In copertina foto di Roberto Chiovitti Modello Ivano Marino Abiti Rufskin 11 12 18 24 26 28 36 42
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EDITORIALE IL PERSONAGGIO Raoul Bova. MODA & TENDENZE Costumi di Savio Fasano. INTERVISTA Gerard Depardieu. IN VIAGGIO CON Ivano Marino. STORIA DI COPERTINA Israele, molto più che un benvenuto. ARTE & CULTURA Genesi di Sebastião Salgado. CINEMA Grace Kelly, principessa si diventa. In Puglia sulle orme di Ferzan Ozpetek. PAROLE IN VIAGGIO New York: viaggio nella Grande Mela. VIAGGI Indonesia, scrigno segreto. Nuova Caledonia, l’isola più vicina al Paradiso. Caraibi “Il vecchio e il mare”. Miami Winter Party spegne 20 candeline. CURIOSITÀ & ATTUALITÀ DI VIAGGIO L’effetto OuO: Esperienze, emozioni e condivisioni da meraviglia. Archeologia Industriale. PUBBLI-REDAZIONALE Denver: La Queen City of the Plains. ARCHITETTURA & DESIGN Tendenze Eco Design. Il lusso ha le curve al Marques de Riscal Hotel.
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82 ELOGIO DEL SUPERFLUO 84 A TAVOLA Alessandro Borghese. Pop e Gentiluomo. 87 VIAGGI & TECNOLOGIA What’s App. 88 EVENTI Luglio/Dicembre 2013 90 CONTROEDITORIALE Elenco del perché con la cultura si mangia.
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colophon DIRETTORE EDITORIALE: Alessio Virgili CAPO REDATTORE: Letizia Strambi GRAFICA & IMPAGINAZIONE: Studio Grafismi - Donatella Ferrucci STYLING & ART DIRECTION: Alessio Virgili e Andrea Cosimi HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Mauro Fanfoni, Gianluca Miserendino. FOTOLITO & STAMPA: Artigrafiche Srl
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Sonders and Beach Italy S.r.l. Sede di Roma - Via della Consulta, 52 - 00184 Sede di Milano - Via Mauro Macchi, 8 - 20124 P.IVA/Codice Fiscale n. 05592970965 Iscrizione ROC Lombardia n. 21970 ISSN 2281 – 6186 Quiiky
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Divide et impera
Il 70% del Patrimonio Culturale del Pianeta è in Italia. Nel 2013, il nostro Paese sta riscontrando un -5% di arrivi turistici nel primo trimestre secondo l’Osservatorio Nazionale del Turismo. Due dati in contraddizione.
Una contraddizione che leggiamo da anni come imprenditori, anticipandone, con proiezioni, le conseguenze, in cerca di soluzioni a noi palesi, soprattutto in un periodo di crisi. Invece il Turismo non è ai primi posti delle agende istituzionali, sia politiche che amministrative. Basti vedere l’importanza che gli ultimi governi hanno riservato al Ministero del turismo: o non c’era, o c’era ma senza portafoglio, o non è assimilato a un concetto industriale di prodotto, necessità inequivocabile per il peso che ha nel nostro PIL. La nostra immagine all’estero è frammentata grazie ad una legge costituzionale che impone la delega del turismo alle Regioni. Pertanto assistiamo a uffici di rappresentanza turistica in Paesi stranieri sdoppiati, a presenze disorganizzate e scoordinate alle fiere internazionali, in nome di Regioni o Comuni che i turisti stranieri spesso nemmeno conoscono. Sprechi ingiustificati. La politica purtroppo ritiene che l’Italia non abbia bisogno di essere promossa. Sembra incredibile che Roma possa pensare che avendo il Colosseo sia ancora la meta più ambita al mondo: viaggiare è alla portata di tutti, i costi si sono abbassati e ci sono molte altre destinazioni che mettono a disposizione un’offerta turistica di forte attrattività con una raggiungibilità semplificata.
A ciò si aggiunge la scarsa preparazione di parte di coloro che lavorano in questo comparto, vuoi per l’assenza di scuole professionali adeguate e vuoi per lo spirito di improvvisazione italiano che ha esiti talvolta approssimativi nell’accoglienza. La Spagna negli anni passati ha investito molto nel turismo, in particolare nella formazione. Il risultato è che difficilmente vi capiterà di essere servito da un cameriere che mette il dito nella pietanza e non capisce l’inglese.
La crisi ha inoltre deformato ultimamente la cultura dell’accoglienza che ci ha sempre distinto facendo prevalere lo spirito di sopportazione nei confronti del “turista invasore”. Sono tornate in auge metodologie che sembravano estirpate, quelle di voler “sfruttare” il turista, danneggiando enormemente l’immagine all’estero dell’Italia, con pranzi da E500, gite in gondola da E800, lattine di Coca Cola da E50. L’Italia deve alzare la testa e rimboccarsi le maniche. Il turismo può davvero risollevare questo Paese ridando dignità alla nostra immagine e lavoro ai giovani. Un lavoro bello, proficuo e stimolante. Non possiamo più aspettare che le Istituzioni cambino questo Paese. E’ compito nostro. Dobbiamo unirci nominando rappresentanti dei nostri bisogni, abbandonando l’interesse particolare per quello comune, a differenza di quello che avviene ora con tante associazioni di categoria divise da interessi circoscritti e chiusure. Invece, in ogni città, le aziende legate al turismo di ogni settore dovrebbero incontrarsi per stilare un progetto comune da presentare alle istituzioni locali e da portare avanti con o senza il loro appoggio. Una sorta di “Comitato turistico territoriale” senza troppi apparati burocratici e restrizioni alla partecipazione. Bisogna essere uniti perché è con le divisioni che nutriamo il malgoverno.
Alessio Virgili Direttore Q-Magazine
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Il personaggio
RAOUL BOVA
Soprattutto l’integrità
“
Serio e impegnato sul lavoro, affettuoso e schivo nella vita privata
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”
Il personaggio
Nato sotto il segno del Leone ne ha tutta la grinta. Figlio di un dipendente dell'Alitalia e di una casalinga, Raoul Bova ha fatto molta strada: dal diploma magistrale all’hollywoodiano bacio con Madonna. In pieno successo per la serie “Come un delfino”, andata in onda in televisione recentemente, l’attore è gradito anche dalla pubblicità come esempio positivo. In cima alle classifiche dei bellissimi del web, è difficile imma-
ginarselo in una scuola quasi completamente femminile, o col cappello da bersagliere in testa durante il servizio militare. Quel ragazzo impacciato, che faceva da "valletto" a Fabrizio Frizzi in una delle prime edizioni di "Scommettiamo che?" sembra rimanere un indistruttibile sex symbol. Ama trascorrere il poco tempo libero con gli amici, leggendo, con la sua famiglie e i suoi cani. E’ a favore delle unioni gay: ”Sono cattoli13
Il personaggio
co, battezzato e sposato in chiesa. Ma quando, a 16 anni, ho visto un ragazzo innamorarsi di un altro ragazzo, ho capito che certe differenze non contano”. Dunque il nostro equilibrato sex symbol è privo di atteggiamenti e chiusure da divo televisivo. “Il successo è come il taglio del traguardo dopo una gara: ti crea un vuoto dentro. Cerco sempre di rimettermi in discussione anche se non è facile”. La sua umiltà non va però confusa con una mancanza di tenacia. “Le mie scelte sono sempre fortemente volute, lotto al massimo per realizzare quello a cui tengo e voglio realizzarlo nel modo che ritengo più corretto”. Insomma, una mente sana in un corpo s ano, con dei valori che spesso gli vengono dalla sua 14
passata attività agonistica come campione di nuoto. “Dal nuoto ho imparato la disciplina, il rigore, lo stimolo alla battaglia, e l’accettazione delle sconfitte”. Lui stesso dice che si buttò in piscina proprio perché da bambino era una vera peste. Prende molto sul serio il suo lavoro di attore: “nel lavoro cerco di dare il massimo anche a costo di sembrare presuntuoso”; ma difficilmente si cimenta in altro proprio per la sua timidezza “sono negato per fare l’intrattenitore televisivo, sono troppo timido, mi piace essere un osservatore”. Ma Raoul Bova è soprattutto il re della fiction, per la quale si mette in gioco con interpretazioni appassionate come quelle di Ultimo, di San Francesco e dell’allenatore di “Come un delfino”. “Mi dispiace doverlo dire, ma in televisione trovo un impegno, un'organizzazione, una professionalità ormai molto rari nel nostro cinema. E lo dico amando il cinema e volendo continuare a farlo. Ma la situazione si è ribaltata rispetto al passato”. Tra le scelte professionali non rinnegate quella di posare per un calendario. “Mi sono rifiutato solo di fare delle foto più spinte, ma hanno accettato senza problemi le mie condizioni”. Consapevole quindi della suo bellezza, ma non narcisista. “Ho fatto le foto del calendario soprattutto per scrollarmi di dosso l'immagine di eroe buono. Non voglio essere cristallizzato in un unico ruolo”. Forse non tutti se lo ricordano ma Raoul Bova è stato anche a Hollywood. In uno spot ha baciato Madonna. E’ stata lei a sceglierlo, a volerlo come partner. Raoul era orgoglioso e spaventato all’idea di dover affian-
Il personaggio care questo mito. Poi si sono conosciuti meglio. La prima cosa che li ha accomunati è stata la passione per lo scrittore Paulo Coelho. Hanno inoltre scoperto, da bravi sportivi, che ambedue la mattina facevano gli stessi esercizi di respirazione yoga. “Madonna è una persona bella, intensa, con un’interiorità molto forte , intendo dire che riflette sulla propria vita, sul rapporto con il mondo, con Dio e con l’universo. E’ stato un bell’incontro, peccato che è durato solo una settimana”.
Dicono di lui Anna Gentili (Responsabile produzioni pubblicitarie) E’ molto bello, ma questo è evidente, non penso ci sia qualcuna che potrebbe dire il contrario. Antonella Clerici Raoul Bova è cucciolo con fascino. Alba Parietti Bova ha affascinato perfino Madonna, cosa si può aggiungere? Laura Biagiotti Apprezzo la sua gentilezza, il suo talento, l'educazione e l'ottima professionalità.
Coloriamo i sogni Raoul Bova e sua moglie, Chiara Giordano, hanno realizzato una Onlus, “ Coloriamo i Sogni”, che fa dell’umiltà e dei valori semplici il suo baluardo. La filosofia che anima il gruppo è la ricerca di una cultura della giustizia, che scavalchi le prevaricazioni e la cultura dell’indifferenza. Tutto attraverso i colori, una meraviglia naturale che lascia impronte positive in chiunque la osservi e la utilizzi. 16
Moda & Tendenze
BUZIOS costumi di SAVIO FASANO 18
Moda & Tendenze
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Moda & Tendenze
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Intervista
GERARD DEPARDIEU di Letizia Strambi
L’EPICUREO PER ECCELLENZA
recentemente di volerne possedere altri sei. Questo perché contrario alla decisione del presidente François Hollande di tassare le grandi fortune al 75%. A Roma noi l’abbiamo incontrato alla presentazione di un film di Francis Veber e come sempre si comportò come un giocherellone gongolandosi irrequieto sulla sedia, come farebbe un alunno delle elementari. Veber non tentò neanche di difenderlo e si comportò con lui come un baby sitter paziente. Ultimamente predilige le commedie. Ho una conoscenza e una stima di Francis Veber iniziata già con “La capra”. Questo ci rende piacevole lavorare insieme. Non è che prediliga la commedie… Certo preferisco far ridere, ma non disdegno i film drammatici. Soprattutto quando c’è una bella storia d’amore, come nel caso de “La signora della porta accanto”.
Gerard Depardieu non è un bambino per maturità, ma per gusti. Ama i piaceri più elementari della vita e con essi la vita stessa. Ama mangiare, fare l’amore, giocare, ridere. Ama l’uomo come essere vivente. Ha un approccio curioso e intelligente al suo lavoro, un’idea dell’arte come rappresentazione dell’animo umano. Attualmente Gerard Depardieu è salito agli onori delle cronache internazionali per il nuovo passaporto russo, anche se ha dichiarato 24
Quale tipo di commedia predilige? La commedia è bella quando si ride, ma rimane anche qualcosa dentro. La commedia all’italiana, alla francese, non la pochade. Quando interpreto un personaggio comico cerco prima di tutto di sedurre la macchina da presa e quindi il pubblico per farlo ridere. Cerco di non essere solamente l’attore, ma l’uomo. Un esempio di questo si ha nel personaggio de “La cena dei cretini”, una commedia bellissima. Non è quella comicità improvvisata da calci nel sedere e delle bucce di banana. Ci vogliono altri attori per questo tipo di comicità, gli attori per nascita, quelli che hanno un ritmo personale che sono già di per sé personaggi attorno ai quali è costruito il film. Per me la prima cosa è la
Intervista sceneggiatura. Chi parla deve essere l’anima umana, per questo non faccio farse, ma commedie. Questo comunque anche quando recito personaggi drammatici. Cosa le piace della commedia? Mi piace ridere, è nella mia natura, soprattutto davanti a personaggi seriosi e tutti d’un pezzo. Cosa pensa del cinema americano, della tecnologia, degli effetti speciali, non crede che in Europa dovremmo adeguarci? Non amo troppo il cinema americano, preferisco quello europeo. La tecnica spesso prevale sull’arte che contraddistingue invece il cinema europeo. Non bisogna quindi abbandonare il nostro modo di fare cinema. Credo che sulla tecnica gli americani ci batteranno sempre, soprattutto perché hanno più soldi di noi da investire nelle produzioni. Dobbiamo quindi continuare a scrivere buone sceneggiature a mantenere le nostre tradizioni, ma senza chiuderci. Dobbiamo sempre rivolgere uno sguardo all’avanguardia, alle nuove generazioni. Certo gli americani sono molto forti… Forse i cinesi li batteranno un giorno (ride)… si moltiplicano sempre più e qualsiasi cosa imitino la rifanno a perfezione. Intanto sessualmente penso che gli americani già li invidiano… Lì sono imbattibili. Quali registi italiani della nuova generazione predilige? Tra i giovani registi italiani prediligo Benigni, Calopresti, Moretti. Credo che siano esportabili, ma allo stesso tempo conservino la nostra identità culturale.
nuove generazioni che non hanno visto i film al cinema. Qual è il suo approccio alla recitazione, segue il regista o improvvisa? Non ho mai cambiato una battuta in un film. Non ho mai cambiato un progetto del regista. Per me l’attore è attore, come era Mastroianni che lavorava con tutti i registi prestandosi a qualsiasi tema senza mai interferire. Forse cambio qualcosa quando faccio personaggi televisivi: in “Montecristo” ad esempio ho dato al finale un tocco di ottimismo. Non si possono fare i finali tragici in televisione. Corre voce che sia un goloso…. Al quinto bypass ho cercato di perdere peso e mi sono messo a dieta. Ma ero terribilmente depresso. Lo so che mangio troppo, ma mi piace e poi se mangiassi meno diventerei come quei begli attori americani e farei loro troppa concorrenza. Si è prestato a lavorare per più di un film televisivo. La televisione va sempre più verso il reality show. Preferirei che ci fossero sempre più romanzi come "I miserabili" in televisione, ma i valori sono cambiati. Ormai tutti vogliono entrare nel magico mondo dello spettacolo perché, a fare gli altri lavori impiegatizi, si rompono le palle.
I l pers onaggio più bello che ha mai interpretato. Uno dei ruoli più belli che ho mai interpretato è stato quello che avevo in “Novecento”. La sceneggiatura, i dialoghi erano stupendi. Sono contento che sia stato restaurato per il dvd. Il dvd ha l’obbligo morale di salvare questi capolavori per le 25
In viaggio con
IVANO MARINO Città occidentali o atmosfere orientali? Adoro l’India ergo... L’animale in libertà che hai visto da vicino. Il leone, quello che mi ha emozionato di più durante uno dei miei safari in Kenya. Il tuo portafortuna in viaggio? La mia catenina! A seconda dei posti che visito cambio il ciondolo con uno del luogo. Adventure o relax? Adventure.
Cosa non manca mai nella tua valigia? Più di tre paia di scarpe! Libro da viaggio? Più che un libro preferisco della buona musica rilassante, che mi permetta di concentrarmi sui posti che visito anche dal finestrino.
Foto su Facebook o sono fatti miei? Subito foto in condivisione. Il luogo più bello dove hai fatto l’amore in vacanza? In barca durante un blu safari.
Il posto dove non andresti? In realtà ho l’animo dell’esploratore, non esiste un posto in cui non andrei.
Il souvenir migliore? I miei souvenir sono tutti accessori :-) amo l’energia di cui si caricano durante le mie visite! Si impregnano d'emozioni.
La destinazione più eccitante? Io fremo all’idea di visitare NY.
Prossimo Viaggio? Londra e Atene!
Mare o Montagna? In vista dell’estate non posso che rispondere mare. Villeggiatura o short break? Short break. 26
Notte o giorno? In viaggio dormo al massimo tre ore a notte.
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Storia di copertina
ISRAELEMOLTO PIÙ CHE UN BENVENUTO
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PHOTOS: ROBERTO CHIOVITTI MODEL: IVANO MARINO SET: TEL AVIV, GERUSALEMME, JAFFA CLOTHES: RUFSKIN
ra storia e divertimento da Tel Aviv, la città che non dorme mai, a Gerusalemme, crocevia di ogni radice di spiritualità e cultura, fino al mare indaco di Jaffa che si spinge sui contrafforti medio orientali della città. Il vincitore del concorso indetto sulla pagina Facebook di Qmagazine, Ivano Marino, ci accompagna in un viaggio tra le meraviglie di Israele catturate da Roberto Chiovitti.
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Š Sebastião Salgado/Amazonas Images - Brasile, 2009
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G ENESI S S EBASTIÃO
DI ALGADO
Un’opera primigenia che sta alla fotografia come il primo raggio che squarciò il buio sta alla creazione. E allo stesso tempo un’opera possente per la densità delle immagini del testimone del mondo e poeta del bianco, del nero e delle mille velature di grigio che raccontano la terra e l’uomo che la abita.
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alle Galápagos all’Antartico, dall’Algeria agli Stati Uniti, dalle foreste tropicali dell’Amazzonia, del Congo, dell’Indonesia e della Nuova Guinea alla taiga dell’Alaska, ai deserti dell’America
e dell’Africa fino ad arrivare alle montagne dell’America, del Cile e della Siberia. Queste sono le 200 foto di “Genesi” di Sebastião Salgado, la mostra curata da Lélia Wanick Salgado che
Arte & Cultura ha aperto in contemporanea a Roma, Rio de Janeiro e Toronto e che resterà aperta fino al 15 settembre. “Genesi” è l’ultimo grande lavoro di Sebastião Salgado, il più importante fotografo documentarista del nostro tempo: uno sguardo appassionato, teso a sottolineare la necessità di salvaguardare il nostro pianeta di conquistare una nuova armonia. Il mondo come era, il mondo come è; la terra come risorsa magnifica da contemplare, conoscere, amare. Questo è lo scopo e il valore dell’ultimo straordinario progetto di Sebastião Salgado. “Genesi” di Sebastão Salgado è un viaggio fotografico nei cinque continenti per documentare, con immagini in un bianco e nero di grande incanto, la rara bellezza del nostro principale patrimonio, unico e prezioso: il nostro pianeta. Salgado ha realizzato le fotografie, che saranno esposte all’Ara Pacis di Roma, andando alla ri-
cerca, dal 2003, di quelle parti del mondo ancora incontaminate, di quei segmenti di vita ancora intatta, in cui il nostro pianeta appare ancora nella sua grandiosa bellezza e dove gli elementi, la terra, la flora, gli animali e l’uomo, vivono in un’armonia miracolosa, come in una perfetta sinfonia della natura. La mostra è suddivisa in cinque sezioni che ricalcano le zone geografiche in cui Salgado ha realizzato le fotografie: Il Pianeta Sud, I Santuari della Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl. Una serie di grandiose foto in cui natura, animali ed esseri viventi vivono ancora in equilibrio con l’ambiente. Un’altra parte del lavoro mette insieme le fotografie che ritraggono animali come parte medesima dei loro habitat naturali in cui il fotografo ha vissuto. Ha viaggiato tra le zebre e gli altri animali selvatici che attraversano il Kenya e la Tanzania, rispondendo al richiamo annuale © Sebastião Salgado/Amazonas Images della natura alla Kafue National Park, Zambia, 2010 migrazione. In mostra anche le immagini che mostrano diverse varietà incontaminate di popolazioni indigene: gli Yanomami e i Cayapó dell’Amazzonia brasiliana; i Pigmei delle foreste equatoriali del Congo settentrionale; i Boscimani del deserto del Kalahari in Sudafrica; le tribù Himba del deserto namibico; le tribù delle più remote foreste della Nuova Guinea. Salgado ha trascorso diversi mesi con ognuno di questi gruppi indigeni per raccogliere una serie di scatti che mostrassero popolazioni in totale armonia con gli elementi, con le piante native e con gli animali selvatici. Le immagini di “Genesi”, in un bianco e nero lirico e di grande potenza, sono una testimonianza e un atto di amore verso il nostro mondo.
© Sebastião Salgado/Amazonas Images - Penisola Antartica, 2005
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SEBASTIÃO RIBEIRO SALGADO E’ nato nello stato di Minas Gerais, in Brasile. Dopo studi di economia e un percorso lavorativo vario in cui l’unica certezza è sempre stata la moglie Lélia Deluiz Wanick, ha vissuto a Londra e Parigi. Ha iniziato tardi a fare il fotografo entrando però nella Magnum, picco massimo della fotografia di reportage. A un certo punto della sua carriera, passando per Indios e un’Africa affamata, è tornato in Brasile, nella sua terra. Sono celebri i suoi reportage nelle miniere, in cui si mischiano uomini e fango come formiche, o quelli nel deserto arido come i seni delle mamme che allattano e abbacinante come la sete di vita negli occhi dei bambini.
© Sebastião Salgado/Amazonas Images Miniera di Serra Pelada
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Nessuna disperazione ma un j’accuse pacato che travalica la cronaca. Salgado racconta infatti la storia con la penna dello scrittore, non del cronista. Poteva essere un maestro della moda ma ai giochi di luce con lo chiffon ha preferito quelli delle canottiere intrise di melma sulle pelli lucide e nere dei moderni schiavi.
© Sebastião Salgado/Amazonas Images La fabbricante di mattoni
© Sebastião Salgado/Amazonas Images Miniere
Ha dato al reportage una forma classica, rigorosa, come se fosse fotografia di moda: tutto ha i giusti spazi e le composizioni sono perfettamente equilibrate; filtrano attraverso la luce, i protagonisti nell’ambiente, mettendo di volta in volta in evidenza occhi, gesti, attitudini. Dal 2003 ha iniziato a lavorare a “Genesi” per dare il suo contributo a salvare questo mondo. Dopo aver ritratto l’uomo come “manodopera” ha ricercato le sue origini, il connubio perso con la natura. Con sua moglie Lélia ha creato nello stato di Minas Gerais in Brasile l’Instituto Terra che ha riconvertito alla foresta equatoriale - che era a rischio di sparizione - una larga area in cui sono stati piantati decine di migliaia di nuovi alberi e in cui la vita della natura è tornata a fluire. L’Instituto Terra è una delle più efficaci realizzazioni pratiche al mondo di rinnovamento del territorio naturale ed è diventato un centro molto importante per la vita culturale della città di Aimorès.
Cinema
GRACE KELLY principessa si diventa
Algida bellezza bionda, aveva uno charme sofistica-
to e aristocratico; quasi distaccata, conservava una
punta di familiare sufficiente a consegnarla al mito.
Anche Cenerentola rimarrebbe esterrefatta. Tra i mortali c’è una donna che ha vissuto la sua favola sul serio: la brava ragazza Grace Kelly, bionda naturale, ha sposato un principe ed è andata a vivere con lui nel suo regno sul mare.
Tutto ebbe inizio sul set di Caccia al Ladro. In una pausa dalle riprese fu portata al Palazzo reale di Monaco per visitare la casa e i giardini. Lei, incantata dallo splendido panorama sul Mediterraneo, non sapeva ancora cosa le riservasse il destino. Finito di girare il film, ritornò a casa a Philadelphia, ma voleva tornare in Costa Az-
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zurra. Partecipò quindi al Festival di Cannes. E’ in quest’occasione fu invitata a conoscere Ranieri III di Monaco. Tornata a Philadelphia, Grace mandò una piccola nota di ringraziamento al principe, spiegando quanto fosse stato piacevole per lei il soggiorno nel suo Principato. Oggi sarebbe bastato un tweet, ma è bello pensare a questa corrispondenza di carte profumate. I due passarono poi alle telefonate, sempre più intense. Il loro secondo incontro fu nella calda e rilassante atmosfera della famiglia Kelly. Passarono le vacanze di Natale insieme e annunciarono subito il loro fidanzamento a un party di New York nel 1956. Il 4 aprile dello stesso anno Grace Kelly, la sua famiglia e cinquanta dei suoi amici partirono per Monaco per il matrimonio. Altro che cavallo bianco: il principe uscì dal porto con il suo yacht per andarle incontro. Il 18 aprile nella Sala del trono del palazzo di Monaco, Grace prese parte alla cerimonia civile richiesta dalla legge monegasca. Il 19 Aprile il matrimonio ebbe luogo nella cattedrale di St. Nicholas. Dopo la celebrazione il fastoso banchetto nel giardino del Palazzo Reale, e alle cinque del pomeriggio lo yacht era pronto per la luna di miele...
Cinema
"Non posso cadere: sono nata su un piedistallo” Da dove veniva Grace?
Gli amori
Grace Kelly, figlia di un ricco industriale campione di canottaggio e di una modella, ha vissuto con le sue due sorelle ed il fratello un’infanzia felice, controllata dalla facoltosa famiglia: college, sport, università, Accademia d’Arte Drammatica di New York, insegnamenti privati di recitazione. Ha iniziato la sua carriera come modella e attrice televisiva in uno spot per le sigarette. Nascondersi dietro nuvole di fumo era molto glamour all’epoca. Delitto perfetto, un eccellente thriller ambientato a Londra nel 1953, fu l’inizio di una fruttuosa e chiacchierata cooperazione con il maestro Alfred Hitchcock, che non volle più rinunciare a lei se non quando vi fu costretto. Il suo stile ha lasciato un’impronta indelebile. Ebbe grazia e classe in tutto ciò che fece, fu rispettata e adorata, divenne un’icona di eleganza, ma soprattutto rese possibile l’avverarsi di una fiaba.
Tanto algida non doveva essere: in una carriera di sei anni Grace fece perdere la testa ad ogni attore che incontrò sul set e a tanti uomini diversissimi tra loro. Oleg Cassini e Don Richardson sono i suoi due unici fidanzati portati a casa per presentarli al cattolico padre che non approvò, perché entrambi erano divorziati ed ebrei. Ma non si diede per vinta: non aveva ancora venti anni e fece innamorare lo Scià dell’Iran che la volle conoscere dopo averla vista come modella sulle riviste patinate. La invitò a trascorrere da lui una settimana. Grace ci andò e tornò con dei preziosi gioielli che i suoi genitori la pregarono di restituire. Ma lei li conservò, disobbedendo alla famiglia (oh my God!). Con la carriera di attrice dette inizio alla scia di attori: il primo fu Gary Cooper incontrato sul set di Mezzogiorno di Fuoco, cui seguì, con il film successivo, Mogambo, la relazione con Clark Gable. All’uscita del film dichiararono che erano solo 43
Cinema buoni amici, ma lo scandalo per il cinquantaduenne accompagnato dall’attrice di soli venticinque anni era già scoppiato, a quel punto lei confessò: “Cosa altro dovrebbe fare una ragazza che vive in una tenda con Clark Gable per cinque mesi?” Film successivo, amore successivo: è la volta di Ray Milland sul set di Delitto perfetto. Lui era sposato e lei non voleva la fama di "distruggi famiglie"; ruppe subito lasciando intendere che si trattava solo di un malinteso. Durante le riprese de La finestra sul cortile James Stewart, nonostante fosse felicemente sposato con sua moglie Gloria, apprezzò il fascino di Grace. Sembra che anche Bing Crosby si sia innamorato di lei sul set de La ragazza di
Hanno detto di lei • "Sembrava che fosse un piatto freddo con qualsiasi uomo le si avvicinasse fino a quando non mostrava le gambe, allora esplodeva come una bomba”. Gary Cooper • Non ho scoperto Grace, l’ho salvata da un destino infame, quello di essere eternamente scelta per i ruoli di donna di ghiaccio. Alfred Hitchcock • L’apparente frigidità di Grace è quella di una montagna coperta di neve. Solo che la montagna è un vulcano. James Stewart.
“Non andrei da nessuna parte senza la mia Hermés nera, nella borsa ho i miei gioielli e se succede qualcosa li devo indossare. Uscire senza per me significherebbe quasi uscire nuda. Beh quasi…”
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campagna, anche se inizialmente non la voleva per la parte, perché la trovava troppo chiccosa L’assistente di Grace, sua sorella Lizanne, racconta che Bing era impazzito per Grace, ma lei non lo ricambiava. Sul set di Caccia al Ladro anche Cary Grant sembrava aver perso la testa, ma alle prime chiacchiere apparvero subito a Montecarlo il fidanzato di Grace, Oleg Cassini, un famoso designer, e Betsey Drake, la moglie di Cary, e l’idillio ebbe fine. Lasciato Cassini, perché non piaceva al padre, Grace si legò all’attore francese Jean-Pierre Aumont, con il quale fece un viaggio a Saint Paul de Vence, una colonia di artisti vicino Cannes. Fu il suo ultimo innamorato prima di Ranieri. E questi sono solo i flirt e i fidanzamenti confermati. Fra gli altri ammaliati da Grace vanno ricordati: William Holden, Alex D’Arcy, Rob ert Evans, Frederick Knott, Gene Lyons, Frank Sinatra e David Niven.
Curiosità • Amava gli animali. Il suo cane preferito era il Weimaraner. I suoi figli sono cresciuti con un barboncino di nome Oliver. • Durante le riprese di Alta Società, il suo anello di brillanti è il suo vero anello di fidanzamento. • Durante le riprese di I ponti di Toko-Ri con William Holden fu censurata. Secondo una legge in atto fino al 1950, a Hollywood, nel caso di una scena in un letto, nella coppia, almeno uno dei due doveva tenere un piede a terra. • La sua cena preferita era champagne rosa e hamburger. • Il 24 maggio del 1961 Grace fu invitata a pranzo alla Casa Bianca da Jacqueline Kennedy. Le due first lady, si erano conosciute quando Grace era ancora attrice e Jackie le aveva chiesto di accompagnarla all’ospedale dal marito ricoverato facendola vestire da infermiera. Quando si rividero alla cena ufficiale davanti ai diplomatici ricordarono il divertente episodio. Poi il presidente chiese a Grace: “E’ un vestito di Givenchy quello che indossa?” Lei rimase sbalordita e rispose: Mi sorprende Presidente come fa a saperlo? - Sono abituato: ora che la moda sta diventando più importante della politica, la stampa fa più attenzione ai vestiti di Jackie che ai miei discorsi.
Cinema
In Puglia sulle orme di
Ferzan Ozpetek di Letizia Strambi
U
n cielo carico di nuvole e emozioni, quello sfondo omogeneo di pietra leccese immutabile e minuziosamente intagliata, a dire il particolare e l’insieme del Barocco, dove i disegni si confondono come un enorme lenzuolo che fa da sfondo alle vite umane, con sentimenti che si ripetono come i passi che fanno eco sul selciato pulito e antico. E’ questa la foto che Ferzan Ozpetek posta su twitter il giorno che arriva a
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Lecce fotografata da Ferzan Ozpetek
Lecce per girare un’altra volta in Puglia il suo nuovo film “Allacciate le Cinture”. Ha già girato in questa terra “Mine vaganti”. La storia di una famiglia piena di conflitti, celati sotto un’apparente tranquillità; mine che scoppiano, come gli acuti di Mina per molto tempo soffocati dietro una realtà che nascondeva pulsioni, omosessualità e piccole
Cinema follie. Come spesso avviene nei film di Ozpetek sono gli anziani con le loro memorie, con la loro saggezza, ma anche con la loro trasgressione a rivoluzionare la vita dei giovani e a infondere in loro la voglia di liberarsi o incatenarsi all'impensabile.
Ferzan Ozpetek al primo ciak di “Allacciate le cinture”
La stessa taranta pugliese rappresenta un inno alla libertà, il più folgorante segno antropologico dell’Italia cattolica tra amore e morte. Donne chiuse in fazzoletti neri di obbedienza improvvisamente libere e ribelli si aprivano con insospettabili fazzoletti rossi virginali per pulsare a ritmo convulso di una sensualità repressa. Il pretesto era un salvifico ragno. Un rito sciamanico possente che rivive oggi nella pizzica e che ancora oggi crea dubbi su questa “Taranta”, quest’aracnide femmina. Una mina vagante, come le torte de “La Finestra di fronte”, come il quadro de “Le Fate Ignoranti”. Dove, se non in questa terra, Ozpetek poteva trovare la sua Taranta, la sua miccia pronta a generare il caos necessario a tutte le rinascite. “Lecce mi piace molto esteticamente. Ho scritto la storia (Mine Vaganti n.d.r) per un posto che fosse lontano da Roma, ma poteva essere un posto qualsiasi, anche del nord; poi abbiamo ambientato tutto a Lecce, e ho voluto fare anche un omaggio a questa città che mi ha accolto in maniera meravigliosa”.
Quale scenario migliore della Puglia? Ulivi secolari e contorti, antiche mole che girano lente nei cieli di novembre, La Puglia Film Commission ha dato i fitte case bianche con tetti rossi di posuoi frutti. Il film è stato pluripremiato modori a essiccare, mare azzurro cane il Tribeca Film Festival, la rassegna giante, così Mediterraneo vicino a newyorkese fondata da Robert De NiLeuca, nel tacco della nostra Penisola, ro, gli assegna Premio Speciale della pieno di gole smeraldo e ponti da cui Giuria con la seguente motivazione: affacciarsi, tuffarsi o danzare la notte. Oppure così abbagliante nelle spiagge Pietrasanta, foto scattata da Ferzan Ozpetek bianchissime delle Torri. E poi trulli con segni misterici a benedire raccolti e passioni, frutti e giacigli, il mercato del pesce con ricci aperti e frutti di mare in quella Gallipoli racchiusa in un cerchio in mezzo, con uncinetti al lavoro all’ombra delle porte. 47
Cinema
vicende di una coppia e il complesso sistema di relazioni familiari e amicali che li circonda. Quasi ogni giorno condivide sui social network il suo lavoro, le sue emozioni, il bel volto di Kasia Smutniak, e il resto del cast che vede, tra gli altri, Francesco Arca e Carolina Crescentini, oltre ad un nutrito gruppo di attori pugliesi.
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I
"Mine Vaganti esplora in maniera divertente la storia di due fratelli gay che cercano di trovare la felicità all'interno di una famiglia tradizionale italiana, restia ad accettare le loro scelte di vita. Combinando il dramma familiare e la farsa tocca l'argomento con calore, umore e grazia. Per averci fatto ridere, piangere e desiderare di prenotare immediatamente un viaggio nel sud Italia, noi premiamo il regista Ferzan Ozpetek, il suo cast straordinario e i suoi collaboratori con questa menzione speciale”. l nuovo film “Allacciate le cinture” Ozpetek lo gira nel Salento, tra Lecce e nell’Oasi di Torre Guaceto. Racconta le
Ci attende un altro ritratto del mondo gay di Ozpetek, a pennellate leggere, con uno sguardo diverso ogni volta, e una cornice sorprendente.
NEWYORK
Editrice Polaris - Collana Città e Luoghi del mondo Autrice Corinna Bajocco
Parole in viaggio
VIAGGIO NELLA G RANDE M ELA
Il Cinema che racconta New York
“Era troppo per crederla vera; così complicata, immensa, insondabile. E così bella, vista da lontano:
canyon d'ombra e di luce, scoppi di sole sulle facciate in cristallo,
e il crepuscolo rosa che incorona i grattacieli come ombre senza sfondo drappeggiate su potenti abissi.”
Jack Kerouac
La letteratura relativa alla City è vastissima, eppure c’è un denominatore comune: una NY personale, soggettiva, vissuta, pensata e descritta assecondando la propria singolarità. Questa soggettività è la più grande verità relativa alla Grande Mela: la metropoli immensa, dove la pluralità delle voci e la multiculturalità delle espressioni trovano la loro più completa realizzazione, è tuttavia anche una piccola realtà personalissima per ogni turista in cammino fra le sue strade. Si percepisce un senso di intimità e tuttavia straordinaria potenza. Così che da lontano ci immaginiamo una metropoli eccessiva, rumorosa, verticale; dal di dentro invece respiriamo un bizzarro senso di comfort e familiarità. Il libro racconta, oltre alla necessarie e più tradizionali indicazioni di viaggio, queste mille finestre aperte sulla città, questa moltitudine di occhi che la osservano, questo continuum di persone che la abitano e questo immenso senso di fascino e curiosità che attrae viaggiatori da tutto il mondo. Ci sono percorsi, visite, cose da fare e vedere, eventi, festival, parate e piccoli pomeriggi di insolito shopping così come farebbero i newyorchesi. E ci accompagnano le voci di scrittori, artisti, architetti, curatori, personal shopper, perditempo, musicisti, professori e malviventi. 50
Senza dubbio il capolavoro estetico è Manhattan di Woody Allen. Il regista ha più volte reso omaggio a questa città amandola profondamente, ma questa dichiarazione in bianco e nero con la nipote di Hemingway a sugellarne la freschezza, è da rivedere, se possibile sul grande schermo. Innumerevoli sono i film sentimentali ambientati in questa città come Autumn in New York, film strappalacrime dove protagonista assoluto è Central Park che stacca sull’imbiancata capigliatura di Richard Gere. C’è da perdersi nella commedia romantica con C’è posta per te, Harry ti presento Sally e molti altri. Se cercate la New York dannata e arrivista c’è l’Avvocato del Diavolo, se invece vi volete immaginare quella di un tempo è da rivedere il capolavoro assoluto C’era una volta in America, e qualche rampa più in basso Gangs of New York. Se vi interessa invece proprio l’aspetto della mala Carlito’s Way fa per voi. Non vi piacciono gli anni settanta? Per celebrare gli ottanta c’è il cult Cercasi Susan disperatamente con Madonna d’annata. Il mondo della moda lo ha sviscerato Il Diavolo Veste Prada. Altri capolavori assoluti sono Taxi Driver, Un uomo da Marciapiede, A Colazione da Tiffany, e New York New York. Per la TV l’omaggio più grande lo ha reso una serie Sex And The City, con le quattro protagoniste inscindibili dalla città, tanto che quando viene abbandonata a favore di Los Angeles, il destino funesto si abbatte con ameni guai che vanno dall’ingrassare alla temibile astinenza da L.S. sesso.
I N D O N E S I A S C R I G N O S E G R E TO Viaggi
Bali
di Mauro Fanfoni Quando si parla di Indonesia, il primo pensiero è Bali. L’Indonesia è anche altro: un arcipelago con magnifiche attrattive tra storia, arte, tradizioni culturali, musicali, danza, archeologia e molto altro ancora, la cui data s’inserisce tra le più antiche del continente asiatico. Non molti ricordano che proprio in Indonesia Margaretha Geertruida Zelle detta Mata Hari, una donna di certo fuori dagli schemi, nata nel 1876 in Olanda, trascorse una parte della sua vita, apprendendo le delicate movenze delle tipiche danze indonesiane. Nata da una famiglia agiata, dopo il matrimonio con il capitano Rudolph Mac Leod e la nascita del primo figlio Norman John, nel maggio del 1897 la famiglia s'imbarco con la famiglia per l'isola di Java, dove il capitano riprese servizio nel villaggio di Ambarawa, posto nel centro dell’isola. A circa mezz'ora da Semarang, capoluogo della provincia di Central Java, a metà strada con Borobudur, Ambarawa ora è sede dell’Indonesia Railway Museum, con 21 locomotive a vapore, tutte funzionanti, le più antiche delle quali sono una Hartmann del 1891 e una Chemnitz, in uso fino 52
al 1970, quando la ferrovia è stata chiusa. Nonostante la rapida modernizzazione, il visitatore può continuare a vedere e vivere quello che Mata Hari vide e visse nel suo periodo indonesiano: l’isola è rimasta caratterizzata da un paesaggio di straordinaria bellezza: vulcani attivi, foresta tropicale, scogliere frastagliate, spiagge sabbiose. Quest’isola ricca di storia, che Marco Polo ha definito “il giardino dell’Eden”, è nota anche per i quattrocento templi induisti appartenuti alla potente dinastia Mangiapait e il tempio buddista del Borobudur, sito UNESCO, costruito intorno all’anno 1000. Nel 1898, Margaretha, Rudolph e il piccolo Norman John si trasferirono a Teompoeng, vicino a Malang, nella East Java dove nacque la loro seconda figlia Jeanne Louise. East Java ad oggi è considerata un vero paradiso da chi preferisce ricercare antichità meno note, ma non per questo meno interessanti, o da chi sogna panorami mozzafiato dall’alto di solitari crateri vulcanici. Questa regione può essere divisa in tre zone ben distinte: la costa settentrionale con l’Isola di Madura e i suoi vecchi porti com-
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merciali; la valle del fiume Brantas con i suoi monumenti antichi e le stazioni coloniali sulle colline; e la punta estrema a est, nota come Blambangan, con spettacolari vulcani, riserve naturali e panorami incredibili. Il fiume Brantasa segna un percorso sinuoso attraverso le antiche e fertili risaie di questa regione, dove spiccano cime come il Monte Arjuna, il Monte Kawi e Kelud. Per ben cinque secoli dopo il 900 d.C. questa valle fu la sede del potere e della civiltà dell’isola di Java e i grandi regni di quel periodo, lasciando una ricca eredità di templi, letteratura, musica e teatro. Surabaya, la città principale di East Java ospitava in passato il porto più importante dell’arcipelago indonesiano. A Java la vita dura e la morte del figlio avvelenato da una cameriera misero a dura prova tutta la famiglia Mac Leod. Fortunatamente l'anno seguente il marito fu promosso maggiore e comandante della piazza di Medan, sulla costa orientale di Sumatra. Visitare Sumatra, ancora oggi, significa immergersi in una natura ancora selvaggia, incontaminata, dove tradizioni e culture antiche sopravvivono
protette da sconfinate foreste di tek, ebano e bambù, abitate da migliaia di specie di animali diversi. La capitale Medan, fondata dagli Olandesi nel XIX secolo, è a pochi chilometri dalla costa a nord-est. Come moglie del comandante, Margaretha ebbe il compito di fare gli onori di casa agli altri ufficiali che, con le loro famiglie, frequentavano il loro alloggio, e conobbe i notabili del luogo. Uno di questi la fece assistere per la prima volta a una danza locale, all'interno di un tempio, che affascinò Margaretha a tal punto, per la novità esotica delle musiche e delle movenze, che provò anche ad imitarla. Al momento in cui il maggiore Mac Leod raggiunse l'età della pensione la famiglia tornò in Olanda, dove Margaretha Geertruida Zelle intraprese la sua nuova vita. Abbandonato marito e figlia si trasferì a Parigi, dove si presentò al proprietario di un'importante scuola di equitazione e di un circo, avendo imparato a cavalcare a Java. Ebbe un tale successo una sera esibendosi durante una festa in una danza tipica javanese, che tutti ne rimasero strabiliati. E per rendere più esotico e misterioso il 53
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Bali
Mata Hari
suo personaggio cambiò il suo nome in Mata Hari, che in lingua malese significa "occhio del giorno". Inoltre, se prima era il suo nome che circolava nei salotti, ora veniva invitata di persona, come un “prezioso e animato gioiello orientale”, così come, poco dopo, divenne nelle camere da letto di tutte le principali metropoli europee come Parigi, Milano e Berlino. Il successo provoca curiosità alle quali non ci si può sottrarre e l'immagine privata deve collimare con l'immagine pubblica: «Sono nata a Giava e vi ho vissuto per anni», raccontò ai giornalisti, mescolando poche verità e molte bugie. Amante di ufficiali francesi, accettò per soldi, si parlò circa di un milione di franchi, di entrare nello spionaggio francese. A Madrid si mise in contatto anche con espo54
nenti dello spionaggio tedesco iniziando un doppio gioco decisamente pericoloso: i francesi riuscirono a decifrare i dispacci tedeschi in cui si parlava di lei e alla fine venne arrestata. Negò tutto ma non riuscì a giustificare le somme ricevute dai tedeschi. Ogni contatto, ogni ex amante, rifiutò di deporre a suo favore, anzi rinnegarono ogni contatto con lei e dichiararono di aver capito che cercava informazioni per i tedeschi. Mata Hari, durante le fasi del processo, si proclamò sempre innocente pur ammettendo in tribunale di aver frequentato le alcove di ufficiali di molti paesi stranieri. Il 17 ottobre 1917 dopo che la domanda di grazia fu rifiutata Margaretha in arte Mata Hari per l’ultima volta, si avviò con molta fermezza verso il luogo fissato per l'esecuzione. Una storia che ha dell'incredibile: una casalinga frustrata che si improvvisò danzatrice «sacra indonesiana» senza avere la minima idea di quello che fosse veramente, una donna qualunque, non bella, assurta a femme fatale e che venne addirittura a contatto con tutti gli stati maggiori dei paesi in guerra.
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NUOVA CALEDONIA
L ’ I S O L A P I Ù V I C I N A A L PA R A D I S O
Il mare è quello del sogno, quello che tutti ci immaginiamo per un viaggio d’amore dove essere cullati in pieno romanticismo dai dolci alisei. Battezzata " l'is ola p iù vic ina a l pa ra d iso", la Nuova Caledonia dispone di un patrimonio naturale e culturale unico. Il Paese è classificato quinto nel pianeta per la sua ricchezza biologica, poiché è ricco di
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contrasti mozzafiato: mare e montagne, fiumi e zone aride si alternano in un turbinio di forme e colori. L’isola principale dell’arcipelago è la Grand e Terre. Vi sono poi le is ole Bélep, d all'is ola dei Pini, alle isole Loyauté e da una miriade di atolli non abitati o con resort semplici, a volte senza corrente elettrica, dove potreste trovarvi soli sulla spiaggia bianchissima. L’arcipelago, circondato da una splendida barriera corallina, vanta la più grande la g una al mondo, Pa t ri mon io d ell ’ U m a n i t à d e l l ’ U n e s c o. Le spiagge di Mo uli (Ouvea), Ku to e K a numera (Isola dei Pini) sono tra le p iù b e lle a l mond o. Ma la Nuova Caledonia
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è anche una terra d alle t ra dizioni a nces t r a l i , c r o c e v i a d i i n c o n t r o d i d i ve r s e c ulture. Qui si mescolano diverse etnie in armoniosa convivenza da sempre: kanak, europei, nativi di Wallis e Futura, polinesiani, asiatici, indonesiani e altri popoli. Calore, gentilezza ed emozione sono il tratto di unione nell’antica terra d'esilio, dove il ritmo della coutume regola le relazioni sociali. Così anche nei nuovi e moderni edifici come il Centro Culturale Tjibaou progettato da Renzo Piano si ritrovano i tratti delle capanne kanak. Il museo si trova a No um ea, la capitale, chiamata la "piccola Parigi del Pacifico", per le sue caratteristiche di avanguardia architettonica e dinamismo.
Il viaggio in Nuova Caledona ha tuttavia la sua maggiore spinta nel fascino della destinazione dal punti di vista della biodiversità. La laguna ospita, quattro diverse specie di ta rta rug he m arine, una tra le più numerose popolazioni di
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C u r io si t à d u g ong h i al mondo, pesci napoleone, nautili, mante, e centinaia di balene che hanno scelto la baia di Prony per riprodursi da luglio a settembre.
N o u m e a I do In Nuova Caledonia esistevano le unioni civili già da molti anni, e infatti la consuetudine aveva dato luogo all’etimo “same same”, per indicare la cerimonia di legame tra persone dello stesso sesso. Da poco tempo invece la Nuova Caledonia ha assorbito la nuova legge sui matrimoni gay in Francia. Per l’esattezza il testo della legge è stato approvato ad aprile all’insegna del grido “égalité, égalité!” e da allora molti ragazzi e ragazze omosessuali del luogo si sono sposati. 58
Osservate il Cagou, uccello protetto (una volta era molto cacciato) che non vola e fa il verso del cane.
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NOUMEA,
LA
Una città cosmopolita e di charme, dinamica e allo stesso tempo tranquilla, così Noumea appare agli occhi dei visitatori. La “piccola Francia del Pacifico”, che ricorda lo stile glamour e vitale di Cannes, è all’altezza delle principali città europee in termini di design e avanguardia, pur conservando intatto il fascino delle case coloniali e i colori del mare del Sud. In monti Hotel già si celebravano unioni civili fra molte persone dello stesso sesso, i “Same Same” come vengono definiti in città. In questo momento Noumea è in fermento per la novità dei matrimoni. Se non volete sposarvi ma siete in vena di shopping da non perdere il colorato mercato che anima ogni giorno dall’alba alle 13.00 la Baie de Moselle e sul lato orientale della penisola, lungo la riva, i quartieri di St. Marie e Ouemo . Poi è d’obbligo un giro a L a P lace de Cocot i er s piena di negozi, e in più ogni giovedì ci sono spettacoli e concerti con temi diversi.
C A P I TA L E
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C A R A I B I “I L VECC HI O E IL MARE”
di Mauro Fanfoni “Il vecchio e il mare”, il cui titolo originale è “The Old Man and the Sea”, è un romanzo dello scrittore statunitense Ernest Hemingway pubblicato per la prima volta sulla rivista Life nel 1952. Grazie a questo libro Hemingway ricevette il premio Hemingway Pulitzer nell'anno 1953 e il premio Nobel nell'anno 1954. Il romanzo narra la storia di un vecchio pescatore di nome Santiago e del suo apprendista, Manolin, che rappresenta il coraggio, la speranza e la fiducia, al quale tuttavia i genitori hanno ordinato di non imbarcarsi più con Santiago ma di scegliere pescatori migliori. Manolin continua comunque ad avere fiducia nel vecchio che considera suo maestro oltre che amico. Santiago decide di 60
prendere il mare da solo, riuscendo a far abboccare all'esca un gigantesco marlin, lungo mezzo metro in più della sua barca, che lo trascina per tre giorni e tre notti, durante i quali Santiago si mantiene mangiando altri pesci pescati e fa molte riflessioni sulla vita e sulla pesca. Alla fine il Vecchio riesce ad uccidere e legare il pesce tenendolo in acqua ma il suo rientro al porto è molto sofferto a causa dei pescecani che divoreranno tutto il marlin bianco, lasciandolo sfinito e sconfortato. Il marlin si arrende a Santiago, come a dimostrare che preferisce lasciare il suo corpo a chi lo abbia meritato. Giunto alla sua capanna, Manolin corre subito a prestargli soccorso e a prendergli un caffè; dichiara inoltre che d'ora in avanti torneranno a pescare insieme, risollevando il morale a Santiago che rappresenta l’orgoglio e il coraggio, persi da tempo, e la notevole forza dimostrata combattendo quasi a mani nude con i pescecani. Il romanzo è ambientato nelle isole caraibiche. Nel romanzo prevalgono gli ambienti esterni, come il mare, ma sono presenti anche quelli interni, come la capanna del
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vecchio Santiago o il bar del paese. Il mare è estremamente importante, perché è il luogo in cui si svolge la maggior parte delle azioni dei personaggi, mentre gli altri ambienti fanno solo da sfondo alla vicenda. Gli ambienti sono descritti in modo oggettivo e realistico così come li vedono i personaggi: spiagge di sabbia, bianca o di colore grigio brillante. Luoghi che sembrano non aver mai visto un visitatore e altre location pullulanti di attività, animate e rumorose a ogni ora del giorno e della notte: tutto questo e altro è il Mar dei Caraibi, ovvero isole per tutti i gusti e tasche dove l’imbarazzo è solo nella scelta. Il Mar dei Caraibi è un mare tropicale che occupa una superficie tra l'America Meridionale, le Antille e l'America Settentrionale. Tutta l'area caraibica appartiene all'Oceano Pacifico ed è più comunemente nota come “I Caraibi”. Il nome è legato alla vicende dei primi colonizzatori europei, che sbarcando
nella regione vi incontrarono il gruppo indigeno dei Carib. Il primo europeo ad attraversare il Mar dei Caraibi fu Cristoforo Colombo, seguito poi da una lunga serie di spedizioni. Tutta l'area, a causa della presenza delle correnti oceaniche del Golfo e di Humboldt, ha una temperatura dell'acqua sempre abbastanza alta, che spesso supera i 32°. Le isole caraibiche, specie in corrispondenza della nostra stagione estiva, sono interessate da uragani e tempeste tropicali. Le destinazioni più famose per chi va
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in vacanza ai Caraibi sono le sue splendide isole. Le maggiori sono Cuba, la Jamaica e Santo Domingo, un must non soltanto per chi ama lo splendido mare caraibico, ma anche la cultura e la storia di questi paesi. Più piccole ma non per questo meno frequentate sono le restanti isole, tra cui Antigua, Barbados e le Bahamas, le meravigliose Isole Vergini o le più discrete Aruba, Martinica e Guadalupa. Tra le spiagge più belle troviamo nelle Bahamas l'angolo più famoso e celebrato, ovvero la splendida Pink Sands, meravigliosa spiaggia dalla sabbia rosa di Harbour Island; non da meno anche le
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spiagge di Paradise Island, esclusiva isola VIP. A Cuba spiagge meravigliose nella turistica Varadero o nel solitario isolotto di Cayo Santa Maria, un paradiso per gli amanti dello snorkeling e diving. In direzione est, nella Repubblica Domenicana, la meravigliosa Playa Bonita, solitaria e straordinaria. Molto affascinanti, nella zona orientale del paese, le selvagge isole Saona, le spiagge di Punta Cana, con le sue acque turchesi e sabbia fine e bianca come il talco. In Jamaica troviamo la graziosa Boston Bay Beach e le spiagge che circondano Port Antonio, da Frenchman's Cove a Blue Lagoon. A Puerto Rico da Sun Bay Beach alla Playuela spiagge per tutti i gusti. Tra le isole minori le più incantevoli spiagge si trovano nelle isole Vergini, dalla Trunk Bay alla Cinnamon Bay di St. John fino alla stupenda Bolongo Bay a St. Thomas. Più a sud nelle isolatissime spiagge di Antigua, spicca la bella ed equipaggiata Dickenson Bay o la tranquilla Long Beach. Incantevoli spiagge si trovano anche sull'isola di Aruba, Palm Beach, Manchebo beach e la selvaggia Boca Prins, oramai vicini al Venezuela continentale.
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MIAMI WINTER
PARTY spegne 20 candeline
U
na festa eccezionale, così si può definire il Miami Winter Party. In una città che accoglie i gay sempre, l’inverno diventa il più caldo del mondo, durante una settimana che coinvolge tutta la città, il suo tessuto imprenditoriale, la sua cultura, la sua gente. Qmagazine è l’unica testata italiana che è stata invitata al Winter Party 2013. Un calore particolare ci è stato tributato dall’Hotel Viceroy di Miami che ha dato un party bellissimo che ha visto la parteci-
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pazione dei vertici della camera di commercio e dell’associazione albergatori LGBT. Molto carino anche il Lords South Beach, un hotel dove sentirsi “più che a casa”, una tappa d’obbligo per un viaggiatore gay. Ma tutti i locali, i ristoranti, bar sono partecipi di questa festa che si protrae per giorni. Ogni hotel celebra l’evento con party memorabili. Ogni sera per una settimana si cambiano una serie di locali dove ci si ferma per un drink e per gustarsi scene e tematiche diverse. Noi ad esempio siamo
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stati all’Hoxton Miami at Brickell, allo Spark (sei bar in un club ognuno con tema e arredi diversi). Oppure potete andare in discoteca a Miami Beach, una delle più celebri è l’Ignite. Se invece preferite un Nightclub c’è il Cameo. Se reggete il ritmo, di giorno vi attendono il distretto del design e quello artistico. Fotografie, dipinti, poster sculture, avanguardie di tutti i tipi, ma anche pop e revival impensabili. Se vi stancate fermatevi al Wynwood Kitchen + Bar. I visionari proprietari vi offriranno un’esperienza di degustazione straordinaria, un viaggio tra cibo e arte emergente. Da visitare anche il Museo di Arte moderna, un luogo non solo di fruizione passiva, ma dove l’arte prende forma e sono stimolate la cultura e il dialogo. A Miami è promosso il progresso delle arti e l’educazione all’arte, la costruzione di comunità creative. L’apertura mentale è tale che esiste qui un museo dell’arte erotica, con og-
getti al di fuori della vostra immaginazione e curiosità, appartenenti a popoli di tutto il mondo. Se vi perdete durante il Winter Party la camera di commercio cittadina mette a disposizione un centro apposito per turisti LGBT che sa darvi indicazioni, prenotare tour, proporre suggerimenti affinché il vostro soggiorno sia felice. Non vi piace ballare? La sera potete perdervi in una sfilata di gioielli adatti a coppie gay, per celebrare anniversari ma anche
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per fare sorprese senza sbagliare i gusti del proprio partner. Oppure vedere film a tema come è capitato a noi che abbiamo visto “I do, un complicato triangolo irriverente commentato poi in streaming assieme all’attore protagonista. Sono numerosissimi i party di attrici come Jessica Clark protagonista di True Blood, che quest’anno ha occupato il cinquantesimo piano di un Hotel, dando il via all’evento di apertura del Winter Party sono tantissimi i vip e le icone gay Usa a festeggiare durante il Winter Party. Ma ogni festa, ogni locale non è che lo slancio per il culmine del Winter: un giorno e una notte di festeggiamenti in spiaggia. Un inno alla gioia che vede oltre
2000 persone ballare, ridere, esibirsi, abbracciarsi, gustare cibo spagnolo, orientale, italiano, francese. E tanti altri party collaterali, nei bar e nelle piscine che le aziende fanno a gara per sponsorizzare. E’ stata una festa ancora più bella quest’anno perché giunta al suo ventennale con i suoi fondatori Dennis Leyva, Ignacio Martinez-Ybor, Clark Reynolds e Stewart Stein che commossi hanno salutato il pubblico. Infine, la mattina, esausti, alle 6, potrete partecipare al Refresh Party, a base di tea per godervi i bagliori dell’alba. Poi, come per magia, cala il sipario su tutte le bandiere rainbow presenti ad ogni angolo, sui free drink, sugli inviti fucsia decorati con paillet. Rimane l’integrazione, l’indistinguibilità sessuale, l’assenza di meraviglia, se non per i fuochi artificiali, le proiezioni stellari, gli artisti emozionanti.
“persino la polizia si tinge di arcobaleno durante il Miami Winter Party” 66
Curiosità & attualità di viaggio
L’effetto OuO
Cappadocia
Esperienze, emozioni e condivisioni da meraviglia di Letizia Strambi Su twitter ha un simbolo riconoscibile: OuO. Simboleggia due occhi sbarrati e quello che in un fumetto si leggerebbe come “WoW”. Non è robetta da fissati della comunicazione social, ma uno strumento di marketing avanzato anche per il turismo, tanto che in molte convention si spendono diverse slide su quello che ormai ha preso la definizione di “effetto wow”. Il popolo di twitter almeno una volta al giorno si trova questi occhi sbarrati nelle tendenze e diventa un’occasione di meraviglia generalista. 68
Nel turismo invece “l’effetto wow” consiste nella capacità di comunicare al cliente la destinazione, l’hotel, al meglio, riservandogli però un effetto sorpresa. Quel tour in più, un dettaglio architettonico, un massaggio innovativo, un volo in elicottero, un’esperienza. Qualsiasi cosa possa indurre il cliente arrivato a destinazione a dire “wow, non me l’aspettavo”. Ovviamente in positivo, (non è contemplato l’overbooking) anzi si potrebbe dire che dev’essere una sorpresa opposta a… “Come non c’è la mia camera?”. Questi effetti emozionali infatti hanno
Curiosità & attualità di viaggio un’eco che si espande come un sasso in uno stagno sia in positivo che in negativo.
Hotel Beresheet
Un conto è una brochure del viaggio su carta, un conto un giro in deltaplano. L’emozione comporta condivisione immediata e una grande promozione garantita dal fatto che il consumatore che posta la sua foto in deltaplano è un “amico”, e non si conserverebbe mai la brochure del viaggio per darla a qualcuno quando ritorna, ma comunica un’esperienza positiva nel momento esatto in cui la vive con un ampio raggio di persone che conosce. Tutto questo grazie a quello che viene definito: under promise and over deliver. Gran Canaria ad esempio è l’isola che più sorprende per scelte tematiche al limite del kitsch. Arrivati al Lopesan Baobab Resort, in puro stile africano, vi sorprende un fiume artificiale nella hall su cui si estendono rumori registrati realmente nella giungla: ruggiti, grida di scimmie. I turisti che amano lo skyline posso rimanere impressionati dall’assenza di tutto. L’Hotel Beres heet nel des erto
del Negev, ad esempio, consente aperitivi a bordo piscina al tramonto davanti alla mistica del nulla. Per coloro che hanno bisogno di totale astrazione sono sempre piacevoli le isole che hanno capanne singole e un paio di chilometri di spiaggia bianca in esclusiva. E’ il caso si molti atolli della Nuova Caledonia. Ovviamente si tratta di resort in contatto con la natura, adatti per chi non vuole saperne di tv satellitare e predilige gli alisei all’aria condizionata. Altrimenti c’è la via di mezzo come a San Juan, Puerto Rico, dove alcuni hotel sono raggiungibili solo Baobab Resort in barca e già il tragitto per arrivarci costituisce un’escursione. Tra i mezzi di trasporto non convenzionali meritano, invece, i numerosi tour in mongolfiera, ormai possibili quasi ovunque. Molto bello quello della Cappadocia al tramonto. 69
Curiosità & attualità di viaggio
Geyser in Islanda
Vi sono poi le esperienze di contatto, quelle con i pescatori tra iceberg e geyser in Islanda, quelle con le balene a largo di Boston, quelle con i delfini al Costa Rica.
Nel Vermont invece è possibile visitare la fabbrica dell’orsetto Teddy Bear e costruirsene uno personale da soli: gli si mette un cuoricino a scelta all’insegna dell’amicizia, dell’amore, della speranza, si riempie e si cuce. Poi si va nello show room a comprargli il vestitino. Alla fine si passa alla cassa e Teddy Bear è finalmente vostro. E’ proprio il caso di dire OuO.
I patiti dello shopping e del souvenir originale non si accontentano dell’outlet. Alcuni si spingono fin nella città di Salem, nel Massachusetts. Città delle Streghe per antonomasia, divenuta protagonista di film e libri, è dotata di particolarissimi negozi dove comprare, amuleti, talismani e tutte le “cose preziose” narrate nei romanzi di King. 70 Salem
Curiosità & attualità di viaggio
ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE
Il recupero per una nuova architettura dello spazio di Mauro Fanfoni
Non poteva essere che l’Inghilterra, il Paese che prima degli altri è stato investito dalla Rivoluzione industriale, a divenire la patria dell’Archeologia Industriale. Iniziò a svilupparsi intorno agli anni cinquanta, quando a Londra, nell’area di Euston, un vasto movimento popolare si mobilitò contro la demolizione dell’arco di ferro, simbolo della stazione ferroviaria della città. I due termini Archeologia e Industriale comparvero, per la prima volta insieme, in un articolo del ‘55 scritto da Michael Rix e furono istituzionalizzati dal “Council of British Archeology” nel ‘59. Il sostantivo “archeologia” e l’aggettivo “industriale” creano, apparentemente, un contrasto che deriva dal fatto che comunemente l’archeologia si occupa di cose antiche, mentre l’industria rappresenta la modernità. Oggi va chiarito che non esiste un punto netto di divisione nel campo dell’archeologia industriale perché lo sviluppo tecnologico produce 72
“avanzi” continuamente, e che immediatamente diventano oggetti d’interesse storico e a volte turistico. Nella realtà attuale, in cui sono veloci e incontrollabili i processi di trasformazione, il recupero di un qualsiasi luogo dismesso può aiutare nel recupero della storia e dell'identità della società e del territorio. Il Belgio in particolare tiene alle sue fabbriche dismesse, le miniere abbandonate, gli ex capannoni industriali ma anche ai capolavori dell’ingegneria e della tecnologia relativi a un recente passato. Tra questi meritano una visita infatti il sistema del Canale del Centro e gli ascensori idraulici (HOUDENG-GOEGNIES) che, alla fine dell’ ‘800 permettevano alle imbarcazioni di oltrepassare un dislivello di 17 metri. Oggi è incluso nel Patrimonio Mondiale Unesco, come anche il Grand Hornu (HORNU), un imponente complesso minerario chiuso nel 1954, riconvertito in museo ed affiancato, nel 1989, al Museo delle Arti Contemporanee. Molteplici i musei delle miniere come quello del Bois du Cazier (Marcinelle).
D E N V E R LA QUEEN CITY OF THE PLAINS Pubbli-redazionale
City Park
La Capitale del Colorado è situata ad un’altitudine di esattamente un miglio sul livello del mare; questo spiega infatti il suo nomignolo The Mile High City. Denver sorse nel 1858 semplicemente perché alcune vene d’oro furono trovate in quella zona. Denver ha un clima estremamente secco e la più grande sorpresa per chi visita la città è proprio il clima, poiché chi ci vive si sveglia praticamente con 300 giorni di sole l’anno. Denver è circondata da scenografiche montagne, da spazi outdoor invidiabili, e dal record di oltre 1.618 ettari di parchi e giardini. Denver è anche una serie di quartieri diversi, molti con tanta arte. A cominciare dal “LoDo”: qui – nel lower downtown – gli edifici vittoriani e i vecchi magazzini ospitano numerosi ristoranti, gallerie d’arte e negozi. Un rapido sguardo in città per scoprire che dappertutto si trovano splendidi murales, 74
eccentriche sculture ed altri tipi d’arte pubblica urbana. La scena artistica e culturale di Denver è fiorente: dai distretti artistici dei quartieri alle innovative esposizioni in centro città, dal Denver Performing Arts Complex con le sue 10 sale al nuovo Hamilton Building del Denver Art Museum, un edificio in titanio disegnato da Daniel Libeskind. La mascotte di Denver è invece il colossale orso blu “I See What You Mean” – alto ben 12 metri - appoggiato con le zampe contro l’esterno del Colorado Convention Center. Denver sorprende anche per la sua vitalità sociale e culturale: ospita la celebrazione più grande degli USA, Cinco De Mayo, ogni anno in primavera. Denver é veramente il centro gay & lesbian del West, con molteplici ristoranti ed alberghi che servono la comunità GLBT. In estate si svolgono le finali del National Gay Rodeo ed il Pri-
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Red Rocks Amphitheatre
de Fest. Denver PrideFest si tiene ogni anno a Giugno ed é speciale così come il Center edificio di quattro piani, epicentro della comunità GLBT del Colorado. Il Denver PrideFest presenta numerosi eventi, intrattenimenti live e celebrazioni, oltre 200 venditori di arte, artigianato, gastronomia ed altro ancora. Durante l’evento si può anche incontrare la celebre drag queen Nuclia Waste: é la più alta ad est ed ovest del Mississippi, tanto da raggiungere con le sue zeppe e la folta capigliatura verde i 3,5 metri d’altezza. Nuclia Waste fa parte anche di SQREAM Scooter Club, club di scooteristi gay&lesbian. www.sqream.net/sqreamdenver.html
vista ininterrotta sulle Rocciose. La suite del Teatro Hotel, la Chancellor’s Suite, rimane imbattibile per il suo splendore visivo puro. Al Curtis nel downtown di Denver ognuno dei suoi 3 piani è costruito su un tema pop diverso, dal piano Sci-Fi di Star Wars al piano rockin’ Mad About Music. L’hotel Mona co invece ha suite dedicate alle leggende del rock e del jazz. Denver Pride Fest
Denver è anche romanticismo: almeno una decina le suite mirabolanti in alcuni degli alberghi di grido. The Brown Palace Hotel and Spa dispone di una languida Eisenhower Suite con 75
Pubbli-redazionale anno, conquistandosi il record di pubbirreria più grande al mondo. L’annuale Denver Beer Fest – 10/12 Ottobre 2013 - offre la possibilità di essere direttamente coinvolti nella cultura “birraia” di Denver. Due bar del centro di Denver - Falling Rock e Yard House – dispongono di oltre 140 birre alla spina. Da Denver parte il Triangolo della Birra: la zona tra Denver, Boulder e Fort Collins spesso è chiamata la "Napa Valley of Beer ”.
Denver è una delle due sole città americane con otto squadre sportive professionali – Broncos, Rockies, Nuggets, Avalanche, baseball, basketball, soccer, football, hockey, lacrosse, rugby – questo ha fatto sì che fosse l’unica città d’America ad aver inaugurato tre nuovi stadi in soli 10 anni! Denver cementa la sua reputazione di città-bike tra le migliori negli USA! DENVER B-cycle – iniziato nell’aprile del 2011 - è il primo progetto su vasta scala che coinvolge l’intera città e che rientra nel programma statunitense di bike sharing. Oltre 600 bici rosse splendenti sono disponibili in 75 stazioni in città. Denver dispone di 1368 km. di piste ciclabili. http://denver.bcycle.com/ La città di Denver produce birra più di ogni altra città americana, con numerose birre artigianali create ogni giorno. Il primo Pub di Denver é The Wynkoop Brewing Company, produce oltre 4.000 barili di birra fresca ogni Beer bottles
Denver ha un’anima western: molto è rimasto negli edifici e nei musei, a testimonianza della storia degli eroi del passato, quando nella regione fu scoperto l’oro e Denver divenne un sorta di terra promessa per minatori, cowboy ed avventurieri. E’ significativo che uno dei personaggi di quest’epoca, Buffalo Bill Cody, sia sepolto lungo le pendici della Lookout Mountain. Il Buffalo Bill Museum & Grave www.buffalobill.org racconta la sua straordinaria vita di esploratore, di militare, di cacciatore di bisonti e di uomo di spettacolo che ideò Il famoso Wild West Show. Rockmount Ranch Wear – mitico negozio nel centro città - ha venduto le sue famose camicie western col bottoncino automatico a presidenti e rock star, inclusi Eric Clapton e Bruce Springsteen. Il negozio é un’icona per la varietà di accessori ed abbigliamento western. Il Red Rocks Amphitheatre a soli 25 minuti da Denver è un teatro naturale incastonato tra monumentali rocce rosse, un’area all’aperto con 9.000 posti a sedere, nonché uno dei luoghi di spettacolo più famosi negli USA per concerti. Ha ospitato dai Beatles a Bruce Springsteen, Sting e anche il nostro Andrea Bocelli. Rocky Mountain International Italia c/o Thema Nuovi Mondi Via C. Pisacane 26 - 20129 Milano Tel.: (+39) 0233105841 rockymountain@themasrl.it www.denver.org www.realamerica.it
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PH: Visit Denver
Denver B-Cycle
Architettura & Design
TENDENZE
ECO DESIGN Si chiama Simplicity ed è un progetto messo in mostra a Milano per testimoniare un’architettura dove la materia è completamente trasparente “facendosi tramite di valenze estetiche, scena e teatro di rappresentazione” come spiegano gli architetti Carlo Santambrogio e il designer Ennio Arosio. SantAmbrogioMilano oltre che a Milano ha uno studio a Londra e uno a New York.
“Here comes the sun little darling” recitava una canzone ma potrebbe essere un tappetino di benvenuto davanti all’ingresso del vostro hotel. Julie and Scott Brusaw hanno infatti inventato le strade solari. Niente cemento e catrame, ma pannelli solari extra resistenti per produrre energia sufficiente a tutte le camere, nel caso andiate oltre il vialetto d’accesso con la lastricazione. Sempre in tema di ecologia OnediOne firma con un design tutto italiano progetti da collezione di eco merchandising. Propone il riciclaggio di materiali promozionali usati nell’advertising pubblicitario. Non vi fa buttare niente e studia con voi la nuova vita del vostro brand aziendale attraverso disegni unici, un artigianato curato fino all’infinitesimale dettaglio e proposte singolari. C’è un mondo intero di oggetti di qualità mai visti che rendono il catalogo per un manager d’hotellerie più appetibile di una scatola di caramelle per un bambino. Potete commettere un peccato vezzoso: diranno che rispettate il pianeta e siete unici. Altrimenti che OnediOne sarebbe? Costa solo 65 dollari e potete risolvere il problema dell’illuminazione e delle piante decorative allo stesso tempo negli spazi comuni degli hotel. E’ una Glowing Plants, costruita con biologia sintetica attraverso un software sul genoma. Gli ideatori la definiscono luce ecosostenibile. In effetti non consuma energia. 78
Architettura & Design
Il lusso ha le curve al Marques de Riscal Hotel cento persone. E’ il fiore all’occhiello della catena Starwood in Spagna, e come tutti gli alberghi appartenenti alla collezione Luxury vi si trovano matrimoni sorprendenti tra marmo pregiato e tecnologie avanzate, collegamenti ADSL e rossi invecchiati.
Somiglia al Guggenheim di Bilbao, ma non è un museo, è un albergo nel cuore della Spagna, il Marques de Riscal. E’ un hotel per amanti dell’enogastronomia nella regione di Rioja Alavesa. Vi si coniuga la coltura della vite, nella più rigida osservanza della tradizione, e il design più avanzato, entrambe passioni di Frank O. Gehry, uno degli architetti più famosi del mondo, autore, tra gli altri progetti, proprio del Guggenheim di Bilbao. L’architetto ha disegnato e edificato l’albergo al centro di una vera a propria città del vino, in un contrasto voluto con le storiche cantine risalenti al 1858. L’hotel Marques de Riscal è inserito nella famosa vigna los Herederos del Marques de Riscal nel borgo medievale di Elciego. All’interno vi si trova una lussuosa spa che domina la vallata con le spettacolari curve del tetto in titanio e l'asimmetria delle pareti. Vi sono solo 43 camere di lusso e suite, ognuna unica e diversa dall’altra, distribuite in due edifici uniti da una passerella in aria. Nel caso di convention e congressi c’è un piccolo auditorium per 80
Ricercati i piatti dello chef del ristorante, fregiato da una stella Michelin, ma se volete rilassarvi altrimenti l’Hotel vanta anche un bistrò, una vinoteca di ambiente abbastanza informale, una lounge vip con biblioteca e cinema. Nella spa si ha accesso alla vinoterapia più all’avanguardia, ideale per la circolazione e per il rinnovo cellulare, oltre che per combattere i radicali liberi. Chi viene per scegliere dei vini deve invece recarsi nella “Cattedrale”: è così chiamato il “santuario” dove si costudiscono le bottiglie dal 1862. Per saperne di più www.marquesderiscal.com
Elogio del superfluo
Divano Togo designer Michel Ducaroy Il suo creatore, il designer francese Michel Ducaroy, lo definì nel 1973 “un tubetto di dentifricio ripiegato su se stesso come una tuba e fissato alle due estremità”. Togo si “veste” con il tessuto di PAUL SMITH, famoso stilista britannico. Simbolo di un’evoluzione dalla fervida immaginazione dello stile dei grandi classici rivisitati da Paul Smith, Point è una stoffa dalla struttura bilanciata, scelta per la chiarezza del suo colore. Leggero, universale, poliedrico, artigianale, senza tempo, disponibile in molte dimensioni e accessibile anche nel prezzo.
Bang & Olufsen il nuovo impianto di diffusori audio surround
Un divano disegnato “per durare più della moda”, frutto delle riflessioni del suo inventore sulle possibilità d’impiego dei nuovi materiali dell’epoca come gli espansi e l’ovatta di poliestere.
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Bang & Olufsen presenta un nuovo impianto di diffusori audio surround che unisce un'estetica compatta a una straordinaria innovazione acustica per erogare prestazioni surround di alta gamma senza dover riempire la casa di diffusori neri di forma quadrata. Il nuovo impianto può essere utilizzato con televisori di qualsiasi marca, non solo Bang & Olufsen. BeoLab 14 è stato progettato per coloro che desiderano aggiungere un audio surround di qualità alle esperienze di visione domestica, ma sono comunque esigenti per quanto riguarda il design degli interni.
Elogio del superfluo
Bose c u f f i e A E 2 w Bluetooth
Nokia Lumia 925 Nokia Lumia 925, una nuova interpretazione del premiato modello di punta Nokia Lumia 920. Dotato della più avanzata tecnologia di lenti e un software d’imaging di ultima generazione che consente di ottenere fotografie e video più nitidi e definiti, oltre alle migliori immagini in condizioni di bassa luminosità. Lo smartphone è dotato della nuova modalità Nokia Smart Camera, disponibile anche come aggiornamento per tutti i device Lumia con Windows Phone 8, con la quale è possibile scattare, in tutta semplicità, 10 immagini in una volta sola e modificare le fotografie con opzioni come Best Shot, Action Shot e Motion Focus per creare un’immagine di qualità perfetta.
Lasciarsi coinvolgere dalle emozioni dei propri film preferiti, senza l'intralcio dei cavi. Tutta la tua musica, senza fili. Godersi comodamente i contenuti multimediali che si preferisce senza disturbare gli altri. Le prime cuffie wireless di Bose offrono una combinazione ineguagliabile di suono avvolgente, comfort around-ear e praticità wireless. Le cuffie Bose AE2w funzionano con smartphone, iPad e altri dispositivi Bluetooth. Puoi anche connettere contemporaneamente due dispositivi e passare dall'iPad allo smartphone per rispondere a una chiamata. Suono avvolgente, morbidi padiglioni around-ear, modulo di controllo Bluetooth, collegamento simultaneo a due dispositivi sono le principali caratteristiche. di Mauro Fanfoni
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A tavola
Alessandro o m o u l i t n e Pop e G
di Letizia Strambi
“Alla domanda, a scuola, su cosa volessi fare da grande, le mie risposte hanno spesso avuto toni vaghi: si è variato per un breve tempo verso la scelta di essere un giorno un valoroso pompiere fino ad arrivare al tenebroso ma coraggioso mangiafuoco”. Parte dal fuoco, non solo interiore, la carriera di chef di Alessandro Borghese. Uno chef sui generis, ammirato dalla casalinga avanzata, dalla donna lavoratrice e 84
dagli uomini poco esperti di cucina, ovvero da tutti coloro che non sopportano i “maestri” degli ingredienti irreperibili, o delle rivisitazioni che mettono la cioccolata nei broccoli. E poi è pure bello, ma bello di una bellezza simpatica e pacioccona. Rassicurante e ironico, critico mai malevolo, affabulatore, sembra nato per essere ascoltato a bocca aperta e fiamma accesa. Figlio di Barbara Bouchet,
A tavola icona della bellezza fine anni settanta, e dell’imprenditore Luigi Borghese. poteva fare qualsiasi cosa nella vita con questi fortunati natali. E invece racconta che “fuoco e cibo, stimolati dal mio naturale ottimismo, sono stati collocati nel modo migliore: semplicemente in una cucina”. A soli cinque anni la folgorazione: “C’è un preciso momento della mia infanzia, in cui ho mescolato nella testa la parola fuoco con il verbo ‘mangiare’”. La sua vita personale è stata costellata da un girovagare che gli ha concesso un’apertura mentale di cui sono privi molti cuochi italiani e francesi. Nato a San Francisco, ha vissuto e studiato a Roma, che gli ha dato senz’altro quel carattere tipico del romano, sempre ottimista, burlesco anche di fronte alla sciagura, e aperto alle culture del mondo. A ciò si aggiunge la sua esperienza sulle navi da crociera che consente a chiunque di comprendere la varietà umana. Un’esperienza affascinante cui ritorna talvolta per dare a tutti lezioni di gusto. La chiusura di un cerchio che l’ha visto cuoco a Londra, San Francisco, Pa-
rigi, New York, Milano e Roma dove tuttora lavora in diversi ristoranti. Purtroppo è sposato felicemente, quindi non ci resta che sognarlo tra i fornelli e i due smeg bombati rossi, mentre raccoglie erbette dal suo orticello casalingo e balla a ritmi dance anni settanta-ottanta, facendo cascare ogni tanto mestoli e suppellettili, proprio come facciamo tutti noi chef di casa nostra. Un processo identificativo non voluto e per questo riuscito, che l’ha reso così popolare e accattivante da riuscire irresistibile, come una pastiera: complessa nella costruzione, primitiva negli ingredienti e ingenua all’apparenza. “Le navi da crociera sono state la mia casa. Un mondo fatto di tante storie. Di amori di una sera. Di ricette sbagliate. Di successi prelibati. Di incontri inaspettati. Di luoghi incredibili. Di sorrisi sinceri. Di racconti tra amici. Di sguardi con cui dividere la birra e la musica. Di notti sdraiato a letto con le mani dietro alla nuca, immaginando un giorno la lettura del menu di: Alessandro Borghese”.
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Viaggi & Tecnologia
WHAT’SAPP
WorldExplorer
WorldView
Un’app entusiasmante per scoprire il mondo. In qualsiasi punto del pianeta ci si trovi World Explorer realizza una lista dei centri d’interesse in prossimità di dove ci si trova come monumenti, musei, etc. etc. accompagnati da una nota esplicativa, riguardo all’importanza turistica. In un attimo si possono individuare i luoghi assolutamente da non perdere. Con più di 150mila location recensite, si possono trovare sicuramente monumenti o altro degni d’interesse e di cui magari s’ignorava l’esistenza, magari proprio vicino al luogo in cui ci si trova!
Guardare le webcam di tutto il mondo attraverso un'interfaccia semplice e intuitiva. WorldView by webcams.travel porta il mondo a casa propria. Oltre 20mila webcam da tutto il mondo in fullscreen sul proprio smartphone o tablet. L’app ricerca un luogo, nelle vicinanze, o lontanissimo, permettendo di gettare un vero e proprio occhio sul mondo. Webcams.travel memorizza nella cache le immagini webcam, per cui a seconda della popolarità della webcam, l’immagine può essere aggiornata ogni 15 minuti o in alcune ore.
InrixTraffic
ArounderTouch
Accurata app, ideale per avvisi stradali, itinerari e traffico. Permette di ridurre il tempo che s’impiega per spostarsi da un punto ad un altro, utilizzando i dati GPS inviati da milioni di autocarri, fotocamere, sensori stradali, e sistemi di navigazione automobilistici, creando l’immagine più completa del traffico attuale e futuro, indicando come evitarlo. Alcune case automobilistiche utilizzano i dati Inrix nei loro sistemi di navigazione integrati. Lasciando l’app in funzione mentre si guida, l’app stessa controlla periodicamente se è disponibile un itinerario alternativo per giungere a destinazione.
Una pubblicazione digitale di viaggi che conta al momento più di 80 tra le più affascinanti destinazioni al mondo, illustrate tramite immagini panoramiche a 360°. Con quest’app ci si può concedere un’evasione in luoghi lontani, pianificando un viaggio virtuale attraverso antiche cattedrali, musei prestigiosi, siti archeologici e vette di montagne inaccessibili. Attraverso l’esplorazione virtuale si può viaggiare in un luogo e visitarlo senza muovere un passo, semplicemente scrollando con le dita in basso, in alto, a dx o sx dello schermo.
di Mauro Fanfoni 87
Eventi
LUGLIO DICEMBRE
Cinema e Teatro Luglio New York LGBT Film Festival Dublin Gay Film Festival - Gaze
2013
Agosto Queer Film Festival Vancouver 15/08 – 25/08 London Notting Hill Carnival (Londra) 25/08 -26/08
Folklore La notte delle Stelle 10 Agosto (Rimini)
Settembre Berlin Folsom Europe 14/09 – 15/09 (Berlino) San Francisco Folsom Street Fair, 29/09 (San Francisco)
Novembre Queer Tango Festival, Buenos Aires
Moda Milano Moda Uomo 24 Giugno al 1 Luglio 2013 Prêt à Porter Paris (Parigi) 6 - 9 luglio 2013 Curveny New York (New York) 4 - 6 agosto 2013 London Edge & London Central 1 - 3 settembre 2013 Milano Moda Donna 18 - 24 settembre 2013
Mostre Fortezze Veneziane del Mediterraneo (Venezia) dal 8 Marzo al 22 Settembre Van Gogh Museum (Amsterdam) dal 1 Maggio 2013 al 14 Gennaio 2014 Manet. Ritorno a Venezia (Venezia) dal 24 Aprile al 18 Agosto Dalì (Madrid) dal 27 Aprile al 2 Settembre 88
Eventi Eventi Gay Luglio
Settembre
Madrid 3/7 Jul Gay Pride/Orgullo Marseille 10/20 Jul Europride
Las Vegas 6/7 Sep Las Vegas Pride Capri dal 6/9 Sep Capri Rainbow
Agosto Antwerp 3/11 Aug World Outgames Barcelona 8/18 Aug *Circuit Festival Montreal 12/18 Aug Gay Pride Mykonos 21/25 Aug *XLsior Torre del Lago 23 Aug Mister Gay Italia
Ottobre Orlando 1/6 Oct Orlando Pride Atlanta 12/ 13 Oct Atlanta Pride
Musica Giugno Milano Jazzin Festival (Milano) dal 10 Giugno al 31 Luglio Hard Rock Calling (Londra) 29/30 Giugno
Luglio Concerto Paul McCartney (Vienna) 20 Luglio
Agosto Concerto delle Hole - Courtney Love (Roma) 30 Agosto
Sport Milano Cup (Milano) 6-7 Luglio Mondiali Nuoto (Barcellona) 19- 4/8 Luglio Mondiali Ciclismo (Firenze) 22-29 Settembre Maratona di New York (New York) 3 Novembre 2014 89
Controeditoriale
Elenco del perché con la cultura si mangia
1.
Eva quando prese la mela dall’albero e la offrì ad Adamo, fece cultura.
scintilla con la quale accese un fuoco su cui cucinò la carne dei bufali, fece cultura.
2. La prima madre che svezzò
Il primo uomo che, arrabbiato per il bufalo che gli era appena scappato, maciullò con le mani alcune olive e si accorse che potevano essere un buon condimento per la carne di bufalo, fece cultura.
il suo bambino con delle bacche che aveva scoperto commestibili, fece cultura.
3.
Il primo uomo che appuntì un sasso per cacciare e quindi mangiare, fece cultura.
4.
Il primo uomo che incise sulla roccia un bufalo per comunicare che lì c’era da cacciare e quindi da mangiare, fece cultura.
5.
Il primo uomo che si rese conto che la carne di animale era gustosa, fece cultura.
6. Il primo uomo che fece 2 buchi su un uovo di dinosauro, lo bevve e consigliò al suo clan di fare lo stesso, fece cultura.
7.
Il primo uomo che sfregando due legnetti provocò una 90
8.
9.
Il primo uomo che dopo un’indigestione di carne di bufalo, provvide ad avvertire gli altri che non bisognava mangiarne troppa, fece cultura.
10.
Il primo africano e il primo indoeuropeo, che si scambiarono i loro diversi cibi, fecero cultura
11.
Dal che si deduce, contrariamente a chi afferma l’opposto, che con la cultura si mangia eccome, talvolta meglio talvolta peggio, ma si mangia. Andrea Camilleri Come la Penso, Chiarelettere.