BASILICATA
coastto coast
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Essere in Basilicata. Essere nel senso di trovarsi , con se’Ê , con gli altri e con la terra , nuova. Essere nel senso di RI-trovarsi.
The Italian Job
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E qui da raccontare c’è tanto! Per tanti questa è follia, per me è quantomeno lucida. Mi pervade, mi
Se credessi al caso mi sarei ritrovato per questo motivo in Basilicata
conquista, mi spinge a raggiungere i miei obiettivi, anche per vie tortuo-
e tutto sarebbe più semplice con una bella impresa di trail, una bella
se, che spesso passano dove a priori mai avresti detto.
scrollata di spalle, un articolo scritto su una bella regione e via. Ma per
E’ così che mi sono ritrovato, in tutti i sensi, in una regione di cui la
fortuna (il caso….appunto) c’è sempre quella voglia, quella sensazione
maggior parte di noi conosce solo tre o quattro cose e spesso per sentito
che non ti lascia mai in pace e mi sono lasciato adottare dalla Basili-
dire: “sassi di Matera, Maratea e il suo mare, l’Aglianico, vino DOC ed il
cata, dai suoi appassionati abitanti e dalle sue appassionate vicende.
Moliterno, formaggio DOP, noi lo conosciamo così ma in realtà gli hanno
Come successe tanto tempo fa in un viaggio in Nepal, l’obiettivo finale
pure rubato il nome dato che quello che a noi vendono con quell’appella-
è passato in secondo piano. In effetti non so cosa scrivere sulla mia
tivo non è altro che una normale formaggella non stagionata nel fondaco
avventura di running e lo lascerò fare ad Andrea. Io ho la testa piena
come dovrebbe prevedere la tradizione, ma noi in questo pezzo faremo
di emozioni, gli occhi pieni di immagini che non se ne vanno, il cuore
finta che nulla sparisca dalla Basilicata e l’ottimo latticino dop fatto a
pieno di affetto per chi me ne ha da dato. Tanto in così poco tempo.
Moliterno si può quindi chiamare Moliterno….appunto….
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Essere dentro un’avventura, scappando, anche un po’ incoscientemente, dal lavoro che incombe, da un magazine che chiede di essere terminato, ma che ha troppe belle idee sul tavolo perché questo avvenga. E allora lo tieni aperto come se fosse un laboratorio, notte e giorno, con la grafica che ti odia (ma un po’ ti ama perché con te finalmente fa il suo lavoro), con lo stampatore che incontri con le riviste nel baule a Brescia est perché sei sempre all’ultimo minuto e con il distributore che ancora non capisce che lavoro fai veramente, perché gli spodesti tutti i suoi canoni di periodicità con la tua teoria folle: “si esce solo se c’è qualcosa da raccontare!”
PICCOLI SCATTI IN AVANTI Solo quattro anni di bicicletta con una passione sorprendente e qualche migliaio di chilometri non fanno né un biker né un vero sportivo, forse un semplice amatore, ma che ha detto si agli amici di Soul Runner per ritrarre il “Basilicata Coast to Coast” in sella ad una mountain bike SCOTT con pedalata assistita e ora sente per questo genere di avventura un’attrazione irresistibile. A quando la prossima traversata di dorsali appenniniI ragazzi della pro loco di Moliterno con la loro ironia ed allegria, Gaetano con la usa cultura su Viggiano e generosità, Don Pierino di Aliano con le sue scorciatoie, …………di Policoro con la sua magnifica ospitali50
tà, Andrea che ci è venuto ad incontrare in the middle of nowhere, Michele con la sua amicizia, Antonio (RAI) con la sua simpatia e Antonio con la sua immediata voglia di realizzare qualcosa per la sua terra.
che? A quando il prossimo bosco di conifere da espugnare usando la mountainbike per aprire ai runners una via percorribile? A quando le prossime sferzate di maestrale sui profili di colline punteggiate di macchie rosse e gialle e animate dagli ondeggiamenti verdi e argentati delle spighe? Spero presto.
Essere in viaggio. Questa è la sensazione costante con cui si torna a casa dalla Basilicata. Terra per chi ama viaggiare, per chi conosce la differenza tra vacanza e viaggio, tra guardare e osservare, tra sentire ed ascoltare. Essere in viaggio è fonte di vita, di gioia, di speranza. Il viaggio ti fa sentire parte di un costante movimento. quasi una grande migrazione. In fondo la vita stanziale ti raggira, ti fa pensare che l’immobi-
Nel frattempo spingo un po’ di più sui pedali della mia bici da corsa nei dintorni di Milano e ogni tanto mi fer-
lità sia una scelta matura e responsabile.
mo con la macchina fotografica in mano a cogliere scatti, statici, belli, ma….. dove sono Davide e Andrea?
Mi sono chiesto: “Quando un’idea diventa un fatto? “ Beh innanzitutto quando è buona. E poi quando si incontrano persone che hanno voglia di fare. Persone che hanno obiettivi comuni.
Senza di loro qualsiasi magnifico scorcio sembra banale, sono il loro movimento, la sofferenza e il traguardo in riva allo Ionio che rendono il paesaggio indimenticabile, la Lucania. Bisogna andare avanti…. sempre, e io a piccoli scatti in avanti con loro. Devo precederli…..devo raggiungerli, dietro al prossimo calanco cosa ci sarà? Che figata ragazzi!
Fare un progetto insieme è un po’ come sposarsi, non si sa se è per sempre ma i presupposti devono far si che ci si creda come se lo fosse, e che ci si creda in due.
Da troppo pochi anni dedico una parte dei miei pensieri a vivere spazi e libertà che non avevo frequentato in precedenza, colpa mia si intende e scelte di vita divertenti e facili che non rimpiango ma che risultano ormai lontane alla luce delle sensazioni attuali che provo spingendo una bici da corsa.
La Basilicata è una sposa fedele. Grazie! Davide Orlandi
Alla prossima allora. Andrea Valsecchi
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Una consapevole incoscienza
Percorrere 220 chilometri fino a qualche tempo fa non mi avrebbe
te, se fossimo allenati, molti dopo averci scrutati bene dall’alto verso
spaventato, da ciclista non sarebbe stato un gran problema, al mas-
il basso, cercando di capire se sotto gli abiti si nascondesse il tipico
simo un po’ di male al fondo schiena...ma farli di corsa...questo sì
fisico asciutto dell’ultra runner. Niente di più sbagliato, amiamo la
che avrebbe dovuto spaventami. Per uno che corre regolarmente da
tavola e le bollicine, non siamo per niente “tirati”, ci servono muscoli
meno di un anno, regolarmente fino a un certo punto perché dedico
e anche le giuste riserve di grasso da consumare correndo a ritmo
al trail solo qualche ora nel fine settimana, forse una distanza del ge-
blando. Siamo due persone normali, semplicemente, con un’idea un
nere avrebbe dovuto rappresentare una bella incognita, sicuramente
po’ pazza in testa. Questo sì.
una bella sfida. Un’incognita accompagnata fin da subito però da una sensazione di consapevole incoscienza: sapevo di non essere
I preparativi sono stati frenetici, non tanto per la corsa ma sopratutto
allenato per un corsa del genere ma ho sempre creduto di poterla
per organizzare il lavoro in vista di una settimana di assenza: scadenze,
affrontare e di portarla a termine. A tavolino, valutando dislivelli e
telefonate, mail...sono arrivato al giorno della partenza di nuovo con-
distanze, senza però conoscere le difficoltà che avremmo incontrato
sapevolmente incosciente di quanto avrei dovuto fare da lì a un paio di
sul terreno, abbiamo deciso le tappe: la prima, con in suoi 57 km
giorni: 220 km di corsa. L’unico vero punto di domanda, purtroppo, era
e oltre 2000 mt D+, rappresentava un inizio per niente semplice,
posizionato sul mio ginocchio sinistro che non ha retto due allenamenti
diciamo anche una “bella botta”. Non ci siamo imposti tempi o ritmi,
di oltre 45 km, fatti forse troppo ravvicinati tra loro...insomma si è infiam-
sapevamo di dover partire presto e che in un modo o nell’altro do-
mato, sono stato fermo più di 10 giorni e il timore che potesse tornare a
vevamo arrivare a destinazione. Si corre, si cammina, ci si ferma ai
far male era l’unica cosa che mi spaventava. Non tanto per me, ma per
rifornimenti. Insomma tutto sta nel gestire forze ed energie fisiche
il fatto che saremmo partiti in due, avremmo dovuto correre insieme...
e sopratutto mentali: per questo non serve un allenamento, basta
il rischio di poter diventare una zavorra, l’anello debole del team, questo
conoscersi e ascoltarsi (e questo non sempre risulta facile!). Non
si che mi inquietava. Non tanto per il risultato visto che non eravamo lì
c’è la prestazione atletica, ce la potevo fare. Di questo ero, e lo sono
per fare un record, dovevamo “solo” fare qualcosa che nessuno aveva
ancora, davvero convinto. Ansia? Non userei questo termine per
mai fatto prima, ma piuttosto perché l’avventura era nostra, è nostra, e
descrivere cosa provavo nei giorni precedenti quando con Davide
bisognava viverla fino in fondo.
raccontavamo cosa stavamo per fare. Tutti ci chiedevano, ovviamen-
In cuor mio sapevo che sarebbe successo, ho cercato il più possibile di
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BASILICATA
coastto coast Soul RUNNING
Un lungo viaggio in auto carico di aspettative quello che ci ha portato da Milano a Maratea. Un giorno di maggio, l’unico del mese, pieno di sole, di luce. Attraversando il nostro paese da nord a sud. Si viaggiava in pianura, passando per l’Emilia, forte e sincera, non sapevamo ancora che queste sue caratteristiche sarebbero state messe a dura prova dal terremoto di li a poco. Poi giù verso le colline della Val di Chiana, morbide, vellutate. Passando in un Lazio che ad un milanese sembra irreale. A dieci chilometri da Roma con greggi di pecore, campagne a perdita d’occhio, colline di tufo che contrastano con il verde dei campi, viali di cipressi. Incredibile! Quando esci da Milano incontri solo fabbriche e stabilimenti, orribili a vedersi, fino almeno a Brescia. Lentamente il verde acceso ha lasciato spazio 58
a prati con rocce bianche affioranti, l’abbazia di spingere in un angolo della mia mente il pensiero di dovermi fermare
Monte Cassino ci guardava passare mentre ci ab-
ma a un certo punto ti trovi costretto a mettere sui piatti della bilancia
bassavamo verso Napoli e l’incombente Vesuvio.
i pro e i contro. Non voglio soffermarmi sulla cronaca, semplicemente
Prati, vegetazione rada e bassa, rocce. Questo
a malincuore non sono riuscito ad accompagnare Davide per tutto il
pensavamo di incontrare in Basilicata. Niente di
percorso. Sono riuscito a correre una porzione di ogni tappa, fin dove
più sbagliato. Maratea ci ha accolto in una serata
mi è stato possibile, all’incirca un centinaio di chilometri. Fallimento?
scura per i temporali, percorrendo una strada, ab-
Non l’ho mai visto in questo modo, forse perché guidando la macchina
barbicata alla scogliera di oltre 400 metri di altez-
seguendo la traccia sul Garmin per incrociare Davide, sempre seguito
za. le montagna alle nostre spalle si immergevano
da Andrea che a bordo della sua mountainbike fotografava e filmava,
a picco nel mare blu scuro ed il profilo del golfo di
e il percorso nei punti stabiliti è stato comunque una forma di parte-
Policastro ci indicava la direzione da percorrere.
cipazione all’impresa, non ho abbandonato il campo e con qualche
Un sole piccolo sulla linea dell’orizzonte che sem-
antidolorifico sono sempre riuscito ad agganciarmi per correre le fasi
brava più che altro un effetto di fata morgana da
iniziali o finali di ogni tappa. Quei 30 chilometri del terzo giorno, con la
bucanieri del XVI secolo.
salita finale ad Aliano dove siamo arrivati davvero esausti ma con uno
Maratea ci accoglie così. Una splendida cena di pe-
grande cambio di ritmo negli ultimi chilometri, rimarrà un ricordo inde-
sce “pied dans l’eau” e profumi di mare e pitosforo.
lebile. Così come l’arrivo, che ho potuto solo filmare, sulla spiaggia di
Prendersi qualche giorno per camminare nei vicoli
Policoro, sferzata dal maestrale e con quei colori caldi che solo il tardo
verticali di quest’antica comunità è un obbligo per
pomeriggio può regalarti. Il Team ha portato a casa un viaggio unico
chi, come noi, decide di avventurarsi in questa re-
che molti hanno seguito e sicuramente qualcuno ci ha invidiato. Grazie
gione. Maratea stupisce per il suo fascino, la sua
Davide, Andrea, Marcella e Michele.
storia, la sua azzardata ed acrobatica architettura.
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Coccola i suoi ospiti con cibi deliziosi, un artigianato di classe e prodotti tipici da rapinare e portare a casa. Ancora inebriati da tutto ciò, ci troviamo sulla spiaggia di Fiumicello, 400 metri sotto Maratea, spiaggia solitamente abituata a vedere ozi, giochi e amori estivi e che oggi diventa teatro alle 6 del mattino della partenza del nostro Coast to Coast by Running. 215 km di corsa, dalla costa tirrenica alla costa ionica attraversando buona parte del territorio lucano inseguendo un film il cui fil rouge è godi fino in fondo la tua vita, agisci perché lo vuoi, fallo perché ti piace. Attraversa la tua terra, conoscila, se vuoi amala per arrivare dove volevi…..magari a riposarti. Insomma il nostro modo di interpretare il running: SOUL! Il percorso è tortuoso ed unico, passa dal cuore storico di Maratea, Trecchina paese dal pane più buono di tutta la Lucania, Lauria, passando per boschi splendidi, vecchie chiese e passi di vera montagna con un libeccio umido e freddo che sferza noi runner e fa subito capire chi comanda in questa regione: madre natura! Inoltrandosi nel parco del Monte Serino ci troviamo dove meno ci aspettavamo d’essere. Trenta chilometri di crinale tra boschi infinti che, man mano che si sale, lasciano spazio a cespugli di ginestre. Giallo intenso. Profumi. Isolamento vero altro che le Alpi. Meraviglioso. Moliterno. D’ora in avanti per me sarà sinonimo di accoglienza, amicizia, storia ed ottima cucina. Paese arroccato sulla cima scoscesa di una collina in posizione dominante. Storia di cultura, di voglia di farsi conoscere, di lavorare perché la propria terra possa essere apprezzata. Così com’è. Vera e Verace. Grazie per l’insegnamento Daniele & C. by Pro loco di Moliterno! 60
Tramutola. Silente, calma, con un’antica signora in ginocchio al lavatoio in piazza a sciacquare i panni a mano, circondata dalle oche. Un’immagine da vecchia stampa trovata in un mercatino dell’antiquariato. L’ospitalità della Casina Rossa dove tutto è curato. Dove ti senti del posto. Viggiano. Che fa da cappello al monte su cui è appoggiata. Che è ricca di storia e d’arte, dove la massoneria nei secoli ha lasciato tracce e culture, Dove la Madonna nera, protettrice della Basilicata ha trovato casa. Paese di grandi tradizioni. Infinito. Nulla. Quello che viene dopo da Viggiano ad Aliano è questo. Cinquanta chilometri di natura. Prima selvaggia verde, ingombrante, poi secca, aspra con profili di argilla inaspettati che all’improvviso incorniciano panorami di calanchi, spazzati da un maestrale che finalmente squarcia il cielo, riempiendo di colori il nostro passaggio. Aliano. Terra d’esilio di Carlo Levi. Poesia su mattoni. Case 62
costruite al confine tra aria e sabbia che guardano il mondo da tutte le angolazioni. Lo sguardo vola altissimo da Aliano. Ti conquista. E Don Pierino, indiscusso leader del paese sa tutto ed aiuta tutti. Favola. Canyon e vallate di argilla, prima altissimi e severi, profondi. Poi più bassi, docili, morbidi che fanno spazio a distese di papaveri e grano. Così fino a Craco. Spettro di se stesso. Monumentale. Poi laghi verdeazzurri circondati da distese di fiori rossi, viola e gialli, Spruzzi di vernice fresca. Ed ancora l’infinito greto del fiume Sinni che disseta distese di aranci e pruni. Si sale ancora. Non finisce più. I chilometri si allungano. Miraggio. Blu. Mare. Policoro. Gentilezza. Accoglienza. Attenzione. L’arrivo, l’agognata meta del Coast To Coast. Ma è anche la fine, in fondo non la voglio. Stavo bene, anzi meglio! Correvo! Basilicata mon amour. Grazie. A presto. Davide Orlandi