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DA NICCHIA, A CULT, A FENOMENO DI MASSA

Questa è stata in pochi anni l’evoluzione del mondo gravel. Delle sue potenzialità se ne è resa conto anche l’UCI, che prevede per il 2022 un Campionato del Mondo di disciplina

Gravel. Gravel. Gravel. È sempre la stessa risposta a una semplice domanda: “qual è stato il trend più seguito del 2021?”. Una parabola crescente che non vede la fine per questa disciplina. Sulle pagine di Bikefortrade abbiamo creduto fin da subito in quella che fino a pochi anni fa era solo una nicchia. Le potenzialità c’erano tutte, e la voglia di avventure outdoor, amplificata negli ultimi due anni, ha fatto il resto. La bici gravel, da essere considerata una “ciclocross civilizzata” è diventata un vero e proprio cult, come spesso avviene a quei film che, nonostante non siano stati sostenuti da imponenti campagne di marketing, sono arrivati al grande successo di pubblico grazie al passaparola, all’indubbia qualità dell’idea e soprattutto al tempismo. Ora siamo già alla fase di maturità, il mondo gravel ha bruciato le tappe, e le aziende hanno diversificato le gamme, spesso giunte oramai alla seconda o terza generazione. Il bello è che in un mondo tanto sfaccettato ognuno può portare la propria interpretazione senza paura di sbagliare, un po’ come avviene per le mtb da trail, un parallelismo azzeccato a nostro avviso, perché esprime tutta la libertà e la versatilità della bici, senza mettere in difficoltà anche chi non possiede spiccate doti tecniche. Un mezzo quindi adatto ai neofiti e ai meno tecnici. Tutte categorie che possono affrontare così ogni percorso in tutta sicurezza e scegliere con tutta calma e senza pressione le proprie strade preferite. Ghiaia, asfalto, terra battuta, single track. Con un po’ di esperienza si può affrontare (quasi) di tutto con queste bici, che offrono tanto divertimento e un’occasione sempre nuova per migliorare la forma fisica e la tecnica. Non solo, le gravel sono anche grandi viaggiatrici e sono perfette per affrontare corti giri, lunghe randonneur, vacanze in bici, e chi più ne ha più ne metta. La posizione comoda permette di sfidare anche le discese off-road, e non affatica troppo dopo molte ore in sella; per di più le case dotano spesso questi telai di attacchi per borse, parafanghi, borracce aggiuntive. La tendenza più “cool” è però quella del bikepacking, ovvero quella di viaggiare portando con sé il minimo indispensabile in apposite borse fissate al telaio tramite velcri. Una disciplina nata tra i ciclisti più radicali, e divenuta un fenomeno di culto, non può che attirare le attenzioni anche di chi organizza gare ed eventi. Ben presto sono arrivate quindi le prime competizioni, sfociate nel 2021 nella prima gara gravel per professionisti in Veneto, e per il 2022 l’UCI ha annunciato un Campionato del Mondo della specialità, con tanto di evento in cui si consegnerà anche la prima maglia iridata. A questa voglia di race, di un mondo nato come scanzonato e con un po’ di pancetta addominale, hanno subito risposto le aziende produttrici di bici, che in poco tempo hanno iniziato a presentare i primi modelli gravel con spiccate caratteristiche race. Esse sono generalmente bici molto simili alle road bike endurance, che garantiscono grande velocità e reattività, sacrificando un po’ il comfort delle geometrie più rilassate con cui sono nate queste bici. Delle vere e proprie macchine da guerra, definite da alcuni anche “monster road”, dall’indiscusso fascino. Nell’interpretazione di questo segmento tra le più acclamate e riuscite interpretazioni vediamo anche realizzazioni di alcune aziende italiane tra cui: 3T (considerata tra gli inventori del gravel), Basso e Wilier (tra le protagoniste del nostro “Speciale Italia” dello scorso mese), oppure le interpretazioni dei top brand come Trek con la sua Checkpoint SL 6, protagonista del nostro prodotto del mese.

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