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EVENTI - Cinque tappe di Freeride World Tour

CINQUE TAPPE DI FREERIDE WORLD TOUR

L’evento mondiale della neve fresca riparte dal Giappone per arrivare alla finale di Verbier. Centrale anche quest’anno sarà il tema della sicurezza. Con Vibram in prima linea

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Torna il Freeride World Tour, l’evento che porta i migliori atleti della powder a gareggiare in giro per il mondo inseguendo il titolo e un montepremi che per la prima volta si annuncia uguale per uomini e donne, una scelta che segna il primo passo del FWT verso un impegno per la parità di genere nello sci e nello snowboard freeride. La prima tappa è andata in scena sulle nevi giapponesi di Hakuba per proseguire con altri quattro appuntamenti a completare il circuito. Il Canada ha ospitato il secondo evento del calendario presso il Kicking Horse Mountain Resort dal 6 al 12 febbraio, mentre la prossima tappa è programmata a Arcalís, la località andorrana nota come stazione sciistica e utilizzata nel ciclismo come arrivo in salita, che vedrà il tour arrivare dal 28 febbraio al 4 marzo. Fieberbrunn, in Austria, sarà protagonista del quarto pit stop del tour dal 7 al 13 marzo, per arrivare alla finale che, come ogni anno avrà luogo a Verbier in Svizzera dal 28 marzo al 5 aprile”. Il Freeride World Tour si svolse per la prima volta nel 2008, per iniziativa della Nissan e degli organizzatori di alcune competizioni europee di freeride; vennero fissate cinque tappe e venne posta per premio la più grande cifra mai stabilita per una gara di sci fuoripista. La prima edizione della competizione è stata disputata esclusivamente da atleti invitati, ma dalla seconda è stato fissato un turno di qualificazione. In breve tempo, il FWT si è imposto come la più importante competizione di sci big mountain al mondo, e, in parte nel 2012, del tutto nel 2013, ha assorbito il

# TESTO: Sara Canali

più vecchio Freeskiing World Tour. A gareggiare sono sciatori e snowboarder, a cui sono dedicate due discipline separate a loro volta divise nelle categorie maschile e femminile. Ogni tappa del tour vede confrontarsi ogni categoria secondo un percorso libero che inizia da un cancelletto di partenza sulla cima di un monte e finisce con il traguardo a valle. Gli atleti sono liberi di scegliere la linea che preferiscono senza poterla provare prima della gara. All’arrivo sono giudicati da una giuria che assegna loro un punteggio da 0 a 100 e che si basa su dei criteri, come la scelta della linea in base alla sua difficoltà, il numero dei salti e delle acrobazie, la continuità della discesa, dove le pause vengono penalizzate, così come le cadute e infine anche la tecnica di discesa.

Mathis Dumas

UN NUOVO AMBASSADOR PER VIBRAM

Léo Slemett entra nel team dell’esagono giallo

Al fianco del Freeride World Tour, per il secondo anno consecutivo, ci sarà Vibram come sponsor, che vuole portare la sicurezza in una disciplina dove il controllo è fondamentale per la performance degli atleti. Per la stagione 2020 l’azienda di Albizzate ha annunciato inoltre un nuova partnership con il francese Léo Slemett, atleta classe 1993. Nato a Chamonix, nel cuore delle Alpi francesi, Léo è da sempre un grande appassionato di sci, disciplina che pratica dalla tenera età di tre anni, che evolve all’età di dodici quando comincia a dilettarsi nella neve fresca e nel fuoripista, e che lo porta nel mondo delle competizioni di freeride nel 2014. Dopo una serie di piazzamenti notevoli nel Freeride World Tour, è nel 2017 che Léo si aggiudica il primo gradino del podio della celebre competizione internazionale, entrando di fatto nella cerchia dei migliori freerider al mondo. Nel 2019 ha chiuso la gara al terzo posto del ranking a livello globale e quest’anno parteciperà nuovamente al campionato mondiale. Tra una serie di competizioni e l’altra, Léo è impegnato nella realizzazione di progetti video che lo portano a cimentarsi nelle più adrenaliniche evoluzioni di freeride in giro per il mondo.

Cosa ti ha conquistato del freeride? Prima di approdare al freeride ho fatto sci alpino e poi mi sono dato al freestyle. Quando ho avuto la possibilità di fare la pima competizione in neve fresca ho capito che era il modo di mettere insieme tutto quello che avevo fatto fino a quel momento: discesa ed evoluzioni. Ha costituito per me una sorta di pagina bianca dove ero libero di sciare come mi piaceva. È la libertà di questa disciplina ad avermi conquistato. Nel 2011 ho assistito alla mia prima finale di Verbier, dove a vincere fu Aurelien Ducroz, un freerider francese oggi diventato anche mio caro amico. Vedendolo trionfare ho capito che volevo fare la stessa cosa. Che cosa ti aspetti da questa stagione? Diciamo che non è iniziata come avrei voluto. Mi sono infortunato e questo mi ha obbligato a stare fermo le prime due tappe, quella giapponese e quella canadese. Da un mese mi sono rimesso sugli sci e mi sto allenando duramente per poter tornare competitivo e poter così fare bene nella tappa di Andorra.

Come è nata la collaborazione con Vibram? Ho conosciuto Vibram perché l’ho trovato ovunque: sulle mie scarpe da montagna, in quelle da running, negli scarponi da sci. L’anno scorso ho visto che l’azienda è diventata partner del Freeride World Tour e ho capito che aveva senso provare a contattarli per cominciare una collaborazione. Così, dopo circa cinque mesi dal primo contatto, ho siglato il mio contratto.

Cosa ti ha convinto della filosofia dell’azienda? Il fatto che sia un’azienda famigliare con valori reali verso lo sport, ma soprattutto il fatto che ci sia un investimento costante e importante nella ricerca e nell’innovazione. Nonostante sia un’azienda storica leader di settore, non smette mai di guardare al futuro. E questo lo si trova anche nella carriera di un atleta: ovvero non darsi mai per “arrivati”, ma provare a guardare sempre al futuro per migliorarci.

Oltre a rappresentare Vibram nelle competizioni di freeride, sarai anche impegnato nella collaborazione con l’azienda per lo sviluppo di nuove soluzioni. Cosa ne pensi di questo aspetto? Lo vedo come una grande opportunità nelle due direzioni. Per me per dare il mio apporto e imparare come funziona da dentro una realtà come Vibram, per l’azienda di rapportarsi con chi è davvero sul campo.

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