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SPECIAL EDITION 50TH ANNIVERSARY



INDEX PAGINA 2 Editoriale

PAGINA 22 World Winter Games Austria

PAGINA 3 La storia di Special Olympics International Tre domande a Timothy Shriver La visione rivoluzionaria di una donna forte

PAGINA 24 Fatti e cifre

PAGINA 8 La storia di Special Olympics Switzerland Con Spirito pionieristico La success story continua Yolande Nick Christian Lohr Martin Mock Didier Bonvin Pierre Delgrande Stelio Belloni

PAGINA 25 Eventi passati PAGINA 26 Rapporto annuale PAGINA 27 Prospettive PAGINA 28 Grazie di cuore

PAGINA 14 Sviluppo di Special Olympics Switzerland PAGINA 17 Le attività per l’anniversario a livello internazionale PAGINA 18 Attività per l'anniversario in Svizzera Orgogliosi di esserci Partner Luigi Pinardi Anniversary Project

COLOPHON Editoriale: Kurt Murer e l’atleta Angela Köhler Copertina: Eunice Kennedy-Shriver (fondatrice), le atlete e gli atleti di Special Olympics Edition: Special Olympics Switzerland ( SOSWI ) Testi: Irene Nanculaf, Christoph Schmid ( SOSWI ) Traduzioni: Diction AG Fotografie: PPR Media Relations AG, Martin Nitsch, Special Olympics International, Microsoft Schweiz AG, Swiss-Ski Layout: Sandra Magnusson/Compresso AG Stampa: Media-Center Uster AG Pubblicazione: annuale Tirata: 1'500 esemplari


EDITORIALE Cari amici di Special Olympics, senza il passato il presente non esisterebbe. Il presente quale base per obiettivi futuri realistici! Il movimento era, è e sarà anche in futuro di importanza centrale per le persone. Già per motivi di salute è necessario fare regolarmente del movimento. Indipendentemente dall’età, dal sesso e dall’origine. Naturalmente ciò vale anche per le persone con una disabilità mentale. Oltre alla salute, bisogna menzionare tra l’altro anche l’aspetto sociale della regolare pratica sportiva. Essere compagni e avversari all’insegna della correttezza e dell’allegria. Grazie al movimento internazionale di Special Olympics questo è possibile da 50 anni. Dietro di esso vi è l’intensa dedizione di coach , genitori e assistenti, che per questo devono essere ringraziati! Fino ad oggi in Svizzera sono state posate tante pietre miliari: di recente siamo entrati ufficialmente a far parte dello sport svizzero, infatti dal 27 novembre 2017 Special Olympics Switzerland è organizzazione

partner di Swiss Olympic e nel 2014 la Svizzera ha ratificato la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità! Essa promuove l’accesso senza barriere delle persone con una disabilità a tutti gli ambiti della società, tra cui lo sport. In futuro intendiamo continuare a percorrere la strada tracciata. Nelle normali associazioni sportive dovranno essere strutturati dei training per i nostri sportivi, come contributo per lo sviluppo personale delle nostre atlete e dei nostri atleti e per la loro integrazione, o meglio, inclusione, nella società!

Kurt Murer Presidente del Consiglio di fondazione


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TRE DOMANDE A TIMOTHY SHRIVER PRESIDENTE DI SPECIAL OLYMPICS INTERNATIONAL «Qual è il ricordo più emozionante che conserva degli esordi di Special Olympics?» Scegliere un ricordo emozionante è molto arduo dato che gli anni vissuti al fianco di Special Olympics sono costellati di emozioni. Fonte di grande gioia sono state le interazioni con atleti come Gemma Pompili che all’inizio di quest’anno si è unita a noi per l’incontro in Vaticano aprendo i cuori e le menti con il suo spirito e la sua allegria alla presenza di sua Santità Papa Francesco e di tutti coloro che hanno condiviso con noi questa giornata. Fonte di grande ispirazione è stato vedere Donal Page competere al Motor Activity Training Program dei World Games 2003 in Irlanda, segnando con la sua determinazione uno dei più grandi momenti sportivi della mia vita. Ho provato e provo una rabbia profonda quando percepisco l’enorme incuria, l’isolamento e le ingiustizie di cui soffrono le persone con disabilità mentale in tutto il mondo. Fonte di grande orgoglio è la stata la partecipazione dei miei stessi figli al programma Unified Sports. La bellezza di Special Olympics è che le esperienze vissute da ognuno di noi ci fanno sentire vivi fino in fondo aprendo i nostri cuori e le nostre menti. «Il consiglio di fondazione di Special Olympics Switzerland sta pensando di portare i World Winter Games in Svizzera: qual è la sua opinione in merito?» Ospitare i World Games rappresenta un’opportunità incredibile per un programma Special Olympics e per il paese ospitante. Queste occasioni consentono di unire un paese intorno all’importanza dell’inclusione, spin-

gendo la politica a creare maggiori opportunità per le persone con disabilità mentale e stimolando al tempo stesso le comunità a una maggiore accettazione di tutti. In tutti i paesi in cui sono stati ospitati i World Games, abbiamo registrato un maggiore accesso alla salute e all’istruzione. Inoltre abbiamo visto crescere enormemente i programmi Special Olympics a livello di partecipazione, programmazione e importanza nell’infrastruttura di questi paesi. Incoraggiamo quindi la Svizzera a candidarsi per i World Winter Games. «Qual è la sua visione per i prossimi 50 anni?» Dato che stanno iniziando le celebrazioni per il nostro 50° anniversario, considero questa ricorrenza un’opportunità per Special Olympics – e cosa ancora più importante, per i nostri atleti – di rendere il mondo un posto migliore. Il mondo è più diviso che mai e le esperienze accumulate con i vari World Games e altre attività ci dimostrano che queste linee di divisione vengono cancellate nelle manifestazioni di Special Olympics. Vedo giovani guidare gli sforzi intrapresi con i nostri atleti perché abbiamo dato loro la possibilità e gli strumenti per rompere le barriere. Questa Unified Generation ci porterà a realizzare un futuro nel quale l’accesso allo sport e la salute non conoscerà ostacoli. Un futuro in cui persone con capacità diverse saranno riconosciute e considerate per i loro doni e i loro talenti. Un futuro in cui la paura della diversità apparterrà al passato.


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LA VISIONE RIVOLUZIONARIA DI UNA DONNA FORTE Dal 1968 Special Olympics non ha soltanto cambiato la vita di tante persone, ma anche – positivamente e a lungo termine – la società in rapporto alla disabilità mentale. Ciò che ebbe inizio come campo sportivo estivo nel giardino dei Kennedy si è trasformato nel maggiore movimento sportivo del mondo per le persone con bisogni speciali. Coraggio, decisione e fede nella capacità di sviluppo di ognuno hanno costituito la spinta per l’impegno di Eunice Kennedy-Shriver, durato per tutta la vita, a favore dell’equiparazione delle persone con disabilità mentale. Più di 50 anni fa crescere un bambino con disabilità mentale rappresentava una vera e propria sfida. L’integrazione era difficile, per questi giovani fare sport era fuori discussione e l’accettazione era scarsa. Anche per i Kennedy, una delle famiglie più influenti degli Stati Uniti, Rosemary, affetta da disabilità mentale, fu per lungo tempo un tema tabù. Sua sorella Eunice aveva vissuto sulla propria pelle il modo in cui le persone che non corrispondevano all’immagine consueta della normalità venivano escluse dalla vita pubblica. Si occupò quindi in maniera approfondita della tematica e venendo a contatto con genitori disperati scoprì che questi, ad esempio, non riuscivano a trovare attività estive per i propri figli. La reazione di Eunice fu chiara: «Ora basta». E quando un Kennedy ne ha abbastanza, agisce. La sorella dell’allora presidente USA John F. Kennedy non accettò più che nella società non vi fosse posto per le persone con bisogni speciali. Si impegnò quindi per la vita, lottando a favore della valorizzazione, dell’accettazione e dell’integrazione di questi bambini.

Camp Shriver: una straordinaria storia di successo Nacque ben presto l’idea di un campo sportivo estivo. Un campo nel giardino di Eunice Kennedy-Shriver. Tramite diverse istituzioni invitò bambini e ragazzi con disabilità a trascorrere da lei qualche giorno all’insegna dell’attività fisica e della spensieratezza. Tra gli studenti trovò preziosi volontari in grado di garantire un’assistenza ottimale ai bambini. I bambini nuotavano, giocavano a calcio, cavalcavano e si godevano l’atmosfera gioiosa di quell’estate leggendaria. Eunice era felice dell’entusiasmo delle ragazze e dei ragazzi, ma anche della comprensione degli studenti volontari del posto: questi bambini non erano difficili, irragionevoli o aggressivi, ma volevano semplicemente divertirsi. Proprio come tutti gli altri bambini. Si sparse la voce del successo di questo campo estivo: avevano partecipato più di 100 bambini. Rappresentanti di scuole e comuni visitarono i campi e si convinsero della loro qualità. Per Eunice fu importante anche l’interazione con i bambini «normali». Suo figlio é oggi presidente di Special Olympics International, Timothy Shriver, fece le prime, pregnanti esperienze a tre anni e per nulla al mondo volle più perdersi gli intensi incontri con il suo amico speciale Wendell: «Era semplicemente divertente!» Per quattro anni i campi prosperarono fino a lasciare spazio a un movimento ancora più grande.


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PROGRAMMA HEALTHY ATHLETES®

SWITZERLAND

Healthy Athletes è il programma internazionale di Special Olympics per la salute e la prevenzione. Le persone con disabilità mentale presentano un rischio superiore del 40 % in merito a ulteriori limitazioni della salute, motivo per cui durante i National Games, gli European Games e gli World Games Special Olympics si offre a tutti gli sportivi check-up gratuiti e completi. Gli esami, che vengono eseguiti in un’atmosfera piacevole, sono stati concepiti appositamente per persone con disabilità, poiché queste ultime spesso non si rendono conto di eventuali problemi di salute oppure non riescono a comunicarli o vi riescono in modo aspecifico.

«Ora basta». E quando un Kennedy ne ha abbastanza, agisce.

ESSI RIGUARDANO I SEGUENTI SETTORI: Opening Eyes – controlli della vista LAW ENFORCEMENT TORCH RUN: LA CORSA CON LA FIACCOLA DI SPECIAL OLYMPICS Law Enforcement Torch Run, in breve LETR, indica il movimento fondato nel 1981 da alcuni poliziotti, il quale si è posto come obiettivo quello di sostenere finanziariamente gli atleti di Special Olympics e di aumentare la notorietà dell’organizzazione. Già oltre 100'000 poliziotti in tutto il mondo fanno parte di questo movimento.

Fit Feet – visite podologiche FUNfitness – analisi posturale Health Promotion – consulenza in materia di alimentazione, fumo e protezione solare Healthy Hearing – controlli dell’udito MedFest – visite sportive e controlli generali Special Smiles – controlli dentistici e consigli sulla cura dei denti


La storia di Special Olympics International 6 La nascita di Special Olympics Il 20 luglio 1968 passò alla storia: in questa tiepida giornata estiva 1000 persone con disabilità mentale provenienti da 26 stati USA e dal Canada si incontrarono a Chicago per fare sport insieme. Furono i primissimi Summer Games di Special Olympics. Rapidamente l’idea si diffuse nel mondo. Pregiudizi stereotipati nei confronti delle persone con disabilità mentale lasciarono spazio lentamente, ma in modo sicuro, al rispetto e all’ammirazione, sul campo da gioco e fuori. Dalla visione al movimento internazionale Negli anni '80 il movimento si sviluppò incessantemente: nel 1983 ne facevano già parte 50 Paesi e 4000 atleti parteciparono agli International Summer Games in Louisiana. Il 1988 rappresentò un’ulteriore, importante pietra miliare per la percezione da parte dell’opinione pubblica: il riconoscimento ufficiale da parte del Comitato Olimpico Internazionale. Fino a quel momento il movimento era forte soprattutto negli USA. Ma i Games avrebbero funzionato anche al di fuori del territorio nazionale? Gli austriaci si lanciarono nell’avventura e nel 1993 organizzarono a Schladming e a Salisburgo i primi World Winter Games al di fuori degli Stati Uniti. In questo periodo furono concepiti programmi innovativi come «Healthy Athletes» e l’«Host Town Program». Nel 1995 un vasto pubblico si interessò per la prima volta alle competizioni speciali. I Summer Games di New Haven – aperti solennemente dall’allora presidente USA Bill Clinton – registrarono un record di visitatori assoluto. Alla fine del millennio il tema Unified divenne di importanza centrale: le persone con e senza disabilità praticano sport insieme, dando luogo a incontri emozionanti e indimenticabili.

Furono i primissimi Summer Games di Special Olympics.

Oggi, con 4,9 milioni di atlete e di atleti attivi in 172 Paesi, Special Olympics è il maggiore movimento sportivo al mondo per le persone con disabilità mentale o multipla. In tutto il mondo Special Olympics si impegna per creare offerte sportive adeguate per queste persone fuori dal comune, facendole partecipare alla vita sociale. La gioia nel praticare sport insieme consente incontri emozionanti e uno stare insieme davvero autentico.

DIVISIONING: LA FILOSOFIA SPORTIVA DI SPECIAL OLYMPICS «Che io possa vincere, ma se non riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze». Il giuramento degli atleti rispecchia la filosofia di Special Olympics, il divisioning. Esso garantisce competizioni eque per tutti i livelli di prestazione. Per tutte le discipline, il primo giorno di una competizione o in base ai risultati noti viene effettuata la suddivisione in gruppi omogenei per capacità. In questo modo l’atleta può gareggiare in una vera competizione. In base ai risultati ottenuti nel divisioning avviene quindi la classificazione delle competizioni finali. La differenza a livello di prestazioni sportive degli atleti all’interno di un gruppo finale non deve superare il 15 % (valore indicativo). I gruppi di prestazione comprendono un minimo di 3 e un massimo di 8 atleti.


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HOST TOWN PROGRAM Per gli atleti con una disabilità, partecipare agli World Games non è soltanto un evento straordinario. Per loro è anche una sfida incredibile: lingue diverse, fuso orario, abitudini alimentari differenti e un surplus di stimoli. Per potersi acclimatare prima delle competizioni effettive, le delegazioni vengono ricevute in un comune del Paese ospitante e coccolati dagli ospiti con attività rilassanti per il tempo libero.


Storia di Special Olympics Switzerland 8

SPIRITO PIONIERISTICO PER RAFFORZARE LA PERCEZIONE DA PARTE DELL’OPINIONE PUBBLICA Già negli anni '80, in Svizzera un gruppo di personalità impegnate aveva iniziato a proporre offerte sportive per persone con disabilità mentale. Ben presto si creò la «famiglia Special Olympics», il nucleo del movimento. Direttori sportivi, familiari di bambini con disabilità mentale, coach e istituzioni, ma anche medici e personalità del mondo della politica e dell’economia, uniti da un obiettivo comune: consentire la pratica sportiva a persone con bisogni speciali. Regina Müller, direttrice Special Olympics della primissima ora, ci aspetta nel suo ristorante preferito nel centro storico di Coira, felice di poter rovistare nel baule dei ricordi. Più esperienze le ritornano alla mente, più appassionato si fa il suo racconto. In lei si avvertono subito l’energia e lo spirito pionieristico. L’entusiasmo per la causa. «Special Olympics è nata da una base solida. Tante persone impegnate si sono unite e hanno contribuito a strutturarlo in base alle loro capacità.», ricorda Regina Müller. Il consulente medico verificava quali discipline sportive fossero adatte, organizzava corsi e analizzava i documenti di Special Olympics International esistenti. I direttori sportivi e i coach si occupavano dal regolamento e dei requisiti tecnici per i Games o i tornei, organizzando competizioni, mentre l’associazione dei genitori «insieme» proponeva campi sportivi e mobilitava i familiari. Anche numerose scuole di pedagogia curativa, l’Associazione svizzera per lo sport per disabili (oggi PluSport) e specialisti provenienti dal mondo della politica e dell’economia sostenevano il movimento. All’inizio ci furono alcuni ostacoli. Il finanziamento era difficile e la percezione da parte dell’opinione pubblica era scarsa. Ai pionieri veniva frequentemente domandato per quale motivo fosse necessario tutto questo. Spesso non era la persona con disabilità a essere al centro, bensì il suo «handicap». Sport per persone disabili? A quale scopo? Regina voleva combattere contro questi pregiudizi, contro l’ingiusto trattamento. Per il suo team non c’erano dubbi: «Lo sport era un mezzo per raggiungere lo scopo.» Le persone con disabilità dovevano essere felici nel fare movimento e le loro capacità dovevano essere valorizzate. Per Regina la strategia era chiara: «Volevamo rendere chiaro ai genitori e alle istituzioni il motivo per cui è opportuno far fare sport ai loro figli e scolari. Quando partecipavano per la prima volta al training e alle competizioni, uno dei nostri obiettivi più importanti si realizzava da solo: un miglioramento generale della condizione fisica, della salute e della motricità facendo esperienze comuni di successo.» Ben presto gli sportivi entusiasti incalzarono i loro direttori: avevano mangiato la foglia e avevano sviluppato uno spirito di competizione. Non volevano sol-

tanto allenarsi, ma anche confrontarsi con altri gruppi in Svizzera. Nei primi anni furono proposte da dieci a dodici competizioni, fino a 600 atleti fecero fuoco e fiamme, divertendosi nel praticare sport insieme. Il primo torneo nazionale di basket, disputatosi a Friburgo nel 1992 con 11 squadre, non fu soltanto un evento speciale per gli atleti, ma servì anche da test per la verifica delle regole. Già quattro anni più tardi vi presero parte 20 squadre. I primi Games interregionali di Berna, svoltisi anch’essi nel 1992, proponevano già otto discipline. Dopo tanto lavoro di preparazione nel settore delle regole e dell’organizzazione delle competizioni, ben presto ci si domandò se fosse possibile partecipare anche a eventi internazionali: alla fine tutti gli sforzi dovevano essere ripagati. Lo zoccolo duro si mise quindi all’opera, ben sapendo di poter contare sulle solide fondamenta costruite. Si era quindi pronti per l’avventura successiva, gli World Games! In ricognizione a Minneapolis Senza accreditamento ufficiale da parte di Special Olympics International ( SOI ), la partecipazione agli World Games non era tuttavia possibile. E senza alcune verifiche preliminari dal punto di vista organizzativo non era neppure realistica. Un medico e una coach furono quindi inviati in ricognizione negli USA in occasione degli World Winter Games del 1989. La chiara missione della spedizione: durante i Games la coach doveva partecipare a ogni singola riunione, ascoltare, fare domande


nonché scoprire come si poteva portare il maggior numero di atleti possibile in una delegazione e come procedere in merito all’attrezzatura. Inoltre doveva chiarire dettagli tecnici, amministrativi e logistici. Come si scoprì successivamente, la sua sete di conoscenza e la volontà di realizzare gli obiettivi in modo professionale furono apprezzate anche a livello internazionale: la coach fu eletta da SOI in seno alla commissione internazionale SOI «Sports Rules Subcommittee». Invece il medico doveva analizzare come il jet lag poteva ripercuotersi sugli atleti, come assumere i medicamenti in modo corretto durante il viaggio, quali esperienze avevano fatto altre delegazioni nel settore medico e quali erano i requisiti di salute per la partecipazione. Non si voleva lasciare nulla al caso. «Gli atleti devono vivere momenti indimenticabili sul posto. Il nostro compito era quello di creare le condizioni per consentirlo», afferma Regina Müller illustrando il grande sforzo fatto dalla Svizzera. Prime esperienze internazionali: momenti indimenticabili a Glasgow Nel 1990 la prima delegazione svizzera – 70 atlete, atleti e coach – si recò agli European Summer Games di Glasgow piena di gioiose aspettative. «Eravamo preparati a tutto, ci eravamo addirittura attrezzati con ombrelli e giacche a vento per fronteggiare il tempo scozzese. E per tutto il tempo c’è stato il sole.», ride Regina ricordando questo primo viaggio all’estero. La Svizzera non era ancora stata accreditata ufficialmente come Special

Olympics Switzerland, tuttavia poté partecipare ai Games come ospite. L’evento fu incredibilmente bello e davvero indimenticabile per tutti i partecipanti. Ma oltre allo sconfinato entusiasmo, i capi delegazione erano sempre consapevoli della grande responsabilità che avevano nei confronti degli atleti. Ammiccando Regina aggiunge: «Naturalmente all’atterraggio in Svizzera eravamo sollevati di aver riportato a casa l’intera delegazione sana e salva». Special Olympics Switzerland Seguirono altre avventure nazionali e internazionali. Dopo che nel 1988 il SOI fu riconosciuto ufficialmente dal Comitato Olimpico Internazionale, anche in Svizzera andò avanti. Nel 1990 fu firmato un primo accordo con l’organizzazione madre americana. L’effettivo accreditamento come «Special Olympics Program» avvenne nel 1995, il che consentì la partecipazione a eventi internazionali in qualità di delegazione svizzera ufficiale, comportando inoltre un ampliamento dell’offerta in Svizzera. Il 7 giugno 1995 Special Olympics Switzerland fu inserita nel Registro di commercio come fondazione indipendente. A quei tempi l’instancabile fondatrice aveva già nuovi piani. Nell’ottobre 1996 Regina emigrò con suo marito in Nepal, dove si impegnò come Volunteer Advisor per lo sviluppo di Special Olympics Nepal.


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LA SUCCESS STORY CONTINUA La prima pietra era stata posta. Special Olympics Switzerland fu ufficialmente accreditata dal SOI e le atlete e gli atleti furono presi dal sacro fuoco. Volevano fare sport con persone affini e divertirsi. Ma, come già ricordato, senza la sua solida base Special Olympics nella sua forma attuale di certo non esisterebbe. Tutto ciò è stato possibile grazie a direttori, coach, organizzatori e assistenti. In rappresentanza di tutti questi pionieri impegnati lasciamo che cinque protagonisti rovistino nel baule dei ricordi: una direttrice, un coach, un padre, un direttore sportivo e un presidente del Consiglio di fondazione. Yolande Nick: una dinamica direttrice Yolande Nick è diventata la prima direttrice di Special Olympics Switzerland quasi per magia. Dapprima si impegnò come aiutante volontaria. Ben presto, tuttavia, ci si accorse della vitalità e della capacità comunicativa di Yolande e poco tempo dopo il suo primo impiego il Consiglio di fondazione la elesse a nuova direttrice. Sotto la sua guida la fondazione poté registrare una crescita a lungo termine. In 15 anni il movimento crebbe da 600 atleti partecipanti fino a circa 2'500 sportive e sportivi attivi. «All’inizio non fu semplice», racconta Yolande. «C’erano pochissimi mezzi finanziari a disposizione e non tutti credevano al successo dell’impresa. Anche alcuni contrasti politici contribuivano a guastare lo spirito pionieristico.» Ma già i primi National Summer Games di Zofingen regalarono alla giovane fondazione il necessario successo, dando al suo sviluppo una spinta potente. Yolande ricorda volentieri quel periodo. «Al centro vi erano gli atleti. Dovevano essere valorizzati. Per noi erano sportivi con bisogni speciali e non persone disabili che facevano un po’ di sport nel tempo libero.» Grazie all’infaticabile impegno e all’assistenza accorta e a carattere familiare

della base – coach, famiglie, organizzatori – Special Olympics Switzerland fu in grado di strutturare l’offerta, affermandosi in Svizzera. L’esperienza che ha segnato di più l’ex direttrice? La risposta arriva come una pistolettata: «Senza alcun dubbio Dublino, World Summer Games 2003. Uno dei nostri atleti sta disputando una gara di ciclismo, lottando contro un russo per il primo posto. Questi cade poco prima del traguardo. E che cosa fa il nostro svizzero? Non passa davanti al russo. Si ferma. Aiuta il concorrente a tornare in sella alla bici e arriva dopo di lui al traguardo. Lo spirito olimpico nella sua forma più pura.» Yolande riassume in modo pregnante i suoi 15 anni in Special Olympics: «Chiaro, c’è stato parecchio lavoro da fare. Soprattutto durante gli World Games abbiamo anche avuto un’enorme responsabilità. Ma non c’è stato un solo giorno in cui non mi sono recata al lavoro motivata e felice. Ho davvero vissuto Special Olympics.»

«Al centro vi erano gli atleti. Dovevano essere valorizzati.»


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Christian Lohr – il primo presidente del consiglio di fondazione Il presidente che ha visto la nascita della fondazione è rimasto in carica 10 anni nei quali ha costruito moltissimo insieme a cinque collaboratori. Il suo dinamico team ha sviluppato un programma sportivo di tutto rispetto, curato contatti internazionali e iniziato a fare conoscere l’idea di Special Olympics in Svizzera. Christian Lohr che si muove con destrezza nel paesaggio politico, si rallegra degli sviluppi raggiunti e afferma: «Il nostro valore aggiunto per la società è riconosciuto e un’attività sportiva regolare rafforza la conduzione di uno stile di vita positivo da parte degli atleti. Il piacere di fare sport crea possibilità inaspettate.» Quando gli viene chiesto di raccontare il momento della fondazione, il presi-

dente ricorda: «La motivazione a creare la nostra fondazione è nata dalla base, da sportivi che si sono fatti contagiare dal virus di Special Olympics. Partecipare a questo ragguardevole programma internazionale era l’obiettivo dichiarato.» È convinto che l’adesione sia stato un grande e importante passo. Durante le manifestazioni, Lohr era colpito ogni volta come se fosse la prima dalla solidarietà, dal rispetto reciproco e dalla coesione tipica di una grande famiglia. «L’entusiasmo era contagioso. Io stesso, che convivo in prima persona con una disabilità, mi sono sempre trovato molto bene in Special Olympics!»

Martin Mock: coach entusiasta della prima ora «Un invito a un torneo di Special Olympics? Che cos’è?» Fu questa la prima reazione di Martin Mock nel 1992. Come responsabile del settore lavoro, istruzione e integrazione presso Valida era sul punto di creare un’offerta sportiva all’interno dell’istituzione. Questo invito arrivò proprio al momento giusto. Si iscrisse spontaneamente, benché non si fosse mai allenato prima con il suo team. Effettivamente non aveva neppure un team… «La sfida più grande è stata il multilinguismo. Ma la passione dei partecipanti era talmente grande che mi appassionai subito e la volontà di fare qualcosa di buono per gli atleti fu più forte di tutte le barriere linguistiche.» Il talento di Martin Mock fu rapida-

mente riconosciuto: nel 2002 assunse la carica di Technical Delegate per la disciplina sportiva del basket. Mock è sbalordito dal cambiamento vissuto dalla fondazione negli ultimi anni, dall’organizzazione professionale e dal marketing. Ecco quello che gli piace in particolare: «Prima si parlava di un’offerta per il tempo libero con un approccio sportivo. Oggi proponiamo sport per persone con disabilità. Il campionato è estremamente professionale. Lo si vede già sul campo da gioco: tutti gli atleti giocano in tenuta e scarpe da basket. Prima, a volte, si vedevano scarpe del tutto diverse o uniformi da allenamento differenti. Per me questo è un gigantesco passo in avanti. Oggi gli atleti vengono davvero riconosciuti come sportivi.»


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Didier Bonvin: uno Sports Director davvero innovativo Dalla memoria dell’ex Sports Director sgorgano i ricordi e subito si avverte l’entusiasmo nella sua voce. Il dinamico vallesano racconta di come fosse stato soprattutto il divisioning a impressionarlo in Special Olympics: «In precedenza non avevamo categorie nelle competizioni. Era il più veloce o il migliore a vincere. E basta. Le diverse categorie di prestazione erano però opportune ed estremamente motivanti per gli atleti. Abbiamo implementato molto rapidamente questo sistema.» Ricorda anche il cambiamento radicale nei training. «All’epoca si avevano poche aspettative nei confronti di queste persone. Non venivano allenate da coach competenti in ambito sportivo, ma lo sport era un’occupazione per il tempo libero tra le tante. Tutta-

Pierre Delgrande: padre e appassionato di sport «Mio figlio ha una disabilità mentale. Una scoperta di questo tipo genera preoccupazioni per i genitori e rappresenta uno choc sul quale si interroga tutta la famiglia allargata. Una volta superate tutte le tappe – lo sconcerto, la collera, il senso di colpa e la tristezza – è necessario trovare un equilibrio che porti infine ad accettare che il proprio figlio sia diverso dagli altri. Abbiamo quindi tirato una riga sul bambino dei sogni e ci siamo divisi i compiti in base alle nostre competenze», spiega Pierre Delgrande. Appassionato di sport, Pierre ha presto voluto condividere la sua passione con suo figlio Sébastien mentre la mamma si occupava, tra le altre cose, di dargli le basi di una

buona educazione e apprendergli qualche nozione di lettura. Così nel 1989 è iniziata la stretta collaborazione con l’AS Fair Play e, successivamente, con Special Olympics, in cui Sébastien poteva praticare il nuoto assistito dal padre che gli faceva da coach. Nel 2002 Pierre è stato responsabile delle gare di nuoto ai National Summer Games di Losanna e ancora oggi svolge questa funzione con una passione ineguagliata; vallesano, senso dell’umorismo e carattere gioviale, ricoprirà per l’ultima volta questo ruolo ai National Games di Ginevra nel 2018. «Per me ogni contatto con i nostri sportivi è un arricchimento. In tutti questi anni ho constatato a più riprese che da questi atleti unici ricevevo molto di più di quanto potessi dare».

via, quando sotto l'egida di Special Olympics si procedette a incentivare la competenza sportiva, i regolamenti internazionali furono implementati e ci si preparò per gli World Games, si avvertirono molto rapidamente gli effetti positivi». Per il direttore sportivo era chiaro: «Queste persone hanno un potenziale enorme, se si riesce a sostenerle nel modo giusto. Ad esempio, ci ponemmo come obiettivo quello di insegnare a sciare con coach specializzati a un gruppo di atleti di Martigny. Slalom e slalom gigante, per prepararli agli World Games. Gli atleti fecero enormi progressi. È stato incredibilmente bello viverli con loro.»


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Stelio Belloni: know-how sportivo ed energia dal Ticino Il primo, intenso contatto di Stelio Belloni con Special Olympics fu la sua partecipazione agli European Summer Games del 1990 a Glasgow. Seguì un altro viaggio agli World Games di Minneapolis e Stelio – e con lui tutto il Ticino – fu irrimediabilmente contagiato dal virus SOSWI. Poco dopo Special Olympics fondò una commissione cantonale in Ticino, presieduta da Belloni. La competizione nazionale di sci svoltasi nel 1994 nella Svizzera italiana diede un’ulteriore spinta al movimento, in quanto questa nuova dimensione dello sport per le persone con disabilità mentale aveva convinto sia i coach sia gli atleti. Per la prima volta gli sportivi non erano più isolati e confinati, ma venivano apprezzati per le loro prestazioni. Belloni era sempre sul campo: come coach, amico degli atleti, Head Coach nelle delegazioni, organizzatore, responsabile per la disciplina dello sci alpino e per un anno addirittura come direttore sportivo. L’energico ticinese afferma: «Potrei scrivere un libro su tutti i meravigliosi ricordi degli ultimi 20 anni. I più emozionanti restano però i toccanti incontri con gli atleti e le famiglie. La gioia, la motivazione e la gratitudine; l’impegno degli atleti; gli abbracci dopo un training o una competizione: sono tutte perle preziose che porto sempre con me.» Belloni si ricorda delle commoventi parole di una madre dopo i World

Games: «Grazie di cuore. Ci avete cambiato la vita. Oggi nostra figlia si sente integrata e accettata nel nostro paese.» E in effetti anche Stelio ha constatato come la percezione sia andata gradualmente cambiando: «Negli anni '80/'90 la gente mi lodava per il mio impegno a favore di queste persone svantaggiate. Alcuni anni dopo, invece, mi chiedevano dei risultati sportivi dei nostri atleti e mi raccontavano di come fossero felici degli articoli e delle notizie sui media. All’improvviso vedevano persone con un potenziale che praticano sport e non più persone con una disabilità che si dedicano a un’occupazione per il tempo libero.».

Potrei scrivere un libro su tutti i meravigliosi ricordi degli ultimi 20 anni.


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PARTECIPAZIONE ALLO SPORT LA VISIONE PER IL FUTURO Una nuova era di Special Olympics in Svizzera è iniziata sotto la presidenza di Stephen Mills nel 2010. Alla base del rapidissimo sviluppo degli ultimi sette anni ci sono i nuovi statuti che hanno reso Special Olympics Switzerland indipendente e l’impegno dell’ex direttore di Schweizer Sporthilfe, Bruno Barth. Fondamentali sono stati anche l’aumento del numero di donatori e la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità nel 2014. Nell’intervista il direttore getta uno sguardo al passato e rivela gli obiettivi per i prossimi anni.

«Si ricorda del primo incontro con un atleta Special Olympics?» Prima giocavo a pallacanestro a Wetzikon. Della nostra associazione faceva parte già allora il «Top Team Bomber» composto da sportivi con disabilità. Io arbitravo le loro partite e rimanevo sempre colpito dalla semplicità e dalla gioia di vivere di queste persone. Lavorare con loro era divertente.

«Come è cambiato il paesaggio politico e la percezione nei confronti delle persone con disabilità negli ultimi anni?» Nel maggio del 2014 la Svizzera ha firmato la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CDPD): un momento storico per le persone disabili. La Svizzera si distingue per offerte e strutture all’avanguardia per persone con disabilità, che tuttavia si situano spesso al di fuori della società. La precisazione stessa di «sport per disabili» ne è la dimostrazione: le offerte sportive per i disabili sono offerte a parte. Invece noi vediamo i nostri atleti innanzitutto come degli sportivi e aiutiamo associazioni e organizzazioni a rendere accessibili le loro offerte anche alle persone con disabilità. La parola chiave è: partecipazione!

«Con quale compito è entrato in carica?» Nel 2010 Special Olympics ha dovuto affrontare alcune sfide. Tuttavia grazie ai nuovi statuti, al nuovo consiglio di fondazione e al sostegno di Special Olympics International, c’erano ottime premesse per continuare a sviluppare l’organizzazione anche in Svizzera. Questo era anche il compito del consiglio di fondazione.

«Cosa ricorda in modo particolarmente positivo?» Siamo molto lieti di essere organizzazione partner di Swiss Olympic da fine 2017. Si tratta di un passo importante nella giusta direzione e significa che ora siamo parte dello sport svizzero. Sono anche felice di vedere a che punto siamo oggi: Special Olympics ha acquisito notorietà e importanza. Ci sentiamo sostenuti nelle

In qualità di direttore di Schweizer Sporthilfe, Bruno Barth era già perfettamente inserito nel mondo dello sport svizzero. Tuttavia nella sua precedente funzione aveva avuto a che fare soltanto con giovani talenti dello sport agonistico e non conosceva veramente le persone con disabilità mentale.


nostre istanze a tutti i livelli. Inoltre è per me molto positivo lavorare con un team di collaboratrici e collaboratori motivati e qualificati. Tutti danno un contributo fantastico e sono grato di avere questo team! «Come possiamo immaginare il futuro di Special Olympics?» Uno degli obiettivi più importanti di Special Olympics è l’organizzazione di offerte adattate per allenarsi e fare attività fisica all’interno delle associazioni e delle manifestazioni sportive esistenti. La CDPD richiede una partecipazione illimitata delle persone con disabilità alla vita sociale. Special Olympics persegue tale promozione nell’ambito sportivo. A tal fine abbiamo creato a partire da quest’anno il nuovo settore «Unified» e auspichiamo una regionalizzazione collaborando con i cantoni per poter meglio proteggere le persone impegnate. «A cosa sta lavorando concretamente per raggiungere questo obiettivo?» Stiamo lavorando a diversi livelli. Da un lato miriamo alla definizione di una convenzione con le associazioni sportive che preveda l’obbligo di aprire le loro strutture alle persone con disabilità. Chi gioca a unihockey, fa parte di Swiss Unihockey! Che abbia una disabilità oppure no. La cosa determinante è che faccia questo sport. A tal fine sosteniamo attivamente le associazioni: offriamo corsi di formazione ai coach interessati, definiamo con i club sportivi le competizioni offerte, aiutiamo nella ricerca di coach e condividiamo il nostro know-how. D’altro lato collaboriamo a livello regionale con le associazioni sportive per sviluppare tali offerte a livello locale.

È necessario in prima linea consentire ai bambini e ai ragazzi con disabilità di accedere facilmente allo sport e trasmettere loro un senso di appartenenza. L’obiettivo non è semplicemente allenarsi da qualche parte ma appartenere a un club sportivo anche nelle feste di Natale, negli eventi per gli sponsor e continuare ad esserci in modo naturale nelle altre occasioni. E grazie al Family Network ora anche le famiglie possono fare rete.

CONVENZIONE DELLE NAZIONI UNITE SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ

Special Olympics Switzerland

Unified

Un Unified Club è un’associazione sportiva che promuove una società inclusiva ai sensi della ONU CDPD. È certificato da Special Olympics e consente a bambini e ragazzi con disabilità mentale di partecipare regolarmente ad allenamenti adattati all’interno delle strutture associative e di partecipare alla vita associativa. Un Unified Event è una manifestazione sportiva aperta alla partecipazione di persone disabili prevedendo un’apposita categoria affinché tali persone possano avere parte attiva nella vita sociale e sportiva.


Sviluppo di Special Olympics Switzerland 16 Inoltre cooperiamo con diverse manifestazioni sportive come il GP di Berna e di Dübendorf, l’UBS Kids Cup e molte altre per rendere accessibili questi eventi alle persone con disabilità. In tutti i settori abbiamo già ottenuto molto. Sono già quasi 50 gli allenamenti che sono stati adattati in Svizzera e siamo già presenti in tutte le manifestazioni sopra citate e anche in diverse gare di sci. Anche la convenzione è già stata sottoscritta da sei associazioni mantello svizzere. «In che modo potranno nascere tutte queste offerte sportive?» Come detto, lavoriamo a tal fine a stretto contatto con le associazioni sportive. Ma anche lo sviluppo della base è fondamentale. Siamo costruendo una rete di famiglie. Il relativo programma offre alle persone interessate una piattaforma all’interno della quale è possibile condividere esperienze e informazioni, offrire reciproco sostegno e stringere nuove amicizie. Lo scopo di tale rete è quello di sviluppare una collaborazione con i gruppi d’interesse e le associazioni di famiglie. Stimolare lo sviluppo in ambito regionale e locale nonché coinvolgere personalità impegnate per le nostre istanze sono tuttavia gli obiettivi primari di tale progetto.

Entrate a far parte della famiglia di Special Olympics: il Family Network

«Qual è il suo obiettivo personale nell’orizzonte temporale dei prossimi 10 anni?» Vogliamo che il mondo sia un posto bello in cui vivere per i nostri atleti. Può suonare filosofico, ma abbiamo bisogno di una visione per accettare tutte le persone con riconoscimento e rispetto come parte della nostra società. Le persone con disabilità mentale ci fanno apprezzare i veri valori della vita, che non sono semplicemente «andare sempre più veloce, più avanti, più in alto». Probabilmente comprendere questo aspetto non è facile per il lettore ed è necessario fare questa esperienza di persona. Un obiettivo un po’ più concreto: prima del mio pensionamento dovrebbero svolgersi in Svizzera gli Special Olympics World Winter Games. Organizzare i World Winter Games significa: ospitare 2'700 atleti provenienti da oltre 100 nazioni e 800 coach e disputare competizioni in 9 discipline sportive in 10 giorni. Budget: circa 30 milioni di franchi. A questo proposito dobbiamo anche vedere quali saranno gli sviluppi della candidatura di Sion per i Giochi olimpici invernali 2026 prima di poter avviare misure concrete.

FAMILY NETWORK Il Family Network si prefigge di mettere in contatto le famiglie e gli amici delle atlete e degli atleti di Special Olympics.

DIVENTATE FAN DI QUESTO MOVIMENTO Il vostro contributo di fan permettete agli atleti di vivere esperienze indimenticabili partecipando agli eventi oppure consente di creare offerte di allenamento e per il movimento adeguate alle persone con disabilità.


Le attività per l’anniversario a livello internazionale 17

CHICAGO, IL LUOGO DOVE FU SCRITTA LA STORIA E DOVE SI FANNO PROGETTI PER IL FUTURO Naturalmente dell’anniversario a cifra tonda di Special Olympics non si parla soltanto in Svizzera. Questa ricorrenza sarà festeggiata in grande stile soprattutto a Chicago, dove 50 anni fa si svolsero i primi Games. Dal 15 al 21 luglio 2018 il mondo guarderà a Chicago. Sin dall’inizio Special Olympics si è impegnata a favore dell’inclusione. A Chicago l’attenzione sarà quindi rivolta in modo ancora più intenso alle esperienze comuni delle persone con e senza disabilità. La percezione globale del movimento e della sua visione di una società inclusiva e tollerante sarà rafforzata da una serie di grandiosi eventi sportivi e musicali. 17 – 20 luglio 2018 : Special Olympics Unified Cup A questo torneo di apertura parteciperanno squadre di calcio Unified provenienti da tutto il mondo. Tutti i team saranno abbinati a un club di professionisti come sponsor. Sono invitate squadre famose come Chicago Fire, Barcellona e Inter. 20 luglio 2018 : «Eternal Flame of Hope» Durante una solenne cerimonia per il 50° anniversario la città di Chicago accenderà una «Flame of Hope» eterna, simbolo di una società inclusiva, piena di rispetto e di apprezzamento.

20 luglio 2018 : Law Enforcement Torch Run (corsa con la fiaccola) La fiaccola sarà portata alla festa del 50 th Anniversary da centinaia di poliziotti e di atleti provenienti da tutto il mondo. 21 luglio 2018 : Giornata internazionale dell’inclusione Il clou dei festeggiamenti per il 50 th Anniversary si terrà sul Soldier Field, luogo di nascita del movimento, con uno straordinario festival con musica, sport e divertimento. Parteciperanno musicisti famosi e personalità di spicco dal mondo dello sport e dalla società.


Attività per l'anniversario in Svizzera 18

ORGOGLIOSI DI ESSERCI UN ANNIVERSARIO DA CELEBRARE INSIEME Nel 2018 Special Olympics celebrerà il suo 50° anniversario e tutto il mondo si unirà ai festeggiamenti. In primo piano vi sono incontri emozionanti e un’esperienza da vivere in comune. Anche in tutte le regioni della Svizzera si stanno preparando numerose attività per l’anno dell’anniversario. La Svizzera è chiamata a partecipare per dare un segnale di uguaglianza tra tutte le persone. Creare incontri e abbattere i confini, partecipare ed essere orgogliosi di esserci. Il 50 th Anniversary rappresenta una piattaforma ideale per spianare insieme la strada verso una società inclusiva e dimostrare apprezzamento nei confronti degli atleti. Grazie a numerosi progetti di anniversario Special Olympics consente di vivere esperienze indimenticabili; le persone con e senza disabilità possono praticare sport insieme o partecipare con un proprio Anniversary Project. È semplicissimo. Special Olympics Run: gareggiare con Simon Ammann, Tranquillo Barnetta e Viktor Röthlin La Special Olympics Run è il fil rouge tra tutte le attività. A Lugano, Coira, San Gallo, Winterthur e Sciaffusa si tengono manifestazioni podistiche che funzionano come le corse sponsorizzate e che vengono completate da un suggestivo programma collaterale. Gli appassionati di corsa possono partecipare a una di queste Special Olympics Run, vivendo insieme agli atleti e agli ambasciatori di Special Olympics l’emozionante atmosfera. Gareggiare con Simon Ammann o Viktor Röthlin? Tranquillo Barnetta come pacemaker? Naturalmente gli ambasciatori di Special Olympics Switzerland sono in prima linea quando si tratta di garantire valorizzazione, accettazione ed equiparazione insieme agli atleti.

Final Torch Run: fuoco e fiamme per Special Olympics Ovunque si realizzino degli Anniversary Projects si accende un fuoco simbolico a testimonianza dell’impegno dei partecipanti. Il 13 maggio 2018 le fiamme provenienti da ogni angolo della Svizzera arriveranno a Berna e insieme accenderanno la fiamma ufficiale. In 10 tappe questa sarà infine portata dalla capitale a Ginevra, sempre accompagnata da poliziotti. Nelle diverse località che ospiteranno le tappe si organizzeranno Special Olympics Runs, motivando gli scolari a correre insieme agli atleti. Il tema dell’inclusione e della disabilità mentale sarà trattato in conferenze e forum di discussione al fine di sensibilizzare la popolazione. A Ginevra la fiaccola accenderà la «Flame of Hope» in occasione della solenne cerimonia di apertura dei National Summer Games.

Per ulteriori informazioni andate sul sito www.50anniversary.ch

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MAIN NATIONAL PARTNER

NATIONAL SPONSOR

NATIONAL LETR PARTNER

SOCIATIO AS

N

NATION ER AL NT

POLICE

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SERVO P ER AM I K ECO

PROJECT PARTNER

SUPPORTING PARTNER Helvetia | Pandinavia SA | Holcim (Svizzera) SA | Coop | Mobiliare Svizzera Società d'assicurazioni SA Swisscom (Svizzera) SA | Postfinance SA


Attività per l'anniversario in Svizzera 20

LUIGI PINARDI ATLETA DELLA PRIMA ORA Una volta Special Olympics, per sempre Special Olympics. Sembra essere questo il motto di Luigi Pinardi, il giocatore di bocce ticinese. Nel 1990 faceva già parte della primissima delegazione svizzera per gli European Games di Glasgow e tre anni fa ha potuto partecipare all’avventura degli World Summer Games Los Angeles 2015. Nell’intervista il devoto atleta rivela ciò che gli piace di Special Olympics. Pietro Grandi è il coach di Luigi Pinardi. Lo accompagna già da anni nei training, nelle competizioni così come ai Games. Poco dopo l’ultimo training ha colto l’occasione per fargli qualche domanda: «Luigi, raccontaci un po’ qualcosa di te!» «Ho 58 anni, sono nato e cresciuto a Lugano e vivo qui con mio fratello Marco. Nel Comune di Lugano lavoro come giardiniere. Mi piace molto.» «Quali discipline sportive pratichi?» «Le bocce sono la mia passione, ma mi piace anche il calcio.» «Perché fai parte di Special Olympics?» «È emozionante conoscere tante persone, fare sport con loro e scoprire nuovi posti e Paesi.»

«Con quale frequenza ti alleni nelle bocce e come sei arrivato a praticare questa disciplina sportiva?» «Una volta la settimana, ogni giovedì sera dopo il lavoro, insieme ai miei amici. Ho scoperto da solo questo sport tanti anni fa, in vacanza. Giocare a bocce mi ha subito divertito e quando mi è stato proposto un posto nel gruppo di training di Lugano, ho accettato senza esitare. Partecipo regolarmente e voglio continuare a migliorarmi.» «Gli European Games di Glasgow sono già passati da un po’. Te ne ricordi ancora?» «Glasgow? Mi ricordo di un prato enorme, degli elicotteri e della meravigliosa cerimonia di apertura. Per me è stata un’esperienza fantastica. A quei tempi gareggiavo ancora nell’atletica leggera, disputando competizioni nel sollevamento pesi, nei 400 m e nella staffetta 4x100 m. Mi ricordo bene anche dello stadio gigantesco con tante persone. È stato impressionante.» «E gli World Games di Los Angeles? Sei stato fortunato a poter partecipare per la seconda volta a un grande evento del genere. Cosa ci racconti di questa esperienza?» «Los Angeles era grandiosa. È stato molto bello visitare Disneyland. Nella mia disciplina sono arrivato una volta quinto e una volta terzo. Quindi ho persino portato a casa una medaglia di bronzo!» «Quale sarà la tua prossima avventura?» «Naturalmente i National Games di Ginevra. Parteciperemo con il nostro gruppo.»


Attività per l'anniversario in Svizzera 21

ANNIVERSARY PROJECT Correre non è per tutti. Non c’è problema. Gli atleti di Special Olympics possono essere sostenuti in diversi modi.

ANNIVERSARY PROJECTS: NON CI SONO LIMITI ALLA FANTASIA Come privati, associazione, istituzione o azienda, negli Anniversary Projects non sono posti limiti alla propria fantasia. Il 50 th Anniversary di Special Olympics è l’occasione perfetta per realizzare i propri progetti per una buona causa! Una vendita di torte, un garden party o una corsa sponsorizzata: ogni progetto è benvenuto. Ovunque si realizzino dei progetti si accende una fiamma simbolica che viene portata a Berna per il via ufficiale della corsa con la fiaccola (Torch Run). La prima fiamma arde già nel Zentrum Paul Klee per la mostra «Touchdown. Eine Ausstellung mit und für Menschen mit Down Syndrom» (Touchdown. Una mostra con e per le persone con sindrome di Down).

FAN: ENTRATE A FAR PARTE DELLA FAMIGLIA SPECIAL OLYMPICS Potete diventare fan versando un contributo a partire da 50.00 franchi l’anno. In questo modo sostenete le atlete e gli atleti anche al di fuori dell’anno di anniversario, consentendo la creazione di offerte di training e di movimento adeguate all’interno di associazioni e manifestazioni sportive già esistenti.

PARTNER DI SOLIDARIETÀ: UN GENEROSO SOSTEGNO La solidarietà nei confronti delle sportive e degli sportivi con disabilità mentale può anche essere dimostrata con un contributo di solidarietà di 5'000 franchi. Ogni partner di solidarietà sarà ringraziato con il proprio nome sul sito web ed eventualmente potrà richiedere la pubblicazione di uno statement: www.50anniversary.ch/ solidarpartner

FINAL TORCH RUN L’accensione della «Flame of Hope» costituirà l’evento più importante della cerimonia d’apertura dei National Games di Special Olympics. Grazie alla corsa con la torcia, la cosiddetta «Final Torch Run», la fiaccola di Special Olympics – tradizionalmente trasportata dagli impiegati di polizia – verrà portata nel luogo in cui si svolgeranno le competizioni. La corsa con la torcia per il 50 th Anniversary inizierà domenica 13 maggio 2018 a Berna, si articolerà in 10 tappe per concludersi a Ginevra il 24 maggio 2018 in occasione della cerimonia d’apertura dei National Summer Games Genève 2018.

CIOCCOLATA DELL’ANNIVERSARIO: SOSTEGNO IN TUTTA SEMPLICITÀ Deliziosa cioccolata al latte svizzero con croccante alle mandorle. Davvero irresistibile. È il regalo ideale per i clienti, può essere rivenduto durante una festa o al mercato oppure semplicemente gustato. La cioccolata dell’anniversario in edizione limitata sarà consegnata in una scatola contenente 30 tavolette al prezzo di 150.00 franchi a cartone IVA inclusa. Il ricavato netto verrà utilizzato a favore dei nostri atleti. Special Olympics sarà lieta di ricevere le ordinazioni al seguente sito anniversary@ specialolympics.ch.

Grazie a tutti coloro che daranno il proprio contributo!


World Winter Games Austria 22

WORLD WINTER GAMES AUSTRIA IERI E OGGI Nel marzo 2017 la Svizzera si è recata agli World Winter Games Austria 2017 con una delegazione di 68 membri: un evento indimenticabile per tutti i partecipanti. Tuttavia questi World Games, disputatisi a Schladming e a Graz, non sono stati i primi a svolgersi in Stiria. Già i primi World Games organizzati al di fuori degli Stati Uniti si tennero nel 1993 in Austria. Neppure 25 anni dopo il mondo dello sport per le persone con disabilità si ritrova quindi nello stesso luogo. È tempo di illuminare il cambiamento del movimento. Ci è voluto coraggio per organizzare i primi World Winter Games al di fuori degli USA. Forse persino un po’ di incoscienza. Ma soprattutto una volontà di ferro per offrire a persone con disabilità mentale un evento straordinario. Gli organizzatori non avevano valori di riferimento, non potevano chiedere consiglio a nessuno. Tutto doveva essere concepito e realizzato ex novo. «Dal punto di vista odierno, non avremmo neppure dovuto ospitare questi primi Games. Ma la mancanza di budget e di esperienza fu compensata alla grande dall’ottimismo e dall’impegno di tutte le persone coinvolte», ride Marc Angelini, membro del GOC (Games Organizing Committee) e direttore nazionale di Special Olympics Austria. Ma come si era arrivati a questa idea arrischiata? Angelini parte subito, in pieno slancio. Racconta come Hermann Kröll, presidente di Special Olympics Austria e allora sindaco di Schladming, notò il movimento durante una settimana sportiva europea. Gli fu illustrata Special Olympics. Menzionarono che si tenevano anche degli World Games. Egli sondò se vi fosse eventualmente interesse per un evento di tale portata. A favorire gli incontri seguenti fu nientemeno che Arnold Schwarzenegger, di origine stiriana e strettamente legato al movimento per il suo matrimonio con Maria Shriver. Kröll incontrò Eunice Kennedy Shriver e ben presto la decisione fu presa: i Games dovevano tenersi in Austria.

10 giorni che cambiarono il mondo I Games furono un successo strepitoso e rappresentarono una piattaforma ideale per avvicinare alla società queste «persone un po’ diverse». Per mostrare di che cosa siano capaci. Quale arricchimento sia per noi tutti il loro modo di fare semplice e autentico. Naturalmente fu necessario un minuzioso lavoro di preparazione. Angelini ricorda: «Lavoravamo 14 –15 ore al giorno: durante la giornata ci occupavamo di questioni logistiche e organizzative, mentre di notte facevamo opera di convincimento nei club sportivi e associazioni. Nessuno ci conosceva. Dovevamo presentare Special Olympics a ogni club sportivo, a ogni sponsor, a ogni giornalista, illustrando il senso e lo scopo dello sport per le persone con disabilità, la visione di valorizzazione, accettazione ed equiparazione di queste persone. Gli sforzi furono tuttavia ripagati. Durante i Games si avvertiva un riconoscimento mai avuto prima. Gli atleti furono festeggiati dai fan e dai media. E la cosa più bella è che fu a lungo termine. Dopo i Games questa percezione positiva continuò. Molte porte erano aperte per offerte sportive integrative e partnership di ogni tipo.»


Un tentativo di confronto «Non si possono paragonare questi due eventi», spiega Angelini, per poi tracciare subito dopo alcuni confronti sorprendenti: nel 1993 gli World Games dovettero essere organizzati con 3,5 milioni di euro. Nel 2017, con 23,2 milioni di euro, si era meglio equipaggiati. Mentre ai primi Games avevano partecipato 1'600 atleti da 67 nazioni, nel 2017 erano presenti 2'700 sportivi da 108 Paesi. Allora non vi erano ancora programmi collaterali ufficiali. Oggi invece i Games fungono da piattaforma per una miriade di progetti che sostengono la visione di Special Olympics: programmi come Healthy Athletes, Young Athletes, Host Town, inoltre conferenze e altre manifestazioni attorno ai giochi. Grazie all’opera di informazione del 1993, nel 2017 tutti i media di fama conoscevano l’evento e si preparavano con piacere a coprirli. È stato anche più semplice trovare volontari e sponsor. Secondo Angelini la sfida principale in occasione del primo evento consisteva nel fatto che non si potesse chiedere consiglio a nessuno, perché nessun membro del GOC sapeva che cosa significasse veramente organizzare un evento di tale portata per persone con disabilità intellettiva. Al contrario, durante gli World Games Austria 2017 si è potuto contare sulle conoscenze acquisite negli ultimi decenni; inoltre il 50 % dei membri del GOC aveva esperienza nel rapporto con le persone disabili. «Ciò è stato di inestimabile valore. Per poter capire come avviare l’organizzazione, si devono sentire, percepire, vedere queste persone».

La conclusione di Angelini: «I Games del 2017 hanno avuto successo perché molte porte erano aperte e la politica, i media, l’economia e la società erano bendisposti nei nostri confronti. Ma hanno avuto successo anche perché ci siamo sempre attenuti al nostro leitmotiv. Per ogni azione, ogni progetto ci siamo chiesti: è adatto agli atleti? Contribuirà a sensibilizzare in modo duraturo la società? È opportuno per la relativa disciplina sportiva? – E il bilancio dal punto di vista svizzero è univoco, gli atleti e i coach sono d’accordo: questi giochi sono stati semplicemente grandiosi!»

FACTS & FIGURES WORLD WINTER GAMES AUSTRIA 2017 Delegazione svizzera 48 atlete e atleti, accompagnati da 20 coach e membri dello staff 4 discipline sportive: sci alpino, snowboard, unihockey, sci di fondo 9 medaglie d’oro, 14 d’argento e 9 di bronzo WWG Austria 2017 – Heartbeat for the World 2'700 atlete e atleti 108 nazioni 1'100 coach 5'000 familiari 3'000 volontari 600 rappresentanti dei media 8 giornate di competizioni con circa 1'000 consegne di medaglie 9 discipline sportive


Fatti e cifre 24

RAPPORTO IN SINTESI FATTI E CIFRE SU SPECIAL OLYMPICS INTERNATIONAL Atleti

Competizioni

Cliniche Healthy Athletes

4'931'754

108'821

1'251

di cui unified partner

di cui unified

Controlli

725'898

20'037

155'669

5'657'652

25'820

2006 2002

76K

52K

38K

al giorno

all’ora

700K

298

12

67

700K 52K

unified partner

76K 38K

Paesi che offrono Healthy Athletes

Atleti

2008

2016

Competizioni

Aiutanti volontari

Competizioni

totale

FATTI E CIFRE SU SPECIAL OLYMPICS SWITZERLAND Atleti registrati

Atlete registrate

Coaches

Sport Coaches

1'996

712

706

82

Partecipanti (uomini)

Partecipanti (donne)

2'232

798

partecipanti

compet. int.

7

34

Atleti che svolgono più di una disciplina sportiva

totale di partecipazioni

322

4'555

Delegazione agli World Games

Atlete e atleti

1

48

Competizioni

Discipline sportive

69

17

Unified Events

partecipanti

5

37

Unified Clubs (Special Trainings)

partecipanti/coaches

Corsi

partecipanti

25

294/88

13

242


Eventi passati 25

COMPETZIONI/GAMES/CORSI Basel

B Weinfelden Frauenfeld B

Winterthur

Trimbach

Wohlen

Langenthal

Zürich

Balgach

Herrliberg

Baar

Zofingen

S

St. Gallen

Uster

K

S

B Olten

Grub S

Trübbach

Biel Kriens

Oberburg

Einsiedeln

La-Chaux-de-Fonds

Maienfeld Sarnen

Freiburg B Yverdon Mont-sur-Lausanne

Chur

Villars-sur-Glâne

Lenzerheide

Interlaken

Charmey

S Ulrichen Vevey Nyon

Montreux

S Sierre

Meyrin

Giubiasco

Sion

K Tenero

B Genf

B

Martigny Lugano

CORSI

SPORT UFFICIALI Bocce 1 competizione 28 atleti

Judo 4 competizioni 185 atleti

Petanque 5 competizioni 302 atleti

Equitazione 2 competizioni 42 atleti

Calcio 8 competizioni 1'177 atleti

Ciclismo 2 competizioni 162 atleti

Vela 1 competizione 7 atleti

Tennis tavolo 1 competizione 32 atleti

Pallacanestro 8 competizioni 997 atleti

Tennis 2 competizioni 66 atleti

Unihockey 4 competizioni 643 atleti

Nuoto 5 competizioni 456 atleti

Atletica leggera 1 competizione 69 atleti

Sci di fondo 3 competizioni 134 atleti

B

Corso di base 6 corsi 169 partecipanti

S

Corso di sport 5 corsi 59 partecipanti

K

Corso kids training 2 corsi 14 partecipanti

GAMES Special Olympics Switzerland

TEAM SWITZERLAND WORLD WINTER GAMES AUSTRIA 2017

World Winter Games 4 Discipline sportive 48 atleti

SPORT DI DIMOSTRAZIONE Corsa con racchette da neve 1 competizione 5 atleti


Rapporto annuale 26

RAPPORTO ANNUALE SPECIAL OLYMPICS SWITZERLAND Il principale evento dell’anno è stata la partecipazione dei 68 membri della delegazione svizzera ai World Winter Games Austria dal 14 al 25 marzo 2017 a Schladming e Graz. Oltre ai molti risultati positivi riportati dai nostri atleti, i World Games hanno dimostrato in modo evidente il potere e l’influsso positivo esercitato sulla società da questi grandi eventi organizzati per le persone con disabilità mentale. Anche per questo il consiglio di fondazione ha affrontato in due sessioni speciali il tema di un possibile svolgimento dei World Games 2025 in Svizzera. Il 2017 è stato anche caratterizzato da attività (sportivo-) politiche. Ad agosto Inclusion Handicap ha pubblicato il rapporto ombra sullo stato di attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità in Svizzera. Per il settore Sport il rapporto evidenzia la problematica della doppia struttura sport – sport per disabili, per effetto della quale non rientra nella responsabilità delle organizzazioni sportive accogliere anche persone disabili. Così Special Olympics, che persegue già la via della cooperazione con le associazioni sportive, ha ricevuto la conferma di essere sulla buona strada. In occasione dell’assemblea del parlamento dello sport di novembre, Special Olympics Switzerland è stata accolta come organizzazione partner da Swiss Olympic, l’organizzazione mantello dello sport svizzero. Già prima di questo riconoscimento, Special Olympics è riuscita a sottoscrivere con sei associazioni sportive nazionali (sci, judo, curling, unihockey, equitazione, tennis) la Convenzione sulla partecipazione e l’accesso alle offerte sportive da parte di persone con disabilità, e ad avviare le relative misure. L’ammissione in seno a Swiss Olympic contribuirà ad accelerare la stipula di queste convenzioni anche con tutte le altre associazioni realizzando l’obiettivo dell’inclusione degli sportivi con disabilità nelle organizzazioni sportive esistenti. Questa attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite nel settore dello sport ha la massima priorità per Special Olympics Switzerland che nel 2017 ha provveduto anche ad adeguare le proprie strutture interne. D’ora in poi ci sarà un nuovo settore «Unified» volto ad aiutare le organizzazioni sportive ad accogliere le persone disabili e creare offerte a loro destinate nel campo dello sport e dell’attività fisica. Un modello è il Cantone dei Grigioni, nel quale Special Olympics è presente quest’anno con un centro di coordinamento regionale (40 %). I finanziamenti sono assicurati dal Cantone e da donatori regionali di fondi e mirano in primo luogo a mettere in rete tutti gli attori. I risultati del primo anno sono estremamente convincenti e costituiscono un riferimento per altri cantoni. Anche nello sport in senso stretto, settore principale di attività conformemente alla filosofia di Special Olympics, il 2017 è stato un anno di successi. Complessiva-

mente sono stati organizzati 13 corsi di base e corsi per varie discipline con 242 partecipanti. Si sono svolte 69 gare in 17 discipline sportive alle quali hanno preso parte 242 atleti. Ai Regional Games Zurigo/Winterthur hanno preso parte circa 450 atleti nelle discipline delle bocce, del tennistavolo, dell’atletica leggera, la pétanque e la pallacanestro. Lo stadio Letzigrund e la Rennweghalle hanno offerto una cornice fantastica. Un altro momento saliente nel settore sport è stata l’ammissione da parte della commissione di due nuove discipline sportive: il bowling e le ciaspole.

Kurt Murer Presidente del consiglio della fondazione SOSWI

Bruno Barth Direttore

Potete trovare il rapporto annuale dettagliato e il bilancio al sito www.specialolympics.ch


Prospettive 27

UN ANNO RICCO DI EVENTI SPECIALI Il 50° anniversario è soltanto uno degli eventi speciali del 2018. Numerose competizioni in tutta la Svizzera, i Regional Games a Rapperswil Jona e soprattutto i National Games di Ginevra entusiasmeranno le atlete e gli atleti. UNIFIED Special Olympics Switzerland

Unified Nel 2018 le atlete e gli atleti appassionati di podismo e di sport invernali potranno scegliere tra diversi interessanti eventi. Da aprile a ottobre tre manifestazioni podistiche proporranno una categoria Special Olympics e anche diverse gare di sci saranno aperte agli atleti Special Olympics. La panoramica si trova su www.specialolympics.ch alla rubrica Eventi.

NATIONAL GAMES GENÈVE 2018

Dal 24 al 27 maggio 2018 oltre 1'800 atlete e atleti provenienti da tutta la Svizzera e dai Paesi esteri confinanti parteciperanno ai National Games Genève 2018. Disputeranno competizioni in 13 discipline sportive e saranno intrattenuti da un ricco programma collaterale. REGIONAL GAMES RAPPERSWIL JONA 2018

ANNIVERSARY PROJECTS REGIONAL GAMES RAPPERSWIL JONA 2018

Le date precise delle Special Olympics Runs e i principali Anniversary Project saranno pubblicati costantemente sul sito dedicato all’anniversario: www.anniversary.ch

Il 22 settembre 2018, a Rapperswil-Jona si svolgeranno i Regional Games. Gli impianti sportivi di Grünfeld e la Weidenhalle ospiteranno atletica leggera, bocce, basket e tennistavolo.

WORLD SUMMER GAMES ABU DHABI 2019

Dopo i National Summer Games Genève 2018 sarà selezionata la delegazione svizzera per i prossimi World Games. Questi si svolgeranno dall’8 al 21 marzo 2019 ad Abu Dhabi.


Grazie di cuore 28

GRAZIE DI CUORE Donatori Tutti questi eventi non potrebbero essere proposti alle atlete e agli atleti senza il generoso e leale sostegno di numerosissimi donatori! Già più di 10'382 piccole e medie imprese supportano Special Olympics nella creazione di offerte di training e di movimento adeguate agli atleti, nell’organizzazione delle competizioni e dei Games nonché nell’invio di delegazioni svizzere agli World Games. Grazie di cuore per il generoso sostegno. L’elenco completo dei donatori che hanno richiesto di essere citati si trova qui: www.specialolympics.ch Organizzazione Special Olympics Switzerland è una fondazione nazionale indipendente, rappresentata nelle tre grandi aree linguistiche. La sede principale della Fondazione si trova a Ittigen. A Carouge, Tenero e Zurigo si trovano altri uffici Consiglio di fondazione Nel 2017, il consiglio di fondazione era composto da: • Kurt Murer, Presidente • Andreas Schwarz, Vicepresidente • Walter Caranzano, Membro

• Philippe Hertig, Membro • Ursula Meier Köhler, Membro • Robert Schmuki, Membro

• • •

Boris Keller, Membro Chantal Bournissen, Membro Jérôme Bérard, Portavoce degli atleti

Comissione sport Questa commissione è stata istituita dal Consiglio di Fondazione alla fine del 2010. Membri attuali: • Kurt Murer • Bruno Barth

• Aldo Doninelli • Cecilia Evenblij

• Badara Top • Sandra Moret

Commissione atleti Questa commissione tutela gli interessi degli atleti di Special Olympics Switzerland nei confronti dell'orgaizzazione. È composta da al massimo nove membri provenienti dalle tre regioni del Paese e si riunisce due volte l'anno. Attualmente si compone da: • Andrea Rellstab • Patrick Nöthiger • Fabian Frey

• Walter Schmucki • Stefan Niederberger • Jérôme Bérard

• Nathalie Ballif • Robin Lombard • Davide Ciampini


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Casa dello sport Talgut-Zentrum 17 3063 Ittingen 0800 222 666 info@specialolympics.ch www.specialolympics.ch

RAIFFEISEN, BERNA Numero di conto: IBAN:

69288.78 CH26 8148 8000 0069 2887 8


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