Rassegna Stampa Aprile 2018
Sommario Rassegna Stampa
APRILE 2018 04/2018 Parafarmacia
LE SINDROMI DOLOROSE DEL CAPO - ANTONIO SCIALPI
24/04/2018 Starbene
IDRATANTI CORPO - VERATTIVA IDRATANTE CORPO
24/04/2018 Starbene
E' PRIMAVERA, SI CAMBIA - FLUIDO VISO
04/2018 Medicina Integrata
MIRRA, ZENZERO E CAFFEINA CONTRO LA CEFALEA
19/04/2018 Viversani e belli
IL DEPURATIVO GREEN
18/04/2018 Donna Moderna
MODA E BELLEZZA CAPELLI - TRICOLOR HOMOCRIN
04/2018 Pillole
CHE MAL DI TESTA! - BRUNO BRIGO
17/04/2018 Gioia.it
DRENANTE: PRIMUM DREN MINI DRINK
12/04/2018 Viversani e belli
5 ALLEATI FONDAMENTALI PER I 5 SENSI - EPID NASO SPRAY
10/04/2018 Confidenze tra amiche
BEVI CHE TI FA BENE - SUCCO ALOE VERA
10/04/2018 Starbene
SE IL TUO FISICO E' A CLESSIDRA - IL DRENANTE - PRIMUM DREN MINI DRINK L'ACQUARETICO
07/04/2018 Gioia
DRENANO, SCOLPISCONO, BRUCIANO I GRASSI - PRIMUM DREN MINI DRINK
05/04/2018 Farmacianews.it
ZENZERO, MIRRA E CAFFEINA PER CONTRASTARE LA TENSIONE LOCALIZZATA
05/04/2018 Piusanipiubelli.it
PIU' VITALI E IN FORMA - VITAVIT E MORINGA
05/04/2018 Erboristanews.it
FERRO ALTAMENTE BIODISPONIBILE MONODOSE
05/04/2018 Grazia
LENIMYR
03/04/2018 Donna Moderna
LENIMYR DI SPECCHIASOL
03/04/2018 Confidenze tra amiche
ADDIO EMICRANIA
01/04/2018 Natural Style
COME ALLEVIO IL DOLORE? - CEROTTI LENI COMPLEX
01/04/2018 Vero salute
AMICO DEL CUORE - NO-COLEST
01/04/2018 Erboristeria Domani
UN AIUTO CONTRO GLI STATI DI TENSIONE LOCALIZZATA
01/04/2018 Erboristeria Domani
LE SINDROMI DOLOROSE DEL CAPO: EZIOPATOGENESI E RIMEDI NATURALI - ANTONIO SCIALPI
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Le sindromi dolorose del capo In questa approfondita analisi del dott. Antonio Scialpi entriamo nel merito di uno dei disturbi più diffusi (e più fastidiosi) al mondo, comunemente identificato con il termine ‘generico’ di mal di testa. Cos’è? Da cosa è scatenato e come si contrasta? Vediamo come alcuni estratti di piante molto conosciute possono divenire utili alleati per combatterlo.
C
efalalgia: eziopatogenesi e quadri clinici L’eziologia e la patogenesi delle sindromi dolorose del capo, in una sola parola cefalalgie (dall’anglosassone cephalgia), non sono ancora del tutto conosciute. La ricerca ha individuato numerosi fattori precipitanti, ma le intime cause biologiche di queste affezioni non sono ancora state accertate. La maggior parte degli autori, tuttavia, concorda sul fatto che siano coinvolti sia fattori neuronali sia fattori vascolari.
Quadri clinici Ai fini della pratica clinica quotidiana si distinguono: • Cefalee primarie • Cefalee secondarie. Queste ultime sono indotte e condizionate dalla patologia di base e vanno verificate con indagini strumentali (TAC-Risonanza magnetica).
Antonio Scialpi Chimico farmaceutico, direttore scientifico Specchiasol
Per le sindromi cefalalgiche primarie, invece, le ipotesi fisiopatologiche formulate sono varie. Per anni, si è ritenuto che l’emicrania fosse legata alla modificazione del diametro dei vasi intracranici (sia
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Disfunzioni neurologiche → modificazione circolazione intracranica → aumento sensibilità trigemino → mal di testa nervoso centrale. Per l’emicrania, in particolare, è ipotizzato un coinvolgimento del sistema di neurotrasmissione serotoninergico che potrebbe essere deficitario, sia nella quantità della serotonina disponibile, sia nel numero dei recettori.
L’emicrania e la cefalea a grappolo si presentano come disfunzioni neurologiche con successivo coinvolgimento della circolazione intracranica e della sensibilità del nervo trigemino vasodilatazione sia vasocostrizione) con conseguenti alterazioni del flusso ematico. Questa ipotesi, tuttavia, non è in grado di spiegare il complesso delle manifestazioni dell’attacco. Una delle ipotesi più accreditate è quella secondo la quale l’emicrania e la cefalea a grappolo si presentano come disfunzioni neurologiche con successivo coinvolgimento della circolazione intracranica e della sensibilità del nervo trigemino. Nella maggior parte dei casi nella cefalea a grappolo si verifica un’iperattività del sistema parasimpatico, mentre nella forma tensiva sarebbe maggiormente coinvolto il sistema
n° 11 mar/apr 2018 PARAFARMACIA
Per ciò che concerne il coinvolgimento del trigemino si è evidenziata una iperattività dello stesso, che causa il rilascio di sostanze proinfiammatorie che, probabilmente, agiscono a livello vascolare e perivascolare. Infine, tutto il corredo sintomatologico variabile che si associa all’emicrania (nausea, fotofobia, fonofobia, osmofobia) viene attribuito a disfunzioni di aree diverse del tronco cerebrale e dell’ipotalamo. Il quadro clinico aiuta la diagnosi Dall’insieme di segni e sintomi neurologici, soprattutto di natura visiva, che precedono la comparsa del dolore, è possibile distinguere l’emicrania con aura (assai meno frequente) dall’emicrania senz’aura (o emicrania comune). Nell’attacco emicranico è possibile distinguere 5 fasi: la fase prodromica, l’aura, la fase del dolore, la fase di risoluzione e la fase dei postdromi.
Non tutti i pazienti emicranici presentano l’intera sequenza di fasi; è comunque necessario, per porre diagnosi, conoscere la sintomatologia di ciascuna fase. I prodromi, che sono presenti nel 5080% dei casi, consistono in sintomi premonitori mal definiti, subdoli, a carico del versante cognitivo o psico-comportamentale. Tra i più comuni ci sono ridotta attività o iperattività, modificazioni del tono dell’umore, bisogno di assumere alimenti, sbadigli ripetuti e ritenzione idrica, che occorrono da 4 a 48 ore prima della comparsa del dolore. Come dimostrato da uno studio, l’attacco emicranico risultava essere prevenuto nel 66% dei soggetti che assumevano analgesici nella fase prodromica. L’aura è presente circa nel 10% delle forme emicraniche, prima della comparsa del dolore o contemporaneamente a questo. La maggior parte dei sintomi si sviluppa gradualmente nell’arco di 5-20 minuti; la fase dura al massimo 60 minuti, ed è seguita da un intervallo libero dal dolore non superiore a 60 minuti. Il fatto che l’aura non si manifesti in altre forme di cefalea (come per esempio la cefalea a grappolo) è di notevole ausilio diagnostico. Nel 90% dei casi si tratta di sintomi a carico della vista (fotopsia, metamorfopsia, teicopsia). Altri sintomi inclu-
Cefalea a grappolo → iperattività sistema parasimpatico Cefalea tensiva → sistema nervoso centrale Emicrania → deficit serotoninergico
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dono parestesia, ipoestesia, afasia, vertigini. La fase del dolore è caratterizzata da algie inizialmente sorde che diventano gradualmente intense e pulsanti. Solo nel 50% dei casi il dolore è unilaterale: può infatti cambiare sede e lato anche nell’ambito di uno stesso attacco. A esso si associano altri sintomi (nausea e vomito, fotofobia, fonofobia, inappetenza, omofobia, poliuria) che si accentuano con lo sforzo fisico, anche se lieve. Nella fase di risoluzione il paziente può essere fortemente disabilitato; può presentare modificazioni dell’umore (euforia e depressione). La completa risoluzione si ottiene con il riposo o il vomito. Con il termine di postdromi si intende una serie di sintomi che seguono la risoluzione dell’attacco emicranico, quali spossatezza fisica, irritabilità, inappetenza o fame, ridotta concentrazione, mialgie diffuse. Le strategie comunemente impiegate per affrontare questa patologia sono principalmente legate all’assunzione di farmaci denominati FANS, acronimo di Farmaci Analgesici Non Steroidei. Esempi di questi trattamenti farma-
cologici sono Aspirina, Nimesulide, Ibuprofene, Naprossene ecc. Si tratta di farmaci molto efficaci ma contraddistinti spesso da un effetto collaterale importante relativo al danno gastrico. Essi funzionano andando ad inibire alcuni enzimi denominati (COX) che governano la sintesi ed il metabolismo di alcune molecole dette prostaglandine che hanno la funzione di essere dei mediatori nella trasmissione degli impulsi dolorosi. I FANS interferiscono con la sintesi delle prostaglandine e quindi impediscono la propagazione del dolore. Purtroppo queste prostaglandine, oltre a mediare le vie del dolore mediano anche altre funzioni come ad esempio la sintesi di un importante strato di muco che protegge lo stomaco dall’azione lesiva dei succhi gastrici ed espongono la mucosa gastrica a importanti infiammazioni (gastrite) che possono dare luogo a fenomeni ulcerosi. I FANS inoltre non agiscono sulle cause ma solo sul sintomo doloroso. Strade alternative per i trattamenti presenti in letteratura sono quelle che agiscono sulle cause del malessere oppure che interferiscono sulle vie
del dolore in maniera indipendente dalle COX. Sfogliando le rassegne scientifiche internazionali si possono trovare importanti studi clinici dove si nota che alcuni estratti di piante vengono impiegati con grande successo nel trattamento degli stati dolorosi: Ginger (Zingiber officinale) Lo zenzero (Zingiber officinale Roscoe, 1807) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae (la stessa famiglia del cardamomo) originaria dell’Estremo Oriente. La droga è costituita dalla radice che contiene molte sostanze funzionali tra le quali i Gingeroli, sesquiterpeni tipici di Zingiber officinale. Sono chimicamente correlati alla capsaicina (alcaloide del Capsico) ed alla piperina (presente nel Pepe nero) e come questi composti si legano al recettore TRPV1 (recettore dei vanilloidi) espressi prevalentemente sui neuroni afferenti primari. In seguito a cottura o essicamento i Gingeroli si trasformano in shogaoli e zingerone. Attività dell’estratto di zenzero Le attività sono riconducibili all’interazione con specifici recettori espressi lungo il tratto gastrointestinale. Tra questi, i più importanti sono i recettori muscarinici per l’acetilcolina, il recettore dopaminergico D2, alcuni recettori (come il 5-HT3 e il 5-HT4) per la serotonina ed in grado minore i recettori per la motilina. La rassegna della letteratura pubblicata relativa allo zenzero ed ai suoi estratti caratterizzati in Gingeroli
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effetto fotoprotettore inibizione dell’attività infiammatoria
attività antibatterica
antidiabetico
zenzero
effetto antitumorale
effetto gastroprotettore
attività antiobesità mette in luce numerose azioni benefiche esplicitate dallo zenzero. Gli studi clinici riportati nella bibliografia allegata evidenziano la presenza di attività analgesiche ed antinfiammatorie statisticamente significative. Riferimenti •
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Phytother Res. 2014 Mar;28(3):4125. doi: 10.1002/ptr.4996. Epub 2013 May 9. Comparison between the efficacy of ginger and sumatriptan in the ablative treatment of the common migraine. Maghbooli M1, Golipour F, Moghimi Esfandabadi A, Yousefi M. Int J Physiol Pathophysiol Pharmacol. 2014 Jul 12;6(2):125-36. eCollection 2014. Active ingredients of ginger as potential candidates in the prevention and treatment of diseases via modulation of biological activities. Rahmani AH1, Shabrmi FM2, Aly SM3. Headache. 2011 Jul-Aug; 51(7): 1078-86. doi: 10.1111/j. 15264610.2011.01910.x. Epub 2011 Jun 1. A double-blind placebo-controlled pilot study of sublingual feverfew and ginger in the treatment of migraine. Cady RK1, Goldstein J, Nett R, Mitchell R, Beach ME, Browning R. J Ethnopharmacol. 1990 Jul;
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29(3):267-73. Ginger (Zingiber officinale) in migraine headache. Mustafa T1, Srivastava KC.
Mirra (Commiphora myrra) La Mirra è una gommoresina aromatica estratta da un albero o arbusto del genere Commiphora, della famiglia delle Burseraceae. Esistono oltre duecento specie di Commiphora, ripartite sulle rive del Mar Rosso, in Senegal, in Madagascar ed in India. La specie più usata per la produzione della mirra è la Commiphora myrrha (diffusa in Somalia, Etiopia, Sudan, penisola arabica): alla fine dell’estate l’arbusto si copre di fiori e sul tronco compare una serie di noduli, dai quali cola la mirra, in piccole gocce gialle, che vengono raccolte una volta seccate. La composizione chimica degli estratti secchi di Mirra comprende diversi furanodieni, come i composti bioattivi curzerene, furanoeudesma-1,3-diene e lindestrene (Figura 1). La presenza di questi tre principali furanodieni è tipica del genere Commiphora e questi composti sono i principali responsabili degli effetti analgesici degli estratti di mirra.
attività neuroprotettiva
attività epato-protettiva Attività dell’estratto di Mirra L’attività analgesica della Mirra è nota da 2000 anni prima che gli europei scoprissero la morfina. L’effetto analgesico esercitato dai principi funzionali presenti nella Mirra viene antagonizzato dalla somministrazione del Naloxone, a dimostrazione che parte dell’effetto analgesico della Mirra è dovuto all’interazione con il recettore degli oppioidi. Gli estratti di Mirra mostrano inoltre
Figura 1
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attività antinfiammatoria ed il meccanismo di azione sembra essere legato all’interazione con le molteplici proteine coinvolte nella cascata di segnali biochimici correlati all’infiammazione. COX, NO, ROS, TNF-a, PGE2, NFkB e MAPK sono stati identificati come i potenziali target per giustificare l’azione anti-infiammatoria degli estratti di Mirra. La determinazione delle proprietà analgesiche dell’estratto di Mirra titolato in furanodieni è stata oggetto di un recente studio pubblicato a maggio del 2017 nel quale sono state quantificate le azioni analgesiche ed antinfiammatorie di un estratto di Mirra titolato in furanodieni. L’esito dello studio ha sentenziato che l’estratto di Mirra esercita un’azione analgesica significativa. “L’intervento dell’integratore è rivolto a largo spettro sui recettori oppioidi con la mirra sul sistema serotoninergico-procinetico con lo zenzero”. Riferimenti •
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Biomed Res Int. 2017;2017:3804356. doi: 10.1155/2017/3804356. Epub 2017 May 24. A Pilot Study on Bioactive Constituents and Analgesic Effects of MyrLiq®, a Commiphora myrrhaExtract
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with a High Furanodiene Content. Germano A1, Occhipinti A2, Barbero F2, Maffei ME2.
Caffeina La 1,3,7-trimetilxantina, meglio nota come caffeina o teina, è un alcaloide naturale presente nelle piante di caffè, cacao, tè, cola, guaranà e mate e nelle bevande da esse ottenute. La caffeina fu isolata da chicchi di caffè nel 1819 dal chimico tedesco Friedrich Ferdinand Runge che la chiamò “Kaffein”, da cui diventerebbe caffeina in italiano, ed è presente in foglie, semi e frutti di diverse piante, come il guaranà, il tè, la cola o il yerba mate, dove agisce come insetticida naturale, paralizzante (tetanizzante) o con effetto comunque tossico per insetti e altri artropodi che li mangiano. Nell’uso umano viene più comunemente consumata come infuso da semi e foglie di caffè e tè, così come anche in molti alimenti e bevande contenenti prodotti a base di noce di cola. La grande popolarità delle bevande contenenti caffeina (caffè e tè anzitutto) rende questa sostanza stupe-
facente, dall’effetto stimolante, la sostanza psicoattiva più diffusa e la più consumata nel mondo, venendo utilizzata sia a scopo ricreativo sia medicalmente. La caffeina è uno stimolante del sistema nervoso centrale e viene utilizzata in ambito medico e ricreazionale in caso di sonnolenza o come principio attivo in pillole per l´emicrania insieme a sostanze ad effetto analgesico per il suo effetto vasocostrittore. La molecola della caffeina è strutturalmente simile all’adenina (la base
il benessere
azotata dell’adenosina) e si lega ai recettori del nucleoside sulle membrane cellulari. Si ha quindi un’inibizione competitiva; la caffeina influisce cioè su un processo di regolazione dei nervi mediante scarica del potenziale post sinaptico. Si ha come risultato un aumento dei livelli di adrenalina e noradrenalina. Attraverso queste la caffeina stimola quindi indirettamente il sistema nervoso simpatico e porta a un aumento del battito cardiaco e dell’afflusso di sangue ai muscoli, a una diminuzione
dell’afflusso di sangue alla pelle e agli organi interni e al rilascio di glucosio del fegato. È importante notare che la caffeina va utilizzata solo occasionalmente e dosi di caffeina non possono rimpiazzare il sonno. L’utilizzo prolungato di caffeina porta a tolleranza. Viene completamente assorbita nello stomaco e nel tratto iniziale dell’intestino nei primi 10 minuti dopo l’ingestione e raggiunge la massima concentrazione nel sangue dopo 45 minuti. Viene poi distribuita lungo tutto il corpo nei fluidi corporei. Non vanno dimenticati i potenziali effetti negativi per la salute risultanti comunque da un abuso degli stessi alimenti che provocano una forma di dipendenza conosciuta come caffeinismo.
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gle-dose study comparing the fixed combination of acetaminophen, acetylsalicylic acid, and caffeine with ibuprofen for acute treatment of patients with severe migraine. Goldstein J1, Hagen M2, Gold M3. Lenimyr Patent Pending EP17207018
Per contrastare gli stati di tensione localizzata. Contiene: • Estratto di zenzero in CO2 supercritica • Titolato al 20% in gingeroli • Mirra estratto secco titolato al 25% in furanodieni Caffeina • Modo d’uso: assumere una o due capsule al bisogno con un bicchiere d’acqua. u
Riferimenti
Bibliografia
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J Headache Pain. 2017 Oct 24;18(1):107. doi: 10.1186/s10194-017-0806-2. Caffeine in the management of patients with headache. Lipton RB. et al. Cephalalgia. 2014 Nov; 34(13):10708. doi: 10.1177/0333102414530527. Epub 2014 Apr 14. Results of a multicenter, double-blind, randomized, parallel-group, placebo-controlled, sin-
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“Headache Classification Subcommittee of the International Headache Society”, Torelli P. et al. – The International Classification of Headache Disorders, 2nd edn. Cephalalgia 2004;24 Suppl 1:1-160 Kunkel R.S. “Headache” – The Cleaveland Clinic Department of Neurology reviewed Jan 25, 2005. Blau J.N. “Migraine: theories of pathogenesis”. Lancet 1992 339:1202?1206.
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Bruno Brigo* *medico, specializzazione in Medicina Interna e Riabilitazione
Mirra, zenzero e caffeina contro la cefalea Il 90% della popolazione mondiale soffre di mal di testa almeno una volta nella vita. Per curare la crisi dolorosa, un aiuto arriva dalle piante officinali
L
a cefalea è uno dei disturbi più comuni. Secondo i dati statistici, il 90% della popolazione soffre di cefalea almeno una volta nella vita, mentre sono 240 milioni le persone nel mondo ad accusare mal di testa ricorrenti, per un numero complessivo di un miliardo e mezzo di crisi dolorose, ogni anno, nel mondo. In Italia 14 milioni di persone soffrono di cefalea e si stima che la spesa complessiva per il solo acquisto di farmaci per le sindromi dolorose del capo sia superiore ai 2 miliardi di euro. Nella maggior parte dei casi la cefalea è un sintomo che ha una storia di qualche ora ed è la conseguenza di una causa ben evidente: cefalea da affaticamento degli occhi, da abuso di alcolici, da rumore intenso, da esposizione al sole; mal di testa che insorge dopo un lavoro che richiede una concentrazione prolungata o una condizione stressante; cefalea in corso di influenza. In altri casi diventa un disturbo recidivante: emicrania, cefalea del weekend, cefalea a grappolo; cefalea tensiva; cefalea dopo colpo di frusta cervicale; cefalea che compare in relazione al mestruo; 74 Medicina Integrata • aprile 2018
cefalea da ipertensione arteriosa, cefalea da anemia, da emozioni intense, da sinusite, da intolleranza alimentare.
EMICRANIA E CEFALEA TENSIVA L’International Headache Society (Società Internazionale delle Cefalee) distingue le cefalee in primitive, quando non sono la conseguenza di una causa ben definita e secondarie o sintomatiche, quando invece sono legate a cause evidenti. Al primo gruppo appartengono due forme molto comuni di mal di testa, cioè l’emicrania e la cefalea tensiva.
EMICRANIA È la forma più comune di cefalea vasomotoria, e viene detta anche anteriore per indicare la sede principale del dolore. Predilige il sesso femminile, ha carattere familiare e si manifesta con crisi dolorose violente caratterizzate da dolore intenso pulsante, solitamente fronto-orbitario o temporale, talvolta precedute da sintomi premonitori (emicrania classica con aura) e accompagnate da fenomeni digestivi, neurovegetativi, vascolari.
CEFALEA TENSIVA La cefalea tensiva, detta anche nucale o posteriore, origina da un’eccessiva tensione dei muscoli del viso e del collo. Ha un carattere gravativo, con localizzazione particolare a livello occipitale. Spesso presenta una lunga durata con periodiche esacerbazioni, soprattutto in relazione a stress, mutamenti atmosferici, clima freddo-umido, traumi cervicali pregressi (colpo di frusta).
MIRRA, ZENZERO, CAFFEINA In generale esistono due forme di cura del mal di testa: sintomatico o della crisi dolorosa e di fondo o preventivo. Tra le piante officinali la mirra e lo zenzero si sono dimostrati efficaci nella cura della crisi dolorosa.
MIRRA La mirra sacra (Commiphora myrrha molmol Engler) è un arbusto o piccolo albero spinoso della famiglia delle Burseracee o alberi da incenso, a cui appartiene anche la boswellia. È originaria dell’Arabia Saudita e dell’Africa Orientale (Somalia, Etiopia, Yemen). La materia prima è costituita dalla gommoresina
FORMULA FURANODIENI essiccata che trasuda naturalmente dalla corteccia della pianta. L’utilizzo della mirra per lenire il dolore è ben testimoniato dal racconto della Passione di Cristo, secondo l’evangelista Marco: «e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese» (Mc 15, 17-23). La gommo-oleoresina di mirra è composta da una rara sinergia di componenti (resina, gomme, olio essenziale). I principali composti responsabili dell’effetto analgesico sono i furanodieni (furaneudesma-1,3-diene, lindestrene, curzerene). Essi inducono attività analgesica per interazione con i recettori oppiodi del sistema nervoso centrale. La mirra svolge attività analgesica in alcune manifestazioni dolorose molto comuni: mal di testa, dolore muscolare, dolore articolare, lombosciatalgia, dolori diffusi in caso di febbre, mestruo doloroso. Di recente è stata condotta una sperimentazione controllata su 184 volontari (95 femmine e 89 maschi) con sindromi dolorose, tra cui il mal di testa, il dolore dipendente da febbre, i dolori articolari e muscolari, la lombosciatalgia, il mestruo doloroso. Un gruppo ha ricevuto 1 capsula al dì, contenente 200 o 400 mg di mirra (corrispondente a 8 e 16 mg di furanodieni) per 20 giorni, mentre l’altro gruppo assumeva placebo. La valutazione delle modificazioni del dolore per tutti i volontari era basata sull’esperienza precedente di terapia con farmaci (diclofenac, ketoprofene, ibuprofene, paracetamolo, tramadolo, ketorolac). Al termine della ricerca si è evidenziata una riduzione significativa della cefalea nei volontari sia di sesso maschile che femmini-
INDICAZIONI PER L’USO DELLA MIRRA - Mal di testa - Dolore muscolare - Dolore articolare - Lombosciatalgia - Dolori diffusi in caso di febbre - Mestruo doloroso
CH3
CH3
O
CH3
O
H2C
O
H2C H CH3
CH3
furanoeudesma-1,3-diene
H CH2
H CH3 O
CH3
lindestrene
le, rispetto al placebo, utilizzando l’estratto standardizzato di mirra, alla concentrazione di 200 mg.
ZENZERO Lo zenzero (Zingiber officinale Roscoe) è una pianta erbacea delle Zingiberaceae (la stessa famiglia del cardamomo e della curcuma) originaria dell’Estremo Oriente. La materia prima è costituita da rizoma che contiene importanti principi attivi denominati gingeroli e shagaoli. Le principali indicazioni dello zenzero comprendono: cefalea preceduta o accompagnata
CH3
cuzerene
da disturbi digestivi, nausea, reflusso gastroesofageo, meteorismo, stipsi, dolore reumatico, impotenza sessuale funzionale. In un recente studio controllato si è messo in evidenza che lo zenzero risulta essere efficace nel trattamento della crisi emicranica, quanto il sumatriptano, ma senza manifestare fenomeni collaterali.
CAFFEINA La caffeina o teina, isolata nel 1819 dal chimico tedesco Friedrick Ferdinand Runge, è un alcaloide naturale presente nelle piante di caffè, cacao, tè, cola, guaranà, mate e nelle bevande da esse ottenute. Viene utilizzato come principio attivo complementare nel trattamento dell’emicrania per il suo effetto vasocostrittore. � © RIPRODUZIONE RISERVATA
BIBLIOGRAFIA Vengono proposte alcune voci bibliografiche recenti che classificano le sindromi dolorose del capo e riassumono studi e proprietà di mirra, zenzero e caffeina, soprattutto in relazione al trattamento della cefalea. • International Classification of Headache Disorders (ICHD), 3rd edition, 2016. • Germano A, Occhipinti A, Barbero F, Maffei ME. A Pilot Study on Bioactive Constituents and
Analgesic Effects of MyrLiq®, a Commiphora myrrha Extract with a High Furanodiene Content. BioMed Research International, 2017. • Maghbooli M, Golipour F, Moghimi Esfandabadi A, Yousefi M. Comparison between the efficacy of ginger and sumatriptan in the ablative treatment of the common migraine. Phytother Res. 2014 Mar;28(3):412-5. • Lipton RB et al. Caffeine in the management of patients with headache. J Headache Pain. 2017 Oct.24;18(1):107. aprile 2018 • Medicina Integrata 75
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Che mal di testa! Dall’emicrania alla cefalea del week end, a grappolo, da ciclo, ipertensione arteriosa, sinusite, colpo di frusta o intolleranze alimentari, compresa quella causata da emozioni intense. Il mal di testa colpisce quasi tutti almeno una volta nella vita e per molti pazienti costituisce una vera e propria invalidità. Dalla tradizione antica arrivano in aiuto mirra e zenzero
di Bruno Brigo (*)
I
l mal di testa è il disturbo di gran lunga più diffuso. Le forme più frequenti comprendono l'emicrania e la cefalea tensiva. Tra le piante officinali, la mirra e lo zenzero si sono dimostrate efficaci nella cura della crisi dolorosa. Il disturbo più comune Secondo i dati statistici, il 90% della popolazione soffre di mal di testa, almeno una volta nella vita. Nella maggior parte dei casi si tratta di un sintomo che ha una storia breve, di qualche ora ed è la conseguenza di una causa evidente: mal di testa da affaticamento degli occhi, da abuso di alcolici, da rumore intenso, da esposizione al sole; mal di testa che insorge dopo un lavoro che richiede concentrazione prolungata o una condizione stressante; mal di testa in corso di influenza. In altri casi il mal di testa diventa un disturbo recidivante:
emicrania, cefalea del weekend, cefalea a grappolo; cefalea tensiva; cefalea dopo colpo di frusta cervicale; cefalea che compare in relazione al mestruo; cefalea da ipertensione arteriosa, cefalea da anemia, da emozioni intense, da sinusite, da intolleranza alimentare… Le diverse forme del mal di testa In generale si distinguono le cefalee in 'primitive', quando non sono la conseguenza di una causa ben definita e 'secondarie' o 'sintomatiche', quando invece sono legate a cause evidenti. Al primo gruppo appartengono due forme molto comuni di mal di testa, cioè l'emicrania e la cefalea tensiva. Emicrania Predilige il sesso femminile, ha carattere familiare e si manifesta con crisi dolorose violente, caratterizzate da dolore intenso
Pillole 32
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pulsante, solitamente fronto-orbitario o temporale, talvolta precedute da sintomi premonitori con disturbi visivi (emicrania 'classica' con aura) ed accompagnate da fenomeni digestivi, neurovegetativi, vascolari. Nel corso dell'attacco di emicrania, molti pazienti si sentono deboli, stanchi, prostrati, sonnolenti, depressi, cercano l'isolamento, il silenzio e il riposo. Il paziente non sopporta la luce (fotofobia) ed i rumori (fonofobia). Tra una crisi e l'altra la persona si sente completamente bene. Cefalea tensiva Viene detta anche nucale o 'posteriore', origina da una eccessiva tensione dei
muscoli del viso e del collo. Ha un carattere gravativo, diffuso, con localizzazione particolare a livello occipitale. Spesso presenta una lunga durata con periodiche esacerbazioni, soprattutto in relazione a stress, mutamenti atmosferici, clima freddo-umido, traumi cervicali pregressi. Trattamento del mal di testa In generale esistono due modi di cura del mal di testa: sintomatico o della crisi dolorosa e di fondo o preventivo. Il trattamento farmacologico della crisi dolorosa si basa su diverse categorie di farmaci (analgesici, antinfiammatori, derivati dell'ergotamina, triptani). Tra le numerose piante officinali indicate dalla tradizione,
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INDICAZIONI PER L'USO DELLA MIRRA NEL DOLORE per 20 giorni, mentre l'altro gruppo assumeva placebo. Al termine della ricerca si è evidenziata una riduzione significativa del mal di testa sia nei volontari maschi che nelle femmine, rispetto al placebo, utilizzando l'estratto di mirra. La diminuzione del dolore è stata significativa anche per tutte le altre forme di dolore (Germano A. 2017).
Mal di testa Dolore muscolare Dolore articolare Lombosciatalgia Dolori diffusi in caso di febbre Mestruo doloroso
la mirra e lo zenzero si sono dimostrati efficaci nella cura della crisi dolorosa. Mirra La mirra sacra (Commiphora myrrha molmol Engler) è un arbusto spinoso che appartiene alla famiglia delle Burseracee o 'alberi da incenso'. E' originaria dell'Arabia Saudita e dell'Africa Orientale (Somalia, Etiopia, Yemen). La materia prima è costituita dalla gommoresina essiccata che trasuda naturalmente dalla corteccia della pianta. L'utilizzo della mirra nell'antichità per lenire le sofferenze e il dolore sono ben testimoniate dal racconto della Passione di Cristo nel Vangelo di Marco: 'Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo (…) e gli percuotevano il capo con una canna (…). Condussero Gesù al luogo del Golgota, che significa "luogo del cranio", e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese'. I principali composti responsabili dell'effetto analgesico degli estratti di mirra sono i furanodieni (furaneudesma-1,3-diene, curzerene). Il professor Piero Dolara dell'Università di Firenze ha condotto esperimenti di laboratorio, dimostrando che alcuni principi attivi della mirra agiscono sui recettori cerebrali degli oppiodi, con un'attività analgesica simile alla morfina (Dolara P. 1996). Di recente è stata condotta una sperimentazione controllata su 184 volontari con sindromi dolorose, tra cui il mal di testa, il dolore dipendente da febbre, i dolori articolari e muscolari, la lombosciatalgia, il mestruo doloroso. Un gruppo ha ricevuto 1 capsula al dì, contenente 200 mg di mirra
Zenzero Lo Zenzero (Zingiber officinale Roscoe) è una pianta erbacea delle Zingiberaceae originaria dell'Estremo Oriente. La materia prima è costituita da rizoma che contiene importanti principi attivi denominati gingeroli e shagaoli (principi attivi responsabili del sapore pungente). Nico Valerio nel suo 'Manuale di terapia con gli alimenti' (Mondadori), riporta uno studio condotto da ricercatori indiani, in base al quale la tempestiva assunzione di 500-600 mg di zenzero in polvere in un po' d'acqua, alle prime manifestazioni dell''aura' emicranica, è in grado di arrestare l'evoluzione dolorosa del processo. La stessa dose ripetuta due volte al giorno per 3-4 giorni, consente di controllare l'emicrania senza ricorrere a farmaci di sintesi. Il consumo regolare di zenzero manifesta, inoltre, un effetto preventivo con una riduzione significativa del numero e dell'intensità degli attacchi. Gli effetti favorevoli conseguenti all'assunzione di zenzero vanno attribuiti a sostanze con attività antinfiammatoria, in grado di ostacolare la formazione e la liberazione di prostaglandine, responsabili dell'infiammazione e del dolore. Valore del “naturale” I risultati evidenziati in recenti studi controllati, condotti in particolare per testare gli effetti di estratti di mirra e zenzero, confermano le proprietà analgesiche attribuite dalla tradizione, evidenziando un'attività terapeutica simile a quella dei farmaci di sintesi, in assenza di fenomeni collaterali. * medico, specializzazione in Medicina Interna e Riabilitazione, autore di numerosi testi di Medicina integrata.
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CI SONO BUONE NOTIZIE SULLA CELLULITE E SU COME FARLA SE NON SPARIRE ALMENO ARRETRARE VISIBILMENTE
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Zenzero, mirra e caffeina per contrastare la tensione localizzata
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’emicrania è tra le prime 20 problematiche sanitarie in grado di peggiorare sensibilmente la qualità della vita, e il 50% della popolazione ha sofferto di almeno un episodio di mal di testa nell’ultimo anno. Un utile alleato naturale in questi casi è Lenimyr, l’integratore alimentare in capsule sviluppato da Specchiasol, a base di estratti vegetali e dalla formula brevettata che associa mirra, caffeina e zenzero (estratto secco di zenzero in CO2 supercritica titolato al 20% in gingeroli, ottenuto tramite processo brevettato). L’innovativa composizione è indicata per contrastare gli stati di tensione localizzati, anche nella parte alta del corpo, in particolare a livello del collo e della testa. Il prodotto non contiene glutine né lattosio, ed è disponibile in confezione da 10 capsule: si consiglia l’assunzione di 1 o 2 capsule
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al giorno al bisogno.
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Più vitali e in forma! Da Specchiasol due nuovi integratori per il nostro benessere: Moringa, per il controllo del peso, e Vitavit, contro affaticamento e sbalzi d’umore Durante periodi di particolare stress il nostro organismo ha bisogno di un sostegno maggiore. E ciò ancor di più in prossimità dei cambi di stagione. Tenendo sempre presente l’importanza di una dieta bilanciata, può essere particolarmente utile far ricorso a integratori ad hoc per migliorare il benessere dell’organismo. A questo ha pensato Specchiasol (www.specchiasol.it), con due nuovi integratori alimentari in vendita in erboristeria, farmacia e parafarmacia: Vitavit Magnesio-Potassio, per contrastare gli stati di affaticamento e di variazione dell’umore, e Moringa, utile per il controllo del peso. Scopriamoli insieme.
Moringa, l’albero delle meraviglie La Moringa Oleifera, pianta nativa del subcontinente indiano, ha molteplici virtù. L’utilizzo più antico è quello alimentare, ma è nel settore salutistico che catalizza oggi le attenzioni della comunità scientifica. Le foglie e i semi della Moringa Oleifera sono infatti ricchi non solo di proteine, calcio, ferro, potassio, vitamine (particolarmente C ed E) e beta-carotene, ma anche di composti antiossidanti (flavonoidi, acidi fenolici) e bioattivi (glucosinolati, isotiocianati, alcaloidi, tannini e saponine), ai quali sono attribuiti diverse proprietà: tra le tante, antinfiammatorie, antiossidanti, ipotensive, analgesiche e legate al controllo del peso. Tutte racchiuse nell’integratore
Vitavit Magnesio-Potassio
alimentare Moringa Oleifera Specchiasol, 30 compresse a base di
Si tratta di un integratore alimentare in bustine monodose studiato per
estratti vegetali di Moringa (foglie e semi), che presenta un’attività sul
contrastare gli stati di affaticamento e stanchezza legati a stress
metabolismo dei lipidi e sull’equilibrio del peso corporeo. Inoltre
fisico e mentale o a cambiamenti fisiologici. Quella di Vitavit è la prima formulazione che associa magnesio e potassio con taurina e
migliora la funzione digestiva, regola il processo di sudorazione e agisce sulla normale circolazione del sangue.
vitamina B6, sfruttandone la sinergia d’azione per massimizzare i risultati in termini di energia psico-fisica. La taurina, infatti, rende più completi e duraturi gli effetti del magnesio, ma per essere sintetizzata richiede la presenza di Vitamina B6, che a sua volta esercita il suo ruolo in presenza di magnesio. Ricordiamo che i sali minerali svolgono funzioni fondamentali per la salute e il benessere dell’organismo, in quanto necessari a molti processi fisiologici, ad esempio quelli per il metabolismo energetico. In particolare, una carenza di magnesio e potassio può causare eccessiva stanchezza e spossatezza, variazioni di umore (tra cui stato di eccessiva
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preoccupazione o nervosismo), fastidi e crampi muscolari.
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Ferro altamente biodisponibile monodose di Staff | 5 aprile 2018 in Notizie aziende · 0 Commenti
Ferrogreen Plus Monodose è una delle referenze dell’omonima linea, con formula potenziata, sviluppata da Specchiasol. Quest’integratore alimentare con edulcoranti è un’associazione di ferro altamente biodisponibile, vitamine, estratti di piante, minerali e succhi di frutta e verdura, indicato in caso di carenza di ferro o di altri minerali e vitamine che ne favoriscano l’assorbimento. Contiene ferro lipocoated, una forma altamente biodisponibile di ferro, e acido folico quatrefolic, particolarmente indicato negli stati di gravidanza e nel periodo di allattamento. Ferrogreen Plus, di norma, non causa disturbi digestivi e intestinali, ha un sapore gradevole ed è privo di glutine. Si consiglia l’assunzione di un flaconcino al giorno prima del pasto principale: occorre avvitare il tappo dosatore fino in fondo, per far cadere tutta la polvere nel liquido, e agitare prima dell’uso. L’astuccio contiene 10 flaconcini.
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