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I Cappadocia in Turchia

Uno stop and go… on the road

In compagnia di Nico Valsesia e suo figlio Felipe. Nella regione semi arida della Turchia centrale: la Cappadocia

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_ testo e foto di Dino Bonelli

Sul tetto della macchina le biciclette gravel con cui divertirsi in ogni dove, ma non oggi, oggi si gioca a piedi.

Come altre volte a casa, oggi Nico Valsesia, poliedrico atleta di sport di resistenza e dell’estremo, di Borgomanero (NO), esce a correre col figlio Felipe, a cui di volta in volta mostra anche qualche trucco del mestiere. Oggi si corre in Cappadocia, la bellissima regione semi arida della Turchia centrale. Un insieme di valli in cui, nei millenni, l’erosione del vento, della pioggia e dei fiumi ha “scolpito” le bellezze rupestri che l’hanno resa talmente particolare da diventare una delle maggiori attrazioni turistiche dello Stato. Conformazioni granitiche piramidali (Cammino delle Fate), intarsiate da buchi e caverne che furono già le abitazioni dei popoli trogloditi, si contendono il primato di bellezza con le alte rocce, dalla forma fallica, che si allungano verso il cielo (Valle dell’amore). Dedali di raro fascino che oggi diventano il parco giochi di chi se li vuole godere correndo. Non c’è una via, non c’è un solo cammino segnato ma non ci sono nemmeno proibizioni, si può andare più o meno dove si vuole e questo aumenta le potenziali del gioco. Nico, fin da subito, detta il passo e quindi la direzione, Felipe, leggermente più alto e snello del padre, e logicamente più elastico, lo segue senza apparente fatica. Dove il terreno è più vario, dove serve l’esperienza, sembrerebbe che Nico possa ancora fare la differenza, mentre la dove il cammino ripiana o diventa comunque più regolare, dove c’è solo da allungare le leve, è l’elasticità dei 18 anni a venire fuori. Nonostante sia solo una corsa di perlustrazione, un modo veloce e sano di fare turismo, tra i due c’è competitività e appena la conformazione del terreno lo consente, il giovane affianca il genitore in affronti che sembrano guanti di sfida lanciati, gesti che sovente si tramutano in allunghi degni di finali olimpiche. Il gesto tecnico dei due, benché diverso nell’esecuzione, sottolinea la propensione familiare per lo sport di resistenza. Il parco giochi rupestre che ospita le loro corse evidenzia invece la bellezza di un’area storicamente strategica. Una zona che, per il suo posizionamento geografico, è stata tanto il crocevia di scambi commerciali tra il Medio Oriente e l’Europa, quanto terra di conquista, piuttosto che rifugio nascosto dei primi cristiani. Un affascinante composito geologico che ospita la storia di svariate culture, con il risultato di essere un posto veramente attraente che meritereb- Sul prossimo be una visita generale più lunga e approfondita. Ma numero oggi non c’è tempo, oggi si corre per vedere il più approderemo possibile prima di ripartire. La loro è stata una visita in Austria lampo, uno “stop and go - on the road”, una visita di corsa, in tutti i sensi.

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