Fuori gli attributi e ricordiamoci chi siamo
MArIo teNerANIInutile far finta di niente, è un momento molto delicato per la Fiorentina. La squadra viola è involuta, il mercato non dà frutti, la classifica presenta impietosamente il conto: un solo punto a partita in 10 gare. Tutto il resto è fuffa. Speriamo di sbagliarci, ma a quasi un terzo del cammino stagionale, di solito gli indizi ci sono e in questo caso sono tutt'altro che felici. La Fiorentina sembra costantemente frenata, viaggia in terza,
Questo risalta agli occhi. Anche nell'ultima trasferta di Lecce le difficoltà sono state evidenti nel primo tempo, meglio nella ripresa, ma il pareggio che ne è scaturito, serve davvero a poco. I viola hanno bisogno di un filotto di vittorie per rimettersi a posto, però così è dura pensare che si possa mettere insieme. E ora al Franchi arriva l'Inter di Inzaghi. I nerazzurri sono in ripresa netta, fanno paura. La differenza tecnica, ma soprattutto fisica, a favore dell'Inter è dannatamente palese. Eppure la Fiorentina deve farcela, in tutti i modi.
Intanto tirando fuori i famosi attributi, poi giocando a calcio, quella cosa che nella stagione scorsa i viola sapevamo fare benissimo e che adesso sembrano incapaci di ricordare. I tifosi, come sempre, faranno tutto e anche qualcosa in più per aiutare la Fiorentina a risalire la china. Frangente duro. Spetta solo alla squadra mettersi alle spalle il momento buio e tornare a sperare in qualcosa di bello.
Il momento è molto delicato Il Franchi può dare una grossa manoVincenzo Italiano Nico Gonzalez
Kouamé, da esubero a indispensabile
È rimasto a Firenze quasi per caso Poi il suo mondo si è capovolto e adesso è l’uomo a cui aggrapparsi per superare una fase molto delicata
• toMMAso borGHINIÈrimasto a Firenze quasi per caso, ma adesso è diventato insostituibile. La Fiorentina riparte da Christian Kouamé, indiscutibilmente il suo uomo più in forma. L’ivoriano, partita dopo partita, si è conquistato la fiducia di Vincenzo Italiano, sfoderando prestazioni da giocatore completo. Il tecnico viola ha cominciato impiegandolo da esterno alto nel suo 4-3-3, salvo dirottarlo al centro dell’attacco
per poi riportarlo sulla fascia, affidandogli compiti non solo offensivi. Ruoli che il giocatore acquistato dal Genoa nel gennaio del 2020 ha ricoperto con sorprendente naturalezza, riuscendo ad andare in gol per 3 volte (2 in campionato e 1 in Conference) e distribuendo assist ai compagni (ben 4, 1 in campionato e 3 in Conference). Ma non è tutto qui: Christian ha lavorato per la squadra con spirito di abnegazione,
impegnandosi a fondo in rientri difensivi che hanno garantito equilibrio. Nell’ultima gara di Lecce, in particolare, è stato l’autentico uomo – ovunque, protagonista di almeno due salvataggi difensivi, con la squadra sbilanciata in avanti, oltre che autore della rete del pareggio, con un perentorio colpo di testa. Una metamorfosi che ha dell’incredibile, se si pensa al giocatore spaesato e spento, visto nei suoi primi mesi fiorentini. Periodo nel quale veniva criticato aspramente anche dalla tifoseria, che non gli aveva risparmiato i fischi per le sue prestazioni poco convincenti. La stessa società aveva praticamente deciso di liberarsene, prestandolo prima in Belgio, all’Anderlecht, e aspettando quest’estate soltanto l’offerta giusta per cederlo a titolo definitivo. Poi, nel corso del ritiro di Moena, il mondo di Kouamé si è improvvisamente capovolto. La sua brillantezza fisica, finalmente recuperata dopo il grave infortunio al ginocchio subito quando ancora vestiva la maglia del Genoa, lo ha messo sotto i riflettori di Italiano che ha chiesto la sua conferma, impiegandolo da titolare fin dalla prima giornata di campionato contro la Cremonese. Da quel giorno il destino dell’ivoriano è cambiato e adesso la Fiorentina non può fare a meno di lui, come appiglio a cui aggrapparsi in un momento di estrema difficoltà. Sperando che i compagni di squadra seguano presto il suo esempio, fatto di umiltà, abnegazione e quel pizzico di coraggio in più che ti può cambiare la vita.
Gol, assist, ma anche umiltà e quel coraggio che manca a molti compagniChristian Kouamé
Adani: “In campo i duelli e il coraggio”
Il doppio ex, oggi apprezzato commentatore della rai:
“Fiorentina-Inter è la mia partita e me l’aspetto equilibrata Capisco la delusione viola, ma Italiano ha tutto per fare bene Il miglior difensore gigliato? Dodo, è di un altro livello”
• IlArIA MAsINI«N
on dimenticherò mai il gol che ho fatto al 91’ nel gen naio del 2000 che ha decre tato la vittoria della Fiorentina per 2-1 contro l’Inter. Mi ricordo esattamente tutto come se lo vivessi in questo mo mento. Quindi il corner, la respinta, la rete e la corsa sotto la Curva Fiesole. Indimenticabile, anche l’investitura del Trap che alla fine disse che ero in discutibilmente un titolare di quella squadra». Daniele “Lele” Adani, doppio ex, inizia così il racconto della “sua” Fio rentina-Inter.
Daniele Adani, è più innamorato di Fiorentina o Inter?
«Il cuore ce l’ho nel River Plate, ma ho dei ricordi stupendi delle squadre in cui ho giocato e quei cinque anni, dal 1999 al 2004, fra Fiorentina e Inter sono stati l’apice della mia carriera. Questa sicura mente è una mia partita».
Le piace di Vincenzo Italiano?
«Le idee invecchiano presto e anche gli stimoli quindi il bravo allenatore è quello che sa continuare a incidere, cambiare, adattarsi alle varie situazioni. Capisco la delusione della gente per la partenza faticosa o dopo
sconfitte come quella con la Lazio, ma credo che lui abbia tutto per fare molto bene. Ha la passione, il coinvolgimento, le idee. C’è pessimismo fra i tifosi quando si fa fatica a raccogliere punti per una squadra che non è riuscita a sostituire un top come Vlahovic, però la Fiorentina ha in panchina una perso na molto seria, preparata».
“Vorrei commentare un titolo per Firenze È l’ora di scalzare La Coppa Italia che vincemmo nel 2001”
“Daniele Adani in viola
Qual è il vero valore dei viola?
«Io mi aspetto la Fiorentina della Scozia, non certo quella della Lazio. E uno Jovic come quello di Edimburgo. È un attaccante da diversi colpi, di status internazionale e a bocce ferme credo ancora che la scelta di Jovic sia stata giusta, sperando che non sia frenato dai problemi fisici».
Può far paura l’Inter vista nel doppio confronto con il Barcellona?
«Nelle notti di Champions ha stupito, ma credo debba migliorare perché ha perso giocatori importanti e ha ricostruito tutto su Lukaku. Quindi se lui sta bene può lottare ancora per lo scudetto ma mi pare comunque depotenziata rispetto all’anno scorso».
Che partita sarà?
«Equilibrata perché vanno in campo i duelli, il coraggio. Pensiamo a Fiorentina-Juventus che doveva essere sospesa per manifesta superiorità dei viola».
La difesa della Fiorentina le piace?
«Tendenzialmente non impazzisco per nessuno dei singoli, ma se rimangono concentrati sono tutti buoni calciatori, anche Igor che parte un filo indietro e va un po’ educato. Però è un mancino, classe ‘98, forte fisicamente, veloce. Difenderanno davvero bene quando difenderanno tutti e quattro con una testa sola perché singolarmente possono avere tutti dei difetti, invece se lavorano come reparto possono essere competitivi».
Cucina senza glutine
Chi è il più forte dei difensori?
«Dodo. Anche se lo abbiamo visto ancora poco, basta per capire che ha un modo di giocare moderno e grandi qualità. È di un altro livello».
Lei adesso è commentatore Rai. Cosa le piacerebbe dire della Fiorentina?
possono una piazza calda, importante, mi piace tutto
«Vorrei commentare una grande vittoria. Penso che sia arrivato il momento di scalzare il nostro titolo, la Coppa Italia del 2001. Mi piacerebbe accompagnare la Fiorentina alla conquista di un trofeo perché i tifosi se lo meritano. Firenze è una piazza calda, importante, mi piace tutto di questa città».
Desolati: “vi racconto la mia tripletta all’Inter”
l’ex attaccante, prossimo a entrare nella Hall of Fame: “ricordo alla perfezione quella partita con i nerazzurri Mi marcavano Facchetti e bini, ma non mi presero mai la Fiorentina di oggi? troppi cambi, serve uno zoccolo duro”
• loreNZo MAtteuCCIHa legato la sua storia calcistica alla Fiorentina e a Firenze. La sua carriera è stata contraddistinta da grandi tinte viola: dieci anni all’ombra della Torre di Maratona con acuti importanti, quali ad esempio la tripletta contro l’Inter. In vista della sfida in cui i viola di mister Vincenzo Italiano incontrano i nerazzurri, abbiamo contattato Claudio Desolati per farci raccontare quel giorno della tripletta e per parlare del momento attuale della squadra gigliata.
Iniziamo dal pre-partita di quel Fiorentina-Inter. Che ricordi ha?
«Ricordo tutto alla perfezione. Andammo in ritiro a Montecatini per preparare al meglio la partita. La domenica mattina facemmo una passeggiata dopo colazione, si rideva e si scherzava e Bruno Beatrice, che era in camera con me, mi chiese chi mi avrebbe marcato. Gli risposi che per chiunque sarebbero stati dolori, mi sentivo davvero bene».
Poi arrivò la partita. «Tutto andò davvero come dissi al povero Beatrice. Fare tre gol all’Inter non era da tutti in quel periodo. Alla fine mi marcarono Bini e Facchetti, facevano un po’ a turno. Io sfruttai la mia velocità, loro erano alti e lenti, in quella partita non mi presero mai. Con Antognoni ci fu la stessa intesa di sempre e io, rispetto ai difensori, sapevo dove sarebbe arrivato il pallone.
Con quella vittoria scavalcammo l’Inter al terzo posto e riuscimmo poi ad andare in Coppa Uefa».
Veniamo ai giorni nostri, come vede questo inizio di stagione della Fiorentina?
«Lasciatemi dire che mi dispiace, in primis per la gente che va allo stadio e per tutti i tifosi. Potessi dare una mano… (ride, ndr). Difficile dare un giudizio, si vede che ci sono delle difficoltà specie in campionato, sembra quasi che manchino dei punti fermi. Italiano ha una bella gatta da pelare».
Si riferisce ai troppi cambi di formazione?
«Sì, mi sembra di vedere dei giocatori un po’ spaesati.
Capisco che il calcio sia cambiato dai miei tempi però rimango dell’idea che uno zoccolo duro una squadra lo debba avere, poi si possono fare alcune rotazioni ma non stravolgere».
Visto che di gol e attaccanti lei se ne intende, che giudizio ha del reparto offensivo viola?
«Mi sembra che al di là di tutto ci sia troppa fretta per fare gol. Però se ripenso alle ultime gare non si può dire che la squadra non crei ma da quelle posizioni bisogna segnare. In particolare mi riferisco alla gara persa contro la Lazio. I discorsi e la sfortuna stanno a zero. Oltre agli attaccanti però vedo poca personalità anche dei centrocampisti.
Nessuno che provi il tiro potente da fuori, c’è troppa paura di sbagliare».
Cosa dovrebbero fare i giocatori e il tecnico per invertire la rotta?
«Non ho la bacchetta magica o la soluzione per tutto, però intanto inizierei a pensare che non bisogna giocare per il possesso palla ma per vincere. Perciò quando arriva il pallone si deve puntare la porta, non tornare indietro. Per me giocare veloce è affrontare gli avversari e calciare in porta. Passarsi il pallone non è gioco veloce. Mi sembra di vedere sempre il solito spartito, pochi cross pericolosi e poche azioni in velocità o in superiorità numerica nella metà campo avversaria. Tutte cose che l’anno scorso accadevano regolarmente mentre in questo inizio di stagione latitano, ecco che la Fiorentina fa fatica. Speriamo che il rientro a pieno regime di Nico Gonzalez dia una mano in questo senso».
Concludiamo questa chiacchierata ricordando che tra poco entrerà ufficialmente nella “Hall of Fame Viola”, un suo commento per questo riconoscimento.
«Non me l’aspettavo, sono sincero. Pensavo che altri giocatori meritassero questo riconoscimento prima del sottoscritto ma è un onore entrare a farne parte. Mi rende orgoglioso e si vede che ho fatto bene nei miei anni con la maglia viola addosso».
“Io nella Galleria della Fama? Un grande onore che non mi aspettavo”
“Un giovane Claudio Desolati (al centro) a cena con Antognoni e Roggi
Mazzola: “Che sfida Gonzalez-lautaro!”
• GIACoMo CIAlDILa Fiorentina è a caccia della pri ma vittoria contro una big, dopo i pareggi contro Napoli e Juven tus e le sconfitte subite con Atalanta e Lazio. Una vittoria che sarebbe vi tale per i ragazzi di Italiano per conti nuare a sognare un altro campionato, a cullare altre ambizioni. Sulla strada dei viola, arriva quest'oggi l'Inter di Simone Inzaghi, in una sfida che al Franchi non vede la squadra di casa vittoriosa dall'aprile del 2017: 5-4 il risultato finale, con doppietta di Ba bacar, dopodiché tre pareggi e due sconfitte. Per parlare del momento delle due squadre e della gara che ci aspetta, il Brivido Sportivo ha inter vistato in esclusiva Sandro Mazzola, bandiera nerazzurra degli anni '60 e '70.
Mazzola, dovesse descrivere la Fiorentina di quest'anno con un aggettivo quale utilizzerebbe? «Mm... Imprevedibile».
È così imprevedibile, secondo lei? «Be' sì, abbastanza. Quest'anno ci sono state buone partite e altre gare dove invece ha fatto una fatica incredibile a fare gioco e creare oc casioni da gol. Penso alla Conferen ce League, dove abbiamo visto una buona Fiorentina tutto sommato. In campionato ci sono stati molti alti e bassi, ad esempio le buone prove con Napoli e Juventus che si sono al ternate a prestazioni incolore come quelle contro Bologna e Udinese. Non si sa mai cosa aspettarsi, quan do scende in campo la Viola».
Come possiamo spiegarci questo rendimento?
«Dovremmo essere dentro lo spoglia toio, vedere gli allenamenti, per capi re con certezza cosa porti una buona squadra come è la Fiorentina a incap pare in queste difficoltà. Certamente gli avversari hanno studiato, e quindi conoscono maggiormente, il calcio di Italiano. Dopodiché ci sono alcu ni singoli che non stanno rendendo per quelle che erano le aspettative di inizio stagione. Uno su tutti Jovic, dal quale era lecito attendersi ben altro impatto, ma non soltanto lui».
Perché stanno deludendo a suo avviso?
«Primo, perché il campionato italiano non è così semplice come lo si dipin ge certe volte: c'è molta tattica, tante squadre giocano un calcio difensivo e attento, ci sono tante pressioni. Secondo, perché i calciatori, e in par ticolare gli attaccanti, per rendere al meglio necessitano di una squadra che funziona. La Fiorentina, come detto, non sta girando come lo scor so anno, perciò anche i singoli fanno fatica».
Quindi cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi? Condivide lo scetticismo di molti tifosi?
«I tifosi hanno quasi sempre ragione, in particolare i fiorentini che di calcio si intendono come pochi altri. Detto ciò, aspetterei a bocciare squadra, allenatore e calciatori: la stagione è ancora molto lunga e ci sono tempo e modo per risalire la classifica o, an cora più probabile, andare avanti in Europa. Aspettiamo un attimo a dare giudizi troppo severi».
Una squadra che andrà avanti in Europa, per adesso, è la sua Inter. Che giudizio si è fatto sulla creatu ra di Inzaghi?
«È una buona squadra, una rosa piuttosto completa e competitiva, ma resto volutamente cauto perché quando penso che i nerazzurri siano forti poi scopro che non lo sono, e viceversa.
L'Inter, come la Fiorentina, è impre vedibile: può battere chiunque, ma può anche farsi male con le proprie mani».
Una sfida tra due squadre impre vedibili, dunque: come finirà?
«Aaahhh, qui ci vuole Nostradamus! [ride, ndr] Può sembrare una frase fatta, lo so, ma è davvero una gara che può finire in tutti i modi. Sono quasi certo la Fiorentina partirà forte, farà la partita all'inizio, dopodiché uscirà la qualità dell'Inter».
Chi potrebbe deciderla?
«Lautaro Martinez per i nerazzurri, perché è un grande giocatore e può inventare qualcosa in ogni momen to. Nico Gonzalez per la Fiorentina: se la Viola non è andata benissimo in questa prima parte di stagione è anche per l'assenza dell'argentino... un calciatore davvero fondamentale per Italiano».
l a b andiera nerazzurra: “Gara imprevedibile fra due squadre da cui non si sa mai cosa aspettarci I due argentini saranno gli uomini più pericolosi Prevedo una Fiorentina aggressiva e un’Inter sorniona”
“Ho simpatia per i fiorentini che s’intendono di calcio come pochi altri”
“Sandro Mazzola Mazzola con Armando Picchi e la Coppa dei Campioni vinta dall'Inter nel 1965
battistini: “Fiorentina, attenta alla difesa!”
l’ex capitano viola, con trascorsi in nerazzurro: “ l à dietro ho notato troppi errori per superficialità In certe situazioni bisogna badare soltanto al sodo Il rientro di Milenkovic può essere determinante”
• luCIA PetrArolILa sfida contro l'Inter non è mai una gara banale. Chi meglio di Sergio Battistini, ex capitano vio la, può raccontarci questa atmosfera. Lui che ha lasciato un pezzo di cuore a Firenze. Lui che ha giocato nell'allora viola targata Roberto Baggio. Dopo i 5 anni passati alla Fiorentina, nel 1990 si è trasferito all’Inter dove ha giocato per 4 stagioni con 155 presenze e 13 reti. Entrambe le squadre oggi non vi vono momenti facili, ecco che l'ex di fensore viola fa il punto insieme a noi.
Battistini, come giudica la Fiorenti na di oggi?
"Il gioco della Fiorentina della scorsa stagione era una novità, adesso le al tre squadre conoscono i viola a livello tattico, quindi deve essere bravo l'al lenatore nel cercare di trovare delle varianti per mettere in difficoltà gli avversari".
Quanto è importante mantenere l'obbiettivo Europa?
"È un obbiettivo importante, di pre stigio e la Fiorentina ha le capacità e l'organico per arrivare in fondo alla Conference League. Logico che biso gna sempre essere al cento per cen to, sia in coppa che in campionato. In questo senso fanno la differenza la rosa lunga e la preparazione giusta, in un campionato inedito con il Mondia le di mezzo".
Problema centravanti: bisogna dare tempo ai giocatori a disposi zione di italiano?
"Perdere un giocatore come Vlahovic non è stata cosa da poco, riuscire a rimpiazzarlo non è facile.
Kouame sta facendo bene, può esse re una buona soluzione. È indubbio però che manchi qualcosa. Vanno trovate alternative, magari sul mer cato. Anche se nel calcio di adesso sono pochi i calciatori che fanno la differenza".
La difesa viola la soddisfa? "Ci sono state diverse sbavature in alcune partite recenti, dovute alla su perficialità. In certi momenti bisogna badare al sodo e nella Fiorentina non è sempre stato così".
Milenkovic quanto è importante? "È fondamentale per la difesa, ci sono state molte disattenzioni in sua as senza.
Lui può dare quella sicurezza che manca, con una difesa alta, perché ha personalità e comanda tutto il re parto".
Che partita si aspetta con l'Inter ? "È una gara aperta, visto il momento delle due. La vedo equilibrata, nel cal cio di adesso tutto è imprevedibile. Entrambe le squadre devono cresce re se vogliono ambire a posizioni di vertice".
Si aspettava un'Inter così distante dalla vetta?
"L'anno scorso l'Inter giocava meglio, quest'anno è oggettivo che abbia delle difficoltà. È indietro. Credo sia un problema generale dell'ambiente, non di un solo elemento".
Quali sono i suoi ricordi più belli del passato viola e nerazzurro?
"A Firenze sono stato 5 anni, ed ero anche capitano. Erano gli anni di Ro berto Baggio. Nella prima stagione siamo arrivati quarti, poi abbiamo fatto campionati collocandoci set timi-ottavi in classifica. Era un'altra Fiorentina, con un altro modo di gio care. All’Inter sono arrivato nel 1990. È stato il mio periodo più bello a livello di soddisfazioni sportive. A Milano siamo riusciti a vincere per due volte la Coppa Uefa, nel giro di 4 anni".
Cosa pensa del presidente Commisso?
"Le società oggi, prima di tutto, devo no avere una solidità. E Commisso mi sembra la stia dando.
Poi bisogna avere vedere quali sono i programmi per
"L'Inter è forte, ma quest'anno si può battere Vedo un match equilibrato"
“Sergio Battistini (secondo in piedi da destra) nella Fiorentina del 1990 Battistini in maglia nerazzurra
CALENDARIO SERIE A
Verona
Lazio
Spezia
Monza
Lecce
Sampdoria
Salernitana
4ª GIorNAtA (31 agosto 2022)
Atalanta – Torino Bologna – Salernitana Empoli – Verona Inter – Cremonese Juventus – Spezia Napoli – Lecce Roma – Monza Sampdoria – Lazio Sassuolo – Milan Udinese – Fiorentina
8ª GIorNAtA (2 ottobre 2022)
Atalanta – Fiorentina Empoli – Milan Verona – Udinese Inter – Roma Juventus – Bologna Lazio – Spezia Lecce – Cremonese Napoli – Torino Sampdoria – Monza Sassuolo – Salernitana
GIorNAtA (4 settembre 2022)
Cremonese – Sassuolo Fiorentina – Juventus Verona – Sampdoria Lazio – Napoli Milan – Inter Monza – Atalanta Salernitana – Empoli Spezia – Bologna Torino – Lecce Udinese – Roma
GIorNAtA (9 ottobre 2022)
Bologna – Sampdoria Cremonese – Napoli Fiorentina – Lazio Milan – Juventus Monza – Spezia Roma – Lecce Salernitana – Verona Sassuolo – Inter Torino – Empoli Udinese – Atalanta
Roma
Cremonese Sampdoria
Juventus Sassuolo
Lecce Torino
Lazio Udinese
Salernitana
GIorNAtA (11 settembre 2022)
Atalanta – Cremonese Bologna – Fiorentina Empoli – Roma Inter – Torino Juventus – Salernitana Lazio – Verona Lecce – Monza Napoli – Spezia Sampdoria – Milan Sassuolo – Udinese
Cremonese
Torino Fiorentina
Napoli Verona
Atalanta Juventus
Roma Lazio
Inter Lecce
Empoli Milan – Bologna Monza – Udinese Salernitana
Sampdoria Spezia
Sassuolo
GIorNAtA (18 settembre 2022)
Bologna – Empoli Cremonese – Lazio Fiorentina – Verona Milan – Napoli Monza – Juventus Roma – Atalanta Salernitana – Lecce Spezia – Sampdoria Torino – Sassuolo Udinese – Inter
Atalanta – Sassuolo Empoli – Monza Verona – Milan Inter – Salernitana Lazio – Udinese Lecce – Fiorentina Napoli – Bologna Sampdoria – Roma Spezia – Cremonese Torino – Juventus
Atalanta – Lazio Bologna – Lecce Cremonese – Sampdoria Fiorentina – Inter Juventus – Empoli Milan – Monza Roma – Napoli Salernitana – Spezia Sassuolo – Verona Udinese – Torino
Sampdoria
Bologna Napoli
Sassuolo
Fiorentina Torino
Milan
20ª GIorNAtA (29 gennaio 2023)
Atalanta – Sampdoria
Bologna – Spezia Cremonese – Inter Empoli – Torino Juventus – Monza Lazio – Fiorentina Lecce – Salernitana Milan – Sassuolo Napoli – Roma Udinese – Verona
24ª GIorNAtA (26 febbraio 2023)
Bologna – Inter Cremonese – Roma Empoli – Napoli Verona – Fiorentina Juventus – Torino Lazio – Sampdoria Lecce – Sassuolo Milan – Atalanta Salernitana – Monza Udinese – Spezia
28ª GIorNAtA (2 aprile 2023)
Bologna – Udinese Cremonese – Atalanta Empoli – Lecce Inter – Fiorentina Juventus – Verona Monza – Lazio Napoli – Milan Roma – Sampdoria Sassuolo – Torino Spezia – Salernitana
21ª GIorNAtA (5 febbraio 2023)
Cremonese – Lecce Fiorentina – Bologna Verona – Lazio Inter – Milan Monza – Sampdoria Roma – Empoli Salernitana – Juventus Sassuolo – Atalanta Spezia – Napoli Torino – Udinese
25ª GIorNAtA (5 marzo 2023)
Atalanta – Udinese Fiorentina – Milan Inter – Lecce Monza – Empoli Napoli – Lazio Roma – Juventus Sampdoria – Salernitana Sassuolo – Cremonese Spezia – Verona Torino – Bologna
29ª GIorNAtA (8 aprile 2023)
Atalanta – Bologna Fiorentina – Spezia Verona – Sassuolo Lazio – Juventus Lecce – Napoli Milan – Empoli Salernitana – Inter Sampdoria – Cremonese Torino – Roma Udinese – Monza
22ª GIorNAtA (12 febbraio 2023)
Bologna – Monza Empoli – Spezia Verona – Salernitana Juventus – Fiorentina Lazio – Atalanta Lecce – Roma Milan – Torino Napoli – Cremonese Sampdoria – Inter Udinese – Sassuolo
26ª GIorNAtA (12 marzo 2023)
Bologna – Lazio Cremonese – Fiorentina Empoli – Udinese Verona – Monza Juventus – Sampdoria Lecce – Torino Milan – Salernitana Napoli – Atalanta Roma – Sassuolo Spezia – Inter
GIorNAtA
Bologna – Milan Cremonese – Empoli Fiorentina – Atalanta Inter – Monza Lecce – Sampdoria Napoli – Verona Roma – Udinese Sassuolo – Juventus Spezia – Lazio Torino – Salernitana
Sassuolo
Spezia
la nostra partita del secolo
Il 4-3 sull'Inter del 12 febbraio 1989 è indelebile per chi ama la Fiorentina u na incredibile rimonta, firmata dalla b 2 risolta nel finale con un gol-beffa di b orgonovo
• rubeN loPes PeGNAQuando si pensa a una partita emo zionante finita quattro a tre in Italia il ricordo va alla semifinale del mondia le in Messico del 17 giugno 1970 vinta dagli azzurri di Valcareggi ai tempi supplementari. Per chi ama la Fiorentina, invece, c'è un altro quattro a tre, per i viola naturalmente, che ri mane indelebile per la gioia regalata ai tifosi dopo novanta minuti di rara intensità. La sfida del Comunale di Firenze tra Fiorentina e Inter del 12 febbraio 1989 resta tra le più belle tra quelle giocate tra le due squadre. La vittoria della squadra gigliata, guidata dal tecnico svedese Sven Goran Eriksson, viene propiziata dalla formidabile B2. La B2 è la straordinaria coppia d'attacco, formata da Roberto Baggio e Stefano Borgonovo (arrivato in prestito dal Milan), protagonisti non solo della partita ma di un campionato bellissimo. Baggio realizza 15 reti, Borgonovo 14. Dei 44 gol segnati dalla Fiorentina in tutto il torneo, la B2 ne sigla 29, ovvero i due terzi. Quel giorno di febbraio con il sole alto nel cielo ma con un forte vento di tramontana, al Comunale di Firenze, la Fioren tina, settima in classifica, affronta la capolista Inter, ancora imbattuta, nel match dell'ultima giornata (la diciassettesima) del girone d'an data. La gara sembra mettersi male per i viola, perchè al 13' l'Inter passa in vantaggio con un rigore trasformato da Matthaus e concesso per un fallo di Hysen sul giocatore tedesco.
Alla mezzora, intanto, Giovanni Trapattoni (allenatore della Fiorentina per due stagioni, nel 1998/99 e nel 1999/00) è costretto a so stituire il frastornato ex Nicola Berti (ceduto nel mercato estivo ai nerazzurri), subissato dai fischi e dagli insulti dei suoi vecchi tifosi che non gli perdonano il passaggio all'Inter dopo aver proclamato amore eterno per la Fiorentina. Al suo posto, entra Beppe Baresi. Al 33' Baggio firma il gol dell'1-1. Con questo risultato si va all'intervallo. Nella ripresa al 7' la Fiorentina passa in vantaggio grazie a un gol dell'ex Enrico Cucchi (in prestito dai neraz zurri ai viola). Il centrocampista gigliato batte Zenga con un tiro in diagonale. L'Inter non ci sta e in cinque minuti ribalta il risultato. Al 10' Serena, su azione d'angolo, segna il gol del pareggio e due minuti dopo, sempre di testa, firma il gol del sorpasso. La Fiorentina sembra subire il colpo ma non è a così. E al 28' entra in scena Borgonovo che, su assist di Cucchi, rea lizza, sotto la curva Fiesole, il gol del 3-3. I tifosi viola si esaltano. Ma il bello deve ancora veni re. A cinque minuti dalla fine, Bergomi tenta di passare il pallone all'indietro a Zenga ma non si accorge che c'è in agguato Borgo novo. Borgogol raccoglie l'assist involon tario del difensore nerazzurro e segna la rete della vittoria, quella del quattro a tre, dopo una partita davvero me morabile. La Fiorentina infligge così ai futuri campioni d'Italia la prima sconfitta del campionato.
Gelato Artigianale di Alta Qualità
Aperti dalle 12 alle 24
Per i gigliati segnò anche il compianto Cucchi, ex di turnoStefano Borgonovo
Hall of Fame viola, ritorno in grande stile
Dopo lo stop forzato causato dalla pandemia, riecco l’appuntamento con i grandi della storia Quest’anno saranno accolti nella “Galleria degli onori” ranieri, Paloscia, Carpanesi, Desolati, Pin e Frey
• toMMAso borGHINIFinalmente, dopo lo stop forzato causato dalla pandemia, tornerà in scena la Hall of fame Viola, l’appuntamento ormai tradizionale per celebrare i grandi protagonisti della storia della Fiorentina. L’evento, organizzato dal Museo Fiorentina, si svolgerà lunedì 24 ottobre nell'Auditorium "Cosimo Ridolfi" di Intesa Sanpaolo, a partire dalle 20:30. Quest’anno, in base al responso del Collegio del Marzocco, nella “Galleria degli Onori” della Fiorentina saranno accolti Claudio Ranieri, Raffaello Paloscia, Sergio Carpanesi, Claudio Desolati, Celeste Pin e Sebastien Frey. Ranieri, che sarà inserito nella categoria Allenatori, è stato tecnico viola per cinque stagioni (dal 1993 al 1997) e durante la sua gestione, partita dalla Serie B, ha condotto la Fiorentina ad alzare al cielo una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana (entrambe nel 1996).
Nella categoria Ambasciatori entrerà a far parte Raffello Paloscia, figura storica del giornalismo fiorentino, che ha raccontato con grande competenza e passione le gesta della squadra viola negli ultimi settant’anni. Nella categoria Giocatori saranno iscritti Sergio Carpanesi, calciatore dell’epoca della Grande Fiorentina (dal 1955 al 1959), Claudio Desolati, attaccante viola tra il 1971 e il 1981 (con 58 reti all’attivo), Celeste Pin, difensore gigliato per quasi un decennio (con 268 presenze, dal 1982 al 1991) e Sebastien Frey, grande portiere della Fiorentina di Cesare Prandelli (con 218 partite ufficiali disputate).
Come ricorda il Museo, la Fiorentina è stata il primo club italiano ad inaugurare la propria Hall of Fame nello scorso 2011, esempio poi seguito da altre società storiche del panorama nazionale.
Merlo: “Io giocherei con il doppio mediano”
l’ex centrocampista scudettato, con un passato all’Inter: “lo schieramento a due darebbe maggiore equilibrio Amrabat è bravo, ma tocca troppe volte la palla Attenzione ai nerazzurri perché se sbagli non perdonano”
• DANIele tAIutIViola sospesi fra ambizioni e paure, la mediocrità ancora come fedele e scomoda compagna di viaggio. Una squadra ingrigita dal poco talento, e dall’inespressione di quello presente. Tuttavia una sana incoscienza non fa da alleata nel duellare coi i propri limiti, impegnati a recitare a memoria un calcio che gli avversari hanno già imparato. Ne parliamo con Claudio Merlo, protagonista di una Fiorentina che ha fatto del talento e della sfacciataggine due appigli con cui rovesciare la storia, vincendola, 11 maggio 1969, campioni d’Italia.
Claudio Merlo, il difficile momento attuale della Fiorentina è frutto di che cosa, soprattutto? “Il gol, una chimera. Ho visto la partita con la Lazio, sembrava una partita irreale; noi un sacco di occasioni sprecate, loro 2 tiri e 2 gol. Giochiamo sempre spalle alla porta, diventa difficile realizzare; se gli esterni hanno paura di sbagliare, non tirano e non saltano l’uomo, e i centrocampisti non si buttano dentro. Le colpe non coinvolgono solo Jovic, più una seconda punta, e Cabral ma tutta la squadra”.
Il centrocampo della Fiorentina fatica a ingranare; problema di singoli o di modulo?
“Amrabat tocca troppe volte la palla, in quella posizione massimo due tocchi… Mandragora può giocare più avanti, ne ha le possibilità, Bonaventura e Barak possono e debbono fare di più. Attendendo il rientro di Castrovilli, uno che cerca sempre l’inserimento. Io rispetto le scelte di Italiano, ma sono dell’idea che si debba avere sempre uno schieramento fisso, a cui apportare delle modifiche, senza stravolgimenti. Poi impiegherei sempre il doppio mediano davanti alla difesa, e 4 uomini offensivi”.
Di cosa necessita la Viola per recuperare il gap da chi la precede?
“La classifica della Fiorentina non è veritiera, non rispecchia il valore della rosa.
Ed è pure brutta, perché squadre come Monza e Salernitana stanno facendo molto bene, difficili per tutti da affrontare. I gigliati debbono uscire al più presto da quella posizione, per evitare pericoli inattesi”.
Fiorentina-Inter, che partita è lecito attendersi?
“Italiano gioca sempre alla stessa maniera, a prescindere dall’avversario. La Fiorentina tenterà di fare gioco anche con l’Inter, sperando di sbagliare il meno possibile davanti al portiere, perché la rosa nerazzurra è fornita di elementi che al primo errore ti castigano”.
Italiano e Inzaghi si assomigliano?
“Non vedo tante analogie fra i due, il mister viola punta più sul possesso palla, Inzaghi, pur facendo vedere dell’ottimo gioco sia a Roma con la Lazio sia adesso all’Inter, si affida di più alle individualità, potendo beneficiare di un organico superiore”.
Che ricordi ha delle due squadre?
“A Firenze bellissimi, sono arrivato da ragazzo è ho vinto uno scudetto storico per la città, sarò per sempre legato a Chiappella da un ricordo indimenticabile; colui che mi ha fatto esordire in Serie A. E mi aveva voluto all’Inter. Mi sono trovato però molto male, per colpa di Sandro Mazzola, la mia presenza minacciava la sua intoccabilità. Per cui non mi vedeva di buon occhio, mettendomi tutta la stampa contro. Col resto dei compagni del tempo invece ho da subito instaurato ottimi rapporti”.
"Italiano vuole lo stesso atteggiamento contro tutti... un pregio e un limite"
“
bat tocca inClaudio Merlo con Giancarlo Antognoni
l’urlo salvezza di Pino brizi
Nel maggio 1971 il gol del difensore tolse la Fiorentina dal baratro al 90° minuto l’ultima vittoria risale all’aprile 2017 quando i viola di s ousa superarono l’Inter di Pioli
• Ruben Lopes pegnaDelle sfide tra Fiorentina e Inter resta indimen ticabile quella del 16 maggio 1971, alla pe nultima giornata, finita 2-2 grazie a un gol di Giuseppe Brizi, scomparso il 9 giugno di quest'an no a 80 anni. I nerazzurri avevano già conquistato matematicamente lo scudetto. I viola di Oronzo Pugliese che lottavano per la salvezza passarono in vantaggio con l'ala Giorgio Mariani (morto nel 2011) dopo 20 minuti. L'Inter pervenne al pareggio con Jair al 29' della ripresa e al 33' Mazzola firmò la rete del sorpasso. La Fiorentina era con un piede in serie B. Attaccò tenacemente e al 90' Brizi, lo stopper (uno dei difensori centrali di oggi), realizzò (lui che non era un goleador; 2 centri in 280 gare in serie A con la maglia viola) la rete del definitivo 2-2 che permise ai viola con il pareggio a Torino con la Juve la settima na successiva di salvarsi.
L'ULTIMO CONFRONTO Il match del Franchi del 21 settembre dell'anno scorso fu amaro per la Fiorenti na, sconfitta per 3-1 dopo essere passata in vantag gio nel primo tempo con un gol di Sottil. Nella ripre sa per l'Inter segnarono Darmian, Dzeko e Perisic. I nerazzurri avevano vinto per 2-0 con le reti di Barella e Perisic. anche il match precedente a Firenze, quello del 5 febbraio 2021.
L'ULTIMO PAREGGIO Risale al 15 dicembre 2019. L'incontro finì 1-1 con i gol di Borja Valero per l'Inter nel primo tempo e di Vlahovic al 92'.
L'ULTIMA VITTORIA DELLA FIORENTINA I viola dell'ex Paulo Sousa si imposero sull'Inter di Stefano Pioli per 5-4 con doppiette di Vecino e Babacar e gol di Astori nel match giocatosi al Franchi il 22 aprile 2017. Per i nerazzurri che, a due minuti dal novante simo perdevano 5-2, segnarono Perisic e Icardi una tripletta. La squadra viola aveva vinto anche i 2 in contri precedenti a Firenze. Nel 2015/16, sempre con Paulo Sousa in panchina, si impose in rimonta per 2-1.
Dopo il gol di Brozovic segnarono Borja Valero e Ba bacar, quest'ultimo al 92'. Nel 2014/15 la squadra di Montella vinse per 3-0 con gol di Babacar, Cuadrado e Tomovic.
LA VITTORIA CON IL MAGGIOR SCARTO DI RETI A FIRENZE La Fiorentina la ottenne nel campionato 1951/52 quando si impose per 5-0 con una doppiet ta di Pandolfini, futuro giocatore dell'Inter, e i gol di Roosemburg, Lefter e Giancarlo Vitali.
NEL SEGNO DI PASSARELLA Il libero argentino, futuro giocatore nerazzurro, realizzò una doppietta all'Inter nel match del 3 novembre 1985 vinto dalla Fiorentina di Agroppi per 3-0.
LA TRIPLETTA DI AURELIO MILANI Il futuro cen travanti dell'Inter con cui vincerà scudetto e Coppa dei Campioni realizzò in maglia viola tre gol ai ne razzurri nel match vinto dalla Fiorentina di Hidegkuti al Comunale il 21 gennaio 1962 per 4-1 (l'altra rete la realizza Can Bartù). A fine campionato Milani si aggiudicò la classifica dei cannonieri insieme al mi lanista Altafini.
rocco… “giocala giocala giocala!”
Intonando le note di una canzone del “blasco” proviamo a chiedere al presidente di inserire davvero in dirigenza un uomo che farebbe da collante fra squadra, società e ambiente: un certo Gabriel omar batistuta
• LuCa CapannIRiassunto della puntata precedente: nell'edizione della gara con la Lazio (quant’è finita? Boh, abbiamo rimosso) in questa rubrica abbiamo scherzato immaginando una doppia intervista in stile “Iene” a Commisso e Batistuta. Ripartiamo da lì, ma stavolta siamo seri. Sì perché, saltando il refrain “servono un difensore, un centrocampista e un attaccante” (non perché non lo condividiamo, ma perché è trito e ritrito), ci vogliamo concentrare su un altro aspetto: quello mentale. Infatti noi non ci crediamo, no, non è possibile: la Fiorentina vista finora (salvo sparute eccezioni) non è lei, con erroriorrori individuali che hanno superato la fantasia del miglior Dario Argento. Secondo noi questa squadra, per lasciarsi alle spalle l’abisso, deve riemergere a livello mentale prima ancora che tecnico. E per perseguire questo delicato obiettivo sarebbe di grande aiuto un uomo di calcio, un uomo-simbolo, uno con gli attributi e, soprattutto, uno per cui l'insuccesso non è un'opzione. Se i nostri colori fossero rossoneri, quel nome sarebbe Ibrahimovic. E’ un giocatore ancora in attività, ma il suo arrivo è stato un elettroshock prima di tutto psicologico a prescindere dalle sue presenze in campo. Nel calcio si dimentica in fretta, si vive di certezze contemporanee e temporanee che si dissolvono il giorno dopo, ma qualcuno forse ricorderà in che condizioni era il Milan a quei tempi: Rebic era Cabral, Leao era Ikoné. Ora Leao è nella lista dei candidati al Pallone d’Oro. Merito di Pioli, per carità, ma merito anche di qualcuno in grado di attaccare i giocatori all’armadietto (in senso figurato… forse) se li vedeva troppo farfalloni.
Qualcuno come lo svedese, appunto, che alla fine ha giocato poco a causa degli infortuni ma che ha dato una lisciata contropelo a tutto l’ambaradan. Tornando a noi, il nome è, l'avrete capito, uno solo, da inserire in dirigenza come collante fra squadra, società e ambiente.
Se il problema è di tipo mentale ecco il nome giusto per risolverlo
E aggiungiamo che, nello specifico, forse non si è proposto col metodo giusto: invece che tramite i giornali avrebbe dovuto candidarsi in separata sede ecc ecc. O magari l'ha fatto. Il punto è: chi se ne frega! Commisso è un calabrese orgoglioso e fiero, proprio come noi fiorentini (che non a caso siamo guelfi e ghibellini da secoli, chiedete a Dante...).
E anche come collante fra qualche calciatore troppo distratto e gli armadietti, se serve (sempre metaforicamente). Battute a parte, sappiamo bene cosa vuol dire un nome così pesante per un presidente: vuol dire che, se ti si rivolta contro, il pubblico va con lui; vuol dire che non accetta di fare lo yes-man (ma non servono yes-men).
Però qui la posta in gioco è alta, e l’occasione è preziosa. Intoniamo quindi al presidente le note del Blasco: “Corri e fottitene dell’orgoglio, ne ha rovinati più lui che il petrolio. Ci fosse anche solo una probabilità, giocala giocala giocala!”. Quella probabilità, che ve lo diciamo a fare, si chiama Gabriel Omar Batistuta.