Regione Toscana - Elba Deep blu trail

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RUNNING

The Soul Experience: Elba Deep Blue Trail Marco Gazzola Giovanni Storti Nico Valsesia Luca Vismara Dino Bonelli Elena Gatto Tite Togni Francesca Canepa Krissy Moehl Jerome Bernard


ELBA DEEP BLUE TRAIL

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100 KM DA CORRERE. SASSI, TERRA, SABBIA, ROCCIA, ERBA. AMICI. OSPITALITÀ INNATA. CUORE. UN SOLO LUOGO: ISOLA D’ELBA

Di Davide Orlandi. Foto Andrea Valsecchi

Tendine caviglia destra rotto. Operiamo, non operiamo, operiamo, non operiamo....NON operiamo. E così per l’ennesima volta nella mia vita decido per il medico fai da te. Devo anche dire che le opinioni in merito

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erano più che discordanti e mi è piaciuto seguire il consiglio della mia amica Tite che via TW mi ha detto: “non operare! cerca spazio là dentro!”. Se sapete chi è Tite saprete leggere in modo corretto il consiglio. Dopo 60 giorni di riposo assoluto mi ritrovo con poco più di un mese per allenarmi per la Soul Experience programmata per ottobre all’Isola d’Elba con Max Russo, Deus Ex Machina dell’Elba Trail: è poco ma ce la

Qui ho iniziato a correre davvero, al sesto chilometro del primo stage.

voglio fare. Ma non avevo fatto i conti con l’inserimento all’asilo di mio

Ho incominciato a ripetermi, e l’ho fatto per tutto il tempo, che era il

figlio Giacomo che ha convogliato un flusso di batteri/virus verso la mia

miglior modo per ritornare in forma in fretta, diciamo un metodo “da 0

abitazione. Io non ne ho evitato uno! E così alla partenza per l’Elba Deep

a 100”.....chilometri in 4 giorni. Non pensare al dolore! Cavigliera e via.

Blu Trail mi ritrovo reduce da antibiotico, ancora tossicchiante e con

Ho così iniziato a fare il mio dovere/piacere di runner giornalista, pur

nelle gambe sei allenamenti alla montagnetta di San Siro in settembre

sapendo che l’unica cosa difficile da governare sarebbe stata la testa.

e qualche uscita in bici ad agosto. Perfetto direi!

PRIMO STAGE Umidità. Ci inoltriamo nelle nuvole basse. Saliamo subito per percorrere

Per fortuna ho una certezza che mi continuo a ripetere come un mantra:

una lunga cresta che offre panorami a 360° su tutto lo sviluppo

tanto c’è il Pizzi. Lui è in forma. Io inizio, dove arrivo, arrivo... mal che

dell’isola. Sembra piccola, ma mi renderò conto dopo che non possiede

vada faccio da driver/base vita con Marta. Il mio mantra si sgretola al

trenta metri dritti e in piano! Beh in fondo è quello che cercavo.

sesto chilometro quanto un urlo echeggia sulla cresta tra Cavo e Porto

L’ambiente si fa esaltante, il vento è forte e fresco, due strappi su terra

azzurro, è Andrea. Caviglia destra. Il mio mantra cambia di colpo e

e sassi mobili si fanno ricordare, e poi appaiono le sinuosità dell’isola

diventa: adesso ce la devi fare!!

che emergono dal blu, tutte le sue curve sensuali, tornite. mi sento


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accolto e finalmente le sensazioni sono buone, provo a scendere più

tanto. Si corre lungo tutto il perimetro di una zona completamente

veloce pur con il terrore di bissare il Pizzi, ma l’attrezzo che ho ai piedi

irraggiungibile altrimenti se non in bici, i cugini bikers che la conoscono

by La Sportiva tiene sia dentro che fuori alla grande. Tutto va bene e

sono davvero tanti. Si respira mare oggi, lo sento nei miei polmoni milanesi,

magicamente ci ritroviamo in un angolo di Grigna trasportato al mare a

Entra si fa largo tra le macerie e pulisce. Macchia mediterranea. Si sale

picco sul santuario di.....qualche passo tecnico e poi giù di corsa rapidi

poi con pochi e piacevoli strappetti per poi scendere. Paesaggio lunare.

in un bosco di abeti già nella sua veste autunnale. Sole! Improvviso, forte,

Ferro, zolfo ed altri minerali o metalli colorano le vecchie miniere.

pieno. Arrivo a Porto Azzurro girando attorno alle mura dell’antico carcere.

Sarà un caso ma il Monte Calamita colpisce e ferma il mio Garmin (come mi

Scogli e blu cobalto sono gli ultimi metri prima di arrivare al porto.

piacerebbe far nascere la leggenda ma non me la sento, l’ho spento in una

SECONDO STAGE

sosta fotografica ed il resto è cronaca... beata onestà). Caldissima la risalita

Come sto bene oggi! Colazione del campione (tralascio particolari non

ed interminabile l’arrivo a Capoliveri. Il bagno nella spiaggetta di Porto

propriamente consoni al magazine) e via. Si corre subito e si correrà

Azzurro è qualcosa per cui vale la pena rifare tutto il secondo stage subito!


TERZO STAGE Come sto male oggi! Mi sento debole, demotivato, assonnato. Partiamo, come sono lento. Terribilmente lento. Ecco la lotta con la testa che ripete: fermati, sei stanco, corri male, prenderai un’altra distorsione sulla caviglia andata. Richiamo alla mente vecchi corsi di yoga e cerco nella respirazione una via di fuga. Dopo 10 chilometri davvero difficili mi libero e nonostante io rimanga lento ed affaticato sono sereno e per me è solo questo che conta. Attraversiamo in tutta la loro lunghezza rincorrendo la risacca, tre lunghe spiagge, approdando infine a Marina di Campo dove ad aspettarci c’è anche la RAI. Io mi defilo e mi tuffo!! QUARTO STAGE Recupero. Oggi mi risento quasi un runner di montagna e ne avrò bisogno! Lasciata Marina di Campo si sale verso il Capanne, vetta elbana per eccellenza, parco giochi per tutti i runner isolani e teatro dell’Elba Trail. Ambiente forte, colorato, con variazioni di vegetazione, panorama e clima davvero incredibili per un ecosistema così piccolo. Latifoglie, boschi di abeti e felci a perdita d’occhio, roccette di vetta, valloni di macchia mediterranea corrono infiniti verso il mare, Corsica sullo sfondo ed iniezioni, commistioni inaspettate di cultura corsa nell’estremità occidentale dell’Isola. Arrivo a Pomonte nell’incanto. In quel momento ho desiderato svernare lì. Nel nulla. Nel Blu. Ed infine Fetovaia il traguardo. Acque limpide ed accoglienti. Faccio un lungo bagno e guardo gli altri parlare sulla spiaggia. Sarà l’ultimo giorno dell’estate 2012. Il barista è simpatico. Una turista runner teutonica si interessa a noi. Il corpo è rinato, 97 km di trail guariscono anche i tendini rotti, vedi un po’ che aveva ragione Tite e lo spazio all’Elba l’ho trovato. Fuori e dentro di me!

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IL POTERE DEL GRUPPO E’ la prima volta che corro con una compagnia numerosa, io sono molto solitario dal punto di vista sportivo. La cosa però incredibilmente non mi disturba, sento subito empatia, la percepisco quando ogni filo d’erba che calpesto acquisisce un nome ed una storia attraverso una sana onniscienza su tutto ciò che riguarda l’Elba del Presidente Gigi, illustre pensionato ex pigro, fumatore e auto-dipendente, che viaggia nella sua seconda giovinezza a suon di maratone. La vedo nei gesti gentili e curati di Andrea e sua moglie Claudia (radiologi...utili al Pizzi). Nella toscanità magnifica di Gianni (cosa corre questo!) e della sua Ivanna (cosa corre questa!), da chi come come Michele butta il cuore al di là dell’ostacolo per questo sport, o meglio al di là del tratto di mare che collega la sua odiata/amata Piombino dove vive, alla sua amatissima Elba dove corre. Ed ancora Minna e Petunia, una coppia da film, Susanna che solo per il suo cognome avrà la copertina del prossimo numero dedicata (si chiama come me). Chiudo con licenza giornalistico/poetica affibbiando a Max Russo una strisciata di aggettivi: stratega, ideatore, organizzatore, generoso, lungimirante, caparbio, nobile (chissà se la capisce....), splendidamente vanitoso, vincente, insomma un runner! Grazie.


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CLOSE UP

L’obiettivo di una macchina fotografica è il terzo occhio, a volte ritrae l’anima e l’aura di ciò che ci circonda. Il Valsex ci e si racconta così.

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Testo e foto di Andrea Valsecchi

TEATRO DELLE OPERAZIONI: MINIERE DEL MONTE CALAMITA - ISOLA D’ELBA - ore 12.00

Lunedì 8 ottobre 2012: mentre mi avvicinavo alla costa guardavo dal

nuvole rapide e vento che cambiavano la policromia degli scenari,

traghetto lo skyline dell’isola cercando di immaginare su quali profili ci

temperature che oscillavano tra il fresco e una calura mai opprimente,

saremo stagliati il giorno dopo io e i miei compagni di Soul Experience,

tutto condensato nel giro di una mattina. Un susseguirsi di piacevoli

Andrea Pizzi e Davide Orlandi. Operazione riuscita poi, grazie alle generose

sorprese ora dopo ora… giorno dopo giorno… pioggia, sole, vento,

e precise mappe forniteci dal nostro ospite Max Russo. Situazione chiara,

bagni nelle acque smeraldine di Fetovaia, la nebbia in cima al Monte

morfologia del territorio memorizzata e in testa aspettative di un percorso

Capanne… L’ Elba ad Ottobre è uno scenario da sogno.

davvero notevole. Siamo così partiti da Cavo per la prima tappa ben preparati alle difficoltà e ai pregi di ciò che ci attendeva. Man mano che i

Di questi luoghi mi ha folgorato il promontorio del monte Calamita, un

pendii ed i panorami si presentavano innanzi all’obiettivo l’Elba, come una

angolo di isola ancestrale con una forza possente che prorompe dalle

signora avvezza alle arti sottili della seduzione, ci ha fatto letteralmente

viscere della montagna, con cascate di ciottoli che ti circondano di colori

perdere la testa. Roba da “cotta” giovanile!

che passano dal nero all’indaco, al giallo, spruzzati dal verde della macchia

Colli, sentieri, panorami, scorci di mare e golfi dai colori mutevoli,

mediterranea e incorniciato dagli azzurri intensi del mare e del cielo.


Queste foto, dalle cromie a volte bizzarre ma reali, vi raccontano l’essenza di questa avventura, più che le mie parole che comunque non riuscirebbero ad esprimere l’impatto che si prova a correre su questi sentieri. Sentimenti che, come sto scoprendo, nel trail sono estremamente “profondi” per l’impegno e la passione che ogni Runner mette in questo modo di intendere la corsa, ma in egual misura “superficiali” nel senso che il corpo vive “sulla” sua pelle intensamente ogni metro, ogni dislivello, ogni variazione del terreno e della temperatura. Soul Running corre e vive intensamente ogni metro...io vi regalo alcuni squarci con lo zoom…keep on running!

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IL GRANDE CUORE DELl ’ELBA


Sono in credito, con la sorte sicuramente. Partito carico e con la voglia di correre questi inediti 100 chilometri sull’Elba, carico perché questa volta non eravamo solo noi di Soul Running ma c’erano anche Max, Michele, Gigi, Gianni, Ivanna, Minna, Andrea... insomma questa volta una bella corsa in compagnia. La gamba, dopo un’estate di relax e allenamento, sembrava anche rispondere bene. Tutto sembrava perfetto. Sarà stato l’impeto, la voglia di correre, la disattenzione, la sfiga o qualcuno che mi ha tirato un accidente: dopo solo sei chilometri, in discesa, arriva la prima distorsione alla caviglia. Capisco subito che non è niente di buono ma proseguo. Incontriamo la Jeep di appoggio ma decido di correre ancora. Poi arriva la seconda distorsione, quella decisiva e il cui urlo ancora rieccheggia sul crinale tra Cavo e Rio Marina. Salgo sulla Jeep. La speranza è che nel giro di un paio di giorni io riesca a tornare di corsa ma così non sarà, solo rientrato a casa scoprirò l’entità del danno. Si va avanti. Le tappe sono disegnate sulla carta, spetta a noi farle vivere. Mi metto alla guida della Jeep, farò da driver e da fotografo,

Storie di terra, di mare e di gente che ha voglia. Di Andrea Pizzi

tocca a Marta e Andrea alternarsi tra bici e corsa per fare in modo che la compagine Soul Running non sia rappresentata solo da Davide, tra l’altro reduce anche lui da un infortunio alla caviglia, sempre destra... dovremmo fare una riflessione su questa cosa? Qualche anno fa venni all’Elba in agosto e la guardai con gli occhi del turista (il trail era l’ultimo dei miei pensieri): non è assolutamente paragonabile a rivederla i primi giorni di ottobre, le possibilità di viverla diversamente, correndo, sono davvero tante. Colori caldi, pace, strade libere, temperatura perfetta. Scopri allora che l’Elba ha una fortissima vocazione sportiva: l’Elba Trail, l’Elbaman di triathlon, la Granfondo Elba Ovest di mountainbike oltre a numerose gare podistiche, tanti modi per vivere questa terra in modo attivo. Se poi si ha la possibilità di venirci in primavera o a fine estate c’è anche la sicurezza di paesaggi stupendi. Lo hanno capito gli svizzeri, scesi davvero in massa sull’Isola in questi giorni di inizio ottobre. L’Elba non mette sul piatto solo le spiagge, i crinali, le miniere e una cima che supera i 1000 metri ma anche i suoi abitanti. Sarà che quando si fa sport insieme è facile stringere buoni rapporti ma con i ragazzi dell’Atletica Isola d’Elba è stato tutto veloce e profondo, evidentemente ci siamo piaciuti a vicenda. Ogni giorno il team cambiava, si davano il

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cambio per accompagnarci, per divertirsi correndo e oserei dire, forse peccando di presunzione, per stare in nostra compagnia. Forse sì. Un gruppo di amici con in prima fila Luigi Benassi, conoscitore di qualsiasi aspetto dell’isola, dalla natura alla storia, nonché presidente della società sportiva e ottimo runner. Max Russo è la nostra guida: punto di riferimento non solo del trail elbano ma conosciuto ovunque sia in qualità di organizzatore che di forte trailer: UTMB, corse nei deserti, x-terra...insomma un uomo appassionato di sport e della sua Elba. Ma Max è qualcosa di più, ed è quello che ci ha portato da lui. Con grande lungimiranza nel 2007 ha capito la potenzialità del trail in Italia, ha sposato una causa, un progetto, e ha organizzato nel 2008 la prima edizione di una gara davvero unica, l’Elba Trail, soprattutto perché è una manifestazione che realmente devolve l’intero ricavato in beneficenza. Il progetto si chiama EleonoraXvincere ed è nato nel 2007 per ricordare Eleonora Cinini, scomparsa a soli 30 anni in Perù per un incidente stradale. La famiglia ha deciso di ricordare lei e la sua grande passione per lo sport organizzando gare, di corsa, di sci e di trail appunto, sposando la causa benefica dell’associazione Amici del Madagascar. In cinque anni il primo progetto, quello di costruire una scuola, non solo è stato portato a termine, ma ne ha lanciati di nuovi con una raccolta di fondi che ha raggiunto i 400 mila euro. L’Elba Trail è organizzata dalla A alla Z da volontari, non deve aver nessun costo, questo è il punto fermo. Una manifestazione che deve il suo successo anche alla disponibilità delle strutture alberghiere che mettono a disposizione, gratuitamente, le proprie camere in modo tale che i partecipanti, oltre alla quota di iscrizione versata direttamente agli Amici del Madagascar, non abbiano costi aggiuntivi per il pernottamento. Con gli anni sono arrivati a un totale di 500 camere offerte dall’associazione albergatori e da GotoElba, oltre 900 persone ospitate. Un evento unico sotto molti punti di vista a cui vale la pena partecipare: una volta conosciute le persone coinvolte e lo spirito che le guida vien voglia di esserci più per dare il proprio contributo che per correre. Non ho vissuto da protagonista il nostro inedito Elba Deep Blue Trail, non ho raggiunto la vetta del Monte Capanne ma mi sono comunque arricchito. Con la sorte sono in credito, devo tornare per correre con questi amici. Per quello invece che mi hanno lasciato l’Elba e gli amici elbani sono in debito.


RENZO MAZZARRI – CUNCTATOR

Puro istinto. Massima concentrazione, visione pura. L’ho sentito parlare di notte sulla spiaggia e non sono ancora sicuro se averlo sognato. Ieri tre volte campione del mondo di pesca in apnea, oggi corre e apre sentieri all’Elba. Di Andrea Pizzi Renzo Mazzarri si definisce prima di tutto un pescatore ma ha anche una grande passione per la corsa e all’età di 65 anni, portati in modo incredibile, ama correre lungo i sentieri dell’Elba. Renzo è un personaggio con cui non si può non fare una lunga e piacevole chiaccherata, specie per chi non sa cosa significhi pescare in apnea. Lui in questa disciplina è un campione del mondo, nel vero senso della parola perché di mondiali ne ha vinti ben tre e per giunta consecutivi, l’unico ad aver fatto tanto. Pescare in apnea è un gesto atletico e mentale incredibile, altro che trail running! Immaginate di trovarvi a 35-40 metri di profondità, la luce è poca e si deve attendere immobili il passaggio del pesce, appoggiati a uno scoglio o sul fondale, ecco perché si chiama pesca “all’aspetto”. Tutto, ovviamente, senza respirare (!). E quando il pesce è stato arpionato bisogna recuperarlo mentre si risale in superficie, tutt’altro che una passeggiata: una vera lotta tra l’uomo e la natura. Renzo ha un palmares incredibile, per lui la pesca è passione per il mare ma soprattutto agonismo, nel vero senso della parola. Agonismo e passione che, seppur lontano dalle competizioni, lo hanno portato lo scorso ottobre a pescare il pesce più grande della sua carriera: una ricciola di 60 kg! Da grande amante della natura terminata la carriera di apneista si è dedicato alla corsa, sua seconda passione. Lo ha fatto in compagnia di un amico quando partecipò alla Roma-Ostia, famosa mezza maratona, con il solo obiettivo di partecipare e arrivare in fondo. A 52 anni la sua seconda partecipazione, questa volta per migliorarsi, segno che l’agonismo del mare era sbarcato sulla terra. Quando non è impegnato nella gestione del suo residence (Appartamenti Lorella di Lacona) ama accompagnare amici o clienti a camminare, oppure correre, sui percorsi elbani, specie in primavera quando è il trionfo dei colori e dei profumi, aprendo nuovi sentieri e ripristinando i vecchi.

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MARCELLO “BOBO” BONISTALLI NATO LIBERO Uno dei pochi veri anarchici coerenti che abbia mai conosciuto. Un uomo. Un uomo buono. Un uomo onesto, folle. Ha corso a piedi nudi attraverso un epoca e ha corso veloce! Di Marta Villa

Ha vissuto fuori dagli schemi e la vita gli ha reso in cambio emozioni forti, che gli hanno lasciato il segno nello sguardo, nel modo di fare e anche nel decidere di correre a piedi nudi: una scelta radicale di interpretare il running. Marcello Bonistalli, “Bobo”, è stato sicuramente il personaggio più Soul incontrato durante l’Elba Deep Blue Trail. Autentico hippie tra gli anni ‘60 e ‘70, Angelo del fango durante l’alluvione di Firenze del 1966, in prima linea durante le manifestazioni del maggio parigino e

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poi uomo autentico, schietto, diretto e sportivo con un personale in maratona di 2h33’ (Firenze 1987). La sua particolarità è correre a piedi scalzi, anche sullo sterrato, e indossare sempre solamente i pantaloncini, la maglietta è per il periodo invernale. Oggi il barefoot è di moda ma per Bobo è una scelta, perché “la terra è come una bella donna, va accarezzata con i piedi nudi, non calpestata con scarpe di plastica”. Lo abbiamo incontrato una sera durante una aperitivo in cui il nostro entusiasmo per le giornate di running è aumentato nel conoscere una persona che non ha mai rinunciato ai suoi ideali. Bobo ha come motto l’“ozio retribuito”, restio, per non dire “allergico” al lavoro ma non alla fatica, rappresenta forse quello che tanti hanno perso, il mettersi in gioco fino in fondo, non rinunciando al proprio io e alle proprie ispirazioni. Operaio alla Breda ferroviaria di Pistoia dove tutti lo conoscevano anche come appassionato di corsa, tanto che i colleghi fecero una colletta per farlo partecipare alla New York City Marathon. Eh sì perché dopo un passato non proprio sportivo nella vita di Bobo c’è stata una svolta. 1980, Pistoia Abetone, una classica con 50 km di salita che decide di correre per scommessa. Arriva 71esimo, con una folla a seguire questo capellone che corre e, alla fine, ce la fa. Da lì non si è fermato, nel 1987 a 43 anni il suo record personale a Firenze, ha all’attivo 143 prestazioni sulla lunga distanza, è ancora campione italiano di categoria sui 42 Km con 3h13’. La “vocazione” barefoot arriva sulla spiaggia delle Ghiaie di Portoferraio quando prova per la prima volta a correre a piedi scalzi, si accende così una passione, un credo. Nel 2006 la sua prima corsa a piedi nudi, la Stracosmopoli dell’Elba, 70 km, i suoi primi 42.195 metri scalzi arrivano nel 2007 a Firenze. Da quel giorno per ben 11 volte è giunto a piedi nudi al traguardo di una maratona. A Roma ha il suo record sulla distanza con 3h27’ e nel 2010, per il cinquantesimo anniversario della celeberrima maratona olimpica scalza di Bikila (1960), Bobo si presenta ai Fori Imperiali anche lui a piedi nudi, come il grande maratoneta africano.


Una vita al massimo, un grande bagaglio di esperienze positive e negative. Ha provato anche la prigione: 4 mesi per le manifestazioni di Parigi e ancora in Italia, quando già aveva cambiato vita e stava preparando il campionato italiano nel 1986. Gli arrivò un mandato di cattura tardivo e fu rinchiuso nuovamente: anche lì non si fermò, i secondini gli prendevano il tempo sul giro del cortile durante l’ora d’aria. Uscì e vinse quel campionato italiano. Ora Bobo ha come obiettivo per il 2013 i 100 Km del Passatore scalzo, poi gli europei a Smirne nel 2014 e nel 2015 i mondiali a Lione, perché la sua voglia di viaggiare per correre non si è spenta, la corsa ti dà anche questo. Un profondo amante dell’isola del’Elba tanto da sceglierla durante il passato per alcuni soggiorni decisamente qui fuori dagli schemi, vivendo per esempio in una grotta, e oggi per viverci da pensionato. Oltre a correre Bobo si occupa come volontario di uno dei campetti di calcio all’Elba, a stretto contatto con i ragazzi che gli vogliono bene e da un personaggio come lui hanno solo da imparare.

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SOUL EQUIPMENT

Mai senza all’Elba!

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