2 minute read

OBIETTIVO: PERDERSI PEDALANDO

" La gravel permette di andare da tutte le parti, anche in luoghi in cui perdersi con lo sguardo e coi sogni"

Mara Parola, cuneese, un fisico asciutto e sportivo, un amore sviscerato per le due ruote, quelle da azionare con i pedali, quelle che fanno sudare, soffrire, ma anche godere. In garage una bici da strada che usa con regolarità da almeno un ventennio, una mountainbike per le escursioni sulle Alpi che circondano la sua città e, da un paio d’anni, anche una gravel che, alla versatilità della mtb, abbina la leggerezza e la guida di una da corsa.

Advertisement

Un po' per smorfia di fatica e un po' a manifesto di un positivismo dirompente, quando pedala, Mara, mostra sempre il suo fantastico sorriso. È un’ottimista nata, ama il sole e i colori, la bella gente e i buoni umori. Tutto questo, in una classica giornata soleggiata d’estate, s’amplifica in un entusiasmo dirompente, un fervore che la fa salire in sella e pedalare. Quando questo avviene, e il biciclo scelto è la gravel, quasi mai c’è una meta, ma il suo pedalare è un viaggio. Un viaggio fatto di continui cambi di rotta, perché le possibilità delle ruote medio strette tassellate sono infinite, e allora perché non approfittarne. Da una strada sterrata a un prato, non importa se tracciato da un passaggio o affogato nel verde più assoluto, poi di nuovo sulla careggiata ghiaiosa, a spingere sui pedali, a tirare con le braccia. Un sentiero che porta chissà dove, un passaggio sulle rocce, magari da fare con bici in spalla, una pista da downhill che incuriosisce. La gamba c’è, allenata e forgiata con migliaia di chilometri d’asfalto, la destrezza invece è figlia della mountainbike e il connubio di stili la porta a guidare armoniosa e sicura, leggera e leggiadra.

Il click click del cambio rapporto, insieme al leggero brontolare dei copertoni in attrito sulla terra, è l’unico rumore che si perde nell’aria limpida e calda di montagna. In giro non c’è quasi nessuno. Giù in basso si distende la pianura Padana, abbracciata per tre quarti dall’arco alpino occidentale, capeggiato dall’inconfondibile piramide del Monviso. Ogni tanto Mara si ferma, non tanto per prendere fiato o per bere, per ora non ne ha bisogno, ma per guardarsi intorno e godere del panorama. Mara afferma: “La gravel permette di andare da tutte le parti, ti porta in posti che altrimenti raggiungeresti solo a piedi, ma con tempi decisamente più lunghi. Posti che non conosci e che meritano una sosta, luoghi in cui perdersi con lo sguardo e coi sogni”.

This article is from: