Focus Fitoterapia

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Disintossicare e depurare l’organismo Silybum marianum

Premessa indispensabile perché si rinnovi in continuazione dentro di noi il prodigio della vita e si possano moltiplicare e rinnovare le cellule dei nostri tessuti è l’allontanamento di ogni sostanza che possa impedire o rallentare il processo di rigenerazione. Tale consapevolezza viene formulata con chiarezza e semplicità da Swami Kriyananda nei Segreti del benessere con la riflessione: ‘Il segreto del benessere è la purezza, interiore ed esteriore, le emozioni sane, i buoni pensieri. La malattia prospera là dove ci sono impurità, mentre la buona salute fiorisce dove si coltiva con attenzione la purezza fisica, mentale, emotiva e spirituale’.

* Bruno Brigo

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l rinnovamento continuo delle cellule e dei tessuti dell’organismo, la produzione di scorie del metabolismo alimentare, l’introduzione di sostanze tossiche come additivi, conservanti, coloranti, residui di trattamento alimentare e farmaci, il rallentamento dei liquidi e delle attività vitali conseguenti allo stile di vita sedentario, il progressivo accumulo di tensioni a livello muscolare, rendono necessario l’allontanamento di sostanze, scorie e tossine che ac-

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cumulandosi progressivamente, soprattutto a livello della matrice connettivale, ostacolano, rallentano o impediscono i normali processi vitali e il continuo processo di rigenerazione. Un corretto comportamento alimentare e uno stile di vita attivo sono essenziali per assicurare tale processo di depurazione. Quando la digestione è insufficiente, inadeguata o scorretta si formano sostanze dannose. L’insieme di scorie e tossine derivanti dalla cattiva digestione e dalla trasformazione degli alimenti tende a depositarsi nei

tessuti provocando la comparsa di sintomi e segni facilmente riconoscibili.

Alimentazione corretta

Il primo provvedimento da adottare per depurare l’organismo è quello di seguire abitudini alimentari corrette che vengono riassunte, qui di seguito, in 10 punti. 1) Non mangiare prima che il cibo del pasto precedente sia stato digerito. 2) Ridurre le proteine animali (carne, formaggi, uova) da consumare in un solo pasto duran-


Manifestazioni comuni dell’accumulo di tossine nell’organismo te la giornata e alternare con alimenti di origine vegetale di buon contenuto proteico come i legumi (fagioli, piselli, fave, lenticchie, ceci, soia). 3) Evitare i grassi ‘trans’ largamente utilizzati dall’industria alimentare per preparare margarina, biscotti, pasticcini, torte, merendine, cibi e patatine fritte, cracker, popcorn e molti altri prodotti commerciali utilizzando oli idrogenati. Limitare i grassi saturi di origine animale presenti nelle carni rosse, nei latticini, nel lardo, nel burro, nella margarina, negli oli di palma e di cocco abitualmente presenti in dolci e torte. 4) Consumare i grassi ‘buoni’ presenti soprattutto negli oli vegetali spremuti a freddo e biologici, come oliva, lino, girasole, mais, vinacciolo, sesamo, soia e che abbondano in alcuni pesci, come tonno, salmone, sgombro, sardine, pesce azzurro. Ottima fonte quotidiana di omega 3 sono i semi di lino finemente macinati. 5) Limitare al massimo i prodotti da forno, dolci, gelati, torte, paste, confetture e tutti gli zuccheri raffinati o ad alto indice glicemico, preferendo i cereali completi, come pane e pasta integrali. 6) Eliminare accuratamente o limitare i cibi contenenti additivi, conservanti, coloranti, residui di coltivazione, scegliendo alimenti prodotti con metodi biologici e lavorati con sistemi naturali. 7) Consumare quotidianamente e in abbondanza verdure crude e frutta di stagione per assicurare il nutrimento e garantire un adeguato apporto di sostanze vitali, come vitamine e minerali, che ci proteggono contro gli effetti devastanti dei radicali liberi, molecole responsabili dell’invecchiamento precoce e di numerose malattie

cardiovascolari, infiammatorie, tumorali, degenerative. 8) Bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno, possibilmente oligominerale, lontano dai pasti, per facilitare la diuresi e favorire l’eliminazione delle sostanze in eccesso. Cercare, inoltre, di assumere liquidi sotto forma di minestre, zuppe, succhi e centrifugati di frutta e di verdura. Tra le bevande particolarmente raccomandato è il tè verde. 9) Praticare un’adeguata attività motoria quotidiana, senza frenesia o ansia, come camminare, correre, andare in bicicletta, praticare ginnastica o nuoto. Bastano 30 minuti al giorno di attività motoria per liberare le articolazioni, tonificare i muscoli e rendere solide le ossa. 10) Praticare periodicamente delle cure disintossicanti, soprattutto nei cambi di stagione.

- lingua impaniata e alitosi, - disturbi digestivi, - produzione eccessiva di muco e manifestazioni catarrali, - irregolarità della funzione intestinale, - meteorismo e intestino irritabile, - rigidità con dolori articolari e muscolari, - sudorazione eccessiva e sgradevole, - tendenza a soprappeso e obesità, - cellulite, - stanchezza cronica, - mal di testa, - tensione dolorosa muscolare.

Per ridurre al minimo le conseguenze dell’inquinamento alimentare è preferibile consumare alimenti freschi e di stagione che non contengano sostanze estranee al ciclo biologico naturale di piante e animali. L’industria ricorre sempre più all’impiego di sostanze non nutritive, aggiunte agli alimenti per migliorare il colore, l’aspetto, il sapore, la consistenza oppure per prolungarne la conservazione. Tutto questo ha indubbi vantaggi di comodità e praticità. Si ritiene tuttavia che l’impiego smodato degli additivi alimentari sia in parte responsabile dell’incremento delle intolleranze alimentari. È quindi consigliabile comprare prodotti freschi piuttosto che conservati, facendo particolare attenzione alle etichette che segnalano la presenza di additivi, solitamente elencati in fondo alla lista degli ingredienti.

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Foto di K. L. Sawyer

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Il digiuno controllato

Silybum marianum

Aloe vera

Foto di K. L. Sawyer

Il digiuno prolungato e senza controllo per raggiungere un calo ponderale è da considerarsi, invece, una pratica altamente pericolosa. Il digiuno comporta innanzitutto un progressiva riduzione di proteine che assicurano un’adeguata protezione immunitaria e una corretta attività del fegato. Il livello energetico tende a diminuire, l’attività cardiaca si indebolisce e i valori della pressione tendono a scendere. Il tono dell’umore tende a deteriorarsi per la ridotta produzione di endorfine, sostanze ad azione morfino-simile, prodotte dall’organismo e responsabili del senso di benessere. Il calo ponderale atteso è, infine, sovente inferiore alle aspettative, anche per i meccanismi messi in atto dall’organismo con ridotta attività della tiroide, rallentamento generale del metabolismo e ridotta dispersione calorica. Tuttavia la pratica del digiuno è prevista sia nel mondo animale che umano.

Foto di H. Toyama

La pratica di digiuni parziali di breve durata e ben tollerati è salutare in quanto assicura periodi di riposo digestivo. È consigliabile, per esempio, la pratica di un digiuno parziale settimanale di almeno 16 ore, per almeno un mese. Tale digiuno potrà consistere nel bere semplicemente acqua o nel consumare unicamente frutta di stagione o minestra di verdura oppure succhi di frutta o legumi o latte di soia.

Il digiuno viene consigliato dalle cinque maggiori religioni, viene praticato da buddhisti e tibetani, così come veniva praticato da Assiri, Babilonesi e Fenici. Studi sperimentali hanno dimostrato

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focus - Fitoterapia I tipi di drenaggio in fitoterapia

1) drenaggio pre-terapeutico (prima di intraprendere una terapia) 2) drenaggio intra-terapeutico (nel corso di un trattamento) 3) drenaggio post-terapeutico (al termine di una terapia) 4) drenaggio semplice

che la digiunoterapia purifica l’organismo, ridona energia, elimina ciò che è superfluo e dannoso, come le riserve eccedenti, le cellule invecchiate e degenerate, rallenta il metabolismo, si resetta preservando i tessuti vitali e nobili, potenzia l’attività antinfiammatoria, migliora il senso di benessere, è un’ottima forma di prevenzione, stimola l’autoguarigione. Attualmente vengono preferite forme di digiuno parziale, praticato per breve tempo e sotto controllo, per eliminare l’eccesso, liberare l’organismo dalle tossine e restituire energia. Un esempio di digiuno parziale prevede il consumo di verdura, frutta, un po’ di cereali, con l’esclusione di zuccheri, grassi e sali, per circa 600 calorie al giorno.

Bere per eliminare

Tradizionalmente l’acqua è espressione di purificazione e rigenerazione. Essa rimuove il male e dona salute. I nostri reni lavorano duramente e ininterrottamente per filtrare ed eliminare tutte le scorie che provengono dalla circolazione sanguigna. L’assunzione di almeno due litri di acqua al giorno, non fredda, per evitare una reazione di stress da parte dell’organismo, preferibilmente oligominerale naturale, lontano dai pasti, facilita la diuresi e favorisce l’eliminazione dei sali in eccesso. Alcune bevande, come il tè e al-

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cune piante facilitano il compito di eliminazione delle scorie.

IL DRENAGGIO CON PIANTE MEDICINALI

Sono conosciute anche come ‘cure di drenaggio’ perché hanno come scopo principale quello di eliminare le tossine che si accumulano continuamente nel nostro organismo, soprattutto per le conseguenze dell’inquinamento alimentare, atmosferico e medicamentoso. Servono inoltre all’eliminazione dei prodotti che si liberano per il ricambio cellulare. Il drenaggio viene attuato stimolando in maniera debole e prolungata gli organi di eliminazione, detti emuntori, come cute, polmone, fegato, reni, intestino. Le cure depurative vanno eseguite per una durata di alcune settimane. Periodi ideali sono l’inizio della primavera (‘cure di primavera’) e l’autunno per preparare l’organismo al cambio stagionale.

Definizione di drenaggio in fitoterapia

Il drenaggio è una tecnica codificata dal medico francese Leclerc negli anni ‘20, utilizzata in fitoterapia per eliminare le scorie che si accumulano nel nostro organismo, soprattutto per le conseguenze dell’inquinamento alimentare, atmosferico, medicamentoso e del ricambio dei tessuti. Il drenaggio viene attuato stimolando in maniera debole e prolungata gli organi di eliminazione, detti ‘emuntori’ (cute, polmone, fegato, reni, intestino, tessuti connettivali).

Ruolo e modalità del drenaggio in fitoterapia

Il drenaggio viene utilizzato solitamente in preparazione a un

trattamento specifico farmacologico, omeopatico, fitoterapico, ecc. La posologia media dei fitocomplessi o gemmoderivati utilizzati è inferiore a quella terapeutica. La durata media del drenaggio è di 20-40 giorni. In generale si distinguono due tipi di drenaggio: ‘aspecifico’ con effetto su più organi di eliminazione o emuntori e ‘specifico’ con azione selettiva su un organo (cute, fegato, rene).

Il drenaggio aspecifico

Le indicazioni del drenaggio aspecifico comprendono diverse condizioni, come il cambio di stagione, la convalescenza, il sovrappeso, le alterazioni del metabolismo, la steatosi epatica (‘fegato grasso’), la ritenzione idrica, le difficoltà digestive, l’alitosi, la stipsi, la stanchezza persistente.

Aloe

L’Aloe o giglio del deserto cresce spontanea nel Sudafrica, in Sudamerica e nelle regioni mediterranee. Come tratto distintivo presenta una straordinaria capacità di trattenere acqua anche in clima caldo e arido che le consente di sopravvivere in condizioni estremamente difficili. Il nome Aloe deriva dal greco ‘als, alos’, significa ‘mare, acqua marina, sale’ e allude al sapore del succo, amaro e salato come l’acqua del mare. Tra le 350 varietà di Aloe presenti sulla terra quelle di interesse cosmetico o terapeutico sono principalmente quattro: Aloe barbadensis Miller o Vera, Aloe arborescens Miller, Aloe ferox, Aloe chinensis. ‘Rimedio dell’armonia’ per la Medicina Tradizionale Cinese, chiamata ‘Kumari’ che significa ‘Dea della vita’ dalle popolazio-


ni himalayane, ‘dono di Venere’ per la Medicina estetica, ‘Erba santa’ secondo la definizione dell’abate Kneipp, l’Aloe è stata utilizzata a scopo terapeutico in ogni epoca, in ogni continente, in ogni cultura. Cleopatra la utilizzava per la sua proprietà idratante, emolliente, protettiva, capace di mantenere o ristabilire l’elasticità e l’aspetto giovanile della pelle. Per uso interno l’Aloe arborescens ha dimostrato di possedere proprietà depurative, antinfiammatorie e immunostimolanti. Allo stato attuale sono noti oltre 160 principi attivi con proprietà depurative, antinfiammatorie e immunostimolanti. Il principale costituente dell’Aloe è l’acemannano, un mucopolisaccaride che aumenta le difese immunitarie e potenzia l’attività dei macrofagi che distruggono scorie e cellule tumorali. Per ottenere un effetto depurativo assumere due cucchiai di succo puro di aloe al risveglio, a digiuno, per cicli di almeno quaranta giorni, eventualmente con tè verde oppure con il succo di un limone.

La linfa di betulla

Ugualmente prezioso risulta l’uso della linfa di betulla per ottenere un effetto depurativo a livello della pelle. Già alla fine del 1500 il medico senese Mattioli annotava nei suoi Commentari: ‘La betulla toglie le macchie dal viso e rende la pelle e

la carnagione belle’. La linfa di betulla si raccoglie in primavera praticando dei fori nel tronco dell’albero e inserendo un piccolo raccoglitore per il drenaggio nei vasi di raccolta posti a terra. Nel calendario celtico degli alberi la betulla era l’emblema della rinascita primaverile del sole, dopo l’apparente morte invernale. Fin dall’antichità il candore della corteccia simboleggiava la purificazione e suggeriva le proprietà terapeutiche. I fasci di betulla intorno all’ascia portati dai littori avevano, infatti, il potere di rendere pura l’aria davanti ai magistrati e alludevano alla flagellazione con le verghe di betulla, capace di scacciare il male dai colpevoli. Negli anni 20’ del secolo scorso il medico francese Leclerc ne propose l’uso come rimedio fondamentale nel trattamento della cellulite per le sue proprietà depurative e diuretiche, favorenti l’eliminazione delle scorie del metabolismo e dei prodotti del ricambio tessutale. Tali proprietà sono dovute soprattutto alla betullina, un principio attivo classificato come eteroside triterpenico. Solitamente si consiglia di assumere la linfa di betulla (Sève de bouleau) alla prima diluizione decimale, 30 gocce, in un po’ d’acqua, prima di colazione e cena, per almeno 40 giorni consecutivi e, successivamente, per cicli ripetuti di 20 giorni al mese di cura seguiti da 10 giorni

Piante officinali utilizzate nel drenaggio aspecifico

- Aloe (Aloe arborescens Miller) - Betulla (Betula alba L.) - Carciofo (Cynara scolymus L.) - Cicoria (Cichorium intybus L.) - Coda cavallina o equiseto (Equisetum arvense L.) - Cren (Cochlearia armoracia L.) - Crescione (Nasturtium officinale R. Brown) - Fumaria (Fumaria officinalis L.) - Rafano (Raphanus sativus L.) - Tarassaco (Taraxacum officinale Webber)

di pausa. È opportuno praticare o ripetere il trattamento con linfa di betulla soprattutto nei cambi di stagione e in particolare all’inizio della primavera e dell’autunno.

Le cure di primavera

Le parole del Faust di Goethe ‘La primavera già tesse i suoi fili dentro le betulle e lo stesso abete l’ha sentita; non dovrebbe avere effetto anche sulle nostre membra?’ sono appropriate alla stagione primaverile e risuonano come esortazione ad accogliere dentro di noi il risveglio della primavera, dopo il riposo invernale. Le giornate diventano via via più lunghe, aumentano le ore di luce, gli alberi hanno già messo le nuove gemme, le forze

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assopite del macrocosmo manifestano ovunque nuovo vigore. Ma l’adattamento alla nuova stagione richiede di rimuovere tutto ciò che ne ostacola la piena manifestazione. La tradizione popolare millenaria esorta a eliminare le conseguenze dell’immobilità dell inverno, gli abusi delle festività, gli eccessi del carnevale proponendo un cambiamento dello stile di vita con la ripresa dell attività fisica, la modificazione delle abitudini alimentari e il ricorso alle ‘cure di primavera’, per smaltire le scorie del metabolismo e allontanare le tossine accumulate, sostituendo l’uomo vecchio con la nuova creatura, mettendo in sintonia il microcosmo personale con il macrocosmo in cui opera la natura che si rigenera. Le cure depurative praticate da millenni in tutte le civiltà in questo passaggio stagionale, hanno tutte in comune l’assunzione prolungata e regolare di piante medicinali per un periodo sufficientemente lungo, che nel calendario cristiano coincide con il tempo di quaresima. In questo modo vengono stimolati in maniera blanda ma efficace il fegato, il rene, l’intestino, la pelle e gli organi di eliminazione che canalizzano verso l’esterno le sostanze da eliminare e i liquidi in eccesso.

Il drenaggio specifico

Si distingue in base all’organo da stimolare: drenaggio epatico, renale, connettivale, venoso, linfatico, pancreatico, osteoarticolare, cutaneo. Per ciascuna forma di drenaggio specifico viene proposta una pianta medicinale che svolge le proprietà terapeutiche a livello dell’organo da trattare.

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Il drenaggio epatico Cardo mariano

Pianta della famiglia delle Compositae, di cui vengono utilizzati i frutti, impropriamente chiamati ‘semi’. Il principio attivo più importante è la silimarina ad attività epatoprotettiva e rigenerante del parenchima epatico. La tiramina ha un’azione tonico-vascolare. Le principali indicazioni comprendono: epatosteatosi o fegato grasso; epatite acuta e cronica; cirrosi epatica; ipotensione arteriosa. La posologia media consigliata è di 30 gocce di tintura madre, 3 volte al dì oppure 1 capsula (50 mg) di estratto secco, 3 volte al dì oppure l’infuso con 1 cucchiaino di frutti tritati in acqua (3-4 tazze al dì). Da evitare nei soggetti ipertesi.

Il drenaggio renale Tè di Giava

È una pianta della famiglia delle Lamiaceae (Orthosiphon stamineus Bentham) che cresce in luoghi paludosi dell’Isola di Giava, dell’India e dell’Australia. L’orthosiphon viene chiamato dai Malesi ‘baffi di gatto’ per la presenza di quattro stami sottili che circondano il cuore del fiore. In quelle regioni vengono seccate le foglie come quelle del tè per evitare il processo di fermentazione e per conservare aroma e virtù terapeutiche della pianta. Di esse la più importante è quella diuretica con aumento della quantità di urine e accelerato smaltimento di scorie e tossine. L’effetto è dovuto alla presenza di diterpeni e triterpeni. Per questo motivo l’orthosiphon è impiegato in numerose condizioni conseguenti all’accumulo di tossine nei tessuti, come

l’eczema, i dolori articolari, la ritenzione idrica, la cellulite, il sovrappeso e l’insufficienza renale funzionale. Si prepara versando due cucchiai da minestra per mezzo litro d’acqua bollente e lasciando in infusione per 10 minuti. Si può utilizzare l’estratto fluido con la posologia media di 15 mL (3 cucchiaini da caffè), in un litro d’acqua, da bere nella giornata.

Il drenaggio connettivale Centella asiatica

La Centella (Hydrocotyle asiatica L.) è una pianta della famiglia delle Ombrellifere, nota anche come ‘ombelico di Venere’. Il nome cinese fo-ti-tieng significa ‘elisir di lunga vita’. I taoisti ne raccomandano l’uso concomitante con il ginseng. Nella medicina ayurvedica è ritenuta l’equivalente indiano del ginseng. Nello Sri Lanka le foglie fresche di centella sono considerate un alimento in grado di assicurare salute e longevità. In fitoterapia si utilizza la pianta fresca intera per la proprietà eudermica, flebotonica e sedativa. Recenti ricerche hanno consentito di isolare principi attivi capaci di stimolare la produzione di fibre collagene del connettivo sottocutaneo. Le principali indicazioni comprendono: invecchiamento cutaneo; eczema e psoriasi con ispessimento cutaneo; cellulite; fragilità capillare e teleangectasie; edema misto venoso-linfatico; smagliature; esiti di ustioni, cicatrici e aderenze. La posologia media consigliata prevede 30 gocce di tintura madre, diluite in un po’ d’acqua, 3 volte al dì, prima dei pasti, per cicli ripetuti.


L’ippocastano o castagno d’India (Aesculus hippocastanum L.) è un albero appartenente alla famiglia delle Ippocastanacee, introdotto in Europa dalla Turchia nel XVI secolo e valorizzato soprattutto dal medico senese Mattioli nei suoi Commentari del 1586 come flebotonico e astringente, capace cioè di indurre un aumento del tono della parete vascolare venosa. Per sottolineare la spiccata attività dell’ippocastano a livello di sistema venoso Artault di Vevey scrive nel 1896: ’La tintura di ippocastano calma il dolore e riduce i noduli delle emorroidi più rapidamente di ogni altro trattamento’. Il celebre fitoterapeuta francese Leclerc ha evidenziato ’risultati eccellenti in malati con varicocele o che presentano congestione ed ipertrofia della prostata’. Si può utilizzare la tintura madre di ippocastano nella posologia abituale di 30 gocce della tintura madre, 3 volte al giorno oppure il macerato glicerico nella posologia di 50 gocce, 3 volte al dì.

Il drenaggio linfatico Meliloto

Il meliloto (Melilotus officinalis L.) è una pianta della famiglia delle Fabaceae, di cui si utilizzano le sommità fiorite. È uno dei costituenti principali attivi dei ‘bagni di fieno’ con effetti favorevoli nel trattamento dei processi dolorosi osteoarticolari e della ritenzione idrica. Il meliloto agisce con meccanismo protettivo sul microcircolo, facilita la circolazione e il drenaggio linfatico, favorisce il ritorno venoso. Ha proprietà diuretiche e svolge un’attività di normalizzazione del sistema nervoso vegetativo,

Foto di C T Johansson

Il drenaggio venoso Ippocastano

Galega officinalis

migliorando la qualità del sonno. Il meliloto contiene derivati fenolici (acido caffeinico, acido salicilico). Agisce con meccanismo protettivo sul microcircolo, facilita la circolazione e il drenaggio linfatico, favorisce il ritorno venoso. Indicazioni principali sono costituite da linfedema; edema misto venoso-linfatico; emorroidi; distonia neurovegetativa; vampate di calore in menopausa. La posologia media consigliata è di 30 gocce della tintura madre,

in un po’ d’acqua, 1-3 volte al dì, per cicli di trattamento (20 giorni al mese).

Il drenaggio pancreatico Galega

La galega (Galega officinalis L.) viene utilizzata nella tradizione, sotto forma di tisana, per favorire la secrezione lattea. I semi di Galega sono ricchi di galegina, un derivato guanidinico dotato di attività ipoglicemizzante. La

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posologia media della tintura madre utilizzata nel diabete di tipo 2 è di 10-30 gocce 3 volte al dì, prima dei pasti.

Il drenaggio osteoarticolare Ortica

L’ortica (Urtica dioica L.) che nella mitologia germanica è la pianta consacrata al dio Thunar, analogo al Giove latino, nelle credenze popolari è considerata un portafortuna. Scrive Plinio il Vecchio: ‘Per molti è oggetto di superstizione, perché costoro pensano, mangiandone, di preservarsi in tal modo da ogni malattia per tutto l’anno’. Ritenuta ‘panacea’ nel Medio Evo soprattutto per le emorragie e per ‘purificare il sangue’. In una pagina dei Miserabili Victor Hugo loda le molteplici virtù dell’ortica con le parole di Jean Valjean, protagonista del romanzo: ‘Si sa, una pianta che nessuno vede, che tutti disprezzano e calpestano, diviene preziosa se appena si ha fiducia nelle sue virtù nascoste‘. Ricca di clorofilla, minerali (calcio, potassio, silicati solubili), acido formico, derivati dell’acido caffeico e vitamine, viene utilizzata come pianta rimineralizzante, antireumatica (inibizione della cascata dell’acido arachidonico), antiallergica (inibizione del PAF), per le proprietà diuretiche (foglie) e per l’ipertrofia benigna della prostata (radici). Le foglie vengono utilizzate in fitoterapia nelle seguenti condizioni: processi infiammatori osteoarticolari; iperuricemia; manifestazioni allergiche; ritenzione idrica; carenza di minerali; anemia da carenza di ferro; cure depurative; alterazioni del metabolismo. Le radici sono impiegate nella ipertrofia prostatica benigna, nell’acne femminile e nell’acne rosacea in menopausa.

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Olmaria

L’olmaria o regina dei prati (Spiraea o Filipendula ulmaria L.) è una pianta della famiglia delle Rosaceae, di cui si utilizzano le sommità fiorite raccolte in estate. Re Alboino la utilizzava nel trattamento delle crisi di gotta. Nel secolo scorso Tissier, medico di Lione, ne dimostrò la netta azione diuretica. Numerosi Autori sostengono la sua efficacia nell’edema degli arti inferiori e nel versamento articolare. L’olmaria è specifica per le manifestazioni dolorose articolari e dell’edema. È una pianta officinale contenente salicilati e per tale motivo viene definita anche ‘Aspirina vegetale’. Tali componenti conferiscono all’olmaria proprietà antipiretiche, antalgiche e antinfiammatorie. Le indicazioni principali sono rappresentate dalle manifestazioni dolorose del processo artrosico, versamento articolare, iperuricemia e gotta, cellulite dolorosa. La posologia media consigliata della tintura madre è di 50 gocce, 3 volte al dì, per cicli ripetuti di 20 giorni al mese. È una pianta a salicilati indicata nell’aggravamento con il freddo-umido, in autunno e in primavera.

Alchechengi

Si tratta di una pianta della famiglia delle Solanaceae (Physalis alkekengi L.) di cui si utilizzano i frutti. Contiene principi amari steroidici. Ha un’attività diuretica uricolitica fedele. Viene utilizzato come tisana o tintura madre per favorire l’eliminazione dell’acido urico dai tessuti (calcolosi renale da urati, tofi), spesso in associazione con altri fitocomplessi. La posologia media consigliata della tintura madre è di 30 gocce, 3 volte al dì, per cicli ripetuti di 20 giorni al mese.

Il drenaggio cutaneo Cedro del Libano

Il Cedro del Libano (Cedrus libani Richard) è una conifera della famiglia delle Pinaceae, dalle dimensioni maestose e dalla forma tabulare per la disposizione orizzontale dei suoi rami. Simbolo di forza e di maestosità nell’Antico Testamento, con i suoi tronchi furono costruite le colonne del tempio di Salomone a Gerusalemme e le navi dei Fenici, come riferito dallo storico Teofrasto. In gemmoterapia si utilizza nelle affezioni dermatologiche con prurito e pelle secca. In dermatologia si dimostra efficace nelle dermopatie cheratosiche (‘dermopatie secche’). Le principali indicazioni sono rappresentate da affezioni dermatologiche intensamente pruriginose, su pelle secca; dermopatie ‘secche’ (eczema, psoriasi, ittiosi); cheratosi palmo-plantare. La posologia abituale consigliata è di 50 gocce del macerato glicerico di Cedrus libani, 1-2 volte al dì, in un po’ d’acqua, prima del pasto. Spesso si associa Ribes nigrum che ne potenzia l’attività.

Le gemme di olmo

L’olmo (Ulmus campestris L.) è un albero longevo a foglia caduca che può raggiungere ragguardevoli dimensioni. Una ricetta del I secolo d.C. consiglia di tritarne le foglie e la seconda corteccia per trattare le affezioni dermatologiche e per favorire la cicatrizzazione di ulcere e piaghe. Alla fine del XVIII secolo viene riscoperto e riproposto il suo uso nel trattamento di affezioni dermatologiche ribelli. È il gemmoterapico delle affezioni dermatologiche ‘umide’, caratterizzate da secrezioni o da pelle seborroica. Il gemmoderivato ottenuto dall’ol-


mo svolge un’attività ‘drenante’ sulla pelle. Esso è inoltre un regolatore dell’attività delle ghiandole sebacee. Le indicazioni principali comprendono: acne giovanile, seborrea, eczema trasudante, herpes recidivante, dermopatie ‘umide’. La posologia consigliata è di 50-70 gocce al dì del macerato glicerico alla prima decimale preparato da Ulmus campestris, in un po’ d’acqua, lontano dai pasti. Si possono associare i gemmoderivati complementari, come Juglans regia (acne), Linfa di betulla (seborrea), Ribes nigrum (eczema), Rosa canina (Herpes labiale recidivante).

Filipendula ulmaria

* Medico, specializzazione in Medicina Interna e Riabilitazione, autore di numerosi testi di Medicina integrata

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- Borrel M., Les plantes et leurs vertus. Editions de chêne, 2002. - Brigo B., Cure depurative, sette vie per una purificazione naturale. Tecniche Nuove, Milano, 2001. - Brigo B., L’uomo, la fitoterapia, la gemmoterapia. Tecniche Nuove, Milano 2009. - Brigo B., Tisane dalla A alla Z, Ricette antiche e moderne. Tecniche Nuove, Milano, 2013. - Campanini E., Sovrappeso e cellulite. Tecniche Nuove, Milano, 2005. - Campanini E., Manuale pratico di gemmoterapia (II edizione). Tecniche Nuove, Milano 2005. - Campanini E., Dizionario di fitoterapia e piante medicinali (III edizione). Tecniche Nuove, Milano, 2013. - Giannelli L., Medicina Tradizionale Mediterranea. Tecniche Nuove, Milano, 2008. - Morel J-M., Traité pratique de phytothérapie. Editions Grancher, 2008. - Peroni G., Tutte le piante del dottor Peroni. Macchione Editore, Varese, 2006. - Pietta P., Pietta A., Fitomedicina dalla A alla Z. Ricchiuto Editore, Verona, 2010. - Piterà F., Compendio di gemmoterapia clinica. De Ferrari Editore, Genova, 1994.

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