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DALLA TEORIA ALLA PRATICA
Oltre alla sponsorizzazione dell’evento e di alcuni test, il brand ha presentato due panel incentrati sul benessere del piede. Parlano il Dr. Dario Riva e l’esperto Angelo Belotti
Nei giorni di Riva del Garda, Vibram è stata protagonista di due incontri che ruotavano intorno all’universo del piede. Da una parte l’incontro con il Dr. Dario Riva M. D, head of scientific area per Vibram FiveFingers global category, che ha raccontato l’involuzione dell’arto inferiore a causa dell’utilizzo estensivo delle scarpe; dall’altra un educational con il posturologo clinico Angelo Belotti alla scoperta di una nuova educazione motoria. Un viaggio dalla teoria alla pratica nel mondo del piede, un sistema complesso, in grado di adattarsi all’ambiente e ai terreni più diversi. A conclusione, è stato proiettato il film “Sketching the future” dedicato a Kilian Jornet di cui Vibram è stato partner insieme a NNormal.
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IL RAPPORTO PIEDE E SCARPA: EVOLUZIONE O INVOLUZIONE - “I numeri del piede parlano da soli: 26 ossa, 33 articolazioni, più di 100 legamenti e oltre 20 muscoli tra intrinseci ed estrinseci. Un gioco di squadra che ha bisogno di essere sviluppato e mantenuto sin dalla giovane età”, così lo descrive il dottor Riva nel suo intervento. Focus di discussione nel primo panel è stato quello dell’uso estensivo delle scarpe e le sue conseguenze. “Le calzature sono passate da una funzione protettiva a una più diversificata e questo contribuisce alla regressione del piede: la parte anteriore è più costretta nella scarpa e tende ad assumere una forma trapezoidale anziché triangolare, per cui le dita non hanno spazio sufficiente per mantenere l’allineamento con i metatarsi”, commenta il medico. “C’è una maggiore tendenza all’alluce valgo, il mignolo scompare e il secondo dito assume una forma a martello perché sovrastato dall’alluce che, in carenza di spazio, devia verso l’esterno. Anche l’ammortizzazione toglie sensibilità all’arto”. Il wokshop si è poi spostato nell’ambito degli infortuni cosiddetti evitabili, ovvero quelli causati dal cosiddetto blackout propriocettivo, conseguente a un inadeguato allenamento dei muscoli stabilizzatori, dei legami e dei tendini. “Un piede performante eviterà molti infortuni e ne mitigherà altri, tant’è vero che, quando non c’è la preparazione muscolare adeguata, è molto più probabile che si verifichi il blackout. A tal riguardo, possono essere d’aiuto le Vibram FiveFingers, scarpe che consentono l’esperienza più simile a quella del piede nudo e gli lasciano la possibilità di muoversi più liberamente, condizione indispensabile per attivare la funzione e la struttura del piede”.
Educational Movement Process
Qual è l’idea alla base di Vibram FiveFingers?
Parlare di queste scarpe minimaliste richiede di entrare nella filosofia che si basa sul contatto diretto tra piede e terreno. Potremmo riassumerla in: “Essere come un albero che era stato in un vaso per anni e improvvisamente viene piantato per terra”. Si sperimentano nuove sensazioni, come rendersi conto di avere delle dita e poterle usare per camminare sentendo le differenze del suolo sotto il piede. Insomma, una vera e propria riscoperta di un universo sensoriale e motorio da rivalutare e riattivare.
Cosa si intende per educazione del piede?
Nell’educational proponiamo tre momenti distinti: know, meet, use. In primis bisogna conoscere i piedi e rendersi conto che rappresentano la connessione con la terra. Da essi il cervello riceve informazioni termiche, sensoriali, propriocettive e del dolore. Poi bisogna ricordarsi di averli, ridando loro la giusta attenzione e dedicando pochi minuti per eseguire semplici esercizi. Infine bisogna usarli camminando su superfici diverse per stimolarli e allenarli.
Quale è il processo che si deve seguire per arrivare a indossare queste calzature in modo continuativo?
È necessario un periodo di transizione prima di iniziare le attività in Vibram FiveFingers poiché, contrariamente alle calzature tipiche, eserciteranno uno stress diverso su muscoli e tendini dei piedi e dei polpacci. Se spingiamo al massimo, presi dall’entusiasmo dell’acquisto, o troppo in fretta, potremmo provare dolore, senso di oppressione o persino lesioni. È fondamentale iniziare lentamente e aumentare gradualmente la tolleranza per dare al corpo il tempo di adattarsi.
Cosa succede al nostro piede indossando le VFF per un periodo più lungo? Ritornare in una scarpa normale è come passare da uno smartphone di ultima generazione al telefono a filo: entrambi gli apparecchi svolgono la funzione di collegare le persone, ma il primo ha un potenziale enorme perché crea network. Ci preme dire che le VFF non sono per tutti: anche se impopolare, questa mia affermazione si basa sul mettere la persona al centro della nostra filosofia. Dalle risposte di chi si avvicina e utilizza con criterio le Vibram FiverFingers, abbiamo ottenuto delle valutazioni positive sulla libertà degli appoggi, sulla percezione di maggiore stabilità e minore costrizione a livello del piede. Poi, scendendo nel personale, c’è chi si sente più esteso, chi sta meglio con la schiena, chi vede il piede più aperto e chi, se prima faceva fatica a metterle, ora non se le leverebbe più.