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DA ROMA A MARSIGLIA, COME... IL BISNONNO

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NICO VALSESIA

NICO VALSESIA

Arianna Meschia, a fine agosto, si metterà in sella per ripercorrere la tratta che coprì Daniele Tatta nel 1905. In viaggio seguendo le indicazioni del taccuino che testimonia l’impresa

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Alle 4.45 del 19 agosto 1905, un sarto di Itri, un paesino arroccato nelle campagne in provincia di Latina, si mise in sella a una bicicletta e in 11 giorni, 8 ore e 20 minuti percorse la tratta che porta da Roma a Marsiglia, stabilendone il record. Daniele Tatta non era un ciclista, la sua bicicletta non era da professionisti e il mito del Giro d’Italia era ancora solo un’idea, dal momento che sarebbe nato due anni dopo quell’impresa. Eppure quell’uomo sentì l’esigenza di partire e annotare ogni tappa su un taccuino dove ancora oggi resta la sua raccolta di timbri delle sedi del Touring Club Italiano, di circoli sportivi, di pensioni e dei luoghi dove ha sostato lungo il percorso. Un totale di 45 pagine, 78 firme e rispettivi timbri per questo quaderno dalla copertina cerata e le pagine ingiallite dal tempo finito quasi per caso nelle mani della pronipote, Arianna Meschia, che, affascinata da questo bisnonno avventuriero, ha deciso i seguirne le tracce. Alla fine di agosto 2021 si metterà in sella alla sua bici per ripercorrere lo stesso tragitto, senza pretese di performance, ma più come viaggio di ricerca interiore. Un progetto che Arianna ha chiamato “Prima del Giro” e che affianca la ricerca delle proprie radici famigliari a un momento di raccolta fondi per l’associazione benefica 88 bikes che, dal 2013, supporta bambine, ragazze e donne in Paesi in via di sviluppo donando loro delle biciclette.

L’ANTEFATTO Arianna Meschia è una ragazza genovese di trent’anni che, dopo la maturità, decide di spostarsi a Londra per studiare cinema fino a restarci a lungo e lavorare nell'ambito della produzione cinematografica per cinque anni. “Stufa del solito tran-tran (che coinvolgeva comunque la mia fedele bici di seconda mano, Deloris) e del freddo, mi sono trasferita in Malawi per un anno”, racconta. “Era il 2018, pensavo ci sarei rimasta un mese, poi tre, poi sei, alla fine mi sono fermata un anno. Qui ho incontrato Reggie, ragazzo sudafricano, e con lui mi sono messa in viaggio su una moto per raggiungere l’Egitto, riattraversare l'Africa fino a Johannesburg e restarci ancora qualche mese. “Un periodo difficilissimo a cui non mi sono mai abituata: vivere in un luogo dove puoi solo girare in macchina e la tua sicurezza è messa costantemente a repentaglio, è davvero un’esperienza ardua. Aggiungiamoci la pandemia di Covid che era scoppiata proprio in quei mesi. Così a luglio 2020 sono tornata da sola in Europa”. Rientrando, le capita di nuovo tra le mani quel taccuino che aveva trovato nella sua casa di Genova un anno prima, nell’estate del 2019. Una storia di cui si era innamorata fin da subito, ma che non sapeva come affrontare, se trasformarla in un libro, se tenerla come un racconto da tramandare. “Tornando dopo questo periodo difficile avevo bisogno di ritrovare un po’ il mio posto nel mondo, le mie origini. L’impresa di Daniele Tatta mi è tornata addosso e si è mostrata nella sua potenza. Quel bisnonno me lo immagino inquieto, come me, desideroso di scoprire nuovi luoghi, incurante di cosa avrebbe potuto pensare la società di un uomo in età di marito che partiva in solitaria in sella a una bici”.

LA TRATTA “A partire dalle numerose tappe riportate nel taccuino di Daniele, un totale di 45 pagine con 78 firme e timbri di Capoposti di Barriere Doganali, ristoratori e semplici passanti, ho ricostruito la rotta e l'ho suddivisa in tappe per me più fattibili, per una media di 65-70 km giornalieri, contro i 180km medi giornalieri che fece lui”, dice. “Prevedo un totale di 15 soste notturne nelle località qui riportate, dove spero di trovare alloggio tramite amici, familiari, conoscenti e fan che si siano entusiasmati al progetto grazie alla campagna social che sto svolgendo. In alcune tappe sarò accompagnata da amici, familiari o persone che hanno espresso il desiderio di condividere un pezzetto di questa storia con me, per esempio tra Grosseto e San Vincenzo, tra La Spezia e Sestri Levante (dove il famigerato Passo del Bracco mi darà del filo da torcere), tra Savona e Imperia e tra Nizza e Daniele negli anni '30 e una Antibes”. Un totale di 2000 chilometri in un progetto patropagina del suo taccuino cinato dal Touring Club Italiano che sta prendendo sempre più vita e si sta arricchendo di contatti e collaborazioni. “Il mio bisnonno ha fatto una cosa rivoluzionaria per la sua epoca che io vorrei rifare prendendo questo viaggio come rivoluzione per me stessa”, dice Arianna. “Dopo tutte le mie esperienze, sento che ho bisogno di ritrovare il mio posto nel mondo e per questo mi rivedo molto in lui. che per quanto ne so, è l’unico della famiglia ad aver fatto qualcosa fuori dagli schemi. Questa passione per il viaggio l’ha trasmessa a papà e successivamente lui a me.

Insomma, penso che questo fantastico bisnonno mi abbia lasciato un’incredibile eredità”.

Il taccuino di Arianna sarà digitale: attraverso i social (@primadelgiro) racconterà la sua avventura per condividerla con chi vorrà sostenerla. Inoltre, mettendo in pratica le sue conoscenze e competenze cinematografiche, riprenderà il suo viaggio in formato video per creare un documentario e delle pillole sulle tracce del bisnonno.

88 BIKES I sostenitori di "Prima del Giro" avranno l’opportunità di sponsorizzare 88 bikes che regala bici alle ragazze in diversi paesi del mondo. Bastano £65/€75/$88 per donare una bicicletta a chi ne ha davvero bisogno e in cambio si riceverà una foto della beneficiaria in sella. “La mia ambizione sarebbe di donare almeno una bici per giorno di viaggio, arrivando a un totale di 15. In questi Paesi, avere una bicicletta fa una differenza stratosferica soprattutto se sei una ragazza: è sia mezzo di trasporto, sia un modo per fare business, come quello dei “taxi”, ma sulle due ruote”.

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