QMAGAZINE RIVISTA ITALIANA LGBTQ USCITA N.22 AUTUNNO INVERNO 2019

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2° numero 2019 - Issue n° 22

2° numero 2019 - Issue n° 22 -Travel & Lifestyle € 6,90

Per lui, per lei, per te

ED SHEERAN La nuova grande stella musicale

REPORTAGE

INTERVIEW

Il primo Gay Pride nella storia della Macedonia

Giordana Angi sempre pronti a giudicare

MODA È genderless e voglia di evadere

ARTE Francis Bacon, in mostra a Parigi


zuerich.com/lgbt

#visitzurich


ABCDEFGHIJKLGBT+: Zurigo celebra la diversità. La vivace città sulle sponde della Limmat offre da anni una variegata gamma di eventi e feste, con manifestazioni di spicco quali il White Party, il festival cinematografico Pink Apple o lo Zurich Pride Festival. I prossimi eventi imperdibili: Black Party 8 – 10 Nov 2019 Offstream Party 2 Nov e 21 Dic 2019

LGBT+, Zürich, Svizzera.



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E D I T ORIALE S T OR I A DI C O PERTINA Ed Sheran, la nuova grande stella musicale mondiale Q M A GAZINE PER V O I Axel Hotel Venezia I N T E RVIEW Giordana Angi V I A GG I Taiwan Q SO UND I mitici anni ‘80 A RT E Bacon en toutes lettres C ULT URA E ALIMENTAZIO NE ‘Live like a local’ I N C L U S IO N Morgan M OD A E TENDENZE Sempre più + impegnata, genderless e con voglia di evasione V I A GG I Bilbao I N T E RVIEW John Tanzella S F UM ATU RE DI G RIG IO Montgomery Clift S E R I AL F EELLER Su Netflix c’è “Special” L I B R I & IDENTITÀ La narrativa LGBT R E P ORTAG E Il coming out della Macedonia WH AT ’ S APP? E L OGIO DEL S U PERF LU O WH AT ’ S INN? E V E N TI IN MO VIMENTO WOR LD EV ENTS C ALENDAR Primavera-Estate 2019 V I TA D A C RO S S DRES S ER Roma non fa la stupida C ON T RO EDITO RIALE Alessandro Cecchi Paone Alessio Virgili

S O M M A R I O

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La nuova grande stella musicale

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SO M M AR I O

Per lui, per lei, per te

REPORTAGE

INTERVIEW

Il primo Gay Pride nella storia della Macedonia

Giordana Angi sempre pronti a giudicare

Per lui, per lei, per te

ED SHEERAN La nuova grande stella musicale

ARTE

MODA È genderless e voglia di evadere

Francis Bacon,REPORTAGE in Il primo Gay Pride nella mostra a Parigi storia della Macedonia

INTERVIEW Giordana Angi sempre pronti a giudicare

MODA È genderless e voglia di evadere

ARTE Francis Bacon, in mostra a Parigi

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Q M AGAZIN E DIRETTORE EDITORIALE: Andrea Cosimi DIRETTORE RESPONSABILE: Mauro Fanfoni GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Monica Sotgiu IN REDAZIONE: Giovanna Ceccherini, Calogero Pirrera SEGRETERIA DI REDAZIONE: Teresa Dalessandri HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Valentina Arca, Giovanni Blasi, Andrea De Chiara, Marzio Freitas, Carlo Lanna, Alex Molla, Antonio Palmentieri, Jelena Prtorić, Arnaldo Riccio, Giorgio Riccitelli, Giovanni Vale. EDITORIALISTI: Alessandro Cecchi Paone, Stefano Ferri, Alessio Virgili FOTO CONCESSE DA: stock.adobe.com, alamy.it, dreamstime.com Columbia Pictures Corporation, Horizon Films, Academy Productions, Camp Productions FOTOLITO E STAMPA: Pixartprinting EDITORE: Sonders and Beach Italy s.r.l. Sede di Milano - Via San Gregorio, 27 - 20124 Iscrizione ROC Lombardia n. 21970 ADVERTISING: www.q-magazine.it marketing@sondersandbeach.com n° 01- 2019 semestrale primavera/estate Autorizzazione del Tribunale di Milano del 23.01.2019 n° 11/2019 Iscrizione R.O.C. Lombardia n. 21970

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Q P RIZE 2019 I L P R EM IO D I Q MA GA Z INE R ISE R VATO A LLE MI GL I O R I A Z IEN D E E D E STINA Z IONI TUR ISTICHE LGBTQ+

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razie a un sondaggio realizzato da AITGL (Associazione Italiana Turismo Gay e Lesbian), QMagazine ha premiato le migliori Aziende e Destinazioni Turistiche LGBTQ+ che si sono distinte nel 2019. La serata, che si è tenuta nella splendida cornice di Terrazza Martini di Milano, ha visto protagonisti diverse leadership del settore turistico LGBTQ+ internazionale, tra cui John Tanzella, CEO di IGLTA, Reginald Charlot, Presidente NYC & Company e della Fondazione IGLTA, Alessio Virgili, CEO di Sonders and Beach, Ambasciatore Italia IGLTA e Presidente AITGL. John Tanzella ha colto l’occasione della serata per dare il via ai lavori della prossima Convention Mondiale IGLTA sul turismo gay e lesbian che si terrà nel 2020 a Milano. Una Convention che si svolgerà per la prima volta in Italia grazie al grande impegno del Gruppo

Sonders and Beach insieme al Comune di Milano, ENIT e Consolato Generale U.S. Milano. Alessandro Cecchi Paone, moderatore della serata, ha premiato i vincitori del QPrize 2019: ENIT come Best Italian Tourism Supporter, il Consolato Generale U.S. Milano come Best International Tourism Supporter, il vettore AIRITALY come Migliore Compagnia aerea, il GRUPPO UNA S.P.A. come Miglior Catena alberghiera, la città di Milano come Migliore Città Turistica Italiana, la città di Tel Aviv come Migliore Meta Turistica Internazionale, AVIS come Migliore Compagnia Autonoleggio, Booking.com come Migliore OLTA (OnlineTravelAgency), il Gruppo Immobiliare IDEALISTA come Migliore Advertising Campaign; .italo come Migliore Compagnia Ferroviaria Italiana, MSC Crociere come Migliore Compagnia Crocieristica e Quiiky T.O. come Migliore Tour Operator. Andrea Cosimi

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ED SHEERAN

La nuova grande stella musicale mondiale di Alex Molla

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ra era solo qualche anno fa ed in una calda giornata estiva a Milano, zona Porta Genova, ho avuto il piacere di incontrare e conoscere Ed Sheeran che presentava il suo album “X” in Italia per pochi “intimi” in versione chitarra acustica. Un ragazzo semplice, educato, molto bravo e con uno smisurato talento musicale. Ci ha regalato un mini concerto acustico molto ben strutturato dove la sua bravura ha superato le barriere architettoniche di una location molto bella ma decisamente non per concerti dove il sound è diverso. Ho avuto il piacere e la fortuna di scambiare alcuni pensieri in musica con lui e mi ha sorpreso per la sua disponibilità. In quel preciso istante, nonostante lo seguissi da tempo, sono diventato suo fan, non perché famoso, ma per il suo talento e la persona splendida che è. L’album successivo “Divide” è un contenitore musicale di hit mondiali tra cui “Shape of you” e la splendida ballad “Perfect”. Uscito da alcune settimane il suo nuo- vissimo album è forse stato il più atteso del 2019 “NO.6 Collaboration Project”. Poco prima dell’uscita del suo ultimo lavoro Ed Sheeran ha dichiarato “Il disco ha un precedente in - NO.5 Collaboration Project , registrato da me nel 2010 insieme a molti artisti che mi piacevano. Sul mio PC avevo una piccola cartella contrassegnata dal nome - NO.6 Collaboration Project - e ho cominciato a telefonare ai cantanti con i quali avrei voluto collaborare. Penso che la mia prima telefonata sia stata fatta a Camila e da li più o meno è iniziato tutto. Mi sono stabilito a Nashville, dove ho allestito uno studio in cui ho iniziato a scrivere i miei nuovi brani, in modo da poter chiamare gli artisti di passaggio in città e, qualora ce ne fosse stata l’occasione, invitarli a casa mia, nel mio studio per lavorare su una canzone. L’album è stato com-

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molta compagnia! Ed: Sì, qui c’è anche il mio studio. Tutti quelli che hanno lavorato qui hanno firmato il muro. C’è Taylor, Stormzy, Ryan Tedder, James Blunt, Big Nasty, Fuse ODG...ci sono tutti quelli con cui ho collaborato.

pletato nel giro di pochi mesi, con tantissimi artisti che adoro. In qualche caso sono uscito dalla mia - comfort zone - . È stato divertentissimo e spero vi piacerà”. Questa è stata la sua dichiarazione rilasciata per Apple Music in esclusiva e che noi abbiamo voluto citare per farvi comprendere al meglio il mondo e chi è l’artista, non solo come cantante. Quella che segue è al momento l’unica intervista rilasciata da Ed Sheeran per il suo album “NO.6 Collaboration Project” al presentatore, autore e personaggio radiofonico televisivo america- no Charlamagne Tha God, che vi diamo in esclusiva, grazie a Warner Music, per questa rubrica da me curata.

CTG: Qual è l’idea dietro questo progetto? Perché capisco che per te non è un album normale! Ed: Sì, prima di avere un contratto discografico ho fatto molti EP. Uno si chiamava Number 5 Collaborations Project con molti rapper inglesi di cui ero fan a quei tempi. Non ho più fatto collaborazioni su pezzi miei da allora. Ho partecipato a molti brani di altri, ma nei miei album c’ero solo io. Molte volte mi sono detto “vorrei lavorare con quelli”, come ai tempi di Beyoncé e Bocelli che hanno cantato in Perfect. Da allora ho messo giù memo nel mio laptop chiamandole “Number 6 collaborations” e nell’arco di un anno ero sempre in tour. Ogni volta che incontravo un artista di cui ero fan o di cui possedevo un album gli chiedevo di andare in studio, non tanto per realizzare

Charlamagne Tha God (CTG): Ed, dove ci troviamo ora? Ed Sheeran: Siamo a casa mia, nel Suffolk, è qui che faccio le interviste. È come un grande guestbook, ci sono tutti quelli che sono passati. Non ci sono casse e qui non si possono usare i cellulari. Qui ci si parla. A volte la gente ci viene e si stravacca su queste poltrone. CTG: Da quanto posso vedere hai avuto

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una canzone, ma solo per me. E questo album l’ho semplicemente voluto far uscire, per poi andare avanti. Non è il passo successivo della mia carriera, è solo qualcosa che ho fatto e che ho voluto rendere pubblico. CTG: Quindi questo è una specie di mixtape? Ed: Per me è una raccolta di artisti di cui sono fan. Con cui ho fatto musica. Non lo chiamerei un mixtape, è più una compilation, canzoni che mi faceva piacere fare. E siccome sono ancora in tour, lo faccio uscire e vado avanti con il lavoro al mio prossimo album. Quindi è quasi più per me! CTG: Non ti ho mai visto fare tutte queste collaborazioni e tu dici che sono solo artisti che ti piacciono! Ed: Sì, sono solo... CTG: Perciò se non facevi questo progetto, non ti piacevano, mi stai dicendo questo? Ed: Ma no, è stato tutto molto naturale. L’ultima cosa che volevo era...un’artista di cui l’etichetta mi dice “devi lavorare con questa persona, ci devi lavorare e mettere insieme qualcosa...” quindi la mia regola è stata - se ce l’ho e lo metto su in macchina, ci lavoro - . Ci sono moltissimi artisti importanti con cui avrei potuto lavorare, ma che non avrebbero avuto senso per me. CTG: Hai passato molto tempo a Nashville! Ed: Sì CTG: Perchè? Ed: È in una posizione centrale in America, a 2 ore da ovunque e la scena musicale è incredibile. Tutti passano di lì. CTG: È dove hai incontrato il mio amico Bobby Bones? Ed: Sì, sono andato anche al Bobby Bones Show 2013. CTG: Sai che Bobby ci ha presentato? Non ti ricordi neanche...? Ed: No, mi ricordo! Era agli iHeart Radio Awards. Mi ricordo anche che ho fatto una battuta imbarazzante perché mi stavano riprendendo con un faro puntato in faccia, ho

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fatto una battutaccia poi quando la luce si è spenta e ti ho visto ho pensato “oddio, mi avrà sentito di sicuro”. Ma poi ho anche pensato chissenefrega perché di sicuro gli piacciono le persone che... CTG: Sì, decisamente! Ed: Sai ho ascoltato il tuo show e da allora lo faccio tutti i giorni! CTG: Beh, hai fatto due intro al Donkey of the day. Ed: Sì, ma senza nemmeno rendermene conto, “chi è il Donkey of the day oggi”! CTG: Eri ubriaco Ed: Sì, non mi ricordo nemmeno di averlo fatto e ogni tanto tu dici “bene Ed Sheeran” e io “l’ho detto io?” CTG: Come mai i tuoi gusti musicali sono così diversi? Perché, come hai detto, sei

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un artista pop, ma ti piace musica molto diversa. Da dove provengono, essendo cresciuto qui? Ed: Sai, io non vedo generi diversi, vedo solo cuore. Se mi smuove qualcosa, mi piace. È solo qualcosa che mi fa sentire qualcosa. Può essere anche solo divertimento, musica divertente che mi rende felice, o musica triste che mi fa piangere o sentire malinconico. O ogni tipo di musica che mi provoca sensazioni, questa è la musica che mi è sempre piaciuta. Ho sempre avuto gusti molto diversi. Sono cresciuto ascoltando folk e rock’n’roll, poi sono passato al rap e all’hip hop, poi al grime. E poi è arrivata la musica acustica. Questo progetto è nato da un’idea che avevo, che era... ti ricordi Lady Marmalade?

to farlo. Mi dicevo “posso farlo insieme a Bruno e Bieber, sarebbe molto divertente!” e ovviamente la prima persona che avevo intorno era Bruno e lui ha detto facciamo una canzone insieme noi due...è successo così... e abbiamo fatto questo brano insieme. E poi anche con Bieber. E tutte queste singole canzoni hanno cominciato ad avere una forma, facendo nascere questo progetto. CTG: Quindi hai scelto tutti per queste collaborazioni? Ed: Sì, è stata un’esperienza grandiosa mettere insieme il disco. CTG: Io penso che sia una figata, spero che diventi una tendenza e che continui con questo progetto. Ovviamente hai molti artisti qui che sono già famosi, ma anche altri che sono grandi qui ma sco-

CTG: Certo! Ed: È un’idea stupida, ma mi sarebbe piaciu-

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nosciuti in America! Ed: Hanno tutti successo qui, ma il mio pubblico è completamente diverso dal loro. Cerco solo di aprirmi ad un nuovo pubblico e altrettanto per loro, ma in un modo molto organico. CTG: È una tua passione? Perché sai, io sono del Sud Carolina e sono orgoglioso della mia nazione e mi fa piacere vedere altra gente del mio Paese avere successo. È lo stesso per te quando si parla del Regno Unito? Ed: Per la musica inglese, sì, sono molto orgoglioso delle mie origini e penso che l’Inghilterra abbia la migliore musica da esportazione. Abbiamo sempre avuto artisti che hanno attraversato l’Oceano. Penso perché qui, negli States, tu puoi fare la musica più strana e avere comunque successo. CTG: È interessante che tu dica questo, perché quando guardi Ed Sheeran non vedi nulla che ti faccia pensare “questo è un tipico prodotto dell’industria”. Sei esattamente l’opposto di quello che deve essere una pop star. Non c’è assolutamente una formula! Ed: Ci vuole personalità, tanto lavoro, e serve talento. Senza tutto questo non puoi avere successo. Molti altri hanno successo con solo una grandissima personalità. CTG: Che cosa hai sviluppato per primo? Ed: La personalità, perché cosa puoi fare se sei solo un ragazzo bruttino dai capelli rossi e gli occhiali? Puoi solo essere simpatico e carino. CTG: Chi caspita ha detto che sei cari-

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no? Tu ti senti carino? Non mi sembri proprio il tipo di persona prevedibile. Non credo che l’etichetta ti possa dire “hey Ed, vogliamo un’altra Shape Of You o un’altra Thinking Out Loud”. Non credo che tu lo faresti mai! Ed: Sai, con la mia etichetta...credo di essere stato sempre imprevedibile, l’ultima cosa che mi possono chiedere è un altro brano così! Mi lasciano essere creativo, gli faccio ascoltare il mio prodotto e loro fanno il resto. Ma devi sempre creare le tue onde, penso che in questo lavoro ci siano situazioni che magari non saranno grandi, ma probabilmente più grandi di molte altre cose perché hanno la loro onda. E io non so mai quale sia l’onda! CTG: Hai detto una cosa interessante. Quando sei andato a Chicago con Chance, come ti sei sentito a fare qualcosa per quella cultura? Ed: Non è solo quella cosa nello specifico con Chance, ma lui è stato l’esempio che ho usato per parlare del sociale, perché lui è totalmente impegnato nel fornire aiuto attraverso la musica. Abbiamo parlato per due ore e alla fine ho sentito che non puoi lasciare Chicago senza cercare di fare la differenza! CTG: Tante volte senti che ci sono artisti che amano la nostra cultura ma che non amano necessariamente noi? Ed: Cosa di cui ero molto spaventato, perché non è decisamente il posto da cui provengo. Non sono certo io il più adatto a parlarne, ma c’è sempre un modo rispettoso per farlo. CTG: Come hai detto, non…solo musica. Fai altro che possibilmente possa

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contribuire al miglioramento di quella comunità? Ed: Sì, esatto.

scozzese, mangeremo haggis, un insaccato tradizionale della cucina scozzese. Ci sarà una versione classica e una vegetariana, potrai scegliere quello che preferisci. E domani mangiamo fish & chips, poi ci facciamo anche l’arrosto della domenica, anche se è venerdì: insieme ai fish&chips sono i piatti nazionali. E adesso ce ne andiamo al pub a berci la birra locale. La fa un amico di mio padre. E se vuoi una Guinness, puoi fartela! Poi torniamo e ascoltiamo di nuovo le canzoni. E domani ne parliamo nella mia casa sull’albero.

CTG: Penso che sia molto figo! Sei umile e non ne vuoi parlare, ma penso che sia molto figo. Dovrebbe essere sempre così, perché tutti dicono di amare la nostra cultura, ma in realtà non amano noi. Tu invece dimostri di amarci quando fai le tue cose! Ed: È solo questione di mostrare rispetto, non solo di apprezzamento. CTG: Allora, cosa facciamo adesso? Sto qui per due giorni, cosa accadrà? Ed: Beh, adesso ci facciamo un haggis!

CTG: Hai una casa sull’albero? Ed: Si, ho una casa sull’albero! CTG: Questo ragazzo è ricco! Questo ragazzo fotte tutti e ad un livello molto diverso! Ok, andiamo a farci l’haggis Ed: Perfetto!

CTG: Cosa? Ed: L’hai detto tu che volevi immergerti nella nostra cultura. Allora ho chiamato uno chef

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‘No.6 Collaborations Project’ è il nuovo album di Ed Sheeran. 15 inediti e 22 collaborazioni con artisti tra i preferiti di Ed Sheeran tra cui: Cardi B, Camila Cabello, Eminem, 50 cent, Bruno Mars, Khalid, Travis Scott, Justin Bieber, Stormzy e molti altri. “I Don’t care” in duetto con Justin Bieber e primo singolo estratto dall’album, un successo globale al n.1 in UK per otto settimane consecutive ed ha raggiunto la certificazione Platino in Italia oltre a superare gli 800 milioni di streaming globali. Dall’album sono stati pubblicati anche il nuovo singolo “Beautiful People” con Khalid e i brani “Cross me” feat. Chance the Rapper and PnB Rock, “Blow” con Bruno Mars e Chris Stapleton e “Best Part of Me” feat. Yebba. Ed Sheeran in una delle sue dichiarazioni pubbliche ha commentato “Sono un grandissimo fan di tutti gli artisti con cui ho lavorato in questo album. Alcuni li seguo dall’inizio della loro carriera, di altri ascolto i loro album in ripetizione. Sono tutti artisti che sono di grande ispirazione per me e ognuno ha aggiunto qualcosa di speciale ad ogni brano. Non vedo l’ora che lo ascoltiate!”.

cui talento è senza confini è l’autore di alcune delle canzoni più importanti della storia. Canzoni che hanno infranto ogni record di vendita così come le sue performance live. Da quando è apparso nella scena musicale inglese nel 2010 l’artista di Suffolk è riuscito ad affascinare milioni di fan in tutto il mondo con il suo talento senza pari nel comporre brani e nel cantarli, riuscendo ad entrare in relazione con ognuno dei suoi fan. Con 3 album n.1 in tutto il mondo, “+” nel 2011, “x “nel 2014 e ‘÷’ nel 2017, Ed Sheeran ha venduto oltre 45 milioni di album. L’ultimo album di Ed ‘÷’ ha infranto tutti i record fin dalla sua pubblicazione diventando l’album di un artista maschile che ha venduto il maggior numero di copie nel minor tempo di sempre in Inghilterra. Le sorprese non finiscono per noi e per il grande artista Ed Sheeran!

“NO.6 COLLABORATIONS PROJECT” TRACK LISTING: 1. Beautiful People feat. Khalid 2. South of the Border feat. Camila Cabello & Cardi B 3. Cross Me feat. Chance the Rapper and PnB Rock 4. Take Me Back to London feat. Stormzy 5. Best Part of Me feat. Yebba 6. I Don’t Care with Justin Bieber 7. Antisocial with Travis Scott 8. Remember the Name feat. Eminem & 50 Cent 9. Feels feat. Young Thug & J Hus 10. Put It All on Me feat. Ella Mai 11. Nothing on You feat. Paulo Londra & Dave 12. I Don’t Want Your Money feat. H.E.R 13. 1000 Nights feat. Meek Mill & A Boogie Wit Da Hoodie 14. Way to Break My Heart feat. Skrillex 15. Blow with Bruno Mars & Chris Stapleton Ed Sheeran ha dimostrato di essere un artista che definisce un’era. L’artista ventottenne il

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AXEL

HOTEL VENEZIA

IL PRIMO HOTEL ETERO-FRIENDLY D’ITALIA

La catena LGBTQ+ Axel Hotels ha aperto la sua prima proprietà in Italia, a Venezia, rivolgendosi a un nuovo mercato in Europa e rafforzando il progetto di espansione a livello internazionale.

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xel Hotels, la catena alberghiera leader a livello mondiale nel turismo LGBTQ+, ha aperto la sua prima struttura italiana, l’Axel Hotel di Venezia, lo scorso 15 marzo. Un hotel romantico e elegante situato in un tipico edificio in stile veneziano, un tempo punto d’incontro per gli artisti della “Dolce vita” veneziana. L’Axel Hotel di Venezia è il luogo ideale per scoprire i tesori della città di Venezia. Si trova lungo il Rio della Fornace, tra la Basilica di Santa Maria della Salute e la Collezione Peggy Guggenheim. Immerso nel caratteristico Sestiere Dorsoduro, l’hotel è circondato da musei, chiese

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e gallerie d’arte. A soli 15 minuti a piedi (o a una fermata di vaporetto) da Piazza San Marco, vanta di una posizione strategica: è vicinissimo alla stazione ferroviaria di Venezia Santa Lucia, al Piazzale Roma (principale snodo viario) e fornisce facili collegamenti con l’aeroporto di Venezia-Marco Polo. La struttura è stata completamente rinnovata nel 2017, dispone di 43 camere.Tutte le camere sono attrezzate di ogni comfort, decorate in perfetto stile veneziano e alcune offrono una stupenda vista sul Rio della Fornace. L’Axel Hotel di Venezia dispone di un lounge

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bar adatto per gustarsi sfiziosi aperitivi e deliziosi cocktail, di una terrazza che affaccia direttamente sul canale e di una sala breakfast, un hotpot che richiama l’effervescente vita culturale della Venezia degli anni ’60. La città è una destinazione unica, conosciuta in tutto il mondo per la sua bellezza. Con il suo spirito magico, i suoi scorci nascosti e con la sua atmosfera misteriosa è uno dei luoghi più visitati al mondo da sempre. La sua connessione con l’arte, la moda e l’architettura si adatta perfettamente alle esigenze degli ospiti dell’Axel Hotel e della comunità LGBTQ+ in generale. La catena Axel, oltre all’apertura dell’hotel di Venezia, prevede di aprire nell’anno 2019-2020 altre strutture: l’AxelBeach Miami, l’Axel Hotel San Sebastián, l’Axel Hotel Valencia, l’Axel Hotel Bilbao, l’Axel Hotel La Habana - Telégrafo e un altre struttrue sull’isola di Madeira. Oltre a queste nuove aperture previste e alle altre attualmente in corso, l’Azienda continua a lavorare per chiudere nuovi progetti in altre destinazioni internazionali.

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AXEL HOTEL VENEZIA Dorsoduro 222 · 30123 · Venezia · Italia Email: venezia@axelhotels.com Tel: (+39) 041 52 35 404 Fax: (+39) 041 52 22 271 Web: www.axelhotels.com

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Modelli: Chemello Mauro e Burighel Nicolò Fotografo: Roberto Chiovitti @robertochiovittiphotography Abiti: Antony Morato @antonymorato_official Underwear: •ES• Collection Milano @escollectionmilano www.escomilano.com Location: Axel Hotel Venezia

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GIORDANA ANGI

Giordana Angi confessa: “Trovo assurdo che nel 2020 ci sia ancora chi giudica un amore diverso solo perché omosessuale” di Antonio Palmentieri

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iordana Angi, cantante e autrice diventata famosa al grande pubblico per aver partecipato all’ultima edizione di Amici di Maria De Filippi, sogna di partecipare al prossimo Festival di Sanremo e grazie all’amore e alla libertà di amare chi si ama, proprio come ha fatto lei, oggi è una donna felice e non nasconde la sua omosessualità, anzi, la canta nel nuovo disco “Vorrei essere tua”. Com’è stato il tuo percorso ad Amici? In realtà è quello che poi dico anche a dei ragazzi che vogliono provare a fare quello che sto provando a fare io è che quando qualcosa fa parte della tua vita non è un lavoro, perché non lo sarà mai, per me la musica è un valore assoluto che prescinde dalla classifica perché lo farei comunque. Sicuramente ho avuto dei momenti difficili ma tutti i no e le porte chiuse in faccia non mi hanno mai demoralizzata. Ho lavorato anche come animatrice e in un call center ma non ho mai smesso di sognare la musica, è grazie alla scrittura che ho capito che la mia vita è una bella vita. Com’è il tuo rapporto con Alberto Urso, il vincitore di Amici? Sto bene con lui, è solare e l’amore per la musica ci accomuna tantissimo. Siamo amici e per lui, che è un musicista eccezionale, non avrei mai pensato di poter scrivere un brano, cosa che ho fatto.

Antonio e Giordana

Giordana Angi in “Amici Celebrities”

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ph. Francesco Prandoni

Giordana Angi

Amici ti ha dato tanta popolarità, ti sei chiesta come mai sei cosi amata? Mi stupisco ogni giorno del bene che mi vuole la gente e in questo la tv è stata fondamentale perché Amici ti permette di farti conoscere. Mi ero imposta di essere me stessa, nel bene e nel male, e credo che questo abbia fatto si che le persone da casa abbiano imparato a conoscermi veramente e me ne accorgo quando le guardo negli occhi, sento che mi conoscono davvero. Pensi a Sanremo? Ci andresti? Sì! Ci penso perché Sanremo è un palco importantissimo e si, un mio brano pronto c’è già! Se dovessi andare a Sanremo, chi ti piacerebbe portare nella serata dei duetti e con quale brano? Sicuramente una delle canzoni che più mi ha colpito è “Stiamo dove stiamo” di Mia Martini e Loredana Bertè e riproporrei questo brano in duetto proprio con la Bertè.

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Tiziano Ferro ha creduto in te da subito, che rapporto hai con lui? Lui è sempre molto carino con me. È stato un onore sin dall’inizio per me sapere che lui ascoltasse i miei brani e non solo, ho anche scritto alcune canzoni per lui che saranno nel suo nuovo album. E Laura Pausini? L’ho conosciuta ad Amici ed è li che mi ha chiesto di scrivere una canzone per lei. L’ho scritta e se la sentirete nel nuovo disco vorrà dire che le è piaciuta. Il tuo nuovo disco si intitola “Vorrei essere tua” a chi ti riferisci? L’istinto è quello di dedicare una canzone alla persona che amo. Nel brano “Sempre pronti a giudicare” si intuisce che tu sia stufa di chi giudica

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Giordana Angi e Ciro Ferrara in “Amici Celebrities”

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anche un amore che per alcuni ritenuto “diverso”? Spesso non si conosce e si giudica. Si vede un amore diverso e si giudica. Trovo assurdo nel 2020 parlare ancora di omosessualità, ma in alcune realtà questo è ancora un problema e mi sento in dovere di prendere una posizione in merito. C’è un tema portante nel disco? In realtà è l’amore che unisce tutte le canzoni. Mi sono resa conto di quanto sia importante per ogni individuo avere un rapporto a due. Quasi come se nel rapporto di coppia si riuscisse ad essere se stessi. Innamorandomi, è come se in me fossero esplosi mille colori da vivere attraverso il sentimento che poi è l’amore, banalmente è l’amore. Quando non sei impegnata in tv e sul palco come ami trascorrere la giornata? Amo alzarmi presto la mattina e andare a correre, mi aiuta a rilassarmi. Leggo, tanto, e mi prendo cura delle piante. Quando ho qualche giorno libero vado in campagna, lontana dal caos, e mi prendo cura di me. Riesci a dedicare anche tanto tempo all’amore? Si, l’amore è importante. Siamo tutti bisognosi di questo. Pensi mai al matrimonio, ti sposeresti? Perché no, sarebbe bello! Tu sei felice? Sì, molto e questo mio stato è dato dalle soddisfazioni che sto avendo in questo periodo. Quando sei sereno con te stesso riesci anche ad amare qualcun altro in maniera ancora più ampia. Dopo il successo di “ C A S A”, l’album d’esordio di Giordana, ecco il nuovo disco di inediti “Voglio Essere Tua”. Dieci tracce (di cui due in francese) in cui l’artista descrive in modo esemplare l’amore e le difficoltà della vita. Tra le tracce che consigliamo: “Le 4 Milano”, “Oltremare” “Sempre Pronti a Giudicare”.

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TAIWAN “Prima” in Asia

La destinazione è il primo Paese del Far East a riconoscere le unioni omosessuali. di Giorgio Riccitelli

di Mauro Fanfoni

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Taipei

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er lungo tempo meta segreta, l’antica Formosa fra tradizione e modernità, è balzata agli onori della cronaca per essere la prima nazione asiatica che ha legalizzato i matrimoni omosessuali: dopo che il parlamento ha fatto passare la legge, lo scorso Maggio, la sera stessa, si sono sposate ben 530 coppie, circa 190 uomini e il resto donne. Un grande giorno per il Far East, dopo decenni di forti discriminazioni, un passo avanti per tutti quelli che hanno dovuto rinunciare a vedere riconosciuti i propri diritti per molto tempo. E proprio di tempo ne è passato dal lontano 1949, quando l’esercito cinese di Chiang Kai Shek, messo in fuga dalle armate comuniste di Mao, trovò rifugio nella bellissima isola tropicale di Taiwan. Qui nacque la Repubblica di Cina, che preservò le antiche tradizioni cinesi, quali confucianesimo, taoismo, buddhismo, anche quando Mao scatenò la rivoluzione culturale, spezzando il filo millenario della cultura cinese. Oggi, un viaggio a Taiwan è un’occasione unica per

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immergersi nell’atmosfera della cultura tradizionale cinese che qui si è preservata al meglio, tanto che Taipei, la capitale, custodisce il meglio di ben 8000 anni di storia cinese come le meravigliose statue di terracotta di epoca Tang, la serie infinita di giade, ceramiche, suppellettili e oggetti della vita quotidiana delle corti imperiali: dopo l’invasione della Manciuria da parte dell’esercito giapponese, nel 1931, Chiang Kai Shek fece imballare e mettere al sicuro i pezzi più preziosi del museo della Città proibita che poi, nel 1949, finirono a Formosa. Solo per vedere queste meraviglie vale un viaggio. Ci sono poi le attrazioni più moderne come grandi città con i suoi centri commerciali e le sue infinite bellezze: dalle maestose montagne che sfiorano i 4000 metri alle immense piantagioni di banane e ananas, dalle praterie alpine circondate dalla neve alle foreste antiche dalla lussureggiante vegetazione, dalle sorgenti termali e bagni in stile giapponese ai templi cinesi, dai monasteri buddisti nascosti nei boschi ai villaggi aborigeni per terminare

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Taipei

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con le attrazioni ultramoderne. La destinazione perfetta, quindi, per chi ama la storia, il mare, la montagna, le grandi città o i piccoli villaggi. Un viaggio non può che iniziare da Taipei, capitale e hub d’ingresso al Paese. Centro culturale, economico e politico, è una città con un bel life style e ospita la più grande collezione di arte cinese del mondo, i tesori collezionati nei secoli dagli imperatori cinesi nel National Palace Museum. Il Night Street Market è un obbligo e rimane un’esperienza indimenticabile. Per ammirare uno straordinario esempio di architettura taiwanese il Long Shan Temple è una tappa da non perdere, cosi come il Tempio di Kuantu dove ogni 28 settembre si celebra la nascita di Confucio. Un must a Taipei, oltre al cambio della guardia al Mausoleo dei Martiri della Rivoluzione, è quello di salire su in cima alla terrazza panoramica del Taipei 101, il grattacielo simbolo moderno della città. Vicino alla capitale, la piccola Beitou, ospita acque sulfuree per un bagno rigenerante e salutare in uno straordinario contesto di pace. La natura straordinaria dell’isola può essere osservata esplo-

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rando il Parco Nazionale di Yangmingshan, un complesso vulcanico ricoperto dalla vegetazione e che domina Taipei, percorso da strade e sentieri tra praterie, fumarole e sorgenti calde. Altri centri urbani che meritano una visita sono Hsinchu, uno dei più grandi poli mondiali dell’industria high tech; Hualien, situata nei presso dello splendido Santuario dell’Eterna Sorgente che sovrasta le Taroko Gorge; Jiufen, ex centro minerario; Kaohsiung, la seconda città di Taiwan; Puli, punto di partenza per esplorare le meravigliose province centrali e lo straordinario Lago Sun Moon. Per finire Tainan, una delle città storicamente più belle e antica capitale dell’isola, ricca di palazzi e edifici storici. Tra i parchi naturali, tutti tutelati da una rigorosa politica ambientale, ci sono la Riserva Naturale di Sungshan e il Parco Nazionale del Kinmen, dove si possono ammirare incredibili scogliere, granitiche, a strapiombo sul mare. La destinazione e facile da girare: Taipei è perfettamente servita dalle linee della metropolitana, ci si sposta da un luogo all’altro tranquillamente in treno (superveloci) o in bus, i mezzi pubblici sono efficienti, in orario e con un’alta frequenza. Taiwan è una destinazione sicura per chi ama viaggiare “in solitaria” e i taiwanesi sono perso-

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ne molto disponibili, gentili, ospitali, riservati e rispettosi. Un altro punto forte della destinazione è il cibo: si può dire che qui è spettacolare anche per i palati più esigenti.

Taroko

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TIPS

Per quanto riguarda gli hotels a Taiwan c’è solo l’imbarazzo della scelta. La destinazione ha una vasta industria alberghiera, basata su una robusta domanda interna e su una altrettanto robusta domanda dai paesi vicini, soprattutto Giappone e Cina.

L’unico volo diretto dall’Italia a Taiwan è effettuato dalla compagnia taiwanese di bandiera China Airlines, che vola da Roma a Taipei con uno scalo a Nuova Delhi. Altre compagnie che hanno voli diretti dai principali hubs europei a Taiwan sono China Airlines, la seconda compagnia aerea taiwanese Eva Air e l’olandese KLM. Altre soluzioni da Roma e Milano convenienti sia per il costo sia per il ridotto numero di scali, sono i voli Singapore Airlines, Cathay, Malaysia Airlines, Thai Airways. Una soluzione economica è la malese Air Asia che vola da Londra Stansted o Parigi Orly a Taipei via Kuala Lumpur.

Per soggiorni inferiori ai 90 giorni non è richiesto il visto ma solo un biglietto di andata e ritorno, unitamente al passaporto valido. La corrente elettrica a Taiwan è a 110 V, la presa simile a quella americana. Non ci sono problemi per i moderni alimentatori per computers portatili e carica batterie per telefonini ma occorre avere un adattatore. L’Euro viene comunemente cambiato senza problemi nelle banche e sono accettate tutte le carte di credito.

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Seguendo la classica divisione in cucina cinese, cucina giapponese e così via, non è facile descrivere quello che si mangia a Taiwan: la sua è una storia lunga e complessa che si riflette anche sulla cucina. A Taiwan si può trascorere veramente la giornata a mangiare…

Dal punto di vista climatico, il periodo migliore per visitare Taiwan è l’autunno, quando le giornate sono calde e soleggiate ma asciutte. In estate fa molto caldo e Taiwan è spesso interessata da tifoni durante questa stagione.

Taiwan vanta un artigianato sorprendentemente ricco e vario, mentre invece i prezzi per gli articoli di informatica non sono sempre molto convenienti. Straordinarie le produzioni di ceramiche, vetro, legno, pietre da inchiostro, giada e pietre, ombrelli di carta e lanterne e abbigliamento: non vestiti tipo Chinatown, ma abiti eleganti, normalmente di seta, confezionati a mano da artigiani specializzati e squisitamente decorati, fatti da taiwanesi per le taiwanesi.

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I MITICI ANNI ‘80 di Alex Molla

Indimenticabili, irripetibili, dove soldi, consumismo, mode, dischi, concerti, radio e tv rappresentavano lo spaccato di vita di quegli anni, definiti dai genitori dell’epoca lo specchio degli anni ’50 e ’60, nella di Alex Molla moda, nella quantità di offerte lavorative, il bengodi. 40

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iamo in pieno periodo anni 80. La musica non è mai stata così splendente come non si sentiva dalla fine anni ‘60 inizio anni ‘70. Nelle classifiche di tutto il mondo regnavano grandi artisti come David Bowie, Prince, Simply Red, Simple Minds, Duran Duran, Spandau Ballett, Sting, Phil Collins, Queen, Dire Straits, Cyndi Lauper, Earth Wind and Fire, Elton John, Pink Floyd, Depeche Mode, Eurythmics, Kool and the Gang, Bon Jovi, Michael Jackson, Diana Ross, Wham, Aretha Franklyn, Dionne Worwick, Tina Turner, Cher, Gun’n’Roses, Metallica, Whitney Houston e la “Regina del Pop” Madonna. Durante l’apice del successo planetario dell’album prodotto da Nile Rodgers componente e produttore degli Chic e Duran Duran e in un futuro prossimo dagli anni 80 anche dei Daft Punk, “Like a virgin” di Madonna diventa uno “status symbol” per tutte le donne e ragazze del mondo. Ribelle, anticonformista e che si pone al pari degli uomini nel lavoro, nelle imprese, nel management, nella trasgressione, nel lesbismo al limite della censura dell’epoca e molto altro. Mentre in Italia nascevano i “paninari” a cui i Pet Shop Boys dedicarono appunto il brano “Paninaro” e i ragazzi vestivano Timberland, El Charro, Armani, Moncler, Chiodo, il mondo veniva rappresentato in tutto il suo splendore e non, in alcuni film diventati “cult movie” come “Flashdance”, “Top Gun”, “Footlose”, “Dirty dancing”, “Pretty Woman” e quello che ha rappresentato la vita quotidiana anni ’80: “Cercasi Susan Disperatamente” e perché non ricordare anche il film-trash “Sposerò Simon Le Bon”, anche lui è stato per il suo tempo un cult movie italiano. Non c’erano artisti divisi in categorie e tutti i ragazzi, ma proprio tutti, seguivano i loro “Music Idol”. La televisione di stato, la RAI, rompeva per la prima volta i propri canoni classici di televisione, ad esempio producendo e trasmettendo una versione tragi-comica de “I Promessi Sposi” con Marchesini, Lopez, Solenghi che fece ascolti record persino paragonati a quelli americani, per non parlare del concerto ritenuto dai cristiani dissacrante e trasmesso in diretta a settembre del 1987 di Madonna con “Who’s that girl World Tour” visto in “Mondovisione” da oltre 2 miliardi di persone. “Italians Do It Better” chi non se lo ricorda? Ma la magia di quel periodo in musica fu davvero molto for-

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Madonna

te ed ancora oggi ne traiamo ispirazione. La vita di tuti i giorni, la cultura, il bel paese che iniziava un nuovo re-styling, il grande ritorno dello stile anni 50 e 60 nelle famiglie italiane, una ventata d’aria fresca nel pianeta che era al massimo della sua vita economica e socio culturale. Non si badava a spese, il denaro circolava bene, le famiglie erano sempre più vicine tra loro, nascevano i giovani rampanti chiamati “Yuppies”. Milano, Rimini, Sanremo, Roma, Napoli, Reggio Calabria e tutte le altre città e paesi d’Italia, rinascevano e tornavano

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Prince

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ad essere splendenti come nel dopoguerra. In ogni dove c’era musica italiana, straniera.... I ragazzi si riunivano nelle piazze che popolavano fino a notte fonda. Nascevano i primi “Burghy” a Milano. Le discoteche raggiunsero il loro massimo splendore in questo decennio e la musica, la vera musica suona, si balla la dance, la disco, gli anni ’50 e ’60, ma anche il rock e addirittura verso metà della serata i lenti più forti del momento, un paio, non di più, ma un momento che dava lo spunto soprattutto

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ai ragazzi, di poter avere una buona occasione per conoscere nuova gente, nuove ragazze e ragazzi. C’era a maggio la trasmissione che precedeva l’intera estate con il ““Festival Bar”, il ““Disco per l’estate”. I negozi di dischi e di abbigliamento, fecero davvero una fortuna in questo periodo. I Paninari e le Madonnare, questo era lo spaccato italiano degli anni ‘80. “Cercasi Susan disperatamente disperatamente” riesce in tutto a raccogliere e spiegare al meglio la vita di tutti i giorni di quel periodo che non tornerà più e di cui abbiamo solo un unica vera Star che è riuscita a cavalcare l’onda senza mai scendere ed arrivare ai giorni nostri, Madonna. Può piacere, può essere odiata, ma davvero è l’ultima Icona di un periodo a cui in qualche modo e per certi versi, molti non sono riusciti a sopravvivere a livello socio-culturale-musicale. Apprezziamola perchè grazie anche a lei, molte battaglie sono state vinte, iniziano a scomparire le divisioni di popolo, razze, culture e orientamenti sessuali. “Deejay Television” trasmetteva i video dei nostri miti musicali. Si creavano fazioni di fans gli uni contro gli altri come: “Duran Duran” contro “Spandau Ballet”; “Vasco Rossi” contro “Madonna” e le sfide

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erano seguitissime ed epocali. Non esistevano i cellulari e le telefonate da casa erano lunghissime con i genitori dietro di te che cercavano di chiuderti il telefono giustamente dopo ore passate alla “cornetta telefonica”. Ma era l’unico modo di comunicare a distanza, perché a differenza di oggi ci si riuniva ed incontrava con la compagnia nelle piazze, tutti alla stessa ora nel pomeriggio e dopo cena. Si parlava di calcio, musica, amici e ci si organizzava per il weekend bevendo una coca cola, una birra e fumando una sigaretta. Ma la magia era lo stare uniti insieme a parlare tra persone e non tramite social che oggi servono molto, ma ci hanno allontanato gli uni dagli altri, spesso rendendoci per strada simil “zombie” senza guardare chi ci circonda , tantomeno dove si cammina. Entrare nel mondo degli anni ’80 significa passare un portale magico che ti catapulta in una realtà dove i valori erano veri, palpabili, c’era il rispetto e la musica non era un prodotto usa e getta come oggi, ma i dischi ed i singoli duravano mesi ed anni, con delle vendite strepitose. Comprare un disco significava essere proprietari di qualcosa che per noi aveva valore, toccavi con mano la musica sia in vinile che cd o cassetta. Aspettavi l’uscita del singolo perché per i fan voleva dire una copertina fotografica diversa e se compravi il mix, una versione più lunga della hit del momento che ascoltavi e riascoltavi perennemente sul tuo giradischi. Certo, si era omologati allo stile di vita dell’epoca, o eri paninaro o post punk o eri out. Forse in

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questo caso è meglio oggi, dove la libertà di vestirsi come più ci aggrada non dipende da un marchio ma da come preferiamo vestirci e sentirci a nostro agio. Nonostante i problemi che da sempre esistono, inquinamento, il disastro “Cernobyl” del 1986 purtroppo, il mondo negli anni ’80 rimane magico, c’erano e ci sono ancora, significati importanti come la pace nel mondo, la parità dei diritti per chiunque sulla terra, la scelta di vivere la propria vita come la si voleva, anche se oggi in questo abbiamo fatto passi in avanti enormi e le discriminazioni vengono sempre meno. Oggi essere Gay o Etero non è più visto come “alieno” e ognuno è libero di sentirsi ed essere comunque rispettato, come è giusto che sia. Certo ci sono ancora bigotti che la pensano diversamente, ma il futuro è nostro e questo piccolo gruppo di “malpensanti” cambierà idea, opinione, perché nasciamo e siamo liberi di pensare, agire e riflettere, sempre nel rispetto ed educazione nostra e degli altri. Mi spiace davvero molto che la comunicazione di oggi in ogni sua forma abbia perso la forza e la voglia di raccontare la nostra storia recente, soprattutto in musica dove purtroppo non esistono più programmi che parlano del nostro passato musicale e culturale che ci ha costruito e reso ciò che siamo e questo a discapito delle nuove generazioni dove purtroppo spesso non sanno chi sia Michael Jackson.

Vasco Rossi

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Francis Bacon Oedipus and the Sphinx after Ingres, 1983 Huile sur toile, 198 x 147.5 cm Collection Berardo, Lisbonne Š The Estate of Francis BaconAll rights reserved Adagp, Paris and DACS, London 2019 Š The Estate of Francis Bacon. All rights reserved. DACS Artimage 2019. Photo: Prudence Cuming Associates Ltd

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BACON EN TOUTES LETTRES Il rapporto della pittura di Francis Bacon con la letteratura in mostra al Centre Pompidou di Parigi. di Calogero Pirrera

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uella di Francis Bacon (1909, Dublino – 1992, Madrid), nato in Irlanda ma inglese d’adozione, è una delle esperienze artistiche più originali e personali del Novecento. Bacon ha rappresentato nella sua pittura una realtà alterata, disturbante e allucinata dimostrando, nonostante i multiformi approcci all’arte progrediti in quel secolo, che quello della pittura era ancora un linguaggio universale capace di esprimere senza limiti – né tecnici, né formali, né mimetici – le tensioni individuali dell’inconscio e dell’anima, in sostanza: il dramma dell’esistenza. La sua opera è stata spesso considerata come una rappresentazione figurativa della tragica condizione esistenziale dell’uomo del secondo dopoguerra, il martire eletto vittima di ansie e vicissitudini di portata drammatica, costretto a popolare una società perennemente disorientata dal susseguirsi velocissimo di diverse e divergenti trasformazioni ideologiche e culturali; nondimeno sarebbe più corretto affermare che la pittura di Bacon ha come argomento esclusivo l’esistenza in sé, un’esperienza di vita che diventa esperienza assoluta, piuttosto che una precisa e data esistenza storica. Protagonista della pittura di Bacon è infatti la figura umana, un’entità multiforme che viene scaraventata, o al contrario prospetticamente ben sistemata, in uno spazio che pare senza tempo, o forse sperduto, sospeso nel tempo. Un corpo nudo o vestito che ha un’apparenza tragica, desolata, deformata, angosciosa, composta da una

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Francis Bacon Study for Portrait (Michel Leiris), 1978 Huile sur toile, 35.5 x 30.5 cm Centre Pompidou, Paris Donation Louise et Michel Leiris © The Estate of Francis Bacon /All rights reserved Adagp, Paris and DACS, London 2019 Photo © Centre Pompidou, MNAM-CCI/Bertrand Prévost Dist. RMN-GP

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Francis Bacon In Memory of George Dyer, 1971 Huile et letraset sur toile, triptyque, 198 x 147.50 cm Fondation Beyeler - Beyeler Museum, Bâle © The Estate of Francis Bacon /All rights reserved / Adagp, Paris and DACS, London 2019 © The Estate of Francis Bacon. All rights reserved. DACS/Artimage 2019. Photo: Hugo Maertens

materia in tormento che rimane imprigionata in un movimento paralizzato, sdegnando la naturalistica tridimensionalità pre-cubista e facendosi specchio di un’angoscia psichica che, non volendo tacere, urla disperata. La pittura di Francis Bacon è protagonista di un’importante esposizione al Centre Pompidou di Parigi dove, attraverso il richiamo a diversi testi, si prende in esame il suo rapporto con la letteratura. I lavori presentati in mostra, distribuiti in sei sale che ne scandiscono il percorso, si concentrano soprattutto sull’ultimo ventennio di attività del pittore, esattamente dal 1971 al 1992 (anno della sua morte): vale a dire quando la sua arte fu segnata da una semplificazione stilistica e da un nuovo uso del colore che rese i suoi dipinti ancora più intensi. Si trattò di una nuova tensione cromatica che favorì, diversamente dai suoi primi anni di attività, l’utilizzo di colori sempre meno cupi e scuri e che si contraddistinse per una predilezione per tinte più fredde ma paradossalmente più vive, con l’adozione di una gamma cromatica più chiara e ricca di luce. Ciò viene testimoniato dalle diverse tonalità di azzurro ben rintracciabili in un’importante trittico in mostra: Three Portraits - Posthumous of George Dyer; Self-Portrait; Portrait of Lucien Freud del 1973; o ancora dalla protagonista

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Francis Bacon Sand Dune, 1983 Huile sur toile, pastel et poussière, 198 x147.5 cm Fondation Beyeler – Beyeler Museum, Bâle © The Estate of Francis Bacon /All rights reserved Adagp, Paris and DACS, London 2019 © The Estate of Francis Bacon. All rights reserved. DACS Artimage 2019. Photo: Prudence Cuming Associates Ltd

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Francis Bacon Triptych Inspired by the Oresteia of Aeschylus, 1981 Huile sur toile, chaque panneau 198 x 148 cm Astrup Fearnley Muse et fur moderne Kunst, Oslo © The Estate of Francis Bacon /All rights reserved / Adagp, Paris and DACS, London 2019 © The Estate of Francis Bacon. All rights reserved. DACS/Artimage 2019. Photo: Prudence Cuming Associates Ltd

centralità del colore rosa nel trittico In Memory of George Dyer, opera che il pittore dedicò al compagno suicidatosi nel 1971 proprio qualche giorno prima dell’inaugurazione di un’importante mostra monografica che il Grand Palais di Parigi dedicava alla sua arte. L’esposizione è costituita da circa sessanta opere tra cui dodici trittici e alcuni tra ritratti e autoritratti provenienti da importanti istituzioni, musei e collezioni internazionali. Ad accompagnare queste opere ci sono numerosi testi e frammenti letterari che svelano qualcosa in più sull’arte e sullo stesso concetto di creazione artistica di Bacon, così come l’inventario della sua biblioteca, realizzato dal Dipartimento di Storia dell’Arte e Architettura del Trinity College di Dublino, ci offre una panoramica esaustiva sugli interessi e le letture dell’artista. Questa esposizione ci fa conoscere il legame di Bacon con il senso del tragico di Eschilo (il pittore si ispirò al drammaturgo greco nel Triptych Inspired by the Oresteia of Aeschylus del 1981), con la filosofia di Friedrich Nietzsche e di Georges Bataille, e ancora con la poesia di Thomas Stearns Eliot, di cui il pittore, con il suo Triptych inspired by T.S Eliot’s poem, Sweeney Agoniste del 1967, cercò di emulare la costruzione frammentaria, nonché l’incastro di linguaggi e

Francis Bacon Portrait of G. Dyer in a mirror, 1968 Huile sur toile, 198 x 147 cm Collection Agnelli, Londres © The Estate of Francis Bacon /All rights reserved Adagp, Paris and DACS, London 2019 © The Estate of Francis Bacon. All rights reserved. DACS Artimage 2019. Photo: Hugo Maertens

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Francis Bacon Triptyque mai juin 1973, 1973 Huile sur toile, chaque panneau 198 x 147.5 cm Collection privée © The Estate of Francis BaconAll rights reserved/Adagp, Paris and DACS, London 2019 © The Estate of Francis Bacon. All rights reserved. DACS/Artimage 2019. Photo: Prudence Cuming Associates Ltd

di storie differenti, del poema The Waste Land pubblicato nel 1922. Come lo stesso Bacon ha avuto modo di specificare, l’ispirazione che le opere letterarie gli hanno stimolato non era legata tanto ai fatti e agli eventi narrati in quelle opere (e lo stesso atteggiamento ebbe nei confronti di altre fonti d’ispirazione come l’arte del passato, un ritaglio di giornale o una fotografia, che per il

pittore rappresentavano un punto di partenza e non l’espressione di un citazionismo fine a se stesso), quanto alla condivisione di un particolare universo poetico, uno stimolo per l’immaginazione che andava al di là delle contingenze della narrazione e che si poneva come interprete di sentimenti puri, essenziali, universali, che poi il pittore traspose in un’umanità allucinata che ancora oggi colpisce lo spettatore con la sua

Francis Bacon Triptych inspired by T.S Eliot’s poem, Sweeney Agoniste, 1967 Huile et pastel sur toile, 198 x 147 cm Hirshhorn Museum and Sculpture Garden - Smithsonian Institution, Washington © The Estate of Francis BaconAll rights reserved/Adagp, Paris and DACS, London 2019 Photography by Cathy Carver. Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Smithsonian Institution

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Francis Bacon Triptych, 1976 Huile sur toile, pastel et lettres en transfert , 198 x 147.5 cm Collection privée © The Estate of Francis Bacon /All rights reserved / Adagp, Paris and DACS, London 2019 © The Estate of Francis Bacon. All rights reserved. DACS/Artimage 2019. Photo: Prudence Cuming Associates Ltd

fortissima e modernissima potenza iconica. Raramente Bacon ha fatto una vera e propria trasposizione di un testo (è accaduto per Mirror of Bullfighting di Michel Leiris nel 1990), dal momento che la sua attenzione ricercava nella letteratura una vicinanza spirituale, una condivisione di concezioni come: la sfiducia verso i valori tradizionali dell’etica e dell’estetica, un’aspirazione alla liberazione da ogni forma di anacronistico idealismo e di bello ideale, e ancora l’adesione ad una visione necessariamente realistica della realtà e dell’esistenza; non ultima la mancanza di moralità o la ricerca di una moralità altra che, ad esempio, portò spesso Bacon a fare scelte anticonvenzionali e fuori dagli schemi se non esplicitamente provocatorie, come quella di rappresentare tematiche dichiaratamente omosessuali quando ancora la società non era pronta o disposta ad accettare l’amore e la sessualità consumata tra due uomini.

BACON EN TOUTES LETTRES a cura di Didier Ottinger catalogo pubblicato con il supporto di Francis Bacon MB Art Foundation 11 settembre 2019 - 20 gennaio 2020 Galerie 2 - Centre Pompidou, Parigi www.centrepompidou.fr

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Francis Bacon Study of a Bull, 1991 Huile sur toile, aérosol et poussière, 198 x 147.5 cm Collection Agnelli, Londres © The Estate of Francis Bacon /All rights reserved Adagp, Paris and DACS, London 2019 © The Estate of Francis Bacon. All rights reserved. DACS Artimage 2019. Photo: Prudence Cuming Associates Ltd

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Litorale romano - Santa Marinella

‘LIVE LIKE A LOCAL’

ROMA E LITORALE NORD

Gita gastronomica fuoriporta per turisti curiosi.

di Giovanna Ceccherini

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Litorale romano Fregene stabilimento Singita

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oma non necessita presentazioni. Visitarla è il sogno di una vita, per molti turisti esteri ed italiani. Tutti visitano Roma, pochi ne conoscono i litorali, come per la graziosa Fregene. Soprattutto dal punto di vista gastronomico. La cucina romanesca è di forte matrice popolare (tant’è che si suol dire ‘cucina romanesca’) ed agreste, ricca di materie di recupero e di influenze mediterranee. Senza dimenticare che la città di Roma è stata ed è la sede del cattolicesimo, crocevia di milioni e milioni di persone, quanto ha generato una cucina ricca di diverse influenze, tra le più poliedriche e sempre in evoluzione. Della cucina romanesca si racconta già in epoca imperiale: Marco Gavio Apicio scrive il De Coquinaria che è la più antica raccolta di ricette: dalla cucina povera delle taverne a quella lussuriosa delle ville patrizie. Con l’avvento della Controriforma, essa subisce il duro contraccolpo imposto dal digiuno e dalla peniten-

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Singita Fregene

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Modello: Thomas Valisano Location: Fregene Singita

za, per poi riprendersi con i bujaccari, antesignani delle moderne trattorie, caratterizzate da buon cibo e tanta convivialità. Dall’abbacchio alla porchetta, dai carciofi alla giudìa (il ghetto ebraico romano è stato per secoli uno dei più grandi d’Europa), alla coda alla vaccinara, alla trippa alla romana, alle animelle fritte, per arrivare alla pasta con ricette ormai internazionali, come l’Amatriciana e la Gricia, il cacio e pepe. Le influenze regionali, la presenza di una fiorente agricoltura ed allevamento (Agro Romano), un mattatoio cittadino come il Testaccio, che ha segnato profondamente la cucina di taverne e trattorie, a cui si rivendeva il ‘quinto quarto’ cioè le frattaglie e le interiora delle bestie macellate…. La cucina romanesca è questo: autentico legame con la terra, frugalità, forte identità locale e genuinità. Ristoranti come ‘La Sora Lella’, ‘Lo Scopet-

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taro’, ‘Trattoria Da Danilo’ ed il ‘Ba’ghetto’ ne sono stati riconosciuti i portavoce insigni, anche grazie a produzioni televisive come ‘4 Ristoranti’ di Alessandro Borghese, che ne ha sottolineato l’autenticità non solo nella tradizione dei piatti, bensì anche nella coerenza con arredi ed architettura. Il litorale alto laziale è una vera scoperta: ricco di storia e di voglia di crescita, di innovazione, di futuro. E’ qui che, con l’università della Tuscia si sta testando il ripopolamento dei crostacei, grazie al loro valore alimentare. Da citare la graziosa Santa Marinella, detta ‘la perla del Tirreno’ per le sue acque cristalline ed il prestigioso Castello Odescalchi, proprio sul litorale. Gli Etruschi avevano compreso l’importanza della cittadina portuale, per i commerci verso Cartagine ed i Romani vi edificarono poi il castello, originariamente del giureconsulto Ulpiano.

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Litorale romano - Santa Marinella

Il Castello Odescalchi è oggi location per grandi eventi e per celebrazioni nuziali. Alla sua base, il porticciolo turistico, che crea un’atmosfera particolarmente romantica, in particolare nel tardo pomeriggio quando una leggera brezza tiepida si alza dal mare. Anche la graziosa Fregene, sul litorale tirrenico, è un’autentica scoperta. Insediamento romano utilizzato come riserva di caccia e luogo di ristoro per i patrizi romani, raggiunge il suo splendore quando l’aristocrazia romana la scopre a partire dal 1930, viene incorporata nella tenuta di Maccarese guadagnando lustro e notorietà. Più avanti, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, sarà il cinema a consolidare il mito di Fregene. Molti i cineasti che ci vengono ad abitare. Fregene è poco conosciuta dal turismo attratto dall’accecante bellezza di Roma. Resta però il luogo nel quale convivere con l’autentica ‘romanità’, su spiagge lunghe e caratterizzate dai profumi della macchia mediterranea. Più a sud, invece si distingue un’autentica oasi naturistica:

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Carciofo alla giudia

la spiaggia di Capocotta, ben conosciuta dalla comunità gay e non, dalle acque cristalline. Insomma, ‘live like a local’ è un’esperienza da fare, approfittando delle spiagge mozzafiato che disegnano l’orizzonte romano, con il vantaggio di mangiare bene e quasi sempre in compagnia.

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IL MIX DIVERSITY&LOVE CREA ANCORA SCALPORE

Il mix disabilità, omosessualità e amore ha suscitato polemiche a livello mondiale: questa la ragione perchè “Morgan” non è stato distribuito in tutti i Paesi. di Andrea De Chiara

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l film “Morgan” ha suscitato polemiche a livello mondiale, ecco perché solo in Spagna, Francia e Germania è stato tradotto e distribuito con i sottotitoli: da dove ha origine questo ostracismo? Probabilmente l’amore gay (non ancora accettato da tutti) dove uno dei due componenti è disabile fa ancora più paura; questo film potrebbe servire ad abbattere i pregiudizi su questo tema: ripercorriamone i tratti salienti.

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Morgan (interpretato dall’attore americano Leo Minaya) è un giovane atleta omosessuale di New York che in seguito ad un incidente è rimasto paralizzato; nonostante le difficoltà quotidiane che quest’ultimo deve affrontare giorno dopo giorno, fa di tutto per tornare ad essere indipendente. Dopo diversi tentativi Morgan cade in depressione perché si rende conto di non riuscire neanche a compiere autonomamente le azioni

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quotidiane più semplici. Proprio quando Morgan sta per entrare nel tunnel dello sconforto più totale, ecco che inaspettatamente intravede una luce: la sua ancora di salvezza ha un nome e un volto: Dean Kagen (interpretato da Jack Kesy) un giovane agente immobiliare, conosciuto casualmente sui campi da basket. Quest’ultimo sta attraversando un periodo di confusione a causa della sua presunta omosessualità, e deve anche prendersi cura della madre gravemente malata. Da quel primo incontro nasce tra i due una stupenda amicizia che si trasforma in seguito in amore. Naturalmente l’inizio di questa relazione ha aiutato Morgan ad accettare la sua nuova condizione di persona paraplegica, Dean ha avuto modo di fare chiarezza sul suo orientamento sessuale una volta per tutte. La storia di Morgan e Dean racconta della loro “rinascita”, grazie anche alla forte intesa affettiva (non mancano i momenti di tenerezza e di difficoltà legate alla disabilità di Morgan). Proprio quando tutto sembra procedere a gonfie vele, una forte incomprensione provoca l’inevitabile rottura, causata dalla decisione di Morgan di partecipare a una gara pericolosa, su una bicicletta adattata, nonostante la contrarietà del suo fidanzato, per la quale si sot-

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toponeva ad un allenamento particolarmente duro. Come temuto da Dean, Morgan preso da un eccesso di zelo durante il training, è volato giù lungo una scarpata rischiando di morire sul colpo. Evitato il peggio e uscito dall’ospedale, quest’ultimo ha rivisto Dean pronto ad rioffrirgli il suo amore; Morgan dovrà scegliere se sognare di partecipare alle paralimpiadi o tornare nuovamente con Dean e quindi riportare l’amore nella sua vita. Quale sarà stata la sua decisione? La realizzazione del film “Morgan” non è stata facile in quanto rappresenta un costrutto di diverse e delicate tematiche da affrontare: dalla rappresentazione della condizione psicofisica di una persona che si trova su una carrozzina da un giorno all’altro, alla successiva rinascita senza falsi pietismi o eccessive allegorie di alcun tipo, passando poi per il percorso che generalmente si deve compiere per accettare il proprio orientamento sessuale, fino a trattare il tema dell’amore gay. Come del resto era prevedibile questo mix di argomenti ha suscitato non poche polemiche a livello mondiale; basti pensare che quest’opera cinematografica è stata tradotta e distribuita (ufficialmente) con i sotto titoli solo da alcuni paesi tra cui: Spagna, Francia e Germania.

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SEMPRE PIĂ™ +

Impegnata, genderless e con voglia di evasione di Marzio Freitas

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Vivienne Westwood

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opo la fashion week milanese e, a seguire, quella parigina si può iniziare a mostrare i tratti di quella che sarà la moda, ma non solo, nei mesi prossimi. A Parigi gli stilisti hanno espresso le loro differenti personalità sulle passerelle con alcuni che hanno mostrato e dimostrato le proprie direzioni impegnate sul nostro futuro come pianeta, sul principio di trasformare e riutilizzare capi inusati, l’etico, il sociale e la diversità. Noi ne abbiamo raccolte alcune di queste modalità, iniziando da Vivienne Westwood che ha approfittato della sfilata per accendere, bene e forte, i riflettori sull’impellenza ecologica e le ingiustizie globali, in un mondo completamente globalizzato e fuori controllo. Una collezione che ha spaziato tra nobili tenute vittoriane e look molto più umili, come per esempio le tuniche realizzate con pezzi di stoffa e frange di stracci. Oppure l’immagine stampata della tigre di Sumatra, specie in via di estinzione, il pesce gigante in tessuto portato in equilibrio sulla testa e il cappello a forma di nido di uccello per rammentare l’impatto dell’inquinamento sulla natura. Come dichiarato dalla Maison, gli abiti sono stati realizzati con tessuti fatti a mano in Mali, o dismessi da produttori italiani. Rimanendo sempre fedele alla sua impronta, etica e sociale, il designer

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Rahul Mishra

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indiano Rahul Mishra mixa due temi contrapposti: la crescita urbana delle megalopoli e la natura. Con le sue collezioni ha permesso a circa 300 ricamatori delle bidonville di Mumbai, con i proventi del lavoro svolto, di poter tornare a vivere nei loro villaggi insieme alle famiglie. Un vero e proprio inno alla “slow fashion” che insiste fortemente sull’importanza di aggiungere un valore durevole a degli abiti che raccontano una storia, attraverso un modello socialmente sostenibile responsabilizzando l’importante comunità artigianale dell’India agricola. Per chiudere la breve carrellata parliamo di Haider Ackermann, lo stilista di origine colombiana che ha presentato una collezione minimal, androgina e austera, dove donna e uomo si mixano tra loro come in una foschia lattiginosa. La sfilata è iniziata con una serie di look in giacca e pantaloni grigi, dove con fatica si distingueva l’unico modello woman. Il seguito della sfilata è proseguito sulla stessa scia per concludersi con la sera, dove lui e lei si vestono con completi kimono in seta jacquard con fodera nera, reversibili 2in1.

Haider Ackermann

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© Matteo Carnevali \ Save the Children

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BILBAO

la nuova meta gay friendly della Spagna La città che guarda al futuro e da il benvenuto a tutti. di Valentina Arca

Teatro Arriaga

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ilbao, città vivace, ricca di attrazioni culturali ed architettoniche, ben collegata ai principali aeroporti italiani, è la nuova meta spagnola più gettonata dalla comunità LGBTQ+. Fino a qualche decennio fa era una città industriale ma dall’inaugurazione del Museo Guggenhein di Gehry (1997), il circolo virtuoso di

di Mauro Fanfoni

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nuovi progetti ha letteralmente trasformato il capoluogo del Golfo di Biscaglia. E’ un centro dinamico e all’avanguardia dal punto di vista urbanistico e culturale a tal punto che alcune grandi “firme” del panorama contemporaneo hanno lasciato il loro segno rendendola una delle destinazioni più attrattive per gli amanti del design e dell’architettura.

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© Bilbao Turismo

© Bilbao Turismo

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Guggenheim Museum Bilbao

La città, ha una cultura tra le più antiche del mondo, specialità enogastronomiche, è circondata da un paesaggio meraviglioso con boschi e montagne, coste selvagge che si affacciano sull’Oceano Atlantico, ed ha una ridente comunità gay. Antico e moderno si amalgamano perfettamente e questo la rende una delle mete più appetibili per la comunità LGBTQ+. La storia dei diritti della comunità LGBTQ+ a

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Bilbao è iniziata nel 1978 quando ci fu la prima marcia per i diritti gay, in seguito nel 2003 i Paesi Baschi hanno riconosciuto la parità dei diritti per le coppie dello stesso sesso. Dal 2005 il matrimonio paritario è legale e nel 2012 è stata instituita una legge per la tutela delle persone Trans e Gender. Tutto ciò ha fatto sì che Bilbao il 19/09/19 fosse luogo della Prima Conferenza Atlantica LGBTQ+ in cui attivisti ed esperti hanno raccontato la realtà internazionale della comunità LGBTQ+. In questa giornata Bilbao e la provincia Biscaglia hanno voluto inviare un messaggio di solidarietà e come membri di EPOA, InterPride e IGLTA si impegnano per tutti coloro che vengono discriminati per amare qualcuno dello stesso sesso e per tutte le organizzazioni LGBTQ+ in Europa.

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TIPS © Bilbao Turismo

© Bilbao Turismo

Alcune compagnie che operano con collegamenti giornalieri dai principali aeroporti italiani: Vueling, Easy Jet e Iberia AirEuropa, Alitalia,

La maggior parte degli hotel gay friendly si concentra nel centro della città così da raggiungere facilmente a piedi le principali attrazioni turistiche.

© Bilbao Turismo

Il prossimo Gay Pride (18/07/20) sarà uno dei più originali al mondo: decine di barche arcobaleno sfileranno sul Ria passando di fronte alle grandi icone della città. Il programma è vasto con numerose star internazionali e nazionali. Zinegoak Film Festival è il festival internazionale del cinema LGBT creato nel 2004 come strumento di sensibilizzazione attraverso la cultura, il cinema e le arti dello spettacolo. Questo evento annuale si tiene di solito a febbraio a Bilbao e a marzo in diverse città basche.

Zenit Hotel bilbao.zenithoteles.com/it Ercilla Hoteles hotelercilla.com Hotel Gran Bilbao www.hotelgranbilbao.com/it Hotel Silken Indaut www.hoteles-silken.com/en/ hotels-destination-bilbao Hotel Domine y Mirò www.hoteldominebilbao.com Hotel Aranzasu aranzazu-hoteles.com/en

Bizitza. Nerbión Café Café La Merced Kasko Lamiak Cervecera Zabalburu Muelle Marzana Restaurante Lurrina Marzana Badulake El Balcón de la Lola Pin Up La Korrala High Pub Key

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© Nick Zonna

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rigini italiane, sorriso aperto, John Tanzella è il CEO e Presidente IGLTA, la sigla di International Gay and Lesbian Travel Association (Associazione Internazionale di Turismo Gay e Lesbico), che raggruppa agenti di viaggio, tour operator, hotel, bed and breakfast, enti del turismo, compagnie aeree o aziende comunque legate al mondo dei viaggi e dedicata al turismo gay e lesbian. Fondata nel 1983 a Fort Lauderdale, in Florida è presente con i suoi uffici nei 5 continenti: è la principale organizzazione di questo tipo nel mondo. Ambasciatore ufficiale dell’IGLTA in Italia è l’imprenditore Alessio Virgili. Tra i Gruppi multinazionali partners IGLTA ci sono Delta Air Lines, Disney Destinations, Hilton, Marriott International, BELMOND, Hyatt Hotels & Resorts, MGM Resorts International, Atlanta Convention & Visitors Bureau, Carnival Corporation, VisitDallas, Destination DC, Italian National Tourist Board, Los Angeles Tourism & Convention Board, Office de Tourisme Metropolitain Nice Cote d’Azur, Royal Caribbean Cruises LTD, Visit St. Pete/Clearwater, The Travel Corporation. Abbiamo incontrato John Tanzella in occasione della sua recente visita a Milano, pre Convention 2020, che si svolgerà, appunto, nella città meneghina. Mr Tanzella, Milano è alle porte della prossima Convention IGLTA, la 37ma, cosa si aspetta da questo evento in Italia? Sono molto entusiasta di Milano come location della nostra 37.ma Convention. Una città internazionale open mind, tra arte, moda, design e food. Grazie al Sindaco Sala, ENIT, Consolato USA a Milano e il nostro Ambasciatore Italy Alessio Virgili, siamo riusciti a portare per la prima volta in Italia questo evento che farà respirare ai nostri associati quante potenzialità turistiche e oltre ci siano nella destinazione Milano e Italia.

John Tanzella

JOHN TANZELLA Deus ex Machina IGLTA

Procedono i preparativi per la Convention IGLTA del prossimo Maggio 2020 che si terrà a Milano di Mauro Fanfoni

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Quale consiglio vorrebbe dare ai manager del comparto turistico italiano LGBTQ+? L’Italia è una destinazione importante per il turismo LGBTQ+. ENIT è nostro partner diffondendo il messaggio che l’Italia è LGBTQ+ friendly. Quello che mi sento di suggerire ai professionisti del comparto è di guardare IGLTA come ac-

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cesso a questo segmento turistico, fornendo più opzioni ai nostri tour operator/agenti di viaggio per vendere al meglio il prodotto Italia. Italia destinazione gay friendly, qual è secondo lei la visione dall’estero del nostro Paese? L’Italia ha fatto molti passi avanti e rimane uno dei Paesi più ambiti da conoscere per la comunità LGBTQ+ anche se la percezione che i visitatori hanno, in fatto di accoglienza dell’Italia, non è molto positiva. Uno degli obiettivi della Convention sarà anche questo: cambiare la percezione da parte degli associati che a loro volta venderanno il prodotto Italia.

Ci sono nuove memberships in arrivo? Su questo campo lavoriamo in continuazione: in costante workingprogress per offrire il meglio sul mercato. Stiamo lavorando all’inserimento dei B&B perché abbiamo compreso che sono una necessità, principalmente per il viaggiatore singolo o di coppia che desidera ritrovare il proprio calore domestico pur spendendo quanto un hotel. Se dovesse descrivere il turista tipo IGLTA e le sue motivazioni di viaggio come lo descriverebbe?

John Tanzella e Alessandro Cecchi Paone

© Nick Zonna

Cerchiamo di far comprendere ai nostri lettori: in che modo IGLTA supporta il turismo LGBTQ+? La nostra organizzazione fondata nel 1983 è nata come supporto alle agenzie di viaggio per garantire ai propri clienti una vacanza sicura e piacevole. Oggi, a 36 anni di distanza proseguiamo a farlo in modo più ampio e in maniera globale. All’inizio i membri del nostro business erano solo quelli del sud della Florida: oggi abbiamo membri in circa 80 Paesi e comprendono agenzie di viaggio, guest house compagnie aere e croceristiche, tour operator, giornalisti specializzati, blogger, hotel, uffici del turismo. Contribuiamo al turismo LGBTQ+ attraverso il nostro portale dove presentiamo promozioni e presentazioni mirate ad hoc, attraverso gli uffici di Londra, Madrid, Parigi, Capetown e San Paolo, oltre a quella dei nostri “Ambasciatori IGLTA” sparsi per il mondo che fanno da trait d’union tra i vari Paesi e il nostro head quarter in Florida.

John Tanzella, Beppe Sala e Alessio Virgili

L’ultima Convention dello scorso Aprile a New York ha delineato una situazione molto chiara e che si riferisce al 2018. Il 69% comunità LGBT dichiara che preferisce soggiornare in hotel LGBTQ-welcoming e la Generazione X lo scorso anno ha superato i Millenials e i Baby Boomers per numero di viaggi effettuati in un anno arrivando a 6.5 viaggi. Il 64% mette al primo posto, quando sceglie la destinazione di viaggio, che si tratti di una meta sicura per un viaggiatore LGBTQ mentre l’84% non sceglierà una destinazione dove la comunità LGBT+ locale è trattata male, non supportata. C’è da tenere presente che i visitatori LGBTQ+ per gli eventi spendono più notti nella destinazione rispetto ai viaggiatori leisure o business. Il 55% dei viaggiatori LGBTQ effettua viaggi a prezzi medio-alti, il 78% aderisce e ne fa uso ad un programma Frequent Flyer, il 55% è interessato ad una crociera charterizzata per la comunità LGBTQ+, il 56% ha effettuato una prenotazione di auto a noleggio negli ultimi 12 mesi, il 45% gay e il 28% lesbiche dichiara di aver scelto una destinazione per la gay scene e gli eventi LGBTQ+, il 69% ha prenotato sul sito dell’hotel, 48% su una OLTA e il 38% su Airbnb, il 54% aderisce a un programma fedeltà alberghiero e per concludere l’Italia è al 5° posto dopo Gran Bretagna, Francia, Spagna, Germania per visitatori LGBTQ+ americani .

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MONTGOMERY CLIFT Il più lungo suicidio nella storia del cinema di Giorgio Riccitelli

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Elizabeth Taylor e Montgomery Clift Un posto al sole

ollywood, stelle che salgono e altre che cadono. Ne abbiamo viste tante nel corso degli anni: incidenti sul set, dipendenze fatali, morti improvvise, fino a suicidi che hanno lasciato un segno nel pubblico. Una delle storie più dolorose e struggenti nella Hollywood “classica” è quella del divo Montgomery Clift: nato a Omaha il 17 ottobre del 1920, salito alla ribalta grazie a talento e presenza elegante, con un viso delicato e capace di incarnare dal principio il nuovo filone di personaggi giovani e tormentati in cui gli fecero da successori tra tutti James Dean e Marlon Brando. Ed è proprio a quel volto che parte la disperazione di un uomo cui fu strappata la propria carriera in una notte di primavera, un incidente che se non fu mortale per l’attore, lo fu di certo per la sua anima. Era il 12 maggio del 1956 e l’attore rientrava da un party che aveva organizzato la sua cara amica Liz Taylor nella sua casa insieme al secondo marito Michael Wilding. Una festa che la star lasciò prima che terminasse, consumando un solo bicchiere di vino. Anche il suo amico Kevin McCarthy abbandonò la serata in contemporanea, assistendo al tragico incidente che fece sbandare Montgomery Clift con la sua macchina: un momento di paura che vide l’auto avanzare in maniera incoerente fino a fermarsi su un palo, facendo sbattere l’attore al suo interno e causandogli le ferite che segnarono l’inizio di un percorso verso l’inferno. Montgomery Clift non riuscì più a supera-

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Ricordatevi che sono un uomo deluso, senza amore, senza pace, in continua lotta con se stesso e col suo destino Montgomery Clift

re le conseguenze di quella serata, iniziando ad assumere alcol e droghe, che andarono ad aggravare il suo stato emotivo già minato dal dover nascondere la propria omosessualità. Uno squarcio, quello sulla guancia sinistra, che gli tagliò la parte laterale del labbro, paralizzando parte dei muscoli di quel lato della faccia. Un dolore perenne nell’anima con cui l’attore fu costretto a convivere fino alla sua morte, e definito “il più lungo suicidio della storia del cinema” dal fondatore dell’Actors Studio Robert Lewis, amico dell’attore, Dal momento del fatidico incidente fino alla con-

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clusione della propria vita, per Montgomery Clift tutto cambiò: il viso da poeta, com’era stato definito in precedenza, divenne il riflesso di quella fatidica notte, rallentandogli la convocazione per nuovi ruoli, non solo, per le cicatrici visibili ma per suo atteggiamento autodistruttivo e poco professionale, peggiorato da una depressione che diventò, con gli anni, sempre più oppressiva. Molti i film interpretati dall’attore. Il suo esordio nel 1948 in Odissea tragica di F. Zinnemann, aggiudicandosi subito una candidatura all’Oscar, cui fa seguito Il fiume rosso di H. Hawks, nella parte del figlio antagonista di John Wayne. Dopo aver sostenuto la parte di un pretendente avido e senza scrupoli in L’ereditiera di W. Wyler del 1949, Clift evidenzia, in Un posto al sole di G. Stevens del 1951, il prototipo dell’eroe negativo, che sfocerà poi in una serie di caratterizzazioni in cui predominano come denominatore comune il silenzio e l’introversione. Fratello maggiore di Marlon Brando e James Dean, e allievo, come loro dell’Actors’ Studio di New York, Clift incarna la gioventù americana del dopoguerra,

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Elizabeth Taylor e Montgomery Clift

con le sue ansie e i suoi sbandamenti, le sue frustrazioni e i suoi fallimenti affettivi e sentimentali. Il suo atteggiamento non denota però né sfida né provocazione, bensì un malessere che stenta a esprimersi a parole e trabocca invece dai lineamenti del volto e dallo sguardo luminoso e sfuggente a un tempo. E durante

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le riprese del film di F. Dmytryck L’albero della vita del 1957 che l’attore ha il fatidico incidente. Notevole la sua interpretazione del sacerdote vincolato all’etica religiosa in Io confesso di Hitchcock, così come quella dello psichiatra che salva Elizabeth Taylor in Improvvisamente l’estate scorsa di J. L. Mankiewicz del 1958, adattamento cinematografico di una delle più perverse opere di Tennessee Williams, è un’opera intrisa di temi scottanti quali l’omosessualità e la follia, i cui contorni furono qui sfumati dallo stesso Williams e dallo sceneggiatore Gore Vidal. Una straordinaria Katharine Hepburn interpreta l’aristocratica Violet Venable che vuole sbarazzarsi attraverso una lobotomia della nipote Catherine, Elizabeth Taylor, ritenuta pazza in seguito alla morte, durante le vacan-

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cita inseguì suo cugino per le vie del paese dove si trovavano in vacanza, dilaniandolo e divorandolo. Il segreto che tormentava la quiete interiore della ragazza esplode prepotentemente dalla sua memoria, sconfiggendo la superbia di Violet che, incapace di sopportare il peso della verità, impazzisce. Negli anni a seguire le apparizioni di Montgomery Clift diventano sempre più rare e non sempre i film in cui accetta di partecipare meritano la sua presenza. Importante è il suo contributo in Fango sulle stelle di E. Kazan del 1960 e a due film di J. Huston, Gli spostati del 1961 e Freud, passioni segrete del 1962, nei quali la sua recitazione affina e approfondisce quel tono d’intensa drammaticità presente nell’attore sin dagli esordi. Montgomery Clift muore di un attacco cardiaco nel suo appartamento a New York il 23 luglio 1966 all’età di soli quarantasei anni. Un interprete che ha regalato al mondo del cinema una lunga serie di ruoli indimenticabili, un’icona che il pubblico ricorda sempre, con o senza le sue cicatrici, con e senza quella sofferenza nell’anima che l’ha seguito per un lungo tratto della sua vita e che l’attore ha trasportato, involontariamente, sul grande schermo.

ze estive, del cugino Sebastian, unico e adorato figlio della signora Venable. La ragazza, infatti, potrebbe custodire una verità che costerebbe cara alla fama e alla rispettabilità della nobildonna. I colloqui con lo psichiatra Cukrovicz, Montgomery Clift, lasciano emergere, che Catherine, traumatizzata, non sia pazza e, nel corso di un confronto con l’anziana madre di Sebastian, la verità uscirà dalle sue labbra in tutta la sua crudezza. La censura proibì di pronunciare la parola “omosessualità”, e di dare un volto al personaggio di Sebastian, che, infatti, appare solo di spalle. La regia di classe di Mankiewicz riuscì a costruire un’atmosfera d’isterismo infuocato quando Catherine inizia a mettere a fuoco i propri ricordi, rivelando che un’orda infero-

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COURTESY SCENE FILM Columbia Pictures Corporation, Horizon Films, Academy Productions, Camp Productions

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GOFFA E TENERA

SU NETFLIX C’È “SPECIAL”

E IL MONDO LGBT DA ORA IN POI NON SARÀ PIÙ LO STESSO

Una serie tv per tutti quei ragazzi che su Grindr si sentono invisibili. di Carlo Lanna

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ell’ultima decade l’universo LGBT è stato rappresentato diverse volte. Più spesso si è dato spazio al suo lato più estroso, più forte, più crudo, a quello più spassionato e a quello più oscuro. Oggi però c’è un’inversione di tendenza. La realtà di tutti giorni, e soprattutto la comunità arcobaleno, ha bisogno di essere rappresentata al di fuori dei luoghi comuni e senza quei falsi perbenismi che, il mito di Queer As Folk, ha lasciato in eredità. E in un contesto del genere, una serie puramente LGBT trova un raggio d’azione ben più ampio, e riesce a emergere in un affollato contesto mediale. Come è avvenuto per Special. È una serie tv che è distribuita a livello globale sulla piattaforma di Netflix. Disponibile dalla scorsa primavera, con poche e semplici mosse, l’adorabile comedy creata, prodotta e interpretata da Ryan O’Connell, si è dimostrata un successo senza eguali, una perla rara da gustare tutta d’un fiato. Basata proprio sull’autobiografia dell’attore protagonista, Special racconta la storia di un ragazzo omosessuale, affetto da una lieve paralisi celebrale, che stanco di vivere una vita fatta di orari e una sonnolenta routine, decide di prendere in mano la situazione. Una piccola bugia porta Ryan a confrontarsi con il mondo esterno, con il mondo del lavoro e con gli amori passeggeri. Una realtà che il giovane non ha mai conosciuto, di cui comincia però ad apprezzare i suoi pro e tutti i suoi contro. Special è una di quelle

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serie tv che scaldano il cuore, perché con la sua ironia fresca e pungente, regala uno sguardo schietto e sincero sul mondo omosessuale e su quello delle disabilità. Nessun melodramma, solo la voglia di raccontare una storia diversa su quanto può essere bella la vita, se vissuta fino in fondo e senza nessun limite. Special è un’ode per gli invisibili, per quei ragazzi che potrebbero non essere belli esteriormente ma che hanno un carattere forte e tanta voglia di assaporare tutte le sfumature della propria esistenza. La serie di Netflix mette al centro della narrazione proprio quel tipo di ragazzo, senza frasi banali, senza perbenismi e senza moralismi: raccontando la vera realtà dei fatti. L’unica pecca? Gli episodi durano troppo poco. Si attendono conferme per una seconda stagione.

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LA NARRATIVA LGBT

UN FENOMENO DA (RI) SCOPRIRE Perché è bello leggere tutte le sfumature dell’arcobaleno. di Carlo Lanna

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l mondo della letteratura di oggi è in continuo movimento, in un sottobosco diviso fra i puristi del libro cartaceo e gli amanti del formato digitale. I dati parlano chiaro, ma non sono del tutto attendibili. Si afferma che si legge di meno ma si produce di più, aprendo così un divario fra chi è fedele a un buon libro e chi invece cerca di esplorare nuovi orizzonti culturali. Eppure la narrativa di genere, come il romance puro e tutte le sue sfumature (soprattutto quella Male to Male), da qualche anno a questa parte, sta vivendo un periodo di rinascita. Molte sono le case editrici di medio raggio che hanno portato in auge il gay romance in Italia. Complice una produzione americana, francese e inglese di grande spesso-

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re, sono sconfinati i romanzi di questa categoria che arrivano nei nostri store. Case editrici come la Dreamspinner Press, Triskell edizioni, Quixote edizioni e Hope Edizioni, hanno fatto conoscere ai lettori italiani una vasta gamma di romance LGBT degni di nota che, nel tessuto dei social network, hanno trovato un pubblico assai vasto. Anche se i testi sono dedicati prettamente a una fascia di lettrici donne, la narrativa Male to Male sta prendendo piede anche fra il pubblico maschile, complice una produzione italiana di romanzi molto intriganti che non hanno nulla da invidiare alla controparte anglofona. ono molti i titoli degni di nota, ma fra quelli che sono stati pubblicati negli ultimi mesi, uno in particolare brilla su tutti. Si tratta di “Non Tentarmi”, primo vero romanzo erotico della prolifica Newton Compton edizioni, scritto dalla Ella Frank, a sua volta primo volume della “Tempation series”. La storia di Tate, barista divorziato dichiaratamente etero che si invaghisce del sexy e spregiudicato Logan, è un romanzo di stile che, con i suoi pregi e difetti, conferma la grande potenza della letteratura arcobaleno. Fra le pagine di questo romanzo così sfacciatamente piccante, si legge di una passione che diventa amore, che lotta

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contro le le imposizioni di una società ancora poco incline ad accettare l’omosessualità. E proprio in queste particolarità che si legge l’importanza della narrativa di genere. Perché è bello leggere tutte le sfumature dell’arcobaleno? Romanzi come “Non Tentarmi” sono la specchio della realtà in cui viviamo. Si vive rincorrendo il proibito, si cerca costantemente l’appagamento sessuale e si sogna l’amore, quello vero, quello vibrante, che colpisce violento come un pugno nello stomaco.

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© Vancho Dzambaski

IL COMING OUT DELLA MACEDONIA Il 29 giugno 2019 si è tenuto il primo gay pride di Skopje nella storia della Macedonia del Nord. È uno dei cambiamenti epocali (positivi) registrati dal giovane Paese negli ultimi anni. di Giovanni Vale e Jelena Prtorić

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© Vancho Dzambaski © Vancho Dzambaski

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er me è stato il giorno più bello. Ad un certo punto eravamo quasi 2mila persone, tutti erano contenti e c’era un gran senso di libertà». Pavle Bogoevski, giovane attivista ed ex deputato al parlamento di Skopje, racconta con queste parole il primo gay pride della storia della Macedonia del Nord. Lo scorso 29 giugno, la capitale della giovane repubblica balcanica è stata attraversata da un lungo corteo colorato, in una manifestazione che si è svolta senza incidenti e alla quale hanno partecipato anche alcune figure politiche di rilievo.

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Per la Macedonia del Nord, si tratta di un altro evento epocale, dopo che negli ultimi anni, il paese ha visto la fine del regime di Nikola Gruevski (il Primo ministro al potere dal 2006 al 2016, scappato in Ungheria nel 2018 per sfuggire alla giustizia) e ha risolto una controversia con la Grecia durata quasi trent’anni (la repubblica ha cambiato nome a livello internazionale: da FYROM è diventata Macedonia del Nord). «Vedere tante persone al gay pride mi ha riempito di orgoglio, perché cammina-

Gay pride- di Belgrado

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© Vancho Dzambaski © Vancho Dzambaski

vano senza paura», ricorda Bogoevski. Attivista e politico poco più che trentenne, Pavle Bogoevski ha attraversato tutte le tappe che hanno portato all’organizzazione del primo gay pride in Macedonia. Dalla «settimana dell’orgoglio» del 2013 (durante la quale il centro LGBTQ fu prima preso a sassate e poi incendiato) alla formazione della «Rete nazionale contro l’omofobia e la transfobia» nel 2014. Nel 2016, poi, ricorda Bogoevski, «gli attivisti LGBTQ sono stati in prima fila nelle manifestazioni che hanno portato al cambio di governo». Il 2016 è stato l’anno del cambiamento per la Macedonia. Dopo dieci anni di governo, il Primo ministro conservatore Nikola Gruesvki è stato travolto dagli scandali. Si è scoperto, tra le altre cose, che il suo esecutivo aveva intercettato le telefonate di 20mila cittadini (tra cui anche l’ambasciatore italiano). Sono seguite delle proteste di piazza e infine una mediazione tra governo e opposizione che si è risolta con delle elezioni anticipate, vinte dal partito socialdemocratico. Finito sotto inchiesta per diversi capi, Gruesvki è scappato in Ungheria.

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In questo contesto, la Macedonia ha registrato dei progressi notevoli su molti dossier, tra cui quello della tutela dei diritti LGBTQ, su cui la giovane repubblica ex jugoslava, indipendente dal 1991, aveva ancora molto da fare. Skopje aveva infatti depenalizzato l’omosessualità appena nel 1996 (e dopo pressioni internazionali), mentre altri paesi della regione - come la Slovenia, la Croazia o il Montenegro - lo avevano fatto ancora nel 1977. Mancava poi una legge contro le discriminazioni sessuali e di genere. Ci si è arrivati nella primavera del 2019. Oggi, il paese rimane ancora uno dei peggiori in quanto a diritti LGBTQ secondo la classifica di ILGA-Europe (anche se fa comunque meglio dell’Italia), ma il primo gay pride ha marcato una tappa importante. «Penso si possa dire che il gay pride è stato il momento più felice della Macedonia negli ultimi tre anni», afferma Antonio Mihajlov, del comitato organizzativo «Skopje Pride». «Abbiamo aspettato più di un anno affinché ci fosse il contesto politico favorevole, ma il risultato è stato sopra alle aspettative», assicura Mihajlov.

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Pavle Bogoevski

Non soltanto ci sono state «quasi 2mila persone», ma ha partecipato anche la cantante macedone Tamara Todevska esibendosi con la sua ultima canzone arrivata all’Eurovision 2019 (Proud), mentre la ministra degli Affari sociali ha tenuto un discorso dal palco principale. Altri politici hanno poi sfilato tra gli attivisti, mentre «il governo ha sostenuto il gay pride comunicando sui propri social network», conclude Antonio Mihajlov, soddisfatto del risultato del primo gay pride macedone, organizzato da un piccolo manipolo di 7 persone.

Non è mancato però qualche bemolle. Non soltanto una contromanifestazione è stata organizzata da preti di varie fedi cristiane e da membri della comunità musulmana, ma a margine dell’evento c’è stato anche un attacco fisico. «Dopo la parata, uno dei nostri attivisti è stato aggredito mentre con alcune amiche faceva ritorno a Skopje dal lago artificiale che si trova poco fuori la città», racconta Antonio Mihajlov. Il ragazzo è stato picchiato al volto ma fortunatamente la polizia, che si trovava nei dintorni, è intervenuta in fretta. Si tratta di un’eccezione rispetto a quanto normalmente registrato in Macedonia, un paese dove gli attacchi fisici alle persone LGBTQ sono rari (ne sono stati registrati sei nel periodo 2012-2014 e da allora più nulla), ma fa capire quanto sia ancora lontana una piena e serena accettazione dell’omosessualità nel paese. Per la Macedonia del Nord, che aspetta di poter iniziare i negoziati di adesione con l’Ue nei prossimi mesi, si apre comunque un nuovo capitolo della propria storia.

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What S App

a cura di Giovanni Blasi

SAS Survival Guide

SAS SURVIVAL GUIDE Questa app è la versione gratuita della SAS Survival Guide completa. Basato sul best-seller di milioni di copie, questa fantastica app gratuita è un vero e proprio manuale di sopravvivenza contenente centinaia di consigli pratici utili. Scritta dall’ex soldato e istruttore SAS John “Lofty” Wiseman, questa applicazione offre una serie di tecniche per la sopravvivenza nella natura selvaggia.

FLIGHT AWARE FlightAware è un software di aviazione globale e società di servizi dati con sede a Houston, Texas, Stati Uniti. La società gestisce un sito web e applicazioni mobili che offrono il monitoraggio gratuito del volo di aerei privati e commerciali in tutto il mondo. È possibile ricevere avvisi di volo di notifica push in tempo reale, visualizzare i ritardi ancor prima di arrivare in aeroporto, vedere i voli nelle vicinanze. L’autorizzazione ad accedere ai propri contatti è utilizzata solo quando si sceglie di creare un avviso di volo da inviare a un’altra persona. Con questa applicazione non è più necessario scaricare le app dei vari aeroporti o linee aeree.

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Flight Aware

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ENDEL FIRMA CON WARNER: L’IA CHE FA MUSICA Negli ultimi anni l’intelligenza artificiale è entrata con sempre maggiore prepotenza nel mondo della musica. Da Spotify che determina ciò che ascoltiamo in base ad algoritmi, alle playlist che guidano il processo creativo degli artisti, la tecnologia potrebbe presto rendere lo stesso fare musica un’attività obsoleta. Endel, che è stata creata in Giappone, è la prima App ad aver firmato per una label, Warner Music Group. I paesaggi sonori rilassanti di Endel sono alimentati da un algoritmo e generati dalla macchina in tempo reale, in conformità alle condizioni immediate come posizione, fuso orario, meteo e frequenza cardiaca. Completamente allineati ai ritmi circadiani, questi ambienti sonori personalizzati sono costituiti da rumore, ritmi e melodie che hanno il fine di metterci di buon umore, di aumentare la nostra concentrazione, di favorire il rilassamento e il sonno. *Modalità Relax: calma la tua mente per creare sensazioni di comfort e sicurezza * Modalità messa a fuoco: aumenta la produttività

Endel

aiutandoti a concentrarti meglio * Modalità Sleep: ti lenisce in un sonno profondo con suoni delicati e delicati *Modalità On-the-Go: si adatta al tuo ritmo personale quando sei fuori (e ottimo per la meditazione dinamica) Endel è disponibile per iOS, Android e Amazon Alexa. L’app richiede l’autorizzazione per località e fuso orario per personalizzare i paesaggi sonori. Si può utilizzare a casa, al lavoro o in movimento per rilassarsi, concentrarsi e ridurre al minimo le distrazioni e l’ansia. Tutte le modalità sono disponibili offline.

Endel

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ELOGIO DEL a cura di Giovanni Blasi Indigo Lock Questo lucchetto è forse il più sicuro e pratico perché non richiede chiave ma solo la tua impronta digitale per il blocco/sblocco. Consente fino a 10 impronte diverse memorizzabili per cui tutta la famiglia può condividerne facilmente l’apertura/chiusura. Fino a 3000 aperture/chiusure di autonomia. La durata della batteria è a lunghissima scadenza e comunque si ricarica in un attimo tramite anche un semplice power bank. È ricaricabile tramite porta Type-C. Indigo Lock

eelo Cyglo Ciclisti di tutto il mondo, ora potrete viaggiare in completa sicurezza. eelo Cyglo è uno zaino pensato proprio per voi. Infatti esso consente la vostra protezione grazie a un display LED e nastro riflettente. Sul display vengono visualizzati a scelta 4 segnali (si impostano wireless attraverso il telecomando sul manubrio della bici): svolta a destra e sinistra, segnale di pericolo e icona del ciclista. In nylon pieghevole e resistente all’acqua ha batteria ricaricabile con durata 20 ore. Lo zaino è leggero e resistente all’acqua.

eelo Cyglo

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superfluo Kindle Paperwhite A tanti di noi, soprattutto durante la stagione estiva, piace rilassarsi e prendendo il sole magari a bordo di una splendida piscina in compagnia di una bella lettura. Così Amazon ha ideato il Kindle Paperwhite resistente all’acqua dolce. Infatti il nuovo Kindle è resistente all’acqua con livello di protezione IPX8, quindi può resistere a un’immersione accidentale in acqua dolce fino a 60 minuti a una profondità di 2 metri. Inoltre è più sottile e leggero, con uno schermo da 300 ppi per leggere come sulla carta stampata e senza riflessi, anche alla luce diretta del sole. Inoltre una singola ricarica può durare settimane intere.

Kindle Paperwhite

Maschera Naptime Questa maschera permettere di tenere traccia delle tue onde cerebrali in tempo reale con i sensori EEG e la tecnologia di apprendimento automatico. Indossandola potrai rilassarti ascoltando la musica adatta, dormirai comodamente grazie al controllo intelligente del volume e ti sveglierai nel momento giusto del tuo ciclo del sonno. Il design ergonomico della visiera e degli auricolari che si adatta comodamente al tuo viso è fatto di una eco-pelle di alta qualità che gli conferisce un aspetto delicato e offre un’esperienza piacevole.

Maschera Naptime

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What s INN a cura di Giovanni Blasi MANTA RESORT

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l Manta Resort è situato nell’Oceano Indiano al largo della costa della Tanzania sulla punta nord occidentale di Pemba Island. La sua splendida spiaggia bianca, che si affaccia sulle acque limpide del canale di Pemba, è tra le più belle di tutto l’arcipelago di Zanzibar. Presso la struttura si possono praticare snorkeling, immersioni, escursioni in canoa in barca. Per i più fortunati c’è la possibilità di alloggiare in una camera galleggiante su tre piani. La parte che emerge in superficie è rivestita di legno ed è composta di salotto e bagno posti a livello del mare. Salendo le scale si accede al tetto attrezzato come zona relax per prendere il sole di giorno e guardare le stelle di notte. Scendendo le scale si giunge nel livello subacqueo, dove il letto occupa una stanza circondata a 360° da vetrate. Ecco il sogno diventare realtà, la vista è stupenda perché da questa camera si possono ammirare coralli coloratissimi, pesci pipistrello, polipi, calamari, ballerine spagnole e persino delfini. Sarà veramente incredibile scivolare nel sonno immersi in questo sogno.

Manta Resort

Manta Resort

VILLA ESCUDERO

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uesto resort delle Filippine si trova vicino alla cittadina di San Pablo (a circa 90 chilometri da Manila). Il ristorante, Waterfalls Restaurant, è la vera attrazione del Resort per la sua insolita caratteristica che crea un effetto visivo davvero unico. Infatti, sorge in riva alle cascate Labasin che scorrono bagnando i piedi di chi si trova seduto al tavolo. Villa Escudero è una piantagione di cocco fondata nel 1880 da Don Placido Escudero e sua moglie Dona Claudia Marasigan. Ma solo nel 1981 la tenuta è stata aperta al pubblico e trasformata in una destinazione turistica, diventando una meta di primaria importanza sia per i locali che per i turisti stranieri. Nella tenuta, oltre queste cascate, si trovano un villaggio rurale, un vulcano (il monte Banahaw) e un lago artificiale. Dopo che gli ospiti si sono rifocillati e rinfrescati sulle rive della cascata, sono pronti per dedicarsi alle attività turistiche disponibili nella zona, dal rafting al birdwatching, oppure possono

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Villa Escudero

avventurarsi nei villaggi vicini, alla scoperta delle tradizioni locali. Le cascate sono uno dei più straordinari spettacoli della natura, ma osservarle da vicino non è sempre possibile. I più coraggiosi possono avvicinarsi direttamente all’acqua che scorre dall’alto, per godere di un massaggio benefico o di una breve doccia naturale prima di dedicarsi al pranzo.

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MONTANA MAGICA LODGE -CILE

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n Cile si trova un hotel in grado di stupire. Immerso nella riserva biologica Huilo-Huilo nella foresta pluviale della Patagonia, questo esclusivo eco-lodge a forma di vulcano dista 1 minuto dal Museo dei vulcani, 5 km dalla cascata Huilo-Huilo e 12 km dal fiume Neltume. Trovandosi nel bel mezzo della foresta umida e temperata del Sudamerica la Riserva Biologica di Huilo-Huilo è un ecosistema endemico che rappresenta circa lo 0,9% di tutte le foreste a livello mondiale. La riserva permette di scoprire spiagge vergini, fonti di fiumi, lagune e sentieri, rifugi di una varietà di uccelli e molti rappresentanti di varie faune selvatiche locali. Le accoglienti camere rustiche, caratterizzate da arredi realizzati da tronchi d’albero, sono dotate di bagno interno, ma non hanno la televisione. Questo esclusivo ecolodge a forma di vulcano è stato costruito con una sorprendente architettura e materiali di qualità. La Montagna Magica ha una sorprendente cascata che bagna tutti gli alloggi e, in alcuni giorni dell’anno si fonde con il silenzio della neve il rumore della pioggia. Il Lodge è stato costruito con materiali nobili dei suoi dintorni per essere incorporato a basso impatto tra i villaggi di montagna di Neltume e Puerto Fuy, costruiti in legno. Trascorrere una vacanza in questo Lodge significherà trasferirsi in un luogo magico della terra dove la vita ancora si svolge ai suoi ritmi naturali.

Giraffa Manor - Kenya

Montana Magica Lodge -Cile

GIRAFFA MANOR - KENYA

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uesto elegante hotel si trova in una casa padronale degli anni ‘30 con giardini e un gruppo di giraffe in via di estinzione che vivono all’interno della tenuta, dista 6 km da Karen Blixen Museum, 7 km dal Bomas of Kenya, un villaggio turistico che ospita capanne di varie tribù kenyane e propone spettacoli culturali, e 26 km dall’Aeroporto internazionale Jomo Kenyatta. Le dodici camere raffinate sono dotate di WiFi gratuito, zanzariere, macchina per il caffè, cassaforte e balcone o terrazza. Alcune sistemazioni consentono di dare da mangiare direttamente alle giraffe. I pasti, le bevande e i veicoli turistici con autista sono inclusi nel prezzo. Questa idea è stata realizzata da Tanya e Mikey CarrHartley che nel 2009 hanno aperto il Giraffe Manor riunendo la passione per i viaggi con le esigenze dei viaggiatori internazionali. Nel cuore del Kenya, quindi, potremo fermarci a soggiornare in una tenuta curata nei minimi dettagli che oltre ad offrire il cappuccino caldo, le torte alle mele e primi piatti super appetitosi, vi garantirà la possibilità di mangiare in compagnia di una o più giraffe all’interno della struttura. L’unione tra la natura e i servizi tecnologici (come wi-fi, tv satellitare e computer) vi garantirà un soggiorno perfetto, indimenticabile e non convenzionale che rimarrà sempre presente nei vostri ricordi.

Giraffa Manor - Kenya

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Be relax, be you... be Aqualux

The first gay friendly hotel at the Garda’s lake Via Europa Unita, 24B - BARDOLINO (VR) ITALY - T. +39 045 6229999 - www.aqualuxhotel.com - info@aqualuxhotel.com


EVENTI

in movimento IL TREND DI OGGI

CROCIERE LGBTQ+ Fino ad Aprile 2020 A cura di Andrea Cosimi OLIVIA

30th Anniversary Caribbean Cruise dal 22 al 29 gennaio 2020: Fort Lauderdale (Florida), Key West (Florida), George Town (Cayman Islands), Mahogany Bay (Roatán), Cozumel (Mexico), Fort Lauderdale (Florida). Pacific Coastal Cruise dal 23 al 29 aprile 2020: San Diego (CA), Santa Barbara (CA), San Francisco (CA), Astoria (OR), Seattle (WA), Vancouver (Canada).

BEAR CRUISE

Southern Caribbean Gay Cruise dal 18 al 28 ottobre: Fort Lauderdale (Florida), Princess Cays (Bahamas), St. Thomas (USVI), Antigua, St. Lucia, Barbados, St. Kitts, Fort Lauderdale (Florida). Southern Caribbean Gay Group Cruise dal 9 al 16 novembre: San Juan (Puerto Rico), Tortola (B.V.I), Philipsburg (Sint Maarten), Roseau (Dominica), Bridgetown (Barbados), St. George’s (Grenada), San Juan (Puerto Rico).

ATLANTIS

LA to Mexico Cruise dal 20 al 27 ottobre 2019: Los Angeles, Cabo San Lucas, Puerto Vallarta, Mazatlán, Los Angeles. Oasis 2020 Caribben Cruise dal 19 al 26 gennaio 2020: Miami (FL), St. Marteen, San Juan (PR), Labadee (Haiti), Miami (FL). Southern Caribbean Cruise dal 21 al 28 marzo 2020: San Juan (PR), St. Kitts, Oranjestad (Aruba), Willemstad (Curacao), Kralendijk (Bonaire), San Juan (PR).

HE TRAVEL

Antarctica Adventure & Gay Cruise dal 5 al 15 febbraio 2020: Ushuaia, Canale di Drake, Antartide, Canale di Drake, Ushuaia.

OUT ADVENTURES

Vietnam and Cambodia Gay Cruise dall’1 al 13 gennaio 2020: Siem Reap, Angkor, Kampong Cham, Wat Hanchey, Silk Island, Phnom Penh, Con Phuoc Island, Ben Tre, My Tho, Ho Chi Minh City.

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SOURCE EVENTS

Miami Pride Cruise dal 06 al 10 aprile 2020: Miami, Nassau (Bahamas), Miami.

RSVP VACATIONS

35th Anniversary Carribbean Cruise dal 09 al 16 febbraio 2020: Fort Lauderdale (FL), Half Moon Cay (Bahamas), George Town (Grand Cayman), Cozumel (Messico), Key West (FL), Fort Lauderdale (FL).

CONCIERGE TRAVEL

European Christmas Markets River Cruise 2019 dal 02 al 10 dicembre 2019: Monaco, Norimberga, Regensburg, Passavia, Melk, Weissenkirchen, Vienna.

R FAMILY VACATIONS

The Broadway Cruise Aboard the Symphony of the Seas dal 28 marzo al 4 aprile 2020: Roatán (Honduras), Costa Maya (Mexico), Cozumel (Mexico). www.quiiky.com/crociere-gay

M O V I M E N T O

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EVENTI GAY AND LESBIAN SKI WEEK

Autunno/Inverno

2019/2020

Aspen dal 12 al 19 gennaio 2020

Un’intera settimana dedicata allo sci e al divertimento tra le meravigliose montagne del Colorado. La famosissima Gay and Lesbian Ski Week sarà contornata da eventi, aprés-ski, serate con dj di fama internazionale e tanto altro. gayskiweek.com

PRIDE OF THE AMERICAS 2020 Greater Fort Lauderdale Dal 21 al 26 aprile 2020

Greater Fort Lauderdale ospiterà il primo gay pride delle Americhe unendo 2 continenti e 35 paesi per una delle più grandi manifestazioni LGBTQ+ di sempre. www.facebook.com/PrideOfAmericas

CARNIVAL RIO

dal 21 al 26 febbraio 2020 Il carnevale più famoso ed eccentrico del mondo, un evento aperto a chiunque che ospita anche diversi club e feste per la comunità LGBTQ+. www.rio-carnival.net

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C A L E N D A R


RAINBOW BALL Vienna 25 Gennaio 2020

Nel 2020 si terrà la 23° edizione del ballo LGBTQ+ più famoso di Vienna. Un ballo classico ma allo stesso tempo moderno grazie all’influenza queer. www.hosiwien.at/en/rainbowball

EUROPEAN GAY SKI WEEK a Les Arcs (Francia) dal 21 al 28 marzo 2020

La principale settimana bianca dedicata alla comunità LGBTQ del panorama europeo che offre un mix unico tra sport e divertimento. www.europeangayskiweek.com/ pre-register-or-log-in-as-past-guest

SONGKRAN FESTIVAL IN TAILANDIA dal 13 al 16 aprile 2020

Festa nazionale che segna l’inizio del capodanno thailandese. Il Songkran Festival è anche conosciuto come il festival dell’acqua in quanto si celebra l’acqua come rituale per ripulirsi dalla negatività dell’anno precedente. A Bangkok si celebra il Silom, una delle feste di strada più conosciuta delle città dove migliaia di persone combattono con pistole d’acqua e palloncini. Per la comunità LGBTQ+ internazionale il Songkran Festival è diventato ormai un punto di incontro annuale all’insegna del divertimento grazie ai tanti eventi organizzati appositamente. www.gcircuit.com/index.php

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C A L E N D A R

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ROMA NON FA LA STUPIDA di Stefano Ferri

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a milanese ho un rapporto di affettuoso scherno con Roma. Guardo la mia città, che da Expo 2015 ha preso il volo, e faccio facili raffronti. Immondizia, metro chiusa... Poi però.

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Poi però quando sono a Milano penso che Roma è davvero l’angolo più incantato della terra. L’unica città europea ad accogliere una delle sette meraviglie del mondo (il Colosseo) e l’unica in assoluto a racchiudere uno Stato sovrano (la Città del Vaticano). Penso che è zeppa di scorci che emozionano. Siete stati ai Fori Imperiali all’imbrunire? Andateci e capirete cosa intendo. Penso che i romani mi mancano. Mi manca la loro ironia anche se a volte scivola nel sarcasmo. Mi manca la loro parlata travolgente, che a me riesce difficile resistere dall’imitare (e se non la imito è solo per non cadere nel ridicolo). Mi manca il loro approccio senza filtri alla vita. Salite su un taxi a Roma e vi ritroverete come Andreotti con Alberto Sordi alla guida. Di taxisti è pieno il mondo, i tassinari sono soltanto lì. E penso che Roma ha una cosa che Milano non ha: il gay village. Non fraintendetemi: io stesso dimostro che la mia è una città socialmente matura. Tuttavia quel gay village è ben più che un segnale d’accoglienza, oltretutto inviato in tempi diversi dagli attuali (la prima edizione risale al 2002, quando i papi non dicevano precisamente “chi sono io per giudicare”). Per cui concludo che abbiamo ragione tutti: noi milanesi a dire che Milan l’è el moeu Milan e i romani a ribattere che l’unica cosa bella di Milano è er treno pe’ Roma.

C R O S S D R E S S E R


mia!

mamma

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in la bella

Italia

discover

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BARCELONA n MADRID n BERLIN n MASPALOMAS n IBIZA n VENEZIA n MIAMI & SAN SEBASTIÁN (Coming soon) n VALENCIA, BILBAO & MADEIRA (2020)


“ U OMO G AY, G IO VA NE E A ITA NTE”. A NC H E LA C O MU NIC A ZIONE H A I SU OI STE R E O TIPI di Alessio Virgili

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roppo spesso quando parliamo di Turismo Lgbtq+ assistiamo poi a servizi e ad una comunicazione completamente orientata ad un target maschile. Sembra quasi che turismo Lgbtq significhi in realtà solo “uomo gay, giovane, bello e aitante” dimenticando tutte le altre componenti della comunità. Sono poche, infatti, le proposte dedicate al pubblico femminile, tantomeno quelle per il pubblico transessuale che seppur apparentemente assimilabile con le esigenze a quelle di un viaggiatore eterosessuale, ha in realtà necessità di un servizio ed un assistenza ancora più personalizzata di quella riservata al viaggiatore gay, basti pensare alle problematiche legate ai documenti d’identità che spesso non corrispondono con l’aspetto della persona transessuale. Eppure fu proprio un transessuale il protagonista di quei moti di Stonewall di cui stiamo festeggiando quest’anno il 50^ anniversario. Per fortuna ci sono destinazioni che hanno iniziato ad occuparsi anche di sensibilizzare la propria meta all’accoglienza del pubblico transessuale, come accade per Fort Lauderdale e per lo stato del Massachusetts. Un altro segmento molto trascurato è quello

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della terza età. Ebbene sì, anche i gay invecchiano. Esistono destinazioni che sono diventate la mecca dei pensionati gay come Fort Lauderdale negli Usa e Gran Canaria che, oltre ad attrarre un pubblico più giovane, durante alcuni periodi dell’anno è meta per coloro che oramai hanno superato l’età del pensionamento e vogliono fuggire dal freddo dell’inverno europeo. In realtà questa tendenza ora si sta sempre più consolidando al punto che privati e istituzioni stanno avviando campagne per attrarre pensionati Lgbt invitandoli a trasferirsi a Gran Canaria per trascorrere una vecchiaia serena, tra sole e relax tutto l’anno ma soprattutto in una destinazione 100% gay friendly. Insomma la “long tale” di cui si parlava anni fa oggi si sta allargando ed arricchendo con tanti sotto segmenti per cui non possiamo più parlare di Turismo Lgbt ma di Turismi Lgbt differenziando il viaggiatore per le sue esigenze, sempre più peculiari, ma soprattutto andando a soddisfare tutte le altre componenti della denominazione Lgbt che pur appartenendo alla stessa comunità si distinguono completamente per abitudini ed esigenze completamente diverse tra loro.

C O N T R O E D I T O R I A L E



LA LEZIONE DI LEONARDO di Alessandro Cecchi Paone

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parte gli ultimi bigotti ancora annidati dietro qualche cattedra universitaria italiana, nel mondo della storia dell’arte e della cultura nessuno perde più tempo a dubitare dell’omosessualità di Leonardo da Vinci . E del rapporto che lo lego’ per per tutta la vita al giovane allievo Bernardo Caprotti , detto Salai’. Sono invece ancora molti quelli che, soprattutto a livello di divulgazione popolare, preferiscono tacerne, sostenendo che la cosa non rileva a proposito della comprensione del genio. Come dire che anche Michelangelo, Caravaggio, Beacon, Warhol, Hearing, solo per citarne alcuni, avrebbero prodotto le stesse opere se fossero stati eterosessuali. Una enormità insensata sul piano estetico, biografico, psicologico. Su cui bisogna però richiamare l’attenzione, considerando che le celebrazioni del cinquecentenario della morte dell’autore della Gioconda si sono chiuse sen-

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za una parola sulla sua vita privata. A parte le visite meritorie offerte a Milano dall’agenzia di turismo GLBTQ+ collegata a questa rivista. Una lacuna macroscopica che ci ricorda che senza cultura ed estetica, soprattutto figurativa, letteraria e cinematografica, non ci sarebbero state e non ci sarebbero e non ci saranno conquiste di libertà, dignità, visibilità e diritti delle persone omosessuali. Soprattutto in vista del rilancio del turismo gay e lesbico nel nostro Paese. All’estero sanno più di noi che le colonie greche del meridione d’Italia e Roma antica sono state culle di una antropologia bisessuale dichiarata e celebrata. E che gran parte della nostra arte dall’Umanesimo in poi ha ripreso e raffinato quella sensibilità. Non possiamo deludere chi viene o verrà a visitarci anche alla ricerca di quel patrimonio insieme umano e culturale, facendoci trovare impreparati.

C O N T R O E D I T O R I A L E




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