QMAGAZINE SPECIALE THAILANDIA 2017

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Storia di copertina MIMI TAO Moda DA MONACO A STAR Hotels EFFETTO WOW Vita da crossdresser UN CROSSDRESSER A PALAZZO REALE Racconto di viaggio BACKPACKING IN THAILANDIA Food THAI FOOD, SO GOOD Destinazione LGBTQ LIBERO DI ESSERE, VERAMENTE COME SI È!

© Isadora Bravo

Speciale Thailandia, secondo supplemento al numero 18-2017 - Travel & Lifestyle

Speciale Thailandia, secondo supplemento al numero I8-2017

Per lui, per lei, per te



Speciale Thailandia, secondo supplemento al numero 18-2017 - Travel & Lifestyle

© Isadora Bravo

Per lui, per lei, per te

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© Isadora Bravo

Speciale Thailandia, secondo supplemento al numero 18-2017 - Travel & Lifestyle

Per lui, per lei, per te

Storia di copertina MIMI TAO Moda DA MONACO A STAR Hotels EFFETTO WOW Vita da crossdresser UN CROSSDRESSER A PALAZZO REALE Racconto di viaggio BACKPACKING IN THAILANDIA Food THAI FOOD, SO GOOD Destinazione LGBTQ LIBERO DI ESSERE, VERAMENTE COME SI È!

Tanti contenuti enuti multimediali l d l aggiuntivi d disponibili nella versione one digitale per ogni device.

S OMMA R IO

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EDITORIALE

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STORIA DI COPERTINA Thailandia La spiritualità delle “farfalle”

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MODA Mimi Tao da monaco a star

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VITA DA CROSSDRESSER Un crossdresser a Palazzo Reale

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RACCONTO DI VIAGGIO Backpacking in Thailandia

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Q M AGAZIN E DIRETTORE EDITORIALE: Andrea Cosimi CAPO REDATTORE: Elisa dal Bosco GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Monica Sotgiu IN REDAZIONE: Gerardo Abate, Giovanna Ceccherini, Alessio Virgili SEGRETERIA DI REDAZIONE: Teresa Dalessandri HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Gerardo Abate, Stefano Ferri, Mauro Fanfoni, Angelica Ranieli FOTO CONCESSE DA: Ente del Turismo Thailandia, Stock adobe, UnSplash, Photos of Mimi Tao, Photographer to credit Isadora Bravo IsadoraBphotography - www.IsadoraBravo.com Katherline Lyndia and Nuttpon Pewpan Stefano Ferri e Angelica Ranieli Dhara Dhevi:The Dhara Dhevi Chiang Mai Soneva Kiri: Helicam, Paul Raeside, Howard Rankin, Richard Waite Si ringrazia l’Ente del Turismo Thailandese

VIAGGIO

FOTOLITO E STAMPA: Pixartprinting

Phuket Island

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EDITORE: Sonders and Beach Italy s.r.l. Sede di Milano - Via San Gregorio, 27 - 20124 Iscrizione ROC Lombardia n. 21970

FOOD Thai Food, So Good!

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PUBBLICITÀ: www.q-magazine.it marketing@sondersandbeach.com

DESTINAZIONE LGBTQ Libero di essere, veramente come si è! Aderisce a:

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Media Partner:



I M ER AVI GLI OSI “ COL ORI ARCOB ALEN O ” Tra arte, cultura e storia…

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on questo numero speciale dedicato ai meravigliosi colori della Thailandia, alla sua vivace vita notturna e alla spettacolare natura, chiudiamo un anno da incorniciare per QMagazine e ne approfitto per ringraziare di cuore tutto lo staff editoriale e grafico ed i tanti lettori che ci seguono anche sui social networks. All’interno di questo “Special Edition” parleremo dei Templi thailandesi ricchi di cultura, storia e arte. Strutture architettoniche in grado di infondere una grande spiritualità non solo sui fedeli ma anche a tutti coloro che li visitano. Vi racconteremo della bellissima storia di Mimi Tao, diva della moda transgender una delle Top Model thailandesi più famose al mondo, con un passato da monaco

buddista e l’esperienza emozionante di un giornalista crossdresser accolto a Palazzo Reale in Thailandia senza nessuna discriminazione. Scopriremo inoltre lo Street Food Thai, con usi e costumi di una cultura straordinaria in grande evoluzione, fino ai modernissimi, eleganti e super tecnologici hotels, con effetto WOW. Immancabile in questo speciale sono le sezioni dedicate ai racconti di viaggio e il bellissimo racconto da backpacker con la tanta voglia di ritornare nel “paese del sorriso” per rivivere il calore e l’affetto della gente locale. Speranzosi di regalarvi, nuove sensazioni ed emozioni nella lettura, non rimane che darvi il “Benvenuto in Thailandia”.

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© Isadora Bravo - IsadoraBphotography www.IsadoraBravo.com

Mimi Tao

THAILANDIA LA SPIRITUALITÀ DELLE “FARFALLE” di Mauro Fanfoni

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Wat Sri Chum

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l Paese dei 1000 sorrisi, la Thailandia, non è solo la terra dei massaggi e delle isole paradisiache, ma anche una destinazione molto spirituale, paragonabile alla vicina Bali, ricca di Templi, di storia e di arte. Qui i templi sono strutture architettoniche molto suggestive, in grado di infondere una grande spiritualità, non solo sui fedeli, ma anche su tutti coloro che li visitano. Sono ben 26000 wat o templi in Thailandia, e quindi possiamo immaginare l’importanza che il tempio ha nella cultura thai, ma non solo: i templi offrono ritiro e illuminazione spirituale, e sono uno dei luoghi più importanti dove intraprendere questo

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sentiero di rinascita per chi cerca di mettere ordine al proprio stile di vita, esplorando un percorso semplice ed infinitamente più ricco come lo studio e la meditazione buddista, in alcuni casi addirittura riuscendo ad essere ordinati monaci o monache. I Monaci sono un pilastro morale della società thailandese. La loro è una vita modesta, con la giornata tipo che inizia alle 5 del mattino per poi proseguire con la meditazione, studio e vari compiti presso il Tempio. Ma un convento thai racchiude un segreto: la storia di Mimi, che da Monaco buddista è diventato una top model internazionale.

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Wat Yai Chai Mongkhon Ayutthaya

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Phra Nakhon Si Ayutthaya, Thailand ph. Javier Graterol

Tak Bat Phra Roi

Occhi a mandorla, lunghi capelli neri e zigomi pronunciati la tipica bellezza orientale: Mimi Tao ha alle spalle una storia ben più complessa da raccontare. Il viso dai lineamenti perfetti e dall’espressività intensa venne al mondo imprigionato suo malgrado nel corpo di un ragazzo, Phajaranat Nobantao, questo il suo vero nome, nato ventidue anni fa a Khon Kaen, nella Thailandia orientale, in una famiglia benestante. Insieme ai suoi fratelli è stato indirizzato alla vita monastica e mandato in un tempio buddista, quando la famiglia attraversò un periodo di difficoltà economiche. Phajaranat trascorse ben sei anni della sua vita nel tempio dove le sue giornate erano scandite dalla preghiera, medita-

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Wat Sri-Chum, Sukhothai

Wat Phra Sri Sanphet, Ayutthaya

zione e le rigide regole che la vita ascetica comprende. Ma nel suo profondo il giovane nutriva grandi sogni. È nel buio della sua umile stanza che Phajaranat prende coscienza della sua vera natura: ogni sera il giovane monaco trasforma il suo spazio in una sorta di passerella immaginaria, di cui lui diviene protagonista assoluto. Truccandosi come una modella e trasformando la tonaca in un abito da sera, e insieme ai suoi amici, gli altri monaci, si esibisce in un’improvvisata sfilata di moda. Nonostante i tentativi da parte del giovane di rinnegare la propria reale “essenza”, questa sembra sempre tornare a gal-

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la, innescando una grande lotta interiore. Phajarant inizia ad assecondare questo suo aspetto ed assumere farmaci anticoncezionali per stimolare la produzione di ormoni femminili. La famiglia resta scioccata dalla notizia fino a disconoscerlo. Lui promette a se stesso che un giorno non solo si sarebbe fatto accettare per ciò che è realmente, ma che avrebbe anche aiutato la sua famiglia. Inizia così la parabola ascendente che lo porta a diventare Mimi Tao. La giovane inizia la sua carriera come ballerina di cabaret nei locali di Pattaya e a Bangkok. Poi avviene l’incontro decisivo della sua vita, con la top model internazionale Rojjana “Yui” Phetkanha, che l’aiuta ad emergere nel mondo della moda. La modella transgender oggi è una star incontrastata: innumerevoli sono le campagne pubblicitarie a cui presta il volto e il fisico longilineo, dalle foto in lingerie, dove è richiestissima, alle sfilate di moda. La giovane non ha più paura di nascondersi, posta orgogliosamente le foto che la ritraggono in tutta la sua bellezza e con i soldi guadagnati, sta aiutando la sua famiglia in difficoltà.

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© Nuttpon Pewpan

Mimi Tao

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MIMI TAO

DA MONACO A STAR

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Š Katherline Lyndia

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© Nuttpon Pewpan


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Ill tuo tuo riferimento tu riife rif fe erim eri r me me en nto to per pe p e err entrare entr en nttra ra are in are ar in contatto cconta co ontta a atto tto con con lee aziende co azie az ende turistiche en turis tu rist sttiche tic icche Lgbt Lgb btt del del mondo. m mo ond ndo do. o.

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Bangkok Skylin ph. Alex Block

Palazzo Reale Cortili Palazzo Reale

UN CROSSDRESSER A

PALAZZO REALE You look great!

di Stefano Ferri

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Palazzo Reale Bangkok

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fine luglio 2016 attendevo con entusiasmo il mio primo viaggio in Thailandia, in programma a settembre di quell’anno. Ero media partner di una fiera di settore, e mi era stato riservato un trattamento Vip, comprensivo di reception a palazzo reale: prima volta in assoluto in tutta la vita! Ebbene, quel mattino di mezza estate ricevetti una mail proprio dallo staff del re. Mi si dava il benvenuto in anticipo, con note introduttive al rigido protocollo, in particolare sull’abbiglia-

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mento, tasto dolentissimo per i crossdresser come me. Sapevo che la Thailandia è uno dei Paesi più aperti a riguardo, ma quando c’è di mezzo la visita a un sovrano o alla sua corte non si può mai dire. Lessi la mail. C’era un lungo elenco di cose che non si potevano indossare perché giudicate irriguardose, ma soprattutto c’era una netta distinzione fra i due sessi. Si esplicitavano i divieti per gli uomini da un

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Bangkok

Bangkok Wat Pho

Panoramica città di Bangkok

lato e per le donne dall’altro, dando evidentemente per scontato che gli uomini si vestissero da uomini e le donne da donne. In circostanze come queste, i casi sono due: o si fa finta di niente o si mettono le cose in chiaro da subito. Scelsi la seconda strada, con un bri-

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ciolo di disagio perché erano ormai tanti anni che – per fortuna – non ero costretto a “chiedere il permesso” di indossare panni femminili, ma qui l’eccezione ci stava. Usai toni accorati, conscio del disturbo che arrecavo ai cerimonieri, eppure consapevole che – come dicono gli americani – nothing is more loving than the truth. E per dargliela tutta, questa truth, allegai anche una fotografia. Così quantomeno non rischiavo equivoci su quella che chiamavo “sobrietà”. Credo che la risposta resterà in eterno nel mio podio delle esperienze memorabili. Con una sensibilità che non immaginavo in inflessibili tutori delle buone maniere, mi si replicò anzitutto ringraziandomi dello scrupolo e poi aggiungendo you look great!

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Difficile dire cosa provai. Mi passarono davanti agli occhi le orde di persone che, qui in Italia, mi hanno via via dato dell’indecente, osteggiato, discriminato, nascosto o censurato. E per converso pensai che quel complimento – il sogno di ogni crossdresser – proveniva dalla massima istituzione thailandese, abituata a interagire con presidenti e re, regine e first lady, primi ministri, dignitari, eredi ai troni di tutto il mondo. Conclusi insomma che la Thailandia (letteralmente “Paese del sorriso”) sorrida interiormente persino più che esteriormente. Cosa che ebbi modo di verificare due mesi dopo e ancora quest’anno, aggirandomi per Bangkok nella favolosa libertà di non essere guardato né dileggiato da nessuno. Posso ben dire di essermi sentito a casa, come credo fornisca simpatica ed eloquente riprova il selfie che riporto in questa pagina. La foto che mi ritrae in abiti tradizionali femminili fu scattata all’interno del palazzo reale, durante il ricevimento. Il vestito, noblesse oblige, proviene dal guardaroba personale della regina. Prego notare le scarpe chiuse e i collant che fui obbligato a indossare nonostante i 35 gradi all’ombra, ma il protocollo è protocollo e quel che è giusto è giusto.

Bangkok Night

Stefano Ferri, selfie

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Koh Phi Phi dal View Point

Krabi Koh Phi Phi View Point

Relax su una spiaggia di Koh Phi Phi

Street food, sushi, Krabi

a i d n a l i a Th

BACKPACKING IN

Tra relax ed avventura low-cost

@angelica_ranieliÂ

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sperienza indiana, sia io che Andrea eravamo scettici e dubbiosi, di tutto e di tutti – chi è già stato in India, quella vera, fuori dagli alberghi 5 stelle, capirà. Bangkok è una città dinamica, una Londra sud-asiatica, che ostenta la sua ricchezza nei numerosi mall di lusso in Sukhumvit Road, accompagnata da tradizione e devozione: il Wat Pho è sicuramente il complesso più maestoso, conosciuto anche come il Tempio del Buddha Sdraiato, di fronte al Palazzo Reale. All’interno del complesso, è possibile visitare il Tempio, dove noi abbiamo avuto la fortuna di assistere ad una cerimonia buddhista di investitura di un monaco. Per visitare il complesso Wat Pho, come molti altri siti religiosi in Thailandia, bisogna rispettare regole di abbigliamento: sono vietati pantaloncini corti, canottiere e magliette che lascino scoperti il decolté. All’ingresso sarete sottoposti anche ad un controllo delle borse e, se qualche indumento non dovesse rispettare il dress code, riceverete una stola per coprirvi ulteriormente. Vicino al tempio è anche possibile assaggiare, per chi non l’avesse mai fatto prima, qualche succulento insetto fritto: l’offerta dei venditori ambulanti varia dalle classiche cavallette alle più (dis)gustose vere e proprie blatte alla cifra di 2€. Il nostro (primo) soggiorno a Bangkok è durato solo tre giorni: troppo poco per visitare anche il famoso mercato fluttuante che si trova fuori dalla città, ma siamo comunque riusciti a visitare la Chinatown e diversi street food market. Ovviamente, abbiamo passato anche una serata a Khao San Road: la via del divertimento indiscusso per tutti i giovani (e non). I locali per mangiare, ballare e bere si susseguono uno dopo l’altro ed uno sopra l’altro. Tantissimi giovani europei lavorano per pubblicizzare i locali, consegnando flyer e sconti lungo la via. Si possono anche incontrare venditori ambulanti di pad thai, di scorpioni arrostiti e di gas esilarante. Khao San è sicuramente il place-to-be per passare una serata all’insegna del divertimento. Dopo questa breve sosta di soli tre giorni a Bangkok, ci siamo spostati con un volo domestico dall’aeroporto secondario di Bangkok, il Don Muang, alla sconosciuta cittadina di Krabi, opposta alla penisola di Phuket, sul mare delle Andamane. Qui siamo stati piacevolmente accolti al Baan Nisarine, una guest house a gestione familiare, che si sviluppa in altezza su tre piani. Krabi è stata una rilassante e piace-

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rano passati esattamente due mesi dalla partenza dall’Italia e la stanchezza fisica e mentale di mesi di back-packing in India era evidente in entrambi. Non ricordo come siamo giunti alla scelta della Thailandia, avevamo considerato Nepal, Cambogia, Birmania. Ma alla fine immaginarsi sulle spiagge bianche, accompagnati dal ritmo lento delle onde, ci ha convinti. O meglio, ha sicuramente convinto me, innamorata del mare fin da quando da bambina sono andata a vivere al nord – Andrea ha solo posto la condizione di non stare solo al mare, ma di visitare anche l’entroterra ed il Nord della Thailandia. Nonostante l’arrivo traumatico a causa della notturna pioggia battente, con annesso giro aereo sulle montagne russe, Bangkok ci ha accolti con una civilissima coda per il taxi fuori dall’aeroporto, con tanto di biglietto numerato, come alla gastronomia del supermercato. Dopo l’e-

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vole sosta, in vista del viaggio in battello che ci avrebbe portati alla famosissima Phi Phi Island. Nonostante la pioggia, siamo riusciti a fare un giro per la città per visitare il Wat Kaew Temple e soprattutto ci siamo goduti lo street food serale, con sushi in versione Thailandese, zuppe, pad thai e molto altro. Nonostante noi avessimo prenotato solo il battello per Koh Phi Phi, un’auto della stessa compagnia è venuta a prenderci alla guest house per portarci al molo. Il battello per Koh Phi Phi era un vero e proprio traghetto, munito di risto-bar a bordo. Il viaggio in traghetto costa circa 10 euro e dura un po’ meno di due ore, in condizioni meteorologiche favorevoli. All’arrivo a Phi Phi ha iniziato a piovere e, senza molte indicazioni, io ed Andrea abbiamo seguito il flusso di ragazzi scesi dal traghetto fino a quello che può essere definito il centro vivo dell’isola. Nel giro di pochissimi metri abbiamo iniziato ad incontrare innumerevoli locali italiani, spagnoli, messicani, thailandesi, karaoke bar, pool bar. Per fortuna dopo un paio di giorni Andrea ha trovato una sistemazione, e per questo lo ringrazierò sempre, sulla baia nord, con vista oceano, sulla spiaggia opposta a quella animata tutta la notte da locali e discoteche sulla spiaggia. Andrea ha anche sfruttato le abilità di contratta-

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zione sviluppate in India per ottenere un ottimo prezzo, tanto che alla fine abbiamo prolungato la nostra permanenza di circa una settimana. Durante questi giorni abbiamo cercato di accontentare i desideri di entrambi: i miei, che si limitavano a relax sulla spiaggia ed immersioni, e quelli di Andrea, che invece puntavano alla scoperta della parte più nascosta dell’isola con trekking e lunghe camminate. A Phi Phi ci sono innumerevoli negozi di subacquea che organizzano gite in barca per andare a vedere le meraviglie del mondo blu e, tramite alcune di loro, è anche possibile ottenere il brevetto SSI. A causa della ristrettezza economica e anche della paura di Andrea, noi ci siamo limitati a comprare maschera e boccaglio. Abbiamo anche evitato i tour organizzati a Monkey Beach e a Maya Bay (la stessa dove è stato girato “The Beach” con Leonardo di Caprio e Tilda Swinton), per concederci invece l’affitto di una canoa, con la quale abbiamo raggiunto la Spiaggia delle Scimmie. Qui è possibile tirare le canoe sulla spiaggia e godersi sia la compagnia delle scimmie, che a volte è tutt’altro che piacevole, sia il fantastico ed animato fondale marino, che qui è sicuramente meno disturbato che nella zona turistica dell’isola. È assolutamente vietato dar da mangiare alle scimmie o cercare di avvicinarle, in quanto il Governo

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Phang Nga-Mu Ko Similan National Marine Park Angelica sulla lingua del Canyon di Pai. Si sa che le donne sono più coraggiose

Thailandese esige che queste continuino a vivere nella natura selvaggia e ad avere timore dell’essere umano: solo così non saranno tentate di inoltrarsi nella zona più civilizzata dell’isola. Phi Phi ha anche una forma particolarissima ed è possibile ammirarla dall’alto dal view point nella zona ovest dell’isola: la fatica dell’arrampicata su scale e pietre sarà dimenticata una volta raggiunta la cima. A mie spese, posso anche confermare che la clinica, o meglio, il pronto soccorso, a Phi Phi è molto efficiente e presta subito soccorso. Durante il soggiorno a Phi Phi, ho letto un articolo su un arcipelago di isole del sud della Thailandia, al confine con la Malesia, incluse in un parco marino naturale, il Tarutao National Park. Dopo qualche pratica di convincimento, Andrea ha accettato di andare su un’altra isola, dopo Phi Phi: noi abbiamo optato per la piccolissima e poco conosciuta Ko Lipe, ad ovest dell’isola di Tarutao e sotto Ko Adang. Nonostante i diversi resort di lusso, che forniscono anche il pick-up al porticciolo dove attraccano le speed-boats provenienti da Pak Bara, abbiamo optato naturalmente per una sistemazione più economica e spartana, e non saremmo potuti essere più contenti. Al Family Song Bungalow abbiamo conosciuto Cristiano, un ragazzo che gestisce con un altro

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Andrea sul Canyon a Pai

Elephant Temple, Pai

italiano questa struttura costituita da bungalows in bamboo, dotati di bagno in camera, Wi-Fi e diverse prese elettriche. Il Family Song Bungalow è immerso nella piccola macchia verde dell’isola ed è a soli due minuti a piedi dalla spiaggia: l’intimità del posto e la gentilezza di Cristiano, che ci ha aiutati in più di un’occasione, mi hanno lasciato un ricordo piacevolissimo della permanenza in questa piccolissima isola. Sicuramente anche la bassa stagione e la presenza quasi nulla di turisti invadenti hanno contribuito alla creazione di questo legame particolare con l’isola. Anche a Ko Lipe abbiamo potuto sfruttare le nostre attrezzature da snorkeling e le nostre aspettative sono state più che rispettate: non solo vicino alla spiaggia è possibile ammirare tantissimi pesci pagliaccio nei loro anemoni, moltissime stelle marine e granchi; con la tail boat è possibile raggiungere aree isolate e meravigliarsi di fronte alle acque cristalline abitate da murene, pesciolini di ogni colore e misura, e crostacei. Queste gite in tail boat includono anche il pranzo che verrà servito durante una pausa di circa un’ora sulla terra ferma. Dopo circa due settimane di puro mare, io e Andrea abbiamo optato per un po’ di entroterra e montagne: in realtà è lui che ha optato di

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più ed io mi sono fatta convincere. Avevo avuto una buona dose di mare ed era giusto anche accontentare i desideri di Andrea. Dopo un po’ di ricerche – che in realtà si sono limitate a chiedere negli ostelli – abbiamo deciso di andare prima a Chiang Mai per riprenderci dal viaggio e poi a Pai. Il viaggio da Ko Lipe a Pai è infatti stato molto lungo e stancante: non solo il giorno della partenza da Ko Lipe il meteo ci ha regalato una perfetta tempesta tropicale nella quale gli scafisti hanno comunque deciso di inoltrarsi, fornendoci però dei sacchetti di plastica, nel caso ci fossimo sentiti male. Dopo l’arrivo a Pak Bara con lo speed-boat, scesi con le gambe ancora tremolanti, ci siamo incamminati verso la stazione. Qui abbiamo preso un treno notturno per Bangkok e da Bangkok un altro notturno per Chiang Mai: si dice che l’ultima tratta sia una delle più affascinanti da percorrere sulle rotaie ed infatti sul treno c’erano soltanto occidentali. Famiglie, gruppi di amici, ragazzi con lo zaino in spalla come noi: tutti avremmo speso le prossime 12 ore con lo stesso obiettivo di sperare di cogliere dai finestrini il verde dal Parco Nazionale di Lam Lam fino alla città di Chiang Mai. Ormai ci erano rimasti pochi giorni prima del giorno di rientro in Italia quindi non abbiamo

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potuto girare molto per Chiang Mai: dopo un giorno abbiamo prenotato un minivan che ci avrebbe portati a Pai attraversando in circa 3 ore le 762 curve e tornanti sul tragitto. Pai è un villaggio sulle montagne del nord-ovest della Thailandia ed è incredibilmente tranquillo e dall’animo hippy: è una delle mete preferite dai backpacker, per l’atmosfera rilassata squarciata solo dall’urlo silenzioso della natura circostante. Addormentarsi con il canto dei grilli è stata un’esperienza che non mi capitava dalle notti di giugno ed inizio luglio passate con la mia famiglia in Calabria qualche anno prima – o anche solo da quando Andrea aveva deciso di allevarne qualcuno in casa (che poi si è moltiplicato in decine) – ma questa è un’altra storia. A Pai è consigliabile affittare un motorino, per potersi muovere comodamente da un canyon al centro città al gigantesco Buddha bianco incastonato nelle montagne circostanti. Pai la sera si trasforma grazie ai moltissimi locali che offrono musica dal vivo ed alle bancarelle di vestiti, souvenir e street food - le tornado-chips sono state la mia cena diverse volte, assieme al pad thai - che affollano le strade principali. Dopo circa una settimana, in un giorno solo siamo andati da Pai a Chiang Mai con il minivan ed abbiamo preso un volo per Bangkok: una

notte in un ostello lontano dal centro, su uno stradone in zona industriale, ed il mattino seguente, all’alba, ci siamo imbarcati sul volo di rientro per l’Italia. Sia io che Andrea ci troviamo spesso a ricordare ed a provare nostalgia per tutto quello che abbiamo visto, vissuto e condiviso durante i mesi da backpacker in Thailandia. Certe cose sfuggono alla memoria, altre sono rimaste indelebili, sia in testa che, nel mio caso, sulla pelle, grazie ad una canna di bambù e qualche ago, tenuti assieme da cera d’api. Vedere il “paese del sorriso” al di fuori della campana di vetro imposta dagli hotel a 5 stelle, dagli autisti privati e dai ristoranti stellati è stata una delle esperienze più rivoluzionare e formative che io e Andrea, entrambi ventiduenni, abbiamo potuto costruire. Uso questo termine con cognizione di causa: avevo bisogno di trovare il bello e il buono di questa vita, che spesso ci toglie ingiustamente e l’unico modo per farlo è stato mettere da parte qualche soldo – e credetemi che ne bastano meno di quanto si pensi - per trovare il modo di stupirmi davanti a qualcosa, per tornare a respirare aria fresca. Per me questo viaggio è stata un’esigenza di vita per tornare a vivere – e credo che anche per Andrea sia stato così.

Krabi Ko Poda

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photo credit to: The Dhara Dhevi Chiang Mai

Dhara Dhevi

EFFETTO

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Chi ha detto che il lusso non possa convivere con Madre Natura? La risposta a questo dubbio arriva dalla Thailandia, dove si trovano questi luxury resorts che hanno deciso di coccolare i propri ospiti nel pieno rispetto e valorizzazione del territorio circostante. Pronti a partire? di Gerardo Abate

Pimalai

Soneva Kiri by Helicam

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Soneva Kiri Cinema Paradiso by Paul Raeside

Soneva Kiri, i guardiani della natura nell’isola segreta di Koh Kood Al centro della vision di Soneva c’è una profonda ispirazione che deriva dalla combinazione di tre elementi: la forza unica ed esplosiva della natura, i misteri che la caratterizzano e la sua incantevole bellezza. Dal rispetto di questi tre fattori che compongono lo spirito Soneva, deriva un ruolo di guardiani consapevoli, che proteggono le origini di quei luoghi naturali che sono esistiti ben prima che si iniziasse a parlare di hôtellerie. Quella di Soneva è una vera e propria community di persone mosse dalla stessa grande passione per la natura, un team che lavora con l’obiettivo di permettere all’innovazione di stringere la mano all’ambiente; per regalare emozioni ed esperienze uniche che permettono agli ospiti di vivere la natura all’insegna della scoperta. Il resort Soneva Kiri ha avuto molti riconoscimenti a livello internazionale, ma ciò che lo rende realmente speciale è il fatto di trovarsi sull’isola meno popolata della Thailandia, l’isola di Koh Kood. Questa splendida oasi naturale, che in quanto a dimensioni è la quarta

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Soneva Kiri, private Cliff Pool Reserve by Helicam

Soneva Kiri, the view sunset by Howard Rankin

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Soneva Kiri, bedroom Sunset Ocean View Pool Reserve Pool deck by Richard Waite

più grande della Thailandia, è raggiungibile da Bangkok nel giro di un’ora con volo privato. Il Soneva Kiri resort offre un approccio unico e integrale con l’ambiente circostante, che permette di vivere un’esperienza Thai realmente autentica. Il fatto che Koh Kood sia polata da pochissime persone, rende chiunque metta piede sull’isola una sorta di protettore che entra in sintonia perfetta con il luogo e tende a viverlo in pieno. A questo scopo i guardiani della natura di Soneva, all’interno dell’Eco Centre del resort, trasformano i materiali di scarto e i prodotti usati in veri e propri tesori riciclati da riutilizzare per i più svariati scopi. In questa esperienza intima e paradisiaca non mancano di certo i comfort. Dal design e dall’arredamento ricercato, le 36 ville con piscina che compongono il resort, sono tutte situate a livello della spiaggia e arricchite da un servizio curato nei minimi particolari. Un’altra vera chicca di questo resort è il Cinema Paradiso, uno spazio all’aperto dove è possibile guardare film sotto il cielo stellato della Thailandia. Magari dopo aver fatto un aperitivo nella sala del cioccolato e del gelato rigorosamente organici e artigianali.

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Dhara Dhevi, Main Lobby

photo credit to: The Dhara Dhevi Chiang Mai

Soneva Kiri Resort

Dhara Dhevi, una perla di lusso nel cuore delle montagne del Nord Nel cuore più autentico e tradizionale della Thailandia del Nord, conservato tra le montagne e custodito dallo spirito degli elefanti; si trova qui il Dhara Dhevi Chiang Mai. Questo resort si estende su un territorio di oltre 24 ettari, una vera e propria riserva tropicale che si ispira al patrimonio culturale della regione. In questo paradiso avrete la possibilità di alloggiare in antichi palazzi thailandesi, ville tradizionali in stile Lanma e sontuose abitazioni signorili finemente arredate. Potrete deliziarvi godendo dei fantastici ristoranti dove assagiare le prelibatezze della cucina locale, a base di ingredienti organici, con piatti tradizionali ma anche pietanze rivisitate dagli chef, che come veri e propri artisti del gusto si divertono a strizzare l’occhio alla modernità. Pur essendo un posto fuori dal tempo, dove i ritmi frenetici delle città scompaiono per lasciare posto al respiro naturale, il Dhara Dhevi è facilmente raggiungibile; si trova infatti a poche risaie di distanza dal centro di Chiang Mai e

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photo credit to: The Dhara Dhevi Chiang Mai

photo credit to: The Dhara Dhevi Chiang Mai

photo credit to: The Dhara Dhevi Chiang Mai

Dhara Dhevi, Rice Terrace Dhara Dhevi, North Rice Fields

Dhara Dhevi, Spa Lobby

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a soli quindici minuti dall’aeroporto internazionale. La regola d’oro da queste parti è il relax. A fare da garante a questa importante regola c’è una enorme spa di oltre 3000 mq. Un magnifico complesso che deriva da un antico palazzo Mandalay, dove tutti gli ospiti possono vivere i rituali tradizionali per trovare l’equilibrio perfetto tra corpo e mente. Le ville e le abitazioni del Dhara Dhevi sono diventate una vera e propria istituzione in questa zona, quasi leggendarie. A caratterizzarle sono le dimensioni, che partono dagli 80 mq e arrivano a superare i 250 mq, e l’arredamento di lusso che riesce a conciliare lo stile tradizionale Lanma e l’architettura coloniale. Un lusso che non stona e che ben si integra con la natura circostante e la favolosa cornice creata delle tipiche risaie terrazzate. Una cornice che per i più fortunati può diventare la location perfetta per celebrare il proprio matrimonio nel verde thailandese.

LA PROMESSA DEL PIMALAI RESORT & SPA DI KOH LANTA “Pace, serenità e riservatezza” è il mantra del Pimalai Resort & Spa, disegnato appositamente per mischiarsi con la natura circostante, in un paesaggio pressochè mai toccato dall’artificio umano. Un paradiso isolato e nascosto tra la foresta tropicale e il mare delle Andamane a ovest della Thailandia. Si sviluppa sulle coste di sabbia bianchissima che caratterizzano la punta sud dell’isola di Lanta, alcune ville di questo resort arrivano ad adagiarsi sulla collina retrostante che si affaccia sul mare e dispongono di infinity pools private. Lo spettacolo di cui si gode dalla veranda di queste ville è qualcosa di indescrivibile, soprattutto alla sera quando l’arancione intenso del sole che tramonta scompare all’orizzonte del blu del mare e del cielo che si scurisce. L’idea del Pimalai nasce circa quaranta anni fa quando i futuri proprietari approdarono per la prima volta in questo paradiso di Koh Lanta.

Pimalai, exterior view Villa Facilities

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Pimalai, Hillside Ocean View Private Pool Villa One Bedroom

Trovarono davanti ai loro occhi un posto dove tutte le persone avrebbero potuto finalmente provare quella sensazione unica di innamorasi della natura, così sentirono il profondo bisogno di dover condividere questa bellezza con altri. Dopo 30 anni di lavori i due proprietari, con il supporto di amici e parenti che hanno creduto nell’idea, hanno dato vita a questo resort da sogno. Da allora la filosofia di fondo non è mai cambiata e così ogni dettaglio di questo posto, dalla scelta della location alla costruzione di ogni singolo raffinato elemento, è stata dettata dal desiderio di completare, piuttosto che competere, l’ambiente circostante. Un esempio di questo impegno nei confronti del territorio è la Ring Ping Farm dove vengono coltivati tutti i prodotti vegetali che vengono poi sapientemente utilizzati dagli chef degli otto ristoranti e bar per creare gustosi abbinamenti. Un esempio perfetto di cucina a chilometro zero, basata sulla valorizzazione dell’ecosistema locale e ottimizzazione delle risorse naturali. Nasce da questi presupposti la promessa Pimalai, ovvero quella di fare in modo che chiunque in questo luogo possa trovare la pace, serenità e riservatezza che ha sempre sognato.

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Pimalai, Snorkel Koh Haa

Pimalai, Hillside Ocean view private Pool Villa one bedroom

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Phuket Island Thailandia

Guardate nel profondo della natura, e allora capirete meglio tutto‌ cit. Albert Einstein

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THAI FOOD, SO GOOD! Un percorso gastronomico attraverso le delizie della cucina Thailandese: le tappe più importanti, dalle pietanze più appetitose fino a quelle più wild. Lo street food è servito! di Gerardo Abate

Bangkok streetfood

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on sei mai stato in Thailandia se non hai mai assaggiato lo street food! Un vero viaggio nella “Terra del Sorriso” è anche una fantastica avventura per il palato, fatta di gusti avvolgenti e appetitosi come quelli del Khao Pat e del famosissimo Pad Thai, ma anche di vere e proprie sfide come il Durian e gli insetti fritti consigliati solo ai viaggiatori più wild! A volte i vari accoppiamenti tra gli ingredienti possono sembrare qualcosa di insolito, soprat-

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tutto per chi non si è mai affacciato al magico mondo della cucina asiatica e del sud est asiatico in particolare; ma il risultato che ne deriva è un tripudio del gusto che riesce a toccare le punte più dolci ma soprattutto quelle più piccanti. Non a caso il cibo thailandese è famoso nel mondo per il suo bilanciamento dei quattro sapori fondamentali, che sono alla base di ogni pietanza: aspro, dolce, salato e amaro. La cucina thailandese è davvero singolare e

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Pad thai

può essere descritta come un mix che scaturisce dall’unione di quattro cucine regionali, tipiche delle quattro regioni del paese ovvero Thailandia settentrionale, Thailandia nordorientrale, Thailandia centrale e Thailandia meridionale. A rendere questo mix davvero unico si aggiungono le influenze che ognuna di queste cucine regionali ha assorbito dai paesi limitrofi quali Birmania, Yunnan, Vietnam, e Cambogia. Un vero e proprio arcobaleno del gusto tutto da scoprire! Pad Thai è senza ombra di dubbio la prima parola che ogni viaggiatore impara non appena mette piede su suolo Thailandese. Un must try che una volta assaggiato sarà in grado di far innamorare chiunque. Viene spesso indicato come il piatto nazionale della cucina thailandese, perchè è preparato utilizzando ingredienti provenienti da tutto il regno. Il Pad Thai consiste in una base di spaghetti di riso saltati in padella alla quale vengono aggiunti uova, gamberetti essiccati, tofu, succo di tamarindo e germogli di soia. Per concludere con un tocco di croccantezza si aggiunge una spolverata di arachidi tritati. Una vera delizia! Si tratta dell’ABC dell cucina Thailandese, il Khao Pat è facile da preparare è allo stesso tempo leggero e gustoso. Si può trovare sia nei ristoranti che per le strade, dove viene preparato al momento in pochissimo tempo. È il famoso riso fritto, a base di riso jasmine che può essere condito con carne di manzo e pollo oppure con pesce come gamberi o granchio. Le spezie e gli ingredienti di contorno variano a seconda della zona ma tra i più popolari ci sono uova, cipolla, pomodoro a pezzi, aglio, coriandolo, salsa di soia, salsa di pesce, sale, zucchero e lime.

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Chilli e lime

Il re dei piatti piccanti, il Tom Yam Kung è una zuppa di pomodoro molto diffusa in tutta la Thailandia, tanto da essere popolare quasi quanto il famoso Pad Thai. In questa zuppa, oltre ad una buona dose di piccante, ci sono molti ingredienti che a scriverli uno di seguito all’altro creano un elenco alquanto bizzarro, ma accostati nel piatto sono una vera delizia. Tra tutti, quelli principali sono senza dubbio funghi , gamberi, lemon gras e latte di cocco. Viene servita calda in modo da esaltarne ancora di più la sua piccantezza! Benvenuti nella sezione dedicata ai cibi più wild. In Thailandia ce ne sono molti, dai frutti puzzolenti agli insetti fritti, passando per i piatti a base di sangue di maiale e quelli che contengono uova di formiche. Se sentite un odore strano, inconfondibilmente

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Tom Yam Kung

Mu Yang

sgradevole che se non fosse legato ad un alimento non avreste dubbi a definirlo puzza, beh allora vi trovate sicuramente davanti ad un Durian. Un frutto tipico molto comune in Thailandia. I coraggiosi che lo assaggeranno scopriranno che il gusto, infondo, non è poi così male. Un must in questa avventura culinaria sono gli insetti fritti. Una specialità locale diffusa anche in altre zone del sud est asiatico. Sono molto fotogenici, quindi perchè non farsi un selfie mentre ci si appresta a degustare una larva fritta?

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Il gusto è indefinito, assolutamente da provare. Tanto si sa che tutto ciò che è fritto, infondo è una delizia. Per rimanere leggeri invece è consigliato un Khao Kan Chin. Ovvero una palla di riso cotto al vapore all’interno di una foglia di banana, mescolato con sangue di maiale e servito con cetrioli, cipolla e peperoncini fritti essiccati. Magari accompagnato da Mu Yang, un piatto a base di pancia di maiale con la cotenna, servito con riso e salsa piccante. Se avete ancora fame e volete assaggiare una vera specialità tipica della Thailandia del nord, allora potreste provare il Khai Pam Mot. Una foglia di banana grigliata con all’interno un misto di uova di formica, uova di gallina, sale e erba cipollina. Le uove di formica rendono il tutto molto cremoso, tanto che il Khai Pam Mot può essere mangiato come snack in un sabato pomeriggio qualunque a Ching Mai. Per aggiustarsi la bocca dopo aver provato questi cibi particolari, un buon rimedio è senza dubbio lo sticky rice con mango. Un dolce semplice e gustoso. Questo al contrario dell’apparenza un po’ appiccicosa del riso è veramente ma veramente delizioso.

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LIBERO DI ESSERE, VERAMENTE COME SI È! La Thailandia Vi aspetta tutti a braccia aperte

ph. Evan Krause

di Andrea Cosimi

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estinazione consigliata per il target LGBTQ, la Thailandia è variopinta per tantissimi aspetti. Fascino, colori, odori, ospitalità sono tutte caratteristiche che rendono questa destinazione un vero paradiso terrestre, un paese dove tutti, ma davvero tutti sono i benvenuti. In Thailandia infatti l’omosessualità è legale dal 1956, la nuova Costituzione contiene una legge che vieta la discriminazione sull’orientamento sessuale, un passo avanti fondamentale. La gente è molto cordiale, tollerante e curiosa. Il concetto di discriminazione non esiste e le persone si comportano secondo le usanze buddiste, infatti, in Thailandia non esistono leggi contro l’omosessualità. La sessualità viene considerata una questione privata. L’omosessualità e la transessualità in Thailandia sono considerate parte del destino che nessuno può cambiare. Come ogni grande città, Bangkok è una città molto affollata e vivace, le zone predilette dal turismo LGBTQ sono tra Silom e Sathorn nel distretto finanziario. Altro distretto della gay life è Siam Lumphini al centro della città, zona colma di centri commerciali ideale per lo shopping. Pattaya, offre una vita gay molto attiva luogo di vacanza e di puro divertimento, qui gli show di Drag Queen

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sono molto famosi non solo per la bravura ma anche per i loro spettacolari costumi colorati. La gay life è concentrata nella zona a sud, con diversi locali, bar e ristoranti gay friendly. A Phuket, invece, l’isola più grande, la maggior parte dei locali gay e hotel gay friendly si trovano a Patong Beach considerata una delle spiagge più famose dell’intera Thailandia. Chaweng è il quartiere gay di Koh Samui con una straordinaria vita notturna, qui possiamo trovare una delle più note discoteche al mondo per la community LGBTQ il Green Mango. A Nord della Thailandia troviamo Chiang Mai, considerata la capitale culturale dove vivono molti ragazzi gay spesso integrati nella vita agricola delle fattorie. La zona gay è Chang Pueak piena di locali frequentati dai millennial come il Warm Up, Monkey Club, Tazzan Deang, Sign In e Infinity. Rimane solamente un’ultima cosa da dire, la Thailandia ci aspetta tutti, ma proprio tutti a braccia aperte. Quindi, non rimane che preparare le valige e partire per questa incantevole destinazione, dove potete sentirvi liberi di vivere la vacanza come si è realmente, senza essere discriminati o derisi, come ancora purtroppo succede in alcuni paesi del mondo.

D E S T I N A Z I O N E

L G B T Q




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