Antichi acquedotti di Bologna L’acquedotto di Bologna per oltre venti secoli ha esercitato, ininterrottamente, la sua semplice funzione ovvero quella di rifornire l’antica Bononia. L’attenzione degli storici ed eruditi su questo funzionale e fondamentale strumento per la gestione della città, dopo i primi approcci datati XII sec., prende vigore nella metà ‘700 e prosegue sino alla sua riattivazione sul finire di quello successivo. Tra documenti di archivio, relazioni ed approcci topografici la documentazione prodotta era veramente notevole ma bisogna attendere il 1985 per vedere pubblicato un primo studio organico sulla configurazione strutturale, oltre che storica, di questa arcaica opera idraulica. Non sarebbe stato agevole riconsiderare l’argomento nella sua globalità ma ecco che, con prorompente sinergia, l’impresa riesce, e sia detto sin da ora nel migliore dei modi, al Gruppo Speleologico Bolognese ed all’Unione Speleologica Bolognese. Ed è significativo che ad attuarla siano state proprio due associazioni che della ricerca in ipogeo hanno fatto la loro specialità. Nell’introduzione e nella chiusura del volume sono elencate tutte le attribuzioni ed il sillabo di quanti hanno, a vario titolo, partecipato all’impresa. Il termine non è casuale poiché ha richiesto l’impegno di oltre ottanta speleologi in 185 uscite di campagna, ovvero attività di esplorazione e di documentazione topografica e fotografica in ambienti non certo agevoli. Da non dimenticare, poi, la ricerca in archivio che richiede passione e competenza. Dunque un volume di sinergia multidisciplinare che, motivata dall’ “amore per la nostra grande, straordinaria Città”, è certamente un esempio per quanti si interrogano sulle potenzialità e prospettive delle attività speleologiche condotte nelle cavità artificiali. Dunque, si è parlato di felice connubio tra intenti ed approcci culturali. Ne è testimonianza l’indice che affronta il complesso argomento con ragionate suddivisioni. Viene innanzi tutto esaminata la funzione
Grotte di Pertosa Di cose strane, nel corso dei secoli, ne hanno vissute le Grotte dell’Angelo a Pertosa. Uomini che costruiscono palafitte destinate ad attraversare lo scorrere dei millenni, edicole votive di fronte a cui molti si inginocchiano, viaggiatori smaliziati e naturalisti curiosi attratti dalle bizzarrie della natura. Altri curiosi, dopo millenni, sono affascinati dal contenuto dei suoi antichi depositi; altri arrivano a sfruttare l’acqua che da lì scaturisce per il benessere dell’uomo moderno. Tutto ciò è adesso narrato in un pregevole volume che ripercorre, con l’aiuto di immagini storiche e belle foto realizzate appositamente per la sua edizione, la storia di questo piccolo gioiello carsico
dell’opera idraulica nella configurazione della città romana ed il suo utilizzo, tra luci ed ombre, nei secoli successivi. Fra “erudizione e scienza”, è narrata la riscoperta e le complesse attività nei contesti sociali e politici, attraverso i quali matura il progetto del suo riutilizzo. Interessante, nonché ricca di documentazione, è l’analisi del tracciato ipogeo, suddiviso uddiviso opportunamente per tratti, sino al suo congiungimento con il tessuto urbano. Una cesura, impone l’attenzione sulle altre opere idrauliche pensate, progettate e realizzate in periodo storico per supportare degnamente la continua necessità di acqua per sostenere un trend demografico in continua crescita. Si parlerà, quindi, di altri acquedotti medievali e rinascimentali e, non a caso, il volume è proprio titolato” Gli antichi acquedotti di Bologna – le nuove scoperte, i nuovi studi”. Il discorso, poi, riprende analizzando i problemi e le tecniche costruttive dell’acquedotto romano con un approccio, nelle conclusioni, che singolarmente delinea le tracce per il futuro lavoro. Lo studio del concrezionamento, alcune interessanti appendici dedicate, tra l’altro, alle operazioni condotte per il complesso rilievo ed al “corpus” delle iscrizioni (non è difficile immaginare l’interesse degli specialisti del settore) ed una esauriente bibliografia concludono uno studio che certamente, oltre alla piacevolezza delle immagini di corredo, può essere annoverato tra i migliori del settore. Ezio Burri Gli antichi acquedotti di Bologna. Le nuove scoperte i nuovi studi / Gruppo Speleologico Bolognese, Unione Speleologica Bolognese, Bologna, 2010. 319 pp., ` 45,00. ISBN 978-88-904951-0-6.
dell’Italia meridionale. Buona parte è dedicata all’interpretazione delle ricerche archeologiche effettuate fra fine ’800 ed inizi ’900 da Carucci e Petroni, le cui tesi erano fra loro in contrapposizione. L’importate deposito palafitticolo rinvenuto allora, ricco di reperti dell’età bronzo, è oggi difficilmente indagabile a causa delle strutture di sbarramento erette di fronte all’ingresso. Sicuramente un’ottima occasione per far conoscere una grotta e la sua storia a un ampio pubblico. Siria Panichi Le grotte dell’Angelo a Pertosa. Il sistema sotterraneo e il giacimento archeologico / Felice Larocca. Fondazione MiDA, 2010, 63 pp. + rilievi allegati. ISBN 978-88-905148-0-7
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