Regione Marche - Parco Naturale Monti Sibillini

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PERIODICITA’ TRIMESTRALE - NUMERO 7 - SETTEMBRE / NOVEMBRE 2013 - Euro 5.00

Soul

RUNNING

THE SOUL EXPERIENCE: Parco Nazionale dei

Monti Sibillini Jenn Shelton Tite Togni Filippo Canetta Dino Bonelli Team Scott


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Sibille, Lupi, Leggende. Vento, Sole, Creste. Due Corridori. Nessuno e 100.000 obiettivi. Di Davide Orlandi

Il senso di esplorazione dettato dall’isolamento. Gli animali, numerosi e rispettati, che appaiono ovunque. Anche quando non li vedi ne percepisci la presenza. La sensazione di essere ospite piacevolmente dominato dalla natura, autentica, così com’è o come dovrebbe essere. E’ in questa situazione che il corridore si trova ad affrontare i cammini che si snodano nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Nuvole, nuvole lenticolari. Cirri “stirati” e trasportati dal vento, costante, lasciano spazio al sole. Giallo. Luce intensa. Il Sole su questi crinali rotondi si appoggia e illumina ogni sasso, fiore, arbusto, filo d’erba dandogli la possibilità di colorarsi intensamente, sfruttando tutte le sfumature conosciute. E’ qui che si inizia correre, a 1000 metri di quota. I primi 200 metri di dislivello ammettono ancora alberi ad alto fusto che poi si diradano. I sentieri si impennano lungo la linea di massima pendenza di

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Prati infiniti. Là sotto un mondo a parte del quale oggi non facciamo parte. E’ lontano e da qui appare silenzios...mentono i Sibillini. La strada è unica, la corsa è veloce, non si può sbagliare. Ma lo facciamo. Interpreto o voglio interpretare una traccia come percorribile ma inesorabilmente si perde nel nulla. Il nulla più bello che abbia mai visto: I Prati di Ragnolo. Erbe selvatiche alte fino alle ginocchia che, mosse dai nostri passi di corsa incerta, gettano in aria i loro colori, i loro profumi. Aria invasa di odori. Novità assolute. Vento caldo, odoroso. Terra morbida, intatta. Inventiamo traiettorie dicendoci: “guarda è la! ho visto il sentiero!” ma in fondo non so nemmeno quanto lo vogliamo ritrovare. Siamo perduti e stiamo bene. Corriamo! Il sogno si ferma, anzi va in pausa e ci avviciniamo alla realtà di Fiastra che ci accoglie con i suoi 34 gradi, i chilometri sono 40. Sappiamo che ora sarà dura. Ho visto bene la cartina. Si risale e non poco. La rimonta è imponente, il sole ora non illumina, brucia. Impietoso. Ci frusta

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questi monti calvi, lunari.

un vento bollente. Corriamo quando le energie mentali lo consentono,

Una volta raggiunto il lungo crinale, le gambe trovano il loro ritmo, il

arranchiamo per il resto del tempo. Sui sentieri ancora nessuno.

passo si allunga come la vista, che spazia dal Conero al Terminillo ancora

Risaliamo fino ad incontrare ed amare la vegetazione ma soprattutto la

innevato…la dietro c’è Roma. Si corre in cielo. I colori adesso sono verde e blu. La linea di cresta li separa. Gli equilibristi corrono sul filo dei Monti Sibillini, immersi nella luce di giugno. Magia. Il cambiamento. Questi monti amano stupire. Un rifugio si materializza ed alle sue spalle si apre un via di fuga, come un cannocchiale che apre lo sguardo verso il basso, verso la foresta. Un tunnel, una discesa iper tecnica, scivolosa; a cavallo del torrente Fargno che gareggia con noi, si salta, si scivola, mani per terra, di nuovo in piedi e via. Poi si entra in un giardino privato dove le Sibille, eleganti padrone di casa, ti chiedono di rallentare. Peonie selvatiche. Ovunque. Rosso sangue, vermiglio. Rosso vita. Fiori che succhiano linfa dalla terra ed invadono il pendio. Passiamo lenti e rispettosi e poi via nel canyon di roccia, stretto, che ci porta nel mondo del verde, invadente, prepotente, che ci costringe ad entrare spesso con i piedi nel Fargno. Verde che sbarra tutte le vie tranne quella dell’acqua, sua unica antagonista e noi, ora, suoi alleati. E dopo 30 incredibili chilometri da Visso, borgo intoccato dal 1600, sfioriamo altre case: Bolognola. Le lasciamo in basso e corriamo su strada bianca, candida. Soli. Come fin da principio.

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sua ombra, ci si abbassa ancora un poco per poi risalire. Ultima rimonta infernale. Le energie qui vacillano. La chimica aiuta, per la prima volta, con concentrati di sali che ci tengono in piedi, nel sole. I prati si impennano fino al crinale, i paesaggi si addolciscono, siamo di nuovo nello spazio, corriamo su pianeti verdi e tondi, sentieri come orbite ellittiche ci permettono di allungare il passo in discesa e tagliare l’orizzonte, veloci. Da un cespuglio basso ed intricato si muove qualcosa di grosso: un maschio, giovane, potente con un palco già accennato. Il Cervo! Poi Cupi. Case radunate per difendersi dai Lupi che nei fossi, qui le vallate le chiamano così, ci vivono davvero. Ora non resta che resistere e lasciare andare le gambe, come viene. Ormai comanda l’istinto e l’incredibile voglia di una cerveza ghiacciata in piazza a Visso. Possibilmente all’ombra! Possibilmente nell’asimmetrica piazza che con linee di fuga astruse ti proietta, anzi ti mantiene nel mondo fatato delle Sibille. Noi non ce ne vogliamo andare! Grazie a Franco, Roberto e Antonio. Grazie al Cervo, alle volpi, ai rapaci. 22

Grazie alle Peonie ed ai Prati di Ragnolo. Grazie al centro dell’Italia che regala avventura e sensazioni uniche! A presto!

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Parco Nazionale dei Monti Sibillini Italia al naturale. Di Andrea Pizzi

Arrivi dalle Alpi e pensi di conoscere la montagna. Ti ritrovi sui Sibillini e devi rivedere tutto. Paesaggi e vegetazione completamente differenti: in bassa valle dominano i faggeti, incredibilmente fitti, ben conservati, di quel verde acceso e intenso tipico di inizio estate. Poi sali e incominciano i pascoli: pecore, qualche mucca e cavalli, liberi, manco si fosse nel Montana! Le montagne intorno quindi salgono imponenti, quasi improvvisamene, non sono altissime ma incombono su di noi. Più in alto si scorgono le cime rocciose del Monte Bove, del Priora, del Pizzo Tre Vescovi. E hai già dimenticato le Alpi.... Sei in un’altra dimensione, in un’altra latitudine. 24

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La Natura dei Sibillini è forte, è selvaggia, è padrona, se il sentiero non è più che frequentato si riprende i suoi spazi, l’uomo qui è solo un ospite. Ti vien naturale rispettarla il più possibile, anche abbassando il tono della voce. Una Natura che ti può dare tanto, a partire dall’acqua: tante infatti le sorgenti che si possono incontrare. Il turismo di massa qui non è ancora arrivato e non ci arriverà, questo non è il suo posto. Chi viene sui Sibillini è alla ricerca di qualcosa di esclusivo, quasi privato, forse cerca anche solitudine e qui la può trovare. In questo Parco il trailer ha la possibilità di esplorare, di allargare il proprio orizzonte, di sentirsi un privilegiato correndo sui sentieri del Parco dove viene addirittura tagliata l’erba per renderli meglio visibili e corribili. La sensazione di non da essere soli c’è, più che sulla Alpi. Se ti documenti scopri che in molte zone vivono i lupi, non più riuniti in branchi ma in famiglie “allargate”, si possono anche incontrare ma senza pericoli,

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ognuno segue il proprio trail...

Sibillini in numeri

Il Parco Naturale dei Monti Sibillini è stato istituito nel 1993, ha una

Il territorio del Parco Naturale dei Monti Sibillini è compreso tra un’altezza

superficie di 70 mila ettari a cavallo di Marche e Umbria, sul suo territorio

minima di 360 mt slm e una massima di 2476. Il 36% è coperto da boschi,

abitano più di 23.000 persone. Questa la carta d’identità. Noi preferiamo

il 34% di pascoli ma i dati più significativi sono le specie faunistiche

però raccontarvi che l’ospitalità è mediterranea: se si parla la stessa lingua,

tutelate: 50 mammiferi, 113 uccelli, 28 rettili e anfibi. Oltre 4000 caprioli,

quella del runner, si diventa subito fratelli. Che il Rifugio Cupi, anche se dista

l’Aquila reale, cinghiali, cervi, camosci appenninici e lupi sono alcuni degli

10 chilometri di curve nel nulla da Visso, sede del Parco, è il posto migliore

animali che si possono incontrare. All’interno del Parco ci sono 12 Centri

per integrarsi davvero nei Sibillini, per goderne il cibo, rigorosamente a

visita, 6 rifugi e ben 390 km di sentieri attrezzati e segnalati tra cui il

chilometro zero (ricotta indimenticabile, specie quella del mattino con pane

Grande Anello dei Sibillini, un percorso di 124 km per chi vuole scoprire

e marmellata!) e rivedere la sera quelle stelle che sono nel cielo da miliardi

ogni angolo del Parco.

di anni e che non riusciamo quasi mai a vedere davvero. Per non parlare degli “integratori tipici” di queste parti: Ciauscolo (salame a pasta morbida,

I consigli di Soul Running

incredibile sui crostini caldi...), prosciutto di Norcia, pecorini vari e ottimo

Per dormire: un posto su tutti, il Rifugio Cupi. Immerso completamente nella

vino. Non c’è di meglio dopo una giornata a zonzo sulle alte creste!

natura dei Sibillini e in un caratteristico paese perfettamente conservato. E’ come sentirsi a casa e si mangia divinamente!

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Sui Sibillini c’è tanto da fare, tanto da correre, tanto da inventare. Cartina

Per mangiare: ristorante La Filanda e trattoria Richetta, entrambi a Visso

del Parco alla mano, con tutti i sentieri segnati, è possibile crearsi il proprio

Per gli “integratori”: Alimentari-salumeria Fratelli Alesi, nella bellissima

percorso, la propria avventura, a tavolino. Un parco giochi unico per il

piazza di Visso. Pane casareccio, pecorini di tutti i tipi e prosciutto di Norcia

trailer alla ricerca di una montagna semplicemente diversa, unica, che ti

tagliato al coltello. Non c’è miglior merenda!

segna non solo i muscoli ma anche il cuore.

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Sibillini’s Equipment Foto di Veronica Pons e Andrea Pizzi

Le nuove Rapa Nui Comp di Hoka, dove averci positivamente colpito durante le prove della nostra Guida TEST 2013, sono state ottime compagne di viaggio sui sentieri dei Sibillini. Incredibile quanto poco tempo ci voglia per abituarsi al loro particolare design e incominciare a spingere, specie in discesa!

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Camelbak Ultra Trail Vest, ovvero portar con sé tutto ciò che serve per una giornata di trail indossando praticamente un gilet. Il carico, sacca idrica compresa, è localizzato a livello lombare, mentre le pratiche tasche posizionate sugli spallacci permettono di riporre gel, barrette, macchina fotografica...estremamente comodo e funzionale. Noene Nonostante le scarpe utilizzate siano state pensate per offrire la massima comodità e assorbimento degli urti il lavoro delle solette Noene “vien fuori” alla distanza: nessun dolore ai piedi nonostante tante ore di sterrato, nessuna ripercussione su ginocchia, anche o schiena. Sottili, impercettibili ma efficaci.

ROAD - BONDI B

Uvex Active e SGL 202 Polar i modelli utilizzati durante le due giornate di corsa. Leggeri e fascianti, con lenti polarizzate e fotocromatiche.

Distribuito da Abc Distribution - info@abcdistribution.it

Avvolgere e sostenere le muscolatura, questo l’obiettivo dei capi Skins A200. Praticamente una seconda pelle, grande libertà di movimento.

Natura vita e Gel Oxsitis Masticare una barretta sotto sforzo può essere un’impresa: salivazione azzerata, difficoltà a deglutire...poi prendi una di queste barrette e ne apprezzi il gusto, la morbidezza, la praticità d’uso (già suddivisa in piccoli bocconi) e soprattutto la facilità con cui si possono mangiare anche durante la corsa senza alcun problema. Tanti i gusti, da sbizzarrirsi. Innovativi anche i gel Oxsitis: differenti preparazioni in base alla temperatura di utilizzo, facili da ingerire grazie alla loro consistenza liquida, meno viscosa rispetto ad altri gel. Gusto sempre gradevole e completi in ogni nutriente.

TRAIL - RAPA NUI

www.hokaoneone.eu


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