Soul Running luglio 2013

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PERIODICITA’ TRIMESTRALE - NUMERO 7 - SETTEMBRE / NOVEMBRE 2013 - Euro 5.00

Soul

RUNNING

THE SOUL EXPERIENCE: Parco Nazionale dei

Monti Sibillini Jenn Shelton Tite Togni Filippo Canetta Dino Bonelli Team Scott


RUN WITHOUT COMPROMISE JEZ BRAGG NUOVA ZELANDA

PERFETTO EQUILIBRIO TRA AMMORTIZZAZIONE E STABILITÀ AD OGNI PASSO Latitudine: SUD 41° 16’ 00” Longitudine: EST 174° 46’ 00” Altitudine: 357 M

Foto: DAMIANO LEVATI

La memorabile spedizione di Jez Bragg in Nuova Zelanda lo ha condotto attraverso l’impressionante Te Araroa Trail da Cape Reinga, estrema propaggine dell’Isola del Nord, fino a Bluff, all’estremità meridionale dell’Isola del Sud. Con oltre 3000 km da percorrere a piedi, è stato fondamentale per lui avere la scarpa giusta. L’andatura naturale e uniforme di Hyper-Track Guide ha aiutato Jez a raggiungere il suo obiettivo: una scarpa da running essenziale, in grado di proteggere il piede dal tallone alla punta.

thenorthface.com


In equilibrio tra il blu e l’oro. Come meta null’altro che la spasmodica e variegata ricerca del piacere. Dove: Gargano – Italia Click: Andrea Valsecchi

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PORTFOLIO

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Equilibrista sul filo, sospeso tra cielo e terra con obiettivo univoco: precipitare! Fino in fondo! Dove: Parco Nazionale dei Monti Sibillini Click: Davide Orlandi

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PORTFOLIO

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Orbite ellittiche tagliano a metĂ pianeti verdi. Infinitamente piccolo qualcuno corre verso un rifugio per la notte. Dove: Parco Nazionale dei Monti Sibillini Click: Davide Orlandi

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PORTFOLIO

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editoriale SOTTO sottosopra

SOPRA Stagione invernale senza fine e senza sole.

TEAM ITALIA SCOTT: MARCO DE GASPERI MIGIDIO BOURIFA XAVIER CHEVRIER LUCA CAGNATI ANTONIO TONINELLI TADEI PIVK ANTONIO ARMUZZI ELISA DESCO TANIA OBERTI MARIA RIGHETTI ELISA COMPAGNONI

LIGHTER FA S T E R MORE EFFICIENT

Luglio con tempeste, temporali e temperature che arrivano fino a 14 gradi. Da Settembre 2012 ad oggi praticamente tutti i trail sono stati interrotti, deviati, accorciati e, inutile non dirlo, i risultati sono stati ovviamente falsati, pur che io resti dell’idea che chi taglia il traguardo per primo è comunque, in quel frangente, il più forte. Da ogni situazione positiva o negativa che sia, nasce o deve nascere sempre un’opportunità, bisogna essere solo rapidi nel coglierla! Partendo da questa premessa ci siamo trovati, con il sorriso in faccia, a raccontarci che forse non è stato il caso che ci ha portati dapprima ad esplorare la Basilicata, poi l’Elba, la Puglia ed oggi le Marche e

SCOTT T2 KINABALU

l’Abruzzo! No! E’ stata la capacità, la fortuna, la lungimiranza di guardare la cartina al contrario: SOTTO10

SOPRA. Abbiamo guardato semplicemente un altro punto cardinale. Abbiamo lanciato la sfida. Abbiamo scoperto che la vera terra vergine è il SUD. Il sud della nostra amata e odiata penisola è da conquistare, da conoscere, da amare. SUD di sentieri ancora da correre che hanno nomi diversi dai nostri: Carrere, Tratturi, Cammini. Sentieri infiniti, tutti da tracciare. Panorami nuovi. Un punto di vista diverso. Come una foto di gruppo in cui tutti guardano verso lo scontato obiettivo ma dove l’unico personaggio che viene bene, l’unico che ha quel giusto distacco che lo fa emergere, è quello in alto a destra che ha lo sguardo perso, verso qualcosa che ha attirato la sua attenzione, lo ha distratto. Questa distrazione apre una nuova frontiera al Trail: la destagionalizzazione! Correre a Dicembre in Sicilia tra Madonie ed Etna? Correre in Costiera Amalfitana sui Lattari a Gennaio? Correre sui Sibillini ad Ottobre inoltrato scortati da cervi, lupi e ambienti spettacolari? Correre per centinaia di chilometri sui tratturi pugliesi senza soluzione di continuità e senza limitazioni stagionali? Stessa passione, stessa fatica, stesso sudore, stesse performance ma culture, venti, rocce, alberi, ortiche, insetti, animali, cieli e nuvole differenti. Una latitudine che potrebbe ridisegnare il Trail ed i suoi obiettivi. In bocca al Lupo Sud Italia! Questa è la tua opportunità e Soul Running è già li! Forse perché anche noi siamo un pò...Sotto-Sopra. Davide Orlandi

LA TECNOLOGIA eRIDE E’ REALIZZATA CON UNA FORMA ROCKER CHE AUMENTA LA STABILITA’ E L’EFFICIENZA DELLA CORSA MIGLIORANDO LA PROTEZIONE

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erdmannpeisker / Robert Bösch

SOMMARIO

RUBRICHE

14 Run for Free - Andrea Pizzi 16 La zanzara - Luca Revelli 12

SOUL EXPERIENCES:

18 P arco Nazionale dei Monti Sibillini The Ultimate Trail

Motion Control. Chi si muove su percorsi alpini difficili necessita del massimo controllo a ogni passo. Per questo Mammut ha creato una collezione su misura per il trail running. Dinamica, traspirante, leggera, robusta e sicura - per il massimo delle prestazioni. Provala per credere. Come hanno fatto gli atleti selezionati durante l‘evento di prova sul Pers Moräne. www.mammut.ch disponibile presso: www.socrep.it | 0471 797022

OUR FRIENDS

32 Filippo Canetta - The American dream 52 Jenn Shelton - The Witch! 60 Dino Bonelli - Corno D’Africa D’Autore

48 68 72 74 76

EXTRA Mario Poletti e il Team Scott - Vero Amore! Il senso di Soul Running per la LUT Il Tral degli Eroi I test di Soul Running Soul Shops MTR 201 Micro Jacket Men

MTR 141 ZipT-Shirt Men

MTR 201 10 l

MTR 201 Men


Di Andrea Pizzi

Forse il trailer è un po’snob? Forse... o forse no! RUN FOR FRee

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Avete mai provato a correre una di quelle gare definite “non compe-

che stai comunque facendo quello che ti piace: correre. Che tutto

titive”, che però poi hanno tanto di classifica e premiazioni, aperte a

sommato anche se non ti trovi su una cresta o in un bosco di abeti

tutti, da 6-10 km, della domenica mattina o addirittura infrasettimali?

intorno a te c’è sempre qualcosa di bello e soprattutto nuovo da

Ma quanto sono lontane dal mondo del trail? Per prima cosa il ritmo:

vedere.

partenza a tutta, si corre a velocità che sono lontane anni luce dal ritmo di un trail, parliamo di 3’30” al km! Il cuore si ribella, senti su-

Ma soprattutto capisci che chi ti corre intorno, e ti supera dopo metà

bito che sei fuori giri, gambe e fiato faticano a tenere certe frequen-

gara visto che sei partito a “bomba” e adesso la stai pagando, ha la

ze. E poi sei in gruppo, devi sgomitare, mantenere la posizione, non

tua stessa passione anche se declinata su distanze, ritmi e dislivelli

inciampare nei piedi di chi ti precede...non hai tempo per guardarti

completamente diversi.

intorno, si corre anche su asfalto e il panorama molto spesso non è paragonabile a quello che si trova in un trail, quando addirittura ci si

Capisci che i runner intorno a te mettono nella loro corsa il tuo stesso

ferma a scattare delle foto...!

impegno e un’uguale passione. Che a differenza di un trailer preferiscono correre in mezzo a tanta gente, sgomitando, sicuramente con

Il primo impatto non è certo il massimo per chi è abituato a ritmi ben

più agonismo ma anche con la semplice voglia di ritrovarsi tra amici

più blandi, a correre spesso da solo o in piccoli gruppetti, a paesaggi

e correre.

aperti e suggestivi e soprattutto lontano dall’asfalto! Ma cosa sto facendo? Non è il mio modo di vivere la corsa! Allora rimpiangi il tuo

Non ultimo ti accorgi che 40’ di gara a tutta sono un ottimo allena-

trail, l’essere da solo in montagna, respirare aria pulita...incominci a

mento anche per il trail, e sono in tanti a farlo.

sentirti un poco snob! Diversi aspetti dello stesso mondo, apparentemente agli antipodi ma Quando poi riesci a prendere il tuo ritmo e l’ossigeno torna a fare il

con tanti comuni denominatori. Cambiano il panorama, gli orizzonti,

suo dovere nelle cellule muscolari, e soprattutto cerebrali, ti accorgi

rimangono costanti passione e voglia di correre.

www.socrep.it

INTROSPETTIVAMENTE


n at ur a l sup p ort W av e a s c e n d 8

a r a z n a az

l

Il Guerriero RUBRIcA

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Le luci sono ormai basse sull’orizzonte, il giorno della vigilia sta via via

gli occhi, ma lo senti nelle gambe che incominciano a bruciare, nei

scemando, domani è il gran giorno, quello che hai preparato per mesi,

polmoni che si gonfiano, nel cuore che batte all’impazzata. Sfoderi i

alcuni della tua squadra per anni, domani si va in guerra!!

tuoi bastoncini telescopici e lo affronti a viso aperto.

Tu e i tuoi compagni siete radunati in un grande stanzone. Prima di

Il sudore, solo parzialmente trattenuto dalla fascia samurai, ti solca il

coricarsi qualche ora, nella vana speranza di riposare, i pensieri ti

viso, vorresti alzare lo sguardo, ma gli insegnamenti del COLONNELLO

assalgo: sai bene che in battaglia l’esperienza gioca a tuo favore, sei

ti ritornano alla mente: “in salita mai guardare in alto, ci sono gli indiani

cosciente della tua preparazione, ma le guerre del 2000 si combattono

pronti a trafiggerti con le loro frecce”. Improvvisamente un raggio di

anche con la tecnologia e i materiali, quindi ultimo controllo alla

sole fa capolino da dietro una roccia e ti esplode in faccia, è il segnale

dotazione obbligatoria.

che stavi aspettando, è la resa del nemico, è la fine

La divisa: calzettoni, pantaloni sotto il ginocchio e

della salita! Sei in cima al colle e stai per entrare in

maglietta

“compression”

territorio “amico”: le insidie sono appena cominciate,

saranno il tuo esoscheletro, la tua tenuta da super eroe;

campi minati, dirupi e pietraie ti separano dalla base,

la giacca in Gore-Tex triplo strato il tuo giubbotto anti

ma per Dio, sei nato per questo, il tuo DNA è fatto per

proiettile.

scendere dalle montagne, quindi riponi i bastoncini nel

Borraccia, barrette della razione “K”, telo di

fodero dello zaino e giù come un rapace sulla preda.

sopravvivenza accuratamente riposti nello zaino

Allora “voli”, i tuoi appoggi sul terreno hanno la durata

“skin” avvolgente. Il “buff” sarà la tua fascia sulla

di un “nano secondo”, la morte non ti spaventa, il tuo

fronte, come i samurai, i bastoncini telescopici due

passo è inesorabile verso la vittoria. Scorgi finalmente

attillata,

rigorosamente

scimitarre affilate! Ultimo dettaglio gli occhiali da sole

la meta, la folla si raduna ai bordi delle strade, ti incita,

post atomici, indispensabili nel caso un tuo compagno “detonasse”

ti acclama, gli applausi diventano frastuono e ti rimbombano nelle

sul sentiero minato. E’ l’alba, suona l’adunata e tu insieme ai tuoi

orecchie, l’adrenalina pervade tutto il tuo corpo, ti fermi, ti volti, ti

compagni ti schieri sulla linea del fronte. La tensione è alta, gli sguardi

inginocchi e baci il terreno della madre Patria.

seri, il COLONNELLO di fronte a noi ci guarda negli occhi, ci incita, ci

Sì Trailer GUERRIERO dei tempi moderni, hai vinto anche questa volta!!!

sprona. 3,2,1 si parte!!! Pochi metri fuori dal centro abitato, dietro una

Questo scritto è dedicato a Giorgio Simonetti (Il Colonnello), i suoi

curva, ecco improvvisamente comparire il nemico. Non lo vedi con

insegnamenti sono stati la mia musa ispiratrice.

Concèntrati sul percorso off-road e la Wave Ascend 8 si occuperà del resto. Quando corri su terreni sconnessi, le fasce di sostegno posizionate strategicamente a X nella tomaia, grazie alla tecnologia Dynamotion Fit, si muovono in modo naturale in tutte le direzioni, e ti aiutano ad appoggiare i piedi in tutta sicurezza.

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Sibille, Lupi, Leggende. Vento, Sole, Creste. Due Corridori. Nessuno e 100.000 obiettivi. Di Davide Orlandi

Il senso di esplorazione dettato dall’isolamento. Gli animali, numerosi e rispettati, che appaiono ovunque. Anche quando non li vedi ne percepisci la presenza. La sensazione di essere ospite piacevolmente dominato dalla natura, autentica, così com’è o come dovrebbe essere. E’ in questa situazione che il corridore si trova ad affrontare i cammini che si snodano nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Nuvole, nuvole lenticolari. Cirri “stirati” e trasportati dal vento, costante, lasciano spazio al sole. Giallo. Luce intensa. Il Sole su questi crinali rotondi si appoggia e illumina ogni sasso, fiore, arbusto, filo d’erba dandogli la possibilità di colorarsi intensamente, sfruttando tutte le sfumature conosciute. E’ qui che si inizia correre, a 1000 metri di quota. I primi 200 metri di dislivello ammettono ancora alberi ad alto fusto che poi si diradano. I sentieri si impennano lungo la linea di massima pendenza di

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Prati infiniti. Là sotto un mondo a parte del quale oggi non facciamo parte. E’ lontano e da qui appare silenzios...mentono i Sibillini. La strada è unica, la corsa è veloce, non si può sbagliare. Ma lo facciamo. Interpreto o voglio interpretare una traccia come percorribile ma inesorabilmente si perde nel nulla. Il nulla più bello che abbia mai visto: I Prati di Ragnolo. Erbe selvatiche alte fino alle ginocchia che, mosse dai nostri passi di corsa incerta, gettano in aria i loro colori, i loro profumi. Aria invasa di odori. Novità assolute. Vento caldo, odoroso. Terra morbida, intatta. Inventiamo traiettorie dicendoci: “guarda è la! ho visto il sentiero!” ma in fondo non so nemmeno quanto lo vogliamo ritrovare. Siamo perduti e stiamo bene. Corriamo! Il sogno si ferma, anzi va in pausa e ci avviciniamo alla realtà di Fiastra che ci accoglie con i suoi 34 gradi, i chilometri sono 40. Sappiamo che ora sarà dura. Ho visto bene la cartina. Si risale e non poco. La rimonta è imponente, il sole ora non illumina, brucia. Impietoso. Ci frusta

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questi monti calvi, lunari.

un vento bollente. Corriamo quando le energie mentali lo consentono,

Una volta raggiunto il lungo crinale, le gambe trovano il loro ritmo, il

arranchiamo per il resto del tempo. Sui sentieri ancora nessuno.

passo si allunga come la vista, che spazia dal Conero al Terminillo ancora

Risaliamo fino ad incontrare ed amare la vegetazione ma soprattutto la

innevato…la dietro c’è Roma. Si corre in cielo. I colori adesso sono verde e blu. La linea di cresta li separa. Gli equilibristi corrono sul filo dei Monti Sibillini, immersi nella luce di giugno. Magia. Il cambiamento. Questi monti amano stupire. Un rifugio si materializza ed alle sue spalle si apre un via di fuga, come un cannocchiale che apre lo sguardo verso il basso, verso la foresta. Un tunnel, una discesa iper tecnica, scivolosa; a cavallo del torrente Fargno che gareggia con noi, si salta, si scivola, mani per terra, di nuovo in piedi e via. Poi si entra in un giardino privato dove le Sibille, eleganti padrone di casa, ti chiedono di rallentare. Peonie selvatiche. Ovunque. Rosso sangue, vermiglio. Rosso vita. Fiori che succhiano linfa dalla terra ed invadono il pendio. Passiamo lenti e rispettosi e poi via nel canyon di roccia, stretto, che ci porta nel mondo del verde, invadente, prepotente, che ci costringe ad entrare spesso con i piedi nel Fargno. Verde che sbarra tutte le vie tranne quella dell’acqua, sua unica antagonista e noi, ora, suoi alleati. E dopo 30 incredibili chilometri da Visso, borgo intoccato dal 1600, sfioriamo altre case: Bolognola. Le lasciamo in basso e corriamo su strada bianca, candida. Soli. Come fin da principio.

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sua ombra, ci si abbassa ancora un poco per poi risalire. Ultima rimonta infernale. Le energie qui vacillano. La chimica aiuta, per la prima volta, con concentrati di sali che ci tengono in piedi, nel sole. I prati si impennano fino al crinale, i paesaggi si addolciscono, siamo di nuovo nello spazio, corriamo su pianeti verdi e tondi, sentieri come orbite ellittiche ci permettono di allungare il passo in discesa e tagliare l’orizzonte, veloci. Da un cespuglio basso ed intricato si muove qualcosa di grosso: un maschio, giovane, potente con un palco già accennato. Il Cervo! Poi Cupi. Case radunate per difendersi dai Lupi che nei fossi, qui le vallate le chiamano così, ci vivono davvero. Ora non resta che resistere e lasciare andare le gambe, come viene. Ormai comanda l’istinto e l’incredibile voglia di una cerveza ghiacciata in piazza a Visso. Possibilmente all’ombra! Possibilmente nell’asimmetrica piazza che con linee di fuga astruse ti proietta, anzi ti mantiene nel mondo fatato delle Sibille. Noi non ce ne vogliamo andare! Grazie a Franco, Roberto e Antonio. Grazie al Cervo, alle volpi, ai rapaci. 22

Grazie alle Peonie ed ai Prati di Ragnolo. Grazie al centro dell’Italia che regala avventura e sensazioni uniche! A presto!

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Parco Nazionale dei Monti Sibillini Italia al naturale. Di Andrea Pizzi

Arrivi dalle Alpi e pensi di conoscere la montagna. Ti ritrovi sui Sibillini e devi rivedere tutto. Paesaggi e vegetazione completamente differenti: in bassa valle dominano i faggeti, incredibilmente fitti, ben conservati, di quel verde acceso e intenso tipico di inizio estate. Poi sali e incominciano i pascoli: pecore, qualche mucca e cavalli, liberi, manco si fosse nel Montana! Le montagne intorno quindi salgono imponenti, quasi improvvisamene, non sono altissime ma incombono su di noi. Più in alto si scorgono le cime rocciose del Monte Bove, del Priora, del Pizzo Tre Vescovi. E hai già dimenticato le Alpi.... Sei in un’altra dimensione, in un’altra latitudine. 24

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La Natura dei Sibillini è forte, è selvaggia, è padrona, se il sentiero non è più che frequentato si riprende i suoi spazi, l’uomo qui è solo un ospite. Ti vien naturale rispettarla il più possibile, anche abbassando il tono della voce. Una Natura che ti può dare tanto, a partire dall’acqua: tante infatti le sorgenti che si possono incontrare. Il turismo di massa qui non è ancora arrivato e non ci arriverà, questo non è il suo posto. Chi viene sui Sibillini è alla ricerca di qualcosa di esclusivo, quasi privato, forse cerca anche solitudine e qui la può trovare. In questo Parco il trailer ha la possibilità di esplorare, di allargare il proprio orizzonte, di sentirsi un privilegiato correndo sui sentieri del Parco dove viene addirittura tagliata l’erba per renderli meglio visibili e corribili. La sensazione di non da essere soli c’è, più che sulla Alpi. Se ti documenti scopri che in molte zone vivono i lupi, non più riuniti in branchi ma in famiglie “allargate”, si possono anche incontrare ma senza pericoli,

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ognuno segue il proprio trail...

Sibillini in numeri

Il Parco Naturale dei Monti Sibillini è stato istituito nel 1993, ha una

Il territorio del Parco Naturale dei Monti Sibillini è compreso tra un’altezza

superficie di 70 mila ettari a cavallo di Marche e Umbria, sul suo territorio

minima di 360 mt slm e una massima di 2476. Il 36% è coperto da boschi,

abitano più di 23.000 persone. Questa la carta d’identità. Noi preferiamo

il 34% di pascoli ma i dati più significativi sono le specie faunistiche

però raccontarvi che l’ospitalità è mediterranea: se si parla la stessa lingua,

tutelate: 50 mammiferi, 113 uccelli, 28 rettili e anfibi. Oltre 4000 caprioli,

quella del runner, si diventa subito fratelli. Che il Rifugio Cupi, anche se dista

l’Aquila reale, cinghiali, cervi, camosci appenninici e lupi sono alcuni degli

10 chilometri di curve nel nulla da Visso, sede del Parco, è il posto migliore

animali che si possono incontrare. All’interno del Parco ci sono 12 Centri

per integrarsi davvero nei Sibillini, per goderne il cibo, rigorosamente a

visita, 6 rifugi e ben 390 km di sentieri attrezzati e segnalati tra cui il

chilometro zero (ricotta indimenticabile, specie quella del mattino con pane

Grande Anello dei Sibillini, un percorso di 124 km per chi vuole scoprire

e marmellata!) e rivedere la sera quelle stelle che sono nel cielo da miliardi

ogni angolo del Parco.

di anni e che non riusciamo quasi mai a vedere davvero. Per non parlare degli “integratori tipici” di queste parti: Ciauscolo (salame a pasta morbida,

I consigli di Soul Running

incredibile sui crostini caldi...), prosciutto di Norcia, pecorini vari e ottimo

Per dormire: un posto su tutti, il Rifugio Cupi. Immerso completamente nella

vino. Non c’è di meglio dopo una giornata a zonzo sulle alte creste!

natura dei Sibillini e in un caratteristico paese perfettamente conservato. E’ come sentirsi a casa e si mangia divinamente!

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Sui Sibillini c’è tanto da fare, tanto da correre, tanto da inventare. Cartina

Per mangiare: ristorante La Filanda e trattoria Richetta, entrambi a Visso

del Parco alla mano, con tutti i sentieri segnati, è possibile crearsi il proprio

Per gli “integratori”: Alimentari-salumeria Fratelli Alesi, nella bellissima

percorso, la propria avventura, a tavolino. Un parco giochi unico per il

piazza di Visso. Pane casareccio, pecorini di tutti i tipi e prosciutto di Norcia

trailer alla ricerca di una montagna semplicemente diversa, unica, che ti

tagliato al coltello. Non c’è miglior merenda!

segna non solo i muscoli ma anche il cuore.

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Sibillini’s Equipment Foto di Veronica Pons e Andrea Pizzi

Le nuove Rapa Nui Comp di Hoka, dove averci positivamente colpito durante le prove della nostra Guida TEST 2013, sono state ottime compagne di viaggio sui sentieri dei Sibillini. Incredibile quanto poco tempo ci voglia per abituarsi al loro particolare design e incominciare a spingere, specie in discesa!

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Camelbak Ultra Trail Vest, ovvero portar con sé tutto ciò che serve per una giornata di trail indossando praticamente un gilet. Il carico, sacca idrica compresa, è localizzato a livello lombare, mentre le pratiche tasche posizionate sugli spallacci permettono di riporre gel, barrette, macchina fotografica...estremamente comodo e funzionale. Noene Nonostante le scarpe utilizzate siano state pensate per offrire la massima comodità e assorbimento degli urti il lavoro delle solette Noene “vien fuori” alla distanza: nessun dolore ai piedi nonostante tante ore di sterrato, nessuna ripercussione su ginocchia, anche o schiena. Sottili, impercettibili ma efficaci.

ROAD - BONDI B

Uvex Active e SGL 202 Polar i modelli utilizzati durante le due giornate di corsa. Leggeri e fascianti, con lenti polarizzate e fotocromatiche.

Distribuito da Abc Distribution - info@abcdistribution.it

Avvolgere e sostenere le muscolatura, questo l’obiettivo dei capi Skins A200. Praticamente una seconda pelle, grande libertà di movimento.

Natura vita e Gel Oxsitis Masticare una barretta sotto sforzo può essere un’impresa: salivazione azzerata, difficoltà a deglutire...poi prendi una di queste barrette e ne apprezzi il gusto, la morbidezza, la praticità d’uso (già suddivisa in piccoli bocconi) e soprattutto la facilità con cui si possono mangiare anche durante la corsa senza alcun problema. Tanti i gusti, da sbizzarrirsi. Innovativi anche i gel Oxsitis: differenti preparazioni in base alla temperatura di utilizzo, facili da ingerire grazie alla loro consistenza liquida, meno viscosa rispetto ad altri gel. Gusto sempre gradevole e completi in ogni nutriente.

TRAIL - RAPA NUI

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The American Dream Di Filippo Canetta

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Sognavo di mettere tutte le mie cose e la mia bici in un furgone e di girare il mondo. Ho conservato questo desiderio, l’ho cullato, si è trasformato fino a prendere una sua forma. Così Irene ed io abbiamo deciso, dopo dieci anni di convivenza e due figli, di prendere un camper, infilarci dentro il vecchio desiderio e realizzarlo! Start Denver (Colorado) alla ricerca delle tracce dei grandi corridori americani, quelli che hanno scelto di vivere attribuendo una valenza fondamentale alla corsa in natura. Il camper ci ha permesso di fermarci nei posti che più ci piacciono e soprattutto di rimanere in contatto con la natura incontaminata dei grandi panorami americani. Volevamo assaporare almeno un po’ di quella “nomad life” che ha attratto così tanti amanti dell’outdoor. Abbiamo dormito in posti talmente isolati, che il silenzio, il sole, il vento e il buio diventano assoluti e rivelano tutta la loro essenza. Non siamo abituati ad avere a che fare con spazi così immensi senza che abbiano subito qualche intervento umano. Sono nato e cresciuto in città e mi rendo conto di scrivere cose banali per chi è abituato alla montagna, ma non avere una cultura specifica mi ha permesso di scoprire certe sensazioni non filtrate da esperienze precedenti. Il primo contatto con le montagne rocciose è qualcosa che ti segna per sempre. Il tramonto dal campeggio di Buena Vista sarà difficile da scordare.

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E’ come se il mondo si fosse spostato 2000 metri più in alto, di fronte a noi si stagliavano numerose vette alte più di 4000 metri ma sembra di poterle raggiungere facilmente. Ora, capisco perfettamente Anton Krupicka e Joe Grant e il loro voler scalare in velocità il maggior numero di 14ers del Colorado. Dei settanta 4000 metri del continente US, ben cinquantaquattro sono in questo stato. Solo al mio rientro in Italia, ho scoperto che Tony ha tentato di realizzare, senza successo, il “fastest known time” (più veloce tempo conosciuto) sulla via denominata Nolan14 che unisce ben quattordici 4000 su una distanza di cento miglia, partendo proprio da Buena Vista. In seguito siamo passati da Ouray, dove Dakota Jones ha cominciato a correre e da Telluride, dove ha deciso di organizzare la sua prima gara, infine da Crested Butte dove è cresciuta Stevie Kramer. Qui le montagne sono più ripide, impegnative e comprendo perfettamente da cosa derivino le straordinarie capacità di corsa in montagna di Stevie. Mi piace immaginare la storia di queste persone e capire quanto l’ambiente naturale in cui sono cresciuti abbia influenzato le loro abitudini di vita.


Seguendo il fiume Colorado, come filo conduttore del nostro viaggio, siamo passati dal Colorado allo Utah. Ci siamo fermati a dormire a Gooseneck proprio sul bordo del canyon in cui il grande fiume forma due enormi anse, che assomigliano al collo di un’anatra. Correre sul bordo del canyon al tramonto mi ha riempito d’ebbrezza. Se ci andate prendete il sentiero, quasi impercettibile, che parte dalla destra del piazzale guardando il canyon e segue il morbido movimento del fiume e non ve ne pentirete. Correre tra le cattedrali di pietra rossa della Monument Valley, é stata una sensazione incredibile. Sembrava di essere in un film western e che da un momento all’altro potessero spuntare gli indiani a cavallo. Passando per Page (Arizona) casualmente nel corso di una passeggiata siamo capitati nuovamente sul bordo di un canyon formato da un’ansa del Colorado. Rileggendo una delle prime interviste a Timoty Olson, ho scoperto che anche lui si era fermato a correre in quel posto durante il viaggio intrapreso verso la disintossicazione da alcool e droghe. In pochi chilometri quadrati una così alta varietà di conformazioni geologiche ha reso possibile paesaggi completamenti diversi tra loro. Dal deserto rosso dell’Arizona si passa alle conformazioni rocciose dello 36

Zion National Park. Se fin ora le mie corse sono state delle brevi esplorazioni mattutine o serali completamente fuori dalle piste segnate, nello Zion ho percorso alcuni tra i più famosi trail d’America. L’impegnativo Angel Landing, dal nome così evocativo, rende bene l’idea del parco. Uno dei più bei trail che sia riuscito a fare, però, è quello che dallo Zion Ponderosa Ranch (parte alta del parco) porta a Cable Mountain, una vecchia teleferica abbandonata. Il trail termina sul ciglio di un precipizio di settecento metri da cui si ha una delle viste più belle dell’intero parco. Per mancanza di tempo, posso solo sognare, sulle mappe del parco, la famosa Zion Traverse, resa famosa dalla percorrenza in un tempo record dell’atleta Krissy Moehl. Quanto mi piacerebbe poter tentare di realizzare il mio miglior tempo. In ogni località cerco d’immedesimarmi nel contesto naturale dove mi trovo e d’immaginare i record e le imprese dei grandi trail runners americani. Ho lasciato anch’io, nel mio piccolo, una piccola traccia partecipando alla prima edizione della cento miglia del Bryce Canyon. Ci tenevo molto a correre la mitica distanza che caratterizza tutte le più importanti gare trail americane. Devo ammettere che le lunghe passeggiate dei giorni precedenti con mia figlia Cecilia di tre anni sulle spalle sono stati un ottimo allenamento. Infatti, nonostante l’altitudine (tra 2200 e 2900 s.l.m) sono riuscito a correre in perfetto stile yankee, veloce e leggero. Questo mi ha

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aiutato a capire il bisogno, di molti corridori americani, di correre leggeri per viaggiare alla ricerca di quella sensazione di libertà in cui tutto diventa possibile. Dopo il magico Bryce Canyon con i suoi rossi pinnacoli (Hoodoos) che sembrano i giochi di sabbia di tanti bambini giganti, ci siamo spostati a Moab, la capitale del divertimento outdoor dell’Utah. Ci siamo fermati in un campeggio in città ma ben presto ci siamo resi conto di aver perso completamente l’abitudine alla vita civilizzata e che ci mancavano i territori incontaminati in cui lo sguardo può spaziare fino all’orizzonte. Saranno state le venti ore a correre immerso nella natura del Bryce Canyon, ma mi sembrava di soffocare. Dopo una sola notte abbiamo deciso di spostarci all’interno del parco nazionale del Canyonlands. Il posto è meno conosciuto del più noto parco degli Arches, ma di rara bellezza. Ci siamo accampati nella località Island in the sky, una lingua di terra sospesa su un altipiano creato da uno strato di roccia più dura, 400 metri più basso, a sua volta sospeso su due enormi canyons, 400 metri ancora più in basso, formati dall’intersezione dei fiumi Colorado e Green. Il posto ci regala uno dei tramonti più imponenti mai visti. Finalmente, ho potuto riprendere le mie corsette esplorative serali e mattutine. Correre in posti che non conosco è sempre un esperienza unica. Seguo l’istinto nel cercare un percorso dove

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non ci sono tracce con tutti i sensi in allerta e magari mi trovo all’improvviso sul bordo di un canyon. Lo spavento e la vista mi tolgono il fiato e rimango estasiato con gli occhi lucidi ad ammirare la grandiosità della natura fino a quando il mio respiro non ritorna normale. Non lontano da qui c’è il canyon reso famoso dall’incidente accaduto ad Aron Ralston da cui è tratto il celebre film 127 ore. In questo momento capisco perfettamente lo spirito di avventura che lo ha condotto nella difficile situazione che lo ha costretto ad amputarsi un avambraccio per potersi salvare. Ci sono ancora così tanti panorami di cui riempirsi gli occhi, ma dobbiamo proseguire il nostro viaggio. Voglio assolutamente cercare di capire come mai così tanti runners hanno deciso di insediarsi proprio a Boulder. Ci mettiamo veramente poco a capirne il motivo. Boulder é una cittadina meravigliosa, a misura di gente sportiva, situata ai piedi delle montagne rocciose. Ci sono piste ciclabili ovunque ed è attraversata da un fiume navigabile in canoa e con i copertoni. Boulder è inoltre sede di una delle migliori università americane, con la particolarità di essere pubblica e non privata come la maggior parte. E’ possibile comprare ottimo cibo di origine biologica e il sabato si tiene un mercato dove sono gli agricoltori direttamente a proporre i propri prodotti di stagione. Ma è nei dettagli che 40

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si vede lo stile di un posto. A Boulder chiunque può noleggiare una bici da corsa con telaio in carbonio o una mountain bike da competizione e diversi distributori automatici hanno gel e barrette energetiche al posto delle solite merendine. Tutto in città è finalizzato alla vita sportiva. A Boulder tanti corrono, ma quasi tutti fanno trail ed è verosimile che mentre pedalate sulla pista ciclabile qualche amabile vecchiettina con pantaloncini in lycra vi superi guidando una bici da corsa. Dal Chautauqua, il principale parco della città che si affaccia sugli iconici Flatirons (5 enormi lastre di roccia che sembrano conficcate nel terreno) partono più di 80 chilometri di percorsi nella natura. So bene che non dovrei a quattro giorni da una cento miglia, ma come si fa a resistere a non correre “a tutta” la salita e la discesa al Mt. Green? Il monte rappresenta una sorta di mitico santuario del trail. Tony Krupica vi sale più di 200 volte l’anno (infatti, lo incontro anch’io che scende dalla via denominata Saddle Rock), tutti i più forti atleti della zona vi si allenano e gli abitanti di Boulder di tutte le età calpestano i suoi sentieri. Il confronto dei dati GPS su Strava conferma la mia teoria sui corridori americani. Molto veloci in salita e un po’ meno in discesa. Anche se ancora un po’ affaticato, ho ottenuto il nono tempo sulla salita al Monte Green, ma il secondo tempo in discesa, dietro 42

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solo al velocissimo e giovanissimo Sage Canaday. Correre nei grandi paesaggi americani rappresenta la migliore espressione

Condividiamo l’esperienza del Trail running

del correre l’avventura. Esplorare il mondo alla ricerca dell’essenza stessa del trail, realizzando uno sforzo che ti permetta di arrivare all’essenza del piacere di correre in natura seguendo il bisogno di libertà. La corsa non é un fine ma il mezzo per entrare, con la fatica, in comunione con l’ambiente, un viaggio fisico, mentale e spirituale nel quale bisogna essere pronti a sapersi sorprendere di fronte alla magnificenza del paesaggio che

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si scopre lungo il cammino. Ci ho messo quarant’anni a capire cosa mi piace fare, ma alla fine l’ho

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Suardi a Ivano Camozzi, Eleonora Arrigoni e tutti gli altri. Per chi, leggendo, ci avesse preso troppo alla lettera pensando che i risultati passino in secondo piano in questo team consigliamo di leggere con attenzione le “carte di identità” che abbiamo creato parlando con loro. Stop! Marco De Gasperi Con il suo palmares e l’esperienza nella corsa in montagna possiamo tranquillamente affermare che Marco sia il Capitano di questo team. Sei i titoli iridati portati a casa dal campione valtellinese e questo potrebbe bastare. Ma per presentare Marco non ci si può fermare qui. Per lui tanti vittorie importanti come la Jungfrau Marathon del 2010, la prima alla Sierre - Zinal (2008) e l’ultimo mondiale (a Ovronnaz nel 2007), gare particolarmente care al portacolori Scott che è anche impegnato nello sviluppo dei prodotti: grazie al suo contributo è nata infatti la T2 Kinabalu. Grande amore per la natura e la montagna sono il motore di Marco non solo nello sport ma anche nella vita e il suo impiego all’interno del Corpo Forestale dello Stato lo testimonia. Alle sue spalle tante stagioni di gare e allenamenti: secondo lui negli anni ha perso la capacità di soffrire fino alle ultime fasi di corsa, dote che qualche anno fa era il suo punto di 46

forza anche se, a giudicare dagli ultimi risultati, davvero non si direbbe. Marco non è solo un campione ma un ragazzo di grande spirito, sempre disponibile e conscio che la sua grande esperienza debba essere messa

Mario Poletti e il Team Scott Vero Amore! Mario è un amico! Mario per chi ama la corsa è un mito e un precursore. Mario organizza gare. Mario promuove le sue valli instancabilmente. Mario vende, presenta, allestisce, inventa, corre, guida (non poco!) e da oggi è a capo di un team, un team di campioni e di grandi comunicatori. E’ per questo che li ha scelti: ognuno di loro nella sua zona di appartenenza è riconosciuto e riconoscibile. Tutti hanno un seguito più o meno nutrito di fan , inoltre la loro corsa naturale trova il massimo dell’espressione con i prodotti Scott. Facendola facile, il gioco è fatto! I negozi di zona hanno un’arma a loro favore che l’azienda fornisce: degli ambassador non irraggiungibili ai quali chiedere consigli quando li si incontra allenandosi o nei negozi di riferimento. Persone che fanno della comunicazione la loro arma vincente. Qualche dubbio? Parlate con Marco De Gasperi e Migidio Bourifa poi ci direte.... Una scelta intelligente che Mario ha concepito con l’aiuto di Marco De Gasperi, entrambi sostenuti, come sempre, da un’azienda che lavora e si muove con la professionalità di una grande Company quale è ed al contempo con l’umanità di una famiglia. Questo imprinting arriva a tutti i suoi reparti da Donatella

a disposizione delle giovani leve, questo il suo obiettivo per il futuro e il suo ruolo nel team. Adora correre in luoghi dove l’impatto umano non ha ancora rovinato paesaggi, laghi, montagne, boschi. O dove questo rimane comunque in armonia con ciò che è sempre esistito. Potrebbe correre per ore senza accorgersene in posti come l’Engadina, l’Oberland, il Vallese... Migidio Bourifa Corre come il vento dal 31-01-69 da Casablanca ad Albino in provincia di Bergamo! la sua vita è ricca di grandi successi e performance di alto livello come a Parigi nel 2003 quando abbassò il suo personale a 2h09’07”. Altro che Marocco, da Marte arriva!!! Miglior risultato Trail (già perchè lui sa fare anche quello) è, manco a dirlo, il primo posto al Trail di Formentera. Ad oggi Migidio di obiettivi ne ha tanti, ma non più ovviamente come atleta professionista. Uno tra i più affascinanti è partecipare (e magari vincere) una corsa a tappe nel deserto! La gara a tappe lo esalta per varie ragioni: “troppe ore di corse filate sono uno sforzo al quale non sono avvezzo ma soprattutto adoro i rapporti personali che si creano e ti arricchiscono come non mi era mai successo da professionista!” Uomo da terzo tempo!

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Tany Oberti

Toni Toninelli

Corre & Respira dal 16-07-89 a Trescore Balneario. Vive in pista? Si

Vive e corre dal 16/5/84 a Clusone. E’ un competitivo nel DNA. Best

di quelli “scacciapensieri” che va a fare quando vuole staccare, per

ma anche no! Lei è un gradevole mix di anarchia e metodicità, un po’

performance terzo agli italiani e terzo ai mondiali a squadre di corsa in

Toni l’unico scacciapensieri è gareggiare. Il giorno più rilassante?

si impegna allo spasimo ma se deve staccare non c’è allenamento che

montagna. E quando scendono i primi fiocchi si fionda ad insegnare a

L’allenamento con il gruppo – Team Scott Power!

tenga. Ma quello che conta, si sa, sono i risultati e quelli non mancano

sciare. Dal 2009 la competizione è il suo unico pensiero, merito anche, o

mai come il terzo posto agli italiani sui 1500 da cadetta. I suoi personali

sprattutto, di Migidio Bourifa con il quale si allena con grande continuità.

parlano da soli: sui 1500 4’36” e sugli 800 2’15”! Obiettivo: arrivare sotto

Correre è un obbligo che il suo fisico e la sua testa gli impongono!

il minimo per gli assoluti, che dovrebbe essere circa 4’30”, per fine luglio.

Obiettivo: Vincere la Hochfelln Berglauf – gara simbolo della Corsa in

Si definisce intrattabile, noi no siamo dello stesso parere, specie se sotto

Montagna che si corre a Bergen in Baviera.

gara (o post se è andata male). Il suo percorso preferito per staccare la

Toni non stacca mai la testa, lui è sempre sul pezzo. non ha un percorso

spina: correre sulle sponde del Lago d’Endine ascoltando i Black Eyed Peas ( a volte la Pausini...ma noi preferiamo i primi).

Tadei Pivk

Laureata in scienze della formazione. “Da Grande” farà la maestra facendo

Friulano di Gemona, grande passione per la montagna da quando è nato,

innamorare tutti gli alunni! Ebbene si! Lei è la runner più bella!

il 20 luglio 1981. Se c’è da faticare, a piedi o con le pelli di foca, è in prima linea e grazie alle sue lunghe leve riesce a fare numeri importanti, come lo splendido terzo posto lo scorso 26 maggio in Coppa del Mondo a Zegama (Spa), grazie al quale è salito sul podio insieme ai migliori al mondo della specialità. Per lui questa è la miglior prestazione di sempre ma se guardiamo il suo curriculum da runner di vittorie ce ne sono, e

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Xavier Chevrier

pesanti. Quest’anno i suoi obiettivi sono gli europei di Canazei e un posto

Se c’è da far festa non si tira indietro, se c’è da correre e faticare...

tra i big nella classifica di Coppa del Mondo Sky. Per Tadei i limiti ci sono,

nemmeno! In piena coerenza con i suoi 23 anni. Campione del mondo

bisogna conviverci ma cercare sempre di migliorarli, divertendosi però! Il

di corsa in montagna juniores nel 2009, di cui porta un ricordo indelebile

suo percorso preferito di allenamento è il Monte Lussari, affascinante non

anche per le atmosfere e le sensazioni, oltre che campione europeo nel

solo per il paesaggio ma anche per ospita un antico borgo e un santuario.

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Federico Modica

2007 in volata su Jhonatan Brown-Lee, l’inglese argento nel triathlon lo scorso anno a Londra. Lavora nell’azienda agricola della cognata in estate

Elisa Compagnoni

e sulle piste da sci di fondo come barista e cameriere in estate in attesa di

Nazionale di sci alpinismo e promessa dello sky running, dalle montagne

poter diventare atleta professionista. Per Xavier la corsa è una medicina,

dell’alta Valtellina alla pianura di Pavia per laurearsi in Scienze della

gli permette di ascoltare solo il ritmo del cuore e il rumore dei passi,

Comunicazione. Ma il suo cuore è in montagna e grazie ai suoi 23 anni la

specie quando può farlo tra le sue montagne, quelle dalla Valle d’Aosta.

voglia di stare all’aria aperta, per allenarsi o solo per divertirsi, è sempre

Quando vuole staccare la spina prende un sentiero dietro casa che

fortissima. Per lei correre è passione, voglia di raggiungere obiettivi e

costeggia un ruscello e si inerpica tra alberi e radici: per lui è come tornare

traguardi che si credevano impossibili, vivere quel mix di sensazioni

ragazzino, quando a 14 anni provava da solo le volate facendosi da solo la

incredibili che lo sport può dare. Poi ci sono le amicizie, forti e profonde,

radiocronaca. Il suo avversario “immaginario” era sempre uno: Marco De

che nascono in questo ambiente, come quella con la compagna di Team

Gasperi! Nonostante le sue vittorie si ritiene insesperto e con tante cose

Elisa Desco con cui lo scorso ottobre ha conquistato un secondo posto nel

ancora da imparare, deve migliorare in salita, non pensare a troppe cose in

Campionato italiano a staffetta, per lei il risultato più bello. Confessa che il

gara e non guardare l’orologio ogni dieci secondi! Ama i percorsi up&down,

suo limite è il soffrire l’ansia pre-gara ma quando parte diventa determinata

sulle salite lunghe e dure intervalla la corsa con la camminata, gli permette

e cocciuta, tanto da non mollare nemmeno quando è cotta! I boschi e i

di riprendere fiato, per questo è chiamato il “Corricaminale”. Non è una

sentieri intorno a casa sua sono il luogo per allenarsi e allontanare tutti i

dote innata, gli è stato insegnato da piccolo e non ci vuole svelare da chi...

pensieri.

foto www.sportdimontagna.com


Maria Righetti Lecchese, 23 anni il prossimo mese di agosto e fresca sposa (quando l’abbiamo intervistata mancavano solo 4 giorni alle nozze...). Nel 2008 vince il titolo italiano di corsa in montagna ma ama impegnarsi anche sulle distanze classiche su strada: sua la vittoria nella mezza di Crema nel 2012 e tra gli obiettivi futuri vorrebbe inserire anche una maratona. La sua vita è legata allo sport non solo come atleta ma anche come professione: è infatti insegnante di educazione fisica, allenatrice di mezzo fondo e preparatore atletico nella pallavolo. Per lei la corsa è un’occasione per sentirsi bene, dedicare del tempo solo a se stessa, sfogarsi ma sopratutto, ancora prima di parlare di risultati e di agonismo, per incontrare persone che diventano importanti nella vita, come il marito Francesco o il suo allenatore Silvano Danzi. Gli impegni sono tanti e limitano forse un pò i suoi allenamenti che spesso affronta da sola, anzi sola con il suo Lago e i suoi pensieri! La grinta le permette di far fruttare al meglio ogni momento trascorso correndo. Il suo percorso preferito è il lungo Adda, da Garlate andando verso Brivio, il giro del lago o anche il giro del Monte Barro. A seconda della stagione e della testa sceglie la strada che quel giorno le si addice di più! 50

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Luca Cagnati Corre tra le Dolomiti bellunesi da quando è nato 23 anni fa. Di tutte le sue gare conserva un bel ricordo, per lui non è importante il risultato assoluto ma il modo con cui si arriva alla vittoria, specie se la si può anche condividere con degli amici, come è successo lo scorso anno al Trofeo Vanoni dove in squadra con Xavier e Max Zanaboni ha conquistato il titolo italiano a staffetta. Altro risultato “pesante” per Luca è stato l’oro nella gara a squadre in occasione degli europei di corsa in montagna di Telfes nel 2009. Dopo una breve parentesi nell’Esercito Luca adesso dedica tutto il suo tempo alla corsa in montagna, il suo obiettivo è migliorarsi a tal punto da poterne far diventare un lavoro, “il più bello del mondo!”. Qualcuno potrebbe dire che il limite di Luca sia il fattore mentale: “a volte in gara la testa mi abbandona e succede un “patatrak”...ma non lo considero un limite, è allenabile e ci sto lavorando!”. Luca è molto meticoloso negli allenamenti: raggiunto un risultato, adeguatamente festeggiato con gli amici, è già ora di lavorare per la gara successiva, vuole sempre migliorarsi. Se fatto in compagnia di amici, come Xavier o Marco, ogni percorso, ogni allenamento è occasione per divertirsi!


The Witch

JENN SHELTON

cOveR sTORy

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Tite incontra Jenn. Il caso non esiste. Il destino disegna. Nasce affetto. Nasce un dialogo. Parole ed immagini che spaziano ovunque. Due donne magiche ci regalano tutto ciò. TITE - Le donne nel trail sono il 10% degli uomini, mentre in maratona rischiano di sorpassarli, almeno nel numero. E’ per questo che hai scelto il trail, per vincere più facilmente? JENN - è divertente vincere, ma mi piace anche perdere... TITE - Le abitudini sane si fissano nell’infanzia: da piccola giocavi con le bambole o scorribandavi ore per sentieri come Kilian? JENN - Giocavo coi maschietti, in giro sulle casette sugli alberi. TITE - da adolescente giocavi coi maschietti o facevi birdwatching? JENN - Birds, yes. TITE - Per scappare da chi o cosa hai iniziato a correre? JENN - Sto ancora scappando da un’America “Wall-Mart”, l’America dei supermercati di massa. TITE - Correre da sole in un parco può far paura. Figuriamoci nei boschi, magari di notte...o no? JENN - Mi fa molta più paura la città !(Jenn ha vissuto fino al mese

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scorso in una casetta piena di spifferi e di scarpe da corsa ad Ashland, Oregon, lo stato più hippie ma anche più “naturista” degli USA. Ora si è trasferita in Colorado, lo stato più sportivo almeno per quanto riguarda la montagna). TITE - Kilian vive 6 mesi l’anno in una roulotte di pochi metri quadrati per dedicarsi meglio al trail running. Tu anche? Oppure come e dove? JENN - Ho un fidanzato (Erik Skaggs, anche lui forte ultra maratoneta e

Immagini Josh Nielsen Tim Davis Augusto Mia Battaglia

trailer) con cui vivo e farei qualunque cosa con lui. Inoltre abbiamo un cane (Firecat) quindi ora siamo più stabili (nel suo stile contraddittorio, dopo pochi mesi si sono trasferiti in Colorado. ndr) SIERRA NEVADA

TITE - Raramente si parla di coppia tra i trail runners, perché molti sono

How many licks does it take to get to the top of Whitney?

soli per amore o per forza, tu hai una vita famigliare che ti supporta nella

Which of you does the marmot pimp that he flaunts his silver spoon?

tua doppia vita?

“Perché per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che

Why do the aspens lay down their arms against the keeper of the portals?

JENN - E’ auspicabile avere un fidanzato che ti supporta e che fa le

Which heart is made of purer granite Park Ranger or Minaret?

stesse cose. Nel nostro caso , io sono la pazza e lui è la parte stabile.

How can glissading be so fun if it is an invention of the French?

TITE - Anita Ortiz (campionessa del mondo Master nel 2003), ha 4 figli e

bruciano, bruciano, come favolosi fuochi artificiali color

Who calls my emergency contact, what ancient scrolls describe the fall?

correva sul tapis roulant tra un allattamento e l’altro. Tu ti senti in equilibrio

giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel

Do glaciers wear their blue collars in the depths of the crevasse?

o in una “doppia vita”, e qual è quella più reale, semmai dovessi rinunciare

mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e

ad una ?

tutti fanno Ooohhh! “

Who’s the yeoman with the yodel, and can I see his permit? J.S.

JENN - Anita è un idolo.I nostri giochi sono il nostro lavoro.

mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano,

On the road


TITE - Che scarpe porti normalmente? Tacchi? Ballerine? JENN - Tacchi, perché sono piccola e poi fanno risaltare i muscoli del polpaccio. TITE - Fatica, intemperie, fango, freddo, caldo, fame, sete, cadute, cicatrici... il trail è “una vita da bestia”, in cui il miglior risultato è il minimalismo di Antony Krupicka che corre a torso nudo con barbe e capelli lunghi da hippie. Ma come fa a piacere ad una donna? JENN - L’importante è stare all’aria aperta, nella natura. Quando morirò forse capirò. TITE - Cambieresti qualcosa del tuo fisico? JENN - Forse i miei capelli afro. TITE - Kilian mangia roba in scatola e Nutella, Scott Jurek ha scritto un libro di ricette vegane da artista. Tu a chi assomigli di più? Qual è il tuo piatto preferito? Lo sai cucinare? Sei custode del focolare? Come e quanto apprezzano a casa i tuoi pasti fugaci, affrettati o saltati per andare a correre? JENN - Assomiglio più a Kilian: amo le minestre, i polpettoni e il formaggio. TITE - Rich Roll, Scott Jurek sono “uomini di ferro” da quando sono vegani, ma non hanno il ciclo. Tu come la metti col ferro?

cover story

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JENN - Non so proprio come fanno a correre mangiando così! (Jenn è famosa per mangiare pizza americana e bere alcolici anche prima di una 100 miglia, presentarsi al via vomitando, per poi vincere...ndr) TITE - L’ultima volta che hai pianto era all’arrivo di un ultra? JENN - Mai per una gara, ma spesso una volta al mese... (Sindrome Premestruale) . E insieme ci urlo sopra LIBRO PREFERITO: Pam Houston “Cowboys are my Weakness: Stories” (l’autrice è direttrice del dipartimento di Scrittura Creativa a U.C. Davis. Jenn ha frequentato un anno proprio di scrittura ceativa, con particolare passione per i “maledetti” e Beat tipo Jack Kerouac e Allen Ginsberg degli anni ‘50. Ha lasciato per trasferirsi a S. Francisco a scrivere poesie, ma detesta parlarne) FILM PREFERITO: Lion King PROFUMO PREFERITO: il deodorante TITE - Da sola in un bosco di notte con: - Scott Jurek - Antony Krupicka Dewa Sherpa - Kilian Jornet... JENN - Nessuno. “None have enough edge”: nessuno è forte abbastanza. Hi Jenn! Soul Running is falling in love with you! See you in Italy soon!

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Di origine marine, in Virginia, classe 1984, è la “curiosità audace” fatta

gioca con la tavolozza della resistenza umana”:

a persona, come l’ha definita in un capitolo intero l’autore di “Born To

“Though known as a trail ultrarunner, Jenn likes to take the sense of

Run” Cristopher McDougall. Con una figura minuta ed esile, contrastata

adventure she draws from ultrarunning and apply it to all running — from

da un tatutaggio “cattivo” di un pipistrello sull’avambraccio destro, ha un

big mountains to road races. She loves to push her body, finding beauty in

passato di ginnastica e rugby fino alle medie, quando, come lei stessa

the experience of picking up the pace.

racconta col suo tipico tono casual e minimalista, un cacciatore di talenti

“Conosciuta come ultratrail runner, Jenn ama trasferire il senso

l’ha trasferita dalla sbarra alla pista d’atletica. Poi gli anni in riva al mare a

dell’avventura a tutta a corsa, dalle montagne alla strada. Ama lo sforzo

Frisco, prima di approdare direttamente ad un ultra trail scelto per il nome.

fisico, trovando la bellezza nel cercare di mantenere un ritmo.”

“Mountain Masochist”, 80km sui monti, e come linee direttive un passo di

Ha promesso di tornare sulle Dolomiti per correrle e sciarle...e per bere di

”DharmaBums” di Jack Kerouac:

nuovo la grappa!

1. ”Try the meditation of the trail, just walk along looking at the trail at your feet and dont look about and just fall into a trane as the ground zips by... you expect to see nimphs and fluteboys, then suddenly you’re struggling in a hot broiling sun of hell in dust and nettles and poison oak...just like life” - Prova a meditare sul sentiero, devi solo camminare fissando la strada sotto i piedi senza guardarti intorno e così cadi in trance mentre la terra scorre sotto di te...ti aspetti ninfe e flauti e improvvisamente ti ritrovi a combattere in un inferno di sole cocente con polvere, rovi e spine avvelenate...proprio come nella vita”. Due anni dopo, a 21 anni, ”capace di tutto, tranne la moderazione”, Jenn

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cOveR sTORy

affronta la sua prima 100 miglia, la “Old Dominion100”, arrivando 2a assoluta, con un record della corsa battuto di 3 ore che a tutt’oggi resiste. Alla 100miglia seguente, la “Rocky Raccoon100” passa ad essere la più forte al mondo su quella distanza. Senza tattica, dieta o strategia, Jenn percorre al contrario la carriera di qualsiasi elite runner: avendo iniziato con le ultra decide che era venuto il momento per tornare a distanze inferiori e, per sondare la velocità, non ci mette molto a passare dal trail alla strada: tanto le scarpe minimaliste sono

THIS IS JENN

Quella vista, pensata e conosciuta da Tite

sempre le stesse (anche se dice di doverle cambiare ogni due settimane per il chilometraggio che accumula, al quale nemmeno il suo cane ha retto, preso da epilessia da sovraccarico). Così, dopo essersi guadagnata un capitolo di Born To Run per essere stata l’unica donna (4a assoluta) a partecipare all’Ultra organizzata dal recente scomparso Caballo Blanco in zona messicana coi Tarahumara, Jenn affronta la maratona e, avendo valutato che 2h47” per qualificarsi agli Olympic Trials lo “possono fare tutti”, segna 2h45’01” alla California Int. Marathon. Niente tattica, orologio o cardio, solo “run by feel” e con “la fiducia di averne sempre fino alla fine e di poter spingere ancora”. Jenn non può essere altro che ambasciatrice di un marchio “wild” come lei, Patagonia, che la descrive come in Born To Run “un’artista del corpo, che

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cover story

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JENN E TITE

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Scorrendo le immagini di amici in Alta Badia in un freddo giorno di febbraio, mi blocco di fronte al suo sorriso scanzonato che sbuca da un casco in mezzo alla neve e la riconosco all’istante. Gli amici che l’avevano come ospite da due giorni erano ancora increduli, tramortiti da tanta energia e mi confermano che è lei. In poche ore eravamo alla base della pista del Pralongià per la nostra (mia e sua, di Jenn, che ha praticamente iniziato a sciare 48 ore prima) prima gara di sci alpinismo e, a seguire, alla nostra intervista in mezzo al chiassoso terzo tempo in rifugio, a suon di grappa. Nonostante abbia asserito che “spesso le fanno domande che la lasciano senza risposta perché non capisce ciò di cui si sta parlando” , ha trovato le

TITE

10 domande di Distancelpus “D+ FXXA NEL TRAIL” molto stimolanti.

Gli Ambassador di Patagonia Jenn è un ambassador di Patagonia, così come l’altra forte ultra trailer Krissy Moehl. Il brand americano ha una precisa filosofia nel scegliere i

Insegnante certificata Iyengar Yoga, corre (persino vincendo una 100km)

propri atleti: sono tester sul campo, collaborano nello sviluppo dei materiali

“grazie allo yoga” e per questo ha creato il progetto “YOGAXRUNNERS”

ma sono soprattutto portavoce di un marchio da sempre molto vicino

per diffondere lo yoga tra i podisti, sia come prevenzione e terapia per

all’ambiente, con un forte spirito di libertà e rispetto per la Natura. Atleti ma

gli infortuni della corsa , che come vero Xtraining per ottimizzare la corsa

anche ambasciatori di uno stile di vita nato in California e ormai diffuso in

stessa. E’ pro-athlete di Patagonia.

tutto il mondo del trail.


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Corno d’Africa d’autore Foto di Dino Bonelli


Ethiopian Lakes Trail 62

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Cosa c’è di più Soul di fermarsi dopo un arrivo, stanchi, sfiniti, disidratati ma soddisfatti, sdraiarsi in un prato verde, bere qualcosa ed esser circondato da una miriade di bambini locali che probabilmente, allibiti, si chiedono cosa stiamo facendo? L’Ethiopian Lakes Trail ha un anima Soul sia in gara che dopo, e Giovanni Storti (del famoso trio comico n.d.r.) l’ha percepita e vissuta in ogni sua sfumatura.. anche durante lo stretcing.. Maggiori info su questa magnifica gara a tappe nella savana etiope su www.runandtravel.it


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Ethiopian Lakes Trail


vite dedicate

Corno d’Africa d’autore

Il Somaliland è uno stato proclamatosi indipendente nel 1991, ma non ancora ufficialmente riconosciuto dal resto del mondo. Dettagli forse, per un popolo che finalmente si sente libero dall’oppressione politico militare della vicina Somalia, ma dettagli che lo rendono ancora più povero e senza aiuti da parte delle grandi organizzazioni umanitarie che hanno grossi impedimenti burocratici nell’aiutare uno stato che ufficialmente non c’è. Ad andare in soccorso di questo popolo veramente povero, solo piccole realtà quali la MAS CTH: fortemente voluto e quindi realizzato da un gruppo di medici ed imprenditori torinesi, il MAS CTH, 66

Mohamed Aden Sheikh (dottore somalo recentemente scomparso e

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promotore locale del progetto Children Teaching Hospital), ha costruito un ospedale pediatrico nel centro di Hargeisa, la sconquassata capitale di questa landa desolata. Qui ogni giorno un centinaio di bambini, quasi sempre accompagnati da madri inizialmente perplesse e poi incredule e speranzose, vengono visitati e curati in un day hospital assolutamente gratuito. Tra i progetti futuri anche una scuola per formare infermieri che con l’appoggio di alcuni dottori locali potranno in futuro essere l’ossatura portante di un progetto veramente bello e soprattutto utile. L’intera struttura vive sulle donazioni raccolte da varie onlus e dal quotidiano La Stampa, ma anche noi di Soul Running promuoviamo la causa invitandovi a visitare il sito www.mascthonlus.org dove troverete anche le coordinate per le donazioni benefiche. Aiutare è sempre Soul, aiutare i bambini che hanno veramente bisogno è infinitamente Soul. Tra i supporter di questo progetto anche quel Marco Berry che con

Dino Bonelli è un fotografo sportivo ed atleta praticante, ma soprattutto è un viaggiatore. I suoi scatti trasmettono tutto il suo saper viaggiare. Le sue foto trasportano la mente di chi li guarda direttamente in loco. In alcuni sembra di sentire addirittura i profumi ed i rumori degli ambienti immortalati. Le sue avventure, tutte vere, ci portano alcune volte in paesi magnifici ed altre in posti meno fortunati ma ugualmente degni del suo obiettivo. Da anni ormai usa dire che “non è l’uomo a fare i viaggi ma sono i viaggi a fare l’uomo” e come dargli torto. In questo suo ultimo reportage ci illustra con scatti e un paio di autoscatti, il Corno d’Africa, quella fetta del continente nero costituita da Somalia, Gibuti, Eritrea (non

Le Iene aveva già reso nota la triste situazione igienico-sanitario-

visitata) ed Etiopia. Tutte terre dove correre è quasi una ragione di vita, tutte lande incantevoli con popoli diversamente uguali o ugualmente diversi

alimentare del Somaliland con un bel servizio in tv.

fra di loro, uniti solo da una povertà disarmante.


MARCO ZANCHI

MAX E MAX

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Il senso di Soul Running per la LUT

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FILIPPO E CECILIA

MIKE FOOTE

IVAN GERONAZZO FERNANDA MACIEL

MIKE WOLFE


RUN IN LUT PARADISE

TITE&MIA

START

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SEBASTIAN SPHELER WINNER OF LUT 2013

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SIMONE BROGIONI - THE LUT CHIEF

STEFANO TRISCONI

THE NORTH FACE TEAM ALLA LUT 2013 SOUL FRIENDS ALLA LUT 2013


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ONORE AGLI EROI DEL GRAPPA CORRENDO UN GRANDE TRAIL. “L’inizio della “Grande offensiva” fu deciso per l’alba del 24 ottobre con l’attacco della IV Armata nella regione del Grappa, attacco che doveva essere effettuato con il concorso dell’ala sinistra della XII Armata e con l’appoggio dell’artiglieria della VI Armata, la quale, a scopo diversivo, doveva a sua volta eseguire colpi di mano su tutto il proprio fronte, mentre la X avrebbe occupato le Grave di Papadopoli. A tutte queste truppe il generale Giardino lanciò, alla vigilia, il proclama seguente: “È l’ora della riscossa. È l’ora nostra. I fratelli schiavi aspettano i soldatini del Grappa liberatori! Chi di voi non si sente bruciare di furia e d’amore? Il nemico traballa. È il momento di dargli il tracollo che può essere l’ultimo se glielo date secco. Ognuno di voi valga per dieci eper cento. Il vostro Generale sa che varrete per dieci e per cento. L’Italia vi guarda ed aspetta daciascuno di voi la liberazione e la vittoria. Soldati miei, avanti!” 24 obbobre 1918 l’ultima offensiva Tratto da “Storia d’Italia” Prof. PAOLO GIUDICI “Chi di voi non si sente bruciare di furia e d’amore...?”. Una furia dettata dalla volontà di respingere il nemico e riconquistare la propria terra,

l’amore per la patria, un senso di appartenenza fortissimo al tricolore. Apparentemente furia e amore sembrano due emozioni opposte, in realtà insieme, fanno di questi uomini degli esempi, persone semplici e determinate, capaci e a volte molto severe. Per non dimenticare, il Trail degli Eroi vuole per il terzo anno consecutivo offrire omaggio a tutti i caduti della Grande Guerra, facendo conoscere i luoghi dove i militari alpini e non solo hanno difeso e perso la vita per la Patria Italiana. Un trail tramite il quale ritornare indietro nel tempo per un giorno, correndo, camminando, guardando i percorsi di guerra, sudando, puntando la scarpa sulle rocce e con il vento in faccia scendere in mezzo alle valli aperte del Monte Grappa, punti di scontri a fuoco di cui sono visibili ancora oggi i segni.

Il trail degli Eroi è sinonimo di natura e la natura è formata da quattro elementi fondamentali ai quali ci siamo ispirati per l’edizione 2013: fuoco, terra, aria e acqua; questo circolo virtuoso, in realtà ha diverse interpretazioni a seconda delle materie (filosofiche e matematiche) o delle religioni. Ecco la nostra rappresentazione dei quattro elementi durante il Trail degli Eroi: Acqua: quest’anno ci sarà una novità per quanto riguarda i ristori, infatti in accordo con il nostro sponsor Camelback abbiamo pensato di mettere solo acqua ai ristori, ed eventualmente bevande calde o isotoniche in base al clima che ci sarà nei giorni del trail. Una caratteristica che si aggiunge all’autosufficienza alimentare che da sempre rende la nostra gara ancor più indimenticabile ed avventurosa! Il tema dell’alimentazione e rifornimento in gara ci sta molto a cuore ed è proprio per questo che per la serata pregara ci sarà presso la sala convegni di Alp Station, nostro sponsor affezionato, un incontro con un atleta Montura, che tratterà il tema “ Trail e alimentazione” Aria: sicuramente uno dei momenti più belli e sacri è il passaggio a cima Grappa dove gli Eroi riposano, un luogo dove si respira un’aria unica, ricca di storia e solcata spesso da una brezza che a volte si trasforma in ululati di vento. Ed ecco perché lo staff del Trail degli Eroi ha deciso di offrire a tutti coloro che saranno in zona arrivo e partenza già dal venerdì, e per tutto il fine settimana del Trail, una serie di attività a loro dedicate. In collaborazione con il Montegrappa Tandem Team sarà possibile per tutti gli atleti e i loro accompagnatori provare l’esperienza del volo in parapendio biposto ad un prezzo agevolato. Non serve nessun requisito particolare per provare il volo, basta essere in grado di fare una piccola corsetta e godere di buona salute. Tutto il resto lo fa il pilota. Terra: correre e camminare lungo i sentieri del Grappa, sentire il profumo del bosco, sono emozioni che è difficile condividere, almeno che anche i propri familiari non la riescano ad assaporare. Anche quest’anno il Trail degli Eroi – Trofeo Scarpa ripercorrerà il tracciato che ha emozionato gli atleti nelle prime due edizioni con i suggestivi passaggi del Sacrario di Cima Grappa e delle Trincee della Prima Guerra Mondiale. Quest’anno per i famigliari e i tifosi sarà possibile, previa prenotazione,

utilizzare la navetta che porterà in vetta al Monte Grappa per vedere transitare gli atleti e per visitare le gallerie e il museo del Sacrario di Cima Grappa. Avrete inoltre la possibilità, grazie alla collaborazione di guide alpine, di provare in sicurezza l’arrampicata sulla Nostra Falesia in Valle Santa Felicita. Palestra di roccia dove grandi alpinisti hanno mosso i loro primi passi, e i nostri climber si allenano e divertono ogni giorno. Fuoco: il primo termine che viene in mente è passione, che unisce tutti quelli che partecipano al Trail degli Eroi, nelle loro diverse rappresentanze. Ma a volte il fuoco può essere anche sinonimo di distruzione, per noi infatti è fondamentale fare un’invasione rispettosa dei luoghi storici del Grappa, ed è proprio per questo che aderiamo al campagna “IO NON GETTO I MIEI RIFIUTI” e quindi nei ristori non saranno presenti bicchieri di plastica. Riserviamo agli atleti partecipanti un pacco gara che fa fede alle prime due edizioni, infatti quest’anno il logo degli Eroi sarà ricamato in una maglia tecnica intima della Oxy Burn sponsor tecnico della manifestazione; una canotta traspirante, termoregolante e tonificante in Dry-Tech. Questo circolo virtuoso di iniziative è un naturale sviluppo di questi due anni di attività, che ci hanno portato a concepire un trail come un momento sportivo, legato alla condivisione facendo partecipare anche la propria famiglia per far conoscere loro una parte del loro vivere Soul il Trail. Per maggiori informazioni www.traildeglieroi.it


Di Andrea Pizzi

Mountain trail secondo

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All’interno della grande famiglia dei brand Decathlon Quechua è quello più indirizzato verso la montagna. Non poteva quindi mancare una serie di prodotti dedicati alla corsa in montagna che si differenziano dai prodotti Kalenji proprio per una maggior attenzione alle condizioni che si possono trovare durante un trail in quota. Come sempre grande attenzione ai particolari, alle soluzioni tecniche, colori e abbinamenti per offrire il miglior rapporto qualità/prezzo.

Quechua RT3 360° Questa nuove scarpe sono state pensate per chi si avvicina al mondo del mountain trail, ideali su medie distanze. Particolarmente studiate per renderle confortevoli e sicure grazie all’EVA iniettata, per l’ammortizzamento, la particolare mescola che offre un buon grip anche grazie al disegno della suola. Come gli altri modelli Quechua è dotata del sistema 360° caratterizzato da una fettuccia che passa sotto il piede ed è collegata alla chiusura: stringendo i lacci il sistema va in tensione

Ci sono prodotti dedicati alla corsa e al trail che quando provati forniscono immediatamente sensazioni positive o negative, sensazioni che poi vengono “aggiustate” via via che procede il test anche se solitamente si possono capire abbastanza velocemente le caratteristiche di un prodotto. Ne esistono invece altri che nell’immediato non danno particolari sensazioni ma che fanno la differenza sulla lunga distanza. Nelle due nostre ultime Soul Experience sui Sibillini, che avete letto in questo numero, e sul Gran Sasso, che vi racconteremo a novembre, abbiamo utilizzato le solette Noene, nostro partner, per tempi e distanze importanti. Per giunta con due tipologie di scarpe molto differenti tra loro come le super ammortizzate Hoka Rapa Nui Comp, utilizzate sui Sibillini, con le quali abbiamo “macinato” oltre 60 km con più di 3000 metri D+. Le solette hanno lavorato per noi, silenziosamente ma in modo continuo ad ogni appoggio. Nonostante la super ammortizzazione delle nostre scarpe i reali benefici delle solette si sono manifestati a fine giornata: nessun dolore ai piedi, articolazioni e soprattutto a livello delle schiena, come spesso succede dopo diverse ore di corsa sui più svariati terreni (rocce, asfalto, prati...). Scarpe molto diverse invece in occasione del nostro inedito sul Gran Sasso: le nuove Mizuno Wave Ascend 8, modello più tradizionale e sicuramente meno ammortizzato delle Hoka, una scarpa veloce e per terreni tecnici. Abbiamo percorso 55 km con 4000 mt D+ suddivisi in due tappe affrontando praticamente ogni tipo di terreno: roccia, fango, prati, sottobosco e neve. Anche in questo caso a parte l’inevitabile stanchezza muscolare nessun fastidio dovuto agli impatti sul terreno, nessuna infiammazione, una sensazione di affaticamento diversa dal solito, meglio affrontabile e gestibile con una semplice notte di sonno.

Un test importante per distanze, dislivelli e per giunta realizzato con calzature differenti per tipologia e natura di utilizzo che però ha dimostrato quanto importante sia l’utilizzo di queste solette che non modificano in nessun modo la calzata grazie al loro ridotto spessore, lavorano per noi in silenzio e si fanno apprezzare nel tempo.

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sostenendo maggiormente il piede senza togliere comfort. Molto stabili e ammortizzate. Short RT Quechua Trail Tessuto leggerissimo e traspirante, short pensato per i climi caldi, si

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Ottima vestibilità in ogni condizione di corsa e con ogni movimento.

volta in volta. Ha una capacità “a fisarmonica” che varia da 0 a 12 litri, in questo modo risulta sempre stabile sulla schiena grazie anche alla fascia in vita con chiusura in velcro. Due le tasche sulla cintura, capienti e con zip di chiusura. Spallacci leggeri e traspiranti, ottima la chiusura elasticizzata frontale. Sacca idrica in dotazione, tutto in 124 grammi.

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PROGETTO SOUL SHOP 2013-2015 E CAMPAGNA ABBONAMENTI SOUL RUNNING

La nuova distribuzione di Soul Running Facebook è una splendida finestra sul mondo, sempre aperta....per chi ha orecchie per sentire. Non potevamo rimanere insensibili ai numerosi richiami lanciati dai runners, dai lettori. Da tutti voi che ci seguite sul web. Abbiamo cercato nuove idee e nuove vie per raggiungervi. Approdando direttamente nei vostri luoghi di ritrovo, i luoghi dove tutti noi, runners compulsivi, almeno una volta al mese facciamo un giro: quelli che noi chiamiamo “Soul Shops”. Il problema: per una casa editrice italiana piccola è sempre lo stesso, faccio dei buoni prodotti ma il sistema distributivo è deficitario, poco o nulla monitorabile, insomma OBSOLETO! La soluzione: creare un progetto di distribuzione del nostro magazine attraverso una via “semplice” che possa dar modo ai lettori di trovare Soul Running nei luoghi dove la “passione” si concretizza in acquisto, i punti vendita specializzati running e outdoor. Un’idea nata dal confronto diretto con molti negozianti che subito hanno intuito la potenzialità del progetto a lungo termine aderendo con grande entusiasmo! Ogni prodotto, per quest’anno saranno cinque, sarà disponibile per un minimo di quattro ed un massimo di sei mesi nei punti vendita che troverete elencati nelle pagine seguenti, oltre che in un’apposita sezione del nostro sito www.distanceplus.com. 76

Abbiamo selezionato 104 punti vendita!! 104 “Soul Running House!!!

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Dove vedrete il nostro display da banco in plexiglass (disegnato dal mitico Andrea “Valsex” Valsecchi, peraltro curatore di questo progetto) avrete la certezza di essere nel paradiso del TRAIL!!! Il progetto è appena iniziato ed entro il Marzo 2015 i Soul Shosp saranno 300 su tutto il territorio nazionale – ovviamente ci troverete anche in edicola e in alcune librerie specializzate, ma per chi ancora non è contento www.spmpublishing.com ve lo farà arrivare direttamente a casa! E’ già attivo un accurato servizio di vendita del singolo prodotto o di abbonamento annuale. Per voi anche vari GADGET GRATUITI (vedi foto) per chi lo sottoscrive, on line e “live” alle gare dove Soul Running è presente!!! RUN FAST!!!

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FOTO DI COPERTINA: FOTOGRAFO: TIM DAVIS, COURTESY OF PATAGONIA SOGGETTO: JENN SHELTON

REGISTRAZIONE TRIBUNALE MILANO N. 530 DEL 25/10/2011

FOTOGRAFI DINO BONELLI, TIM DAVIS, JOSH NIELSEN, AUGUSTO MIA BATTAGLIA, STEFANO MARTA, ANDREA VALSECCHI, VERONICA PONS, FEDERICO MODICA, WWW.SPORTDIMONTAGNA.COM

PERIODICITÀ TRIMESTRALE NUMERO 7 - SETTEMBRE/NOVEMBRE 2013

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