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REPOWER: L’ENERGIA CHE (CI) SERVE
from Bikefortrade 01-2022
by Sport Press
Lo stand Repower a Eicma 2021
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Il gruppo Repower è entrato negli ultimi anni con decisione nel mondo della bicicletta, del cicloturismo e della mobilità in generale, con servizi e idee interessanti e virtuose. Abbiamo avuto modo di fare il punto con l’ad Italia del marchio, Fabio Bocchiola
Repower, azienda svizzera attiva nel settore energetico e delle fonti rinnovabili, rappresenta oggi uno dei player leader del settore della mobilità sostenibile, con diversi progetti e iniziative che stanno cambiando il modo di concepire gli spostamenti del presente e del prossimo futuro. All’evento di Eicma è stato possibile scoprire dal vivo i principali strumenti del brand: dalla famiglia dei cargo bike Lambro, con i due modelli LAMBROgio e LAMBROgino, firmati dal compasso d’oro alla carriera Makio Hasuike, passando per E-LOUNGE, la panchina per la ricarica di eBike, senza dimenticare il nuovo progetto dedicato al cicloturismo: DINAclub, il primo network di ricarica dedicato alla bicicletta a pedalata assistita. Abbiamo avuto modo di parlare in Fiera con Fabio Bocchiola, ad di Repower Italia.
Siete soddisfatti di come è andato l’ultimo anno?
È stato un anno curioso perché, in un periodo particolare a causa della pandemia, abbiamo saputo leggere il contesto di mercato, reagendo in maniera proattiva. È stato un anno quindi in cui abbiamo continuato a crescere, lavorando anche su nuove idee e progetti. I cargo bike LAMBRO, per esempio, abbiamo iniziato a commercializzarli quest’anno e questo significa che c’è stato un lavoro ben fatto durante il lockdown. Il ritorno a Eicma è una tappa importante per noi, ma non è un punto di arrivo. Vogliamo continuare a crescere in questo settore. L’approccio alla mobilità si sta trasformando in qualcosa di diverso rispetto al passato: oggi è più eterogenea, colorata e con forme più originali. Essendo una società di servizi per noi è importante essere vicini al mercato con cui ci confrontiamo, raccogliendo e portando nuove idee. In questo momento puntiamo molto sul tema delle ciclovie con il progetto DINAclub.
DINAclub cosa rappresenta per voi?
Con questo progetto, Repower aggiunge un tassello importante al proprio ecosistema della mobilità sostenibile: il mondo del cicloturismo e delle eBike. Con DINAclub ci poniamo un obiettivo ambizioso ma a portata di mano, ovvero elettrificare le ciclovie italiane. Abbiamo introdotto una forte dose di innovazione in questo progetto e miriamo a diventare un punto di riferimento per il cicloturismo e per l’indotto che genera. La ciclovia è un’opportunità e non è solo una strada che porta da un punto A ad un punto B. Abbiamo raggiunto un accordo con komoot, applicazione molto conosciuta dai ciclisti. Per noi creare il concetto di club tra tutti gli stakeholder con questa iniziativa è fondamentale. Aspetto chiave di DINAclub è l’attività di gamification, disegnata per valorizzare l’appartenenza al circuito e premiare la voglia di pedalare. A ogni host del circuito DINAclub viene infatti associato un QR Code, scansionando il quale l’utente avrà la possibilità di raccogliere punti utili per riscattare gratuitamente mappe regionali all’interno della piattaforma komoot.
A livello geografico dove siete posizionati e quali sono le prospettive del prossimo futuro?
Siamo partiti dalla ciclovia da Tarvisio a Grado, 80 km di ciclabile, dove abbiamo collocato 40 punti di ricarica. Da lì se ne sono aggiunti diversi in altre ciclovie e vediamo che sono molto gradite alla collettività perché, in parte, rappresentano dei segnavia. L’idea è seminare le nostre postazioni in giro per il nostro Paese, secondo una logica di marketing territoriale. Ci assumiamo un compito che normalmente è delegato alle agenzie del turismo. Questo è un circuito virtuoso tra ente privato e collettività.
È un’iniziativa che potrebbe anche essere portata fuori confine?
Secondo me sì. Noi siamo un operatore di matrice svizzera, ma con una gestione praticamente 100% italiana. Per il momento puntiamo a consolidare questo modello nel nostro Paese, ma sicuramente è un progetto che può essere esportato. Ci sono territori dove la ciclovia ha una lunga storia, ma per le eBike crediamo che sia ancora tutta da scrivere. Ci si può immaginare in futuro un bike sharing lungo questi percorsi. Sul modello del Cammino di Santiago o della Via Francigena, dove anche in passato c’erano tante osterie e locande che in realtà erano punti di aggregazione e di socializzazione. Il turista ha bisogno di questi luoghi.
Che tipo di feedback avete avuto dai cargo bike LAMBRO?
Sui cargo bike siamo appena partiti, il prodotto è nuovo per il nostro mercato, ma dai riscontri che abbiamo avrà grande respiro in contesti e per usi diversi, a cominciare dalla logistica di ultimo miglio in ambito urbano. Questi modelli possono contribuire a definire l’identità di un luogo e anzi vengono già percepiti in questo modo. La conferma si trova nel grande interesse manifestato dalle isole minori dove sono apprezzati come mezzi iconici per la mobilità locale. Questi prodotti sono stati progettati completamente in Italia e questo per Repower è motivo d’orgoglio.
Che novità ci possiamo attendere per il 2022?
Stiamo cercando di comporre un puzzle della mobilità a tutto tondo, partendo dal mondo dell’auto e della bici. Sicuramente dobbiamo riempire un po' questi tasselli. Il primo passaggio sarà sul mondo dell’auto. Il settore, in questo momento, prevede un salto abbastanza impegnativo per chi ospita un punto di ricarica o acquista un’auto elettrica a causa degli alti costi.
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