Soul
RUNNING
PERIODICITA’ TRIMESTRALE - NUMERO 6 - GIUGNO/AGOSTO 2013 - Euro 5.00
THE SOUL EXPERIENCE:
SPECIALE PUGLIA by RUN
THE WICKLOW WAY
Tite Togni Augusto Mia Battaglia Fabrizio Bernabei Dino Bonelli Filippo Canetta
Anton Krupicka Fulvio Massa Aurelio Michelangeli Max Russo Angelo Simone
The Wicklow Way
Un contatto e una presentazione del nostro magazine durante la Borsa Internazionale del Turismo, una mail con il possibile itinerario da percorrere, una breve attesa e la conferma definitiva. Questo l’ordine degli eventi che ci hanno portato a correre la nostra prima Soul Experience all’estero. Eventi che si sono susseguiti senza che potessimo rendercene conto veramente dal momento che siamo stati completamente assorbiti dalla lavorazione del nostro annuario dedicato ai prodotti. Una bella sorpresa quindi la preziosa mail di Ornella di Turismo Irlandese, con cui ci ha detto: “Ok, si parte per l’Irlanda!”. Destinazione la catena dei Monti Wicklow, a sud ovest di Dublino. Giusto il tempo per mandare in stampa la Guida e subito a preparare le valigie, una settimana da “zingari” a correre in un posto lontano, un’opportunità da prendere al volo e, per tutti, l’unico modo per provare a staccare dallo stress degli ultimi due mesi. Dove? Lungo l’antica Via di Wicklow, percorsa fin dal settimo secolo dai pellegrini di San Patrizio, su e giù per le valli, i “Glen”, circondati da morbide montagne, al massimo alte 900 metri, dove si alternano il verde dei prati e delle foreste di conifere al bordeaux dell’erica non ancora in fiore. Circa 100 chilometri da percorrere in tre giorni con quasi 4000 metri D+. Il percorso è già tracciato sulla nostra mappa ma la differenza la fa Fred, il “nostro uomo” a Wicklow: Frederic Verdier è il responsabile dell’Ufficio del Turismo della zona e ci consiglia alcune modifiche al nostro tracciato, mantenendone invariato il chilometraggio, in modo tale da vedere i posti più belli ma soprattutto arrivare a Marlay Park, alle porte di Dublino. La nostra Soul Experience, la prima all’estero, diventa così una sorta di viaggio nel tempo, da un antico e sperduto paese “in the middle of nowhere”, Tinahely, fino alla capitale toccando luoghi con una storia millenaria come le rovine di Glendalough.
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97 KM STOP 4000 D+ STOP TEMPO DI PERCORRENZA 1600 ANNI...CIRCA! STOP
Irlanda by run tutta da scoprire.
PRIMA TAPPA: TINAHELY-GLENDALOUGH
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Forse abbiamo esagerato con la colazione, forse anche con la cena.
sport nazionale. I colori sono ciò che colpisce maggiormente durante
davvero strano, ci porta in una dimensione molto lontana dalla nostra
dei pellegrini verso l’ultimo passo della giornata.
Ma come si fa a tirarsi indietro se ti portano al tavolo delle cose stu-
i primi chilometri, i toni dominanti sono ovviamente il verde in tutte
quotidianità ma dove ci troviamo bene, forse ne avevamo bisogno, gli
Arrivati in quota procediamo costeggiando la cresta su una lunga pas-
pende? La prima notte alloggiamo in un b&b che ci ha anche servito
le sue tonalità ma anche l’incredibile rosso dei torrenti. Solo qualche
unici essere viventi che incontriamo sono dei cervi.
serella in legno, ne incontreremo molte successivamente, fondamen-
una cena di prim’ordine, con piatti tradizionali ma sempre ricercati,
giorno dopo, grazie a Fred, scopriremo il motivo di questo colore.
Al 32° chilometro, dopo una lunghissima e piacevole discesa, tor-
tali per non camminare nel fango e nell’erba bagnata. È come se la
curati...ma soprattutto squisiti. E poi colazione: dolci, macedonia fre-
E’ un continuo saliscendi, non forziamo mai la corsa anche perchè la
niamo nella civiltà raggiungendo il pub di Glenmalough, vivamente
terra fosse ricoperta da una spugna che trattiene l’acqua, un manto di
sca ma anche un piatto con maiale e salmone affumicati, due tipi di
digestione è ancora lunga...siamo così carichi di energia che le prime
consigliato da Fred: si trova a fianco di un crocevia tra due strade,
muschio zuppo. Si scollina, si torna su un’asciutta strada bianca e si
formaggio e uova, un bel pieno! Proprio quello che consigliano prima
4 ore di corsa passano mangiando solo una banana! Stiamo salendo
intorno prati e foreste, se escludiamo dalla vista le auto parcheggiate
scende: gli ultimi sette chilometri sono tutti in discesa verso Glenda-
di affrontare 47 km con quasi 1700 m D+! Ci dirigiamo in macchina
di quota rispetto alla partenza e pian piano i prati lasciano il posto
potremmo tranquillamente dire di trovarci nello stesso posto ma cento
lough che in queste ore è affollata di turisti. Arrivare in fondo valle per
verso la piazza del paese, start ufficiale del nostro trail: un breve
a grandi foreste di conifere, alberi perfettamente ordinati e con un
anni prima: edificio, camino, arredamento interno e alcuni personag-
me è stato un brusco ritorno al 21° secolo: ritrovarsi a correre tra la
tratto asfaltato iniziale e poi la strada diventa un largo sentiero, sem-
sottobosco davvero fitto dove la luce fatica a penetrare e dove tutto
gi per quanto mi riguarda potrebbero appartenere al secolo scorso.
gente, prestare attenzione a non urtare nessuno dopo più di sei ore di
pre perfettamente segnalato, che ci porta a scavalcare la prima valle
è foderato da un muschio su cui ci si potrebbe addormentare, come
Un panino, un caffè caldo, rigorosamente americano (ci poteva stare
nulla è stato un po’ destabilizzante. Glendalough con le sue rovine, le
della giornata. Morbide colline, dove pascolano pecore e mucche, in
sul migliore dei materassi. Si continua a correre, alternando sulle
anche una Guinness...) e si riparte, mancano gli ultimi 15 km, c’è da
lapidi in pietra risalenti a prima dell’anno 1000, alcune ormai cadute
gran parte ricoperte di erica che colora il terreno di bordeaux tranne
salite più ripide una camminata veloce: si tratta per lo più di strade
scavalcare l’ennesima montagna. Rientriamo nella foresta di fianco a
a terra, è un luogo di grande suggestione, viene quasi da camminare
lungo il sentiero che è verde, curato, con l’erba alta quattro dita. Sarà
bianche, nulla di tecnico, l’ideale per prendere confidenza con tutto,
un ponte “targato” 1830, si riprendere a salire, percorriamo una stra-
in punta di piedi.
il mio cruccio per tutto il trail: come fa a essere così perfetta? Non
dall’equipaggiamento al clima che è ideale per correre. La condizione
da bianca che lungo il fianco della montagna segue una valle dove la
c’è nessuno che la taglia, perchè l’erica non invade la traccia? E’
è buona, le gambe girano ma è tanto che non affrontiamo distanze
vegetazione è quasi inesistente, i prati non sono più verdi, c’è qualche
erba finta? No. Allora è merito di San Patrizio, ne sono convinto, per
così lunghe e quindi la parola d’ordine è conservarsi.
cascata, un paesaggio più scandinavo che irlandese. A un certo punto
facilitare il cammino dei suoi pellegrini. Correrci sopra è un piacere,
Rimaniamo per lunghissimi tratti da soli, la via è sempre ben se-
la traccia devia dalla comoda strada bianca verso destra: un muro con
un tappeto verde, quasi un campo da golf...che guarda caso qui è
gnalata e non incotrare nessuno per così tanto tempo, anche ore, è
gradoni di roccia messi lì chissà quanti secoli fa per facilitare la salita
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Le rovine di Glendalough: pi첫 di 1600 anni di storia. Qui sono sepolti pellegrini, cavallieri, dame e signori... un angolo di Irlanda da visitare in punta di piedi. Affascinante.
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SECONDA TAPPA: GLENDALOUGH-ENNISKERRY
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Prima ancora che suonasse la sveglia è stata la pioggia battente sulla
fare una piega se ne stanno seduti a fare il loro pic nic...lo spirito
finestra a darci il buongiorno. La pioggia la metti in conto quando sei
outdoor del nord è anche questo, fuori in qualsiasi condizione!
in Irlanda e quindi, dopo una nuova “colazione del campione” ci pre-
Abbandoniamo l’asfalto e continuiamo la salita di nuovo su passerel-
pariamo ad affrontare l’acqua con giacca e pantaloni impermeabili.
le in legno, circondati da fango ed erba zuppa di acqua.
Fa freddino, diciamo anche freddo, i guanti sono consigliati.
Sotto di noi il lago “Lough Tay”: incredibile, una gigantesca pinta di
Si parte subito in salita, come sempre: bosco fangoso, radici scivo-
Guinnes? Acqua nera come la birra e una spiaggia di fine sabbia
lose, per fortuna la pioggia adesso è sempre più leggera, smette nel
bianca che sembra la classica schiuma di questo prodotto simbolo e
giro di una ventina di minuti. Grazie Irlanda! I 47 chilometri del giorno
anima dell’Irlanda. Proprio nei pressi del lago c’è la tenuta dell’antica
prima si sentono nelle gambe e dover subito salire ci consiglia un
famiglia fondatrice dell’antichissmo birrificio, più irlandese di così
inizio tranquillo. Si scollina, scendiamo nel bosco e oltrepassiamo il
non si può! Il vento diventa sempre più forte lungo il crinale, tolgo oc-
fiume fino a incontrare Andrea e l’auto appoggio: lascio i pantaloni
chiali e visiera perchè in più di un’occasione mi stavano volando via,
impermeabili e la giacca pesante, mi metto in assetto running, si
eppure incontriamo tanti trekker su questa lunghissima passerella in
inizia a correre adesso. Si sale consteggiando prima dei pascoli e
legno, perfettamente curata che sale fino alla cima del monte Djouce.
poi l’ennesima foresta, aumenta la quota e il vento spazza le nuvole
Noi invece deviamo sulla destra e incominciamo una lunghissima
e allontana la pioggia. Incontriamo altri trailer, sei per la precisione,
discesa in direzione di Enniskerry, troppo lunga per i miei piedi che
poi di nuovo soli. Si sale ancora di quota e aumenta il vento, rag-
incominciano a farmi male, in particolare il tendine dell’alluce de-
giungiamo il crinale e sulla nostra destra finalmente vediamo il Mare
stro...fino a quel momento tutto era filato liscio. Lascio andare avanti
d’Irlanda. Al 18esimo chilometro raggiungiamo Andrea e facciamo
Davide, prendo il mio ritmo.
una breve sosta-panino cercando di ripararci il più possibile dall’aria,
Dopo una breve e secca risalita con l’ennesimo scollinamento, con-
per fortuna il sole è caldo e al riparo si sta bene.
cludiamo con l’ultima lunga volata verso il basso la nostra seconda
Si riprende in salita, un breve tratto su asfalto molto ripido su cui
tappa affrettando il passo negli ultimi 300 metri prima di rifugiarci
qualche ciclista sale a zig zag per contrastare la pendenza. Incontria-
in macchina sotto un forte acquazzone. Il meteo anche oggi ci ha
mo diversi turisti, d’altra parte oggi è domenica: le montagne intorno
graziato! 29 chilometri e 1200 mt D+ la tabella di marcia di questa
a noi sono brulle, senza alberi, spazzate dal vento, gli irlandesi senza
seconda tappa.
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La Wicklow Way è stata la quarta Soul Experience di Soul Running, la terza alla quale ho partecipato: in Basilicata causa una bandelletta infiammata ho percorso la metà del tragitto, un Basilicata Coast to coast solo a spizzichi e bocconi per me. All’Elba mi sono tagliato fuori con le mie mani, anzi con i miei piedi, procurandomi una brutta distorsione alla caviglia al sesto chilometro dei 100 previsti. In Irlanda mi sono preso una rivincita. Infortuni 2, Andrea 1, adesso voglio il pareggio! LA CONTEA DI WICKLOW IN PILLOLE Il nostro trail si è snodato nell’area boschiva più vasta dell’Irlanda, le Wicklow Mountains, seppur con quote decisamente inferiori, coprono un’area maggiore rispetto a quella del massiccio del Monte Bianco. Un’area molto ricca di acqua e fiumi, le cascate di Powerscourt, che abbiamo visto durante la seconda tappa, sono le più alte d’Irlanda, l’acqua con cui viene storicamente prodotta la mitica Guinnes proviene proprio dalle Wicklow Mountains. Questa catena servì da rifugio ai
TERZA TAPPA: ENNISKERRY-DUBLINO
ribelli che combatterono gli Inglesi, la Military Road, che la Wicklow
Il nostro ritorno alla civiltà è sempre più evidente. Già ieri abbiamo incontrato molti turisti e i tratti di solitudine sono stati sempre meno.
Way spesso incrocia e segue per brevi tratti, fu costruita dai britan-
Partenza da Enniskerry, questa volta in discesa...solo per poco però. Costeggiamo villette, fattorie e pascoli, corsa piacevole con un continuo 34
nici proprio per traspostare le truppe sulle montagne in cerca dei ri-
saliscendi. Ci saranno una decina di gradi, forse meno, il vento è teso. Dopo aver scaldato i muscoli con i primi chilometri si fa sul serio: nuova
belli. Glendalough sicuramente è stata la località più affascinante che
foresta e nuova strada bianca in salita, i tratti con il vento contro si fanno impegnativi.
abbiamo incontrato, le sue rovine sono un esempio della “Scholar of
Abbandoniamo la strada per un sentiero perfettamente conservato e pulito che diventa roccioso, quasi alpino fino allo scollinamento. Siamo
Saints” (dal quinto all’ottavo secolo): il monastero fu meta per monaci
vicini la mare e le nuvole di umidità ci avvolgono, a tratti è quasi nebbia. Un breve tratto pianeggiante su un sentiero largo, bellissimo, che
da tutta Europa così come per i figli dei monaci che venivano fin qui
invita alla corsa e continua poi in discesa: mi lascio andare non solo con le gambe ma anche con la testa, mi rilasso come non mi succedeva
per studiare. Una regione affascinante e con una natura ancora in-
da tempo, penso a tante cose, a quelle importanti, mi emoziono fino alle lacrime, non so perchè, forse lascio andare tensioni e stress, mi vien
contaminata e unica, tanto che proprio nell’area di Wicklow sono stati
voglia di chiamare casa, ma qui non c’è campo, devo rimandare a più tardi. Forse l’incredibile situazione climatica mi ha colpito e distaccato
girati molti film come Excalibur, Braveheart, King Arthur...produzioni
completamente dalla realtà: sole alle spalle che scalda schiena e gambe, vento e minuscole gocce di pioggia di fronte, che mi bagnano e
che hanno utilizzato questi luoghi come naturale scenografia.
raffreddano...davvero unico, quando mi ricapita una cosa del genere? Dopo l’ultima sosta tecnica con Andrea e l’auto di appoggio si riparte: continua a soffiare il vento e ci manca un altro valico, l’ultimo del nostro trail. Dopo un lungo tratto su asfalto, rigorosamente controvento, in Irlanda quando soffia non scherza, si svolta a destra nel bosco: sentiero ripido, procediamo camminando perchè la stanchezza incomincia a farsi sentire. Entriamo nelle nuvole basse, la vicinanza con il mare si fa sentire: la visibilità è più che buona ma non riusciamo a vedere fin dove vada il sentiero, sembra che porti in cielo, nel nulla. Ma dove siamo finiti? Proseguiamo costeggiando il bosco e poi lungo il dorso della montagna: ai lati solo prati brulli e fangosi, il sentiero è sempre in ottime condizioni e a intervalli regolari solcato da profondi tagli nel terreno, creati con due grosse pietre, che servono per far defluire l’acqua. Alcuni sono alti anche un metro, infilarci una gamba sarebbero guai seri. Finalmente si alzano le nuvole e sotto di noi, scollinando, vediamo Dublino, la nostra meta. Tornano le energie, scompaiono i piccoli fastidi, si scende incontrando di nuovo le prime case e i campi da golf che circondano la capitale. Si ritorna al presente. Incredibile, dopo tre giorni trascorsi nel silenzio dei boschi, sentire nuovamente il rumore di un aereo: un suono al quale siamo più che abituati ma che avevamo completamente dimenticato, del tutto assorbiti dalla wilderness irlandese. Marlay Park, dove si conclude la Wicklow Way, ci incanta per le sue dimensioni, ci siamo quasi persi, proprio sul finale...per fortuna non siamo dovuti arrivare al Phoenix Park di Dublino, il parco cittadino più grande d’Europa...
Per maggiorni informazioni: www.irlanda.com www.thegatheringireland.com www.visitwicklow.ie
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SOUL ADVICES L’Irlanda che abbiamo conosciuto non è fatta solo di foreste, prati, vento ed emozioni di corsa ma anche, e sopratuttto, di irlandesi. E il primo a dircelo, ancor prima che potessimo scoprirlo da soli, è stato un italiano! Partenza della prima tappa da Tinahely, ore 8,30 di sabato, non c’è in giro praticamente nessuno, mentre stiamo ultimando i preparativi arriva un’auto, scende un uomo che ci chiede: siete italiani? E’ Giovanni, il veterinario del paese (lui si che ha capito tutto...qui ci sono più animali che persone...), originario di Benevento che appena laureato ha deciso di andare all’estero, e a Tinahely si trova benissimo. E’ lui a dirci che il tesoro dell’Irlanda sono gli irlandesi, lo avremmo scoperto presto: tutti incredibilmente gentili, disponibili, incuriositi da quanto stavamo facendo, e sì che l’Irlanda ha passato, e ancora ne paga le conseguenze, un periodo economico non facile, quanto noi. Eppure si vive senza stress, con quello che si ha. Dobbiamo imparare. E pensare che proprio in quei giorni in Italia si decidevano governo e presidente della Repubblica...il pensiero di rimanere anche noi in Irlanda ci ha “stuzzicato” più volte! Il consiglio di Soul Running è di percorrere questo itinerario godendo la natura e i luoghi, l’ospitalità e 36
i pub, luoghi dove non si beve e basta, come spesso si pensa, ma dove si ascolta musica dal vivo ad ogni ora, dove c’è wi-fi gratuito...anche! Lungo la strada come non segnalare il pub di Glenmalure, il Wilderness Lodge, mai nome più azzeccato: in mezzo alla foresta, luogo ideale per un caffè caldo di fianco al caminetto o come B&B. La carne, ovviamente, è ottima: a Glendalough, arrivo della prima tappa e ripartenza della seconda, nella steak house dell’hotel ci si possono togliere delle soddisfazioni! Bevanda ufficiale del trail ovviamente è la birra: rossa o Guinness diventa l’integratore per eccellenza del trailer! DOVE RIPOSARSI LUNGO LA WICKLOW WAY Ottima cucina, squisita ospitalità, wi-fi free...questo quello che abbiamo trovato nelle strutture che ci hanno ospitato durante il nostro trail. Quindi se vi capita di passare da quelle parti questi sono degli ottimi punti di riferimento: Sunindale Country House di Tinahely, vi sentirete come a casa, cena e colazione indimenticabili. Glendalough Hotel, alle porte delle antiche rovine di Glendalough e infine il Summerhill House Hotel di Enniskerry, incantevole cittadina appena sopra il mare: posizionato tra bellissime ville e soprattutto dotato di una Spa, ideale per smaltire le fatiche del lungo trail.
NON SOLO TRAIL, OVVERO MAI PRENDERSI SUL SERIO! Abbiamo percorso 100 km con quasi 4000 mt D+ in tre giorni, un percorso inedito, affascinante, e il nostro partner tecnico è stato The North Face. Wow! Come Jezz Bragg, Sebastien Chaigneau, Lizzy Hawker, Fernanda Maciel e tanti altri runner di primissimo livello che compiono imprese eccezzionali. Per noi è stata una grande soddisfazione, tra di noi abbiamo subito pensato: quando mai ci ricapita di essere sponsorizzati da The North Face? Ben lungi da sentirci dei top runner abbiamo provato a “sdrammatizzare” la situazione portando il nostro equipaggiamento in contesti meno avventurosi ma comunque “very irish”: un campo da golf, sport nazionale, e soprattutto nella sede di una delle associazioni più famose ed esclusive di Dublino, la Grange Artisans Golfing Society, dove ci siamo dedicati a biliardo, freccette e Guinness. Un ringraziamento particolare va a Shane O’Brien, Presidente dell’associazione e caddy master del circolo Grange Golf Club, tra i più importanti d’Irlanda e dove si allena e dove è socio il Capitano delle Ryder Cup. Incredibile cortesia e disponibilità, visti soprattutto gli ambienti in cui abbiamo “fatto irruzione”, da parte di Shane, irlandese d’hoc!
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