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graziani: “Si può vinCere La Coppa”

L'ex allenatore viola della cavalcata uefa 1990: "non vedo squadre nettamente superiori rimaste e' giusto sognare e aspirare al successo finale Cabral? finalmente un centravanti vero a firenze"

• LORENZO MATTEUCCI

La stagione della Fiorentina sta vivendo un momento d’oro. C’è un mantra nel calcio, in cui si afferma che per ottenere risultati importanti le squadre devono presentarsi in forma in primavera…se davvero è così, la squadra di Vincenzo Italiano l’ha seguito alla lettera. Dopo il rotondo successo per 4-1 in Polonia, al Franchi va in scena il ritorno contro il Lech Poznan con vista sulla semifinale di Conference League dove sfiderà la vincente della partita tra Basilea e Nizza. Per l’occasione abbiamo contattato Ciccio Graziani, ex attaccante viola ma soprattutto allenatore (subentrato al posto di Bruno Giorgi) di quella Fiorentina che arrivò a giocarsi la finale di Coppa Uefa contro la nemica storica Juventus nel 1990.

Come arriva la squadra a questo finale di stagione?

«Ci arriva bene, la vedo in grande forma e consapevole dei propri mezzi. Dopo Verona è accaduto qualcosa di speciale e da lì abbiamo rivisto la Fiorentina che tutti noi volevamo. L’inizio di stagione è stato difficile per i tanti impegni ma quelli ci sono anche adesso, penso che ci sia voluto tempo per portare in forma i tanti giocatori e per trovare la quadra con i nuovi innesti. Ora però c’è la consapevolezza di essere una squadra in gamba e compatta. Chiunque affronta la Fiorentina adesso sa di giocare contro una squadra forte».

Dove pensa possa arrivare in Europa?

«Facciamo pure tutti gli scongiuri del caso ma è giusto sognare e non vedo perché non si possa aspirare ad arrivare in finale e magari vincere. Ad oggi non vedo squadre nel tabellone nettamente superiori».

Le serate europee che stimoli offrono?

«Tanti e tutti belli, non capisco gli allenatori che snobbano le coppe per concentrarsi sul campionato. Europa è sinonimo di visibilità, di prestigio e può portarti ad arrivare a giocatori importanti».

Se dovesse indicare un nome su tutti per questo finale di stagione?

«Non amo particolarmente questo giochino. Vero che i giocatori bravi fanno la differenza ma è il gruppo, la compattezza di esso che poi ti aiuta ad arrivare ai traguardi ed è quello che vedo nei viola. La forza sta nel gruppo, tutti remano dalla stessa parte e allora è anche più facile per il singolo emergere e far vedere le proprie qualità».

Come giudica il lavoro di Vincenzo Italiano?

«Tecnico giovane, con idee e spirito di sacrificio.

Con l’impegno europeo anche lui si è trovato a dover crescere sotto molti aspetti. C’è voluto del tempo ma credo non gli si possa rimproverare granché. Se vedo la Fiorentina oggi non posso che fargli i complimenti».

Come vede Arthur Cabral là davanti?

«Ho sempre detto che Cabral è un buon giocatore, anche quando non riusciva a rendere in partita. Sono contento per lui perché finalmente stiamo vedendo un centravanti a Firenze. Mi auguro che possa togliersi tante altre soddisfazioni».

Mentre Luka Jovic sta incontrando qualche difficoltà di troppo?

«Sono d’accordo e mi dispiace. Lo vedo come un corpo estraneo. Sembra uno con la pancia piena, che non gli interessa nemmeno più di tanto di quanto spazio gli viene dato».

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