QMagazine uscita n°19 Primavera Estate 2018

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1° numero 2018 - Issue n° 19 -Travel & Lifestyle € 4,50

ph. Giovanni Squatriti

1° numero 2018 - Issue n° 19

Per lui, per lei, per te

Storia di copertina CHRISTOF INNERHOFER Viaggi LAS VEGAS INFINITA Moda & Tendenze THE DREAM OF FRANCA SOZZANI Arte METROPOLITAN MUSEUM DI NEW YORK Sfumature di Grigio JAMES BALDWIN Musica e cultura USA IN MUSICA Cultura e Alimentazione LA CUCINA CHE EDUCA: L'ESPERIENZA CREOLA


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ABCDEFGHIJKLGBT+: Zurigo celebra la diversità. La vivace città sulle sponde della Limmat offre da anni una variegata gamma di eventi e feste, con manifestazioni di spicco quali il White Party, il festival cinematografico Pink Apple o lo Zurich Pride Festival. White Party 4 – 6 maggio 2018 Pink Apple 2 – 10 maggio 2018 Pride 15 – 17 giugno 2018

LGBT+, Zürich, Svizzera.



1° numero 2018 - Issue n° 19 -Travel & Lifestyle € 4,50

Per lui, per lei, per te

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E D I T ORIALE S T OR I A DI C O PERTINA Christof Innerhofer: campione di sci, bellezza e dolcezza M US I CA E C U LTU RA USA in musica Nel sud attraverso paesaggi e melodie V I A GG I Michael & Daniel, un matrimonio a tutto viaggi GOL OS ITÀ Ritu Dalmia S H O OTING Tattaw V I A GG I Las Vegas, luci colori e divertimento C ULT URA E ALIMENTAZIO NE La cucina che educa: l’esperienza Creola A RT E Like Life: Metropolitan Museum di New York WOR L D EVENTS C ALENDAR Primavera-Estate 2018 I N T E RVIEW Un gay in Kosovo M OD A The deam of Franca Sozzani Q M A GAZINE PER VO I Save the Children S F UM ATU RE DI G RIG IO James Baldwin l’anima nera e arcobaleno degli Stati Uniti S E R I AL F EELLER Ryan Murphy L I B R I & IDENTITÀ Barcellona: cosa vedere secondo il fumettista Sebas Martin Q M A GAZINE PER VO I Aqualux Hotel Spa Suite & Terme Bardolino M OT ORI Auto Ibride 2018 WH AT ’ S APP? E L OGIO DEL S U PERF LU O WH AT ’ S INN? V I TA D A C RO S S DRES S ER Il caso Weinstein C ON T RO EDITO RIALE Alessio Virgili Alessandro Cecchi Paone

S O M M A R I O

1° numero 2018 - Issue n° 19 -Travel & Lifestyle € 4,50

SOMMARIO Storia di copertina CHRISTOF INNERHOFER HOFER Viaggi LAS VEGAS INFINIT INFINITA TTA A M US Moda & Tendenze THE DREAM OF FRANCA SOZZANI Arte METROPOLITAN MU MUSEU DI NEW YORK Sfumature di Grigio JAMES BALDWIN ALDWIN Musica e cultura USA IN N MU M MUSIC U Cultura e Alimentazione LA CUCINA CHE HE EDUCA: L'ESPERIENZA CREO CREOLA OLA O LA LA

Per lui, per lei, per te

Storia di copertina CHRISTOF INNERHOFER Viaggi LAS VEGAS INFINITA Moda & Tendenze THE DREAM OF FRANCA SOZZANI Arte METROPOLITAN MUSEU DI NEW YORK Sfumature di Grigio JAMES BALDWIN Musica e cultura USA IN MUSIC Cultura e Alimentazione LA CUCINA CHE EDUCA: L'ESPERIENZA CREOLA

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Q M AGAZIN E DIRETTORE EDITORIALE: Andrea Cosimi DIRETTORE RESPONSABILE: Mauro Fanfoni GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Monica Sotgiu IN REDAZIONE: Gerardo Abate, Giovanna Ceccherini, Calogero Pirrera SEGRETERIA DI REDAZIONE: Teresa Dalessandri HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Eugenio Spagnuolo, Alberto Vita, Veronica Colanero, Giovanni Vale, Jack Davies EDITORIALISTI: Alessandro Cecchi Paone, Paolo Colombo, Stefano Ferri, Alessio Virgili FOTOLITO E STAMPA: Pixartprinting EDITORE: Sonders and Beach Italy s.r.l. Sede di Milano - Via San Gregorio, 27 - 20124 Iscrizione ROC Lombardia n. 21970 ADVERTISING: www.q-magazine.it marketing@sondersandbeach.com Aderiamo agli standards di condotta di:

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O MOF OB I A “ L’OM O SESSU ALITÀ È CONTR O NATUR A ”

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l suo nome è omofobia, una pesante forma di intolleranza che a volte si traduce in vero e proprio odio nei confronti di persone omosessuali, bisessuali e transessuali. La persona omofoba assume dei pensieri, sentimenti e comportamenti nocivi nei confronti dell’omosessualità. Ha una personalità rigida, che nasconde una profonda insicurezza e paura di tutto ciò che è “diverso”. L’omofobia è spesso tipica di persone in lotta con la propria sessualità, nascondendo a sé e agli altri la propria omosessualità repressa. Alla base dell’omofobia c’è l’idea che al mondo siamo tutti eterosessuali e che è normale e sano scegliere un partner del sesso opposto, considerando “l’omossessuale contro natura”. L’omofobia è causa di episodi di bullismo, violenza o di mobbing nei confronti delle persone LGBTQ e non solo. L’Unione Europea ritiene l’omofobia eguale al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo. Secondo l’Agenzia per i diritti Fondamentali dell’Unione Europea, l’omofobia danneggia la salute e la carriera di quasi 4 milioni di persone in Europa. Purtroppo, l’Italia, è il paese dell’Unione Europea con il maggior tasso di omofobia sociale, politica ed istituzionale. Secondo i dati del Dipartimento di Salute Pubblica i suicidi della popolazione gay, legati alla discriminazione omofoba in modo più o meno diretto, costituirebbero il 30% di tutti i suicidi adolescenziali. L’omofobia e la transfobia, “vive ancora liberamente” in 72 Paesi, Italia compresa.

In Italia, manca ancora una legge a tutela delle persone LGBTQ. Una legge ferma in Senato da 4 anni, dimenticata, ignorata da un sistema e da una burocrazia contorta. Secondo il mio personale parere, anche se una legge a tutela delle persone LGBTQ esistesse; la sola legge non basterebbe ad arginare il male che scaturisce dall’omofobia. Sarebbe sicuramente un importante deterrente, ma non la cura o il vaccino migliore per combatterla. Serve un lavoro di educazione e prevenzione più articolato, rivolto specialmente alle nuove generazioni. La forte mancanza di conoscenza, di cultura e di appartenenza, unita al silenzio generale, si traduce in un messaggio negativo, un vero e proprio tabù per le istituzioni e per la popolazione. Avere delle occasioni, dei modelli e spazi di confronto per parlare non solo di omosessualità ma anche di sessualità è fondamentale. Purtroppo però questa necessità raramente viene compresa all’interno dei programmi educativi e formativi, e questo di certo non aiuta. Serve quindi un’educazione sentimentale e sessuale che insegni fin da piccoli a non aver paura di se stessi, delle proprie emozioni e delle diversità. Solo con questa sicurezza è possibile scoprire la differenza come uno splendido lato della propria identità e non come una minaccia. Le diversità sarebbero finalmente percepite da tutti come un arricchimento della persona e quindi di tutta la comunità che gli ruota attorno. Andrea Cosimi

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CHRISTOF INNERHOFER Campione di sci e Campione di bellezza e dolcezza

di Paolo Colombo

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e ai tempi delle antiche olimpiadi greche fosse esistito anche lo sci, sicuramente una statua l’avrebbe meritata Christof Innerhofer, fisico perfetto, scolpito, quasi fosse di marmo tra i più pregiati. Chissà come lo avrebbe potuto descrivere Omero in uno dei suoi poemi o come lo avrebbero dipinto i pittori dell’antica grecia, forse incantati anch’essi dallo sguardo e dagli occhi azzurri dello sciatore che sono di una dolcezza e di una bellezza senza eguali. Ma non siamo ad Olimpia, tremila anni fa, bensì in Alto Adige, nel paesino di Gais, cinque chilometri a Nord di Brunico, nella magia delle valli di montagna. Qui incontriamo il Campione dello Sci italiano, che non è campione sono nel suo sport ma anche campione di gentilezza e di dolcezza. Basta parlare cinque minuti con lui per rimanere letteralmente incantati non solo dalla bellezza, ma pure dalla genuinità e dalla dolcezza di questo adone di 33 anni. Il palmares di Innerhofer parla da solo: Campione del Mondo di Supergigante nel 2011, due medaglie olimpiche, tre mondiali ed un infinità di podi collezionati in carriera.

Christof Innerhofer fotografato da Giovanni Squatriti per la rivista Sportweek

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Christof che cosa è per te lo sci ? “ Lo sci è senza ombra di dubbio la mia vita, è quello che ho fatto da sempre, uno sport bellissimo . Amo la velocità, l’adrenalina e voglio sempre essere più veloce, questo forse è il motivo che, pur avendo 33 anni ho ancora molta passione per questo sport, forse più di quella che avevo prima, quando ero più giovane”. Ma quando è nata questa passione? “ Beh, sin da piccolo. Ho avuto la fortuna di praticare diversi sport, ma dello sci mi sono innamorato subito. L’idea della velocità, delle curve, dei salti che fai già da piccolino mi gasava molto. Sin da subito sono arrivati i risultati e questo mi ha fatto propendere per lo sci, abbandonando gli altri sport “. Velocità significa anche adrenalina a mille… Sì sì, sicuramente, la velocità è il bello della competizione, della gara, la voglia di essere il migliore quanto ti lanci dal cancelletto di partenza. L’adrenalina ti sale a mille non solo per la velocità, ma per l’idea della sfida. Attenzione non è la sfida contro gli altri, ma una sfida contro il tempo. Sicuramente non è una sfida contro me stesso. Sono sempre molto sereno con me stesso, anche quando vado a letto alla sera mi dico spesso che più di così non potevo fare, soprattutto quando magari il risultato non arriva per pochi millesimi di secondo. Io dico sempre che perdere aiuta a vincere in futuro! Rimpianti per l’ultima Olimpiade in Corea del Sud? Nessuno, a 33 anni di medaglie olimpiche ne ho già vinte due. Peggio sarebbe se avessi vinto tutto ma non fossi mai salito sul podio a cinque cerchi. A casa conservo, con molta gelosia, l’argento ed il bronzo di Sochi 2014, le guardo spesso e mi dico che va bene così. Certo che uno vorrebbe sempre vincere, è come uno che ha un bel lavoro, una bella casa, ma vorrebbe sempre di più. Alla fine nella vita bisogna accontentarsi di quello che ha, lo stesso discorso vale nello sport, non bisogna mai avere rimpianti e guardare indietro.

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Christof Innerhofer fotografato da Giovanni Squatriti per la rivista Sportweek

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Prossime Olimpiadi tra quattro anni, ci stai già pensando? Chiariamo subito che non mi sento vecchio ed ho ancora intenzione di andare avanti per molti anni. Non mi pongo limiti, finchè starò bene, finchè potro sciare e competere con i migliori andrò avanti. In fondo quello che conta non è l’età anagrafica, ma come ti senti dentro. Ed io dentro mi sento ancora molto molto giovane, sicuramente non mi sento vecchio, ripeto. Potrei sciare anche oltre i quaranta. Vedremo se mi rimarrà la voglia e la passione che ho ora, a 33 anni. Quali sono le tue passioni al di fuori dello sci? Sicuramente quando sono a casa trascorro volentieri parte del mio tempo libero con i miei nipoti, i miei amici. Mi piace molto andare in

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bicicletta, pedalando mi rilasso moltissimo perché sono da solo in mezzo alla natura, al verde, alle mie montagne, alle mie valli. Una grande passione che ho è quella di andare a funghi. Mi concentro a cercarli e non penso a nient’altro… anche questa è una sfida perché ne voglio trovare sempre di più. Come sciare insomma, cerco sempre di migliorare i miei limiti. Sei molto amante del tuo corpo, ti piace essere fotografato e si nota molto, negli scatti, l’amore per te stesso, è vero? Mi piace moltissimo curare il mio corpo nei minimi dettagli, sono molto pignolo in questo. Mi piace avere un’alimentazione sana per tenermi in forma. Lì sì che posso dire di sentirmi in pace con me stesso, se avessi la pancia non sarei in pace con me stesso, non mi piacerei

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Christof Innerhofer fotografato da Giovanni Squatriti per la rivista Sportweek

Ma qui stiamo facendo un’intervista per una rivista Gay-Friendly, sai che piaci anche ai ragazzi, agli uomini? Certo che lo so, spesso mi è successo di ricevere complimenti direttamente dagli uomini e la cosa non mi scandalizza o turba assolutamente. Ho molti amici bisex e gay e mi sono sempre divertito molto in loro compagnia. Non ho nessun tipo di pregiudizio, ognuno è libero di amare chi vuole. Ancora adesso che ho 33 anni spesso mi succede che qualcuno mi scrive o mi contatta anche sui social. Io sorrido e rispondo a tutti. C’è gente, ci sono atleti a cui questa cosa può dare fastidio, vi posso assicurare che non è il mio caso. Se un uomo mi fa i complimenti non mi imbarazza assolutamente. Ci vuole ben altro per farmi arrossire . I gay sono veramente delle belle, bellissime persone.

insomma. Sono stato testimonial di una famosa campagna pubblicitaria di Intimissimi e quello è stato un grandissimo stimolo per essere il più in forma possibile, volevo e dovevo essere perfetto. Nonostante la campagna sia finita mi tengo sempre in forma, perché non mi sentirei a mio agio se avessi un fisico diverso da quello attuale. Quanto ti senti bello da 1 a 10? Quello non posso dirlo io, lo lascio giudicare alle donne, agli altri. Ma ti senti un sex simbol? No, quello no. Anche qui lascio giudicare gli altri. Ripeto per me è importante stare bene con me stesso. Non conta se mi sento figo io, conta se sono carino per le donne, quello è più importante.

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Non pensi che il Coming-Out di uno sportivo aiuterebbe molte persone Lgbt che non hanno il coraggio di dichiararsi, soprattutto i più giovani che magari non hanno il coraggio di farlo con i propri famigliari ed amici? Ma sicuramente, siamo nel 2018, venti, trenta anni fa, dichiarare la propria omosessualità sarebbe stato uno scandalo, fortunatamente i tempi sono cambiati e la società è pronta a questo. Bisogna tranquillamente accettare le scelte di ogni individuo, perché stiamo parlando di amore e l’amore non conosce confini”. Parliamo di social network. Christof Innerhofer è molto social! Confermo. Cerco di avere un rapporto diretto con i miei tifosi e, nei limiti del possibile, cerco sempre di rispondere a tutti. Mi piace molto quando mi scrivono i bimbi, quando la gente mi fa i complimenti. Come atleti siamo fortunati a vivere nel terzo millennio, con i social in ogni istante della giornata i tifosi posso mettersi in contatto con noi, seguire le nostre storie su instagram, ad esempio, ed interagire con noi. Anche quando sono all’estero, grazie ai social, è come fossi sempre a casa. Tu posti sempre foto su instagram, ma c’è uno scatto a cui sei più affezionato degli altri? Mi piacciono le foto, mi piace essere fotografato. Senza ombra di dubbio la foto a cui sono più affezionato è quella della campagna di Intimissimi, uno shooting perfetto a cui davvero sono legato molto.

Film preferito: Non uno in particolare Canzone: Gli Anni degli 883 Cantante: Vasco Rossi Piatto: Canederli con gulasch Citta: Milano Città dove vorresti vivere: Brunico Nazione dove vorresti vivere: Italia Vacanza ideale: Sardegna Mare o Montagna: Montagna, in alcuni mesi dell’anno il mare Neve o mare?: La neve perché quando fa freddo puoi tornare a casa, accedere il camino. Non trovo ci sia niente di più romantico che stare davanti ad un camino con la persona che ami.

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Bisogna avere compiuto almeno 21 anni per giocare. Know When To Stop Before You Start.®. In caso di dipendenza dal gioco d’azzardo è attivo il numero 1-800-522-4700. © 2018, Caesars License Company, LLC.


Quartiere francese, New Orleans

USA in MUSICA Nel sud attraverso paesaggi e melodie

ph. William Recinos

di Mauro Fanfoni

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Savannah, Georgia USA

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nd one and two and three, and one, two three, ritmo!” Quando pensiamo alla Musica, quella con la m maiuscola, e USA, il primo connubio che ci viene in mente è quello del Jazz, inevitabilmente. E quale città meglio rappresenta la quintessenza della musica se non New Orleans, una delle metropoli più colorate d’America. Una meta turistica molto popolare e che ospita una vasta comunità LGBT. La principale città dello Stato della Louisiana è un vero melting pot di etnie e culture: francese, spagnola, africana, irlandese, italiana, croata, vietnamita. Tutto questo rende la città molto aperta, riscontrabile anche nell’enogastronomia come la cucina Cajun, portata a New Orleans dagli immigrati canadesi dell’Acadia. Ma quello che è l’elemento che più contraddistingue la città dalle altre è la sua radice culturale più significativa: il jazz. Nato agli inizi del XX secolo, come genere musicale per confortare e dare speranza agli afroamericani, si fonda su improvvisazione e ritmo dando voce all’anima, al soul. Il quartiere più famoso dove ascoltarlo “live” è senza dubbio il Quartiere Francese, il più antico di New Orleans. Nel 1919, quando lo scrittore Lyle Saxon arrivò, la zona era malfamata e fatiscente. Molte delle famiglie creole che avevano vissuto qui si erano appena trasferite in nuove zone della città, e tutta l’area era in grave pericolo. Saxon cominciò a promuovere il quartiere esaltandone il suo fascino, unico. Oggi tutta l’a-

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ph. Nathan Bingle

St. Louis Cathedral New Orleans

ph. Matthew Lejune

Forsyth Park in Savannah, Georgia, USA

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rea è diventata il centro della vita notturna gay e lesbian della città: qui si trovano club con show di travestiti e locali dove ascoltare musica. Diversi artisti furono attratti da questa zona: Tennessee Williams fece del Quartiere Francese il centro d’ispirazione per “Un tram chiamato Desiderio”, un dramma che ruota intorno a sesso e violenza, ambientato negli anni 1940. Ma non è solo New Orleans la città della Musica e dei Festival Musicali. Sempre rimanendo nel profondo Sud, reso famoso dal celeberrimo film “Via col vento”, a solo due ore di macchina, troviamo Atlanta, città che nell’ultimo secolo è stata un vero simbolo di crescita, evoluzione, opportunità: nonostante i molti abitanti della città condividano i valori “conservatori” del sud, Atlanta ha un suo lato progressista, dimostrato dalla sua grande e attiva comunità LGBT. La città è diventata una delle più grandi comunità gay degli Stati Uniti, con una “sweet life”, molti locali, diversi eventi inclusi quelli musicali. Per alcuni di questi motivi Atlanta è stata scelta, alcuni anni fa, dalla testata giornalistica “The Advocate”, come la città più gay degli Stati Uniti. Non è poco! Un must per chi viene in Georgia è la visita a Savannah, città punto di riferimento per scrittori ed artisti, e che ha fatto da straordinario sfondo al film “Mezzanotte nel giardino del bene

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Cover Mezzanotte nel giardino del bene e del male

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e del male” diretto dal grande Clint Eastwood. Il film è stato tratto dal best-seller, omonimo, dello scrittore John Berendt: una porta aperta da cui emerge tutta la vita sociale “segreta” della città. La pellicola ha ricevuto varie nominations e premi tra cui la Nomination nel 1997 al GLAAD Media Awards, premio annuale assegnato dalla Gay & Lesbian Alliance Against Defamation alle persone e alle produzioni dell’intrattenimento, la Nomination come Miglior film della grande distribuzione sempre nel 1997, la Nomination all’Online Film & Television Association del 1998 per la Migliore performance rivelazione maschile a Lady Chablis, la famosa drag queen che ha interpretato se stessa nel film. Difatti dopo l’uscita della pellicola le visite a Savannah aumentarono in maniera esponenziale e la drag queen diventò icona e star di uno dei migliori locali LGBT della città, il Club One. Purtroppo nel 2016 Lady Chablis ha lasciato questo mondo, in maniera prematura. Per concludere e far comprendere il mood che si respira in città vogliamo riportare un breve dialogo di John Cusack, alias John Kelso, che al telefono con l’interlocutore dice “Questo posto è fantastico! È come se fosse un - Via col vento - alla mescalina! Fidati, devo rimanere, al confronto Manhattan è noiosa!!”

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Casa Coloniale decorata per il Mardi Gras, quartiere francese

The Lady Chablis

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MICHAEL e DANIEL

un matrimonio a tutto viaggi

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ichael e Daniel sono una giovane coppia americana: uno studente di Giurisprudenza, l’altro medico. Innamorati di Game of Thrones e sportivi, hanno deciso di sposarsi quando Michael la notte di Capodanno del 2016 a Reykjavík, in Islanda, si è inginocchiato per pronunciare la fatidica domanda. La risposta non poteva che essere positiva, e la scelta per le celebrazioni è ricaduta su una bellissima foresta nebulosa Equadoregna dove i due hanno festeggiato l’unione con parenti ed amici. Ma non è tutto: nel giudaismo è tradizione celebrare il matrimonio con sette benedizioni. Michael e Daniel hanno così deciso di intraprendere un viaggio che li ha portati in altrettante sette città, dalle isole Galapagos a Santiago, dall’Isola di Pasqua a Bora Bora e Tahiti.

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“Ho visto la foto di una bellissima foresta e ho detto a mio marito che volevo sposarmi proprio lĂŹ. Non sapevamo dove fosse. In seguito abbiamo capito che era una foresta nebulosa in Ecuador, da qui abbiamo sviluppato tutto intorno a quel luogoâ€?

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“Il nostro viaggio in quattro aggettivi? Avventuroso, magico, profondo e meravigliosamente sereno!�

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Ritu Dalmia

”Non ho mai nascosto la mia sessualità, e perché dovrei? Non me ne sono mai vergognata”

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Cucina e altre storie

RITU DALMIA

l’imprenditrice del gusto Milano ha finalmente il suo ristorante di cucina indiana contemporanea: Cittamani, un nome che evoca la figura femminile del Buddha. Un luogo in cui l’India autentica incontra le eccellenze italiane, nato dall’estro culinario di Ritu Dalmia e da un grande amore per l’Italia. di Paolo Colombo Cittamani One night in New Dehli

Da cosa nasce questo amore, questa passione per l’Italia? Mi sono innamorata dell’Italia da ragazzina, durante un viaggio con la scuola, sono stata a Roma per circa un mese e il mio più grande desiderio era quello di mangiare pasta al pomodoro e scoprire il cibo italiano, non mi stancava mai! Poi, grazie a mio padre e al suo lavoro, ho avuto la fortuna di girare l’Italia e di scoprirne le bellezze. Le piace ovviamente anche la cucina italiana ! Quale è il piatto che preferisce? Non saprei scegliere, adoro la cucina italiana! Mi piacciono gli arancini siciliani, le linguine alle vongole, la pasta al pomodoro, la burrata. Uno che ama particolarmente cucinare? A Delhi ha riscosso grande successo il ristorante “Diva Italian”. Sì, qui cucino indiano ma a Dehli vado forte con la cucina italiana, è la mia passione! Il mio ristorante italiano all’interno del consolato italiano a Dehli è stato una scommessa vincente. Un modello che in tanti consolati hanno cercato di replicare senza lo stesso successo. Finalmente a Milano abbiamo un ristorante di lusso contemporaneo indiano, così avevate scritto sugli annunci… come sta andando questa avventura? Preferisco non parlare di lusso, Cittamani è un ristorante elegante, colto e di design ma con

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Cittamani - Poori ripieni con piselli, burrata e chutney di pomodoro

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Cittamani - Cocktail bar

un cuore “smart casual. Direi che sta andando bene, abbiamo aperto ad ottobre e oggi abbiamo un’alta percentuale di clienti abituali. È un sogno che per lei si è realizzato ? Lo è assolutamente. Non ho avuto dubbi nel scegliere l’Italia e Milano per aprire il mio primo ristorante indiano in Europa. Ho l’India nei geni e l’Italia nel cuore, italiani e indiani sono molto simili, molto legati alla famiglia, alle tradizioni, alla cucina. Si sente un po’ come se fosse la professoressa universitaria, ci perdoni il paragone, che deve insegnare agli italiani la conoscenza della cucina, dei piatti indiani? Quello che gli stranieri conoscono dell’alimentazione indiana non rispecchia la realtà. Gli italiani pensano ad una cucina estremamente speziata, ma quello che si cucina nelle case non è così. Il cibo indiano che il pubblico italiano imparerà a conoscere è quello più autentico e casalingo: una piccola rivoluzione del gusto che svela una cucina

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inaspettatamente delicata, che fa un uso estremamente dosato delle spezie (un solo tipo per piatto) e ci offre un esempio di come, ancora una volta, una cucina antichissima possa risultare moderna ed equilibrata Che cosa si deve conoscere principalmente di questa cucina ? La mia cucina attinge largamente alle esperienze che ho vissuto e metto in menù ciò che io amo e i piatti che ritengo possano sposarsi con il palato italiano, senza stravolgerli: un assaggio di Calcutta, un tocco di Kerala, il cibo di strada di Mumbai, insieme alle eccellenze regionali italiane. Scelgo molti piatti della tradizione vegetariana indiana, e propongo il concetto di “condivisione”: gli ospiti possono scegliere infatti tra una grande varietà di piatti in versione sia piccola che grande, in modo da gustare, sperimentare e condividere un’esperienza fatta di tanti diversi assaggi. Possiamo dire che, dopo Expo 2015, con tutte le esperienze culinarie delle varie cu-

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Polpo e patate alla Cittamani

cine del mondo, Milano è diventata per eccellenza la capitale italiana del buon cibo? Quelle che si può dire è che Milano, e ancor più dopo Expo, è una città cosmopolita, curiosa e pronta a comprendere le cucine del Mondo. Recentemente ha detto che la cosa che ama di più è mangiare, ancora più che viaggiare, è vero? Amo sia viaggiare che mangiare, quando viaggio, mi piace scoprire luoghi e sapori. E quello che mi resta nel cuore mi piace poi cucinarlo e proporlo ai miei ospiti. Ecco perché a New Dehli ho un ristorante, Diva Spiced, in cui propongo i piatti dal mondo che più mi hanno colpita durante i miei viaggi. Lei non ha nascosto mai la sua omosessualità in India, dove il riconoscimento dei diritti è tardato ad arrivare. Giusto per essere precisa, non abbiamo ancora alcun diritto legale: la battaglia in questo momento non riguarda i diritti, ma prima di tutto il non essere considerati dei criminali, mentre il passo successivo sarebbe quello chiedere diritti legali. In effetti non ho mai nascosto la mia sessualità, e perché dovrei? Non me ne sono mai vergognata.

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Perché da subito ha scelto di dire realmente chi era? Non mi sono mai nascosta ma non ho mai neppure sentito il bisogno di indossare una t-shirt per annunciare la mia sessualità. La mia famiglia e gli amici, ovvero le persone che realmente contano per me, mi conoscono per ciò che sono. In passato, dopo un periodo di quattro anni vissuto a Londra sono tornata a Delhi e ho deciso di parlare con i miei genitori. Mia madre in quel frangente si zittì e non disse una parola. Due giorni dopo, inviò una scatola di mango alla mia compagna. Non ne ho mai parlato in pubblico per una semplice ragione: volevo essere conosciuta come una chef di talento, ma non come una chef lesbica. Chi amiamo o con chi decidiamo di dormire non dovrebbe essere il motivo per cui diventiamo noti. Quanto ci si libera da pregiudizi, da diffidenze, facendo coming-out ? Forse uscendo allo scoperto, facendo “coming out” posso incoraggiare gli altri ad essere più coraggiosi, più forti nelle loro scelte. Tuttavia deve sempre essere una decisione personale, perché le persone devono affrontare reazioni diverse in contesti diversi. Posso solo raccontare la mia esperienza personale e offrire aiuto e supporto.

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Costoletta di agnello al tandoori e purea di patate

Che cosa ha in più degli altri chef Ritu Dalmia? L’umiltà. E la volontà di imparare ancora, di osservare attentamente e cercare di migliorare. Cittamani - Sala principale

La domanda la pone un giornalista sportivo, per ora unico in Italia ad averlo fatto. È successo nel 2008, lo feci pubblicamente in tv e mi sentii finalmente liberato da un peso a 41 anni, è successo questo anche per lei? Come ho detto, io in realtà non ho mai nascosto la mia sessualità, nonostante viva in un Paese in cui l’omosessualità è punibile con sette anni di carcere. Una cosa che sono certa di non essere, è codarda; non lo sono mai stata e spero di non diventarlo mai. Ho però dichiarato apertamente la mia omosessualità per portare questo caso all’attenzione della più alta Corte del mio Paese, in modo da cambiare questa legge ridicola. Ero molto a disagio a riguardo, non perché mi vergognassi, ma perché significava anche mettere le persone a cui tengo sotto i riflettori e forse anche in pericolo, ma credo che se, vogliamo un cambiamento, dobbiamo tutti fare qualcosa di concreto piuttosto che limitarci a parlarne. Detto che, secondo me, gli omosessuali hanno una marcia in più. Non sono d’accordo con questa affermazione, perché penso che gli omosessuali siano come tutti gli altri esseri umani, con i loro difetti umani fondamentali ... Cosa c’è di diverso? Andiamo a lavorare come gli altri, abbiamo gli stessi problemi nelle relazioni come gli eterosessuali .. alla fine non cambi la natura umana solo perché scegli di amare qualcuno del tuo stesso sesso.

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Che cosa è per lei l’amore? Oh caro, se avessi una risposta a questa domanda, sarei miliardaria! Ma per me è una persona che sia il primo pensiero quando mi sveglio e l’ultimo prima di dormire. L’amore è un sentimento così forte da poterlo sentire in ogni cellula del tuo corpo, l’amore è quando i tuoi occhi si illuminano momento in cui vedi una persona sorridere, l’amore è quando l’altra persona sta male e sei tu quella che non riesce a smettere di piangere… potrei andare avanti ancora e ancora. Quanto conosce delle lotte che sono state fatte in Italia per avere le Unioni Civili? Ho molti amici gay in Italia e ho seguito l’intera evoluzione del processo di riconoscimento delle unioni civili negli anni. Sogna un futuro dove l’omosessualità sia vissuta come una cosa normale? Posso parlare solo in merito all’India, un Paese in cui l’omosessualità è raffigurata nei libri antichi, sui templi, negli dei ed è sempre stata normale. Tornerà a esserlo, io sono ottimista e spero di essere presente quel giorno. Secondo lei è un’utopia? Tutt’altro. Penso sia un concetto fuorviante ma diffusissimo sul modo di vivere LGBT. Si pensa che sia una vita alternativa e “diversa” mentre per me il fulcro della battaglia è affermare l’esatto contrario. è una vita normale come tutte le altre, con i suoi pro e i suoi contro.

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Tattaw di Andrea Cosimi

PHOTOGRAPHY BY Jake Davies

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a parola tatuaggio viene dal polinesiano “tattaw”, che vuol dire “incidere, decorare”. L’origine del termine è dovuto a James Cook che contribuì alla rinascita del tatuaggio in ambito occidentale. Nel 1771, di ritorno da uno dei viaggi nei Mari del Sud, l’esploratore, introduceva nei dizionari dell’epoca anche la parola tattoo, mutandola dal polinesiano tattaw a sua volta germinato per associazione onomatopeica con il ticchettio “ta ta ta” delle bacchette adoperate dagli indigeni per tatuare. S H O O T I N G

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n pensiero, una prova, un credo, un simbolo di alcuni riti di passaggio, un marchio distintivo di un gruppo, un ricordo che non vogliamo cancellare dalla nostra mente e dalla nostra vita un metodo per allontanare il male, a detta di alcuni‌

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Las Vegas vista in elicottero

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INFINITA Tra luci, colori e divertimento una città da vivere 24h su 24h di Paolo Colombo

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a sempre Las Vegas rappresenta una delle mete imperdibili se si compie un viaggio negli States. Non potevo lasciarmi sfuggire questa ghiotta occasione di una cinque giorni nella capitale del divertimento e così eccomi sul volo della Virgin Atlantic Airlines con partenza dall’aeroporto di Londra Gatwich. Anche il viaggio in classe economica è davvero confortevole e, partendo alle ore 10.10 locali, grazie alla differenza di fuso orario si arriva alle ore 13.55 di Las Vegas. Se siete così bravi a dormire e riposare in aereo arriverete a Las Vegas con gran parte della giornata a disposizione. Ho avuto modo di alloggiare al Planet Hollywood Resort, meraviglioso hotel a quattro stelle che si affaccia, come gran parte degli alberghi, sul Boulevard, chiamato anche Las

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Vegas Strip. Ca va sans dire, che, se avete la fortuna di avere una stanza ai piani alti del Resort, potrete godere di una vista mozzafiato sulla città. Albe e tramonti sono qualcosa di unico, con colori davvero incredibili, gli amanti della fotografia possono sbizzarrirsi a loro piacimento. Il primo contatto con la città è qualcosa di magico, visto che tutto è mastodontico e realizzato alla perfezione, talmente perfetto da sembrare vero, come la Torre Eiffel dell’ Hotel Paris. Tutto qui è bello, kitsch forse per qualcuno ma sicuramente non per me. Girare un angolo è un po’ come trovarsi in un’altra parte del Mondo, e così ogni Resort, ogni negozio, ogni via, ti trasmettono sensazioni davvero uniche. Da non perdere un giro sulla ruota panoramica più alta del Mondo la High Roller che, con i

Plannet Hollywood Suite Living Room

Planet Hollywood

Spettacolo in programmazione al Planet Hollywood Resort Jennifer Lopez

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suoi 167 metri offre una visione a 360° sulla città. Il giro completo dura mezz’ora, dove potrete scatenarvi a scattare selfie o girare video per quella che è un esperienza davvero unica ed emozionante. Un trucco che vi posso suggerire è quello di provarla sia di giorno che di sera, anche se con le luci della città tutto assume un aspetto davvero fiabesco. Un altro trucco, se vi piacciono le panoramiche dall’alto è quello di salire, appena inizia l’imbrunire sulla Eiffel Tower, in modo da scattare foto sensazionali al tramonto ed aspettare l’imbrunire per fare anche qualche scatto in notturna. La sosta in cima alla Eiffel Tower non è a tempo e da lassù potrete godervi anche lo spettacolo delle fontane musicali del Lago di Bellagio, lo specchio d’acqua antistante l’ Hotel Bellagio che qualcuno di voi conoscerà sicuramente per averlo visto nel film Ocean’s Eleven!

Paris Hotel

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Spettacolo in programmazione di Celine Dion al Caesars Palace Caesars Palace The Cromwell Drai’s Beach Club

Ci sono talmente tante cose da fare e da vedere a Las Vegas che servirebbero giornate di 48 ore… qui il tempo vola. Ho avuto modo di visitare The Venetian Resort con una prima colazione davvero a cinque stelle. Inutile sottolineare che all’interno ci sono diversi angoli di Venezia talmente ben ricostruiti da sembrare veri, con tanto di cielo finto ( anche questo sembra reale) e gondole vere che scorrono nei canali. In un’altra mattina la prima colazione l’ho fatta al Hotel Wynn , qui davvero oltre al lusso estremo, ci troviamo un cinque stelle, è il paradiso per le persone ghiotte come me. Una prima colazione luculliana con un buffet infinito, dove potrete trovare ogni ben di Dio, dagli scampi in pastella alle torte più raffinate che si possano

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immaginare in un tripudio di dolciumi, comprese le mele caramellate. Molti Hotel o Resort, qui cito il Wynn, sono collegati internamente con un altro Hotel gemello o quasi, in questo caso l’Encore. E così attraversando saloni infiniti e Casinò altrettanto giganteschi, quasi senza accorgevene finirete in un’altra realtà. Il lusso la fa da padrone, ma è un lusso davvero chich, assolutamente da vedere e, perché no, da provare. Un trucco per alloggiare in questi Resort a 5 stelle per provare un’esperienza unica è quello di prenotare con molto anticipo e comunque mai nel fine settimana. Potrete trovare suite incredibili ad un prezzo di 80 dollari per due persone al giorno. Per gli amanti del lusso estremo abbinato allo stile minimalista consiglio il Nobu Hotel che si trova all’interno del famosissimo Cesar Palace. 181 tra stanze e suite in un’atmosfera davvero unica. Fuori dal Nobu verrete trasportati invece nell’antica Roma con statue, colonne, dipinti che vi riporteranno ai tempi dell’Impero di Cesare. Per una luna di miele più hot consiglio l’Hotel Cromwell, con interni in pelle e colori molto forti, adattissimo alle coppie gay. Come hotel di categoria media, ottimi perché appena ristrutturati ho trovato bellissimi e

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Press Tour Las Vegas

confortevoli il Flamingo, il Link ed Harras, in quest’ ultimo una quadrupla, se siete fortunati, escludendo sempre il weekend, la potrete pagare soli 40 euro per quattro persone. Una sciocchezza visto che potrete nel cuore di Las Vegas. Per gli amanti del volo in elicottero consiglio assolutamente due escursioni in quest’ordine rigoroso. La prima con un volo sul Gran Canyon, ci sono diverse formule, anche con discesa e passeg-

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ph. Nick Fewings

Gran Canyon

giata un un ponte di cristallo sospesi nel vuoto in mezzo a questa meraviglia della natura. Chi è appassionato delle luci notturne non deve perdersi il volo su Las Vegas di notte, rimarrà estasiato dalla bellezza di questa metropoli osservata dall’alto in mezzo ad un tripudio di luci e colori.

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LA CUCINA CHE EDUCA: L’ESPERIENZA CREOLA di Giovanna Ceccherini

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Ne è un esempio la Dieta Mediterranea, Patrimonio Intangibile dell’Umanità, che UNESCO riconobbe tale non solo per le sane e sostenibili abitudini alimentari che essa promuove, bensì per il suo messaggio, prepotentemente moderno, di tutela e salvaguardia dell’ambiente, di equità sociale e di valorizzazione della convivialità. Come l’individuo si rapporti con l’ambiente naturale e sociale e come questi si nutra sono indi-

a cultura, il sapere, gli usi, le consuetudini di un popolo si trasmettono e si rigenerano anche attraverso le tecniche di preparazione del cibo. Ogni ricetta racconta la storia di persone ‘vive’, di individui che incontrano altri individui, ne condividono il sapere, si siedono alla stessa tavola. Popoli che dislocano, con i flussi migratori, non solo i propri corpi, bensì, e soprattutto, la loro esperienza, il loro modus vivendi.

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Empanadas

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catori essenziali della resilienza e della durabilità di qualsiasi cultura. I rapporti umani insistono primariamente sulle strategie applicate per il soddisfacimento di bisogni primari, come il nutrirsi. L’approvvigionamento del cibo ha definito e continua a definire, oggi in forme molto elaborate e spesso simboliche, il livello di civiltà raggiunto da qualsiasi popolo. Esistono tre elementi che caratterizzano le culture alimentari: • L’importanza delle vicende storiche • L’elemento di tipicità (utilizzo di prodotti locali) • Il consumo del cibo come attività funzionale alla socializzazione Una cultura alimentare con tratti distintivi tipici ed inconfondibili è senza dubbio quella del Centro America, la creola. La cucina creola, insieme a quella mediterranea (di cui abbiamo scritto nell’edizione di QMagazine di novembre 2017) e quella cinese è una vera e propria ‘tavolozza gastronomica’, patrimonio

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culturale di etnie disparate, ma accomunate dalla condivisione di territori e geografie comuni o dagli scambi commerciali avvenuti per secoli. L’inclusività di cibi diversi (così come di persone diverse in viaggio, in spostamento da un luogo all’altro) è quindi un’ovvietà scontata. In effetti, paradossalmente, non esiste alcuna cucina ‘tipica’ effettivamente tale, se con ‘tipico’ intendiamo l’uso esclusivo di prodotti storicamente autoctoni. Nella cucina creola, esattamente come in quella mediterranea o cinese, si sovrappongono usi, costumi e consuetudini provenienti da Europa, Africa ed Asia e che si innestano sulla cultura indigena: i mercanti, i naviganti, i pirati viaggiavano con prodotti alimentari nelle stive delle navi e sulle carovane, portando sementi e animali che avrebbero trovato nuova terra nel continente centro-americano e lo avrebbero trasformato definitivamente. Tale colonizzazione investì non solo l’area puramente caraibica, bensì anche il Messico e la Louisiana , in cui i ricchi proprietari terrieri colonizzatori, iniziarono a mischiare i prodotti agricoli importati dall’Europa con le coltivazioni locali. Ecco allora che al peperoncino piccante ed ai fagioli fanno da contrappasso il riso e gli agrumi (provenienti da oltreoceano). I primi Italiani che arrivarono in Centro America portarono una vera rivoluzione nei costumi gastronomici:

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Accras, frittelle di crostacei o di verdure

il sugo di pomodoro, per esempio, diventò un ingrediente imprescindibile nella cucina creola. Fu l’ingegno italiano, che spinse molti connazionali ad aprire botteghe qui ed a coltivare i prodotti della Terra Madre, rivendendoli ai locali. Le tecniche di cottura veloce (la frittura, per esempio), con l’uso di grassi vegetali, entrarono prepotentemente nella cucina creola, tanto che questa incorporò definitivamente l’uso di sughi di pomodoro e le fritture . Il mais e le patate arrivano dall’America e la loro coltura si radica decisamente nel Sud, arricchendo una cucina locale indigena basata sul consumo di pollame, fagioli, radici e pesce (soprattutto crostacei). Una decisa influenza fu quella colonizzazione francese, che portò peperoni, cipolle e sedano nei Caraibi ed in Louisiana. È proprio qui che la cucina creola assume i sapori più rustici della tradizione francese e viene definita ‘cucina cajun’. Sempre grazie alle influenze italo-francesi, si modificarono le tecniche di cottura: originariamente la scarsità di legname aveva favorito cotture veloci e spesso non complete, come carne alla griglia. Le cotture in umido, lente e saporite, fecero il loro ingresso grazie alle contaminazioni europee ed in parte anche arabe. Dal 1980 ad oggi, la cucina creola ha continuato ad innovarsi, grazie a forti influenze legate alla tradizione araba e cinese. Si parla di cucina ‘fusion’, in cui l’origine ‘cajun’ sta lentamente svanendo per lasciare sempre più spazio ad un nuovo trend, in cui la cucina creola si offre come

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autentica esperienza gastronomica caraibica. Da provare, nell’area caraibica da Cuba verso Sud piatti dai sapori intensi e speziati, come il Matoutou, zuppa di granchio di terra e riso; il Gumbo, zuppa di verdure, carne e pesce, accompagnata da riso, il Lambo, polpa di strombo, l’Accras, frittelle di crostacei o verdure, il Gallo Pinto costaricense, riso con carne, uova e verdure, le Empanadas, sorta di fagottini ripieni di riso, patate ,carne e fagioli, di origine spagnola, il Picadillo (carne con patate), le Chorreadas (tortillas di mais).

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LIKE LIFE

Sculpture, Color, and the Body (1300-Now)

il corpo nella scultura degli ultimi sette secoli al Metropolitan Museum di New York di Calogero Pirrera

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a mostra Like Life: Sculpture, Colour and the Body (1300-Now) indaga la pratica degli scultori che negli ultimi sette secoli si sono cimentati con la rappresentazione della figura umana, attraverso un’antologia di circa centoventi opere provenienti da tutto il mondo. Il corpo umano è stato da sempre uno dei temi più importanti di ciascuna espressione artistica, in quanto esso si configura come il protagonista di ogni tipo di esperienza. L’artista lo ha rappresentato in diversi modi, oscillando tra un esasperato realismo e un’idealizzazione che ha persino raggiunto, soprattutto a partire dal secolo scorso, una raffigurazione astratta e fuori dal tempo. La mostra sceglie di raccontare questa “antropomorfizzazione tridimensionale” privilegiando il corpo umano come simulacro di se stesso, esplicitato dalla tensione dell’artista verso la verosimiglianza, spesso assistita dall’uso mimetico del colore e dal sapiente trattamento della materia nello spazio, nel tentativo di ingannare la natura con la creazione artistica di un corpo che possa essere percepito dallo spettatore come una figurazione trasudante umanità. Tuttavia, nello stesso momento, altri artisti hanno caricato questa tendenza realistica di elementi espressionisti, che in maniera più esplicita hanno affrontato criticamente la

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Charles-Henri-Joseph Cordier, (French, 1827–1905) La Capresse des Colonies, 1861 Algerian onyx-marble, bronze, gilt bronze, enamel, and white marble with socle The Metropolitan Museum of Art, New York, European Sculpture and Decorative Arts Fund, 2006

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Greer Lankton, Rachel, 1986 Papier-mâché, metal plates, wire, acrylic paint, and matte medium Collection of Eric Ceputis and David W. Williams, promised gift to the Art Institute of Chicago. Greer Lankton Archives Museum. Photo: The Art Institute of Chicago / Art Resource, NY

psicologia, così come l’essere sociale dell’individuo. Il punto di partenza di Like Life è la scultura medievale europea, espressionista quanto gli stessi artisti espressionisti del Novecento. Qui il corpo non ha quell’armonia o quell’equilibrio presente tendenzialmente in tanta scultura del Rinascimento, del Neoclassicismo, e soprattutto della Grecia classica, dove la figura umana a tuttotondo, rappresentata secondo un canone apollineo di bellezza, è la proporzione del tutto, come le sculture degli atleti e degli dei cui viene esaltata la classica nudità anatomica, esempio e unità di misura della stessa armonia dell’universo. Gli scultori contemporanei, eredi di entrambe le tradizioni, ci hanno mostrato il corpo umano in opere concepite seguendo sia l’estetica del naturalismo (alle volte fino all’esasperazione

Willem Danielsz van Tetrode (Netherlandish, ca. 1525– 1580) Hercules, ca. 1545–60 Painted terracotta Quentin Foundation, London. Photo: Maggie Nimkin, New York

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Yayoi Kusama, (Japanese, born 1929) Phallic Girl, 1967 Mannequin with mixed media 61 × 34 1/4 × 16 15/16 in., (155 × 87 × 43 cm) Collection Caroline de Westenholz © Yayoi Kusama Photo: ©Tate, London 2017

Marc Quinn, (British, born 1964) Self, 1991 Blood, Stainless Steel, Perspex, and Refrigeration Equipment 81 7/8 × 24 13/16 × 24 13/16 in. (208 × 63 × 63 cm) Private Collection © Marc Quinn Studio, Courtesy Marc Quinn studio

iperrealistica, come nel caso di Duane Hanson) che quella espressionista, avvalsasi di deformazioni, trasformazioni e concettualizzazioni del corpo umano (tendenza in parte già ravvisata nel Gotico e nel Manierismo). Ogni cultura ha prodotto una specifica rappresentazione del corpo, alle volte creando dei veri e propri canoni di rappresentazione. La mostra ci permette di leggere questo percorso grazie ad alcuni interessanti accostamenti, dove due o più culture (nello specifico: momenti della rappresentazione antropomorfa nello spazio) vengono messe a confronto, mostrandoci come ognuna abbia emanato una visione di sé nella storia, diventando una “forma simbolica” capace di portare e veicolare i valori e le tensioni culturali del suo tempo. Un dialogo tra il passato e il presente che mostra dunque il modo dell’uomo di vedere se

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stesso, e soprattutto quanto la percezione e la rappresentazione del corpo, pur cambiando estetiche e maniere, ruoti sempre attorno alla presenza umana, alla sua carnalità quanto alla sua essenza. Così, ad esempio, una figura di San Sebastiano scolpita da Alonso Berruguete nella Spagna dell’inizio del XVI secolo, dialoga con una scultura policroma di Reza Aramesh, realizzata invece di recente, che mostra un giovane palestinese umiliato e spogliato, in disarmo. L’erotizzazione della sua figura ha infatti come precedente l’iconografia di San Sebastiano, tradizionalmente ritratto in piedi, legato a un albero o a una colonna, mentre il suo corpo viene trafitto da numerose frecce; il tema era caro agli artisti del Rinascimento proprio per la centralità che si dava al corpo nudo, e martoriato, del giovane ex centurione romano convertitosi al Cristianesimo.

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Questo percorso è guidato da opere di artisti come Donatello, El Greco, Antonio Canova, Auguste Rodin, Edgar Degas, fino ai contemporanei Louise Bourgeois, Meret Oppenheim, Jeff Koons e Yinka Shonibare. Ad accompagnare le opere d’arte ci sono anche reliquie, manichini e modelli anatomici, che documentano, ad esempio, il rapporto che la rappresentazione scientifica del corpo ha avuto con l’arte stessa: si pensi alla curiosa “autoicona” di Jeremy Bentham (1748 – 1832), filosofo e giurista inglese che, prima di morire, aveva lasciato predisposizioni precise circa il trattamento del suo cadavere, il quale, dopo una dissezione, doveva essere trattato, ricostituito e collocato in una vetrina, esattamente come una scultura. In mostra arriva dall’Inghilterra la sua effigie, che infatti comprende: il suo scheletro, la testa di cera, i vestiti, il cappello, la sedia e il suo bastone da passeggio. Tutto è ricomposto a simulare la sua presenza, il suo corpo è lì e si professa immortale, prigioniero dentro una vetrina.

Reza Aramesh, (British, born 1970) Action 105: An Israeli soldier points his gun at the Palestinian youth asked to strip down as he stands at a military checkpoint along the separation barrier at the entrance of Bethlehem, March 2006, 2017 Handcarved polychrome limewood, glass eyes and concrete plinth. 37 3/16 × 8 1/4 × 10 1/4 in. (94.5 × 21 × 26 cm) Plinth: 39 3/8 × 21 5/8 in. (100 × 55 × 55 cm) Courtesy of the artist and Leila Heller Gallery

LIKE LIFE: SCULPTURE, COLOR, AND THE BODY (1300-NOW) Jeff Koons, (American, born York, Pennsylvania, 1955) Buster Keaton, 1988 Polychromed wood 66 × 47 7/8 × 27 1/8 in. (167.6 × 121.6 × 68.9 cm) Private Collection, Courtesy David Zwirner, New York/London/Hong Kong © Jeff Koons

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Fino al 22 luglio 2018 The Metropolitan Museum of Art, The Met Breuer, New York www.metmuseum.org

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EVENTI Primavera - Estate 2018

In questa sezione di QMagazine, abbiamo selezionato per Voi alcuni appuntamenti da non perdere…

Film Festival LGBTQ ZURIGO 2-10 maggio Pink Apple il festival cinematografico LGBTQ

Concerti, Spettacoli, Eventi

MILANO 15-18 giugno Teatro Strehler 31 Festival Mix Milano di cinema LGBTQI Culture

Lisbona 08-12 maggio Eurovision Song Contest

SHANGHAI 09-17 giugno PRIDE Film Festival

Vienna 02 giugno Lifeball

FIRENZE 02-07 ottobre Florence Queer Festival 2018

Provincetown 11-17 agosto Carnival

TEL AVIV 31 maggio 09 giugno The Tel Aviv International LGBT Film Festival

Las Vegas aprile a settembre JENNIFER LOPEZ al Planet Hollywood Resort & Casino Las Vegas 2-19 maggio CHER al Park Theater

PALERMO 31maggio 06 giugno SICILIA QUEER 2018 International New Visions FilmFest

Las Vegas da maggio a giugno RICKY MARTIN al Park Theater Las Vegas da aprile a giugno CELINE DION al The Colosseum al Caesars Palace Las Vegas da aprile a maggio ELTON JOHN al The Colosseum al Caesars Palace Bologna 27giugno DEMI LOVATO Unipol Arena Roma-Milano-Brescia-Bologna ANASTACIA “Evolution Tour”

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Eventi nel Mondo LGBTQ Fino al 06 maggio Tokyo Rainbow Pride GRAN CANARIA 03-13 maggio Gay Pride 10-13 maggio Circuit Festival

ROMA 09 giugno Gay Pride/04-11 agosto Atlantis Roma to Barcellona gay cruise/21-31 agosto Atlantis all Gay Med Cruise

BRUXELLES 18-20 maggio The Belgian Pride

LOS ANGELES 09-10 giugno Los Angeles Pride/05-07 ottobre Gay Days Anaheim

LOS ANGELES 19-20 maggio Long Beach Pride

ZURIGO 15-17 giugno Zürich Pride Festival info: zuerich.com/it/feste-gay

LAS VEGAS 25-28 maggio Matinée Las Vegas Festival /19-21 ottobre Las Vegas Pride

MILANO 18- 25 giugno Gay Pride SITGES 14-18 giugno Gay Pride 0111 settembre International Bears Week

ORLANDO 29 maggio - 03 giugno Disney Gay Days /01-04 Giugno One Magical Weekend

NEW YORK 15-24 giugno NYC Gay Pride

BOSTON 01-10 giugno Boston Pride

DENVER 16-17 giugno Gay Pride

SAN PAOLO 03 giugno Gay Pride Sao Paulo

TORONTO 22-24 giugno Pride Toronto

KEY WEST 06-10 giugno Key West PrideFest

CHICAGO 23-24 giugno Chicago Pride

TEL AVIV 08 giugno Tel Aviv Gay Pride

SAN FRANCISCO 23-24 giugno San Francisco Pride

NEW ORLEANS 08-10 giugno Gay Pride New Orleans

BARCELLONA 23-30 giugno Gay Pride/09-16 luglio Cruise La

Demence/09-19 agosto Circuit Festival PROVINCETOWN 27 giugno - 06 luglio Independence Weekend 07-15 luglio Bear Week MADRID 05-08 luglio Madrid Gay Pride /Orgullo Madrid LONDRA 06-08 luglio Gay Pride London BERLINO 27-29 luglio Gay Pride Week AMSTERDAM 03-05 agosto Amsterdam Gay Pride PARIGI 04-12 agosto Gay Games 2018 PRAGA 06-12 agosto Praga Gay Pride ANVERSA 08-12 agosto Antwerp Pride MYKONOS 22-29 agosto XLsior HAWAII 20 ottobre Honolulu Gay Pride

Moda MILANO 16-19 giugno: Fashion Week Men’s PARIGI 20-24 giugno: Fashion Week Men's PARIGI 01-05 luglio: Paris: Haute Couture NEW YORK 06-14 settembre: Fashion Week Spring/ Summer19

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LONDRA 14-18 settembre: Fashion Week Spring/ Summer19 MILANO 19-25 settembre: Fashion Week Woman PARIGI 25 settembre 03 ottobre: Fashion Week Spring/Summer19

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NEL PIÙ GIOVANE STATO D’EUROPA

IN KOSOVO I GAY SI DEVONO ANCORA NASCONDERE Intervista in esclusiva per QMagazine di Giovanni Vale e Jack Davies Foto: Kathrine Norsk Liridon Veliu e Lendi Mustafa, due attivisti LGBT al Centro per l’uguaglianza e la libertà (CEL), un’associazione di Pristina.

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ieci anni fa, nella primavera del 2008, il Kosovo diventava indipendente. L’ex provincia serba si dotava allora di una nuova costituzione, repubblicana, moderna e in linea con i principi della comunità internazionale, che aveva seguito da vicino la nascita del nuovo Stato. La nuova legge fondamentale assicura dunque l’uguaglianza di tutti davanti alla legge e l’assenza di discriminazioni di ogni tipo, comprese quelle legate all’orientamento sessuale. Nella realtà, tuttavia, la comunità LGBT del più giovane paese europeo vive ancora nascosta, vittima spesso di attacchi e discriminazioni. Al punto che, se il primo Gay Pride tenutosi a fine 2017 si è svolto senza incidenti, un recente studio del National Democratic Institute sullo stato delle comunità LGBT nei Balcani dipinge una quotidianità ben più critica: l’81% degli intervistati in Kosovo afferma di aver subito degli abusi psicologici per via del proprio orientamento sessuale, mentre il 29% è stato vittima di attacchi fisici. IL RUOLO DELLE AUTORITÀ «La legislazione è una cosa, l’implementazione un’altra», si sente spesso ripetere a Pristina. Nonostante le premesse di uguaglianza e modernità, infatti, le persone che vivono apertamente la propria omosessualità nella capitale

Pristina, la capitale del Kosovo, con la sua celebre biblioteca nazionale in primo piano.

Lendi Mustafa guarda dalla finestra del CEL, il cui indirizzo è tenuto segreto per motivi di sicurezza.

del Kosovo sono meno di dieci. Ismail Cakolli è uno di questi. Ex presentatore della televisione pubblica nazionale (RTK), Ismail ha fondato il Gender Equality Movement (GEM), un’associazione impegnata nella lotta all’omofobia. Secondo la sua testimonianza, una grande parte della responsabilità per l’attuale situazione in Kosovo è da ricercarsi nel ruolo svolto

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L’installazione artistica “Newborn”, uno dei simboli della capitale kosovara.

Liridon Veliu e Lendi Mustafa al Centro per l’uguaglianza e la libertà (CEL).

Graffiti omofobi nel centro di Pristina.

dalle autorità ed in particolare dalla polizia. «Il problema più grande è che fino ad oggi nessun caso di discriminazione basata sull’orientamento sessuale è arrivato in tribunale», racconta Ismail. Lui stesso, quando si è recato alla polizia per denunciare un buttafuori che gli aveva impedito l’ingresso in un bar perché gay, si è visto deriso dagli agenti. Non è andata diversamente a Lola Syla quando, nel 2014, ha deciso con il suo collettivo artistico «Haveit» (formato da quattro donne) di pubblicare la foto di un bacio saffico per la giornata di San Valentino. «L’idea di era venuta in un bar qualche giorno prima», ricorda Syla, «Ci siamo dette che tutti stavano preparando i propri festeggiamenti, mentre le persone LGBT non possono nemmeno tenersi per mano in strada. Così siamo uscite e abbiamo scattato quella foto». Condivisa sui social network e sul portale regionale Balkan Insight, l’immagine ha attirato tanti messaggi di supporto, ma anche centinaia di critiche e minacce. «Eravamo davvero spaventate», ricorda Syla, «Siamo andate alla polizia ed erano già al corrente della foto, perché qualcuno ci aveva denunciate per es-

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serci baciate in pubblico. Loro hanno ascoltato la nostra, ma la loro domanda principale è stata se eravamo davvero lesbiche». Ed il consiglio finale delle forze dell’ordine è stato quello di eliminare la foto. UN PROBLEMA DI EDUCAZIONE Ma il comportamento delle autorità non è il punto di genesi dell’omofobia kosovara. Uno studio pubblicato a fine 2017 dall’associazione Youth Initiative for Human Rights (YIHR) mostra come le radici dell’omofobia kosovara si trovino già nei libri di testo scolastici. Alcuni manuali di Educazione civica associano infatti l’omosessualità a «disordini e comportamento criminale», mentre nei testi di Biologia si assicura che quest’orientazione sessuale «devia dal comportamento normale ed è nota come una forma deviante di comportamento». Non va molto meglio per quanto riguarda la presentazione del concetto di famiglia, descritta come «composta da due genitori, i loro figli e nella quale nessun problema si manifesta». Il rapporto di YIHR analizza in seguito che «le famiglie con un genitore solo, o composte da

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Le quattro fondatrici del collettivo artistico Haveit, fotografate fuori da un centro di boxe a Pristina.

nonni e altri membri, o da coppie dello stesso sesso […] rimangono stigmatizzate come ‘incomplete’ o ‘disturbate’». «Penso che le nostre scuole siano tutto tranne un luogo di formazione», conferma Agron (nome di fantasia), un ragazzo kosovaro di 23 anni, che racconta: «alle elementari, alle superiori, avevo dei professori che mi chiedevano cose come ‘Ma perché tieni i capelli così lunghi?’, oppure mi dicevano apertamente che ero ‘troppo effeminato’». «Mi ricordo di un giorno in cui in classe si stava parlando di diritti umani e la mia professoressa non voleva affrontare il capitolo sull’AIDS», ricorda Agron, «mi alzai e lessi quello che c’era scritto al riguardo sul libro. All’inizio, i miei compagni ridevano, ma poi finirono per ascoltarmi. Non capisco perché un prof dovrebbe vergognarsi di qualcosa che è umano. È biologia, è scienza». In un’altra circostanza, Agron si trovò a giocare un’intera partita di calcio, mentre dagli spalti tutta la classe lo chiamava «frocio» e nel silenzio del suo insegnante. VERSO UN MIGLIORAMENTO? Le testimonianze come questa sono purtroppo numerose, ma esistono anche delle eccezioni positive che fanno ben sperare per il futuro del

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Lola Syla del collettivo Haveit alla sua mostra.

Kosovo. Liendi Mustafa, ad esempio, ha trovato sostegno nei propri genitori quando ha spiegato loro il proprio orientamento sessuale. Non solo, Mustafa è anche apparso in Tv nell’ambito di un documentario sulla comunità LGBT. «Un’amica mi ha detto che il regista stava cercando una persone transessuale per un’intervista ed era proprio l’opportunità che stavo cercando per fare coming out», spiega Mustafa. Dopo la trasmissione, vista anche dai propri genitori, Liendi Mustafa ha ricevuto soltanto messaggi di sostegno e di congratulazioni per il coraggio del suo gesto. «Sto ancora aspettando le minacce!», dice scherzando.

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Red carpet Afef Jnifen, Franca Sozzani, Gery Keszler e Tereza Maxovรก

The dream of

FRANCA SOZZANI di Veronica Colanero

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oco più di un anno fà, ci lasciava una delle figure più influenti della moda internazionale, Franca Sozzani. Una donna dall’aspetto fragile e dalla risata pungente che custodiva in se un’energia unica. Se non abbiamo avuto l’occasione di conoscerla, non sapremo mai chi veramente fosse, ma possiamo ricordarla per i suoi innumerevoli successi e i talenti da lei scoperti. La sua visione della moda, cambiò completamente l’immagine pubblica di una delle riviste più note, oggi considerata un’istituzione, Vogue Italia. Ne divenne direttrice nell’88 e introdusse da subito un concetto innovativo nella rivista. Fu tra le prime infatti a capire che bisognava internazionalizzare le riviste di moda italiane. Per poter far questo, bisognava munirsi di un mezzo di comunicazione che abbattesse le barriere linguistiche, scelse le immagini. So-

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steneva fortemente l’idea che una foto fosse in grado di comunicare molto di più di qualsiasi linguaggio, poiché si nutre e si muove attraverso le emozioni umane. Proprio il potere delle immagini e la perspicacia del nuovo direttore, permise a Vogue Italia di trasformarsi da una rivista italiana molto ben curata, in una rivista globale tra le più influenti al mondo. Franca credeva che per poter fare qualcosa di creativo, non si può stare in una zona sicura, ma al contrario bisogna avere il coraggio di affrontare qualsiasi rischio. Fu questa sua audacia di pensiero, che la spinse a ricercare collaboratori eccezionali quali Paolo Roversi, Patrick Demarcherlier, Oliviero Toscani, Steven Meisel e molti altri. Ciascuno di loro con uno stile unico e ben delineato, ma capaci come pittori di raccontare storie. Vogue Italia ha così collaborato ed

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Ph. Hansine Korslien - Norway

ospitato i più creativi fotografi internazionali e la signora Sozzani ha sempre lasciato loro la possibilità di esprimersi, anche quando le tematiche erano spinte dove mai la moda aveva osato. Uno tra questi poeti della fotografia da lei molto amato, fu Paolo Roversi. Furono molto amici, lo stesso Roversi la definisce - un’amica straordinaria, leale e sincera. Lei amò profondamente la sensibilità con il quale è in grado di dar vita ad atmosfere eteree e nostalgiche. Sempre sospese tra sogno e realtà, caratterizzate da sfocature che appaiono quasi casuali, ma al contrario frutto di una profonda consapevolezza dell’obiettivo. Firmò redazionali per Vogue Italia anche Patrick Demarchelier. In grado di cogliere e fermare in uno scatto la genuinità e la semplicità che ogni essere umano possiede. Fu un autodidatta, lui stesso dichiarò di non avere mai seguito nessun corso, si appassionò alla fotografia quando era un ragazzo di 17 anni. La passione è stata la sua motivazione più grande e tutti gli errori rappresentano per lui la sua scuola. Iniziò da giovanissimo col-

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laborando con le più grandi riviste di moda, la stessa Principessa Diana, lo volle come suo fotografo personale. Lavorò con Henry Cartier-Bresson, Terry King e Jacques Guilbert. Le sue innumerevoli pubblicazioni contano copertine di Vogue, campagne per gli imperi della moda quali Chanel, Dior, Vuitton e moltissimi altri. La costruzione della fotografia, è meticolosa, i contrasti di colori e le scelte stilistiche sono ineguagliabili. Una delle ultime collaborazioni tra Franca e Demarchelier, fu nell’Aprile 2016. Un servizio profondo, ricavato dal bianco e nero e da dettagli di sguardi. Anche il sovversivo Oliviero Toscani fu tra i suoi fotografi preferiti. Collaboratore di Vogue sin da prima che lei stessa si unisse alla rivista, spiccava per il suo pungente approccio alla fotografia. Divenne celebre con le indimenticabili e provocatorie campagne Benetton degli anni ‘90. Un’altra collaborazione fotografica molto longeva con Vogue Italia di Franca Sozzani fu Steve Meisel. I suoi redazionali divennero un appuntamento mensile. Lei gli assegnò temi importanti o

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Ph. Hansine Korslien - Norway

molto creativi. Insieme crearono il primo servizio tridimensionale nella moda. Era il 2010, il cinema 3D stava esplodendo e Vogue fece lo stesso, pubblicava un servizio con Miranda Kerr in 3D. La bellezza veniva ammirata in un formato completamente nuovo. Il talento di questi fotografi e di tutti gli altri, è stato considerato un patrimonio da Franca. Durante una delle sue tante interviste alla domanda “Cosa cerchi in una fotografia?” rispondeva “Un’emozione”. Sentiva la sua missione quella di divulgare sogni, riteneva che tutti ne avessero diritto. Non era interessata ai punti di vista politici, ma a quelli strettamente umani. La moda era per lei molto più che abiti ed eventi mondani, era una fortissimo mezzo di comunicazione. Con la sensibilità e la concretezza che la distinguevano, pubblicò redazionali che affrontavano tematiche forti come quelle dedicate alla violenza domestica o tematiche più attuali, come la presenza numericamente inferiore delle donne di colore nella moda. Da quest’ultima nacque uno degli inserti più famosi di Vogue Italia. L’indimenticabile “Black issue”, considerato da lei la sua copertina preferita, tornò in stampa per più di tre volte. Tantissime le top model presenti in questo servizio,

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Franca Sozzani (Editor-in-Chief at VOGUE Italia) and Raffaello Napoleone (CEO at Pitti Immagine) interviewed by reFashion.co journalist

tra loro ci furono Naomi Campbell e Jourdan Dunn ritratte da Meisel. La prima stampa, usciva nel Luglio 2008, poco dopo Obama divenne presidente degli Stati Uniti. Ma il colore della pelle non fu l’unica tematica estetica affrontata da Franca, anche le taglie vennero messe sotto inquisizione. La copertina “Curvy” dichiarava l’apertura della moda verso corpi diversi dai soliti stereotipi. La direttrice di Vogue, riteneva infatti che il concetto di bellezza non potesse essere associato alla magrezza o ad un corpo quasi adolescenziale, ma piuttosto riteneva interessante l’armonia di un corpo femminile completo. I fotografi da lei scelti, le tematiche affrontate e le tante copertine pubblicate, ci raccontano molto di chi lei fosse. Una donna concreta, forte ma discreta e dedita all’eleganza. Non ha mai abbandonato la ricerca della bellezza fino all’ultimo suo numero e nonostante non ci sia più, continua a farci sognare.

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© Save the Children

BOMBONIERE

SAVE THE CHILDREN UN SEGNO CONCRETO PER ASSICURARE UN DOMANI A TANTI BAMBINI

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on una bomboniera solidale Save the Children contribuirai a garantire il cibo, le cure mediche ed un’istruzione di qualità a migliaia di bambini. I tuoi invitati potranno condividere la gioia di questa scelta e porteranno a casa un ricordo indimenticabile della festa. Sul sito savethechildren.it/bomboniere troverai un’ampia selezione di scatoline e sacchetti portaconfetti, pergamene ed altre bomboniere salvavita, tutte proposte originali e personalizzabili.

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Tra le più preziose la “scatolina cuore”, realizzata in cartoncino color avorio ed accompagnata da un cuore in ceramica realizzato finemente a mano, che rende questa bomboniera ancora più elegante ed originale. Per ringraziare gli ospiti e testimoniare la tua scelta solidale, potrai anche scegliere le pergamene, realizzate in carta pergamenata color avorio e disponibili in due formati. Bastano 50 pergamene per garantire 4 visite prenatali a 5 future mamme.

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© Save the Children

Se stai cercando una bomboniera davvero speciale, per celebrare un momento importante della tua vita potrai attivare il Sostegno a Distanza di un bambino. Avrai l’opportunità di creare un legame speciale e duraturo con un bimbo, seguire la sua crescita, scrivergli e ricevere le sue letterine. In occasione della cerimonia, potrai consegnare ai tuoi amici e parenti delle cartoline personalizzate per condividere con loro questo gesto speciale. E se al posto dei regali tradizionali vuoi ricevere dei doni che lascino veramente il segno, basta creare la tua Lista Nozze sul sito savethechildren. it/listanozze. I tuoi invitati avranno l’occasione di scegliere tra vaccini, kit parto, libri, alimenti terapeutici e tu riceverai una cartolina per ogni regalo con il loro messaggio, come testimonianza del dono. I fondi raccolti attraverso le bomboniere e la Lista Nozze contribuiranno a sostenere i progetti di Save the Children per salvare i bambini in pericolo e promuovere i loro diritti, subito e ovunque, con coraggio, passione, efficacia e competenza. Scegli anche tu di stare insieme a Save the Children, il tuo gesto lascerà un segno concreto nella vita di tanti bambini, in Italia e nel mondo.

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© Save the Children

Per ordinare le bomboniere: savethechildren.it/bomboniere Per creare una lista nozze: savethechildren.it/listanozze Per informazioni:

✆ 06 4807 0072 (lun-ven 9-19)

✉ bomboniere@savethechildren.org P E R

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JAMES BALDWIN

l’anima nera e arcobaleno degli Stati Uniti. di Giovanna Ceccherini

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nam, essere additato come gay è un’accusa molto seria, che può pregiudicare definitivamente il futuro di un personaggio pubblico. Nato nel 1924 ad Harlem, Baldwin vive con la madre che si ricostruisce una famiglia assieme ad un prete protestante. La convivenza è molto difficile, in quanto il padre adottivo non accetta James. Così fin da piccolo, lo scrittore si chiude in biblioteca ed all’età di 13 anni scopre la passione per la scrittura. James subisce violenza familiare e da parte di due poliziotti bianchi, all’età di dieci anni. L’esperienza lo segna per il resto dell’esistenza e lo rende uno strenuo sostenitore dei diritti della popolazione nera. A questa consapevolezza, si

© Ulf Andersen/Getty Images

ella letteratura americana James Arthur Baldwin è il massimo esponente della denuncia sociale verso quell’establishment che non accetta il ‘diverso’. E’ definito come autore ‘Intersezionale’, un outsider che, per essere nero, gay e povero non si colloca negli stereotipi della società americana. Questo stato è la sua fonte di costante ispirazione: guardare il mondo da fuori, con gli occhi di chi sa di ‘non appartenere’ e di non poter richiedere appartenenza. La sua controversa sessualità si percepisce nel documentario a lui dedicato e che ha ottenuto una nomination agli Oscar: ‘I’m not your Negro’. La si percepisce, appunto. Non la si racconta. Per la cultura americana degli anni del Viet-

James Baldwin

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© Getty Images

Ph. courtesy Magnolia Pictures

aggiunge che in età adolescenziale il giovane scopre di essere gay. Da qui le sue opere di condanna e di critica sociale (da ‘Notes of a Native Son’ a ‘Another Country’ a ‘Giovanni’s Room’) che portano alla luce l’inevitabile segregazione nella quale l’America degli Anni Sessanta relega i ‘diversi’. Un lacerante contrasto segna e contraddistingue le opere baldwiniane: il suo personale rapporto con la religione cristiana, alla quale è molto legato e che vorrebbe poter interpretare come espressione di reale solidarietà e di carità. Tuttavia, la sua realtà di uomo nero e gay, in effetti, lo porta a scontrarsi frequentemente con i precetti cristiani ed a denunciarne l’ipocrisia .

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solo l’amore può salvare il mondo. E’ amico di Martin Luther King, ma anche di Malcolm X e delle ‘Black Panthers’. Forte e decisa è la sua accusa verso un Dio che, se non riesce a far mettere in pratica i principi di pace e tolleranza agli uomini, può essere anche dimenticato. Baldwin giunge a proclamarsi non religioso; tuttavia negli ultimi anni di vita, lascia spazio alla religione come strumento per superare la sua profonda crisi interiore James Baldwin è considerato una pietra miliare nella cultura di relazione tra bianchi e neri, ma non solo. Il suo essere gay forgia profondamente la sua relazione con il mondo. E’ uomo che vive profondamente la sofferenza dell’essere nero e dell’essere gay, una commistione esplosiva nell’America ancora segregazionista ed imperialista. Tuttavia, colpisce la sua fede nell’umanità, la sua religiosità incontrastata e la pervicace insistenza sui valori di pace e condivisione. Il suo è un messaggio molto forte, vicino al concetto di ‘non violenza’ di Martin Luther King. James Baldwin invita tutti i ‘diversi’ a credere fermamente nella speranza di cambiamento della società civile e di salvezza dell’anima umana. Salvezza per tutti, perché tutti figli di un unico Dio. Humphrey Bogart e Lauren Bacall

James Baldwin con Charleton Heston, Marlon Brando e Harry Belafonte

D’altro canto, però, Baldwin non smette mai di essere credente e di sostenere la presenza di un salvatico aldilà (‘Go Tell it On the Mountain’). James Baldwin prende parte a numerose marce civili per i diritti dei Neri d’America ed il suo attivismo è molto presente nei romanzi. La sua appartenenza alla comunità gay non si rende particolarmente esplicita ed è spesso mal celata. Tuttavia, esiste un’anima nascosta dello scrittore : quella che riecheggia nella raccolta pubblicata poco prima di morire nel 1987, ‘Jimmy’s Blues’, in cui la sua persistente volontà di inclusività ed integrazione si identifica pienamente nel messaggio cristiano di pace e condivisione. James è assolutamente certo che

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RYAN MURPHY IL NUOVO RE DELLA TV AMERICANA, PALADINO DEI DIRITTI LGBT di Eugenio Spagnuolo American Crime Story. Antonio D’Amico, interpretato da Ricky Martin

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hanno definito il re Mida della tv: le sue serie dilagano, intaccando persino i record produttivi di Shonda Rhymes (la mamma di Grey’s Anatomy, Scandal, Le regole del delitto perfetto). Solo quest’anno tra conferme e novità ne abbiamo viste 4: American horror story, American Crime story, nella accezione molto gaia della storia segreta del delitto Versace, Feud e 9-1-1. Ma più che Re Mida, Ryan Murphy ci ricorda gli imperatori romani, da Adriano a Eliogabalo, che portarono un bel po’ di trasgressione nelle corti del loro tempo. Anche Murphy ha fatto lo stesso con la tv americana. Prima con Nip/ Tuck, poi creando universi di orrore, non senza

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American Crime Story. Donatella Versace, interpretata da Penelope Cruz

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Susan Sarandon e Jessica Lange in FEUD

poesia, di American Horror Story, e infine giocando con i delitti famosi che hanno sconvolto l’opinione pubblica, per raccontarne il lato più oscuro e eccitante. Sono opera di Murphy anche Scream Queens e Glee, serie musicale intrisa di temi LGBT, ma la serie per cui è più conosciuto è American horror story, dove giocando con le paure (zombie, mostri, ma anche Donald Trump) ha liberato gay e lesbiche da molti luoghi comuni, dandogli ruoli sostanziosi e a volte anche un po’ perfidi, senza mai però scivolare nei cliché. Se avete visto l’ultima stagione, sapete di cosa parliamo. E poi c’è Feud, la cui prima stagione racconta l’epica rivalità tra Bette Davis e Joan Crawford ai tempi di Che fine ha fatto baby Jane. Una serie da vedere assolutamente, fosse solo per le due protagoniste: Susan Sarandon e Jessica Lange (già musa di Murphy in 5 stagioni di American Horror Story). Imperdibile è American Crime Story, che racconta i crimini che hanno sconvolto l’opinione pubblica americana, da O.J. Simpson alla rappresentazione televisiva del delitto Versace così come fu congegnato dall’orribile Cunanan. Prendendo spunto dal libro dell’ottima Maureen Orth, che ha speso anni ed energie per indagare nei meandri di quel caso giudiziario mai del tutto risolto, Ryan mette in scena il mondo in cui si svolse quel crimine. Ed è soprattutto sul killer che si concentrano le attenzioni: viene raccontato nel

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Lady Gaga in American Horror Story

suo piccolo mondo di escort, che frequentava i giri giusti, con una tendenza di carattere psicopatico accentuata dalle droghe. Il delitto di Versace per Murphy è dunque un pretesto per raccontare il clima omofobo dell’America degli anni 90, l’arrivo delle droghe sintetiche, la mitomania. È insomma per citare Hannah Arendt una serie sulla banalità del male. Ma chissà, forse il vero, grande capolavoro di Murphy, è paradossalmente quello che avuto meno successo: The New Normal, serie tv del 2012, che prima ancora che l’America scoprisse i matrimoni gay, affrontava il tabù della maternità surrogata di una coppia omo. È durata solo una stagione, ma è la serie che più di tutte ha rotto gli argini del conservatorismo sentimentale americano, visto che è stata trasmessa da una rete nazionale come la Nbc. Non senza polemiche. Ma a quelle Murphy è abituato.

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BARCELLONA: COSA VEDERE SECONDO IL FUMETTISTA

SEBAS MARTIN

di Eugenio Spagnuolo

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utore tra i più apprezzati del nuovo fumetto spagnolo, soprattutto in chiave gay, Sebas Martin è tutt’uno con Barcellona, la città dove è nato (e vive), che fa da sfondo a tutte le sue storie (edite da la Cupula). Lo abbiamo incontrato per un caffè a Poble Mou il “suo” barrio e gli abbiamo chiesto dove porterebbe un amico che volesse scoprire il bello di Barcellona. Se vi fa piacere, il catalogo è questo… 1. Passeggiate lungo il Paseo de Gracia, godendo dell’architettura di Domenech, Montaner, Puig, Cadafalch e, naturalmente di Gaudí. Una tappa obbligata. 2. Deviate verso il quartiere di Eixample, e visitate Antinous (Calle Casanova, 72), una deliziosa libreria che da più di 20 anni si dedica alla letteratura LGBT (vedi foto). Se è giovedì, approfittate dell’happy hour al Bacon Bear Bar, proprio accanto, dove incontrerete il meglio della comunità “bear” della città. 3. Perdetevi senza timore tra le strade del Barrio Gotico, spingendovi a prendere un tè fino a Plaza de Sant Felip Neri, che conserva ancora i segni delle schegge dei proiettili sulle pareti dove fucilavano i repubblicani durante la Guerra Civile spagnola. 4. Puntate verso el Barrio del Born e arrendetevi alla grandiosità e al senso di pace di Santa Maria del Mar, nota anche come la ”Cattedrale dei poveri”. 5. Camminate per le strade del barrio, senza meta, frugando tra i negozi dei giovani designer. Passate per la galleria Impossible Barcelona (Calle Tantarantana), e se inaugura una mostra approfittatene per prendere una birra gratis e per conoscere il suo pubblico di hipster “guapissimi”. 6. A piedi lungo la spiaggia di Mar Bella, fermatevi per una birra al Chiringay o per una horchata (bevanda di noci tigre) a El Tio Che su la Rambla del Poble Nou, per vedere il fiume di (bella) gente che torna dalla spiaggia.

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Sebas Martin, fumetto

7. Cenate da Racasens (Rambla del Poblenou, 102) dove alcuni dei camerieri più belli della città servono ottime salsicce e una selezione di vini squisiti a un prezzo interessante. 8. Se è domenica, dopo aver fatto incetta di libri e fumetti al Mercat de Sant Antoni, fermatevi a mangiare in qualsiasi luogo nel Barrio (i locali sono abbastanza economici) e finite la serata in festa al Choco Churros di Apolo (Carrer Nou la Rambla, 113), con ingresso gratuito per la musica e il pubblico più divertente di tutta la città. E lì, lasciatevi condurre a scoprire altri posti da un tipo simpatico appena conosciuto (magari casa sua?).

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Bisogna avere compiuto almeno 21 anni per giocare. Know When To Stop Before You Start.®. In caso di dipendenza dal gioco d’azzardo è attivo il numero 1-800-522-4700. © 2018, Caesars License Company, LLC.


AQUALUX HOTEL SPA SUITE & TERME BARDOLINO PRIMA DESTINATION LGBT FRIENDLY SUL LAGO DI GARDA 76

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iamo a Bardolino, ospiti di Aqualux Hotel Spa Suite & Terme e nell’elegante cornice della Sparkling Lounge incontriamo Lara Udovini, Manager di questa struttura, oasi incontrastata di benessere sulla sponda orientale del Lago di Garda - detta Riviera degli Ulivi - a solo 25 chilometri da Verona. Siete stati il primo hotel gay-friendly sul Lago di Garda. Dove nasce l’idea di portare avanti questo progetto? La nostra struttura da sempre si caratterizza per la capacità di soddisfare le esigenze dei propri ospiti e anticiparne le richieste. Così è stato ad esempio per l’utilizzo di materiali bio-compatibili, l’impiego di energie rinnovabili e lo sfruttamento dei principi dell’eco climatizzazione - tanto da aver ottenuto, prima tra le strutture non situate in Alto Adige, la certificazione Clima Hotel.

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Ciò nel rispetto della filosofia green, con l’impegno di adottare comportamenti capaci di rispondere ad un turismo sostenibile e in grado di proporre ai propri ospiti un concetto di benessere globale. Altrettanto si è verificato rispetto ad un tema prettamente sociale nell’ambito del quale Aqualux ha saputo anticipare i tempi e, con naturalezza ed estremo rispetto della privacy, ha saputo offrire anche agli ospiti rainbow l’eccellenza in termini di ospitalità strutturando speciali pacchetti e offerte. Quali sono gli ulteriori plus che offrite in termini di struttura gay friendly? Un’esclusiva Private Spa per vivere momenti di romantico benessere, immersi in un contesto rilassante ed emozionale e dove concedersi un imperdibile massaggio di coppia. Ciò che io e tutti i miei collaboratori desideria-

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mo prima di ogni altra cosa è che tutti i nostri ospiti possano vivere l’”esperienza Aqualux” con serenità e tranquillità, sentendosi come a casa, e concedendosi un momento di relax totale lontani dallo stress della routine quotidiana.

KISS ME ONCE AQUALUX HOTEL SPA SUITE & TERME Via Europa Unita - 37011 Bardolino, Verona e-mail: marketing@aqualuxhotel.it – www.aqualuxhotel.com Offerta esclusiva per trascorrere un soggiorno romantico e dedicare tempo ai sentimenti. Propone un pacchetto di una notte con sistemazione in una elegante camera doppia e un romantico wellness moment per due. All’arrivo un imperdibile welcome drink. Arricchisce la proposta un massaggio (a persona) personalizzato secondo le esigenze della durata di 25 minuti. L’offerta dà accesso anche alla AquaSpa&Wellness e all’area pool con acqua termale AquaExperience (durante la stagione invernale sono disponibili 3 piscine indoor e 1 piscina outdoor). Completa l’esperienza una cena all’insegna dei sapori della tradizione del territorio con un menu a base di quattro portate (bevande esclusive) presso EVOBardolino. A partire da € 156,00 a persona

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Aqua&Comfort Room

E il territorio cosa offre al turismo rainbow? Numerose sono le opportunità di divertimento che si possono cogliere nelle immediate vicinanze di Aqualux. Solo per citarne alcune, a soli 18 chilometri, a Desenzano, si trova la discoteca “Art”, il famoso locale gestito da Madame Sisì (imperdibili i mercoledì sera dedicati al mondo LGBT), e a meno di un chilometro il dance club “Holliwood” che ospita uno degli eventi LGBT più cool della zona, la serata di luglio del “Milord”.

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Pool Bar

INFO Dal 2015 Aqualux Hotel Spa Suite & Terme Bardolino fa parte dell’ Associazione Italiana del Turismo Gay & Lesbian nato nel 2010 per dare voce - dinnanzi ai media e alle istituzioni - ad un settore oggi in forte ascesa, rappresentando tutta l’industria turistica, dalle Agenzie di Viaggio agli Enti del Turismo che rivolgono la loro attività al viaggiatore GLBT. L’Associazione ha istituito uno sportello dedicato al Viaggiatore GLBT per fornire informazioni e assistenza sulle principali destinazioni gay friendly o dove segnalare eventuali discriminazioni subite nell’usufruire di un servizio turistico. Le aziende associate si impegnano a mettere a disposizione dei viaggiatori associati, vantaggi o sconti per confermare il loro impegno nel promuovere il Turismo Gay & Lesbian. Nel 2016 Aqualux Hotel Spa Suite & Terme Bardolino è stato scelto dalla guida Spartacus per l’immagine di copertina. La Spartacus International Gay Guide è una guida annuale per il turismo LGBT diffusa a livello internazionale nata nel 1970. È pubblicata in cinque lingue (inglese, tedesco, francese, spagnolo e italiano).

Qual è il punto di forza della sua struttura che desidera segnalare a tutti i suoi ospiti? Senza dubbio l’AquaExperience, otto piscine tra interne ed esterne, oltre a percorsi di acqua corrente, zona dedicata al nuoto, stazioni idro e aeromassaggio, una vasca salina per il relax. Consiglierei anche di trascorrere un paio d’ore all’ AquaSpa & Wellness, lo spazio di 1000 mq dedicato al benessere, secondo fiore all’occhiello di questo angolo di paradiso. Suggerisco infine a tutti gli ospiti di degustare una sfiziosa cena presso il raffinato ed accogliente ristorante dell’hotel, EVO Bardolino, per conoscere un “mondo” gourmet attento anche a soddisfare le esigenze del mangiare sano. Il giovane chef Simone Gottardello saprà guidare tutti nella scelta di piatti costruiti con cura e con pochi ingredienti fondamentali scelti nel rispetto della stagionalità.

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EVO Restaurant

AQUALUX HOTEL SPA SUITE & TERME BARDOLINO Via Europa Unita, 24/b 37011 Bardolino (VR) - Italy Tel.: +39 045-6229999 Fax: +39 045-6229900 info@aqualuxhotel.com www.aqualuxhotel.com

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AUTO IBRIDE 2018 L

di Alberto Vita

a mobilità elettrica è ormai sulla bocca di tutti. Una mobilità che certamente sarà il futuro ma che, per problemi di costi - le auto elettriche costano ancora di più di quelle con motori diesel o a benzina – per l’ansia da autonomia e una rete di ricarica, soprattutto in Italia, ancora non all’altezza, non è ancora il presente. Ecco quindi che per questo periodo di transizione, che non si sa ancora quanto sarà lungo, molti stanno pensando a una auto ibrida che non ha gli ostacoli di cui sopra. Ma non c’è solo una versione di auto ibrida. Ci sono le ibride tradizionali, le Toyota per intenderci, dove le batterie vengono ricaricate dal motore termico o dall’energia cinetica recuperata in frenata, le ibride plug-in, dove il pacco batterie può anche essere ricaricato ad una comune presa della corrente o ad un’apposita colonnina di ricarica oppure le novità delle cosiddette “mild hybrid”, ossia vettura con un’ibridizzazione molto leggera, dove l’unità elettrica ha quasi solo lo scopo di assistere il motore termico, migliorandone le prestazioni e l’efficienza (sistemi a 12 o 48V), con percorrenze a 0 emissioni veramente molto limitate. Già tante sono le ibride sul mercato, qui di seguito le novità per il 2018, che vanno così ad arricchire, e di molto, le possibili scelte per chi quest’anno vuole comprarsi, o noleggiare a medio o a lungo termine, un’auto nuova ecostostenibile.

AUDI A6 Arriverà prima dell’estate la nuova A6 di casa Audi che nella gamma motori proporrà anche delle versioni mild-hybrid con impianto elettrico a 48V, basate su motori a benzina.

Audi A6

AUDI Q8 La nuova Audi Q8 versione 2018 sarà una variante sportiva della Q7, con un design da coupé e dna corsaiolo –non per nulla è stato progettato sul pianale della nuova Lamborghini Urus, - grazie anche a un motore 3.0 V6 benzina più un motore elettrico. Non esattamente un’auto superecologica…

Audi Q8

CITROËN C5 AIRCROSS Presentato al Salone di Shanghai la scorsa primavera il nuovo grande Suv del francese del gruppo PSA arriverà in Europa entro la fine dell’anno. Costruito sulla stessa della Peugeot 3008, suv di successo della Casa del leone, avrà una versione ibrida ricaricabile, con trazione integrale.

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DS 7 Crossback

DS 7 CROSSBACK Nel corso dello scorso anno DS, il brand premium del gruppo PSA, il DS7 Crossback che, nel corso dell’anno verrà proposto con motore a benzina abbinato a un motore elettrico per alimentare l’asse posteriore ed ottenere, così, una trazione eAWD. Questa versione, che si dovrebbe chiamare DS 7 Crossback E-Tense e sarà una ibrida plug-in con una potenza massima complessiva di circa 300 CB, capace di marciare fino a 60 km in modalità completamente elettrica. Ricordiamo che questo Suv è stato lanciato dal presidente francese Macron, il giorno del suo insediamento.

HONDA CR-V

HONDA CR-V Si rinnova completamente il Suv medio ci Casa Honda, sia all’esterno che all’interno ma, soprattutto, nel cuore, cioè nei motori, che non vedranno più versioni diesel, sostituiti da un ibrido a benzina 2.0 abbinato a due unità elettriche. Pronta a fine 2018.

RANGE ROVER PLUG-IN

RANGE ROVER PLUG-IN

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Il lusso very british della Range Rover diventa anche eco, grazie alla Plug-in Hybrid già a primavera nei concessionari italiani. La nuova Range Rover ibrida ricaricabile versione 2018 ha un motore 2.0 litri sovralimentato a benzina, abbinato ad un’unità elettrica per una potenza massima di 404 cavalli, per una cinquantina di chilometri di percorrenza solo elettrica. Prezzi sopra i 120 mila euro.

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LEXUS LS L’ammiraglia del marchio premium di Toyota, la Lexus LS si rinnova completamente, con un design “spigoloso”, tanto lusso, dimensioni superimportanti, 5,24 metri di lunghezza, propone il sistema ibrido di tipo tradizionale con una potenza complessiva di 359 cavalli. Già nei concessionari ma, anche qui, ci vogliono più di 100 mila euro.

LEXUS LS

VOLKSWAGEN TOUAREG L’elettrificazione del suvone di casa Volkswagen arriva sulla terza generazione del Touareg, pronto per gli appassionati la prossima estate con un forte restyling di interni ed esterni ma, anche, una variante ibrida plugin con una potenza massima complessiva superiore ai 300 cavalli per percorrenze fino a 50 km in modalità completamente elettrica. VOLKSWAGEN TOUAREG

SKYACTIV-X MAZDA Se praticamente tutte le Case automobilistiche stanno lanciando o, come nel caso del gruppo FCA, stanno progettando auto ibride, Mazda va controcorrente proponendo i nuovi propulsori alimentati a benzina Skyactiv-X, che, secondo la Casa di Hiroshima, sarebbero più efficienti e “puliti” del 30% rispetto ai già superefficienti motori Mazda di attuale generazione, con consumi “uguali o addirittura inferiori” alle propulsioni a gasolio. Un motore che dovrebbe debuttare all’inizio del prossimo anno sulla piccola di casa, la stilosa Mazda3. SKYACTIV-X MAZDA

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a cura di Gerardo Abate

Chappy (Ollie Locke e Jack Rogers)

CHAPPY LA NUOVA APP DI DATING PER L’UOMO GAY DEL 21ESIMO SECOLO Ragazzi bisogna essere chiari nella vita, nei discorsi e anche nelle relazioni. Casual hook up o relazione seria? Basta dirlo! La nuova dating app Chappy, pensata specificatamente per uomini gay, vi toglierà dall’impiccio di doverlo fare ad esempio nei primi imbarazzanti messaggi in chat, o peggio di persona durante i primi appuntamenti. L’app permette di scegliere tra le sezioni “Mr Right” e “Mr Right Now” a seconda del vostro mood. I fondatori Ollie Locke e Jack Rogers hanno creato questa nuova app per dare nuova energia al mondo delle dating app e smontare quegli stereotipi, ormai radicati, che vedono le app di incontri come mezzi utili esclusivamente a chi cerca avventure di una notte. Che romantici!

HYDRO COACH, L’APP CHE TI RICORDA CHE È FONDAMENTALE BERE (ACQUA) In principio fu l’acqua. Elemento essenziale e fondamentale per la nostra vita. Lo dicevano anche le videocassette di Esplorando il Corpo Umano, il nostro corpo è composto per oltre il 60% da acqua. Questo bene prezioso per la nostra salute va integrato costantemente nel nostro organismo durante tutto il giorno. Non ci sono scuse o impegni che reggano, bere la giusta dose di acqua nell’arco della giornata deve essere un must. Tu lo fai? Hydro Coach è l’app che ti aiuta a mantenere un’adeguata idratazione in relazione alle tue abitudini e caratteristiche fisiche. In pochi giorni mal di testa, nausea e problemi di concentrazione saranno solo un ricordo annacquato.

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CON GIMME5 IL TUO VIAGGIO DA SOGNO È A SOLI 5 EURO DI DISTANZA Poniamo il caso che tu voglia fare un viaggio. In questo scenario ipotetico, la distanza tra l’immagine di te sdraiato sul divano e la stessa immagine di te sdraiato sulla spiaggia dei tuoi sogni al tramonto con un cocktail in mano, è solo una questione di soldi. Hai sognato il viaggio per un anno intero, ma quando è arrivato il momento di prenotare ti sei accorto che hai già speso tutti i soldi in crocchette per il cane. Ora hai un nuovo alleato, si chiama Gimme5 ed è l’app che può aiutarti ad ottenere il massimo dai tuoi risparmi. Si tratta di un salvadanaio digitale che ti aiuterà a mettere da parte somme di denaro grandi o piccole per farle crescere nel tempo. 5 euro alla volta, e sei subito in spiaggia.

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Hydro-Coach

HAPPIFY, COSA CONTA AL MONDO PIÙ DELLA FELICITÀ? Deve essere questa la domanda che si sono posti gli ideatori di Happify, un’applicazione che promette di nutrire giorno dopo giorno la felicità dei propri utenti. Si tratta di un team che ha coinvolto sviluppatori web e numerosi psicologi e neuroscenziati delle migliori università americane. Insieme hanno ideato una serie di percorsi che portano alla chiave per la felicità. L’app propone diverse attività strutturate su livelli, che hanno l’obiettivo di aumentare l’autostima, raggiungere il successo professionale, affrontare lo stress e combattere la negatività. E ora chi glielo spiega ad Albano Carrisi che mangiare un panino con un bicchiere di vino è out?

WIMBIFY, TROVA IL TUO COMPAGNO DI VIAGGIO IDEALE E VIAGGIA INSIEME A LUI Stanco di viaggiare da solo o con amici che hanno gusti diversi dai tuoi? Le vacanze sono il momento in cui uno deve sentirsi libero di fare ciò che più desidera, e a volte mettersi d’accordo con altri può diventare un problema. La soluzione a questi inconvenienti legati al viaggio la offre Wimbify. Una vera e propria community di viaggiatori Lgbt , che amano entrare in contatto e incontrarsi nella vita reale per vivere insieme indimenticabili esperienze. Ti basterà scaricare l’app, inserire la tua proposta di viaggio specificando la destinazione, le date e una breve descrizione e il gioco è fatto. Sarai tu a scegliere il tuo compagno di viaggio ideale tra quelli che ti contatteranno. Pronti, partenza!

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ELOGIO DEL a cura di Gerardo Abate

Monkey Lamp

Monkey Lamp di Seletti, il giusto equilibrio tra uomo e natura Monkey Lamp è una creazione di Marcantonio Raimondi Malerba per Seletti. Frutto di un lungo processo di contaminazione tra uomo e natura; caratteristica che ritorna come una costante nel lavoro di Malerba. Un oggetto che, attaccato ad una liana della foresta, oscilla con ironia tra design e arte. La scimmia di Seletti è curiosa per natura. A vederla nelle case di città, con questo bulbo di lampadina in mano, pare che si sia intrufolata di nascosto per ficcare il naso nell’intimo della specie umana. Un tocco di arredo ironico, sicuramente scenografico che invita chi lo guarda a ricordare sempre e comunque da dove siamo venuti. Prezzo a partire da €199.

Dyson Supersonic, l’asciugacapelli più caro del mondo Sono serviti cinque anni di studi, 103 ingegneri e innumerevoli test di sviluppo per realizzare l’asciugacapelli Dyson Supersonic, il più costoso al mondo. Con un investimento di 70 milioni di euro da parte di Mr Dyson e ben 1625 km di capelli asciugati durante i test, si tratta senza dubbio di un asciugacapelli più unico che raro. Il pezzo forte di questo concentrato di tecnologia è il suo design e il motore digitale (49gr) inserito nell’impugnatura, che lo rendono super potente e maneggevole. Tre velocità e tre temperature tra cui scegliere, per il piacere di un’asciugatura estremamente rapida e silenziosa. Unica nota negativa, il prezzo 399€.

Dyson Supersonic

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superfluo La Poltrona Proust, il Made in Italy famoso in tutto il mondo

Poltrona Proust

Heatworks Tetra, mai più guerre per lavare i piatti È arrivata! Non facciamo finta di non averla attesa per una vita intera: stiamo parlando della soluzione al problema delle guerre attorno a chi deve lavare i piatti in cucina. Tocca a te, no tocca a te: da oggi toccherà solo a lei, Hetworks Tetra. La lavastoviglie più compatta che abbiate mai visto, è portatile e non necessita di collegamenti idraulici. Basterà aggiungere a mano qualche bicchiere d’acqua, meno di 2 litri, e il gioco è fatto. Il risparmio sull’acqua usata per un lavaggio a mano è notevole, per due persone raggiunge circa 6000 litri all’anno. E in più ha un look moderno, sturuttura trasparente e carrello colorato che le dona un tocco di trendy. Sarà disponibile da fine 2018, prezzo $300.

Heatworks Tetra

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Ci sono oggetti che prima di essere realizzati sono già destinati a fare la storia, la poltrona Proust di Alessandro Mendini è senza dubbio uno di questi. Prodotto di punta del design Made in Italy nel mondo, racchiude in sé l’amore per la letteratura, l’arte e la ricerca. Mendini, grande appassionato delle opere di Proust, immaginò come potesse essere una poltrona per lui. Da questo semplice pensiero iniziò un lungo lavoro di ricerca che lo portò alla realizzazione della prima poltrona nel 1978. Fu un tripudio di puntini, ispirato dai Puntinisti parigini e in particolare da un quadro di Paul Signac. La poltrona Proust è oggi disponibile sia per interni che per esterni in svariati colori, uno più regale dell’altro. Prezzo a partire da €756.

Nautilus, il sogno di un visionario divenuto realtà Nautilus di Bowers & Wilkins è nato per la prima volta in un sogno, che ha preso forma tra il cuore e la mente del fondatore John Bowers. La sua idea era quella di realizzare il diffusore audio perfetto, che fosse in grado di restituire all’ascoltatore il suono creato in sala di registrazione con distorisioni prossime a zero. È il risultato di un ambizioso progetto di ricerca e sviluppo durato 5 anni. Costruito con gli stessi materiali delle Formula Uno, è realizzabile su richiesta in una gamma infinita di colori. La forma segue la funzione nella ricerca della perfezione sonora, è privo di spigoli per evitare diffrazioni del suono, ed è diventato una vera icona del design. Occhio al peso 90kg, ma soprattutto al prezzo €33.000.

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Nautilus


Whatp s INN a cura di Gerardo Abate

The Late Birds

La Peer Hotel, il nuovo Pet-Friendly Luxury Hotel nel cuore di West Hollywood

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a Peer Hotel è tra le novità di quest’anno nel panorama dei Luxury Hotel, inaugurato il 16 gennaio, si trova nel vivace Design District di West Hollywood. Un’elegante struttura con raffinate camere in stile europeo e una splendida piscina, arricchita con piastrelle di Gaudì, grandi ulivi e un meraviglioso giardino verticale. Un paradiso per gli amanti del fitness e degli animali. Ogni camera è dotata di materassino yoga e nella palestra, il famoso personal trainer Marco Reed è sempre disponibile a creare programmi dietetici personalizzati. La Peer Hotel è perfetto anche per chi viaggia con animali domestici, sono tutti benvenuti e godono di comfort e attenzioni speciali. Extra plus? Le auto Tesla a disposizione degli ospiti per gli spostamenti nelle vicinanze. La Peer Hotel

The Late Birds

The Late Birds, a metà tra un resort urbano e un accogliente guesthouse Gay Men Only

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he Late Birds accoglie uomini gay da tutto il mondo nel centro storico di Lisbona, in un bellissimo edificio del diciottesimo secolo finemente restaurato a regola d’arte. Dodici camere, area lounge, area relax, bar e piscina esterna con giardino privato. Qui non ci sono ospiti o clienti, solo amici che amano socializzare con il personale e con gli altri Late Birds. Questo nido accogliente si trova in una via tranquilla di Bairro Alto, il centro storico e trendy di Lisbona, a pochi passi da bar, club e saune gay. Il soggiorno perfetto per chi vuole sentirsi a casa e in compagnia durante una vacanza o un weekend tra relax e divertimento in compagnia di nuovi amici.

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Soneva Jani

Bulgari Hotel Shanghai

Bulgari Hotel Shanghai, la nuova frontiera del lusso

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ronto ad inaugurare entro la fine del 2018 il Bulgari Hotel Shanghai mira a introdurre nuovi standard di lusso nella capitale asiatica dell’arte e del design. Inserito nell’avveniristica zona di Suhe Creek, offre una magnifica veduta del Bund e del famoso distretto di Pudong. Comprende 82 camere e suites, distribuite sugli ultimi otto piani di un grattacielo di quaranta piani, una Bulgari Spa di oltre 2000 metri quadri e un rooftop Italian Restaurant che è destinato a diventare uno dei luoghi di ritrovo più alla moda di Shanghai. Un vero e proprio capolavoro moderno progettato dagli archietetti Antonio Citterio e Patricia Viel, che hanno saputo unire in armonia il miglior Made in Italy con i tocchi eleganti della tradizione cinese.

The Montague On The Gardens, la quintessenza del British

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’ospitalità British per eccellenza, è quello che si può vivere all’interno del The Montague On The Gardens Hotel. Questo hotel combina il meglio di due mondi: da una parte l’attrattiva turistica del British Museum che si trova esattamente di fronte al portone d’ingresso, e dall’altra un tranquillo giardino privato ricavato in uno scenografico rettagolo delimitato da eleganti Georgian townhouses, sul retro dell’hotel. Sospeso tra questi due estremi The Montague On The Gardens offre la quintessenza del British. Una vera chicca, oltre al ristorante in terrazza che offre la migliore Fine British Cuisine, è il Leopard Bar. Una sala da bar e Cigar Terrace dall’arredamente completamente leopardato. Un posto unico dove poter sorseggiare il migliore the delle cinque.

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The Montague On The Gardens

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IL CASO WEINSTEIN visto da me di Stefano Ferri

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ue cose ho sofferto di più nella vita: il “non permesso” di indossare abiti femminili perché non rispondenti al mio ruolo di uomo e l’incapacità degli altri di capire quale ruolo assegnarmi in quanto crossdresser (derivante dall’incapacità mia di spiegarlo). È vero che esistono differenze biologiche e psicologiche fra i due sessi. Va detto, sono molto maggiori le prime rispetto alle seconde. Ma è anche vero che la natura non ci ha creati per rispondere a ruoli predefiniti. Panta rei, tutto scorre, e fra le cose che scorrono c’è la provocatorietà umana, la libertà dell’essere umano, che scompagina, scompiglia, muta l’ordine delle cose. La prima donna che indossò un paio di pantaloni, nel 1896, fu arrestata e tradotta in carcere per indecenza. Mi piacerebbe che quanti la processarono e la reclusero potessero vedere com’è fatto il mondo d’oggi e trarne le conseguenze. Credo che, su grande scala, le donne stiano pagando lo stesso scotto che, su piccola scala, è stato fatto pagare a me: lo scotto del cambiamento. Da crossdresser ho ovviamente una sensibilità molto spiccata per gli abiti. E tempo fa mi capitò di osservare una foto scattata nel 1909 sulla passeggiata a mare di Viareggio. Vidi donne diversissime dalle donne d’oggi. Lunghissimi abiti di pizzo, cappelloni improbabili, acconciature d’antan.

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E, per contro, uomini sostanzialmente identici agli attuali. Giacche, cravatte, pantaloni, scarpe stringate. L’unica differenza sono i cappelli, che non si portano più, e qualche baffo di troppo. Il resto, uguale. È un’immagine a suo modo inquietante, perché indica che, mentre la donna ha compiuto un tragitto galattico, l’uomo non si è spostato di un metro. Il problema, ovvio, non sono gli abiti, ma quello che esprimono: l’incapacità del maschio contemporaneo di smuoversi da un modello ormai morto e sepolto ovunque tranne che nelle inconsce nostalgie di quanti vorrebbero il ripristino del patriarcato. Io penso che dietro ai femminicidi e alle violenze che le donne subiscono ci sia la rabbia del maschio tradito da se stesso, cui l’immagine di una donna libera e autonoma risuona come un insopportabile monito a darsi da fare per emanciparsi anche lui. Da qui l’istinto di rifugiarsi, codardamente, nella forza fisica superiore di cui la natura lo ha dotato. Ogni uomo ha oggi il dovere – prima ancora che il diritto – di trovare un suo modo di emanciparsi. Nessuno di noi vedrà il compiersi di questo cammino, sarebbe già un successo se se ne vedesse l’inizio. Ma la strada è quella, il nostro merito, in fondo, è stato proprio di averla spianata, con le nostre codardie e le nostre reticenze, agli uomini che verranno.

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TEORIA GENDER No alla teoria gender nelle scuole: i genitori vogliono tutelare i loro figli da possibili influenze distorte durante la crescita. Un No pregiudiziale che non tiene realmente in considerazione i bisogni educativi dei bambini. di Alessio Virgili

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insegnamento della cosiddetta “teoria gender” nelle scuole fa paura ad una grande maggioranza della popolazione italiana, che per ignoranza e pregiudizi nei confronti del diverso, vorrebbe arrestare un fenomeno con cui prima o poi dovremo tutti fare i conti e non solo nelle scuole. Negli ultimi anni, anche in Italia, il mondo della cinematografia, della televisione, del marketing, dell’economia e delle risorse umane hanno iniziato a confrontarsi quotidianamente con riflessioni che tengono in considerazione la varietà di gender che “San Sebastianonon salvato angeli” caratterizza la popolazione solodagli italiana, ma (1604) di Peter Paul Rubens mondiale.

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Nei film e nelle serie tv, infatti, s’iniziano a raffigurare storie di famiglie o comunità composte non solo da eterosessuali, ma anche gay, lesbiche o transessuali. Lo stesso nel mondo della comunicazione pubblicitaria dove sono sempre più le aziende che hanno intrapreso politiche di diversity management nei confronti dei propri dipendenti. Questa, finalmente, è la direzione verso cui la società italiana si sta muovendo. Per facilitare questo inarrestabile processo progressivo è necessaria una riflessione pacata e priva di pregiudizi ed infrastrutture socio – culturali che dovrebbero appartenere al passato.

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Entrando nel dettaglio di quello che è l’obiettivo didattico alla base della cosiddetta “teoria gender”, possiamo individuare l’intento di far sì che l’insegnamento si riferisca ad una prospettiva eteronormativa, ovvero che non presupponga che l’eterosessualità sia l’orientamento normale. Questo perché, tale atteggiamento, pone il rischio per un bambino, che in età più adulta non dovesse riconoscersi in tale orientamento, di percepirsi come “anormale” e soffrendo così di problematiche legate all’ auto accettazione. Attraverso, invece, la rappresentazione della prospettiva di genere a 360°, si educherebbero i bambini alla non discriminazione, combattendo ogni forma di stereotipo (come il rosa è il colore per le femmine e il blu per i maschi) ed insegnando loro ad accettare se stessi. Sempre secondo tale teoria “l’identità sessuale” si baserebbe su quattro distinti pilastri. Il primo è quello dell’identità biologica che si riferisce al sesso. Il secondo è l’identità di genere ovvero la percezione che si ha di sé e che non sempre coincide con quella biologica. Il terzo è il ruolo di genere che è quello imposto dalla società. In ultimo c’è l’orientamento sessuale ovvero l’attrazione per altre persone che possono essere di sesso opposto o dello stesso sesso. Un altro importante dogma alla base di tale teoria, che ne spiega l’importanza, è che “individui attratti dal proprio stesso sesso che non hanno comportamenti omosessuali o alcuna attività sessuale”,

“IN A HEARTBEAT” (“IN UN BATTITO DI CUORE”) IL PRIMO CORTO ANIMATO GAY È la storia di Sherwin e Jonathan, ed è il primo corto che racconta una storia d’amore tra ragazzi! I due giovani si incontrano tra i banchi di scuola e come in ogni storia d’amore, si innamorano a prima vista. Production Company: Ringling College of Art and Design

spesso caratterizzati da forti sensi di colpa rispetto alla propria omosessualità, possono sviluppare un “omofobia interiorizzata” causata da “pregiudizi e discriminazioni che possono rendere più difficile l’accettazione del proprio orientamento”, mentre le “terapie riparative” vengono definite “estremamente pericolose”. Molti sono, infatti, a tutt’oggi i casi di omofobia e gli episodi di suicidi legati alla non accettazione di se stesso e della propria omosessualità. Diventa, quindi, un obbligo di natura etica per la società impegnarsi affinché questi episodi diminuiscano sempre più e l’unico strumento che abbiamo è quello dell’informazione a partire dalle scuole per dissipare qualunque auto interpretazione negativa della sessualità e del gender dovuta all’assenza di conoscenza. Venendo alle polemiche in merito all’introduzione di tale insegnamento nelle scuole, queste si riferiscono soprattutto alla parte che prevede la trattazione di tematiche legate strettamente alla sfera sessuale. Il pericolo desunto da coloro che muovono tali polemiche non tiene in considerazione che, ad aver stilato tali programmi, sia stata l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la quale ha più di tutti a cuore la tutela dei minori. I timori di queste persone sono di sicuro riconducibili ad una cultura cattolica che ha sempre portato

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l’uomo ad accomunare il sesso a qualcosa di peccaminoso e pertanto motivo di vergogna. Un argomento che per giunta dovrebbe attenere solo alla sfera più intima e personale. Questi insegnamenti, invece, sono una parte fondamentale dell’educazione sessuale che ogni bambino dovrebbe seguire nelle scuole a meno che, nel 2018, per spiegare ai propri figli il concepimento di un bambino, non ci si voglia ancora affidare all’esempio delle api ed i fiori piuttosto che affidarsi ad educatori preparati, lasciando che poi i bambini trovino certe risposte ed informazioni in rete tra giornaletti e siti pornografici, o parlando tra amici o negli spogliatoi senza la presenza di un adulto che possa calmierare e moderare tali informazioni. Ma quali sono i programmi che propone l’OMS per avvicinare i bambini alla sessualità? 1) Masturbazione infantile (0-4 anni), amore verso persone dello stesso sesso (4-6 anni), contraccezione e auto – stimolazione (6-9 anni), libera scelta del partner e gravidanze inaspettate (9-12 anni). 2) Naturalmente questi argomenti non presuppongono che i maestri prenderanno dei bambini, li denuderanno e gli insegneranno la masturbazione. Questa è pura follia che mira a demonizzare l’atteggiamento scientifico e socio-culturale che sta dietro a questa disciplina. Capisco che per molti, l’idea che altri si occupino di trattare tali argomenti con i propri figli, possa allarmare. Sicuramente, oltre ad un bigottismo interiorizzato, c’è anche un istinto innato verso la tutela della propria prole.

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È però essenziale rendersi conto, anche se questo non ci ha toccati da vicino, che esistono bambini attratti dal proprio stesso sesso o bambini che già in età infantile soffrono di disforia di genere. Proprio per questo non è lecito pensare di lasciare queste creature abbandonate a se stesse, nella loro ignoranza e consentendo che vivano la loro adolescenza e non solo con disagio, emarginati e privi di esempi a cui potersi rapportare. Se la società non offre loro esempi che vanno oltre l’amore tra un uomo ed una donna questi non potranno riconoscersi in nessun tipo di amore e si sentiranno confusi, perduti in balia delle informazioni disorganizzate e a volte errate che troveranno sul loro cammino. Io sono per accompagnare per mano questi bambini nell’imparare ad avere coscienza del proprio corpo, della sessualità e delle varie forme di amore che esistono nel mondo. Così che possano crescere felici, privi di pregiudizi, stereotipi e liberi di vivere la propria identità e il proprio orientamento sessuale con serenità. Sono certo che questo non influenzerà in alcun modo i bambini maschi a sentirsi femmine o ad amare altri maschietti. La mia certezza non deriva da miei assunti privi di fondamenti, ma da ciò che la scienza e l’OMS hanno provato. Credo, infine, che oltre a tale insegnamento nelle scuole, sia necessario anche un percorso formativo per i genitori affinché siano in grado di accompagnare i propri figli nella crescita e in una serena scoperta della propria sessualità, ma soprattutto acquisiscano la libertà di vivere in maniera limpida e senza alcun imbarazzo la propria sfera sessuale.

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Welcome to fabulous Las Vegas A PHRASE YOU’LL NOT ONLY HEAR, BUT ALSO FEEL.

VisitLasVegas.com


MILANO 2020

CONVENTION INTERNAZIONALE SUL TURISMO LGBTQ

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traordinaria bella notizia quella ufficiale su Milano sede della conferenza mondiale sul turismo LGBTQ nel 2020. In realtà ci abbiamo lavorato in tanti e a lungo ma la cautela era d’obbligo fino all’annuncio definitivo. Anche perché da tutto il mondo tutti vogliono venire in Italia per fare qualunque cosa, ma noi italiani sembriamo non apprezzare e per un motivo o per un altro preferiamo sfilarci all’ultimo. Dalle Olimpiadi estive a quelle invernali, il sistema Paese incartato più che mai si arrende davanti alle difficoltà e rinuncia. E infatti nella vittoriosa candidatura per le assise del turismo arcobaleno a Milano hanno avuto un ruolo essenziale di proposta e stimolo i rappresentanti italiani dell’ Associazione Italiana per il turismo gay e lesbico, cui va il nostro plauso e la nostra gratitudine. Ma molto importante è stata la spinta della diplomazia statunitense, a partire dal Consolato milanese a stelle e strisce. E non se-

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condaria parte ha avuto la disponibilità di giunte comunali meneghine aperte e amichevoli nei confronti dei diritti civili. Ora però abbiamo tre sfide da vincere davanti a noi. Quella di una organizzazione efficiente e innovativa. Più che possibile dopo il precedente positivo dell’Expo. Quella politica: se si confermerà uno slittamento a destra e di chiusura dell’elettorato italiano dovremo tornare a difendere i diritti acquisiti e quindi anche l’agibilità pubblica del summit del 2020, che risulterebbe tutt’altro che acquisita. Infine quella dell’appoggio di sponsor di peso, finora ridicolmente latitanti nella città della moda e del design, dell’editoria e della pubblicità a proposito delle libertà fondamentali a proposito di amore. Sfide che non ci spaventano dopo quello che abbiamo passato per fare dell’Italia un normale paese dell’Occidente liberaldemocratico. Io, come sempre, sono pronto. di Alessandro Cecchi Paone

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be benvenuto be .brussels


L’amore vince sempre.

A Key West sei libero di essere te stesso. L’orgoglio gay da noi si festeggia 365 giorni all’anno: tour gay, resort clothing optional, burlesque, arte eclettica e straordinarie meraviglie naturali. Abbiamo fatto coming out quando non era ancora in. fla-keys.com/gaykeywest


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