Speciale ALPE ADRIA TRAIL

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ALPE ADRIA TRAIL



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prima tappa


EDITORIALE

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UN SOGNO PERSONALE... UN DIRETTORE VISIONARIO... UN GRANDE ATLETA... E L’AVVENTURA è SERVITA! Viaggio di lavoro… alcuni anni fa… (Soul Running lo conoscevo “solo” per la mia passione, il trail) scopro la Carinzia e le sue bellezze. Scopro che esiste un percorso mappato e “attrezzato” che dal Großglockner arriva fino al porto di Muggia (Trieste), attraversando, dopo un bel pezzo in terra Austriaca, il confine Sloveno e quello Italiano più di una volta. Un percorso di trekking vero, di quelli che ti sfidano in salita, ti lasciano a bocca aperta per i panorami mozzafiato, ti consentono il riposo nelle strutture lungo il percorso e ti fanno scoprire paesini e città che meritano una seconda visita… magari con più calma. Il mio primo pensiero: mi piacerebbe correrlo! Poi il pensiero rimane lì nascosto in un angolo della mia mente fino a quando, dopo aver iniziato la mia avventura lavorativa con Soul Running, dico a Davide: <Sai che c’è un percorso che si chiama Alpe Adria Trail… cosa ne dici se lo ripercorriamo e ne facciamo una Soul Experience delle nostre?> Davide ci pensa un attimo e mi dice: <Si dai, però potremmo farlo al contrario, con un atleta “vero” e come un tentativo di record!!!> …ed ecco nascere ALPE ADRIA RECORD con Michele Evangelisti come atleta “vero”, la Soul Crew come supporto, un video e questo speciale che tenete tra le mani!

Mirko Mottin

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EDITORIALE


PROLOGO domenica 12 luglio 2015

Tappa zero. Non corro, riposo, mangio e cerco di idratarmi al massimo. Quanti pensieri, quante curiosità, chissà cosa mi attende… sono però sereno, rilassato, una cosa è certa: il viaggio di oggi mi porterà verso un’avventura pazzesca! Si parte! In treno da Torino a Milano, dove incontro la Mia Squadra, la Crew! L’obbiettivo odierno è semplicemente quello di arrivare allo start: Muggia, la parte più a est dell’Italia… Il golfo su Trieste e un pomeriggio dal cielo limpido sembrano voler placare l’emozione che pian piano sale, ma perché non approfittare di un tuffo prima di

AVVICINAMENTO

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cena!? Così con la Crew ci godiamo un po’ di mare in questo caldo pomeriggio dopo tanta autostrada… e pensare che da domani, a piedi, dovrò fare una distanza più lunga, sterrata e attraverso le Alpi! Mi gusto il tuffo e il relax, sto iper attento a non danneggiarmi i piedi in nessuna maniera, sembrerà assurdo, ma anche un taglietto potrebbe essere invalidante col passare dei giorni… la cena è fantastica e ho proprio la sensazione di dover riempire il mio serbatoio/stomaco fino all’orlo, serviranno tante energie, tante… a letto presto, domani si comincia!! Michele


Una chiamata quasi dell’ultimo minuto dal mio direttore: “…te la senti di fare da supporto in auto a Michele Evangelisti che farà di corsa il percorso Alpe Adria Trail da Muggia sul mare Adriatico al ghiacciaio del Großglockner?” Tempo di reazione: un micronesimo di secondo. Risposta: …secondo voi? Partenza: domenica 12 luglio nell’estate più calda registrata in Europa da circa un secolo. Luogo: Milano per pensare e preparare il viaggio, Muggia (Trieste) per lo start letteralmente “dal mare” poi il Carso, il Collio friulano e sloveno, l’alta valle dell’Isonzo in Slovenia e la Carinzia in Austria. Preparitivi: un borsone a compartimenti stagni, sacchetti ziploc in base ai generi e scarpe da trail, non azzardo niente di pesante e ci azzecco! Mezzi: ritiriamo moto BMW GS800 basilare per sterrati e stradine di montagna, per appoggio logistico un’auto BMW 220d passo lungo, le gambe di Michele e via! Utensili: serie numerata di mappe del percorso in cartaceo con incroci tra il “sentiero” Alpe Adria Trail e strade, totale circa 80 fogli A4, roba da rally e da navigatore vero. Il Team è allegro e ben assortito, un runner Michele, un driver auto io, un driver moto Mirko, un operatore video Ahmed e una ragazza adetta alla comunicazione Ivana. Si parte da Milano, dalla sede di Soul Running. Ci aspettano posti importanti da vedere e ricordare, alla fine saranno quasi 2000 i km di stradine poderali, centinaia i tornanti e decine gli sterrati che ci metteremo alle spalle per “stare dietro” a Michele, instancabile. Muggia ci accoglie in un’atmosfera ovattata, quattro del pomeriggio di una domenica di metà luglio, ventilazione assente, non c’è discussione in merito, tutti in acqua fino al tramonto! Mi sembra una scelta appropriata, dovevamo partire dal mare e così sia! Andrea

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AVVICINAMENTO


TAPPA 1 • DOLINO Muggia • DUINO 81,5 km 2.000 m D+ 12h 35’

Che l’#AlpeAdriaRecord abbia inizio! …ore 7:43, porticciolo di Muggia, inizia l’avventura! L’adrenalina è tanta anche se non riesco bene a quantificare i 700 e passa km che dovrò percorrere, meglio non pensarci e cominciare a correre! Almeno alla partenza non potevo certo essere da solo, oltre alla Crew ci sono degli amici runner della zona!! Prima di partire mi balza agli occhi un sassolino bianco, stondato, carsico, decido che lo porterò con me fino al grande ghiacciaio austriaco, dal mare Adriatico al Großglockner!! VIA!! Dopo tre ore siamo a Bagnoli della Rosandra, passando per Santa Barbara, Caresana, San Dorligo! I passaggi nelle gallerie dove una volta transitava il trenino sono fantastici: luce, buio, luce, strade bianche tra le rocce o a picco su dirupi abitati da capre

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selvatiche. Affronto subito dei passaggi in territorio sloveno, il vecchio confine è un luogo ricco di “passato” ma ciò che più di ogni altra cosa mi colpisce è il “ceppo dell’Amicizia”, simbolo di lotta e di tragedie per ottenerlo, ma a oggi grande stimolo alla Pace! Le prime pietraie, scaloni, e le famose bianche rocce carsiche… Alcuni degli amici mi salutano e rientrano e io


Alle 7:43 dalla darsena dell’antico porticciolo di Muggia, stipato di vecchie barche da pesca, Michele parte per il suo lungo viaggio accompagnato da un gruppo di “amici” runners triestini che con il loro entusiasmo contagiano tutti noi. Il nostro lavoro consiste nell’agganciare Michele ad ogni possibile incrocio tra la “sua traccia” e le strade percorribili in auto per assisterlo e fotografarlo, la mattina si trasforma in una prova generale per oliare i meccanismi che funzionano immediatamente. Già nei primi chilometri entriamo ed usciamo dalla Slovenia sulle colline del Carso che fanno da cornice al golfo di Trieste. Lipica, famosa per l’allevamento di una razza selezionata di cavalli bianchi impiantato nel 1850 dagli Asburgo, ci sorprende con i suoi prati recintati da bianche steccionate ricordandoci la

campagna inglese, è l’occasione giusta per effettuare il primo “camera car” con l’operatore video fuori dal tettuccio della BMW. Riavvicinadoci al mare i sentieri e le strade entrano in boschi rigogliosi di vegetazione mediterranea e una volta giunti sulla “passeggiata napoleonica” il panorama che si apre sotto di noi è assolutamente spettacolare con la città di Trieste ai nostri piedi. La tappa è lunga, più di 81 km, e arriviamo a Duino in serata con le luci del tramonto dopo un escursione sulle colline tra antichi paesini in pietra e sentieri incastonati tra muretti a secco in un’atmosfera rurale dove “tutto” sa di vite e la gente è estremamente gioviale. Michele c’è alla grande! Andrea

proseguo verso Duino con l’amico e compagno d’avventure Paolo Massarenti; che risate! Da Monte Belvedere alla passeggiata Napoleonica (Contovello), ma prima dell’arrivo davanti al Castello di Duino, ci sono gli ultimi 2 km di corsa su un belvedere a picco sul mare con il rosso del tramonto a farci da cornice… la prima tappa è andata!

Michele

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prima tappa


TAPPA 2 • DUINO • SMARTNO 66,5 km 1.500 m D+ 11h 43’

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La partenza oggi è ovviamente da Duino. Dopo le due pizze di ieri sera, per fare il carico di energia, mi è venuta un po’ di febbriciattola, più per il gran sole preso che per la stanchezza stessa, ma stamani mi sento come nuovo e ho una gran voglia di partire! Il caldo è subito insopportabile, 28°C alle 8 di mattina su un terreno carsico sono veramente dei brutti clienti da affrontare. Percorro i terreni della Grande Guerra, il lago, ormai palude, dove a inizio secolo scorso atterravano gli idrovolanti, passo dal rifugio Cadorna e attraverso le trincee… onore e rispetto per

questi luoghi di lotta, aspri e duri. Continuo così la mia corsa, lenta, in silenzio col solo obbiettivo di andare avanti… oggi ad accompagnarmi per una ventina di km c’è un mio omonimo con un levriere di nome Kilian, tutto un programma! 30,5°C e non sentirli, bere, versarsi addosso acqua poi bere ancora, l’obiettivo di giornata si fa via via più vicino ed è ancora il tramonto a darmi il benvenuto a Smartno, colorando le stupende colline slovene coltivate a viti e ciliegi.

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SECONDA tappa


SECONDA tappa

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Qui faccio una premessa, non accennerò più alle ”fatiche” di Michele Evangelisti che allo start alle 8:00 si è presentato carichissimo e con un sorriso smagliante. In quel momento ho capito il “mostro” che avevo davanti e ho scacciato dalla mia mente qualsiasi preoccupazione sulla sua tenuta fisica, ho percepito con sicurezza che avrebbe portato a termine l’impresa senza problemi e con il suo ritmo, la palla è passata a noi che “dovevamo” essere alla sua altezza. Sembra un controsenso ma è la pura realtà. La tappa di oggi ha confermato in pieno l’esattezza del mio pensiero poiché l’altopiano del Carso con una temperatura intorno ai 35°C si è rivelato un osso duro brillantemente portato a termine da Michele e che ha creato problemi più a noi a causa del suo dedalo di stradine poderali. Lasciata la costa abbiamo assaggiato la “durezza” di un territorio in cui gli abitanti da millenni lottano per strapparne la ricchezza nascosta tra la fertile terra rossa che copre le pietre calcaree e i muretti a secco che echeggiano il meridione d’Italia. Una durezza accuita ad ogni metro dalla percezione della sofferenza patita dalle centinaia di migliaia di uomini che si sono affrontati proprio qui durante la Grande Guerra e che qui hanno sacrificato la loro giovane vita.

Ogni luogo porta un nome che tutti noi abbiamo già sentito, San Michele del Carso, San Martino, Gradisca, il fiume Isonzo e tanti altri. Impossibile calpestare questi terreni senza sentire un pugno che ti aggredisce alla bocca dello stomaco, la Storia va di pari passo con le percezioni fisiche in questi luoghi. I pochi chilometri che ci dividono dal mare sembrano centinaia, il clima qui è estremo, l’estate produce un calore canicolare per l’assenza di acqua che scorre solo nel sottosuolo, mentre d’inverno si gela esposti a raffiche taglienti, una natura violenta ma affascinante. Passato l’Isonzo a Gradisca il sentiero sale verso Cormons e si entra in un altro mondo, il Collio Friulano rigoglioso e lussureggiante con i suoi villaggi e la ricchezza dei suoi vigneti ordinati che ci appaiono incantati grazie alla luce calda del tramonto. Gli ultimi chilometri che ci portano a Smartno in Slovenia sono un susseguirsi di colline e villaggi uno più affascinate dell’altro. La prima notte in Slovenia si rivela magica anche per l’ottima accoglienza, il cibo e la cantina dell’Hotel dove i gestori premurosissimi ci fanno anche un night laundry dei capi tecnici. Andrea

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TAPPA 3

Faccio colazione, anzi, mangio come se non ci fosse un domani! Sento che il mio metabolismo ha preso la via del non fermarsi mai, richiede continuamente cibo, cibo, cibo, per giunta di qualità sempre più consistente, in questi giorni ho abbandonato le mie adorate insalatone, occuperebbero troppo spazio, troppo tempo per digerire, per dare poi un apporto davvero minimo… chi mi vede mangiare rimane allibito! Giusto il tempo di lavarsi i denti e VIA!!! Riparto da Smartno, dopo aver saccheggiato il buffet delle colazioni di questo splendido hotel dove mi hanno coccolato e viziato come fossi un vero super atleta!

• Smartno • tribil SUPERIORE 64,5 km 2.650 m D+ 11h 00’

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Grinta ed entusiasmo nonostante i 34°C, sul confine tra Slovenia e Italia sembra di stare in un vero e proprio forno, ma pian piano comincio ad abituarmi a questo clima caldissimo, non posso rischiare di rimanere senza bere per più di venti minuti, sembra incredibile, eppure sono in Slovenia e non nel deserto! Durante la giornata incrocio in senso opposto al mio un discreto numero di trekker per lo più tutti di origine tedesca


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TERZA tappa


e slovena che “se ne vanno al mare” attraverso il percorso dell’Alpe Adria Trail. Dopo un lungo tratto in Slovenia torno in Italia e passo per Cividale, fantastica con l’Isonzo che la taglia a metà, quando riparto il fiume mi farà compagnia alla mia sinistra mentre corro opposto alla sua direzione. Lasciata la facile strada che costeggiava il fiume comincio a TERZA tappa

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percorre un sentiero fittamente boscato di faggi, con le radici che formano intricati reticolati sul quale sarebbe facile inciampare, così sono costretto a rallentare sensibilmente la mia corsa, arriverò a Tribil Superiore (o Tribil di Sopra) con l’aiuto della frontale in una notte quasi magica.

Michele


La mattina è tutto un su giù per le colline tra vigneti, borghi e castelli asburgici che portano ancora i segni del passato comunista ma le potenzialità del luogo sono immense per bellezza e ricchezza culturale e gli sloveni di questa zona apprezzano e propongono un’alta qualità della vita. D’altronde alcuni tra i migliori vini del mondo nascono tra questi filari e ora ne comprendo il motivo. Michele caracolla sugli sterrati e le stradine sotto un sole che non da tregua e troviamo un po’ di ristoro, vale a dire ombra, solo quando iniziamo a salire in direzione nord est la valle boscosa che porta a Cosbana, paesino agricolo sito sulla dorsale che fa da confine con l’Italia in cui rientriamo a metà giornata per arrivare a Cividale del Friuli, splendida città Longobarda in cui è d’obbligo una visita accurata a monumenti, chiese e musei. Da qui per il nostro atleta inizia il tratto più duro con la salita in quota verso la dorsale della catena che domani ci porterà sul Kolovrat tra boschi di castagni e faggi con sentieri a tratti parecchio esposti. È una delle tappe più lunghe e con maggior dislivello e dopo i lunghi saliscendi nel Collio, per Michele quest’ultimo tratto si rivela tra i più impegnativi tanto da arrivare alla meta a Tribil Superiore intorno alle 22:30. La strada rimane sempre vicina al sentiero e ci permette di rimanere a “tiro” per qualsiasi evenienza, gli ultimi chilometri con il buio infatti destano qualche preoccupazione. Gli operatori dell’albergo diffuso di Tribil rimangono svegli ad attenderci e ci ricompensano con una lauta cena, l’ultima in Italia, da domani saremo in Slovenia. Andrea

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TAPPA 4 • TRIBIL SUPERIORE • BOVEC 66 km 3.150 m D+ 12h 20’

7:40 start da Tribil di Sopra!! Il tentativo di record continua! È sempre più dura e oggi a darmi fastidio sono le articolazioni delle caviglie, quindi starò particolarmente attento a non affaticarle troppe privilegiando una corsa bassa e radente, facendo molta attenzione alle radici! Dopo il confine con la Slovenia, le prime vere asperità: alberi altissimi e vegetazione davvero ricchissima grazie ai tanti corsi d’acqua che scorrono in questi boschi… la bellezza del paesaggio rurale della Slovenia mitiga la stanchezza del momento! Prima di entrare nell’abitato di Tolmin mi attende un fantastico passaggio sulle limpide acque del fiume Soča, poi veloce pausa per caffè, refill di acqua, sali, barrette e via che riparto. Una sorpresa inaspettata prima

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di scendere, tramite un sentiero infinito, a Dreznica. Trovo una Cappella Militare Italiana in territorio sloveno e mi viene subito da pensare alle fatiche per costruire una chiesetta in un luogo tanto inaccessibile; altri tempi! Scendo con una certa attenzione, ma un sassolino neanche tanto “ino” mi salta sulla caviglia e dopo neanche un secondo mi ritrovo un bel bozzo. Tiro giù il calzino, vedo che la caviglia si


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QUARTA tappa


gonfia sempre più e si colora di viola, tiro su il calzino, chiudo tutto e scendo lesto, magari peggiora in fretta, meglio tornare verso “la civiltà”. Arrivato in paese mi tolgo scarpa, calza e immergo il piede in un fontanone dall’acqua gelida. Il piede quasi si stacca dal gelo, ma quando decido di ripartire, quantomeno tutto sembra stabile, anche questo è compreso

QUARta tappa

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nell’avventura! Il percorso verso Bovec è facile, quanto stupendo, costeggio quasi 20 km del fiume Soča, tra salti d’acqua e ponti di legno per attraversare qua e là il suo corso. Arrivo con gli ultimi raggi di sole della giornata e una medaglia viola sulla caviglia!

Michele


Start all’alba con 21°C da Tribil seguendo il sentiero che porta alla vetta del Kolovrat 1114 msl con il suo museo della guerra e le fortificazioni italiane, il fulcro della linea difensiva del nostro esercito sfondata dai tedeschi nel 1917 dopo il crollo della prima linea a Caporetto (Kobarid) visibile a nord ovest nella valle sottostante. L’imponenza spettacolare dei panorami di questo luogo sono legati eternamente ai fatti storici qui accaduti, la splendida alta valle dell’Isonzo slovena (valle del Soča) che si apre sotto di noi con Tolmino ci appare come un paradisiaco tappeto verde ma la memoria forzatamente va ad agganciarsi al proverbiale disastro bellico che i nostri soldati subirono proprio su questi pendii. Il sentiero che scende verticale dal Kolovrat verso il fondo valle proietta Michele verso un fiume lussureggiante ma fu lo stesso “sentiero” che le abilissime truppe di montagna prussiane, guidate dal genio di Erwin Rommel, scalarono per tagliare fuori ed isolare un intero corpo d’armata determinando il crollo dell’intero sistema difensivo italiano sul fronte orientale. La tappa è durissima perchè Michele dopo alcuni chilometri pianeggianti si inerpica sul costone orientale della valle del Soka fino a Krn (1200 m D+), piccolo borgo posto alle pendici del massiccio roccioso del Triglav da cui si accede al Parco Nazionale del Triglav e poi attraverso una alta sella ridiscende su antichi sentieri militari fino a Dreznica. Mi dispiace essermi perso questo primo vero tratto alpino, il nostro affronta da solo i sentieri senza problemi e noi lo riprendiamo accompagnandolo negli ultimi 20 km fino a Bovec che ci accoglie al vespro con un piacevole concerto di musica classica nella sua incantevole piazza centrale. Andrea

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TAPPA 5 • BOVEC • Baumgartnerhöhe 73 km 3.900 m D+ 14h 53’

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Oggi comincio risalendo l’alta valle dell’Isonzo (Soča), che è un vero paradiso di acqua cristallina, sorgenti che sgorgano da ogni punto del terreno, torrentelli che fluiscono nel fiume. Ponticelli in legno, alcuni in pietra, ponti tibetani e qualche guado facile, ma il paradiso sloveno non finisce qui! Il tripudio di acque si manifesta anche sotto forma di nebbia, ma non è un fastidio, piuttosto mi rinfresca, prima che i sentieri comincino a salire. Alle volte il destino è davvero buffo, a metà mattina ho un momento di leggero sconforto e fatico un poco ad andare avanti, poi, scendendo per un mulattiera umida e pietrosa mi ritrovo tra i piedi una lattina di birra. Strano, penso, vedere sporcizia in questi sentieri così curati, così mi fermo per raccoglierla, quando mi

accorgo che è chiusa, massimo giubilo! …era quello che mi ci voleva. 500ml di birra e due barrette, subito tornano energia e buon umore! Dopo l’arrivo a Trenta la direzione da seguire in questa fantastica giornata è verso Kranjska Gora. Dopo aver lasciato il corso del Soča proseguo su un sentiero nel bosco che si inerpica sempre più fino a un belvedere fantastico sito a circa 10 km dalla città, obbiettivo parziale della mia tappa odierna. Metto in testa la GoPro e mi butto a capofitto in discesa rinfrescandomi d’aria… i sentieri tagliano i tornanti della strada, sembra di volare, e riesco persino a superare le file

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Metri e metri di dislivello, fiato corto! Fiume Isonzo (SoÄ?a). Dopo averne risalito le acque cristalline nei pressi di Bovec, gli occhi corrono alla ricerca delle sue sorgenti dal panoramico passo della Moistrocca. Dove: Slovenia - Alta Valle dell’Isonzo (SoÄ?a). Click: Mirko Mottin

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quinta tappa


di auto che scendono a valle. Gli automobilisti ridono e mi salutano, poi il sentiero entra nel greto di un torrente con il bianco delle pietre che quasi mi acceca. L’arrivo a Kranjska Gora è un accavallarsi di emozioni. Due panini, due cola, una barretta e due coppe di gelato ed è l’ora di ripartire. Dopo essermi allontanato del centro, mi addentro in un bosco e poco dopo la strada comincia a salire, poi ancora salita e ancora. Dopo ore mi trovo a scollinare attraversando il confine tra Slovenia e Austria, e l’atmosfera è surreale. Comincio a scendere verso la fine tappa odierna e si fa via via

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sempre più buio. Il vento tra gli abeti altissimi crea una strana atmosfera, gli unici segnali a indicarmi la via sono i ceppi in pietra che dividono i due confini. Accendo la mia frontale e ho una gran voglia di arrivare. Dopo quasi 15 ore sulle gambe, arrivo emozionato e un filo stanco a Baumgartnerhöhe e durante la cena, il proprietario mi chiede se ho visto il loro amico, un orso bruno che negli ultimi giorni è stato fotografato nella zona. Beh, ecco perché c’era qualcosa di strano nell’atmosfera… contento di non averlo conosciuto di persona!

Michele


Salutiamo Bovec, bella, pulita e perfettamente organizzata per tutti gli sport outdoor, per risalire l’Isonzo verso la sua sorgente. Credo di non riuscire a descrivere a parole il colore che per circa 20 km assumono le sue acque, spero mi aiutino le foto, il fondo calcareo fatto di minuscoli sassolini bianchi lo rende di una limpidezza perfetta e le impressioni cromatiche sono da mar dei Caraibi. Forse una delle vallate più belle che io abbia mai visto e che ci conduce ai piedi di un altro massiccio da valicare attraverso il passo della Moistrocca. La salita (1126 m D+) diventa quasi un divertissement per Michele che “straccia” un giovane biker e in discesa lo ritrovo all’appuntamento molto prima di quanto avessi immaginato… inizio a dubitare sia umano! Lo ridiventa quando lo vedo mangiarsi due gelati in piazza a Kranjska Gora! Ovviamente non è finita! Bisogna valicare la catena davanti a noi, dall’altra parte c’è la Carinzia dove pernotteremo. Altri 1300 m D+ e circa 21 km ma sono le 16:30 e si rischia di fare veramente tardi oggi. Nessuna incertezza, si va avanti e il nostro filmer decide di accompagnare Michele in quest’ultimo tratto per non lasciarlo solo e cogliere qualche momento di girato. Il tragitto in

auto fino a Baumgartnerhöhe è facile e rapido e approfitto per andare a esplorare di persona il versante nord da cui scenderanno i nostri eroi che stavolta non arrivano e con cui non riesco a comunicare con il tempo che oggi stranamente minaccia fulmini e pioggia. Al rientro di Michele e Ahmed verso le 23:00 riacquisto di colpo qualche anno di vita! In cresta è stata duretta e col buio sono stati fortunati ad aver azzeccato il sentiero giusto. In tutto questo dimenticavo di dire che da lassu’ “sella Jepza” ci si affaccia di colpo sulle verdi valli e i laghi della Carinzia che presenta un colpo d’occhio eccezionale, siamo in Austria! Finalmente percepisco la “grandezza” dell’idea che sta alla base del progetto Alpe Adria Trail. Tre nazioni o per meglio dire tre “regioni” letteralmente UNITE da una tracciatura logica che va a toccare tutti i luoghi salienti che hanno collegato e a volte “separato” le genti di questa fetta di mondo. Valli, laghi, fiumi, valichi che hanno visto transitare popoli, civiltà in espansione, culture diverse e anche la profonda sofferenza dovuta alla Grande Guerra del 15/18. Andrea

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QUINTA tappa


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Buongiorno dalla Carinzia! Riparto da Baumgartnerhöhe per la prima tappa interamente austriaca! Le segnalazioni sul percorso sono ottime e lo sono anche le prime emozioni quando, dopo pochi km all’interno di un bosco fittissimo, ho la fortuna di incrociare sulla mia via un gruppo di 18/20 cervi, con il capo branco maestoso col suo palco gigante che mi squadra da lontano… saluto e proseguo la mia corsa. Uscito dal bosco il paesaggio si apre e mi ritrovo presto in una pianura coltivata a mais, le montagne sono per adesso lontane e immagino già che fino al tardo pomeriggio non ne incontrerò, così ne approfitto per aumentare leggermente il

• Baumgartnerhöhe • ARRIACH 71 km 3.300 m D+ 14h 00’

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passo per mettere in saccoccia più km possibile, oggi vorrei arrivare prima del tramonto! Costeggio il bordo di un paio di laghi e i km scorrono velocemente, Velden e poi Ossiach, campagna, qualche boschetto ben tenuto e canali d’acqua. Ma le pianure non potevano durare oltre e dopo due ore di salita ininterrotta, dove ho approfittato dell’uso dei bastoncini per cercare di risparmiare il più possibile i tendini ed i polpacci, arrivato


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SESTa tappa


in cima mi godo una vista mozzafiato prima di lanciarmi in una discesa adrenalinica. Guardando la strada già percorsa oggi mi emoziono: “sarebbe davvero così semplice affidarsi alle proprie gambe per compiere imprese”… All’arrivo a Arriach sono al giro di boa! Sto solo cominciando a perdere la cognizione del tempo e dei giorni… mangio, corro, dormo… poi mangio, corro, dormo… poi ricomincio…

SESTA tappa

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Michele


L’Austria ci accoglie con una giornata di limpido sole molto calda, la difficoltà vera per Michele diventa l’idratazione e la lunghezza di una tappa che si snoda tra dolci pendii con prati, foreste e affascinanti laghetti come il Faker See. Un lungo fartlek tra paesini puliti e ordinati che ci facilita il compito di assistenza prima di affrontare il dislivello importante (1350 m D+) che dal lago di Ossiach porta alla stazione sciistica di Gerlitzen Alpe a quota 1664 msl. Decido di accompagnarlo per fargli compagnia in un tratto di 30 km in cui sarebbe stato completamente solo e ne approfitto per realizzare un po’ di riprese in corsa. La salita è dura e lo rallento sicuramente ma ne vale la pena poiché la vista da lassù è un 360° sulla Carinzia con i dorati colori del sole al tramonto. Uno

spettacolo! Anche le riprese ci esaltano e in discesa ci divertiamo, verso le 21:30 raggiungiamo il fondo valle e la nostra meta, il caratteristico villaggio di Arriach uno dei più antichi e belli della Carinzia e dove ci troviamo molto a nostro agio grazie all’ospitalità dei locali. Sono stanco, da zero a 30 km di colpo, ma felice e soprattutto ho avuto modo di conoscere al meglio Evangelisti che da buon toscano non lesina battute e simpatia, anzi, dopo averlo visto all’opera sul campo, le mie preoccupazioni sull’esito di questa “passeggiata” di oltre 700 km vengono letteralmente cancellate. Andrea

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SESta tappa


TAPPA 7 • ARRIACH • Langalmtal 52 km 4.700 m D+ 13h 00’

Pronto per la settima tappa! Saluto Arriach e continuo il mio tentativo di record. Alla partenza di oggi c’è Andrea, un amico che è in ferie da queste parti con la famiglia, e ha deciso di farsi un pezzo di Alpe Adria Trail insieme a me… chiacchiere, risate e via su per il passo del Wöllaner Nock. Il tempo vola, nonostante una “allungatoia” di percorso e all’ora di pranzo arriviamo a Bad Kleinkirchheim, giusto una breve sosta per riempire la pancia di biscotti, panini e due caffè lunghi, ma soprattutto salutare caramente Andrea… grazie della compagnia! Il tappone Alpino continua. Procedo in direzione Falkerthaus/Lärchenhütte, mi trovo davanti un altro passo di montagna da valicare e dopo i sentieri boscati arrivo tra

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gli alti pascoli, dove l’occhio si perde all’orizzonte tra bassi cespugli, pietraie e sentieri. Alle volte, il mio interrogativo più grande, visto che sono solo su montagne sconosciute è: riuscirò ad arrivare alla fine? Così mi abbatto un po’, ma basta veramente poco a ritrovare energie e sorriso, sotto di me vedo un allegro paesino, quasi surreale, ma con un non so che di stranamente familiare.


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SETTima tappa


Mentre mi avvicino rapidamente e scorgo le prime indicazioni mi viene subito da sorridere, è il paese dove hanno ambientato Heidi!! Sarà il mio subconscio ma per un attimo mi sento bambino, mi sento Peter! Nella mente rivivo immagini e suoi di quei cartoni animati che sembrano così lontani. A svegliarmi dal torpore ci pensa però la realtà di un temporale che si stà avvicinando velocemente, così, attraverso l’abitato e con una velocità ben superiore al “passo Alpe Adria Trail” mi avvio a scollinare il terzo valico di giornata per non rischiare non solo pioggia e freddo ma soprattutto i fulmini! Dopo aver scollinato scendo sempre a un passo più brioso fino alla fine del mio secondo segmento di oggi.

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Per non rischiare lascio i miei bastoncini in carbonio alla Soul Crew e dopo un refill di liquidi e solidi mi avvio verso il quarto e ultimo valico di giornata. La stanchezza si fa sentire a sprazzi, ma i panorami mi danno l’energia e gli stimoli necessari, così, arrivato sulla cima di questa ennesima altura faccio giusto qualche foto alle belle baite che fanno da contorno agli impianti sciistici e poi comincio a scendere tra le piste e sentieri verso l’arrivo di tappa. Arrivo a Langalmtal che il buio ha preso ormai il sopravvento… il tappone con maggior dislivello è andato, “devastantemente” duro quanto bello! …adesso il problema sarà solo sfamarmi!!

Michele


Ci raggiunge Andrea, un amico friulano, che accompagna Michele nel primo tratto da Arriach a Bad Kleinkirchheim, lussuoso centro termale e sciistico della Carinzia dove li aspettiamo e dopo mangiato facciamo da scorta per qualche km al nostro atleta che oggi affronterà tutto solo un lungo tratto in cresta sopra i 2000 mt, il tutto dopo avere già valicato un picco a quota 2090 la mattina. La giornata è splendida e non vi sono avvisaglie di brutto tempo. Non esistono strade possibili per raggiungerlo e di comune accordo decidiamo di darci appuntamento all’arrivo verso sera. Raggiungiamo in auto Langalmtal a quota 1600 msl dove passeremo la notte, situato in fondo a una lunga valle ai piedi di uno spettacolare costone roccioso il Predigerstuhl, un vero paesaggio alpino. Io e Mirko decidiamo di salire ai pascoli alti a quota 2000 mt e, dato che il cellulare di Michele non prende da ore, di andargli incontro e accompagnarlo all’arrivo. Ci becchiamo un temporale improvviso ma la gita valeva la pena perchè in quota ci scateniamo sui lunghi sentieri ottimamente tenuti e riusciamo a rientrare ancora con un filo di luce. Birra a volontà per tutti per scaldarci un po’, è la prima volta da Milano che dormiamo al fresco intorno ai 10°C. Infatti crolliamo secchi, domani la tappa è molto simile a quella di oggi e non vedremo Michele per lunghi tratti. Andrea

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SETTIMA tappa


Ma dopo il temporale, tornerà il sereno!? Incertezza questa, la certezza “matematica” invece, sono i 474 km/21100 m D+ che mi sono lasciato alle spalle la prima settimana! I primi 17km di questa ottava tappa partita alle ore 7, scorrono con una facilità impressionante, sarà perché il percorso è sempre in leggera discesa, o sarà che con i giorni ho fatto l’abitudine ai km, fatto sta che con l’aria fresca che mi avvolge arrivo a Dobriach, e qui finisco la prima parte della tappa di oggi. Laghetti, torrenti, grandi laghi, qui tutto gira intorno all’acqua, costeggio questi specchi d’acqua, salgo sulle montagne e li ammiro dall’alto… la Carinzia è un tripudio di fertilità. Dopo una salita lunga ma per niente difficile tecnicamente, arrivo in quota e da percorrere ho un fantastico pianoro, con le mie più simpatiche compagne di viaggio, le mucche! Infatti, me le sono trovate nei

TAPPA 8 • Langalmtal • SEEBODEN 65 km 2.800 m D+ 12h 47’

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posti più assurdi, sempre li, a ruminare con la solita flemma quasi zen, mi stanno veramente simpatiche e con il loro atteggiamento mi stimolano sempre a star sereno. “Was gibt eurer beziehung kraft?” cioè “qual’è il tuo vigore?” Subito non riesco a capire il significato della frase ma l’iniziativa tutta Carinziana di mettere delle sdraio giganti, fatte in legno, è una comodità stravagante ma alquanto piacevole, per riposarsi qualche minuto magari dopo le fatiche di una lunga salita; ovviamente i selfie non mancano! E dopo la salita l’ennesima discesa, nella quale mi butto a perdifiato, passando tra alcuni alpeggi. Lasciati gli alpeggi torno a una mulattiera che, con infiniti tornanti, mi riporta alla civiltà. Stavolta, l’arrivo di tappa è a dir poco delizioso, sulle rive di un quieto lago, sono a Seeboden!

Michele


Decidiamo di anticipare la partenza e alle 7 con temperatura fresca e umida Michele già sta correndo giù per il lungo sterrato che lo porterà sulle sponde del lago Millstatter See dove lo salutiamo e gli diamo appuntamento in quota dove una poderale incrocia il sentiero dell’Alpe Adria Trail che in queste montagne è stato disegnato per singole tappe da trekking che arrivano sempre a un Gasthof convenzionato. Il percorso perciò presenta continui saliscendi dai fondovalle e dalle rive dei laghi alle vette arrotondate sovrastanti permettendo ogni giorno agli escursionisti di ammirare grandi paesaggi. Noi lo stiamo affrontando con uno spirito differente inglobando ogni giorno tre o quattro “tappe” regolari e per Michele ciò significa affrontare almeno due salite importanti

giornaliere. Sono convinto che la nostra impresa, grazie al fatto di avere affrontato il viaggio “controcorrente”, sia sicuramente una novità che potrà dare una prospettiva diversa al percorso. La quasi totalità delle persone che lo affrontano sono austriaci o nord europei che “scendono” verso l’Adriatico, vi assicuro che lasciarsi il mare alle spalle e raddoppiare o triplicare la distanza è una sfida altrettanto se non maggiormente allettante. La giornata termina con uno splendido tramonto che sfruttiamo al massimo con spettacolari riprese dalla BMW nei boschi con Evangelisti che corre sui 13 kmh… spettacolare! Andrea

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OTTAVA tappa


TAPPA 9 • SEEBODEN • Obervellach 65 km Mancano tre giorni alla conclusione dell’#AlpeAdriaRecord! Comincio presto stamattina, perché ho voglia di correre, di arrivare, di scoprire che cosa c’è dietro ogni roccia, dietro ogni albero! La giornata parte tra sentieri che costeggiano campi coltivati a mais o prati dove cavalli di ogni colore brucano un erba verdissima, sole e acqua non mancano e sembra di essere nel giardino dell’Eden. Dopo circa 20km lascio le campagne più aperte e comincio a salire su per valloni stretti, dove il rumore dell’acqua fa presagire a qualcosa di veramente spettacolare, infatti è così, un sentirero stretto e delle passerelle costeggiano un torrente impetuoso che si fa largo nella valle, sono le Gole di Barbarossa, uno spettacolo della natura, tanto, che preso dall’enfasi di tanta bellezza mi permetto anche la deviazione di qualche km per vedere un salto nel vuoto e una grotta dove si dice abbia

3.750 m D+ 12h 52’

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trovato rifugio proprio Federico Barbarossa. Poco oltre la metà della tappa mi ritrovo in un parco costellato di elfi scolpiti nei tronchi, facce, simboli, mi sembra di attraversare un bosco magico! Ma le sorprese non sono finite in quest’Alpe Adria Trail tutta da scoprire. Mentre sto scendendo verso valle, mi chiedo come farò ad arrivare sul versante opposto, quando mi ritrovo sulla spettacolare piattaforma di un gigantesco ponte tibetano! Sarà lungo quasi 150 metri e quando passo al centro quasi non sento il leggero dondolio perché rimango incantato dalla vista sotto i miei piedi, mentre una corrente d’aria mi rinfresca e rigenera. A pochi km dalla fine della tappa sto risalendo un vallone gigantesco, quando all’orizzonte trovo una collina con sopra, arroccata, una cappelletta. Il sentiero non passa proprio di lì, certo, è come fosse una leggera deviazione ma ne vale più che la pena. Danielsberg è una


Nono giorno di corsa per Michele, preparazione “liquidi” ed equipaggiamento, partenza e ritmo sono entrati in circolo a tutti noi e sono io con la BMW a dover rincorrere, sempre in ritardo dopo aver caricato i bagagli della Soul Crew. Risaliamo sulla destra la valle del fiume Lieser fino a Gmund, che notiamo da lontano grazie al suo castello di epoca Asburgica. Centro storico e culturale di assoluto rilievo ricco di mostre e gallerie d’arte nonché eventi e manifestazioni, tutto trasuda di grazia in perfetto stile mitteleuropeo. Il sentiero ridiscende la valle del Lieser sul lato opposto e poi vira a destra risalendo la vallata del Möll verso occidente in direzione dei monti del Tauro, la nostra meta finale ancora lontana. Sono in forma e decido di fare gli ultimi 18 km con Michele con tappa intermedia alla pittoresca chiesetta di Danielsberg arroccata su un panettone alto 300 mt che taglia la valle come un isolotto. Divertente l’arrivo a Overbellach nella lussuosa piazza centrale tutta decorata in stile asburgico. Il nostro Hotel è uno degli splendidi portoni in legno ricamati di stucchi baroccheggianti che si affacciano su di essa. Tutto sommato la giornata è stata tra le più semplici per il nostro Michele che comunque non dà alcun segno di cedimento ed è sempre tra i più allegri del gruppo. Andrea

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NONA tappa


piccola frazione curata nei minimi dettagli tra castagneti e un laghetto incantevole… la chiesetta che c’è al culmine del punto più alto mi proietta davanti una vista da lasciarmi senza fiato! Un saluto a San Daniele è d’obbligo, poi riparto carico di energie verso la fine della tappa… Obervellach! …e come disse Beethoven, “anche la nona è fatta!” Che giornata pazzesca!

NONa tappa

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Michele


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NONa tappa


Ho dolori sparsi, mi sento anchilosato, ma solo fino al momento in cui rimetto le scarpe, poi l’adrenalina prende il sopravvento e puff!! Tutto sparisce! Anche perché mi sono ormai abituato alle sorprese che questo magico percorso mi sta dando sin dal primo giorno, così sono infinitamente curioso di vedere cosa mi riserverà oggi. Qualche km costeggiando il grosso torrente che sta a fondo valle, poi saluto la Crew, dopo aver fatto carico di calorie e liquidi. Sarò isolato per diverse ore, sperso tra valloni da attraversare, mi sento un vero esploratore, grazie Alpe Adria Trail che mi fai scoprire questo angolo d’Europa non troppo frequentato, selvaggio quanto basta e incredibilmente sorprendente! Comincio a salire un vallone stretto e altissimo e nel silenzio assoluto sento già il rumore inconfondibile dell’acqua… aumento il passo, la curiosità è trailer!! Rimango a bocca aperta! Una cascata dal salto enorme, si

TAPPA 10 • Obervellach • STALL 68 km 3.650 m D+ 13h 47’

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getta con fragore nella goletta sottostante… passato il primo momento di meraviglia penso: ma dove sarà il sentiero!? Alzo gli occhi e vedo una passerella letteralmente artigliata alle pareti di roccia, uno spettacolo assoluto! Telefonino alla mano, oltre ai soliti selfie, sparo video come non ci fosse un domani mentre corro, prima su una rampa di scalini di legno, poi sulla passerella che da l’idea di camminare sul vuoto… più che l’idea è la realtà. Sotto i miei piedi, nelle fenditure tra una tavola e l’altra, c’è il vuoto!! Continuo così per alcuni km, il lavoro fatto per costruire tutto ciò, senza rovinare l’ambiente è davvero da plauso. Non dimenticherò questo momento; fantastico! Dopo le gole, corro alcuni km su una morbida strada erbosa. Il sole è già alto e l’ultimo paese che attraverso prima della meta giornaliera è Innerfragant. Un ultimo rilievo impegnativo ma che riserva panorami fantastici, lo corro su un sentiero-balcone


La traccia oggi ci porta a fare una lunga escursione fino a Mallnitz, nella relativa valle confluente nel Möll da nord, un’andata e ritorno molto suggestiva in cui Michele si ritrova a correre su una paserella in legno costruita sulle rapide del torrente Mallnitzbach, forse il tratto più suggestivo di questi giorni. Lo riprendiamo a fondo valle e lo accompagnamo immersi in distese di prati verdissimi fino a Innerfragant dove il sentiero sale di nuovo in quota. Decido di andare con lui e faccio benissimo perchè 900 mt più in alto ci ritroviamo a correre su una mulattiera scavata nel fianco della monta-

gna, 4 km pianeggianti di pura estasi da trail running con brevi gallerie scavate nella roccia viva e alcuni tratti su passerelle appese al costone circondati da abeti e con il fiume Möll in basso alla nostra sinistra. Giriamo parecchio materiale e alla fine arriviamo con il buio a Stall dove ritroviamo gli altri della Soul Crew e un’accoglienza delle migliori in hotel. Il pensiero va a domani, all’ultima tappa, al Großglockner! Andrea

lungo km che quasi mi fa fare il perimetro del massiccio. Arrivo alla fine della penultima tappa che ormai è buio, con la frontale accesa già da una mezz’ora, il sudore caldo addosso e la fatica a farmi da compagna costante. Ultimo pensiero, domani mattina riparto da Stall per coronare un sogno!

Michele 41

DECIMA tappa


Si sale, si sale senza sosta, asfalto, sterrato, corsa a 360° in questa Alpe Adria Trail, ma dopo ogni sforzo, è il panorama che riappacifica l’ultrarunner con il suo io. Dove: Austria - Obervellach e la valle del fiume Möll. Click: Mirko Mottin

DECIMa tappa

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DECima tappa


TAPPA 11 • STALL • Kaiser Franz Josefs Höhe 62 km Ci siamo!! Undicesima e ULTIMA tappa dell’#AlpeAdriaRecord! Sono impaziente di arrivare ai piedi del Großglockner! Dopo una colazione “leggera” che ci mangiavano in quattro… parto da Stall!!! La prima frazione del giorno finisce a Marterle, ma prima di arrivare trovo un bel po’ di pellegrini partiti qualche giorno fà… dalla mia meta! Mi chiedono da dove sono partito e dove penso di arrivare oggi correndo così, “a salmone”, nel senso contrario. Quando racconto di esser partiro dieci giorni fa da Muggia, strabuzzano gli occhi!! Oggi vorrei non fermarmi neanche a caricare le borracce dalla voglia che ho di arrivare… ma ovviamente non lascio niente al caso, non posso rischiare di sbagliare qualcosa a questo punto. Salgo su un sentiero stretto, che fiancheggia un torrentello imbizzarrito, salti e un andamento inquieto tra i pendii scoscesi. Poi entro in una borgata formata da 10/12 casucce in legno ed è uno spettacolo di ingegneria idraulica! Hanno

4.450 m D+ 13h 07’

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incanalato il torrentello impazzito in canalette che passano di fianco o addirittura tra le grosse pietre che sostengono le case in legno, e con la spinta dell’acqua muovono eliche, ruote, palette, che tramite un albero di trasmissione, ovviamente rigorosamente in legno, danno moto a giostrine o una piccola dose di energia alla casa… ganzo quanto geniale! Raggiunta Martlene mi appresto a fare la seconda frazione di giornata con un certo slancio, per poi riuscire a godermi il tramonto sul ghiacciaio, ma la natura proprio non si comanda. Dove passa il sentiero c’è stata una brutta frana e il percorso dell’Alpe Adria Trail è stato deviato e devo farmi 4 km in più, poco male, il divertimento si prolunga!! Sembra che madre natura voglia farmi scontare 10 giorni di caldo africano, tutti in una volta, così che una pioggerella in stile londinese si trasforma in una pioggia torrenziale, proprio mentre comincio la mia ultima frazione. Calo di temperatura da 34°C a


Eccoci, si parte per il gran finale! Michele è in forma e non ci preoccupiamo più di tanto del fatto che oggi sarà praticamente sempre solo, la sua traccia infatti è tutta a mezza costa sulle montagne che accompagnano il fiume Möll fino alla sua sorgente ossia il ghiacciao del Großglockner, non ci sono strade che lo incrociano ma fortunatamente nell’ampia valle c’è campo e i telefoni prendono bene, unica preoccupazione vera è il tempo che oggi minaccia pioggia con densi nuvoloni che transitano rapidi sulla valle. Dopo Dollach infatti iniziano i temporali e pioggia a scrosci, Michele arriva zuppo a Heilingenblut ai piedi del vallone della montagna più alta d’Austria che scorgiamo in lontananza, fortunatamente la temperatura è accettabile, risente ancora del caldo dei giorni scorsi. Lo precediamo e io e Mirko scendiamo alla diga ai piedi del ghiacciaio per aspettare sotto un diluvio importante il nostro eroe che spunta con un’ora di ritardo in tabella e ci trascina letteralmente fino al traguardo. Ultimo tratto molto impegnativo con il sentiero che si arrampica tra il laghetti di risulta del ghiacciao e la pietraia ai piedi della stazione Franz Josef Hohe posta a 2350 msl. Faccio fatica a stargli dietro ma riesco da fotografo a cogliere alcuni scatti importanti in una luce crepuscolare che mostra il picco sopra sopra di noi per ciò che realmente è, una Signora Montagna. Dopo tanti giorni di sole gli dei della montagna ci presentano un conto diverso facendoci immediatamente rendere conto della difficoltà dell’impresa sostenuta dal nostro runner, non è stata una passeggiata e lì tra il porpora degli squarci di luce e il nero delle pietre granitiche con migliaia di “sensazioni” sulla pelle, tutti noi abbiamo celebrato Michele Evangelisti come un vero eroe! Andrea

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UNDICESIma tappa


18°C, comincio a salire e il cielo è sempre più scuro. Mi mancano gli ultimi 12km circa con 800m D+, quando vedo il tanto atteso Großglockner davanti a me. È enorme, pietra nera e ghiaccio che va dal bianco al grigio. L’aria è gelida, l’atmosfera è surreale e mi sento infinitamente piccolo al suo cospetto, non riesco neanche a vedere quanto realmente sia alto perché la cima è avvolta dalle nuvole… brividi d’emozione! Non sento più nè freddo, nè fame, nè stanchezza, ci vorranno ancora due ore almeno, ma l’adrenalina mi spinge e passo dopo passo, l’emozione cresce sempre di più. Pietraie, gradoni, la passerella di una diga a valle del lago ghiacciato… ma quest’Alpe Adria Trail non finisce mai di stupire e davanti a me si presenta un attraversamento a dir poco spettacolare sul torrente gonfio e imbizzarrito che dal lago scende a valle. Pietre bagnate e scivolose e sola una corda come appiglio, ho il cuore in gola! Penso a ogni passo e ogni

UNDICESIMA tappa

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secondo mi sembra infinito, pazzesco, indimenticabile, vorrei non finisse mai! Adesso solo qualche centinaio di gradini e gradoni mi dividono dal mio traguardo. Il cuore nella testa e la testa nel cuore. Devo controllarmi nel salire o non mi godrò gli istanti, ma la voglia di esseri li, su quella piattaforma ai 2500 e passa metri è davvero infinita. Il sudore mi avvolge nonostante l’aria gelida che scende dal ghiacciaio. La Soul Crew mi attende e gli occhi mi si bagnano di gioia, non ci credo, rallento, cammino gli ultimi passi prima di arrivare alla balaustra da dove si guarda dritta negli occhi la cima del gigante che mi regala la sua visione in un corollario di nubi intense. Il cuore pulsa impazzito, gli abbracci, la gioia, il freddo sulla pelle sudata, le mie labbra quasi violacee… il mar Adriatico e la Grande montagna austriaca sono uniti da 735500 passi d’uomo! Guardo il cielo, oltre le nuvole, ce l’ho fatta!

Michele


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UNDICESIMA TAPPA


Sono nel letto, coricato… 735,5 km… …stanco! Ma neanche troppo! L’adrenalina in circolo la fa sempre da padrona, domani mattina non mi sembra reale di non dover correre più per raggiungere il mio obiettivo. Vorrei ripartire domani. Vorrei tornare a Muggia… CORRENDO! Michele

EPILOGO

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#ALPEADRIARECORD - MICHELE EVANGELISTI - SOUL RUNNING

735,5 km

35.750 m D+

142h 04’

Sensazioni. L’ Alpe Adria Trail è stato esattamente tutto questo, percorrerla nella sua interezza significa immagazzinare una serie infinita di impressioni differenti che nella loro totalità rappresentano il “viaggio”. La terra cambia sotto i tuoi piedi, gli orizzonti variano in un continuo susseguirsi di vallate e montagne, le culture, le parlate, le strutture di accoglienza hanno forme sapori e profumi differenti da luogo a luogo. In tredici mattine differenti ho spalancato la finestra sul mare, su laghi circondati da colline verdissime o da pendii ricoperti da foreste, su pascoli di alta quota o sui filari di vitigni ordinati e lussureggianti, le “sensazioni” sono state infinite. In tutto questo susseguirsi di “diversità” il protagonista assoluto del nostro viaggio è stato un atleta, un uomo che giorno dopo giorno ho imparato a conoscere e stimare. Un concentrato di forza di volontà, preparazione atletica e allegria che ha fatto passare la sua impresa come “normale” ai nostri occhi, ma il suo ritmo è stato “mostruoso”. Lo abbiamo letto sui tratti del suo viso, la stanchezza era “sana”, ogni mattina pronti via come se i 60 o 75 km del giorno prima non esistessero affatto.

colophon

Keep on running Michele! E complimenti! Andrea

Speciale Alpe Adria Trail A cura di: S.P.M. Publishing Srl Società a socio unico Via F. Sforza 1 – 20122 Milano Direttore Responsabile Marcella Magliucci Art director Mirko Mottin

Redazione

In copertina: foto di Mirko Mottin

Davide Orlandi davide@soulrunning.it

Advertising S.P.M. Publishing Srl Società a socio unico Via F. Sforza 1 – 20122 Milano

Mirko Mottin mirko@soulrunning.it Andrea Valsecchi valsecchi@soulrunning.it Foto by Soul Running

Stampato in Italia da TIPOLITOGRAFIA PAGANI Srl Via DIVISIONE ACQUI, 10 -12 Lumezzane – BS

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EPILOGO


i viaggi di

Entrare a contatto con l’ambiente e con il “fattore umano” che l’ha modellato. Incroci di culture diverse che si incontrano sulla linea tratteggiata di un confine, di un sentiero. Questo è il viaggio tra Italia, Slovenia e Austria che oggi è diventato anche un record sportivo.


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