti vogliono battermi e non ci stanno a perdere. Però questo fa parte dello sport e penso di potermi difendere alla grande». Il segreto è tutto nella straordinaria tecnica di scivolamento, che l’un-

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Daniel Gyurta consegna una copia della sua medaglia d'oro olimpica al fratello di Alexander Dale Oen, Robin gherese è riuscito a mantenere anche nel bacino più stretto. «Quando ero piccolo, ero seguito da Jozsef Nagy, un tecnico che ora allena i ranisti canadesi. Lui mi ha insegnato moltissimi trucchi per migliorare la mia tecnica nello scivolamento tra una bracciata e l’altra e nel movimento subacqueo subito dopo le virate - racconta Gyurta -. Tra i quattro stili, la rana è il più tecnico e difficile da esprimere alla perfezione. Non esiste una nuotata ideale, ognuno deve capire qual è il tipo di rana che gli si addice di più ed adeguarla alle proprie caratteristiche. Per

ottenere un risultato ottimale, cerco sempre di visualizzare in allenamento i movimenti da fare in gara. In più, ho imparato moltissimo facendo molto lavoro subacqueo sin dall’inizio, per tenere il corpo nella migliore posizione al di sotto della superficie, in modo da guadagnare la massima velocità e la spinta più efficace. Devo ammettere anche di aver imparato molto osservando uno dei miei più grandi avver-

sari, ovvero il giapponese Kitajima». L’ungherese ha conosciuto l’imperatore nipponico molto presto, ad Atene 2004, quando pur essendo ragazzino sbucato quasi dal nulla riuscì a salire sul podio olimpico, presentandosi a tutti con una strepitosa rimonta nella seconda parte di gara che lo condusse fino all’argento. Cinque anni dopo, sarebbe arrivato il titolo che l’avrebbe lanciato definitivamente nel gotha della rana internazionale: l’oro mondiale di Roma 2009. Da lì è cominciata la cavalcata che l’ha portato ad essere, senza possibilità d’appello, il sovrano dei 200 rana. E dire che anche i 100 non gli vengono poi così male. A Londra, infatti,

Gyurta ha terminato al quarto posto a soli quattro centesimi dal bronzo dello statunitense Brendan Hansen. Consapevole dei suoi mezzi, il ranista che va pazzo per la Formula 1 e ammira il ferrarista Fernando Alonso, non si siede sugli allori e guarda avanti. «Ora sono un po’ più famoso in Ungheria, mi fermano per strada, concedo qualche intervista in televisione e sono davvero felice che il duro lavoro di questi anni abbia pagato con i risultati. La rana si è evoluta molto in questi anni in cui gareggio ad alto livello, ma sono sempre riuscito a restare un passo avanti rispetto ai miei avversari. Ora devo migliorare l’apporto della mia bracciata perché ho intenzione di vincere anche

la prossima Olimpiade, a Rio. Magari, cercherò di raccogliere qualcosa in più nei 100, cercando di acquistare una maggiore rapidità». Il gesto più bello della sua carriera però, Daniel Gyurta l’ha compiuto soltanto pochi giorni fa. In occasione della premiazione degli atleti dell’anno ad Hamar, in Norvegia, il campione di Londra 2012 ha regalato una copia della medaglia olimpica a Robin Dale Oen, fratello di Alexander, ranista scomparso improvvisamente il 30 aprile dello scorso anno a nemmeno ventisette anni. Lo stile del campione non si riconosce soltanto tra le corsie ed un ragazzo come il fuoriclasse magiaro lo ha dimostrato una volta di più.

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Stefania Pirozzi traccia il bilancio di una stagione che le ha regalato tanto e mette nel mirino i prossimi obiettivi: «Vado avanti convinta di quello che voglio e che so fare» di Sonia Arpaia / foto Andrea Masini

«Un anno da urlo»


Il ritorno di Bonanni Il ventiduenne delle Fiamme Oro, ex primatista mondiale dei 100 pinne, si candida per l’azzurro dopo aver recuperato dall’infortunio alla spalla di Alberto Dolfin / foto Francesco Alessandro Armillotta


Lo squalo Vanelli Il tatuaggio maori sul pettorale sinistro fotografa la voglia di successo del lombardo trapiantato a Roma: «Farò di tutto pur di salire sull’aereo per Barcellona e vivere il battesimo in campo iridato»

Testo e foto di Andrea Masini


Il veterano Elios

Il torinese Rissone si allena tutti i giorni ed è uno tra i più assidui frequentatori delle gare M75: di Alessandro Ciccone / foto Francesco Alessandro Armillotta «E' la mia medicina, se non nuoto comincio ad avvertire vari malanni fisici»


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