Soul
RUNNING
PERIODICITÀ TRIMESTRALE - NUMERO 8 - NOVEMBRE 2013 - GENNAIO 2014 - EURO 5.00
THE SOUL EXPERIENCE:
Gran Sasso d’Italia
Dolomiti
Extreme trail
Val di Zoldo
COVER STORY La seconda vita “trail” di un grande campione
Alpe di Siusi
Incontro Tor 2013 Lombardia Run The Top Road to Wine Trail Ultra Cavalls del Vent
The italian
Big Rock 20
DI STEFANO MARTA, ANGELO SIMONE, ANDREA VALSECCHI E ANDREA PIZZI FOTO DI STEFANO MARTA E ANDREA VALSECCHI
Cronaca di un viaggio “BY RUN” nel cuore dell’Italia. Di nuovo on the road: per me seconda Soul
CRESTE, CAVALLI, CINGHIALI E FAGGETE. SENTIRSI VERAMENTE OSPITI, PASSAR VELOCI CERCANDO DI NON DISTURBARE LA GRANDE QUIETE DEL GRAN SASSO.
Experience di quest’anno e secondo viaggio verso sud. Il ricordo dell’avventura trascorsa in Puglia a febbraio è ancora vivo, sfogliare il magazine fresco fresco di stampa fa riaffiorare piacevoli ricordi. Partiamo in tre, insieme a me i due Andrea di Soul Running: il Pizzi, che correrà con noi, e Valsecchi che si occuperà di foto e logistica, fondamentale! Sosta a Viareggio per recuperare il quarto uomo del team: Angelo, titolare del negozio Maratonando, forte runner, una persona solare e di grande cuore. Cosa chiedere di più? Si prosegue spediti verso il Gran Sasso pensando a cosa ci aspetta, cosa ci potrà regalare questo massiccio. Il primo contatto con la piana di Campo Imperatore (2130 mt) è spettrale, le nuvole si rincorrono veloci nascondendo a momenti alterni le montagne circostanti. Nessuno in giro, inizia a piovere e ci rintaniamo nell’albergo accolti da Paolo Pecilli, il gestore: amante del territorio in cui vive ci racconta subito qualche aneddoto sulla “liberazione del Duce” grazie al celebre blitz dei paracadutisti tedeschi. Smette di piovere, c’è ancora un po’ da aspettare prima di cena, decidiamo così di fare una sgambata fino al Rifugio Duca degli Abruzzi (2388 mt). In un attimo siamo su, le nuvole hanno lasciato spazio ad una meravigliosa vista sul Corno Grande (2912 mt). Ne approfittiamo per chiedere indicazioni, ai ragazzi che gestiscono il rifugio, sullo stato dei sentieri. “Dove volete andare? Passando da dove? Impossibile!”. E’ la risposta di uno di loro dopo aver capito che vogliamo arrivare a Nerito a piedi. Non ci facciamo demoralizzare e torniamo all’albergo per cena.
21
22
PRIMA TAPPA: CAMPO IMPERATORE - NERITO, 27 KM, 1050 MT D+ E 2300 MT DPartiamo avvolti dalle nuvole, le previsioni annunciano temporali pomeridiani e decidiamo di essere “veloci”. Non c’è nessuno in giro e ci accorgiamo subito che i sentieri non sono per nulla evidenti, solo qualche tacca di vernice qua e là. Fortunatamente la mappa ed il nostro senso dell’orientamento ci fanno da buona guida. Alterniamo corsa a camminata e ci prendiamo tutto il tempo per guardarci intorno. Incontriamo un gruppo di cavalli selvatici e ci sentiamo come dei visitatori che invadono il loro ambiente. Come previsto il sentiero che aggira il Monte Corvo non è per nulla evidente, aguzziamo la vista ed andiamo in cerca di “tacche”. Costeggiamo una parete di calcare con una stratificazione molto sottile da cui escono esili cascate d’acqua. La natura qui si è sbizzarrita disegnando delle meravigliose pieghe che rendono la roccia simile ad un dipinto. Siamo un bel team, marciamo con lo stesso passo e ci aiutiamo vicendevolmente a trovare il percorso,
23
ognuno racconta un po’ di sè e la giornata scorre veloce. Le
panini che ci ha preparato Paolo in albergo. Proviamo nuovamente
nuvole sono un lontano ricordo, un bel sole ci accompagna lungo
a chiedere indicazioni per Nerito, ma ci viene dipinto un percorso
la discesa ma ad un certo punto ci arrestiamo: poco sotto di noi un
piuttosto lungo e difficile da seguire. Non ci perdiamo d’animo e in
gruppo di una ventina di cinghiali con numerosi piccoli scorrazza
poco meno di un’ora raggiungiamo la nostra meta, accompagnati
libero nei prati a poca distanza da alcune mucche. Qui i padroni
da Andrea che ci è venuto incontro. Alcuni anziani del paese ci
sono loro e non li vogliamo disturbare. Ci abbassiamo di quota
guardano incuriositi e cerchiamo di spiegare loro cosa abbiamo
inoltrandoci nel bosco per affrontare l’ultima salita. Che bosco
fatto, ma soprattutto spiegarne il perché.
ragazzi! La potenza della natura ancora una volta si mostra a noi
Nasce una bella chiacchierata, alimentata da un reciproco
in tutta la sua bellezza e semplicità. Un albero, pur di crescere, ha
desiderio di conoscenza. Ci concediamo un caffè nell’unico bar
trovato spazio tra le fratture di una roccia. Che connubio magnifico,
del paese: sembra di aver fatto un salto indietro nel tempo! E’ un
tra due elementi all’apparenza così distanti.
bar vero, di paese, vende un po’ di tutto, spartano ed essenziale
Arriviamo a Prato Selva, dove i ragazzi che gestiscono il bar
nell’arredamento… quanto mi piace!
stanno facendo le pulizie prima della riapertura stagionale ma ciò nonostante riusciamo a farci dare tre birre, da accompagnare ai
24
SECONDA TAPPA: NERITO – CAMPO IMPERATORE, 28 KM, 3000 MT D+ E 1700 MT DRipartiamo l’indomani da Nerito per tornare a Campo Imperatore seguendo un percorso leggermente più tortuoso che nel finale prevede il passaggio sulle creste delle Malecoste. Immediatamente
ci
rendiamo
conto
che
quest’oggi sarà necessario andare “a caccia della traccia”, infatti dei preziosi segnavia nemmeno l’ombra. Fortunatamente qualche buona anima ha appeso del nastro colorato ai rami degli alberi e per la prima ora li seguiamo senza troppi problemi. Quest’oggi abbiamo anche un “accompagnatore”, un simpatico cane ha deciso di seguirci fin dall’inizio della tappa e non ci molla. Ci immergiamo in una bellissima faggeta che a tratti lascia spazio ad ampie radure ricoperte di felci. All’improvviso vediamo un rotolo di nastro abbandonato per terra: capiamo da qui in poi si va “a naso”. Pian piano prendiamo quota nel bosco e ci dirigiamo ai piedi del Monte Corvo. La mappa indica chiaramente che dobbiamo lasciare la dorsale percorsa fin ora, svoltare a destra per affrontare una discesa di circa 300 mt di dislivello per raccordarci con il fondovalle sottostante. Ottimo, ma dov’ è la traccia? Dopo alcuni minuti ci ritroviamo nel bosco, con una miriade di opzioni. Decidiamo di seguire la massima pendenza, il bosco non è poi così ripido, almeno siamo sicuri di arrivare alla strada sterrata di fondovalle. Si scivola un po’, usiamo i rami ed i tronchi degli alberi come sostegno e senza troppa difficoltà siamo fuori dal dedalo… che avventura! La seconda parte del percorso dovrebbe essere più semplice, ma notiamo che il cielo sopra di noi si sta facendo cupo. Ci riposiamo qualche minuto in un rifugio per mangiare un panino e poi via; il nostro fedele amico ci segue. Avvisiamo Andrea per non farlo preoccupare e lui ci dice che a Campo Imperatore sta diluviando.
25
26
Guardiamo la mappa con attenzione e troviamo una via di ritorno
alternativa. L’ultima ascesa non è poi così dura, con un bel traverso
alternativa che ci permette di evitare le creste finali, meglio non farsi
raggiungiamo il Passo della Portella (2260 mt). Nell’ultimo tratto il
sorprendere da un temporale da quelle parti. Riprendiamo con un buon
vento è molto forte e freddo, ma in un attimo si apre uno squarcio nel
ritmo, scavalchiamo la Sella di Monte Corvo (2305 mt) e ci lanciamo
cielo che ci fa ammirare tutta la bellezza del paesaggio circostante!
in una vertiginosa discesa che in un attimo ci riporta nella fantastica
Che bel regalo. Finalmente, dopo due giorni di solitudine incontriamo
piana dove il giorno abbiamo incontrato dei bellissimi cavalli. “Quanto
i primi escursionisti sul percorso e in un attimo arriviamo al rifugio.
manca?” Mi chiede Angelo. “Dobbiamo solo scavalcare quella sella
Non abbiamo voglia di fermarci troppo, qualche battuta e via di corsa
di fronte a noi, scendere un po’ e risalire al rifugio” gli rispondo.
verso Campo Imperatore, ci aspetta un bella birra!
Si alza un po’ di vento, le nubi si addensano sulle cime e a tratti
Anche questa Soul Experience è terminata, chissà dove ci porterà
ne siamo immersi anche noi. Abbiamo fatto bene a scegliere la via
la prossima...
La mia prima Soul Experience Di Angelo Simone Quando sono stato invitato non stavo nella pelle. Davide mi chiama e dice: “Vuoi andare sul Gran Sasso a fare una Soul Experience?”. Non ci ho pensato due volte. Per me che “bazzico” il trail da pochi anni l’opportunità di unirmi al team di Soul Running per correre, esplorare, mappare il Gran Sasso è stata più che golosa. Due giorni di pura libertà in compagnia di amici, senza alcun pensiero se non quello di seguire la traccia. Qui non si perde tempo, sembrerà strano a molti ma siamo qui per lavorare! Arrivati a Campo Imperatore aspettiamo che spiova per vestirci di tutto punto, con l’attrezzatura messa a disposizione dai partner, e si sale al Duca degli Abruzzi: è tardo pomeriggio, le luci sono le più ideali per scattare delle belle foto, aspetto fondamentale per raccontare, in seguito, la nostra avventura. Per me un’occasione anche per vedere quanto lavoro esista dietro il reportage di una Soul Experience. L’indomani si parte di buon’ora verso le creste dell’anfiteatro che ci introduce nel cuore del massiccio, si inizia a correre sempre attenti a trovare scorci o situazioni da fotografare. Così il ritmo non è mai costante, ci si deve fermare spesso e poi ripartire, non credevo fosse così impegnativo fisicamente...è quasi un lavoro...! I sentieri non sono segnati benissimo ma mi sento tranquillo con Stefano e Andrea, hanno una ottima conoscenza di cartine e di montagna. Tra chiacchiere, foto, qualche sosta per rifornirsi di energie perdo la cognizione del tempo fino a quando non raggiungiamo nuovamente Campo Imperatore. Due giorni praticamente volati via! Fine dei lavori sul campo, ora inizia la fase di elaborazione del materiale raccolto, quello memorizzato sulle schede delle macchine fotografiche ma soprattutto nel bagaglio delle esperienze di ognuno. Impegnativo ma alla fine non male il lavoro di una Soul Experience! Ora sono pronto per la prossima!
27
Gran Sasso – I Consigli di Soul Running Ideale punto di partenza per l’esplorazione del Gran Sasso è Campo Imperatore. Raggiungibile in auto o in funivia da Assergi (Aq) è un vastissimo altipiano a 1500-1650 metri delimitato a nord dalle principali creste rocciose del Gruppo: Brancastello, Prena, Camicia, Tremoggia, San Vito e a sud da rilievi più morbidi che creano una vallata lunga una ventina di chilometri, un posto ideale per correre caratterizzato da pascoli con totale assenza di alberi, un natura selvaggia ed emozionante. Facendo base presso l’Albergo Campo Imperatore, posizionato all’arrivo della funivia, a 2130 metri di quota, le possibilità per inventarsi dei percorsi, tutti in quota, è davvero infinita. L’albergo è una struttura costruita prima della seconda Guerra mondiale, ben conservata ma che inevitabilmente cala i propri ospiti in un’atmosfera particolare, soprattutto ricordando le vicende legate alla guerra e alla liberazione di Mussolini da parte dei paracadutisti tedeschi. Suggestiva la sala da pranzo con ampie vetrate affacciate sulla vallata 28
dell’Aquila e affreschi originali del Ventennio. Alle spalle dell’albergo parte subito il sentiero che porta rapidamente ai 2388 metri del Rif. Duca degli Abruzzi, vera porta di ingresso all’anfiteatro roccioso del massiccio sovrastato dal Corno Grande e alle numerose valli che scendono verso la parte nord. Il gruppo della Maiella e i Monti Sibillini sono situati molto più a nord, nelle giornate terse lo sguardo riesce a spaziare in un orizzonte libero e si possono percepire i due mari che circondano la nostra penisola. Percorrendo i sentieri che scendono sul versante settentrionale, il più dolce, il punto di riferimento è Prato Selva, stazione molto conosciuta agli appassionati di mountainbike grazie ai suoi impianti e al suo percorso di discesa, fino a Nerito, ottima base di appoggio nelle gole lussureggianti di vegetazione formate dal fiume Vomano che circondano il Gran Sasso a nord ovest. A Nerito sosta obbligata alla Locanda Ponte Rocchetta dove Antonio di Mattia è capace di grandi cose in cucina con prodotti a “km zero”. Tutto il massiccio è comunque circondato da vallate e gole caratterizzate da una natura selvaggia e incontaminata in cui spiccano per bellezza il Lago di Campotosto, che collega il massiccio del Gran Sasso ai Monti della Laga, e il borgo di Pietracamela da visitare assolutamente!
Soul Equipment sui sentieri del Gran Sasso Grazie a Mizuno abbiamo potuto utilizzare le nuove Wave Ascend 8: sotto i nostri piedi abbiamo trovato ogni terreno, dall’asfalto alla neve passando per fango e ghiaia. Ottimo controllo e grip in ogni condizione anche grazie alla costruzione della tomaia con il nuovo Dynamotion Fit, una combinazione di tecnologie che creano una tomaia che si muove in armonia con il piede eliminando i punti di stress per una corsa più confortevole.
A completare la dotazione i pantaloni Drylite square short 5.5, molto trapsiranti e freschi ma soprattutto con la costruzione Dynamotion Fit, per una migliore vestibilità e libertà di movimento. La nuova maglia Performance trail è dotata di inserti in gel sulle spalle per non far scivolare lo zaino, ormai un must per i capi tecnici, e grazie alla tecnologia Quickdry Plus risulta sempre asciutta e molto confortevole.
Ultraspire Omega, Ribos, Spry, Titan: a ognuno il suo zaino! Ultraspire ci ha messo a disposizione una gamma di prodotti incredibile, versatile e di qualità. Grande cura per ogni dettaglio e accorgimento tecnico ma soprattutto ottima vestibilità e confort in ogni situazione di corsa.
Natura vita e Gel Oxsitis Masticare una barretta sotto sforzo può essere un’impresa: salivazione azzerata, difficoltà a deglutire...poi prendi una di queste barrette e ne apprezzi il gusto, la morbidezza, la praticità d’uso (già suddivisa in piccoli bocconi) e soprattutto la facilità con cui si possono mangiare anche durante la corsa senza alcun problema. Tanti i gusti, da sbizzarrirsi. Innovativi anche i gel Oxsitis: differenti preparazioni in base alla temperatura di utilizzo, facili da ingerire grazie alla loro consistenza liquida, meno viscosa rispetto ad altri gel. Gusto sempre gradevole e completi in ogni nutriente.
Noene E’ proseguito sul Gran Sasso il test delle solette Noene con cui abbiamo percorso un totale di oltre 100 km per più di 7000 metri D+. Sottili, impercettibili ma efficaci, il lavoro di queste solette lo si apprezza nel tempo quando ci si accorge che scompaiono dolori ai piedi, ginocchia e schiena, inevitabili infiammazioni...rimane solo la giusta stancheza muscolare che si recupera con una buona alimentazione e una notte di sonno.
29