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siNisa, UN UoMo Vero daLLa testa ai Piedi
fiorentina-bologna, l’occasione per ricordare Mihajlovic
Nel suo periodo fiorentino non è diventato un eroe
Ma la tifoseria lo ha apprezzato per le sue qualità umane ed è stato forte il cordoglio per la sua scomparsa
Difficile raccogliere l’eredità di Prandelli Ma per rispettare la parola data rinunciò all’Inter
LUCa CaLaMai
E’ arrivato a Firenze nel momento sbagliato. Scelto dalla famiglia Della Valle e da Pantaleo Corvino dopo il brusco e inatteso divorzio da Cesare Prandelli. Che, grazie ai risultati e al suo stile, era diventato un “figlio” della città. Sinisa è tutta un’altra storia. Carattere forte, ruvido. Mihajlovic non frequenta gallerie d’arte, non vive la vita della città ma lavora a testa bassa al Centro Sportivo per aiutare la squadra viola a compiere l’ultimo salto di qualità. A diventare a pieno titolo una squadra da Champions.
La prima stagione di Sinisa non è all’altezza delle aspettative. Nono posto in classifica, quindi fuori dalle Coppe con un dato statistico curioso: la formazione viola chiude il torneo con ben quindici pareggi. Colpa di un reparto offensivo incapace di finalizzare le idee tattiche del tecnico serbo.
Mihajlovic giorno dopo giorno entra nel tessuto di Firenze. Parliamo del campionato 2010-11. Il pianeta viola nel giudicare il tecnico serbo ha imparato ad andare oltre le apparenze. A quei suoi modi che, a prima vista possono sembrare altezzosi. Quasi volesse tenere un distacco tra lui e una Firenze che si nutre di calcio. Il vero Sinisa invece è uno splendido compagno di viaggio. Complice di qualsiasi iniziativa a sfondo benefico, duro nel pretendere dal suo gruppo di lavoro lacrime e sangue per essere sempre al meglio, rispettoso di quella che era la catena di comando del club. Rispettoso anche troppo visto che, nel suo ciclo, la proprietà ha scelto di fare un passo indietro sul piano degli investimenti. L’ostacolo insolubile invece è il rapporto con i nostalgici di Prandelli e con quella frangia del tifo (sempre più corposa) che ha dichiarato guerra alla famiglia Della Valle. Sinisa si ritrova nel mezzo, Protagonista involontario di un clima nel quale fare calcio è sempre più complicato. In una delle sue interviste parlando del periodo viola il tecnico osservò, con una punta di amarezza.
“A Firenze mi fischiavano anche quando vincevamo”. Nella primavera del 2011 a Mihajlovic arriva una proposta dall’Inter. Probabilmente era la sfida che aspettava. Che sognava. Il 99 per cento degli allenatori avrebbe salutato tutti prendendo il primo treno per Milano. Contratto o non contratto. Ma Sinisa è sempre stato diverso.
Mantenere la parola data non è una un’opzione ma un dovere. Ma, probabilmente, qualcosa non funziona più. L’Inter volò via e Mihajlovic rimane alla guida di una Fiorentina sempre meno ambiziosa. Risultato, il 7 novembre del 2011 il tecnico serbo fu esonerato dopo la sconfitta per 1 a 0 contro il Chievo. Al suo posto arriva Delio Rossi, quello che fece a pugni con Ljajic durante una partita di campionato. La squadra viola si salva all’ultima giornata di campionato con Vicenzo Guerini in panchina. Sinisa non è diventato un eroe di Firenze.