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EVIL EYE, SWEMAX

MULTISPORT, ALLA MODA E REGOLABILE

LA RIVOLUZIONE SWEMAX PER L'ENDURANCE

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Il nuovo modello Traileye Pro è un occhiale progettato da Evil Eye per ogni tipologia di attività. Tra i punti di forza, la lente unica che offre un campo visivo senza limiti

Il biosensore in grado di leggere il sudore degli atleti per controllare al meglio le componenti fisiologiche

Versatile e dal fit perfetto, con un design moderno e minimale, Traileye Pro è un occhiale adatto a tutti gli sport. Il marchio austriaco presenta questo modello caratterizzato da un ampio filtro unico che garantisce protezione da raggi UV, pioggia, vento e sporco. L’occhiale è dotato dei filtri LST che consentono di equilibrare i passaggi repentini di luminosità, garantendo sempre una visione ottimale in tutte le situazioni. Con l’aggiunta di un adattatore o di un clip-in, il modello Evil Eye può essere indossato anche da chi ha problemi di vista. Grazie a diverse possibilità di regolazione, i Traileye Pro si adattano alle esigenze di ciascuna persona e a diverse tipologie di volto. Il ponte double-snap ha due possibilità di posizione: se viene stretto l’occhiale calza più alto sul naso e più vicino al volto, se invece allargato si allontana dal viso. L’angolo asta/lenti può essere regolato in tre diversi modi, per rispondere a esigenze differenti a seconda della dimensione della testa dell’atleta o del tipo di sport praticato. Per esempio quando lo sguardo è rivolto costantemente verso il basso, come in bici, o in alto come in arrampicata, l’inclinazione delle lenti può essere cambiata con un solo movimento. Gli occhiali Traileye Pro sono realizzati nel materiale flessibile e resistente PPX, in grado di offrire leggerezza, comfort e stabilità sul viso. L’ancoraggio al volto è garantito anche dal traction grip, una microstruttura sulle aste che impedisce alla montatura di scivolare sul naso. Inoltre, la barra para sudore removibile evita che le gocce finiscano negli occhi. Il modello è disponibile in due taglie per rispondere a esigenze sia maschili che femminili, in sei diverse colorazioni.

Nico Valsesia nella sua recente impresa nell’estremo est della Turchia, di cui vi parliamo nella pagina qui a fianco, ha usato Swemax, e noi per saperne di più abbiamo chiesto spiegazioni su questa tecnologia scientifica direttamente a Matteo Beccatelli, co-founder e cto di Biometrica, la startup di Parma che ha realizzato il primo biosensore sul mercato in grado di analizzare il sudore. LE COLORAZIONI DISPONIBILI

Silhouette Italia – 031.4155700 – evileye@it.silhouette.com

“Nel sudore ci sono informazioni assimilabili a quelle del sangue, ma finora nessuno sapeva come estrarle. Noi ci siamo riusciti realizzando qualcosa che cambierà il mondo. Chi si allena o pratica qualunque tipo di sport sa bene che per ottenere buoni risultati è importante monitorare il proprio corpo. Un calo di sali minerali abbassa le prestazioni, una diminuzione eccessiva di liquidi superiore al 2% del proprio peso può avere conseguenze anche più gravi. Tra i fluidi biologici che meglio possono rappresentare il nostro corpo inteso nella sua unicità, c’è sicuramente il sudore, paragonabile solo al plasma per importanza delle informazioni fornite. Specifiche assolutamente parametrate su noi stessi perché ciascuno ha una propria impronta. Swemax è in grado di catturare questa impronta e rappresentarla in digitale”, ha affermato Beccatelli.

COME FUNZIONA SWEMAX Swemax è un ecosistema composto da un cerotto intercambiabile che cattura microscopiche gocce di sudore e le trasmette al dispositivo elettronico cui è collegato. Un oggetto leggerissimo, un concentrato di tecnologia grande quanto un accendino, che si posiziona a contatto della pelle all’interno di una tasca negli indumenti tecnici (magliette e canotte) che fanno parte del kit. I dati raccolti dal dispositivo vengono inviati all’interno di uno spazio super blindato in “cloud” dove l’Intelligenza Artificiale di Swemax elabora le informazioni, e grazie al “machine learning”, impara a “conoscere” il corpo della persona che indossa il sensore. Partendo da questi dati, l’IA formula un’analisi predittiva che arriva a segnalare in anticipo un crampo o un malessere dovuti a cali di liquidi o sali minerali. Ma segnala anche se si sta per superare quella fatidica soglia di disidratazione del 2%. Queste informazioni vengono inviate allo smartphone così l’atleta o il coach possono fare un check delle prestazioni e avere delle proiezioni per capire se ci sono criticità e servono correzioni nella tabella di marcia. “Quello che finora era considerato un liquido di scarto, oggi diventa una fonte preziosissima di informazioni e non parliamo solo di sport. Con Swemax si aprono le porte a un nuovo mondo che permetterà di avere dati continui sul nostro corpo in modalità assolutamente non invasiva”, ha concluso Beccatelli. Swemax sta per lanciare una campagna di crowdfunding su Indiegogo per la vendita dei primi mille dispositivi, prima di avviare una produzione su larga scala.

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