2° numero 2018 - Issue n° 20 -Travel & Lifestyle € 4,50
Reuters/Henry Nicholls
2° numero 2018 - Issue n° 20
Per lui, per lei, per te
Storia di copertina TIMOTHÉE CHALAMET Shooting CALL ME BY YOUR NAME Arte PICASSO METAMORFOSI Sfumature di Grigio WHITNEY HOUSTON Interview SERBIA SE LA PRIMA MINISTRA LESBICA DELUDE LA COMUNITÀ LGBTQI Viaggi THAILANDIA, ISRAELE, CUBA Inclusion LA VITA DI VIAGGIATORE GAY DISABILE
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Tel Aviv e Gerusalemme ti aspettano per un City break straordinario ed emozionante! Vivi Tel Aviv, con le sue fantastiche spiagge e la sua vita notturna senza fine, passeggia per le magiche strade di Gerusalemme e ripercorri 3000 anni di storia. Vieni a scoprire due delle più affascinanti città del mondo.
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A PARTIRE DA
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zuerich.com/lgbt
#visitzurich
ABCDEFGHIJKLGBT+: Zurigo celebra la diversità. La vivace città sulle sponde della Limmat offre da anni una variegata gamma di eventi e feste, con manifestazioni di spicco quali il White Party, il festival cinematografico Pink Apple o lo Zurich Pride Festival. I prossimi eventi imperdibili Black Party: 9 – 11 novembre 2018 Offstream Party: 15 dicembre 2018
LGBT+, Zürich, Svizzera.
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E D I T ORIALE S T OR I A DI C O PERTINA Timothée Chalamet V I A GG I Cuba Q M A GAZINE PER VO I Aqualux Hotel Spa Suite & Terme Bardolino V I A GG I Pink Week Q M A GAZINE PER VO I Ibis Hotel I N C L U S IO N La vita di viaggiatore gay disabile S H O OTING Call me by your name Q M A GAZINE PER VO I Save the Children V I A GG I Thailandia C ULT URA E ALIMENTAZIO NE Israele e la complessa Kosherut M OT ORI Moto del futuro A RT E Picasso Metamorfosi V I A GG I Israele M OD A Upgrade your Fall wardrobe Showing off S F UM ATU RE DI G RIG IO Whitney Houston S E R I AL F EELLER Pose L I B R I & IDENTITÀ Something for the weekend GOL OS ITÀ Cascina Madalena I N T E RVIEW Serbia - Se la prima ministra lesbica delude la comunità LGBTQI WH AT ’ S APP? E L OGIO DEL S U PERF LU O WH AT ’ S INN? E V E N TI IN MO V IMENTO WOR L D EVENTS C ALENDAR Autunno-Inverno 2018/2019 V I TA D A C RO S S DRES S ER Il caso Weinstein C ON T RO EDITO RIALE Alessandro Cecchi Paone Alessio Virgili
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SOMMARIO Storia di copertina TIMOTHÉE CHALAMETT Shooting CALL ME BY YOUR NAME NA AME AM ME ure di Grigio WHITNEY HOUSTON HOUSTO ON Arte PICASSO METAMORFOSI Sfumature Interview SERBIA SE LA PRIMA MINISTRA LESBICA ESBICA DELUDE LA COMUNITÀ LGBTQI LG LGB LG GB BT Viaggi THAILANDIA, ISRAELE, CUBA Inclusion n LA VITA DI VIAGGIATORE GAY DISABI DIS D ISABI ABI
Per lui, per lei, per te
Storia di copertina TIMOTHÉE CHALAMET Shooting CALL ME BY YOUR NAME Arte PICASSO METAMORFOSI Sfumature di Grigio WHITNEY HOUSTON Interview SERBIA SE LA PRIMA MINISTRA LESBICA DELUDE LA COMUNITÀ LGBTQI Viaggi THAILANDIA, ISRAELE, CUBA Inclusion LA VITA DI VIAGGIATORE GAY DISABILE
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Q M AGAZIN E DIRETTORE EDITORIALE: Andrea Cosimi DIRETTORE RESPONSABILE: Mauro Fanfoni GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Monica Sotgiu IN REDAZIONE: Giovanna Ceccherini, Calogero Pirrera SEGRETERIA DI REDAZIONE: Teresa Dalessandri HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Eugenio Spagnuolo, Alberto Vita, Veronica Colanero, Giovanni Vale e Jelena Prtoric, Antonio Palmentieri, Drew Cumpson, Giuseppe Giulio, Giovanni Blasi. EDITORIALISTI: Alessandro Cecchi Paone, Paolo Colombo, Stefano Ferri, Alessio Virgili FOTO CONCESSE DA: stock.adobe.com, alamy.it, dreamstime.com FOTOLITO E STAMPA: Pixartprinting EDITORE: Sonders and Beach Italy s.r.l. Sede di Milano - Via San Gregorio, 27 - 20124 Iscrizione ROC Lombardia n. 21970 ADVERTISING: www.q-magazine.it marketing@sondersandbeach.com Aderiamo agli standards di condotta di:
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Aderisce a:
“ L A CAD U TA DELLA FORC INA C H E S I U D Ì I N TUT T O IL MONDO… ” STO N EWA L L, 5 0 A NNI D OPO…
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969: era ormai prassi assodata che la polizia di New York irrompesse con violenza, per l’ennesima volta, nel bar chiamato “Stonewall Inn” in Christopher Street nel Greenwich Village. Il bar, era oramai noto, che fosse frequentato dalla clientela LGBTQI e la polizia utilizzava tutte le scuse possibili, per giustificare le irruzioni, picchiando le persone presenti all’interno con accuse di “oscenità”, tra cui baciarsi, tenersi per mano, indossare abiti del sesso opposto, o anche il semplice essersi trovati all’interno del bar nel momento dell’irruzione. Una notte, intorno all’una del 27 giugno 1969, le cose andarono diversamente. I clienti presenti nel bar, si ribellarono, stanchi dei continui soprusi da parte della polizia newyorkese, riversandosi per le strade e costringendo i poliziotti a rintanarsi all’interno del locale, e conseguenti serie di violenti scontri. Solo nella prima notte, una volta ritornata la calma, furono arrestate tredici persone a fronte di quattro uomini dell’ordine feriti, un numero esiguo se si pensa che le cronache riportarono allora di uno scontro tra una folla di 2mila persone e oltre 400 poliziotti armati. Quella fatidica sera, fu l’inizio di un lungo movimento di protesta, che portò, a luglio dello stesso anno, alla formazione del Gay Libération Front, mentre nei mesi successivi nacquero iniziative simili in tutto il mondo occidentale, generando così l’inizio dei cosiddetti “moti di Stonewall”, chiamati anche dal movimento statunitense la rivolta di Stonewall. “Stonewall” è simbolicamente considerato a oggi, il momento di nascita del movimento di liberazione gay in tutto il mondo e per questo motivo il 28 giugno è stato scelto dalla comunità LGBTQI come data della “giornata mondiale dell’orgoglio LGBTQI” o “Gay Pride”. Diventata uno dei simbo-
li dei moti di Stonewall, è la donna transessuale Sylvia Rivera, anche se alcuni racconti dell’episodio sono contradittori, sembra sia stata lei a cominciare la protesta, gettando una bottiglia contro un poliziotto, dopo essere stata violentemente percossa più volte con un mattarello. Questi moti sancirono nella storia un vero e proprio cambiamento: l’abbattimento di ogni discriminazione e il riconoscimento dei propri diritti, l’inizio della lunga strada verso la libertà e verso la dignità di ogni essere umano. L’anno seguente, nel giorno della ricorrenza del primo anniversario dei moti di Stonewall, il Gay Libération Front, organizzò una marcia dal Greenwich Village al Central Park dove presero parte circa 10mila persone, dando vita al primo Gay Pride della storia. Un’occasione importante per celebrare, quella che John D’Emilio, storico gay statunitense, definì “la caduta della forcina che si udì in tutto il mondo”. A oggi, New York City, è riconosciuta come una delle città LGBTQI per eccellenza e non a caso, il prossimo anno, a giugno 2019, ci sarà un avvenimento imperdibile, il World Pride 2019, un evento a livello globale che celebrerà l’orgoglio della comunità LGBTQI, rendendo questo evento ancora più significativo in concomitanza con il 50esimo anniversario dei moti di Stonewall. Sarà un momento di orgoglio a livello mondiale, un’occasione per festeggiare l’ottenimento dei propri diritti e ogni volta che parteciperemo a un Pride, ritengo sia fondamentale non dimenticare MAI tutto ciò che viviamo oggi è qualcosa che ci è stato donato da chi ha lottato e reagito ai soprusi, da chi ha voluto affermare i propri diritti e la propria voglia di vivere senza essere giudicato, un diritto, che purtroppo ancora oggi, non è concesso a tutti, specialmente in alcuni paesi. Andrea Cosimi
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La nuova golden star di Mauro Fanfoni
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© Steve Vas / Alamy Photo
TIMOTHÉE CHALAMET
ph. Julie Edwards
Timothée Chalamet al London Film Festival 13 ottobre 2018 tenutasi a Cineworld Leicester Square, Londra
È
stata la star, giovane, più attesa invano durante il Festival del Cinema di Roma. Parliamo di Timothée Chalamet, padre francese e madre statunitense. Due i film presentati al concorso tra cui “Hot Summer Night” per la regia di Elijah Bynum, girato precedentemente al film che lo ha reso celebre, “Chiamami col tuo nome”. La pellicola presentata nella sezione “Alice in città” del Festival del Cinema 2018 narra la storia di formazione di un ragazzo timido e introverso che per uscire dal suo guscio inizia a spacciare erba. Decisione che presto gli renderà la vita niente affatto semplice. Nato il 27 dicembre 1995 a New York, Timothée Chalamet ha vissuto nel rinomato quartiere di Hell’s
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Kitchen, noto per la sua vicinanza a Broadway e agli Actors Studio. Prima di debuttare sul grande schermo, il giovane Timothée Chalamet ha preso parte da bambino ad alcuni spot pubblicitari e due cortometraggi horror. Durante gli anni del liceo ha frequentato la Fiorello H. La Guardia High School of Music & Art and Performing Arts, ma i primi passi importanti sono mossi nel 2009 quando compare sul piccolo schermo in una puntata di “Law & Order - I due volti della giustizia” e nel film targato Hallmark “Un Amore per Leah”. Il grande debutto avviene nel 2011 nei teatri dell’OffBroadway con la commedia di formazione “The Talls”, dove interpreta Nicholas, un dodicenne
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TimothĂŠe Chalamet at the 2018 Film Independent Spirit Awards held at Santa Monica Beach, USA on March 3, 2018
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Timothee Chalamet and Pauline Chalamet at the 23rd Annual Critics` Choice Awards held at the Barker Hangar in Santa Monica, USA on January 11, 2018
incuriosito dal sesso, ruolo che cattura l’attenzione della critica per la sua brillante capacità di rendere la briosa curiosità che nutre un adolescente verso la sessualità. Nel 2012 la sua partecipazione a due serie TV di successo con ruoli ricorrenti: è Luke nella quarta stagione di “Royal Pains” e Finn Waden nella seconda di “Homeland”, con quest’ultima che guadagnerà la vittoria proprio durante l’anno con lo Screen Actors Guild Award, premiando l’intero cast. L’esordio al cinema arriva nel 2014 con “Men, Women & Children”, pellicola con Adam Sandler e Jennifer Garner, e “Interstellar” di Christopher Nolan, dove è il figlio dell’ingegnere spaziale interpretato da Matthew McConaughey. Inizia così la sua ascesa sul grande schermo con piccoli ruoli minori che, però, lo mettono in luce sia agli occhi del pubblico sia della critica. Lavora con grandi attori di Hol-
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lywood, condividendo la scena con nomi del calibro di Diane Keaton e John Goodman in “Natale all’improvviso” del 2015. Nel frattempo porta avanti l’impegno teatrale con zelo, tanto che nel 2016 viene candidato al Drama League Award come Miglior attore protagonista e vince un Lucille Lortel Award per la performance in “Prodigal Son”. La critica lo ama, tanto da definire la sua recitazione “irresistibile” e da paragonarlo a un divo come James Dean. È nel 2017 che arriva l’ennesima acclamazione dopo aver partecipato come protagonista in “Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino, per il quale riceve una nomination agli Oscar 2018 come miglior attore protagonista per l’impegno dimostrato nel calarsi nella parte, imparando l’italiano, suonare il pianoforte e la chitarra. Tanta dedizione gli è valsa una nomina al Golden Globe come Miglior attore, una allo
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Screen Actors Guild Award, e l’inserimento della performance da parte del New York Times come una delle migliori dell’anno. Il film del suo successo è la sensuale storia di un primo amore: un adolescente audace, che scrive e suona musica classica, che legge e amoreggia con le ragazze, ma che poi un giorno s’innamora di Oliver, un’affascinante compatriota scoprendo l’inebriante bellezza del desiderio sentimentale e sessuale. Un risveglio che dura il tempo di un’estate, ma che cambierà la sua vita per sempre. Una performance, quella di Timothée Chalamet acclamata da ogni rivista e sito internet. Nessuna performance nel 2017 è stata percepita emotivamente, fisicamente e intellettualmente viva quanto la sua diventando il terzo attore più giovane nella storia del prestigioso premio, gli Accademy Awards, a occupare la categoria di miglior attore protagonista. Non succedeva dell’edizione del 1940, ovvero quando un diciannovenne Mickey Rooney fu nella rosa dei papabili vincitori per “Ragazzi attori”. E questo è solo l’inizio per il nostro Timothée Chalamet a cui dedichiamo la copertina di questo numero. Buon lavoro Timothée! © Elena Ringo
Timothee Chalamet attends the 2017 IFP Gotham Awards at Cipriani Wall Street on November, 2017 in New York City
Armie Hammer and Timothée Press Conference of the film CALL ME BY YOUR NAME Berlin International Film Festival 2017
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Se avete voglia di fare un tuffo nel passato e abbandonare le abitudini delle metropoli, l’Avana è il posto che fa per voi… “Cuba es de los cubanos”: un viaggio in uno dei luoghi più ricchi di cultura al mondo, dove il passato è più presente del presente stesso. Foto e testo di Antonio Palmentieri Plaza de la Catedral, Havana
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Antonio Palmentieri
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i sono luoghi che non si possono descrivere, bisogna viverli per poterne assaporare la vera essenza e Cuba è uno di questi magici posti che, ancora oggi, offre da la possibilità di fare un tuffo nel passato in quegli anni dove si viveva (bene) anche senza i social network. Proprio così: a Cuba il wi-fi esiste ma non è molto diffuso e se sei un social dipendente (come me) forse questa potrebbe essere la vacanza giusta da fare per “depurarsi” un po’. Dovete sapere che l’Avana, capitale dell’isola di Cuba nonché la città più grande dei Caraibi, è uno dei luoghi più ricchi di cultura al mondo. Dopo anni di lontananza dagli agi, spesso dati per scontati, delle metropoli moderne, l’isola di Cuba oggi ha qualche “comodità” in più. Pensate solo al Wi-fi: immaginate che fino a qualche anno fa nessun cubano aveva la possibilità di accedere ad internet e di sbirciare cosa accadeva nel resto del mondo. E vi ricordate dei telefoni a gettoni? Quegli oggetti oramai estinti da noi che è più facile trovare in un museo piuttosto che in strada? Qui ancora esistono, e vengono anche utilizzati regolarmente! Cuba vanta spiagge bianchissime e il mare cristallino di Cayo Largo e Varadero, città storiche come l’Avana e Trinidad, dichiarate dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, valli verdissime come quelle di Pinar del Rio, popolate dalle più
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note piantagioni di tabacco al mondo (ma anche di banana e di caffè), villaggi e cittadine coloniali, come la meravigliosa Cienfuegos, e riserve naturali ricche di fauna come il Parco Nazionale Alejandro di Humnaldt a Granma e il Parco Nazionale di Vinales. L’Avana è stata fondata esattamente 500 anni fa da Diego Valázquez de Cuéllar, è popolata da circa 2,2 milioni di abitanti (l’intera isola conta 11 milioni di persone) ed è il centro della vita politica, amministrativa e sociale dell’Isola. Fa caldo, arriviamo all’aeroporto di José Martì a l’Avana dopo 11 ore di volo: l’uscita è talmente affollata di gente, che faccio fatica a non perdere di vista i miei compagni d’avventura. Superiamo i controlli, recuperiamo le valigie e cambiamo in CUC, la valuta locale, la quantità di denaro che poi ci servirà per viverci l’isola, tra alloggi, locali, taxi e divertimento. Partiamo dall’aeroporto in bus, ci vogliono circa 30 minuti per raggiungere il centro dell’Avana, è sera e il fuso orario di 6 ore non aiuta (In Italia siamo 6 ore avanti) ma finalmente arriviamo in
un hotel discreto nei pressi del centro. Disfiamo le valigie, una doccia veloce e, anche se è notte, decidiamo di andare alla scoperta della città. Questa è la mia prima volta a l’Avana e ho trovato la città in fermento. Sarà l’effetto dell’ammorbidimento dell’embargo cominciato qualche anno fa dall’ormai ex presidente Barack Obama e che potrebbe portare, secondo le intenzioni, alla fine dello stesso in tempi brevi. Per ades-
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Spiaggia Varadero
Giro in taxi, Havana
so, si tratta di condizioni di vita migliori e notevoli aperture verso il futuro: riapertura delle reciproche ambasciate, viaggi e transazioni di denaro più facili, via libera all’export dagli Usa, cancellazione di Cuba dalla lista dei paesi fiancheggiatori del terrorismo. Eppure l’Avana non è una città semplice da vivere. Dovrete mettere in conto l’inquinamento (perché le coloratissime auto d’epoca degli anni’50 che tanto ci piace fotografare sono causa di inquinamento dell’aria che strozza la città), la mancanza di mezzi pubblici efficienti
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e l’approccio di molta gente del posto nei confronti dei turisti, che non è fatto solo di tanti sorrisi ma anche di inseguimenti continui per convincervi ad andare in locali vicini (una sorta di primitivo “pierraggio” per intenderci) e spillarvi qualche soldo dalle tasche. Di cose da fare ce ne sono tante. Il mio consiglio è di dedicare alla capitale 3 o 4 giorni, che basteranno per vedere tutte le attrazioni più importanti e per farvi un’idea della vita in città. Se siete appassionati di storia fate tappa al Museo de la Revolución (l’ingresso è di 6 CUC, circa 6 euro) a pochi passi dal Paseo del Prado e da Parque Central, nella parte storica della città, ospitato nell’ex Palazzo Presidenziale. L’edificio è del 1919 e conserva ancora gli arredi e le testimonianze dell’epoca. La Sala degli Specchi (Salón de los Espejos) è arredata con ricchissimi pezzi del Palazzo di Versailles ed è il posto perfetto per una foto ricordo. Plaza de la Catedral, che si trova nel centro più autentico della capitale, la piazza principale della città in cui spicca la magnifica Cattedrale dell’Avana, considerata il massimo esempio del barocco cubano e una delle attrazioni principali da non perdere assolutamente. Qui mi è capitato di vedere tantissimi bambini giocare in strada, insieme. Nessun videogioco, nessun cellulare, solo giochi di gruppo come nascondino, acchiapparello e campana (che chi ha qualche annetto in più ricorderà sicuramente). Intorno a Plaza de la Catedral si trovano numerosi musei e gallerie che vi consiglio di visitare, ma anche ristoranti e bar famosissimi (nel vicolo sinistro
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Gimnasio de Boxeo
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della piazza troverete la Bodeguita del Medio). Se volete invece soggiornare in una delle case più belle della città, provate ad andare a Casa Vitrales (costa 60 CUC a notte per una stanza doppia, circa 55 euro). Una dimora in cui il design e l’eleganza fanno da padroni. Un posto nel cuore di Havana Vieja in cui apprezzare arte, colori e buona cucina dell’isola. Per bere un ottimo Mojito il luogo più adatto di tutta l’isola è la Bodeguita del Medio. Dal 1942 la Bodeguita è diventata una vera e propria istituzione per la gente di Cuba e c’è chi sostiene che qui si possa gustare il miglior Mojito al mondo. Di sicuro è un posto speciale, che vi catapulterà nella vera atmosfera cubana, nonostante siate al centro della parte turistica della città. Per gli appassionati di shopping vi consiglio Calle Obispo, alle spalle di Plaza Francesco de Asis, che con Calle Mercaderes rappresenta in centro dello shopping dell’Avana. Sapete che i cubani sono fortissimi nella boxe?
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A Cuba, tra le strade popolari di Havana Vieja, è facile che vi capiti di assistere agli allenamenti all’aria aperta di qualche scuola di boxe: il Gymnasio Rafael Trejo, ad esempio, ha sfornato molti campioni olimpionici e rappresenta uno dei luoghi ancora intatti della città, dove davvero si può entrare a contatto con la gente del posto e la loro cultura. Non farete fatica a vedere uno dei simboli più significativi dell’Avana, sto parlando del Capitolio Nacional, originariamente sede del Governo di Cuba. Ma se c’è una cosa imperdibile in città è il tour in taxi con un’auto d’epoca. I tassisti sono furbetti ma con 10/15 CUC potrete girare l’intera città per assaporare l’atmosfera del posto che vi lasceerà, garantisco, dei ricordi meravigliosi. Una delle icone del Paese è il murales di ceramica, alto 30 metri, raffigurante il volto di Ernesto Che Guevara, accompagnato dallo slogan “Hasta la victoria siempre”. Lo troverete sulla facciata dell’edificio del Ministero dei Interni ed è una tappa obbligatoria per tutti i visitatori dell’Avana. Se siete in cerca di una meta che possa emozionarvi allora Cuba è il posto che fa per voi: buon divertimento!
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AQUALUX HOTEL SPA SUITE & TERME BARDOLINO RELAX, BENESSERE E CULTURA. TUTTO QUESTO IN UN UNICO CONTESTO DA FAVOLA
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l turismo LGBT ha un nuovo punto di riferimento a Bardolino, una delle località più belle del Garda Veronese. Questo suggestivo borgo benacense con la dolcezza del suo paesaggio fa da quinta ad Aqualux Hotel SPA suite & Terme, hotel di design dall’anima green, testimoniata dalla prestigiosa certificazione ClimaHotel che ne attesta la vocazione al benessere a 360°. Uno dei fiori all’occhiello della struttura è la varietà della sua offerta legata al wellness tailor made che trova anche una declinazione in chiave gay friendly con la messa a punto di pacchetti ad hoc che prevedono anche speciali momenti romantici nella Private SPA. IL TERRITORIO Bardolino si trova sulla sponda orientale del Lago di Garda, a circa 20 km dalla città di Verona. Il tipico borgo è circondato da acque incredibilmente azzurre ed è favorito da un clima dolce e mite, oltre ad essere circondato da uliveti che producono il famoso olio del Garda DOP, rinomato per leggerezza e delicatezza. Tra i più ap-
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prezzati si annovera l’Olio Viola, prodotto dalla famiglia Viola dal 1950, proprietaria di Aqualux Hotel. Inoltre, numerosi gli sport che si possono praticare – vela, windsurf, bike – e per chi ama le città d’arte, nei dintorni valgono una visita Verona, anche per le serate all’Arena, e Venezia, la città più particolare e romantica del mondo. I FIORI ALL’OCCHIELLO DI AQUALUX L’offerta “acquatica” della struttura è davvero impareggiabile. L’ampia corte interna ospita infatti l’AquaExperience: otto piscine – interne ed esterne – oltre a percorsi di acqua corrente, una zone dedicata al nuoto, stazioni idro e aeromassaggio, e una vasca salina dedicata al relax. L’ulteriore fiore all’occhiello della struttura è l’AquaSPA & Wellness, uno spazio di 1000 mq dedicati al benessere e alla bellezza con cabine per trattamenti, idroterapia e fangoterapia, una Private SPA, saune, bagni a vapore, una fontana di ghiaccio, un calidarium e un solarium e un’area riservata esclusivamente alle donne con sauna divano e bagno al vapore. Tra i numero-
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LGBT PRIDE PACKAGE È una delle offerte esclusive rivolte alla clientela LGBT. Propone un pacchetto di una notte con sistemazione in una elegante camera doppia e un romantico wellness moment per due all’insegna di coccole e benessere. Grazie all’”Aroma Couple Massage” nella Private SPA, un massaggio olistico antistress eseguito utilizzando un mix di quattro straordinari oli, la sensazione di benessere è assicurata e l’armonia ritrovata. La proposta dà accesso anche alla AquaSpa&Wellness e all’AquaExperience. Completa l’esperienza una cena all’insegna dei sapori della tradizione del territorio con un menu a base di quattro portate (bevande incluse) presso EVOBardolino. A partire da € 172,50 a persona in camera doppia (valido fino al 06.01.19)
si trattamenti proposti dalla SPA da provare il Candle Massage ispirato alla filosofia Ayurvedica, che non solo renderà la pelle più bella ed elastica, ma stimolerà i sensi rilassando la mente e lo spirito. LA NOVITÀ INVERNO 2018/19 Da poche settimane ad arricchire ulteriormente l’offerta di benessere, ecco AQUALUXThermae che utilizza l’acqua termale della fonte “San Severo” e offre, in cabine appositamente realizzate, trattamenti di balneoterapia con e senza idromassaggio. Si tratta di un’acqua batteriologicamente pura, particolarmente ricca di calcio, magnesio e bicarbonati, che scaturisce da una profondità di oltre 300 metri. Tra le numerose proposte, imperdibile il Bagno Romantico, un bagno rilassante di coppia in acqua termale tra petali di rosa e un calice di prosecco da sorseggiare nel totale relax. La coccole di bellezza potranno poi essere ripe-
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tute anche a casa grazie ai nuovissimi prodotti della linea cosmetica AQUOLEUX che nasce dalla innovativa combinazione tra l’acqua termale e l’acqua di olive proveniente dal frantoio “Olio Viola”, che utilizza le migliori olive frante subito dopo la raccolta. PER FINIRE LA GIORNATA Sarà possibile degustare una sfiziosa e ricercata cena al ristorante gourmet dell’hotel, EVO Bardolino, per vivere un’esperienza di gusto e creatività. Per il dopo cena la Sparkling Lounge con una raffinata gamma di cocktail e proposte beverage di altissima qualità, prima di fare un salto alla discoteca “Art” di Desenzano (a 18 km di distanza dall’hotel) o al dance club “Hollywood” (a solo 2 km dalla struttura) che ospita uno degli eventi più cool della zona, la serata “Milord”.
AQUALUX HOTEL SPA SUITE & TERME BARDOLINO Via Europa Unita, 24/b 37011 Bardolino (VR) - Italy Tel.: +39 045-6229999 Fax: +39 045-6229900 info@aqualuxhotel.com www.aqualuxhotel.com
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Lubiana - Fiume Ljubljanica, Archivio STO, ph. D. Wedam
PINK WEEK La Settimana rosa in Slovenia è dedicata al mondo LGBT
di Giovanni Blasi IL CONTESTO SOCIO-POLITICO Chi è fedele al mantra “Liberalismo & Democrazia” sosterrà che o la Slovenia non ha alcuna legge che tuteli la comunità LGBT perché ex Stato Comunista oppure al contrario che ne è provvista per merito dell’apertura del paese al sistema culturale occidentale. La lunga stra-
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da verso la tutela del mondo LGBT parte già nel 1977, in quell’anno fu approvata una legge che stabiliva la medesima età per l’espressione del consesso nei rapporti sessuali, sia per le relazioni di tipo eterosessuale che di tipo omosessuale. Questa norma ammise a livello governativo l’esistenza pubblica dell’omoses-
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Pink Week 2018
La Valle dell’Isonzo, archivio STO, ph. Kladnik
sualità e ufficialmente la dichiara alternativa al precedente sistema unario eterosessuale. Successivamente nel 1998 sono state approvate tre leggi che combattono le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. I popoli per cambiare modo di pensare spesso ci impiegano decenni quindi o l’avvicinamento del paese al contesto occidentale - avvenuto solo nel 1991 - ha reso il popolo sloveno aperto ed inclusivo con un “abracadabra” oppure i semi del rispetto, dell’amore egualitario e della giustizia erano già nell’animo di moltissimi sloveni. Infatti al di là delle leggi già nel 2006 il 31% degli sloveni era favorevole al matrimonio omosessuale. Nel 2015 si era tentato di introdurre l’istituto del matrimonio egualitario e l’adozione da parte delle coppie omosessuali. Questa legge però fu abrogata con un referendum al quale partecipò all’incirca il 36% della popolazione. Successivamente è stata approvata una legge che equipara le unioni civili al matrimonio ma che mantiene proibita l’adozione e la riproduzione assistita. Due simpatici agenti del turismo
Bled - l’isola, Archivio STO, ph. K. Kunaver
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titolari della “luxuryslovenia” organizzano la “Pink Week”, una settimana dedicata al turista LGBTQI: loro sono Matej & Mattej. LA SLOVENIA La prima tappa è stata a Lipica. Siamo stati accolti con uno squisito prosecco di benvenuto, infatti in Slovenia si beve divinamente. Tre sono le regioni vinicole del paese: la Primorska, che è suddivisa a sua volta in quattro distretti e le cui viti sono favorite dal clima mediterraneo e producono vini di fama internazionale; poi c’è la regione di Posavjee e infine quella di Podravje in cui prevalgono vini bianchi, con aromi floreali e fruttati. Durante il tour all’interno della fattoria abbiamo scoperto che l’animale più amato
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passato alla storia per il fascino creato dal fatto che la struttura è incastonata come un gioiello prezioso all’interno della roccia. La sera ci siamo recati nel locale gay più famoso della Slovenia: il Tiffany. La discoteca è collocata in un complesso di palazzi nella zona vecchia della città. Il giorno successivo abbiamo fatto un’escursione in battello sul lago di Bled e abbiamo visitato l’incantevole isola posta al centro del lago con i suoi negozi tipici, la chiesa e la vista panoramica sul lago e la natura circostante. Quindi chi sente la necessità di trovare un luogo dove rilassarsi e staccare la spina o cerca una meta per una piacevole fuga d’amore senza la frenesia di una intesa vita notturna trova nella Slovenia la meta lgbt friendly ideale.
Lipizzani in natura, Archivio STO, ph. B. Kladnik
è il cavallo bianco. Ci viene spiegato che da piccoli i cavalli sono nerissimi e soltanto quando crescono diventato di un bianco brillante e profondo. Qui si può gustare una passeggiata in carrozza per esplorare le campagne che circondano Lipica. Vi rilasserete osservando gli alberi, le piante e il cielo sopra di voi. Il giorno seguente dopo dieci kilometri in treno ci siamo ritrovati all’interno della roccia nelle famose cave di Škocjan. In questo luogo vi perderete ad osservare le strutture di stalagmiti e stalattiti di forme diversissime che faranno sbizzarrire la vostra fantasia. Queste grotte sono le più visitate in Europa e l’intreccio di caverne e gallerie si estende per oltre 21 kilometri. Ricordatevi di portare una felpa quando le visiterete perché all’interno sono circa 8 gradi. Il Castello di Predjama è un palazzo che risale al tredicesimo secolo, era considerato inespugnabile essendo situato al riparo di una grotta carsica su una parete di roccia alta 123 metri. Il Castello è
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Il castello di Predjama, archivio STO, ph. Krivic
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ibis Milano Centro - Garden
IBIS MILANO CENTRO IL BENESSERE AL MIGLIOR PREZZO 26
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due passi dalla stazione Centrale e dal Social District di Porta Venezia, l’Hotel ibis Milano Centro sorge nel cuore pulsante della città. Camere moderne e confortevoli con materassi high-tech e cuscini over-size per garantire un’esperienza di riposo unica, aree adibite all’accoglienza dal design elegante e innovativo e spazi modulabili adatti per semplici riunioni d’affari e per convegni con un grande parterre: queste sono alcune caratteristiche distintive della struttura del marchio economy ibis che appartiene al gruppo AccorHotels e che si contraddistingue nel mondo dell’hotellerie per qualità, affidabilità e confort. LA STRUTTURA Con 440 camere adatte ad ogni tipo di cliente, dal single alla famiglia, dal fumatore al non o dal lavoratore al turista, ibis Milano Centro offre
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servizi moderni e in continua trasformazione per rispondere alle variegate esigenze del turismo, come la possibilità di effettuare il check-out posticipato o di ospitare l’amico a quattro zampe. Inoltre, la struttura vanta della certificazione Planet 21 Argento, programma di Corporate Social Responsibility di AccorHotels che mira alla sensibilizzazione verso l’ambiente e la realtà che ci circonda. L’obiettivo è raggiungere un nuovo tipo di innovazione sostenibile, ad esempio, con la scelta di prodotti per l’hotellerie eco-friendly e alla diminuzione delle emissioni di carbonio grazie alle ristrutturazioni delle strutture, o infine, attraverso il nobile obiettivo di piantare 10 milioni di alberi entro il 2021. IL GARDEN All’interno della struttura, il Garden dallo stile ibrido tra il moderno e lo scandinavo, con arre-
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ibis Milano Centro - LineaUno Bistrò
di semplici dalle linee pulite che si inseriscono nel verde dirompente della vegetazione: una piccola oasi al riparo dal caos cittadino perfetta per una pausa di relax mentre si sorseggia uno degli squisiti cocktail della drink list proposta dall’hotel o come location per un evento esclusivo, come quello in omaggio alla Green Week di Milano. GLI EVENTI L’ampia gamma degli eventi che ibis Milano Centro propone ogni stagione è segno dell’impegno del gruppo nel voler soddisfare non solo l’ospite ma anche il cittadino e i suoi interessi. Si pensi ad esempio al Family Animation Brunch, pensato per le famiglie milanesi che vogliono condividere una giornata con i propri bambini in spensieratezza e mangiando buon cibo, o all’evento “Are you Frida?” realizzato in collaborazione con l’Associazione Cultura Messicana in Italia e che ha riscosso un enorme successo per la sua vivace animazione con suoni mariachi e un set fotografico realizzato ad hoc. Portavoce di un’accoglienza personalizzata, discreta e non discriminante, l’ibis Milano Centro, in occasione
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ibis Milano Centro - Camera
del Gay Pride, ha inoltre ospitato la conferenza “All guests are guests” per promuovere il valore dell’ospitalità come modalità per superare ogni tipo di barriera rappresentata dalle differenti visioni dell’individuo e della società. LINEAUNO BISTRÒ & BAR BY IBIS MILANO CENTRO Cuore della proposta ristorativa dell’ibis Milano Centro, LINEAUNO Bistrò & Bar, regala sapori e suggestioni di una Milano d’altri tempi: un omaggio al territorio meneghino e alla sua tra-
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ibis Milano Centro - hall
dizione culinaria rivisitata in chiave moderna. Il nuovo concept lanciato da pochi mesi è caratterizzato da un ambiente suggestivo che vede protagonista il leggendario Tram 1, rivoluzionario mezzo degli anni ’30 da cui deriva il nome del ristorante. L’idea ha origine proprio da questo simbolo, emblema di una città viva, frenetica e pulsante come solo Milano sa essere. LINEAUNO Bistrò & Bar segue uno spirito innovativo mantenendo allo stesso tempo semplicità e genuinità: pochi piatti selezionati e materie prime d’eccellenza. Tutti i grandi classici della cucina milanese sono riproposti in chiave contemporanea: dalla minestra meneghina alla cotoletta, passando per l’iconico riso giallo al salto. LINEAUNO Bistrò & Bar offre inoltre un’ampia scelta per la clientela business, dall’aperitivo Tramvai ai pranzi d’affari: soluzioni innovative per cittadini moderni.
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LA VITA DI VIAGGIATORE GAY DISABILE di Drew Cumpson
Drew Cumpson
Essere gay e disabile significa dover lavorare duramente per farsi accettare dalla comunità. Ognuno ha le proprie idee in merito alla disabilità. Spesso queste idee sono errate o fuorvianti. Uno degli scopi nella mia vita è dare un’immagine più realistica e fornire informazioni corrette per comprendere cosa sia una vita da disabile. Se le persone sono informate meglio, si riduce la stigmatizzazione dei disabili. Passare da persona in forma, con una relazione in corso ad un’altra senza alcun controllo sul proprio corpo è stata una transizione estremamente complicata. Tentare di trovare una semplice connessione umana con un altro maschio gay è stato complicato. Mi è stato detto che appaio fragile e triste, ho sentito dire che la disabilità viene associata al ritardo mentale… Nella comunità gay, poi, la stigmatizzazione dell’immagine del corpo è notevole e gioca un ruolo determinante nel giudizio delle apparenze. Come tetraplegico, non ho alcun controllo sul mio corpo e combatto per mantenere un corretto peso corporeo. Sono le apparenze che giocano un ruolo determinante negli appuntamenti e se sei confinato su una sedia a rotelle e visto come un disabile e non come un pari, allora il gioco diventa più duro di come dovrebbe essere.
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ai in aeroporto, hai controllato due volte la prenotazione del volo, tre volte la prenotazione dell’hotel, sei pronto per la tua vacanza e non vedi l’ora di arrivare e respirare l’aria del mare. La più grande preoccupazione è di perdere il volo o di aver dimenticato lo spazzolino da denti. Ma… quando un disabile, come me, viaggia, la lista delle preoccupazioni è ben più lunga. Non solo penso ai ritardi aerei o di aver dimenticato lo spazzolino da denti, ma devo chiedere e verificare che tutte le porte siano grandi abbastanza ed accessibili. Devo capire se il resort è accessibile ed in quale misura. Verificare che il trasporto pubblico non solo sia disponibile per tutte le destinazioni , ma che sia sostenibile economicamente.. Ci sono molte altre cose che emergono durante i viaggi e che devono essere finalizzate e programmate per ogni destinazione. Devo assicurarmi che il letto abbia almeno uno spazio attorno di almeno 15 cm per il mio sollevatore e che la camera abbia spazio sufficiente per i trasferimenti quotidiani dalla mia Drew Cumpson sedia a rotelle al letto. Quando viaggio, devo sem-
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Drew Cumpson
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Chichen Itza - February 2016
pre programmare per due persone in più di accompagnamento, che aumenta immensamente il costo per un viaggio accessibile. Ci sono circa un miliardo di persone disabili al mondo. Queste sarebbero una grande opportunità per qualsiasi azienda turistica che intenda proporre accessibilità e pernottamenti per coloro che viaggiano con disabilità. L’industria turistica sostenibile si stima raggiungere i 202$ miliardi di fatturato entro il 2025 (Bowtell, J. 2015) Nel 2011 ero membro di un viaggio umanitario con un gruppo di studenti dell’Università di Guelph, a Lima, in Perù. Mentre nuotavo, durante l’ultimo giorno di permanenza, una grande onda avrebbe cambiato completamente la mia vita, sbalzandomi violentemente fuori dall’oceano, fratturandomi la vertebra C4 e lasciandomi completamente paralizzato dalle spalle in giù, costringendomi alla ventilazione forzata per il resto della vita. Quando si programma un viaggio con disabilità, ci vuole molto più tempo di quello che si impiega per organizzare un viaggio senza disabilità. Il mio obiettivo nella vita è dimostrare al mondo che, indipendentemente dalla battaglia che si combatte, si
devono comunque raggiungere i propri traguardi.. Tre giorni prima del mio incidente nel 2011, al summit di Macchu Picchu, mi prefissai l’obiettivo di visitare le Sette Meraviglie del Mondo. Sapevo ben poco su come provarci ed immaginare poi di farlo su una sedia a rotelle… Il mio primo volo commerciale fu una grande esperienza per me e per il mio team. La più importante sfida fu il mio trasferimento dalla sedia a rotelle alla poltrona dell’aereo. Lo avevamo programmato in anticipo con Air Transat, in modo da assicurarci che avessero un sollevatore Hoyer. Quando arrivò il momento di trasferirmi, concludemmo che con la mia altezza e senza un appropriato bracciolo , la nostra unica opzione sarebbe stata quella di un vigile del fuoco che mi sollevasse oltre il bracciolo, sulla poltrona. Una volta seduto, abbiamo improvvisato un fissaggio al torace, in modo da essere stabilizzato durante tutto il volo. Così, diventò incredibilmente complicato spostarmi dalla mia poltrona. Avevamo creato un’altra barriera, nel caso in cui avessi avuto la necessità di muovermi dal mio posto, per andare in bagno, per esempio. Scendere dall’aereo, poi, fu un’altra guerra, con me che finisco sul pavimento in più di un’occasione. Imparare a viaggiare con disabilità non è semplice. Ogni viaggio rivela un nuovo ostacolo da abbattere. Dopo averne sperimentati numerosi durante i miei viaggi sull’accessibilità degli aerei, ho deciso che avrei condotto io un documentario sull’accessibilità in sedia a rotelle. Dopo il mio incidente, i medici dissero che viaggiare sarebbe stato quasi impossibile ed estremamente difficoltoso. Tuttavia, essendo una testa dura, ho voluto dimostrare che avevano torto.
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Machu Picchu - May 2011
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Machu Picchu - May 2011
Man mano che continuo i miei viaggi allo scopo di raggiungere il mio obiettivo di vedere le Sette Meraviglie del Mondo, sarò in viaggio tra Londra, Roma e Parigi a novembre 2018 in modo da ‘spuntare’ dalla mia lista il Colosseo. Dimostrerò tutti gli aspetti del viaggiare accessibile, dal volo al trasporto ferroviario ad altre forme di trasporto, come taxi, bus e traghetti. Non tutti sono in grado di accedere a tutte le forme di ‘trasporto accessibile’ , per via di circostanze personali. In ogni caso, il documentario avrà lo scopo di informare le persone con disabilità della quantità di opzioni disponibili quando si viaggia. Sono estremamente contento di venire in Italia a novembre 2018 e non vedo l’ora di trascorrere tre giorni a Roma, prima di prendere il treno per Milano per una notte. La mattina dopo, partiremo per un viaggio in treno di tredici ore verso Parigi. Volendo dimostrare che esistono diverse scelte multiple nel trasporto con disabilità, abbiamo pensato che non ci sarebbe stato scenario più bello di quello di vedere l’Europa dal finestrino di un treno. Come coloro che, avendo piacere a viaggiare ed abbia avuto la possibilità di conoscere il bel Canada (Paese di origine dell’autore, ndt), non vedo l’ora di vedere le belle montagne di Italia e
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Francia e viaggiare fino all’ultima destinazione: Parigi. ‘Aerei, Treni e Sedie a Rotelle’ è un documentario informativo che vuole dimostrare come, a prescindere dalle proprie abilità, sia sempre possibile viaggiare con la giusta pianificazione. Non solo vogliamo informare delle varie opzioni possibili , ma anche aiutare le imprese turistiche, gli uffici turistici a capire i tipi di ostacoli che devono essere considerati. Le speranze di questo documentario sono quelle di iniziare una conversazione su come eliminare le barriere quando si viaggia. Il documentario verrà presentato alle conferenze sul turismo e sull’ospitalità, come parte di una campagna di sensibilizzazione che auspico possa portare un cambiamento nell’industria turistica. Tutte le aziende, grandi o piccole, dovrebbero lottare per diventare accessibili e disponibili al 100%. Se pensate che la Vostra azienda possa contribuire a questo importante cambio, vi prego di contattarmi per ulteriori informazioni, idee o opzioni che siano disponibili per voi o per il vostro lavoro, in modo da diventare una destinazione completamente accessibile. Inoltre, se avete suggerimenti, idee o contributi per il documentario, potete contattarmi su drew@drewcumpson.com
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LI NEAUNO
SCOPRI IL BISTRÒ & BAR DI IBIS MIL ANO CENTRO
LineaUno Bistrò & Bar prende ispirazione dalla linea del Tram 1 che passa di fianco all’hotel ibis Milano Centro. LineaUno è un bistrò di cucina tradizionale con un forte richiamo al territorio milanese. LineaUno Bistrò & Bar C/O hotel ibis Milano Centro, via Camillo Finocchiaro Aprile 2, 20124 Milano MI
Quiiky tours lancia l’unico gay tour italiano dedicato al film ‘Chiamami con il tuo Nome’, del regista Guadagnino e vincitore dell’ultima edizione degli oscar. Ecco lo shooting promozionale, con i noti influencers americani Barrett Pal e Tarek Allen, che ripercorrono le tappe del film: dai suggestivi laghetti di Crema dove Elio ed Oliver, i due protagonisti, imbastiscono la loro storia, a Sirmione e Bergamo. Milano, Verona e Venezia il giusto corollario per una love story in cui cultura ed amore si intrecciano per tessere il più bel romanzo gay degli ultimi anni.
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Fotografo: Gianluca Fiore Credit: Sonders and Beach Modelli: Barrett Pall e Teraj Allen
Frame “Call Me by Your Name” Regia Luca Gudagnino Produttore Howard Rosenman Courtesy by Production Sony Pictures Classics
Ricengo
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Frame “Call Me by Your Name” Regia Luca Gudagnino Produttore Howard Rosenman Courtesy by Production Sony Pictures Classics
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Frame “Call Me by Your Name” Regia Luca Gudagnino Produttore Howard Rosenman Courtesy by Production Sony Pictures Classics
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Sirmione
Frame “Call Me by Your Name” Regia Luca Gudagnino Produttore Howard Rosenman Courtesy by Production Sony Pictures Classics
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Frame “Call Me by Your Name” Regia Luca Gudagnino Produttore Howard Rosenman Courtesy by Production Sony Pictures Classics
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@Stefano D’Amadio
BOMBONIERE
SAVE THE CHILDREN UN SEGNO CONCRETO PER SALVARE LA VITA DI TANTI BAMBINI
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a gioia dei momenti più importanti è un dono da condividere. Con una bomboniera solidale Save the Children contribuirai a garantire cibo, acqua pulita, cure mediche e un’istruzione di qualità a migliaia di bambini, in Italia e nel mondo. I tuoi invitati e amici potranno condividere la gioia di questa tua scelta, portando a casa un ricordo indimenticabile della festa. Sul sito savethechildren.it/bomboniere troverai un’ampia selezione di scatoline e sac-
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chetti porta-confetti, pergamene e altre bomboniere salva-vita. Tutte le proposte sono personalizzabili in modo da renderle uniche per il tuo giorno speciale. Tra le più preziose la “scatolina cuore”, personalizzabile con nastrino di raso color celeste, rosa o avorio, è accompagnata da un cuore in ceramica realizzato finemente a mano, che rende questa bomboniera ancora più elegante e originale.
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@Shailendra Yashwant/Save the Children
Per ringraziare gli ospiti e testimoniare la tua scelta solidale, potrete scegliere le pergamene, personalizzabili con i vostri nomi, il luogo e la data della cerimonia. Sono realizzate in carta pergamenata color avorio e disponibili in due formati. E se al posto dei regali tradizionali vuoi ricevere dei doni che lascino veramente il segno, basta creare la tua Lista Nozze sul sito savethechildren. it/listanozze. I tuoi invitati avranno l’occasione di scegliere tra vaccini, kit parto, libri, cibo terapeutico e altri interventi: come testimonianza di ogni donazione, riceverai una cartolina cartacea o digitale con il loro messaggio. I fondi raccolti attraverso le bomboniere e la Lista Nozze sostengono i progetti di Save the Children in Italia e nel mondo, l’organizzazione
che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro. Scegli anche tu di stare insieme a Save the Children, il tuo gesto lascerà un segno concreto nella vita di tanti bambini.
@Save the Children
Per ordinare le bomboniere: savethechildren.it/bomboniere Per creare una lista nozze: savethechildren.it/listanozze Per informazioni: ✆ 06 4807 0072 (lun-ven 9-19) ✉ bomboniere@savethechildren.org
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THAILANDIA Spa e trattamenti ringiovanenti a Koh Samui e Koh Phangan
di Mario Degl’Innocenti
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a Thailandia è famosa per la sua accogliente atmosfera di relax tropicale, ed i thailandesi stessi sono conosciuti come un popolo spirituale. Con la sua lunga storia di medicine tradizionali e pratiche meditative, il Regno è una destinazione per chi ha a cuore la propria salute. Quando si tratta della vacanza dei vostri sogni, potreste avere più desideri: favolose spiagge tropicali, lussuose ville con piscina, squisita cucina locale e montagne dalla natura rigogliosa. Forse questa volta è il momento di coccolarvi un po’ con trattamenti e programmi olistici ringiovanenti. Terra dalla natura lussureggiante la Thailandia ha prodotto un rilassante stile di vita unico nel suo genere. Potete venire qui e godervi la calda ospitalità thailandese, mentre vi lasciate viziare dal nostro vasto assortimento di trattamenti spa ed esemplari programmi benessere in uno dei tanti resort e centri spa di livello mondiale. Se siete amanti del mare, in cerca di una terapia su un’isola o di un po’ di esercizio in spiaggia, gli esotici arcipelaghi della Thailandia disseminati nel Golfo della Thailandia offrono uno straordinario e vivace paradiso. Se state cercando dei rigorosi regimi di salute, troverete resort che offrono programmi di ringiovanimento riconosciuti a livello mondiale. Strutture che mettono a disposizione una vasta gamma di programmi salutistici e di allenamenti fitness completi che vi aiuteranno a raggiungere i vostri personali obiettivi di benessere.
Koh Samui Chaweng noi
KOH SAMUI A circa 500km a sud di Bangkok, nel Golfo di Thailandia, circondata dalle palme troviamo
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anche alcuni ristoranti vegetariani e biologici di qualità, tra cui lo Sweet Sisters Cafe Organic e il popolare Greenlight Cafe & Bar Koh Samui.
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Koh Samui. Molti visitatori in cerca di relax scelgono di volare direttamente all’aeroporto internazionale e godere dei benefici delle località termali dell’isola e dei centri benessere, come l’incredibile resort Kamalaya o l’Absolute Sanctuary. Dai centri benessere di lusso allo yoga sulla spiaggia ai laboratori di cucina, l’isola presenta un’entusiasmante gamma di attività “Relax & Retreat” che possono essere apprezzate da tutti coloro che la visitano, come l’eccellente The Rainforest at Banyan Tree Spa. Per l’abbondanza e la qualità dei centri wellness presenti, possiamo senza dubbio affermare che Koh Samui è una vera Spa Island! Samui è una destinazione ideale per coloro che amano mangiare sano. Una passeggiata lungo la spiaggia o attraverso la città di sera, vi darà l’idea dal numero di ristoranti che servono pesce e frutti di mare incredibilmente freschi - la maggior parte dei quali è alla griglia con condimento leggero e servito con insalata. Per coloro che seguono una dieta priva di carne, l’isola ospita
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KOH PHANGAN Koh Phangan è un’isola della provincia di Surat Thani, nel sud-est della Thailandia, e parte dell’arcipelago di Samui. L’idilliaca bellezza dell’isola è accentuata da un entroterra verdeggiante, dalla giungla tropicale collinosa, da lunghe spiagge di sabbia bianca e da oltre 20 siti di immersione situati nelle vicinanze. L’isola è sempre stata un luogo di riposo, relax e riflessione. La tradizione è parte della storia del luogo che attrae molte persone interessate alle arti spirituali del passato: numerosi templi stanno a testimoniarlo. Di conseguenza, Koh Phanganè la location naturale per alcuni centri benessere molto speciali, tra cui l’Anantara Spa a Rasanada e il popolare Wonderland Healing Center. Koh Phangan, diversamente della sorella maggiore Koh Samui, ospita meno Spa ma molti centri di ritiro, scuole di meditazione e nascondigli segreti dove trovare pace e spazio per imparare in armonia con la natura. È più un luogo per esploratori e scopritori piuttosto che esponenti del jet-set: un angolo tropicale per calmare e rilassare la mente, ove si può godere delle terme e di molte altre attività divertenti. L’isola è piuttosto piccola, ma per i turisti in cerca di benessere e che vogliono mantenere
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Anantara Rasananda, Koh Phangan
una dieta sana, sono molte le opzioni in grado di soddisfare tutti i gusti. Ad esempio, il ristorante vegetariano Karma Kafe (sulla costa occidentale) è una scelta altamente raccomandata per i non carnivori. Altre scelte importanti per coloro che vogliono gustare cibo organico includono il noto Orion Café di Koh Phangan, The Organic Chocolate e Pure Vegan Heaven (situato vicino al Karma Kafe). Ovunque decidiate di andare, speriamo che la vostra vacanza in Thailandia non solo vi rilassi, ma che vi permetta di allentare la tensione e di ringiovanire. La nostra deliziosa cucina locale è decisamente una grande e piacevole attrazione. Ci auguriamo che, arricchendo il vostro viaggio con alcuni programmi benessere, possiate scoprire un nuovo e più soddisfacente tipo di vacanza. Quindi, portatevi un buon paio di scarpe da ginnastica, un completo da yoga, disponibilità e forza di volontà per trovare la giusta motivazione per raggiungere un IO più radioso e sano qui, nella Terra dei Sorrisi.
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MOTO DEL FUTURO di Alberto Vita Kawasaki Concept J Audi Q8
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artiamo dalla Kawasaki che presenta il Concept J a tre ruote, o forse quattro perché quella posteriore si sdoppia, a propulsione elettrica. Una moto che, con stilemi ancora più futuristici, ricorda la già proposta Yamaha Niken, tre ruote con motore a scoppio della Casa del diapason. Che anni fa propose il quadriciclo Tesseract (nomen homen, gli appassionati dei fumetti Marvel sanno cosa voglio dire), un ibrido concept che presto potrebbe entrare in produzione. Trionfo di cromature e linea aggressiva invece per il colosso giapponese Honda con la V4 concept, che sta anche testando il Riding Assist, con la moto che guida da sola. Guida autonoma che fa rima con sicurezza anche per la BMW Motorrad Vision Next 100, un prototipo a metà tra il veicolo del film Tron (che esiste veramente!) e la batbike, dotata di un sistema di auto bilanciamento che non fa cadere il centauro. Tra le giapponesi Suzuki propone la Crosscage, moto elettrica dal look futuristico con serbatoio anche per l’idrogeno. Moto elettriche a cui credono anche le Case italiane, da Ducati a Cagiva (gruppo MV Augusta), con la Casa di Borgo Panigale che propone anche la supersportiva DraXter e che, con la Diavel, ha già fatto un salto nel futuro (e ritorno).
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ANCHE LA MOTO SI PRENDE A NOLEGGIO Con Hurry, oltre alle auto, adesso si possono noleggiare a lungo termine anche le moto, grazie all’accordo con la divisione 2Wheels del noleggiatore Ald Automotive. Cambiare moto ogni due anni ora si può, senza pensieri, spendendo una cifra fissa mensile. Attendendo le concept in arrivo.
BMW BP Vision-Bike
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Be relax, be you... be Aqualux
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ISRAELE E LA COMPLESSA KOSHERUT di Giovanna Ceccherini
Dolce Baklava
Hummus di ceci ai falafel
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a cucina israeliana è commistione pura, è una sovrapposizione di livelli culturali e religiosi che solo questo Paese vanta. Alla cucina ebraica tradizionale, regolamentata in maniera molto complessa dalla Kosherut, si innesta quella mediorientale dai forti sapori speziati e con significativi contributi nei piatti dolci. La cucina araba mediorientale è regolamentata dalla tradizione halal, simile, ma non identica, a quella ebraica. La Kosherut è una raccolta di regole alimentari complesse, desunte dall’interpretazione delle Scritture dell’Antico Testamento, la Bibbia. La loro natura arcaica e culturalmente profonda, l’attenzione rivolta anche all’equilibrio nutraceutico, fa sì che esse permettano a qualsiasi commensale, con abitudini alimentari diverse, di pasteggiare alla stessa tavola.
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Questa fu, tempo fa, la mia esperienza, partecipando ad un pranzo per la celebrazione di Shavuot, la Pentecoste ebraica e che ricorda la consegna della Torah da parte di Dio nelle mani di Mosè, grazie alla fuga dall’Egitto da parte del popolo ebraico. Ecco alcuni principi chiave della Kosherut: • Le carni pure sono quelle dei quadrupedi con l’unghia spaccata, come ovini e bovini, ma non il cavallo. Il pollame, non rapace, è consentito, così come i pesci muniti di squame e pinne, quindi non i crostacei. • Mai cibarsi di carne e latte (o latticini) insieme. Leggiamo infatti in Esodo e Deuteronomio: “Non cuocere il capretto nel latte di sua madre”. Per questa ragione non solo non si consumano derivati della carne e del latte nello stesso pasto, ma bisogna
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Baba Ghanoush
avere recipienti e stoviglie separate per cibi di carne e di latte. • Questa rigidità regolamenta quindi anche tre filoni ben precisi della cucina israeliana, in modo che non si verifichino commistioni inopportune di alimenti: le ricette kasher basari, cioè quelle che contengono carne; le ricette kasher halavi, cioè quelle che contengono latticini; le ricette kasher parve, cioè quelle che non contengono nè carne nè latticini. • Il vino, componente essenziale della cucina israeliana e parte integrante della celebrazione dello Shabbat (sabato, giornata festiva, assimilabile alla domenica nella religione cattolico-romana): la vite deve avere almeno 4 anni di età, il produttore deve essere ebreo praticante, gli strumenti devono avere il riconoscimento kosher, che può avvenire solo grazie al rabbino. Durante il mio pranzo di Shavuot ebbi modo di assaporare piatti tradizionali: dall’hummus di ceci ai falafel (forse di origine libanese), polpettine di ceci speziati con aromi e serviti con salsa di sesamo. I falafel si ritrovano spesso anche nello street food. Le polpette di baccalà in salsa speziata sono state una gradevole scoperta insieme al ‘caviale di melanzane’, il baba ganush. Per chiudere una saporita crostata di latte spolverata di cioccolato. Uno dei miei compagni di tavolo, cuoco ebreo fedele alla kosherut, ma che produceva agnolotti ad Haifa, con grande successo, mi confidò che molti piatti della tradizione si possono comprare anche per strada, nella formula di
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street food. Ed è proprio qui che le commistioni tra cultura ebraica ed araba sono più evidenti: la carrellata di spezie colorate dagli odori inconfondibili decorano e profumano i dolci, come i baklava (pasticcini di pasta fillo e frutta secca, bagnati nel miele e nello sciroppo di zucchero) o come il kugel, una specie di pudding preparato con il caramello. Ancora cous cous e shakshuka (un composto di uova, cipolla, pomodori, peperoni e spezie) dal Nord Africa fanno da contraltare al balcanico burek allo yogurt, allo jachnun dallo Yemen, al kibbeh dall’Iraq. Ancora una volta, la cucina si dimostra essere un meraviglioso esempio di combinazione, di inclusione di sapiente elaborazione. È lo strumento con il quale tutti i sapori si amalgamano, nel rispetto delle tradizioni individuali, ma pur sempre con atavico intento di sedersi tutti allo stesso tavolo per condividere il cibo comune. Senza considerare il grande contributo proveniente da secoli di navigazioni, di commerci, di esperimenti, di scambi di informazioni e di prodotti, di elaborazioni di ricette madri, modellate sui prodotti incontrati nelle destinazioni commerciali o di conquista. Israele è un esempio unico, sotto questo punto di vista, al di là della sua tormentata storia. La testimonianza della cucina nelle celebrazioni delle feste ebraiche, la conservazione degli antichi saperi della kosherut, rendono evidente l’adesione ad uno stile di vita in cui l’alimentazione sana ed equilibrata ha un rilievo essenziale nella quotidianità.
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Pablo Picasso L’abbraccio, 1970 olio su tela, 146x114 cm Paris, Musée National Picasso © RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris)/Gérard Blot/dist. Alinari
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PICASSO METAMORFOSI Il genio di Picasso al Palazzo Reale di Milano e il suo debito con l’arte antica L’interesse dell’artista per l’arte antica attraverso numerosi capolavori provenienti dai più importanti musei europei. di Calogero Pirrera
Pablo Picasso Nudo sdraiato, 1932 olio su tela, 130x161,7 cm Paris, Musée National Picasso © RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris)/Adrien Didierjean/dist. Alinari
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ablo Picasso (1881 – 1973) è uno di quei pochi artisti che ha lasciato un segno davvero indelebile nella storia dell’arte. L’artista, nell’immaginario comune, è infatti considerato come una delle più rappresentative personalità del XX secolo, oltre che il genio camaleontico che ha segnato con la sua vastissima – ed eterogenea – produzione artistica una stagione culturale e sociale di cui ancora oggi viviamo l’influenza.
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Pablo Picasso Nudo seduto, studio per “Les demoiselles de Avignon”, 1906-1907 olio su tela, 121x93,5 cm Paris, Musée National Picasso © RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris) RenéGabriel Ojéda/dist. Alinari
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Pablo Picasso Il bacio, 1969 olio su tela, 97x130 cm Paris, Musée National Picasso Credito fotografico: © RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris) /Jean-Gilles Berizzi/ dist. Alinari
La mostra di Milano ripercorre l’interesse speciale che l’artista spagnolo ebbe per il mito e l’antichità, ambiti in cui Picasso cerca di riflettere sugli archetipi che hanno sviluppato l’immaginario figurativo e culturale dell’Occidente e non soltanto. Circa duecento opere tra autografi e arte classica ci spiegano un percorso suddiviso in sei sezioni. Curata da Pascale Picard, direttrice dei Musei Civici di Avignone, la mostra fa parte della rassegna europea triennale Picasso-Méditerranée, promossa dal Museo Picasso di Parigi e da altre importanti istituzioni internazionali. La mostra Metamorfosi inizia il suo percorso confrontando l’arte di Picasso con l’interesse per l’antico di artisti come Jean-Auguste-Domi-
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nique Ingres e François-Auguste-René Rodin, sottolineando quanto sia più originale e moderno l’approccio che ne ebbe invece Picasso, libero da ogni accademismo. Un focus è dedicato poi al tema mitologico di Arianna e il Minotauro che permette all’artista di sviluppare numerose creazioni raffiguranti il maschile (sotto forma di essere metà uomo metà bestia, come fauni e centauri) nella sua ricerca libidinosa e ferina del femminile (figure che Picasso dipinse inspirandosi spesso alla nota Arianna addormentata del Vaticano). Una sezione della mostra è dedicata al Museo del Louvre di Parigi che l’artista visitò a più riprese durante la sua carriera e al suo debito nei confronti dell’arte greca dei periodi cosiddetti
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periodi “geometrico” (caratterizzato da una fortissima stilizzazione) e “arcaico”. Chiudono la mostra due sezioni che hanno come tema le Metamorfosi di Ovidio (testo classico illustrato dall’artista nel 1931) e l’interesse di Picasso per la ceramica, genere che riesce ad attualizzare partendo proprio dalla coroplastica antica.
Pablo Picasso Suonatore di flauto doppio seduto, 1958 terracotta, 126,5x125,5x2 cm Paris, Musée National Picasso © RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris)/Gérard Blot/ dist. Alinari
Pablo Picasso La donna in giardino, 1930 ferro saldato e dipinto in bianco, 206x117x85 cm Paris, Musée National Picasso © RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris)/Adrien Didierjean/Mathieu Rabeau/dist. Alinari
PICASSO METAMORFOSI a cura di Pascale Picard Palazzo Reale, Milano Fino al 17 febbraio 2019 catalogo Skira Editore www.mostrapicassomilano.it
Pablo Picasso Fauno, cavallo e uccello, 1936 penna e inchiostro, 44,5x54,5 cm Paris, Musée National Picasso © RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris)/Adrien Didierjean/dist. Alinari
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Città cosmopolite, storia e terre selvagge
Un viaggio nell’uguaglianza, l’ombelico del mondo e il suo meraviglioso deserto. di Mauro Fanfoni
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ub di arrivo e partenza di un viaggio in Isreale Tel Aviv è la città dell’uguaglianza, un esempio e simbolo per molte città che aspirano ad una società che garantisce pari diritti per tutti. Giovane, 110 anni portati splendidamente, e moderna Tel Aviv è attiva 24 ore al giorno: sensazionale e colorata ha saputo, nel corso degli anni, risolvere le differenze politico-religiose degli abitanti, promuovendo una politica di libertà individuale e tolleranza verso il prossimo, riconoscendo già nel lontano 1975 la totale libertà della comunità LGBT locale. Un’autentica metropoli, cosmopolita, dove tradizione e modernità s’incontrano, tra architettura contemporanea e vicoli dei tempi antichi. Una città dalle tante contraddizioni, dove un turista non si sente mai solo: basta avere una mappa della città e l’aria smarrita per trovarsi circondati da cordiali abitanti che forniscono tutte le indicazioni necessarie, liquidandoti con un “welcome in Israel!”. È qui che si è celebrato il Gay Pride 2018, che ha portato da tutto il mondo oltre 250.000 persone giunte per partecipare ai numerosi eventi organizzati per l’occasione, e celebrare l’uguaglianza. E’ sempre qui, a Tel Aviv, che nel 1948 David Ben Gurion ha dichiarato l’indipendenza dello Stato di Israele. Estesa per circa 14 km sul Mediterraneo, una delle più grandi attrattive cittadine sono le sue spiagge che si dispiegano lungo tutta la costa cittadina: qui si trova una delle più importanti spiagge gay friendly del Mar Mediterraneo, la Hilton Beach, la spiaggia “ufficiale”, ma non l’unica, dal momento che ovunque ci si sente a proprio agio. La città però è anche altro: Akhuzat Bayit, l’area che si estende da Montifiori Street a Yehuda HaLevi Street, costituisce il suo nucleo storico, affiancato a ovest dal Neve Tzedek, il primo quartiere ebraico esterno a Jaffa costituito nel
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1887 e completamente rinnovato nel 1980, oggi affascinante zona dove sono rimaste intatte molte delle costruzioni originali. Nei dintorni di Akhuzat Bayit, sono sorti numerosi palazzi nell’eclettico stile in voga a Tel Aviv negli anni ’20, visibile a Nakhlat Binyamin e all’interno del “cuore della città”, l’area triangolare che si estende tra Shenkin Street, Rothschild Boulevard e Allenby Street: qui si percepisce come l’architettura della città ha subito l’influenza di numerose correnti, tra cui la Bauhaus, la famosa scuola tedesca le cui opere sono caratterizzate da forme geometriche pulite e asimmetriche, che si sono diffuse nella zona intorno agli anni ’30, concentrandosi in quelle che oggi sono le attuali aree di Rothschild Boulevard e Dizengoff Center. Con oltre 20 musei, Tel Aviv è anche il centro nazionale della cultura. I principali da non perdere sono il Museo della Terra di Israele (Ha’aretz) e il famosissimo museo d’Arte di Tel Aviv, ma la varietà è infinita. Nonostante la sua giovane età la linea di confine della città è più a sud: il porto di Jaffa e la sua storia di oltre 5000 anni.
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L’attuale città vecchia risale al periodo ottomano, con le sue case di pietra e gli stretti vicoli che ospitano oggi il pittoresco quartiere degli artisti e il centro turistico. Tra le sue attrazioni il Gan HaPisga, il Summit Garden, con i suoi ristoranti, gallerie, negozi dall’atmosfera unica, la passeggiata lungo il mare, le mura della città vecchia, il porto di pesca e il centro turistico nella vecchia corte. Qui si trovano anche alcuni importanti luoghi della cultura cristiana, tra cui la chiesa di San Pietro, datata al XVII secolo, la casa di Simone il conciatore, dove Pietro ebbe una visione di animali proibiti e la tomba di Tabitha, la donna che Pietro resuscitò dalla morte. Nei dintorni di Jaffa si trovano la torre dell’orologio di epoca Ottomana, un vivace mercato delle pulci che è consigliabile visitare, e il quartiere di Ajami. Un viaggio in Israele, specialmente il primo, non è perfetto senza visitare Gerusalemme, la citta d’oro che non ha paragoni in tutto il mondo. Sacra alle tre grandi religioni monoteiste, e contesa per millenni da una varietà di popoli e nazioni, Gerusalemme si potrebbe dire che sia il centro della terra. I punti di riferimento tra le sue antiche mura sono molti, tanto che si può passare dall’uno all’altro senza vagare a lungo. Osservando le fondamenta del Muro Occidentale si può vedere tutto quello che rimane del Tempio di Salomone, distrutto dai Babilonesi nel 587 a.C. Qui si possono incontrare dagli ebrei in abito tradizionale hassidico alle adolescenti che si av-
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vicinano alla sezione femminile del muro, giunti da ogni angolo del mondo mentre eseguono le preghiere rituali quotidiane, lasciando i loro messaggi rivolti a Dio, scritti su pezzi di carta e nascosti tra le pietre del muro. La visita al Santo Sepolcro, luogo dove si dice che Gesù sia stato giustiziato e sepolto, fa comprendere quante varietà di cristiani ci siano: basta fermarsi qualche secondo in una delle 30 cappelle all’interno per trovarsi circondati da sacerdoti cattolici, greci, russi, armeni, copti ed etiopi. L’altro simbolo della città è la Cupola della Roccia sul Monte del Tempio, che domina ogni veduta di Gerusalemme, esempio dell’architettura Islamica. La roccia è ritenuta, da tutte le tre religioni, il luogo, dove Abramo si accinse a sacrificare il figlio a Dio, con quell’atto che divenne poi il fondamento del monoteismo. Qualunque sia la visione personale ogni passo fatto tra le strade di questa città sacra ci rammenta di essere in un luogo che ha avuto un profondo effetto nella storia del mondo, e che sicuramente è destinato ad avere un ruolo primario nel futuro. Sulla via Dolorosa, la rete di strade attraverso la
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quale Gesù portò la croce prima di essere giustiziato, si può ascoltare il richiamo alla preghiera dei musulmani che si alterna con i canti cristiani e le grida dei mercanti di spezie. Gerusalemme è collegata a Tel Aviv attraverso un comodo shuttle numero 480 che parte ogni 15 minuti dal Terminal Nord della città e in circa 50 minuti raggiunge la città d’oro. Il biglietto si può fare a bordo e una volta giunti al terminal di Gerusalemme una comoda metropolitana di superficie conduce a uno degli accessi della città vecchia. Un viaggio in Israele non può che concludersi nel Negev, il nowhere: canyon, crateri, dune sabbiose, montagne desolate e pareti di roccia a strapiombo. Chi arriva qui vuole assaporare e vivere il senso di vuoto infinito, quello in grado di riempire ogni anima, avvolgendo tutto di un fascino irresistibile. Un tempo il Negev era il cuore dell’Impero Nabateo, un popolo di commercianti dell’Arabia antica: qui transitavano le carovane di spezie e incenso. Sempre qui si trova il cratere più grande al mondo, ben 40 km di lunghezza per 10 di larghezza e una profondità di circa 500 metri: si tratta del Maktesh Ramon, che da il nome anche all’omonima cittadina sorta su un suo declivio. Cosa si può fare in questo luogo dove si produce più del 60% delle esportazioni agricole di Israele? I visitatori in questa desolata porzione di mondo possono sperimentare la mountain bike, oppure un tour in sella ai cammelli, per terminare con il free climbing. Ma è la contemplazione la migliore attività consigliata: lasciate la mente volare libera di fronte alla grande maestosità che il luogo offre, in particolare all’alba e al tramonto i due momenti clou per meditare, ispirati dalla luce e dal silenzio. new.goisrael.com
EUROVISION SONG CONTEST Una data da mettere in agenda è il prossimo Maggio: per la prima volta in assoluto, il 64 ° Eurovision Song Contest si terrà a Tel Aviv nel 2019. Tre eventi principali, due semifinali e l’evento finale trasmessi in diretta “live” con tutto il mondo si svolgeranno nei padiglioni 1 e 2 dell’EXPO Tel Aviv International Convention Center il 14, 16 e 18 maggio 2019. “L’Eurovisione è un’enorme opportunità per posizionare Israele come destinazione turistica” commentano dal Ministero del Tursimo “Questo è un evento che ci permetterà di battere il record del turismo, un altro modo per i turisti di essere colpiti e godere di tutto ciò che abbiamo da offrire, diventanto gli ambasciatori del turismo di Israele. Si prevedono circa 20.000 turisti arrivino a Tel Aviv.
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UPGRADE YOUR FALL WARDROBE di Veronica Colanero
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a femminilità di questo autunno-inverno 2018/2019 si rivela una confusa sorpresa. Trend molto diversi, verranno diluiti e miscelati insieme ad un’eclettica successione di pezzi e stili già noti. Ma per questa stagione, la moda non ha dimenticato il colore e il divertimento. L’obiettivo sarà spingersi verso prospettive di stile mai tentate prima. Potremo sperimentare volumi e texture diver-
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se come ci suggeriscono i maestri nell’arte dell’over-layering, che si confermano ancora una volta la Maison Margiela (1) e Balenciaga (2). Con colori e volumi alterano le fattezze del corpo per creare nuove interpretazioni. Discreta ed elegante e dai colori tenui, ne è l’esecuzione di Chanel (3). Gli strati in modo raffinato si confondono, esaltati solo da accessori di colore brillante.
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Con le stampe animalier, dimenticherete il significato di sobrietà, lo scopo è essere al centro dell’attenzione. Victoria Beckham (4) e Dolce&Gabbana (6), uniscono le stampe a silhouette sofisticate, creando contrasti e nuovi suggerimenti sul tema. Ma la passerella in cui domina incontrastato l’animalier è quella dell’irriverente Tom Ford (5). La stampa si estende dagli accessori sugli abiti in un unico sfogo dalle sfumature pastello. Anche i Corsetti tornano in passerella, per questa volta non per esaltare le forme del corpo femminile, ma per completare ed aggiungere personalità al look. Rigido come un’armatura, quello di Alexander McQueen (7) che lo integra a gonne trasparenti e consistenti, facendo si che l’outfit risulti equilibrato e non paralizzato. Come un flashback dagli anni 90, il bustier spezza l’euforia dei colori nella passerella Versace (8), rigorosamente indossato su una t-shirt bianca e abbinato ad una gonna multicolour. L’intramontabile corsetto Dolce&Gabbana (9) per questa stagione non comprime il corpo
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facendo apparire la donna ultra sensuale, ma diventa abito. In tessuto morbido, accarezza le forme quasi come fosse indossato della misura sbagliata.
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Un dettaglio che da sempre riesce a fare la differenza su qualsiasi look, donando quell’aria glamour e briosa a qualunque outfit, sono le frange. Ci hanno accompagnate dalla scorsa primavera e non ci abbandoneranno nemmeno durante l’autunno. Sottilissime e cucite insieme, quelle di Alexander McQueen (10) creano un magnifico abito pieno di energia e femminilità. Valentino (11) converte l’orlo di un soprabito dal gusto retro in frange, trasformando un materiale austero e rigido in puro movimento. Al contrario, luminose, eleganti e piene di rievocazioni Charleston le frange Givenchy (12) che trasmettono grande poesia al look. Ma se aveste bisogno di più avventura per la prossima stagione, volgete lo sguardo verso il “West”. Delle sfumature autunnali si colorano le fantasie floreali di Coach (14) che esaltano i contrasti tra l’impalpabilità del tessuto e la rigidezza dei dettagli. Interpretazioni raffinate quelle delle chic-cowgirl di Hermes (13) e Alberta Ferretti (15). Le tonalità scure valorizzano l’eleganza delle silhouette.
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SHOWING OFF di Veronica Colanero
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a moda maschile sa cosa vuole, ha certezze delineate per la prossima stagione autunnoinverno 2018/2019. Le passerelle non sono state riempite all’estremo di trend, ma hanno suggerito a gran voce quali saranno le chiavi per interpretarli. Questo non esclude che si potrà peccare di eccentricità e fonderli assieme per darne una nuova personale interpretazione. Una tendenza che negli ultimi anni è diventata un “must” Instagram, si è ora trasferita sulle passerelle. La logomania è diventata una necessità per raccontarsi, il logo ha perso il suo valore di status economico ma diventa sinonimo di lifestyle. Per
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raccontare la persona che siete, affidatevi all’espressione creativa del brand che più preferite. I designer hanno infatti cosparso l’essenza dei loro brand sulle passerelle del mondo. Louis Vuitton (2) da sempre famoso per il suo monogram, trasferisce la sua identità dalla valigeria al ready-to-wear, il logo diventa una seconda pelle in taglia mini. Diversamente, Gucci (1) lo dilata e lo trasforma in tessuto per un cappotto maxi. La discrezione di Versace (3) quasi sorprende. La sola “V” è inscritta sulla sciarpa come un prezioso dettaglio, per completare un look dallo stile più formale. Se in passato l’oversize era un concetto che voleva
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imporsi su tutta la vestibilità del capo, questa stagione basterà solo un dettaglio. Lunghezze indefinite, manica fuori-misura, materiali voluminosi o spalle pronunciate. L’oversize reinventa il suo significato. Prada (4) protegge il corpo con minimalismo e bianco ottico, lasciando in vista solo la piccola firma in rosso che la contraddistingue. Oversize minimal nell’interpretazione Dior Homme (5), la giacca sembra essere stata presa in prestito. Anche i materiali possono essere la chiave per alterare e dare l’illusione di un fuoritaglia, come nell’ultima esecuzione di Kim Jones per Louis Vuitton (6). Balenciaga (7) maison maestra di volumi, concentra il suo oversize sulle spalle, giocando tra volumi, tagli e richiami anni ‘90. Dopo anni passate a nascondersi per un’umilia-
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zione durata vent’anni, le Belt-Bag inarrestabili sono tornate di moda. Che le amiamo o no, è l’accessorio dominante per questa nuova stagione. Indossate come fossero tracolle o intorno alle vita senza nessun limite allo stile e ai materiali. La Drappen Dan di Gucci (9) è rivestita del logo e bandisce la sobrietà, opposto perfetto è quella in pelle e dallo stile sofisticato di Alexander McQueen (10). Come un tuffo nel passato, fedele agli anni ‘90 l’Explorer Bag di Balenciaga (8). Non è mai davvero sparito, ma non è nemmeno
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mai stato così ostentato come per la prossima stagione. Torna di nuovo in passerella il Tartan. Colorato e dalle tonalità accese quello di Versace (12), contenuto in tagli classici per creare un ulteriore contrasto di stile. All-over per Fendi (13) che lo predilige di tonalità tenue per ricoprire completamente il corpo. Gucci (11) crea una silhouette sofisticata e ultramoderna, dedicandogliene solo metà per esaltarlo al massimo.
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is Beautiful “Share my life, take me for what I am ‘Cause I’ll never change All my colors for you” di Giovanni Blasi
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pesso le icone sono donne e uomini che affrontano un mondo dominato dall’ideologia del maschio-eterosessuale-normodotato-bianco. Sfidano la misoginia, l’omofobia e il razzismo cantando alla società la loro diversità e la loro voglia di essere apprezzati per quello che sono. A volte sono persone che oltre ad avere una qualità artista che ci fa emozionare, hanno subito maltrattamenti da quella parte di mondo intollerante che violenta la loro intimità. Forse quando capiremo che ciò che ci rende davvero tutti uguali è la nostra diversità e unicità, quando capiremo che tutti hanno il diritto di essere riconosciuti per quello che sono, allora il mondo transiterà verso un’era migliore. Lo sanno bene i neri d’America che negli anni ’80 hanno smesso di rivendicare i loro diritti in quanto uguali ai bianchi, e hanno preferito basare le loro lotte rivendicando la loro diversità, espressa dal celebre motto “Black is Beautiful”. Negli stessi anni gli omosessuali d’America hanno invertito il significato del termine “queer”, spesso adoperato dagli omofobi per offenderli, utilizzandolo come loro segno identificativo gridando al mondo: sono diverso e pretendo di essere riconosciuto, accettato e tutelato. Whitney Houston è il simbolo della diversità negli anni ’80 e ’90. È diversa perché è una donna di successo per giunta nera. È diversa perché vive una relazione omosessuale con la sua più stretta amica e collaboratrice
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Whitney Houston 17th Carousel of Hope Ball to benefit The Barbara Davis Center for Childhood Diabetes Beverly Hilton hotel Beverly Hills
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Robyn Crawford. È diversa perché malgrado subisca violenze da parte del marito cerca di andare avanti e nel 2007 lo lascia. È diversa perché a suo modo ha cercato di orientare i testi musicali a sfondo sentimentale verso un amore fluido, cosa non di poco conto in quel periodo. Basti pesare a brani come “Saving All My Love for You,” “My Love Is Your Love,” “I Have Nothing,” “Run to You,” “So Emotional” e “I Wanna Dance With Somebody”. Infatti in nessuno di questi brani c’è un orientamento di genere percepibile dai pronomi o dalle parole utilizzate. La cantante non ha mai voluto confidare al mondo la sua bisessualità. Ciò nonostante non sembrano esserci dubbi sulla sua storia d’amore con Robyn Crawford, conosciuta da giovane quando Whitney aveva solo 16 anni. A confermare la loro relazione le interviste rilasciate dalla sua guardia del corpo, dall’amica Ellin Lavar, dal suo ex marito e dai docufilm che raccontano la vita della Houston. La Crawford non ha mai confermato le voci, probabilmente per rispetto a Whitney che ha amato profondamente. In una intervista Robyn ha dichiarato che la cosa che le mancherà di più della sua amica e amante sarà il suo sorriso che illuminava ogni dove. Forse Whitney non ha mai svelato il suo amore più grande perché non era un sentimento che pensava il mondo avrebbe ancora compreso, dato il periodo storico e il fatto che era una donna nera. Forse anche perché non avrebbe mai voluto dare un dispiacere alla sua amata mamma Cissy Houston che, dopo la sua morte, in un’intervista rilasciata a Oprah confida che sapere la figlia omosessuale l’avrebbe infastidita. Alcuni dicono che si sposò con Bobby Brown per mantenere il segreto e soffocare ogni dubbio sulla sua omosessualità. Certo questo nel caso fosse vero le è costato tanto dato che il marito era violento e l’ha trascinata nel tunnel della droga che poi l’ha portata via. La sua amante Robyn Crawford, che oggi è sposata con una donna e ha figli, ha detto che Whitney in vita sembrava un angelo. Durante la sua vita Whitney non è stata un angelo ma una donna forte, determinata e che ha cantato al mondo il suo amore, la sua bellezza e la sua personalità. Oggi forse è un angelo e malgrado non sia più con noi, speriamo che il suo esempio, la sua musica e la sua bellezza possano ancora essere d’ispirazione.
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Whitney Houston Clive Davis’annual pre-Grammy Party 2008 Los Angeles
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LA SERIE TV SULLE ORIGINI DEL VOGUEING (E TANTO ALTRO) © FX canale TV USA
di Eugenio Spagnuolo
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Elektra Abundance (Dominique Jackson)
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Blanca ( MJ Rodriguez) e “Lil Papi” (Angel Bismark Curiel), durante un “ball”
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on è detto che la vedremo tanto presto in Italia, anche se i ben informati sussurrano che sul web è già disponibile da tempo, in versione coi sottotitoli. Segno ulteriore che Pose è una serie imperdibile. Scritta e prodotta da Ryan Murphy, deus ex machina di American Horror Story e American Crime Story (ne abbiamo scritto nel numero precedente), racconta, in forma romanzata, il dietro le quinte dei mitologici “ball” (balli) newyorkesi degli anni 80, dove - tra le altre cose - prese forma il vogueing. Resa celebre dal documentario del 1990 Paris is burning (disponibile su Netflix), la ball culture è stata a lungo la valvola di sfogo della comunità lgbt nera newyorkese: sfilate a ritmo di musica dove, smessi gli abiti da lavoro, i partecipanti fingevano di essere qualcun altro, quanto meno ricco e famoso. Come racconta proprio uno degli intervistati in Paris in burning, nella New York reaganiana, per un afroamericano fingere era l’unico modo di migliorare il proprio status. I ball erano organizzati come gare a cui si partecipava in gruppi, chiamati “case”. Ogni casa si dava un cognome altisonante, spesso preso a prestito da una topmodel o da uno stilista. Vogue insomma era il faro.
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Prove tecniche di vogueing prima del “ball”
il bacio tra Ricky (Dyllon Burnside) e Damon (Ryan Jamaal Swain)
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tà postuma alle misere esistenze dei “ragazzi del molo di Christopher Street”, giovani senzatetto, spesso omosessuali, costretti e vivere ai margini della pur ricchissima New York. Furono loro a inventarsi il vogueing, che ispirerà uno dei migliori dischi di Malcolm McLaren e, in seguito, anche Madonna. Senza la loro energia dirompente e creativa la Grande Mela avrebbe brillato un po’ meno, e sempre delle stesse luci. Pose insomma va guardata perché è una bella serie, scritta e girata con cura. Ma anche perché ci racconta qualcosa di “noi”, che (forse) ancora non sapevamo. © FX canale TV USA
Pose racconta i retroscena di questa eclettica e coloratissima guerra tra bande, soffermandosi sulla casa che Blanca ( MJ Rodriguez), transgender di origine portoricana, mette su assieme ad Angel (la bravissima attrice transgender Indya Moore), Damon (Ryan Jamaal Swain), un giovane ballerino di belle speranze cacciato via di casa quando i genitori scoprono che è gay, il bel “marchettaro” Ricky (Dyllón Burnside) e lil Papi, unico etero della sgangherata compagnia, che presto assume l’aspetto di una famiglia decisamente atipica ma accogliente. Come in ogni favola che si rispetti, non manca la regina cattiva, che in questo caso risponde al nome di Elektra Abundance (la “divina” Dominique Jackson). In realtà, ma non vogliamo svelarvi nulla, tanto cattiva non è… Trattandosi di una serie ambientata nella New York di metà anni 80, Pose è attraversata in lungo e largo dai fantasmi dell’epoca: la diffusione dell’Hiv, il razzismo, l’omofobia e il primato del denaro su tutto, che in Pose si manifesta anche con numerose citazioni a Donald Trump, che in quegli anni muoveva i primi passi da palazzinaro di lusso. Ma non c’è solo questo. Basta guardare i primi due episodi per comprendere che Ryan Murphy in Pose ha voluto soprattutto dare digni-
Angel (Indya Moore), Damon (Ryan Jamaal Swain) e Blanca ( MJ Rodriguez) assistono a un ball
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SOMETHING FOR THE WEEKEND di Eugenio Spagnuolo
È
vero, bisognerebbe evitare di scrivere di libri che non sono già disponibili in italiano. Chi ha voglia del resto di sorbirsi un libro in inglese, quando ne abbiamo tanti nella nostra bella lingua, che ci aspettano sul comodino? Ma Something for the weekend merita l’eccezione. L’ho incrociato durante un viaggio a San Francisco, in bella vista nello scaffale lgbt della City Lights, la libreria dei poeti beat. A colpirmi sono stati la copertina, che vedete in foto, e il sottotitolo: life in the chemsex underworld. A metà tra il reportage in prima persona e il saggio, Something for the weekend è infatti il primo libro a tentare di far chiarezza sul chemsex, il “sesso chimico”, che da qualche anno è una componente oscura e diffusa della scena gay. Già dalle prime righe si avverte che non è un libro scritto per sentito dire, ma è la resa di un’esperienza personale e neppure troppo lontana nel tempo: l’autore James Wharton ci porta con lui in un “tipico” sabato sera londinese, dove passa da un chill out a un sex party, puntellando ogni ora con droghe sempre diverse e adatte, a quanto pare, all’uso. Un resoconto puntuale e sfacciato, aiutato da una scrittura che si pone sempre al servizio della storia, senza quasi mai inciampare nell’enfasi e dalla retorica. L’argomento è tosto e Wharton, a cui le sfide non dispiacciono (qualche anno fa ha esordito con un libro sulla sua esperienza di militare gay nell’esercito britannico), ce
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lo rende alternando momenti di vita vissuta a riflessioni “da giornalista”, che disvelano cifre e forme inedite del fenomeno chemsex. Intento meritevole, anche se - prevedibilmente - sono le pagine più personali, dove l’autore racconta la sua odissea londinese, quelle che ci terranno incollati al libro fino alla fine.
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AZIENDA AGRICOLA CASCINA MADDALENA Una piccola azienda nel cuore della Lugana Cascina Maddalena, tre generazioni di amore per i campi, la vigna e il buon vino, nella terra del LUGANA, una piccola zona vitivinicola a sud del lago di Garda, dove il vitigno TURBIANA affonda le proprie radici nell’argilla e gode del clima mite di questo lago. LA STORIA “È nella vigna che bisogna stare più che in cantina. È nella vigna che crei il tuo vino. È nella vigna che fai la differenza”. Questo è l’insegnamento che Raffaella e Luciano hanno trasmesso ai figli Mattia, Elena ed Elisa, insieme all’amore per la terra, le viti e l’uva che generano il buon vino. Del resto “si tirano su le vigne come i figli”, in famiglia e con amore. La storia di Cascina Maddalena unisce tre generazioni e risale alla metà del secolo scorso. La guerra era da poco conclusa quando nonno
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Giuseppe con suo fratello iniziò l’avventura in Lugana acquistando la Cascina Maddalena nel comune di Sirmione. Era il 1946. Successivamente Luciano e la moglie Raffaella decisero di abbandonare completamente i seminativi e investire sui moderni impianti viticoli. Nei suoi quattro ettari di terreno la famiglia Zordan oggi coltiva oltre alla Turbiana, il Marzemino e il Cabernet Sauvignon. Da alcuni anni è la terza generazione, quella dei figli Mattia, Elisa e Elena a guidare l’azienda. Mattia ama fare il vino: non gli importa di espan-
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dersi, per lui quello che davvero è importante è fare il vino come va fatto, partendo dalla cura della vigna. Lo troverete tra le sue vigne sotto il sole dell’estate e il gelo dell’inverno, ma mai in ufficio. Elena invece è la donna delle fiere, la pr dell’azienda, dove c’è da far assaggiare il loro vino e rappresentare Cascina Maddalena lei non manca. Elisa si occupa dell’agriturismo insieme a mamma Raffaella e da qualche anno ha iniziato ad investire tempo ed energie nelle degustazioni, si prende cura dei clienti, li coccola e gli fa conoscere i prodotti di Cascina Maddalena con la stessa passione respirata in famiglia. Il 2017 è un anno decisivo per Cascina Maddalena: l’azienda si rinnova con il lancio delle nuove linee di bottiglie. «Presentiamo il restyling del “contorno” – affermano i fratelli Zordan – ma il lavoro più importante è sempre quello che troviamo nel bicchiere, frutto di fatica e passione». La sensibilità dei giovani, ereditata dal nonno Giuseppe e maturata nel campo insieme ai genitori Luciano e Raffaella, sa cogliere le sfide del presente e anticipare il futuro. «Siamo sempre più attenti a quello che ci circonda, ascoltiamo la nostra terra e ci impegniamo a rispettarla di più,
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vogliamo rendere il consumatore consapevole di quello che ha nel bicchiere. Oggi essere rivoluzionari significa togliere, più che aggiungere, rallentare più che accelerare, e la nostra scelta, forse controtendenza rispetto al mercato, punta sulla tutela del territorio e del vivere sano più che a un incremento delle quantità e dei profitti». La 3° generazione, i proprietari: Elisa, Mattia ed Elena Zordan
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IL CAMBIAMENTO 2017 Il restyling delle bottiglie nasce dalla terza generazione di Cascina Maddalena, in particolare dalla tenacia di Mattia Zordan, che sente il desiderio di innovare il suo prodotto, introducendo un tocco di freschezza e modernità sulle bottiglie e dedicando più attenzione alla sostenibilità ambientale. «Ci siamo resi conto che era giunto il momento di attuare un cambiamento decisivo – spiega Mattia –. In questo nuovo progetto tutte le etichette hanno un senso ben preciso o una storia da raccontare, perché oltre alla bellezza soggettiva abbiamo voluto dare all’etichetta un’anima, che speriamo ci differenzi e si faccia notare tra tante». Oltre l’immagine rimane la sostanza. Il progetto più importante è partito qualche anno fa nei vigneti, Mattia si è concentrato sulla coltivazione della vigna sostenibile, introducendo pratiche più rispettose dell’ambiente e del consumatore, con onestà e trasparenza. In che modo? «Abbiamo abolito i diserbanti, ridotto il numero di trattamenti sistemici e utilizzato prodotti a minore impatto ambientale. E da quest’anno applicheremo la tecnica della “confusione sessuale” per evitare i trattamenti insetticidi molto impattanti».
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Sempre per tutelare l’ambiente, continua Mattia, «abbiamo deciso di abbandonare nelle etichette le lamine a caldo e di sostituire gli scatoloni colorati con scatole non verniciate, resistenti e green».
AZIENDA AGRICOLA CASCINA MADDALENA Via Maddalena, 17 - 25019 Lugana di Sirmione (Bs) Tel. +39 030 9905139 info@cascinamaddalena.com www.cascinamaddalena.com
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Ana Brnabic by Bby BSF 2017/Aleksandar Andjic
SERBIA
SE LA PRIMA MINISTRA LESBICA DELUDE LA COMUNITÀ LGBTQI Arrivata a capo del governo di Belgrado un anno fa, la premier Ana Brnabic, dichiaratamente lesbica, non ha saputo rispondere alle aspettative degli omosessuali e dei trans serbi, che l’accusano di essersi fermata agli slogan. di Giovanni Vale e Jelena Prtoric
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Ana Brnabic al gay pride di Belgrado
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ccolta senza entusiasmo, peggio, rigettata apertamente da una parte della sua stessa comunità. La Prima ministra Ana Brnabic - la prima lesbica a guidare il governo serbo (e la prima premier gay in tutto il sud-est europeo) - ha fatto solo una breve apparizione all’ultimo gay pride di Belgrado, lo scorso 16 settembre. Diversi attivisti avevano infatti avvertito che non sarebbe stata la benvenuta al corteo. A poco più di un anno di distanza dalla nomina di Brnabic, la comunità LGBTQI serba pare aver perso ogni fiducia nella sua più celebre rappresentante, a cui rinfaccia il fatto di non aver apportato alcun miglioramento concreto alle condizioni di gay, lesbiche e trans, tuttora vittime di discriminazioni. LA PRIMA LESBICA ALLA GUIDA DELLA SERBIA Un anno fa, tuttavia, la situazione era molto diversa. Nel luglio del 2017, Ana Brnabic (42
anni), già ministra dell’Amministrazione pubblica, veniva nominata premier dal presidente serbo Aleksandar Vucic e la stampa di tutto il mondo celebrava “la prima capo di governo lesbica della Serbia”. Per i Balcani - assicuravano in molti - la nomina di Brnabic avrebbe portato grandi novità. E fin dalle sue prime dichiarazioni, in effetti, la premier annunciava un vento nuovo. “La mia elezione è un buon segnale per il Paese”, dichiarava Brnabic a La Repubblica nell’estate 2017, assicurando che “i miei concittadini non sono omofobi”. E un paio di mesi più tardi, si presentava in testa al gay pride - un altro fatto unico nei Balcani - promettendo: “la Serbia è un paese che rispetta le differenze”. Ma dodici mesi dopo, Brnabic è accusata di essere rimasta ferma agli slogan. “Da un punto di vista simbolico, è bello avere una lesbica come premier. Ma da un punto di vista politico, la popolazione LGBTQI non ha ottenuto nulla. Non è stata approvata alcu-
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na legge e mi sembra che Ana Brnabic non farà nulla in questo senso”, analizza Predrag Azdejkovic, attivista LGBTQI e redattore della rivista gay Optimist. Secondo Azdejkovic, il contributo più importante della Prima ministra serba è stato finora quello di “aver dato una maggiore visibilità alle persone della comunità LGBTQI”, costringendo la stampa a modificare i propri toni. “Molti media hanno dovuto cambiare la propria narrativa, perché scrivere delle frasi omofobe significa ormai scrivere contro la prima ministra”, spiega il redattore di Optimist.
Predrag Azdejkovic
UN MIGLIORAMENTO LENTO Anche se guidata da una capo di governo lesbica, la Serbia non è ancora un paese gay-friendly. Negli ultimi anni, certo, le condizioni per la comunità LGBTQI sono andate via via migliorando. Nel 2000, quando Predrag Azdejkovic aveva lanciato una campagna per la legalizzazione dei matrimoni omosessuali (“volevamo che la nostra esistenza fosse riconosciuta, perché in Serbia si diceva che l’omosessualità esistesse solo a Occidente”), il suo ufficio fu assalito da un gruppo di skinhead e lo stesso Azdejkovic rimase ferito. Oggi, anche se le cose sono cambiate, minacce e persino violenze rimangono purtroppo una realtà per molte persone LGBTQI.
Gay pride- di Belgrado
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Ana Brnabic ph. Slobodan Miljevic/serbisk SMK
“Le ricerche che abbiamo effettuato mostrano che la violenza è più presente in famiglia o proviene dagli amici, non appena questi scoprono l’orientamento sessuale di una persona”, afferma Predrag Azdejkovic. Riguardo a questi casi, “le associazioni LGBTQI non sono in grado di aiutare le vittime e in Serbia non c’è nessun centro in cui queste persone possano rifugiarsi”. Inoltre, anche se la Serbia ha adottato una strategia e un Piano d’azione contro le discriminazioni rivolte a gay, lesbiche e trans, le associazioni LGBTQI denunciano una scarsa implementazione della normativa. Al tempo stesso, avvertono le ONG, non è chiaro a chi spetti la responsabilità di tale implementazione. Un recente rapporto del Dipartimento di Stato americano sui diritti umani in Serbia nota che tra i maggiori problemi legati al rispetto dei diritti umani nel paese figura anche “la violenza sociale nei confronti delle persone LGBTQI”. “Secondo gli attivisti, circa il 60% della popolazione serba considera che l’omosessualità sia una malattia, mentre il 20% considera le persone LGBTQI come dei criminali”, si legge nel testo. La stessa associazione ILGA Europe nota che
se da un lato i gay pride senza incidenti sono certamente “uno sviluppo molto positivo” (nel 2010, degli estremisti di destra lanciarono tre molotov contro il corteo, mentre quest’anno si sono presentati appena 30 contro-manifestanti), dall’altro “le leggi esistenti devono essere implementate” e “la legislazione in materia di crimini d’odio non basta a fermare i crimini” che continuano ad essere registrati. Alla luce di questi scarsi risultati, molti osservatori notano che Ana Brnabic non è in realtà colei che tira le fila della politica in Serbia, dipendendo grandemente dalle decisioni del presidente conservatore Aleksandar Vucic. A questo proposito, i detrattori di Vucic hanno considerato la nomina di Brnabic un’azione di “pinkwashing”, ovvero una mossa intesa più a lanciare un messaggio di apertura alle cancellerie occidentali (la Serbia è candidata all’ingresso nell’Ue), piuttosto che a portare cambiamenti concreti. Insomma, Brnabic può davvero soddisfare le richieste della comunità LGBTQI? La prima premier lesbica della Serbia ha ancora tre anni di tempo per riuscirci, fino alle prossime elezioni nel 2020.
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What S App
a cura di Giuseppe Giulio
Fitprime
ALLENARSI OVUNQUE? ADESSO SI PUÒ CON FITPRIME! Meno male che c’è Fitprime, l’app fitness soprannominata il Netflix della palestra. L’app è perfetta per chi ama viaggiare, per chi cambia spesso città per lavoro e anche per chi è interessato a provare nuove attività legate al benessere del corpo ma anche della mente. Sul’app ci sono vari pacchetti a seconda della fascia di prezzo. Ma come e dove trovare la palestra giusta? Grazie all’app potrai visualizzare su una mappa tutti i centri sportivi convenzionati, oppure impostare un filtro in base all’allenamento che si desidera e trovare la palestra più attrezzata, oltre a quelle più top del momento.
Pem
MANDA UNA CARTOLINA CON PEM! L’autunno ormai è iniziato. Conservate i ricordi più belli dei vostri viaggi e tenetevi pronti a condividerli con amici e parenti creando una cartolina personalizzata con Pem: l’app unisce la bellezza della vera cartolina postale alla capacità diffusiva dei social network, garantendo alla vostra vacanza visibilità ed originalità. L’idea nasce dall’esigenza da parte di strutture turistiche e museali di promuoversi nel mondo in modi nuovi che coinvolgano sempre di più il turista finale nell’esperienza complessiva della sua visita. La domanda dei turisti, che ogni anno inviano cartoline verso familiari e amici, confermano che la cartolina continua ad essere un elemento principale delle vacanze degli italiani.
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IN VIAGGIO E CON GUSTO CON OREEGANO Viaggi di nozze gay in Puglia? Sì, ma a tavola a Gallipoli con l’app di Oreegano. Questo è il nuovo viaggio gay friendly più gettonato dalle giovani coppie in cerca di ricette gustose e sane, oltre che notti brave. Affollata in agosto, la città e l’intera Puglia regalano un’atmosfera che non ha nulla da invidiare ad altre località glam nel mondo, senza considerare che una cucina così buona è davvero difficile da trovare altrove. Perché scoprire le ricette del posto è una delle cose più belle che si possa fare per la propria luna di miele, e i veri viaggiatori lgbt sono già pronti ad assaggiare i piatti, a scrivere nuove ricette e a fare community.
Oreegano
CHEERZ STAMPA I TUOI RICORDI IN POCHI CLIC Tra vedere delle foto digitali e stamparle tenendole in mano non c’è paragone! Con l’app di Cheerz, puoi stampare le tue foto nel formato che preferisci: quadrato, vintage tipo polaroid e il formato classico rettangolare. Realizzare fotolibri e album, per non parlare delle calamite, dei poster, dei quadri... Tutti abbiamo delle foto digitali che raccontano i nostri momenti più indimenticabili: un viaggio, le vacanze, il compleanno, il matrimonio, il viaggio di nozze… L’app di Cheerz è nata per dare vita ai tuoi ricordi e tenerli sempre con te. Potrai anche usare le immagini dei social network, come Instagram e Facebook.
Cheerz
CON PICSART, TRASFORMI LE TUE FOTO IN VERE OPERE D’ARTE Dai sfogo alla tua creatività in modo semplice e divertente, con l’applicazione PicsArt. L’app è nata per chi vuole uscire dai schemi e ama trasformare le proprie foto in vere e proprie opere d’arte. La sua funzione è semplicissima: installi l’app PicsArt Photo & Collage Maker, carichi una foto e applichi i filtri, la ritagli, la trasformi, puoi applicare una cornice o uno sfondo divertente, oppure uno sticker tra quelli che trovi gratis o sul market. Però una delle funzioni più divertenti anche se non sei un esperto di fotoritocchi, è il remix delle foto degli altri: quelle che trovi filtrate con l’hashtag #FreeToEdit puoi modificarle e trasformarle in qualcosa di inedito, creando qualcosa di favoloso! Inoltre, ogni giorno puoi partecipare ai Challenge lanciati dalla piattaforma e dai brand, far votare le tue foto e farti notare dagli altri utenti e magari perché no, acquisire nuovi follower.
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ELOGIO DEL a cura di Giuseppe Giulio
Un orologio fatto di carta, il Paper Teller di Benjamin Ben Kemoun Con Benjamin Ben Kemoun, designer francese di successo, si riparte ogni giorno con una nuova storia e la noia con lui diventa solo un ricordo. Questo visionario designer ha ben pensato di sconfiggere la solitudine e i momenti vuoti con il Paper Teller, un orologio fatto di carta ma ad alto tasso di interattività. Ogni giorno dell’anno dovrete strappare via un foglio dal blocco, rivelando così il seguito di una storia raccontata per sole immagini. I fogli strappati li metterete nell’apposita cassetta, in modo tale da creare una sorta di libro da leggere e rileggere.
Paper Teller
I libri diventano Bbooks Siete pronti a sognare? Con BBooks potrete continuare a sognare in tutto il mondo, ovunque voi andiate e anche ad alta quota. Un progetto innovativo molto amato dai viaggiatori LGBTQ di tutto il mondo e che introduce sul mercato una nuova idea di viaggio esperienziale, con la semplice idea di riprendere gli antichi codex miniati, racchiudendoli in una pregiata armatura ad indicarne il valore. Si tratta di un oggetto “ai confini dell’arte”: completamente realizzato a mano in legni pregiati e prodotto in pezzi unici. un oggetto molto particolare per chi ama i libri e il design, per chi può permettersi un “piccola follia” da collezionista.
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superfluo Acera, il travel mug di design Viaggiatori amanti delle bevande dalla temperatura incerta? ACERA, brand taiwanese specializzato da tempo nella lavorazione della ceramica, grazie anche al supporto di Hangar Design Group, propone nuove varianti della famosa travel mug. Avrete l’imbarazzo della scelta: potrete scegliere il colore bianco o il nero, liscia o lavorata con pattern geometrici, la travel mug diventa oggetto di tendenza in una valigia di un viaggiatore LGBT. L’intera collezione è realizzata in ceramica e arricchita da una speciale polvere di tormalina bianca, minerale che rilascia ioni negativi quando sottoposto a calore, contribuendo così a purificare il contenuto.
Acera - travel mug
La Chaise Longue di Louis Vuitton
Chaise Longue - Louis Vuitton
Immancabile è la Chaise Longue realizzata dal celebre marchio parigino, in collaborazione con il designer olandese Marcel Wanders. Il tema cardine è il viaggio ma inteso come esperienza e godimento ma anche relax e divertimento. Pieghevole e facilmente trasportabile, la Chaise Longue di Louis Vuitton è lusso e pace dei sensi a portata di mano. Essendo composta da soli tre moduli indipendenti l’uno dall’altro, in poche mosse potrete anche trasformarla in una poltrona o in un pouf. Da non perdere!
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Whatp s INN a cura di Andrea Cosimi
Aro Ha, il benessere è eco
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© aro-ha.com
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ro Ha, è un meraviglioso wellness center in cui si pratica la medicina olistica, energeticamente indipendente, situato tra le montagne della Nuova Zelanda. Con 20 stanze e un centro benessere che oltre a regale benefici al corpo e la mente, omaggia l’ambiente circostante facendosi portavoce dell’edilizia ecosostenibile il tutto immersi in uno scenario a dir poco mozzafiato, in cui Aro Ha si integra perfettamente anche grazie alla cura dei suoi spazi esterni realizzati attraverso tecniche di permacultura. L’energia solare lo rende autosufficiente, ma sono soprattutto i principi della casa passiva a renderlo accogliente e confortevole. Si può godere di decine di trattamenti, seguire corsi multidisciplinari per corpo e mente e naturalmente rilassarsi nella spa con una vista a dir poco mozzafiato, inoltre per gli amanti del trekking è prevista una guida locale che vi porterà alla scoperta della montagna. Aro Ha è diventato in pochi anni dalla sua apertura, un punto di riferimento sia nel mondo dell’architettura ecosostenibile sia in quello del wellness.
Crane Hotel Faralda Amsterdam, il primo hotel all’interno di una gru mai realizzato prima
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l Crane Hotel Faralda, è un ex gru portuale di 50 m, nel cantiere NDSM di Amsterdam, il primo hotel all’interno di una gru mai realizzato prima. Dispone di 3 bellissime suite di design arredate in modo impeccabile, diversa l’una dall’altra, con vista sull’IJ. Sul ponte superiore dell’hotel, troviamo la Pool Spa, dove i clienti possono rilassarsi a bordo piscina con idromassaggio e godersi il bellissimo panorama. Per gli amanti dell’adrenalina e gli appassionati dell’alta quota, non potranno resistere all’eccitazione di trascorrere un soggiorno nel cielo di Amsterdam.
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Crane Hotel Faralda
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© Asaf Kliger
Ice Hotel 365
© Asaf Kliger
Ice Hotel 365
Ice Hotel 365, quando l’architettura si allea con la natura
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© Skylodge - Courtesy Video Vision 360/Natura Vive
’Ice Hotel è uno dei più straordinari esempi architettonici realizzati al mondo, interamente in ghiaccio situato a Kiruna, nella Lapponia svedese. Un luogo incredibilmente suggestivo che prima era aperto solo durante l’inverno, oggi invece è aperto durante tutto l’anno tanto da chiamarsi Ice Hotel 365, ovvero 365 giorni all’anno. Il tetto è stato ricoperto interamente da pannelli solari, che hanno il compito di sfruttare la luce quasi permanente del periodo Ice Hotel 365 estivo, per trasformarla nell’energia necessaria a refrigerare la struttura e mantenerla intatta anche durante l’estate. Nel 1989 è stata la prima struttura ad essere costruita a seguire infatti in molti lì dove le temperature scendono 30 gradi sotto zero hanno dato vita a questi spettacolari alberghi di ghiaccio. Ice Hotel e di ben 2.100 metri quadrati, che comprende un bar e una galleria d’arte, oltre a 20 camere tra cui suite scolpite e decorate a mano, progettate e realizzate da una squadra di designer internazionali. L’Ice Hotel 365 di Jukkasjärvi è sicuramente il luogo ideale per le vostre foto su Instagram.
© Skylodge - Courtesy Video Vision 360/Natura Vive
Skylodge ripresa con drone
Skylodge interno zona pranzo
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Skylodge in Perù: dormire sospeso in una capsula trasparente a 400m sulla Valle sacra degli Incas
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ella Valle sacra degli Incas a Cusco, in Perù, troverete una struttura a dir poco fuori dal comune soprannominata il “Nido del Condor”. Una capsula trasparente realizzata in alluminio aerospaziale e policarbonato, vetrate oscuranti ma che assicurano una vista mozzafiato. La vera ricchezza di questo unico hotel non è di certo il confort, infatti per arrivare allo Skylodge Adventure Suites, dovrete arrampicarvi per 400 metri o servirvi di una teleferica e non esiste reception, spa o trattamenti in alI inclusive. Quindi consigliamo di mettete in borsa il minimo indispensabile, indossate abiti comodi, una giacca termica, scarpe da trekking o da corsa. Il resto dei bagagli può rimanere negli uffici dell’organizzazione. Ogni capsula ospita fino a 8 persone ed è dotata di zona pranzo e bagno privato. Nel pacchetto sono incluse la prima colazione, una cena gourmet con vino e il trasporto da Cusco con guide bilingue. Per chi non soffre di vertigini, vivere una notte sospesi nel cielo, può essere un’esperienza unica al mondo.
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EVENTI
in movimento IL TREND DI OGGI
Eventi, croce e delizia di chi li organizza o li subisce. Oggi, più che mai, tutti sono alla ricerca del nuovo e dell’evento più originale del momento, in primis millennials e social addicted. La moda del momento sembra essere quella di organizzare eventi in movimento, non più statici, in location da sogno ma itineranti, dove il contesto si muove interagendo con lo spazio fisico intorno. Se non ne avete mai sentito parlare o volete parteciparvi eccovi qualche idea. A cura di Mauro Fanfoni SU ROTAIE Volete godere del paesaggio intorno a voi, sfrecciando a 300 chilometri l’ora? Bene, potete farlo. È possibile noleggiare una carrozza o charterizzare un intero treno, dove i corridoi possono trasformarsi in una strepitosa discoteca se portate la musica! Un’alternativa meno veloce e più romantica è senza dubbio il vecchio tram dove poter organizzare una cena “itinerante” con gli amici più cari. I migliori panorami a disposizione sono a Roma e Milano.
SULL’ACQUA Sorprendete e sorprendetevi: pensate al tramonto, al migliore panorama e una location originale come la barca. Che sia mare, lago o fiume c’è la possibilità di vivere un momento speciale immersi in uno scenario mozzafiato. Aggiungete dj, cocktail man, gli amici giusti e il gioco è fatto!
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SU RUOTE Cosa ne pensate di una festa a bordo di un bus a due piani, il classico London-bus, uno di quelli che girano per le grandi città, scarrozzando turisti? Lo si può noleggiare per un evento. Se non avete problemi di budget si può pensare anche all’esterno personalizzato, magari con la scritta “Happy Bday!”. Immaginatevi dentro, con musica, cocktail, amici e tutto intorno le bellezze di Roma, Firenze o Milano.
IN ARIA Ebbene sì: l’evento in mongolfiera non è per pochi amici. Il carico max è di diciotto persone, ma in simultanea, con più mongolfiere, si possono trasportare fino a cento passeggeri. Un brindisi in alta quota con la sola brezza del vento può diventare un momento veramente memorabile. Altrimenti, se non avete limiti di budget, potete sempre noleggiare un B737-800 personalizzato per l’occasione, offrendo agli ospiti un cocktail a bordo e il banchetto in una location da sogno.
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EVENTI Autunno - inverno 2018-2019
In questa sezione di QMagazine, abbiamo selezionato per Voi alcuni appuntamenti da non perdere…
Spettacoli ANDY WARHOL Fino al 6 gennaio Bologna Fino al 3 febbraio Roma, Complesso del Vittoriano - Ala Brasini
Concerti ed Eventi CELINE DION
Las Vegas fino al 06 agosto 2019 KINKY BOOTS Milano - Teatro Nuovo dal 30 novembre al 16 dicembre
CHER
Las Vegas fino al 17 novembre
PRISCILLA LA REGINA DEL DESERTO 15 dicembre Bergamo, Teatro Creberg 22 e 23 dicembre Brescia, Gran Teatro Morato 29, 30 e 31 dicembre Bologna, Teatro Europauditorium 5 gennaio 2019 Ancona, Teatro delle Muse dal 18 al 20 gennaio Firenze, Teatro Verdi dal 25 al 27 gennaio Padova, Gran Teatro Geox 01 e 02 febbraio Torino, Teatro Alfieri dal 7 febbraio al 3 marzo Milano, Teatro degli Arcimboldi dal 7 al 31 marzo Roma, Teatro Brancaccio
NEGRAMARO
CARNEVALE A RIO DE JANEIRO Rio de Janeiro 01 al 6 marzo
JESS GLYNNE
EUROVISION SONG CONTEST TEL AVIV 2019 Tel Aviv 18 maggio
ALESSANDRA AMOROSO
15 novembre al 16 dicembre tour in Italia LADY GAGA
Las Vegas dal 28 dicembre al 11 agosto 19 SHAWN MENDES
23 marzo 2019, Bologna @ Unipol Arena 24 marzo 2019, Torino @ Pala Alpitour PATTY PRAVO
01 marzo al 04 maggio Tour in Italia 04 marzo Milano, Fabrique 05 marzo al 19 aprile Tour in Italia MANESKIN
08 marzo al 30 marzo Tour in Italia LOREDANA BERTÈ
29 marzo al 15 dicembre Tour in Italia
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Eventi nel Mondo LGBTQ BUENOS AIRES 17 novembre Gay Pride Orgullo Buenos Aires
FORT LAUDERDALE 24 febbraio Pride Fort Lauderdale
BANGKOK 12 al 14 aprile Songkran Thai New Year/GCircuit
MIAMI 22 al 26 novembre White Party Week
TAHITI 24 febbraio al 03 marzo Atlantis gay Tahiti cruise
BERLIN 17 al 23 aprile Easter leather and fetish week
SITGES 26 febbraio al 06 marzo Sitges Carnival
HONG KONG 17 al 27 aprile Atlantis Hong Kong to Japan gay cruise
ASPEN 13 al 20 gennaio 2019 Gay and Lesbian Ski Week AROSA 19 al 26 gennaio 2019 Arosa Ski Week
MIAMI 27 febbraio al 05 marzo Winter Party Miami
MIAMI 03 al 10 febbraio Atlantis Allure all gay cruise FORT LAUDERDALE 10 al 17 febbraio RSVP Caribbean Cruise
NEW ORLEANS 28 febbraio al 05 marzo Gay Mardi Gras FORT LAUDERDALE 17 al 24 marzo Atlantis Celebrity Edge gay cruise
SYDNEY 15 febbraio al 03 marzo Mardi Gras CAPE TOWN 23 febbraio al 03 marzo Cape Town Gay Pride
AMSTERDAM 21 al 25 marzo Amsterdam Bear Weekend
BARCELLONA 18 al 21 aprile Matinee Easter Weekend PALM SPRINGS 26 al 29 aprile White Party Palm Springs GRAN CANARIA 02 al 12 maggio Gay Pride Maspalomas BRUSSELS 18 maggio The Belgian Pride
Moda NEW YORK Fashion Week Fall/Winter 2019 gennaio 21 - 25, 2019
MILANO Fashion Week Fall/Winter 2019 febbraio 16 - 20, 2019
LONDRA Fashion Week Fall/Winter 2019 febbraio 8 - 16, 2019
PARIGI Fashion Week Fall/Winter 2019 febbraio 21 - 27, 2019
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UNO PIÙ UNO NON FA TRE di Stefano Ferri
È
notizia recente che la Svizzera si è adeguata agli altri paesi d’Oltralpe in tema di diritti civili, sancendo che anche le discriminazioni omofobe devono essere vietate e punite come quelle riguardanti l’etnia, la razza o la religione. In Italia questa legge non c’è, è ferma da anni in Senato. I tentativi di introdurre nel nostro codice penale il reato di omofobia si sono infranti contro il presunto rischio di ledere la libertà d’espressione. Vulgo: se ho voglia di insultarti perché sei gay devo poterlo fare, così come tu sei libero di praticare la tua omosessualità. Atteso che la libertà d’espressione è sacrosanta, cosa c’è che non torna nella sintesi di cui sopra? Primo: non torna l’appiattimento di tutto a un diritto. Se è un diritto insultare, allora, a valanga, dovrebbe diventarlo anche diffamare o denigrare, e sappiamo bene che, per fortuna, così non è. Diffamazione e denigrazione sono reati puniti dalla legge, come l’ingiuria del resto. Dunque per quale motivo gli epiteti volgari, se riferiti alla sessualità, non sono considerati da codice penale? Secondo: non torna nemmeno il velato richiamo alle opinioni. Sbagliano i relativisti a negare l’assoluto. L’assoluto c’è eccome. Per esempio, uno più uno fa due, e se mi dite che fa tre io, con rispetto, vi invito a tornare sui banchi della prima elementare. Allo stesso modo, chi mi parla di diritto al razzismo avrebbe bisogno come minimo di una rispolverata di educazione civica. Ed è proprio questo il punto. Cos’è il razzismo? Forse che l’epiteto razzista è riferibile in esclusiva a chi massacra di botte un uomo perché è
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nero? No. Esistono forme di razzismo incruente e subdole, che di primo acchito potrebbero anche essere scambiate per libere espressioni del pensiero. Per esempio: non assumere una persona perché si veste diversamente dagli altri, o sbarrargli l’accesso a un luogo pubblico, è razzismo? Sono forse razzisti i buttafuori delle discoteche quando respingono al mittente chi non è vestito come vogliono loro? Risposta: non sono razzisti laddove non tocchino la sfera del gender, e ciò semplicemente perché razzismo significa discriminare od offendere una persona in forza di caratteristiche che essa non può modificare. Se una multinazionale informatica non mi assume perché non ho le competenze fa la cosa giusta. Sta a me, se voglio essere assunto, acquisire quelle competenze. Ma se non vengo assunto perché, per mie tendenze intime, non riesco a vestirmi da uomo, o perché sono di colore, o perché ho l’accento di chissà dove e via dicendo, ecco, allora subisco un trattamento razzista. Per quanto mi impegni, infatti, non riuscirò mai a diventare bianco da nero, e non è detto che riesca a passare da gay a etero, da crossdresser a normodresser ecc. Ci sono forme transitorie di omosessualità o di disforia di genere, ma questa transitorietà non dipende da una libera scelta. Se non c’è libertà non c’è neanche responsabilità, e di conseguenza non possono esserci punizioni. Ci riflettano, quanti parlano – spesso a vanvera – di libertà d’espressione.
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be benvenuto be .brussels
Grand Hotel Ritz THE ROMAN LIFESTYLE EXPERIENCE La parola d’ordine è relax, al Grand Hotel Ritz la cortesia è mirata a far sentire l’ospite a proprio agio. Dalla Breakfast Experience, la SPA e Fitness, fino allo shuttle che in meno di 10 minuti vi accompagnerà in centro, l’hotel è pensato per garantire un’esperienza famigliare di altissimo livello.
Via Chelini 41, 00197 Roma (Italy)
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grandhotelritzroma.com
info@grandhotelritzroma.com
CON I DIRITTI A RISCHIO ANCHE LE VACANZE
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l turismo LGBT si è affermato e diffuso in tutto il mondo civile, occidentale, liberaldemocratico come una delle manifestazioni più evidenti delle conquiste di libertà e dignità delle persone omosessuali. Fino alla prima visibilità di massa del movimento per i diritti civili della fine degli anni Settanta, il turismo gay e lesbico aveva a disposizione poche nicchie di più o meno tollerata eccentricità. Nulla che facesse sperare nel turismo di massa dei nostri tempi e delle sue relative forme organizzative e di business. Lo ricordiamo ai molti turisti arcobaleno, soprattutto ai più giovani, che credono che sia sempre stato così e che si tratti di una conquista definitiva. E che non sia necessario prepararsi a possibili nuove forme di resistenza a difesa delle libertà sessuali e sentimentali acquisite. Perché è vero che è
fallito in Romania il referendum contro le unioni omoerotiche e che la Corte Suprema indiana ha finalmente abolito le discriminazioni omofobiche di quel paese. Ma che sarà della felicità e della serenità di tutti coloro che amano i propri simili se tra pochi mesi alle elezioni europee vinceranno le destre tradizionaliste? Che fine farà il mito reale del pansessualismo solare brasiliano se prevarrà laggiù il credo proibizionista del candidato fascista alle ultime presidenziali? Siamo ottimisti per natura e pensavamo che il peggio dello scontro con le forze dell’intolleranza dell’oscurantismo fosse passato. Lo speriamo sinceramente ma, tra una vacanza e l’altra all‘insegna del piacere, dell’amore e della libertà, non dimentichiamoci almeno di tenere gli occhi aperti e quando è il momento di votare nel modo giusto.
di Alessandro Cecchi Paone
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M I L A N O V S R O MA D A L L A V E L O CITÀ DELLA LUCE ALLO S TR A O R D I N A RIO I MM O B I L I S M O D E L C A R AVA G GIO Alessio Virgili
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ono due realtà, due città, purtroppo, che corrono a velocità differenti: una capitale ferma come in uno straordinario quadro del Caravaggio e una Milano che avanza alla velocità della luce, che da subito ci ha accolto positivamente insieme al nostro core business. Roma è la mia città natale, l’unica al mondo dove vorrei vivere, nonostante la poca generosità, aziendalmente parlando, invivibile da cittadino e improduttiva da imprenditore. A Milano come azienda ci sentiamo ben voluti, accolti, e nell’aria c’è tanta positività il carburante primario per un’azienda. Qui ci sono risorse umane, valide, spesso difficili da trattenere in società per le tante offerte di cui la città dispone. Roma poteva diventare il centro della nostra attività, ma inevitabilmente questo non è accaduto, e non per responsabilità aziendale, nonostante rimanga tra le città più vendute per il nostro incoming.A Milano siamo riusciti a instaurare, da subito, un dialogo con le Istituzioni pubbliche, realizzando un progetto ambizioso che tentavamo di organizzare da anni: ospitare la 37.ma Convention internazionale sul Turismo Lgbt . Cosa possiamo fare per la capitale? A seguire qualche mio spunto personale che non vuole essere assolutamente un manifesto di carattere politico, ma un umile contributo da cittadino ed imprenditore che vorrebbe di più per la sua città:
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piano di promozione e diversificazione offerta turistica puntando alle nicchie di mercato (non solo turismo LGBTQ) per aumentare e destagionalizzare i flussi; creazione di un Convention & Visitors Bureau su modello americano (a partecipazione mista pubblico/privata) che si occupi di mettere a sistema le varie realtà turistiche locali, redigere progetti
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a medio/lungo termine con le amministrazioni pubbliche e finanziare progetti di promozione all’estero. conversione del Porto di Roma in accoglienza navi da crociera, lasciando Civitavecchia per le sole navi mercantili; conversione e potenziamento delle reti ferroviarie urbane in linee metropolitane di superfice che permetterebbero con investimenti limitati, in breve tempo, di dotare la città di una linea di metro capillare; chiusura del centro storico per qualunque mezzo diverso da mini bus elettrici, car/ scooter sharing “elettrici” e taxi, riservando orari, nelle fasce notturne, ai mezzi di carico e scarico merci, con la conseguente diminuzione dello smog che distrugge i monumenti, limitando in questo modo gli interventi di manutenzione; lotta al degrado pubblico e delle attività turistiche fatiscenti con incentivi e agevolazioni a chi riqualifica la propria attività (esenzione tassa insegna, esenzione imu,..); silos per autobus turistici e auto (vedi Gianicolo) con navette gratuite per il centro storico; corso obbligatorio d’inglese e qualità dei servizi per autisti pubblici e privati; controlli e sanzioni per ristoranti, hotel, bar, taxi e tutti i servizi pubblici che applicano trattamenti scorretti, non indossano divise pulite, non parlano correttamente inglese; progetto ricostruzione Colosseo (inserimento statue nelle navate esterne, messa a norma per ospitare eventi internazionali etc.) su modello del progetto ricostruzione Colosso di Rodi e completamento della Sagrada Famiglia.
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