L’ANGOLO DELLA POESIA LA LACRIMA E IL FIOCCO DI NEVE Lenta cadeva la neve un vento dolce soffiava, e un fiocco si lasciava cullare sembrava danzasse. Una ragazza vestita d’azzurro piangeva, la sua figura stonava fra i giochi dei bimbi e il bianco della neve. Una lacrima cadde trasparente come un’anima, aspra come la vita. Veloce un vento gelido segnò i volti, e la goccia e il fiocco di neve, sospesi nell’aria, si amarono. Una goccia cadde a terra. Sembrava rugiada. Alessandro Bon (da silloge inedita) Tutto ciò che chiede un poeta La solitudine riempie il cuore del poeta, come il sangue e l’ossigeno quello dell’uomo comune. Una solitudine talmente forte e densa da diventare un buco nero. Tutto assorbe il suo cuore, la luce non sfugge alla sua voglia di cessare la propria sofferenza, e anche lei diventa buio a sua volta. Amore, libri, sogni, sorrisi, scompaiono nel buio generato da un buco nero di solitudine. E il loro ricordo affonda in un mare di lacrime versate nel buio di una stanza illuminata a giorno. Non chiede nulla il poeta, se non una carezza, un abbraccio, un bacio dato di sfuggita, un corpo caldo in cui affondare la propria disperazione. Eppure dopo esser stato amato è ancora più forte la solitudine, perché lui sa che il buco nero non lo lascerà mai, mentre le membra, gli umori, il gusto, il sospiro di quell’amore passeggero saranno buio nel suo immenso buco nero.
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L’Autore
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Dall’opera IL MIO CUORE DISTRATTO Sovera 1999 LUNA Con il mignolo ho dato una spinta alla luna senza fratta è scesa in fondo alla collina si è posata ridente sulla ringhiera del mio balcone ha spiato i miei gesti impacciati di donna poi con pudore ha nascosto il candido volto d’avorio. Emma Biscetti
I COLORI DEL MIO CIELO Ho disteso una tela per tracciare tatuaggi su ogni ferita. Ho radunato quei colori che amavo da bambina. Il rosso delle fragole che odoravo, lo smeraldo degli occhi verdi e lontani di mio padre, il bianco della piccola nuvola che mi salutò un giorno. Solo d’azzurro vivevo, non ho mai perso l’orizzonte del mio cielo. Miriam Badiani Su segnalazione di Bottega editoriale
L’ANGOLO DELLA POESIA INCARTA E PORTA A CASA Incarta e porta a casa è lecito “scartare” e a parte cestinare ma tutto ciò che intasa… si può già riciclare. Di un mondo più pulito non si può fare senza tu, fallo divertito, sta qui…la differenza!
Renzo Maggiore Sovera 2006 Dall’opera “Respiro di presente” RESPIRO DI PRESENTE
Fiorella Cappelli
INCAPACE Sulla scala Richter dell’amore Ho perso l’equilibrio molte volte E rovinando sulla torba insepolta dei sentimenti Mi sono salvato. Ho imparato così a mettere radici in aria Come i fulmini A passare veloce come fascio di luce Sulle finestre alte di palazzi in costruzione Ad ascoltare il respiro maligno Su di un battito d’ali. Orfeo sciagurato che si volta senza perdere nessuno. Ma il respiro sta nel pensiero che io dimoro in te Senza che tu la sappia Inquilino segreto che quando di notte Chiudi gli occhi si addormenta nel tuo corpo. Però, non so dimostrartelo. Queste, sono cose così vere Che esistono solo con le parole. Alessandro Monticelli (da silloge inedita Concerto di un re minore) Nell’esternare il sentimento per la persona amata, con le mille peripezie che l’amore comporta, il poeta parla in realtà dell’incapacità di esprimere l’ispirazione che lo invade e lo possiede. Novello Orfeo potrà contare sulla potenza e l’evidenza della lirica, universalizzando la propria condizione.
La nave più vecchia dei mondo mai affondò negli oceani... galleggia ancora qui davanti a me a fianco di fioche lune. Sembra un modellino nella vaschetta di un bambino. Gioco di riflessi su onde increspate. Estemporanei i rimproveri del vento ridanno coscienza alla realtà nel respiro presente.
ATTESA Sto aspettando … chi mi faccia ambire più che capire chi mi faccia dare più che avere chi mi faccia desiderare più che volere chi mi faccia emozionare più che godere chi mi faccia essere più che apparire chi mi faccia sentire più che pensare chi mi faccia sognare più che accettare chi mi faccia sperare più che credere chi mi faccia vivere più che esistere. Nestore Mais (da silloge inedita) Non c’è momento più magico dell’attesa e nessuna espressione artistica la esprime meglio della poesia. In questa lirica il poeta rende la progressione e il passaggio da stati mentali ed esistenziali consolidati ad altri più dinamici che consentano il cambiamento e una migliore realizzazione di sé.
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L’ANGOLO DELLA POESIA NIDO VUOTO Anche oggi lo strazio della puntura, sindone della mia bianca carne. Mente e corpo in clausura, della vita mia non so che farne. Dal nido vuoto acre solitudine, l’indice sulle ferite stolte. L’ago porta inquietudine, sono diventata due per tre volte. Figli, avete preso il volo flebile, avuti e persi in un solo secondo. Il medico continua a dire sterile, nel mio delirio l’utero fecondo. Arriva la notte, vi sento ridere, siete nelle fiamme del camino lucente. Tra le dita scorre solo cenere, vi stringo nel seno accogliente.
Ordinaria Violenza Ho stroncato una vita, con un colpo di mano. Quante volte lo rifarei. Qualche schizzo di sangue sul muro del bagno, per non sentirti più. Forse paghi per tutte, o forse eri proprio una di quelle, invece. Nessun rimorso, nessuno; non mi è costato poi molto, solo un piccolo vuoto interiore, un senso di infinita sconfitta, un endocetto di ineluttabilità. Un gesto breve e veloce e il tuo corpo per sempre si schianta, merdosa, schifosa, zanzara. Gianluigi Giacconi
Ti cerco tra le pieghe del cereo lenzuolo, scivoli via unto di indipendenza. Dolce e incantevole mio figliolo, il tuo distacco mi ha distrutto l’esistenza. Dei miei sorrisi eravate le indovine, svanite come stelle nel cielo puro. Mie bionde e soavi sorelline, al posto vostro un immenso muro.
CAMMINO A RITROSO 1 gennaio 2009
Fonte di tutte le ambizioni, io madre di dolce figliolanza. Il desiderio già creava emozioni, ma nel mio grembo l’eterna mattanza.
Il senso del viaggio Gli incontri con la gente È un cammino a ritroso Di terre mai conosciute.
Oggi la veste nera mi va un po’ stretta, il medico non guarisce il mio dramma. Da schizofrenia sono affetta. Mamma! Mamma! Mamma!
Un’acqua che scorre leggera Per prendere la strada del mare Un tuffo nel blu profondo Giù in fondo c’è buio di notte passata Un sogno vissuto d’amore In quell’acqua oceanica e fonda.
Ismaela Evangelista
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L’ANGOLO DELLA POESIA Lì inizia la vita che affiora Su un letto di sabbia bagnata si adagia Mani di stelle e un soffio di vento Decidono loro in che mondo trovarti Ora domani fra dieci cento anni Eccoti pronta nelle loro mani Un volo d’uccello e via per lunghe Distese in un cielo infinito.
PASSAGGI No, non mi hai perduto. Sono io che mi sono ritrovata. Tu, punto fermo, immutato e immutabile, io, satellite timido e confuso, ora, posso guardarti negli occhi. Si sono diradate le nebbie E il mio, il nostro tramonto è rosso fuoco.
Un sorso d’acqua è la vita Nemmeno la bevi… è già finita. Lucia Izzo
Rossana Bonadonna
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