Soul
RUNNING
PERIODICITÀ TRIMESTRALE - NUMERO 8 - NOVEMBRE 2013 - GENNAIO 2014 - EURO 5.00
THE SOUL EXPERIENCE:
Gran Sasso d’Italia
Dolomiti
Extreme trail
Val di Zoldo
COVER STORY La seconda vita “trail” di un grande campione
Alpe di Siusi
Incontro Tor 2013 Lombardia Run The Top Road to Wine Trail Ultra Cavalls del Vent
Dolomiti extreme Trail
Di Davide Orlandi, foto di Augusto Mia Battaglia, Andrea Valsecchi e Emanuele Bunetto
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NUVOLE ALL’ORIZZONTE NON PERVENUTE. UNO SPLENDIDO E SINCERO SOLE DI FINE SETTEMBRE CI ACCOGLIE E CI ACCOMPAGNA. IL MASSIMO CHE SI POSSA CHIEDERE AL METEO PER AFFRONTARE UN PERCORSO ESTREMAMENTE IMPEGNATIVO COME IL TRACCIATO DELLA DXT IN VAL DI ZOLDO.
Equipaggiamento basic e molta, moltissima voglia di correre. Correre e conoscere. Sveglia dalla Luigia e dall’Arcangelo, indimenticabile la loro gentilezza e le loro marmellate fatte in casa! Centro di Forno di Zoldo, incontriamo Fausto, il runner più minimal che abbia mai visto, sarà la nostra “balise” vivente. Il Soul Team è al completo anche oggi: Tite e Davide, gambe e fiati, arrangiamenti a cura di Mia, ritmiche dettate da Fausto, Pasolo e l’orchestra accompagnano il tutto con melodiche ed armoniche soste a sorpresa. E allora Start....andante moderato.
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Il ruvido asfalto si abbandona praticamente subito. Ponte a destra e via per strada bianca alternata a single track che invitano alla corsa. Sfilano antichi Tabià, capolavori di architettura contadina, semplici ed armoniosi. Ci si addentra nel bosco per 12 chilometri. La luce non filtra e le Dolomiti si nascondono. Il bianco, l’argento, l’oro della dolomia si scorgono a tratti, ma la sinfonia è solo all’inizio non si può certo svelare tutto subito.
Primo Passaggio. Andante Rapido. Posso Duran. Il regno di Marcello. Un uomo forte che ha attraversato quasi un secolo. Esce dal suo rifugio, stringe le mani di tutti. Bikers, runners, escursionisti, tedeschi e italiani. Ci racconta la sua storia, i suoi sacrifici per poter realizzare il suo sogno: aprire un rifugio su quel passo. Marcello il suo sogno l’ha realizzato e tutti noi ne possiamo godere. Dal Duran il panorama si apre, gli spazi diventano immensi, l’occhio precede di molto le gambe che ancora non sanno che cosa le aspetta.
Secondo Passaggio. Lento. Ancora poco bosco, un rifornimento naturale d’acqua e poi si smette di ridere. Le mani si piantano sui reni, i gomiti larghi e alti come piccole ali per permettere alla cassa toracica di aprirsi il più possibile ed ossigenare i muscoli portati allo spasimo nella salita al bivacco Grisetti. 600D+ in poco più di un chilometro su terreno iper tecnico.... ho detto tutto! 32
Dal Bivacco si scende vertiginosamente, percorrendo un canalino ripido davvero spettacolare. Terminata la discesa ci aspettano altri 900 metri di salita, per completare i 2500 di giornata.
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Terzo Passaggio. Lentissimo Estremo. Si sale. Tanto. I passi sono lenti. Si supera nuovamente quota 2000 puntando in alto fino a scontrarsi letteralmente con la parete sud del Civetta, la tocco, l’accarezzo. I miei neuroni spenti dalla fatica si risvegliano ed accendono lampadine: Rolando Larcher sulla Torre Trieste apre e libera “Mezzogiorno di fuoco”, Stefano De Benedetti scende la nord con gli sci, imprese epiche di personaggi da leggenda. Ora qui manca un record di Kilian per entrare ancora nella storia...chissà. Quello che è certo è che questo terreno è per lui: tecnico, ripido, esposto...unico! Scusate la divagazione, dove eravamo rimasti? Già! Finalmente arrivati sul sentiero che costeggia la parete sud del Civetta. Qui, se ne hai, puoi correre veloce (io mi trascino) sul sentiero che conduce all’anfiteatro pietroso chiamato Busa del Zuiton, dominato da due torri, la Valgranda e la Alleghe alla sua destra: spettacolari passaggi tra le rocce, molto impegnativi che richiedono anche una certa esperienza di “montagna”. Il classico “piede sicuro”.
Quarto Passaggio. Mosso. Piccola fuga. Dalla Busa al Rifugio Coldai: attenzione e sangue freddo per gli strapiombi e i passaggi attrezzati, e poi giù velocissimi fino alla Malga Pioda dove ci si disseta e si può tirare un po’ il fiato pensando al prossimo obiettivo, piantato gloriosamente dinnanzi agli occhi: Il Pelmo,”Il Cargegon”.
Quinto passaggio. Allegro, andante Il mattino dopo riprendiamo il cammino dalla Pioda e accompagnati da un meteo a dir poco favoloso partiamo leggeri verso i Col dei Baldi e la Fertazza, sentieri e sterrati larghi in mezzo a pascoli rigogliosi, salita scalda muscoli al colle Monte Crot e poi un po’ di fresco e una scorrevole discesa in mezzo agli abeti fino al Passo Staulanza. Qua si corre e i forti fanno la differenza. Si allunga....o si recupera per chi ha osato troppo nei tratti precedenti. La gara si fa interessante!
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Breve sosta ristoratrice al rifugio Staulanza e poi si affronta la salita che conduce sotto la parete meridionale del Pelmo, il “Caregon di Dio, letteralmente il “trono di Dio”. Il sentiero che costeggia e gira intorno a questo enorme “pezzo di Dolomia” in direzione est è un falsopiano sempre corribile. Si viaggia veloci contornati da pietre chiarissime e bassi cespugli di conifere, un autentico divertimento che esalta le doti di corsa e resistenza dei trailer veloci.
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Gran Finale Dopo questo autentico bagno di sole si scende a quota foreste e si percorrono da qui in poi sentieri puliti e molto scorrevoli sulla dorsale settentrionale della Val di Zoldo che portano prima al Sas de Formedal e, successivamente, dopo una veloce discesa al Passo Tamai, preludio all’ultima salita, breve ma molto impegnativa, che si apre sulla cima del Monte Punta a quota 2000 mt. Una specie di osservatorio naturale. UNICO! Il panorama che si gode sulla radura di questo colle è incredibile, non a caso la montagna è stata interamente fortificata e trincerata ai tempi della “Grande Guerra” per l’indubbia posizione strategica, si possono ammirare tutti i massicci dolomitici e le valli sottostanti: il Sella, la Marmolada, le Tofane, il Faloria, l’Antelao, il Bosco Nero, il Mezzodì sono lì a portata di mano. Uno spettacolo che non si può perdere! I militari oltre alle trincee hanno lasciato un sentiero che poi si trasforma in strada bianca: in condizioni quasi perfette per noi è l’ultima fatica di giornata, 8 km di discesa in cui far andare le gambe che in un attimo bruciano i quasi 1100 mt di dislivello che ci separano dall’arrivo. Si scende prima vorticosamente poi con pendenze più lievi fino ai borghi di Casal, Bragarezza e Dozza per arrivare a Pieve di Zoldo dinnanzi alla splendida chiesa di San Floriano, quota 900 mt arrivo della DXT e termine della nostra Soul Experience. L’appuntamento con le Dolomiti più vere e veraci non si può perdere! Questa l’unica conclusione che la mia testa appagata, le mie gambe stanche, i miei occhi ancora meravigliati possono trarre. Da Soul Runner ciò che posso dire a voi trailers è: “chi non si iscrive è un sacripante” Gialappas docet!
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Il regno dei giganti di dolomia Di Andrea Valsecchi
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Dolomiti extreme Trail
A volte capita di rispondere ad una telefonata di lavoro con una persona
Punta, un “colle” boscoso che spiana a quota 2000 metri e che permette
fino ad allora sconosciuta e sin dalle prime parole trovare un’immediata
allo sguardo di spaziare a 360 gradi su tutte le Dolomiti.
sintonia. Poi capita di arrivare all’appuntamento con la stessa persona nei luoghi in cui vive e lavora, luoghi che sono anche i protagonisti di
Il Soul Team si è preso coscienziosamente due giorni per correre,
questa Soul Experience, e vedere confermate tutte le aspettative, le
analizzare e testare questo percorso in completa autosufficienza. La
sensazioni.
soddisfazione di averlo affrontato e “chiuso” è stata pari a quella degli
Quando questo accade e si è accolti da persone “vere” e appassionate,
atleti che lo hanno fatto in gara e che prossimamente ci proveranno.
allora bisogna catalogare questi eventi in una casella particolare, quella
Una soddisfazione che ha toccato sia chi ha corso sia chi ha solo
dei momenti importanti, dei posti a cui legarsi e in cui sei sicuro farà
accompagnato e scattato foto come il sottoscritto.
sempre piacere poterci tornare. Una comunità montana forse poco conosciuta ai più, la Val di Zoldo, adiacente geograficamente a luoghi ben più rinomati come le valli del Cadore e di Cortina d’Ampezzo. Un gruppo di Zoldani doc che con amore, intraprendenza e passione ha puntato su un’ idea “nuova” ed ha costruito in pochi mesi una gara di Trail Running, che, percorso alla mano, ci è parsa subito di prima importanza per tecnicità, variabilità del percorso e spettacolarità: la Dolomiti Extreme Trail, di cui si disputerà la seconda edizione il prossimo 7 giugno 2014. Il team di Soul Running composto da Davide Orlandi e dalle collaudate ed esperte Tite Togni e Mia Battaglia ha avuto il piacere e la fortuna di testare l’intero percorso in uno scenario straordinario grazie a due giornate di pieno sole e scarsa ventilazione, in cui si è potuto correre senza assilli, godendo ogni centimetro dei sentieri, senza vincoli cronometrici e rapiti da paesaggi indimenticabili. Ho avuto la possibilità di assistere e fotografare il Soul Team in condizioni ottimali per due giornate intere, arrampicandomi sugli stessi sentieri usufruendo della “guida” di Paolo Franchi, organizzatore ed ideatore della DXT, che mi ha condotto con sapienti scorciatoie nei luoghi focali e più rappresentativi del percorso. Due giorni indimenticabili passati tra il massiccio del Civetta ed il Pelmo, due maestosi “giganti rocciosi” incastonati come gioielli tra panorami mozzafiato. Quello della gara è un tracciato da percorrere con un occhio al sentiero e l’altro che scappa via, attirato forzosamente dai colori e i giochi d’ombra che le massicciate imponenti di questi monumenti della natura impongono alla vista. Appena si esce dai boschi rigogliosi di larici ed abeti ci si trova in un anfiteatro naturale tra i più belli al mondo. Impressionante ed emozionante la vista che si gode in cima al monte
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Dopo due giorni intensi ed emozionanti provo già un po’ di nostalgia per gli amici zoldani che ci hanno coccolato durante questa avventura. Gente semplice che ama la propria Valle e rispetta la montagna, accompagnatori impareggiabili nel descriverci luoghi, tradizioni e “leggende” che mi hanno fatto amare ogni momento trascorso con loro, sia sui sentieri che alla sera seduti intorno al “fogher”, davanti ad un tagliere di polenta e “pastin”. Un posto “vero” in cui gli abitanti vogliono promuovere la qualità della vita attraverso il trascorrere naturale del tempo senza ostentazioni, orgogliosi di un passato difficile e “povero” in cui gli zoldani hanno saputo resistere a periodi di condizioni economiche limite che hanno forgiato il loro carattere e l’affezione a questi luoghi. Le tradizioni di questa valle sono tutte basate sulla cultura contadina e artigiana, sui lavori che via via nel tempo si sono inventati per migliorare le condizioni di vita: minatori e chiodaroli nel XVIII e XIX secolo, contadini e venditori di pere cotte ad inizio 900 per poi reinventarsi esperti gelatai nel periodo del boom economico italiano. Una valle che si è svuotata e poi ripopolata ad ondate successive e che ora vede in un turismo selezionato ed educato un possibile sbocco. 40
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La natura è la protagonista assoluta di questi luoghi e solo chi la ama e la rispetta può apprezzare ciò che offre la Val di Zoldo con i suoi piccoli borghi, che vedono disseminate sui pendii vecchi Tabià, tutti perfettamente ristrutturati, ed ammirabili per le loro armoniche strutture in legno. Un luogo, La Val di Zoldo, ed una gara, la DXT, che si compenetrano profondamente. Chi affronta una competizione su questo tracciato, sia per vincere che per portarla a termine, comprende subito che il territorio, i luoghi e la sua gente sono ciò che permette al percorso di gara di avere una “storia”. Un posto dove correre e un posto dove stare. Un grazie a Paolo, Arcangelo, Corrado, Luigina, Emanuele, Fortunato, Fulvio e tanti altri che hanno pensato e promosso la DXT e accolto con tanta amicizia Soul Running in casa loro.
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Soul Equipment for Dolomiti Extreme Trail SAUCONY Grande esclusiva per il team di Soul Running: la nuova Powergrid Xodus 4.0. Evoluzione importante rispetto al modello 3.0 testato lo scorso marzo per la nostara Guida TEST 2013: suola Vibram in composto esclusivo XS-Trek, invariato il disegno del battistrada, eff iciente in ogni condizione. Intersuola in leggerissima Eva SSL, prerogativa dei modelli Saucony e differenziale di 4 mm. Protettiva e stabile ma anche veloce e reattiva anche grazie al supporto mediale integrato nella chiusura.
RUDY PROJECT Rydon, Firebolt e Zyon, questi i differenti modelli di occhiali messi a disposizione del team da Rudy Project. Tre prodotti concepiti per lo sport outdoor e con caratteristiche tecniche ideali per la grande variabilità di condizioni che si incontra nel trail. Tutti molto leggeri, estremamente versatili, con montature studiate per dare la massima protezione, anche laterale, ai nostri occhi. Lenti ImpactX Photocromatic ad alta adattabilità, indistruttibili, garantite a vita e con protezione dai raggi UV.
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DARE 2b Dare 2b è un marchio nuovo per il panorama italiano del trail e Soul Running ha colto subito l’occasione per averlo come partner in questa avventura. Abbiamo avuto quindi l’opportunità di testare sul campo una serie di capi che fanno della semplicità il loro punto di forza: materiali e accorgimenti tecnici di qualità per prodotti esteticamente sobri, essenziali ma sempre con il giusto f itting, confortevoli, leggeri e veloci da far asciugare.
REGATTA Leggero, resistente, capiente e confortevole l’Hydro Pack di Regatta, prodotto che ha completato l’ottima dotazione tecnica di questa Soul Experience. Dotato di una sacca idrica da 1,5 L, inserti riflettenti ma soprattutto un’imbragatura comoda e ben regolabile.
ISOSTAD Formula isotonica, mix di carboidrati selezionati, vitamine B1, C ed E, questa la bevanda “uff iciale” del Team targata Isostad. Per calmare invece i morsi della fame durante la corsa ci siamo aff idati alle barrette ad alto contenuto proteico Isostad Powerplay con copertura al cioccolato, ingrediente sempre amato in montagna!
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