Speciale Zurigo QMagazine

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Speciale Zurigo, primo supplemento al numero 19-2018 - Travel & Lifestyle

Per lui, per lei, per te

Interview LA SINDACA DI ZURIGO CORINE MAUCH vita da crossdreser STEFANO FERRI Pride Zurigo IL MIO PRIMO PRIDE Zurigo ecosostenibile SMART ED ECO-FRIENDLY Urban style IL GIARDINO DELLA SIGNORA GEROLD Gastronomia ecofriendly LA CUCINA CHE EDUCA Arte JUERGEN TELLER E OSKAR KOKOSCHKA


#visitzurich zuerich.com/food


Adrian Gerny, 29, Zurigo: “Nel Lago di Zurigo puoi fare il bagno, puoi berne l’acqua e pescare. E cosa c’è di meglio che andare a pesca la mattina alle quattro per poi gustare il frutto di questo lavoro solo poche ore dopo in uno dei numerosi ristoranti affacciati direttamente sulle meravigliose acque del lago?”

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Zürich Card: mezzi pubblici + musei + visite guidate + gite in battello + ristoranti   + vita notturna + shopping + consigli per famiglie + wellness = CHF 27 (24 h) = CHF 53 (72 h) Approfittate della libera circolazione su tutti i mezzi pubblici e di tante altre agevolazioni. Acquistabile presso il Tourist Information della Stazione Centrale di Zurigo, all’aeroporto di Zurigo e in tutti i punti vendita FFS e ZVV. ➡ zuerich.com/zuerichcard


Z U R I GO U N A C ITTÀ P O LIE D R ICA E MULTIF OR ME IN G R A D O D I SOR PR E ND E R VI

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oi vogliamo definire Zurigo come una perfetta via di mezzo tra un Borgo storico e una metropoli che non ha nulla da invidiare a città come Berlino, Londra o Ibiza: perché dietro alla stereotipata immagine da cartolina si nasconde una destinazione briosa, entusiasta, a volte trasgressiva, e sempre ricca di passione. Una città poliedrica e multiforme in grado di sorprendere il viaggiatore più traveller addicted. Abbiamo deciso di aprire questo Speciale Zurigo con uno dei suoi 402.762 (fonte Wikipedia) abitanti, Adrian Gerny, 29 anni, professione pescatore, che ha commentato il lago di Zurigo come “un luogo dove puoi fare il bagno, bere l’acqua e pescare”. Questo la dice lunga su quanto la città sia attenta a mantenere intatto il suo perfetto microcosmo. Dei progetti futuri ci parla Corine Mauch, da maggio 2009, Sindaca di Zurigo, la prima donna e la prima persona dichiaratamente omosessuale alla guida della più grande città della Svizzera, facendoci comprendere il mood

e il suo stile di vita attraverso un’intervista speciale, tra vita pubblica e privata. Una città, quindi, che offre al visitatore architettura storica e d’avanguardia, unendo un aspetto green con i suoi parchi, e persino un orto in pieno centro storico trasformato nel luogo più cool della città, il giardino della Signora Gerald, con panorami mozzafiato e food & wine, con Zurigo capitale della gastronomia svizzera. E life style: abbiamo inviato nella destinazione gay friendly il nostro Daniel Palma che ci racconta il suo primo pride e la sua esperienza indimenticabile. Zurigo è anche la città dei musei con due must per chi visita la città: il post-glamour e la fotografia di Juergen Teller al Fotomuseum Winterthur e la personale di Oskar Kokoschka, una retrospettiva del grande artista austriaco. Una città in perfetto equilibrio e vicinissima all’Italia, smart & eco-friendly che può insegnarci, con molta modestia, a diventare green and sharing! Andrea Cosimi

E D I T O R I A L E

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Speciale Zurigo, secondo supplemento al numero 19-2018 - Travel & Lifestyle

Speciale Zurigo, secondo supplemento al numero 19-2018 - Travel & Lifestyle

Per lui, per lei, per te

Per lui, per lei, per te

Interview LA SINDACA DI ZURIGO CORINE MAUCH AUCH Pride Zurigo IL MIO PRIMO O PRIDE PRID PR RIDE DE D E Zurigo ecosostenibile SMART ED ECO-FRIENDLY, ZURIGO, CI INSEGNA COME DIVENTA DIIV IVEN IVE ENTA A Interview LA SINDACA DI ZURIGO CORINE MAUCH Pride Zurigo IL MIO PRIMO PRIDE Zurigo ecosostenibile SMART ED ECO-FRIENDLY, ZURIGO, CI INSEGNA COME DIVENTARE GREEN AND SHARING Urban style IL GIARDINO ARDINO DELLA SIGNORA GEROLD GEROLLD LD GREEN AND SHARING Urban style IL GIARDINO DELLA SIGNORA GEROLD Gastronomia ecofriendly LA CUCINA CHE EDUCA Gastronomia ecofriendly LA CUCINA CHE EDUCA

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S OMMA R IO 5 8

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EDITORIALE INT ERVIEW

Q M AGAZIN E

La Sindaca di Zurigo - Corine Mauch

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VITA DA CROSSDRESSER Rinascere a Zurigo

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ARTE Juergen Teller Oskar Kokoschka

22 PRIDE ZURIGO Il mio primo pride

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FOTOLITO E STAMPA: Pixartprinting

QMAGAZINE PER VOI La Svizzera è più vicina con i treni Eurocity

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DIRETTORE EDITORIALE: Andrea Cosimi DIRETTORE RESPONSABILE: Mauro Fanfoni GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Monica Sotgiu IN REDAZIONE: Alessio Virgili, Giovanna Ceccherini, Calogero Pirrera SEGRETERIA DI REDAZIONE: Teresa Dalessandri HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Stefano Ferri, Giuseppe Giulio, Daniel Palma

ZURIGO ECOSOSTENIBILE

EDITORE: Sonders and Beach Italy s.r.l. Sede di Milano - Via San Gregorio, 27 - 20124 Iscrizione ROC Lombardia n. 21970 ADVERTISING: www.q-magazine.it marketing@sondersandbeach.com

Smart ed eco-friendly

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URBAN STYLE Il giardino della signora Gerold

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GASTRONOMIA ECOFRIENDLY

Aderiamo agli standards di condotta di:

La cucina che educa

S O M M A R I O

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Aderisce a: Media Partner:


Corine Mauch

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I N T E R V I E W


LA SINDACA DI ZURIGO

Classe 1960 Corine Mauch da maggio 2009 è Sindaca di Zurigo. Rieletta per il secondo mandato a Marzo di quest’anno, è la prima donna e la prima persona dichiaratamente omosessuale alla guida della più grande città della Svizzera. Il suo obiettivo è quello di fare del centro urbano un modello di sostenibilità e uguaglianza a 360°, nonostante l’incremento demografico. In questa intervista Corine Mauch ci racconta il lavoro svolto e progetti futuri e un “pizzico” di lei.

CORINE MAUCH

Prima donna e omosessuale eletta per il secondo mandato

© Dominique Meienberg, Zürich

Mauro Fanfoni

Lei è la prima donna e la prima dichiaratamente omosessuale eletta sindaco e con un secondo mandato nella più grande città Svizzera: come ci si sente? Mi piace molto essere la Sindaca della Città di Zurigo e sono molto felice che i miei cittadini mi abbiano dato ancora una volta la loro fiducia per i prossimi 4 anni di mandato, 2018 - 2022. Una donna a capo di una città come Zurigo è ancora un’eccezione e mi auguro che sempre più Sindaci donne siano elette in Svizzera e all’estero. Zurigo è una città aperta e tollerante e la mia vita privata non è un problema per la parte pubblica: i politici dovrebbero essere giudicati in base ai loro atteggiamenti e progetti, e non per le loro vite private.

I N T E R V I E W

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Š Dominique Meienberg, Zßrich

Corine Mauch

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I N T E R V I E W


Zurigo

Quali sono le principali politiche sociali che state pianificando per il futuro della città, in materia di LGBTQI? Il nostro obiettivo è preservare una buona convivenza in una città aperta, diversificata e solidale, sviluppando ulteriormente la nostra qualità di vita, per tutti gli abitanti di Zurigo. Per quanto riguarda l’LGBTQI in termini concreti, abbiamo ampliato il nostro Ufficio per l’Uguaglianza di Genere per le questioni LGBTQI e dallo scorso marzo siamo la prima amministrazione svizzera a sostenere l’inserimento di persone trans nei luoghi di lavoro. Qual è la sua giornata tipo? L’aspetto eccitante del mio lavoro è decisamente la varietà. Sono sempre in contatto con una vasta gamma di persone e mi occupo di una grande molteplicità di argomenti: da una nuova Mostra alle lettere dei cittadini

I N T E R V I E W

che ricevo e che riguardano tutti i possibili aspetti della vita quotidiana. I contenuti e gli argomenti nella mia vita di tutti i giorni sono molto diversi. Quello che rimane uguale è la forma: molte riunioni e date di rappresentanza. Se le venissero chiesti 5 luoghi must assolutamente da vedere a Zurigo quali consiglierebbe? In primis il Niederdorf, la città vecchia con le sue strade storiche e il Grossmünster come centro della Riforma della città, il cui cinquantesimo anniversario verrà celebrato fino al 2019. A seguire Zurich-West e il quartiere della Langstrasse: Zurigo ha una delle più alte densità di locali in Europa. Poi l’acqua: con il lago e i due fiumi Limmat e Sihl, Zurigo è una città d’acqua. Ci sono ben 25 piscine all’aperto in città. Alcune di loro si trasformano anche in bar la sera.

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La cultura porta sicuramente un contributo importante alla nostra qualità della vita: l’offerta culturale di Zurigo è varia e di alta qualità e si estende dal Kunsthaus al Museo Rietberg fino al Cabaret Voltaire, il luogo di nascita di Dada. L’ultimo suggerimento è una passeggiata attraverso la città senza una destinazione specifica. Zurigo è una città facile da esplorare a piedi: puoi finire nella Bahnhofstrasse, la via dello shopping più famosa di Zurigo o trovarti improvvisamente in uno dei nostri cimiteri oasi verdi e, magari davanti alla tomba di James Joyce! Il suo piatto preferito? Questo varia in base alla stagione. La cucina mediterranea italiana è sempre molto buona. Un bicchiere di vino, meglio da sola o in compagnia? Assolutamente in compagnia!

© Dominique Meienberg, Zürich

Come trascorre il suo fine settimana? Mi piace godere del fine settimana culturale offerto dalla città, ma cerco di mantenere una sera al completo relax.

Corine Mauch

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Zurigo è dichiaratamente città sostenibile, purtroppo si parla sempre più spesso di cambiamenti climatici in atto, secondo Lei in che modo pensa che le grandi città possano lottare contro tali cambiamenti? Il contributo delle città è fondamentale per lo sviluppo sostenibile e per affrontare le sfide del cambiamento climatico. Oggi, metà della popolazione mondiale vive in aree urbane: entro il 2020 sarà il 70% della popolazione mondiale. Le città sono responsabili di tre quarti di tutte le emissioni in tutto il mondo, ma sono anche i luoghi in cui nuove soluzioni possono emergere e ottenere rapidamente un grande impatto. Per esempio la città di Zurigo sta diventando una società da 2000 watt di energia alternativa, e per ottenere questo sono richiesti miglioramenti e sforzi in tutti i settori.

I N T E R V I E W


Š Dominique Meienberg, Zßrich

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13 Corine Mauch


RINASCERE A

Zurigo

© Zürich Tourismus ph. Christian Beutler

di Stefano Ferri

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ome ho scritto diverse volte, il crossdressing è difficile da far accettare soprattutto a se stessi. Sembra strano, ma i primi nemici dei crossdresser sono proprio i crossdresser, che vivono la loro situazione con paura e disagio, trasmettendo queste sensazioni agli altri e così generando un circolo viziosissimo. La maggior parte delle discriminazioni e dei razzismi non esisterebbero se la gente si trovasse di fronte a crossdresser fieri e sicuri di sé.

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Anch’io ho avuto tanti anni di problemi, proprio a causa delle mie paure. In famiglia vissi come ostracizzato e per questo motivo le vite mie e quelle dei miei congiunti, de facto, si separarono. Poi accadde qualcosa. Smisi di essere l’insicuro tremebondo che chiedeva il permesso di presentarsi en travesti, e divenni quello che sono oggi: un uomo fiero di essere come è. Di conseguenza, anche i miei rapporti col mondo mutarono in positivo e, con essi, la mia vita tornò normale.

C R O S S D R E S S E R


© Zürich Tourismus ph. Alex Buschor

Era il 2015. Un anno di svolta. Quando si approssimò il capodanno decisi che era il caso di festeggiarlo tutti insieme. Allora proposi una piccola vacanza, e come meta decisi Zurigo. Fu proprio quella, la città più grande della Svizzera, a segnare il ritorno della mia famiglia unita. Le ragioni della scelta erano tante. La vicinanza a Milano innanzitutto: appena 280 km, in modo da andare comodi in macchina. Poi la bellezza del tessuto urbano, che accoglie e riassume tutte le caratteristiche elvetiche: paesaggio da favola, centro storico perfettamente preservato, tipicità, efficienza. E mettiamoci anche le luci, le favolose luci delle vie dello shopping, delle piazze e delle piazzette, del lungolago e delle rive del Limmat. Mia figlia non aveva neanche sette anni all’epoca. Mi ricordo che un giorno mi disse: «Papà, è bello qui». Sì tesoro, è bellissimo, per fortuna abbiamo fatto in tempo a portartici da bambina. Zurigo è da decenni in testa alle graduatorie come città più vivibile d’Europa: vuole le auto fuori dalle zone abitate, ha 350 chilometri di piste ciclabili e centinaia di biciclette (anche

V I T A

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elettriche) a disposizione gratuita di abitanti e turisti. Ospita chiese ed edifici monumentali e oltre cinquanta musei. Le acque e le rive del lago sono una palestra per gli sportivi ma anche uno sfogo ricreativo per chi cerca solo silenzio e natura. La cosa incredibile è che si riusciva a trovare silenzio persino negli affollati giorni a cavallo di fine anno (arrivammo il 30 dicembre e ripartimmo il 2 gennaio). Ma non sono questi i veri motivi – pur degnissimi – per cui la consiglio. Il motivo è un altro: la gente. Camminai da puro crossdresser, in gonna e tacchi, in lungo e in largo per il centro, i negozi, i viali principali. Incrociai migliaia di persone. Ebbi pure modo di conoscere un’amica che da qualche tempo mi seguiva sui social e di cenare con la mia famiglia e la sua. Girai per ristoranti, bar, chiese, biblioteche. E tutti -indistintamente- mi trattavano da uomo normale. Merito della mia sicurezza? Sì. Ma anche della loro civiltà. A presto, Zurigo cara.

C R O S S D R E S S E R

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Il post-glamour e la fotografia di

JUERGEN TELLER al Fotomuseum Winterthur

di Calogero Pirrera Frogs and Plates No.1, 2016 © Juergen Teller

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A R T E


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l Fotomuseum Winterthur dedica una mostra personale a Juergen Teller (1964, Erlangen), fotografo tedesco tra i più importanti della sua generazione. Sono noti i suoi inizi come fotografo nel mondo della moda e dello spettacolo, gli albori di una carriera che ancora oggi produce i suoi frutti: l’artista persegue una tesa definizione di un’estetica che da prodotto di consumo si avvicina sempre più, mescolandosi e fondendosi, al linguaggio dell’arte “pura”, quella che per tradizione viene esposta e conservata nei musei e nelle gallerie d’arte. Dopo il suo trasferimento da Monaco a Londra nel 1986, i primi lavori commissionati a Teller furono ritratti di star: soprattutto musicisti e artisti dello spettacolo. Celebre il suo rapporto con Kurt Cobain e i Nirvana, per i quali documentò e seguì il tour di Nevermind (1991 – 1992), come altrettanto note sono le fotografie scattate a Kate Moss, che superò il ruolo di semplice top model per diventare un’icona di quegli anni, o alle famosissime Bjork e Sinead O’Connor, per la quale il fotografo realizzò la cover del suo singolo Nothing compares to you, successo mondiale del 1990. Numerosi (e prestigiosi) sono stati i partner e i committenti di Teller: Vogue, per citare soltanto una delle riviste internazionali di moda più conosciute; o marchi come Celine, Louis Vuitton, Marc Jacobs; o ancora il più popolare Calvin Klein, per il quale il fotografo realizzò alcune campagne pubblicitarie. È però principalmente nella ritrattistica che lo sguardo antropologico del fotografo colpisce nel segno, che si tratti di un anonimo sconosciuto o di una star, che sia la madre dell’artista, egli stesso, la nota attrice inglese Charlotte Rampling o la modella di origine ceca Eva Herzigova (come si potrà vedere in mostra). Per questo è ormai da più di vent’anni che le opere di Teller, oltre ad apparire sulle riviste internazionali, hanno fatto la loro degna comparsa negli spazi espositivi deputati all’arte, secondo un passaggio quasi “naturale” che accomuna ormai diversi fotografi provenienti dal mondo della moda e dello spettacolo. Il ritratto, la presenza umana, la libertà dell’essere, il riverbero e l’orgoglio di una certa intimità, o più estesamente umanità: questo è il campo dell’indagine di Teller; vocazione che si ritrova nei suoi primi lavori come già nella fotografia di quegli anni, si pensi alla celebre fotografa statunitense Nan Goldin o a Wolfgang Tillmans, quasi

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Charlotte Rampling, a Fox, and a Plate No.15, Latimer Road, London 2016 © Juergen Teller

Kanye, Juergen & Kim, No.51, Chateau d’Ambleville 2015 © Juergen Teller

Self portrait, London 2015 © Juergen Teller

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Eva Herzigova, Mit dem Teller nach Bonn, No.3 2016 © Juergen Teller

Emanuele Mascioni, Plates/Teller No.5, 2016 © Juergen Teller

coetaneo di Teller e anch’egli tedesco, oggi un vate internazionale della fotografia. Teller ha cominciato la sua carriera di fotografo tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, momento in cui era in corso una trasformazione sostanziale della moda e della fotografia che la rappresentava. È infatti in quegli anni che si passò da un’estetica votata al lusso, al benesse-

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re, al successo, alla stravaganza, a un modo nuovo di rappresentare una moda che cambiava, che voleva essere più comoda, casual, che si voleva posare sul corpo con tessuti che ne assecondavano e non falsavano l’anatomia; come allo stesso modo cambiava la società. Agli inizi degli anni Novanta si assistette infatti al crollo delle certezze (non soltanto economiche e politiche) sulle quali si basava l’opulenta società occidentale, presa da profonde trasformazioni e crisi; nell’estetica della moda se ne trovò il riflesso, poiché la stessa moda cominciò pian piano a essere rappresentata in modo meno elitario: tendenzialmente si voleva dare l’impressione che fosse qualcosa di sempre più accessibile a tutti. In semplici (ma tecnici) termini di passerella, d’altra parte, era stato segnato il passaggio dall’haute couture al più democratico pret-a-porter. Ed è così che l’estetica spiccatamente patinata delle riviste anni ’80 cedette il passo a un nuovo modo di sentire l’immagine, che si avvicinò al reale, con riferimenti alla realtà culturale e sociale che diventarono segni distintivi. I canoni estetici di bellezza negli anni ’90 hanno inoltre inaugurato un gusto multiforme, tanto che, finalmente, anche la “normalità” o l’”altro” sono entrati nelle pagine delle riviste di moda, quel regno assoluto dell’effimero dove si cominciarono a trovare accostamenti a un senso di quotidianità fino a poco tempo prima eluso, bandito.

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Anne & Elisa No.1, Man About Town Magazine Cover Spring/ Summer 2016 © Juergen Teller

Love, Bataclan Memorial, Paris 2016 © Juergen Teller

Lo spettatore (e consumatore) di oggi, a distanza di più di vent’anni, ha ormai digerito quell’estetica, la cui importanza è legata ai messaggi di una rivoluzione che cambiò profondamente il modo di recepire l’immagine su larga scala, proprio come la intende ancora oggi Teller come creatore e fruitore: tra documento – antropologico, sociologico, persino psicologico – e comunicazione pura. Una sintesi che ritroviamo nelle sue fotografie, di stile plurale e non specialistico, che siano esse destinate a una campagna di un famoso marchio di moda, a una pubblicazione prestigiosa o alle sale di una galleria d’arte, lo sguardo è sempre lo stesso: c’è spesso l’ironia, sottaciuta o urlata, espressa attraverso la rivitalizzazione di estetiche vintage (dal trash al porno chic), e poi c’è sempre l’incidenza della realtà nell’economia dell’immagine, che è ben presente e calcolata, fintamente disordinata, casuale. Quelle rappresentate nelle fotografie di Teller, tuttavia, non sono realtà assolute, anzi, sono finzioni e si tratta semmai di sfaccettature, episodi, frammenti, riflessi, che soltanto in apparenza sono ordinari e casuali, come per stemperarne un’identitaria e insita vena di provocazione. La carica eversiva delle sue immagini è indubbia-

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Self-portrait, Plates/Teller, No.175, 2016 © Juergen Teller

mente post-glamour, è anti-regime, è alternativa, e questo lo sanno bene le ultime generazioni, quelle che si sono trovate a consumare immagini tra un millennio e l’altro.

JUERGEN TELLER ENJOY YOUR LIFE! dal 2 giugno al 7 ottobre 2018 Fotomuseum Winterthur/Grüzenstrasse 44+45/ CH-8400 Winterthur/+41 (0) 52 234 10 60 www.fotomuseum.ch info@fotomuseum.ch

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OSKAR KOKOSCHKA: A RETROSPECTIVE una personale del grande artista austriaco a Zurigo

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skar Kokoschka (Pöchlarn, 1886 – Montreux, 1980) è da molti considerato uno dei più importanti e indicativi pittori europei del Novecento. Propulsore di una pittura fortemente figurativa e d’impeto espressionista, la sua arte ha scavato nella realtà individuale e sociale dell’individuo contemporaneo, connotandosi per un’indagine indipendente che diventa esasperazione cromatica, sublime distorsione formale, nella pittura di figura come nel paesaggio. Pur essendo Oskar Kokoschka un ammiratore di Gustav Klimt e della sua elegante arte detta Jugendstil (all’artista dedicò un testo lirico accompagnato da litografie nel 1907), il suo estro scandalizzò presto il pubblico grazie a una tenace e impattante pittura espressionista. Le sue prime esposizioni furono realizzare a Vienna, dove Kokoschka manifestò precocemente un’originale “violenza” figurativa, capace di mostrare il “volto interiore” dei soggetti rappresentati. Artista poliedrico – fu anche scrittore, drammaturgo e scenografo –, viaggiò per il mondo e divise la sua esistenza tra diverse città europee come Londra, Praga, Salisburgo e Dresda, dove si rifugiò a seguito di una ferita di guerra e dove rimase, a partire dal 1919, per insegnare all’Accademia d’Arte. In prima linea contro il Nazismo (che considerò la sua produzione come “arte degenerata”), l’artista fu spesso costretto a spostarsi per le sue idee politiche di libertà e democrazia, avendo scagliato il suo pennello contro gli orrori delle dittature e contro ogni lotta armata, dalla Grande Guerra agli abusi della guerra civile spagnola. Si batté ugualmente per alcuni rifugiati politici, soprattutto grazie alla sua prolifica attività grafica e letteraria dove ben emerge il suo schiettissimo impegno morale, la continua tensione estetica di aderire al reale e di infrangerlo nello stesso momento, crudamente, spesso con materia pittorica pastosa o brillante, convulsa ma con un centro chiaramente definito, attraverso la storia e gli innumerevoli e divergenti simbolismi che ruotano intorno alla caducità della vita e alla malinconia delle cose.

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Oskar Kokoschka, Amorous Couple with a Cat, 1917 Oil on canvas, 93.5 x 130.5 cm - Kunsthaus Zürich © Fondation Oskar Kokoschka, Vevey / 2017 ProLitteris, Zurich

Allo stesso modo Kokoschka seppe incidere sulla tela la storia minore, quella dell’individuo comune, dell’uomo che soltanto apparentemente non partecipa alla grande Storia, come si intuisce pienamente osservando uno dei suoi numerosi ritratti (o autoritratti): in queste opere una pennellata generosa e concisa trasforma, ricrea una nuova identità, e suggerisce il peso di ogni intima temperie emotiva che anima lo sguardo del personaggio raffigurato. Tra i suoi dipinti più interessanti se ne possono ricordare alcuni che in un certo senso chiudono il suo lavoro, anche se sono stati realizzati negli anni ’50: si tratta di opere in cui l’artista, trattando temi a carattere mitologico, decide di risalire con la sua ricerca ai prototipi della cultura occidentale. È il caso del monumentale trittico dedicato al mito greco di Prometeo (Die PrometheusSaga, 1950, Courtauld Institute of Art Gallery, Londra), esposto al pubblico con successo alla Biennale di Venezia del 1952. L’opera è stata considerata fin da subito un capolavoro della pittura fautrice di un linguaggio fatto di forza e colore, vitalità e tormento apocalittico (con una chiara allusione alle devastazioni della seconda

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Oskar Kokoschka, The Red Egg, 1940 –1941 Oil on canvas, 61 x 76 cm National Gallery in Prague, © Fondation Oskar Kokoschka, Vevey / 2017 ProLitteris, Zurich

guerra mondiale), di cui si fa interprete una nervosa – quanto squillante e frammentaria – pennellata post-cubista che ha digerito tutti i livelli di rappresentazione, che non è soltanto un omaggio alla pittura moderna (alla quale la spazialità delle tre composizioni rimanda), poiché è principalmente l’esaltazione della volontà dell’artista: la sua visione pura della pittura. Il protagonista è l’eroe Prometeo (sempre contemporaneo e altamente “pedagogico”), colui che rubò il fuoco a Zeus per darlo agli uomini, sfidando le divinità e le punizioni del destino; un’attitudine che ricalca le sorti dell’uomo del Novecento davanti alle grandi trasformazioni sociali e tecnologiche che contribuirono a cambiare la sua esistenza. L’artista trascorse gli ultimi ventisette anni della sua vita in Svizzera, dove morì nel 1980. La Kunsthaus di Zurigo celebra il genio austriaco con un’importante retrospettiva che espone circa

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centocinquanta tra dipinti, disegni, stampe, ma anche scenografie e costumi legati all’attività teatrale intensificatasi proprio negli ultimi decenni della sua esistenza. A poco più di trent’anni dall’ultima retrospettiva dedicata a Kokoschka nel 1986, la sua arte è nuovamente onorata e celebrata a Zurigo, proprio nello stesso museo di allora, per il piacere delle nuove generazioni e per gli amanti della più significativa e emblematica pittura figurativa del XX secolo.

OSKAR KOKOSCHKA: A RETROSPECTIVE Kunsthaus Zürich, Zurigo 14 Dicembre 2018 – 10 Marzo 2019 www.kunsthaus.ch

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Š Visit Zurich

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IL MIO PRIMO

PRIDE Vi racconto la mia esperienza indimenticabile

di Daniel Palma

Daniel Palma

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ph. Kosta Kowatschew-Wyder

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siamo arrivati a Zurigo! Anche se sembrerà strano questa è stata la mia prima esperienza ad un LGBTQ Pride. Qui dove proprio molti anni fa si tenne il primo Pride della Svizzera. È stata la mia prima volta nel Paese e per questo devo ringraziare Zurigo Turismo e tutte le persone che ne fanno parte. Loro infatti mi hanno permesso di alloggiare confortevolmente nell’albergo 25 Hours e gustare la loro ottima cucina. La città mostra grande modernità ed innovazione con i suoi alti palazzi ed i cantieri in corso. Questa modernità si diffonde con il pieno ri-

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spetto della classicità della vecchia Zurigo. Lo stesso rispetto viene nutrito dai suoi cittadini, sia verso l’architettura che verso l’ambiente: lo si può notare dal cielo nitido e dal limpido color turchese dei laghi, e dal fatto che dei ragazzi vi si tuffassero da un ponte, decorato con bandiere arcobaleno per l’occasione. Zurigo è molto dinamica ed autosufficiente. Pur non essendo dotata di linee metropolitane è favorita da servizi di trasporto molto efficienti, puliti e puntuali. La città è molto viva con molti giovani che, trasferitisi anche dall’estero, rimangono a Zurigo per lavorare. Girando per le strade incontro una città molto organizzata che offre molto sia a chi la abita sia ai turisti. Oltre alla bellissima esperienza della parata, ci tengo a scrivere quanto sia stata piacevole e gradita l’accoglienza riservatami durante il mio incantevole soggiorno. Fin dalla prima giornata sono stato accolto da Kosta, un berlinese che conosce molto bene la città. Durante il giorno abbiamo visitato la città e visto gli scorci più belli e curiosi della stessa. Di notte mi ha fatto vivere delle bellissime serate in locali LGBTQ del centro tra questi l’Heaven e il Cranberry. Sono stato accompagnato inoltre da Asun, la nostra guida dell’Ente del Turismo, una carissima persona che abita a Zurigo da una vita e non la

ph. Daniel Palma

ph. Kosta Kowatschew-Wyder

© Visit Zurich

Statua di Ganimede

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ph. Daniel Palma ph. Kosta Kowatschew-Wyder

Daniel Palma con la guida Asun e il gruppo fetish

Netta Barzilai la vincitrice EuroVision2018

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lascerebbe per nessun motivo. Vicino al Quaibrücke, uno dei ponti di Zurigo, le mie guide Kosta e Asun mi fanno notareuna statua di Ganimede dedicata dalla città alla comunità LGBTQ, una figura mitologica greca. Omero lo descrive come il più bello di tutti i mortali del suo tempo. Viene rapito da Zeus in forma di Aquila per servire come coppiere sull’Olimpo, una posizione di grande distinzione. Asun mi ha raccontato inoltre di un’associazione della città nota come Der Kreis, il centro nel quale avvenivano gli incontri tra due innamorati. Si tratta di un giovane ballerino ed un insegnante universitario, che per paura di essere licenziato e perdere la sua cattedra, vive la storia di nascosto. Ernst Ostertag e Robi Rapp sono la prima coppia unita civilmente e vengono molto rispettati nella stessa Zurigo. Purtroppo per le leggi svizzere, non possono unirsi in matrimonio, ma possono registrare la loro unione civile, né adottare dei figli. A questa storia di amore è ispirato il film “Der Kreis” che racconta l’incredibile storia di un’associazione ed una rivista omosessuale segreta nate a Zurigo negli anni cinquanta. Nelle vicinanze si trova inoltre un muretto sul quale sono state esposte alcune targhe in memoria delle vittime di AIDS, tra queste Freddie Mercury e molte altre che sono state dedicate dagli stessi famigliari delle vittime. Si può tro-

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ph. Kosta Kowatschew-Wyder

vare anche André Ratti, giornalista che durante una delle sue trasmissioni disse: “sono omosessuale è sono affetto da AIDS” con l’intenzione di consapevolizzare il pubblico. Arriva finalmente il giorno della parata e vedo piacevolmente la presenza di molte coppie da anziani a giovani che ballano e cantano nel corteo in modo travolgente. A Zurigo ho potuto notare la naturalezza con la quale la comunità LGBTQ mostra la propria appartenenza alla comunità mondiale, con un atteggiamento positivo e senza ostentazioni. Durante la parata ho avuto spesso vicino la polizia di Zurigo. Pur trovandomi tra un gruppo formale e di rispetto, ho notato piacevolmente come alcune coppie di poliziotte e poliziotti andassero oltre il loro ruolo tenendosi la mano per dimostrare il reciproco amore. Questi però erano costretti a non indossare la divisa per l’occasione siccome gli viene impedito. In conclusione potrei dire che ho avuto la possibilità di vedere come il Pride non sia un’oc-

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casione per fare baldoria e vivere momenti di sfrenatezza, ma un semplice momento di manifestazione per dimostrare che la comunità LGBTQ fa parte del mondo, non è una cosa a parte. Mi ha sorpreso l’unione di diverse famiglie che si sono mosse da molti Paesi per dimostrare la normalità di ogni tipo di coppia e allontanare i soliti stereotipi verso l’omosessualità. La volontà di una coppia omosessuale è, e dovrebbe essere, la stessa di una coppia eterosessuale ovvero di poter donare amore ai propri figli. Non si tratta del diritto o privilegio di avere dei figli, ma del diritto dei bambini ad avere qualcuno che li ami, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, perché quando c’è amore non si fanno distinzioni.

INFO info@zuerich.com; zuerich.com; facebook.com/ visitzurich; instagram.com/visitzurich; #visitzurich

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Un treno del traffico viaggiatori in marcia sulla tratta del San Gottardo in direzione nord

LA SVIZZERA È PIÙ VICINA CON I TRENI EUROCITY

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radizione, gastronomia e luoghi incantevoli che si affacciano su pittoreschi laghi: la Svizzera ha moltissimo da offrire ed è a due passi dall’Italia. Questa varietà di paesaggi e cultura può essere scoperta in maniera semplice e pratica con i collegamenti Eurocity da Milano e Venezia per vivere un’esperienza meravigliosa già a partire dal viaggio in treno. I treni Eurocity offrono infatti a prezzi concorrenziali la possibilità di visitare il paese in modo pratico e soprattutto comodo. Lungo il Gottardo, otto treni al giorno vi porteranno verso la metropoli di Zurigo, e uno verso Lucerna e Basilea, assicurando collegamenti frequenti tra Milano, i centri Ticinesi di Lugano e Bellinzona, e la Svizzera Interna. Inoltre si può raggiungere Zurigo da Milano mettendoci meno di tre ore e mezzo e dal 2020 solo tre ore. Un’ulteriore novità è costituita dal collegamento diretto giornaliero Venezia-Zurigo via Milano che facilita gli spostamenti tra il capoluogo Veneto e la Svizzera. In funzione dal dicembre del 2016, la galleria di base del San Gottardo con i suoi 57 chilometri di lunghezza è un capolavoro tecnico che batte ogni record:

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il tunnel ferroviario più lungo del mondo ha tra l’altro riscosso un notevole successo, registrando nei primi sei mesi di apertura un aumento del numero di passeggeri sull’asse nord-sud del 30 percento, per più di 10.000 viaggiatori che hanno attraversato giornalmente il nuovo tunnel.

Per avere una panoramica completa sulle migliori proposte sulla Svizzera con i treni Eurocity, è sufficiente visitare il sito www.svizzera.it/intreno

Un treno del traffico viaggiatori in marcia sulla tratta del San Gottardo

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SMART ED ECO-FRIENDLY Zurigo, ci insegna come diventare green and sharing di Giuseppe Giulio

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pesso si parla di ecosostenibilità e lo si fa facendo riferimento all’ambiente in cui viviamo, che dobbiamo migliorare dal punto di vista economico, sociale e naturale; perché ciò sia possibile si deve ideare un forma di turismo diretta e continua tra le risorse del territorio e le esigenze economiche e sociali di chi lo abita, evitando sprechi inutili e dannosi, non solo per gli utenti incoming ma anche per le generazioni future di viaggiatori LGBT. Ed è per questo che la fiabesca e incantevole cornice delle Alpi, insieme al suo lago di acqua dolce e alle rive dei due fiumi che la circondano, rendono Zurigo una delle città gay-friendly più apprezzate, suggestive ed eco smart del momento. Famosa in tutta Europa per essere tra le mete più eco-sostenibili di tutto il vecchio continente, la destinazione più amata dai viaggiatori LGBT offre aria pulita e tantissime aree

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urbane immerse nel verde. Spaventati dagli alti prezzi che solitamente la città offre? Verissimo, sebbene molto costosa, Zurigo è l’unica meta in Europa che offre trecentocinquanta chilometri di piste ciclabili ed acqua potabile gratuita, ad ogni passo di un’avventura on the road. Godersela in bicicletta, mettendo da parte ogni spesa di trasporto pubblico fino a spingersi lungo le sue verdi prati e colline, sarà un piacevole must. Visitarla, è un’esperienza smart. Da maggio a ottobre, in sei punti diversi, è possibile noleggiare più di 200 biciclette, classiche o elettriche, ma anche monopattini, skateboard e kickboard, se si è alla ricerca di un’esperienza del tutto particolare da vivere in città. Il noleggio è del tutto gratuito: bastano solo un documento d’identità e 20 franchi di cauzione. Negli ultimissimi mesi i punti si sono ridotti a due, ma la formula rimane sempre la stessa.

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© Visit Zurich

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Il tour lo potrete iniziare dal Parco Belvoir, una delle più grandi aree green della città, nel quartiere di Enge-Riesbach. Al centro, troverete una splendida villa, costruita nel XIX secolo dalla famiglia Escher, una delle più importanti e stimate in città. Per chi invece volesse unire alla flora anche la fauna, ci sono lo Zoo e la Foresta Tropicale Masoala, dove potrete trovare elefanti e oltre venti specie di scimmie, lemuri e tartarughe. La seconda tappa potrebbe essere il Tree Museum di Enzo Enea, aperto nel 2010. Si tratta di un bellissimo intervento paesaggistico su 75.000 mq in riva al lago, proprio alle porte della città. L’esposizione è composta da 150 alberi di 25 diverse specie, con un prato come pavimento e alti monoliti in pietra bianca, alternati ai colori del cielo, come fondale. Ma a Zurigo tutto è all’insegna dell’ecosostenibilità. Anche mangiare. Non stiamo scherzando, anzi quando si visita la città e si ha bisogno di fermarsi per un break a pranzo o a cena, si può scegliere di farlo in ristoranti che recano il sigillo Goût Mieux. Cosa significa? I locali che hanno questa certificazione si impegnano a proporre tutti i giorni alla clientela una quantità minima di pietanze e bevande bio. Sempre più spesso, svariati esercizi Goût Mieux fornisco-

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no l’intero menù seguendo questi dettami. Da provare subito! Zurigo è la capitale in Europa per la produzione di soluzioni architettoniche per la riduzione dei consumi energetici, tra questi la sede di Tamedia, uno dei principali media svizzeri, la cui struttura in legno ideata dall’architetto Shigeru Ban, è tra le più alte della Svizzera. Inaugurata nel 2013, la struttura realizzata con le nuove tecnologie per la progettazione, l’assemblaggio e la fresatura del legno con nuove tecnologie per la progettazione, di cui la Svizzera è oggi

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leader indiscussa. L’edificio è caratterizzato da una doppia facciata, che ha la funzione di buffer climatico per la ventilazione naturale, ed è avvolto da una pelle di vetro che lavora come barriera termica; è inoltre fornito di un impianto a soffitto che utilizza acqua di faglia per il raffrescamento degli ambienti, mentre adopera un sistema di sfruttamento dell’aria esaustiva degli uffici come riscaldamento, evitando così l’uso di combustibile fossile o energia nucleare, e contribuendo ad una gestione dell’edificio priva di emissioni.

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© Visit Zurich © Visit Zurich

Molto spesso in Italia, al momento di cessazioni di attività commerciali, assistiamo a veri e propri abbandoni delle strutture architettoniche: ma a Zurigo si assiste spesso a migliorare la soluzione al problema, con il concept del riuso architettonico, uno degli elementi chiave della filosofia ecosostenibile in città nel XXI secolo. Il Thermalbad & SPA di Zurigo, progettato dal famosissimo studio d’architettura Althammer Hochuli rappresenta uno degli esempi calzanti di questo nuovo concept architettonico, trasformando con grande successo di pubblico quel-

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la che era la sede di una vecchia fabbrica di birra in una suggestiva SPA con Hotel e spazi commerciali. Gli interni sono stati trattati con grande rispetto per la struttura esistente, nella quale sono stati ricreati gli ambienti che ospitano le attività previste dal centro SPA: piscine, zone relax, sauna e spazi per la meditazione. Le vecchie murature in mattoni e pietra si coniugano perfettamente con le forme moderne dei nuovi arredi e con i rivestimenti a listelli di legno utilizzati per la zona relax e bar; le pavimentazioni caratterizzano in modo differente i diversi spazi in armonia con i materiali originari della vecchia fabbrica. L’intervento di maggiore entità ha riguardato la ristrutturazione a cui é stata sottoposta la copertura dell’edificio, convertita per ospitare una piscina di forma irregolare che consente all’utenza della SPA di usufruire di uno spazio unico con vista spettacolare sulla città circostante. Nel cuore dell’Europa e della Svizzera, affacciata sull’omonimo lago, attraversata dal fiume Limmat e circondata dalle Alpi, Zurigo propone un’offerta gay-friendly unica che unisce più di 50 musei, oltre 100 gallerie d’arte, boutique di prestigio di stilisti internazionali e zurighesi, numerosi ristoranti e locali tra i più trendy del momento, in particolare nei vecchi quartieri industriali riconvertiti, una vita notturna intensa, eventi per adulti e bambini. Una delle città con la miglior qualità della vita al mondo, Zurigo si raggiunge da Milano in sole 3 ore e mezzo di treno e un’ora d’aereo. Buon viaggio!

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Š Zßrich Tourismus ph. Salvatore Vinci

Il giardino della signora Gerold, bar

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L’ORTO PIÙ COOL DI ZURIGO

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di Andrea Cosimi

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tappa fondamentale e indispensabile per chi visita la città di Zurigo. Con un calendario ricco di eventi, “Il giardino della Signora Gerold” è diventato un luogo cult, frequentato dalla movida zurighese e dai molti turisti provenienti da tutte le parti del mondo. Location colorata e dinamica si trasforma a seconda della stagione: d’estate aperta tutti i giorni fino a mezzanotte, durante la stagione fredda (da ottobre a marzo) viene allestita una Winterstube, un accogliente gazebo in legno, riscaldato da caminetto con sfere luminose che pendono dal soffitto. Un ritrovo ideale per trascorrere giornate divertenti con gli amici, gustando una squisita fondue o altre sfiziose specialità svizzere. La sua particolarità, il suo contesto architet-

© Il giardino della signora Gerold

© Il giardino della signora Gerold

urban style, divertimento, creatività, è soprattutto green, l’incredibile mix che potete trovare al “Frau Gerolds Garten” (Il giardino della signora Gerold), il quartiere di tendenza nel bel mezzo di Zurigo Ovest. Un progetto di riqualificazione, nato nel 2012 ai piedi delle due torri, la futuristica Prime Tower e la simbolica e affascinante Torre Freitag. “Il giardino della signora Gerold”, è un giardino urbano, con orto annesso, di ben 2500 metri quadri, in un ex area industriale, realizzato grazie ad un’amministrazione lungimirante, che ha saputo riqualificare una zona disabitata trasformandola in un vivace e accogliente distretto moderno, culturale e abitativo, ad altissimo valore aggiunto e posizionato a pochi passi della fermata del treno di Hardbrücke,

Il giardino della signora Gerold, ristorante

Il giardino della signora Gerold, ristorante

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© Zürich Tourismus ph. Elisabeth Real

Il giardino della signora Gerold, bar

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Il giardino della signora Gerold

© Schweiz Tourismus ph. Andre Meier

tonico, rendono questo luogo unico nel suo genere: i container riciclati, assemblati tra loro come mattoncini lego, teloni, botti di vino e contenitori di varia forma e grandezza, con bar, birrerie, ristorante con terrazza panoramica, una zona relax e numerosi tavoli sia all’aperto sia al coperto con una tensostruttura dall’animo circense, offrono la possibilità al visitatore di bere in una terrazza con vista a 360 gradi o mangiare un buon piatto economico in giardino. Tutta la location è circondata da un anima “raffinatamente” green: un orto realizzato con più di sessanta piccole case di legno, dal design raffinato e di varie dimensioni, ospita piante di frutti, verdure e erbe aromatiche di stagione. Prodotti freschi che si ritrovano nel menù dell’adiacente ristorante “a kilometro zero”, aperto solo da aprile a novembre, secondo i ritmi della natura. Il concept, ovviamente, è il richiamo alla terra e rispetto della natura, dando la possibilità agli ospiti di supportare in maniera concreta, curando personalmente l’orto. L’appuntamento è previsto ogni venerdì pomeriggio. È preferibile

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© Zürich Tourismu ph. VuTheara Kham © Il giardino della signora Gerold

Il giardino della signora Gerold, ristorante

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© Il giardino della signora Gerold ph. © Raphael Zubler-Switzerland

Il giardino della signora Gerold, ristorante

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contattare in anticipo i gestori per confermare la propria, gradita, presenza. La “signora Gerold”, non si è fatta mancare nulla, nel suo spazio riuscendo ad inserire anche per due piccoli stagni, dove vivono in piena armonia delle simpatiche rane che, oltre a tenere a bada il proliferare di insetti, si occupano anche del sottofondo musicale delle serate estive. Per gli appassionati di shopping il giardino ospita sei atelier di brand noti ed emergenti realizzati spesso da Local Stylist. Se non è abbastanza, in alcune date al Frau Gerolds Garten vengono ospitati anche bellissimi mercatini delle pulci e di oggetti vintage. A far da contorno, non poteva mancare il tocco creativo e artistico dei murales. Nel muro che delimita la zona garden, nella parte est, si possono ammirare vere e proprie opere d’arte in continua evoluzione e se fortunati incontrare i vari artisti all’opera. Ma c’è un murales, forse il più significativo, che ancora non è stato modificato: è quello dell’artista illustratrice Sara Parsons. Si intitola “You get what you give” (“Ricevi quello che dai”) e rappresenta due grandi mani che tengono il simbolo dell’infinito, un tributo al ciclo della natura, a quello che ci regala se ce ne prendiamo cura, sintetizzando il concetto dell’orto urbano. Non ci rimane quindi che visitare l’orto: l’accogliente “signora Gerold” ci aspetta a braccia aperte!

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LA CUCINA CHE EDUCA Zurigo, capitale della gastronomia svizzera di Giovanna Ceccherini

Street Food Festival 2016, Güterbahnhof

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un luogo comune, ormai decaduto: Zurigo non è solo la città delle banche e dell’economia; oggi è la capitale indiscussa della tradizione culinaria svizzera. Ha, quindi, una sua storia da raccontare, che parte da lontano, da quando i Romani la occuparono ed installarono qui la coltivazione della frutta e della vite: un guizzo di mediterraneità, in una terra inospitale sia dal punto di vista orografico che climatico. Eppure, dei 250 vitigni esistenti oggi, 40 risultano essere autoctoni, coltivati grazie alla cultura agricola trasmessa proprio dai Romani agli abitanti locali. Zurigo ospita un mercato rionale in ogni quartiere, dove acquistare verdure locali e gli ingredienti per i piatti tipici ed è sempre qui che i foodies ed i gastromaniaci possono davvero tro-

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© Zürich Tourismus

© Zürich Tourismus

Food Zurich, Opening Party

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alimentari, di conservazione e lavorazione dei cibi. La necessità di conservare alimenti per lunghi periodi, a causa del clima inclemente ha aguzzato l’ingegno: il formaggio, di cui la Svizzera produce più di 450 tipi, rientra proprio in questa contingenza. I mercanti, frequentemente provenienti dal Nord Italia, portavano in Svizzera cereali e legumi, ottenendo in cambio carne (salsiccia, più facile da conservare durante il viaggio) e latte (formaggio). Il passaggio dal ‘paesaggio alla tavola’ è vero anche qui, quindi. Tuttavia, in questo Paese mitteleuropeo, con 26 Cantoni, non è mai esistita una vera e propria tradizione gastronomica che unisca tutto il Paese: San Gallo guarda alla gastronomia francese, il Ticino a quella italiana, nei Grigioni è forte la tradizione rurale. Il cioccolato ed il formaggio sono gli unici alimenti che identificano la Nazione. Zurigo, poi, guarda alla Germania: la sua cucina è improntata al consumo di carne, fresca e conservata, ai derivati del latte (panna, formaggi) ai dolci a base di miele e mandorle. I vitigni sono quelli della regione di Baden, dei vini rossi. Tra i più noti, i vitigni di Räuschling, dai quali si producono rossi corposi ed intensi. Pochi sanno che a Zurigo nasce uno degli ingre© Zürich Tourismus

vare piena soddisfazione ai loro palati. Zurigo possiede addirittura un primato gastronomico: nel 1898 apre qui il primo ristorante vegetariano al mondo: l‘Hiltl. Da allora ad oggi, la densità di ristoranti tradizionali, etnici, di social food, gourmet, ecc è pari a 17 per Km quadrato! Come se non bastasse, esiste un quartiere interamente dedicato ai food tour: l’avveniristico Zürich West. L’importanza della gastronomia è tale che ogni anno si tiene lo FOOD ZURICH, con più di 100 eventi in città e nei paesi limitrofi. Zurigo dimostra tutto il suo amore per il cibo. L’evento si protrae per undici giorni, a partire dall’ultima settimana di maggio ed è una vera e propria celebrazione di tutto ciò che è correlato all’alimentazione. In ogni luogo della città, nelle piazze, nelle vie, nei musei, nei tunnel, persino nelle case private ci si ritrova ad assaporare dallo street al social food fino alle ricette gourmet. Ma come si compone la cucina zurighese? Anche la storia della gastronomia zurighese, come avviene per molte cucine storiche, passa attraverso tradizioni, consuetudini, usi e costumi che ‘fanno’ la cultura del territorio, che originano da millenni di storia di commerci, di viaggi, di scoperte, di innovazioni e di commistioni

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dienti moderni della nostra colazione: il müsli, composto da fiocchi d’avena, succo di limone, latte condensato , mele grattugiate, nocciole e mandorle. Il piatto tipico è lo spezzatino, il Geschnetzeltes nach Zürcher Art: vitello cucinato con panna, funghi e condito con pepe, paprika, succo di limone. Spesso viene servito con tagliatelle o con gnocchetti di patate (spätzle), con patate bollite o con il rösti (frittata di patate grattugiate). Alla fonduta, servita in tutti i ristoranti, si aggiunge la raclette di formaggio fuso, tradizione medievale, che viene servita anche con the o bevande calde. Gli insaccati sono molto comuni, come i Wiedlikerli, salsicce di carne cotta alla griglia e lo Stadtjäger, salume di maiale essiccato all’aria e tipico della città, fatto con maiali cresciuti e abbattuti nella città di Zurigo . I dolci poi, a Zurigo, possono generare assuefazione! Dai biscotti Tirggel, risalenti al XV secolo, vengono sfornati dalle confiserie (locali pasticcerie) in occasione del Natale. Sempre a Zurigo nascono anche le cialde a sigaretta, Hüppen, i Luxemburgerli (simili ai maccarons francesi) ed il Turicum gin, in cui si aggiungono spezie locali e fiori di tiglio. Lo Zürhonig, è il miele prodotto dalle instancabili api che, in diciotto colonie, abitano il tetto dell’hotel Marriott di Zurigo. Oltre ai numerosissimi open

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bar sul Lago di Zurigo, presso i quali godere del caldo tepore estivo e delle prelibatezze locali. Lo Zenghauskeller, vicino alla stazione, può essere il locale giusto per uno spuntino sostanzioso al vostro arrivo a Zurigo. Un viaggio a Zurigo val bene la pena! Per molti sarà una scoperta inattesa, che abbatte tutti i vecchi stereotipi che hanno identificato questa città per secoli, infatti la città offre oltre alle tradizioni culinarie moltissime cucine etniche. Oggi si parla di una città estremamente moderna, vibrante, ricca, culturalmente molto attiva e che recentemente è stata censita come la città europea più+ gay-friendly.

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Müsli

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Visita guidata culinaria: i buongustai scoprono la parte ovest di Zurigo con lo Zürich Food Tour. Degustazioni e racconti inclusi. Zürich Food Tour, tutti i venerdì alle 16 Per prenotazioni, chiamate il numero +41 44 215 40 00 o andate su ➡ zuerich.com/foodtour

zuerich.com #visitzurich

Food Tour, Zürich, Svizzera.


ABCDEFGHIJK LGBT+: Zurigo celebra la diversità. La vivace città sulle sponde della Limmat offre da anni una variegata gamma di eventi e feste, con manifestazioni di spicco quali lo Zurich Pride Festival o il festival cinematografico Pink Apple. I prossimi eventi imperdibili Hiveahkasha!: 31.7. Street Parade: 11.8. Flash Party: 11. – 12.8.

zuerich.com/lgbt

#visitzurich

LGBT+, Zürich, Svizzera.


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