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COVER STORY 20
from HUB STYLE VOL.4_2022
by Sport Press
La campagna Lorenzoni SS 23

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La vostra filiera è completamente italiana? Può definirsi a km 0? Produciamo la maglieria completamente in Italia, ne seguiamo ogni processo e lavorazione e per questo possiamo definirci a km 0. L’obiettivo è salvaguardare e sviluppare il patrimonio artigianale che il nostro territorio ha costruito con così lunga tradizione. A volte ne preserviamo la sopravvivenza investendo anche per conto di quelle piccole realtà che non potrebbero permettersi di farlo con macchinari e tecnologia necessari per mantenere un certo livello qualitativo. Per la linea PE integriamo il campionario con polo shirt e t-shirt: in questo caso acquistiamo i tessuti da fornitori, non solo italiani, ma anche in tutta Europa. La percentuale di collezione estiva realizzata in altri Paesi europei è limitata al solo 20%.
Quanto è importante per voi la ricerca e lo sviluppo? L’ufficio stile è costantemente aggiornato sulle tendenze del momento grazie al supporto delle riviste specializzate e alla frequentazione di fiere e conferenze di settore. L’impegno a scoprire le novità si traduce nella continua ricerca e selezione di materie prime delle più prestigiose filature italiane.
Che importanza hanno le fiere oggi e come cambieranno in futuro? Le fiere continuano ad avere un ruolo importante sia per gli espositori che per i buyer. Non significa solo vedere, vendere o acquistare nuovi prodotti, ma è soprattutto incontrare persone, discutere, vivere e condividere emozioni, capire come si muove il mondo. Sono luoghi dove si può toccare con mano il prodotto, viverlo. I mezzi virtuali sono sicuramente utili ma non possono sostituire l’esperienza reale. Sicuramente ci sarà un’evoluzione progettuale improntata su allestimenti ecologici e ci saranno ambienti più rilassati.
In quali mercati siete presenti e quali, invece, vorreste approcciare? Quali performano meglio? Siamo soddisfatti in generale dell’aumento di quasi tutti i mercati dove siamo presenti. Questo ci permette di prevedere un incremento sul fatturato 2022 del 20%. Uno dei nostri paesi di riferimento è certamente l’Italia, nel quale abbiamo un tasso di crescita costante del 30% ogni anno, ma siamo molto gratificati dello sviluppo che stiamo avendo in Europa, in particolare in Germania e in Francia. Altro mercato per noi fondamentale sono gli USA e il Canada, dove abbiamo una presenza consolidata in circa 500 punti vendita da quasi 20 anni. La nostra ambizione è uno sviluppo a Est, in particolare in mercati molto esigenti quali il Giappone e la Corea del Sud. Stiamo già ponendo le basi per iniziare questo approccio: parteciperemo all’Italian Fashion Days di Seoul a fine giugno e al Project Tokyo a fine agosto.
Qual è il rapporto di vendita tra Italia ed estero? Quanto pesa ogni brand sul fatturato totale? L’Italia pesa per un 40% delle nostre vendite, un altro 40% è riservato all’Europa in generale, il 10% al Nord America e il rimanente 10% nel resto del mondo. Il brand che occupa la fetta di mercato maggiore è Montechiaro con il 40%. Questo si spiega ovviamente perché è il nostro primo e storico marchio aziendale. Impulso e Lorenzoni invece prendono il 30% ciascuno. Siamo particolarmente soddisfatti dal tasso di crescita di quest’ultimo che performa un 40-50% a ogni stagione, rispetto agli altri due che crescono del 10%-20%.
Quando avete deciso di implementare la vostra piattaforma b2b con la vendita diretta tramite e-commerce? E come sta andando? Siamo state tra le prime aziende italiane a sviluppare una piattaforma b2b per i nostri clienti multimarca. In altri Paesi esteri era un servizio già attivo e consolidato. Noi ne abbiamo colto le potenzialità e abbiamo deciso di svilupparlo per la nostra clientela. È uno strumento estremamente utile per supportare i nostri retailer nella vendita. Otto anni fa abbiamo iniziato questo progetto e l’anno scorso l’abbiamo implementata con il b2c. La vendita diretta tramite e-commerce per noi è neonata, ma ci sta dando risultati incoraggianti e motivo per renderlo uno strumento su cui continueremo a investire.
Quali sono gli ambiti d’investimento strategico di Maglificio Liliana nel breve-medio periodo? Forti di questa crescita ed espansione costante, si è reso necessario trovare una sede più ampia e adatta ad accogliere nuovi macchinari, personale e spazi da dedicare al magazzino. L’anno scorso abbiamo acquistato una realtà industriale dismessa, cinque volte più grande rispetto a quella dove ci troviamo adesso. A breve partiranno i lavori di riqualifica e ristrutturazione. Vorremmo mantenere parte dell’affascinante struttura industriale degli Anni ’70, ridandole nuova vita con un look moderno e il più possibile ecosostenibile. Sono in programma anche l’istituzione di negozi monomarca e flagship store. Purtroppo, abbiamo avuto una battuta d’arresto dovuta alle difficoltà operative del periodo pandemico. Entro l’anno sono previsti nuovi investimenti in macchinari per maglieria, che si sommano a quelli intrapresi due anni fa. Acquisto necessario per far fronte a una richiesta sempre crescente di produzione italiana.
