3 minute read

INSIDER

Next Article
INSIDE THE STORE

INSIDE THE STORE

L’AMBIZIONE DI DISTINGUERSI

A parlare è Fabio Cristallini, founder dell’omonimo showroom che nel tempo ha saputo creare un hub capace di rispecchiare sé stesso e il mercato

Advertisement

di Sara Cinchetti

Nato negli ultimi Anni ’90, Studio Cristallini ha l’obiettivo di fornire ai suoi stakeholder servizi affidabili e di qualità nel comparto del fashion. Lo showroom romano è così alla costante ricerca di eccellenze tanto che, dopo una serie di collaborazioni anche internazionali, oggi mixa realtà emergenti a proposte storiche.

Quando e da quali esigenze nasce il progetto Studio Cristallini?

Nasce nel 1995 quando decido di mettermi in proprio dopo tre anni di collaborazione presso uno showroom di Roma. La sfida era quella di provare a creare un contenitore multibrand che mi rispecchiasse. Dopo alcuni anni si è consolidata la realtà odierna, che ritengo essere unica per la trasversalità dei prodotti e dei brand, in grado di rispecchiare il mercato a 360°.

Quali sono stati gli step più significativi che hanno caratterizzato la vostra storia?

Le fasi più determinanti della storia dello showroom sono, agli esordi, quelle della collaborazione con il brand di maglieria Almeria e con le cravatte di Carlo Camerucci. A seguire, dal 1999 in poi, il successo di marchi quali Dondup e Grifoni, cresciuti contestualmente allo showroom. Nel 2006 nasce il nostro legame con Slam Jam che sceglie Studio Cristallini per affinità elettiva; quest’unione ha regalato un twist alla nostra visione del mercato a livello internazionale e ci ha aiutato a focalizzarci sul concetto di “rinnovarsi e guardare avanti per fare la differenza”. Un altro step importante che ci ha caratterizzato è quello del rifacimento dei nostri spazi, dal 2015 al 2018, in collaborazione con lo studio di architettura Morq. Al di là dell’importanza del rapporto lavorativo con i brand, quello che da sempre ha dato spessore al nostro ufficio sono i rapporti personali. Studio Cristallini è una sorta di grande famiglia, con collaboratori presenti da più di 16 anni.

Quanto conta il ritorno al fisico?

Credo che con la pandemia molti abbiano imparato a usare, e qualcuno ad abusare, della tecnologia. Fortunatamente però è tornata evidente l’esigenza di un ritorno al contatto fisico e, di conseguenza, all’experience dell’acquisto in store.

Qual è il ruolo delle fiere oggi?

Io ritengo che le fiere siano ancora importanti, soprattutto dopo questo lungo periodo di “reclusione” dovuto alla pandemia. Credo siano ancora occasione di incontro e di confronto, a proposito di “experience economy”.

Qual è il rapporto tra una buona ricerca e quindi proposte (anche di nicchia) e marchi già noti al pubblico?

Credo che il rapporto tra brand consolidati e di ricerca debba essere 70-30% all’interno di un punto vendita. La proposta é ciò che rende un negozio diverso da un altro, lo salva dall’omologazione e mantiene viva la voglia anche nel buyer stesso.

Cosa ne pensate della commistione outdoor/fashion?

Da gran fanatico dello sport, sono sempre stato un sostenitore di questa commistione, diventata ormai una realtà consolidata anche per le grandi maison.

In termini di sostenibilità, il mercato è più ricettivo a riguardo?

Lo sguardo verso il green fortunatamente ormai fa parte dell’ambiente della moda, sia dal lato del consumatore che da quello delle aziende. La scelta dei materiali come l’eco-fur, filati riciclati, lavaggi sostenibili per quanto riguarda il denim, sta diventando sempre più la norma.

Se doveste fare una previsione, come immaginate l’evoluzione della vendita da qui ai prossimi anni?

Oggigiorno si parla sempre più di “experience economy”, ovvero l’economia delle esperienze, in un’epoca che sta vivendo un digital imperante…

Sono da sempre convinto che il digital non sostituirà mai completamente l’esperienza dal vivo, il contatto umano, il valore aggiunto dei rapporti interpersonali, sia in showroom che nel punto vendita sono imprescindibili nella nostra fascia di mercato. Questa è una domanda che mi pongo io stesso costantemente. Credo ci sarà una contrazione nel mercato, anche perché la tendenza di molti brand è quella di aprire direttamente i propri punti vendita. Ritengo che nel futuro ci saranno meno agenzie che si occuperanno di macro aree. Per questo motivo Studio Cristallini sta ampliando la propria area di vendita al Centro Sud con un numero sempre maggiore di marchi.

Nome showroom: Studio Cristallini Indirizzo: Piazzale delle Medaglie d’Oro 9, Roma - 00136 Titolare: Fabio Cristallini Mq: 1700

Brand distribuiti: Alysi, Amish, American Vintage,

Coccinelle, Copenhagen Studios, Daniele Fiesoli, Diadora, Happy Socks, Herschel, Jucca, Manila Grace, New Era, Paltòm People of Shibuya, Pinko, Pomandère,

Roberto Collina, Roy Roger’s, Save The Duck, Sundek, Teva (lista completa sul nostro sito) Sito: studiocristallini.it Instagram: @studiocristallini PARTE SECONDA Mail: info@studiocristallini.it

In alto: Fabio Cristallini Sotto: alcune immagini dello showroom di Roma

This article is from: