Scia in Trentino - febbraio 2011

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SCI

Contiene I.P.

Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art 1, comma 1, DCB Trento

in Trentino

garmisch Pangrazzi in evidenza ai Campionati mondiali amarcord Ilaria Vescovi una giovent첫 sugli sci universo giovani La gimkana nel fondo piace

cover

Vanzetta e Nicolini cadetti imbattibili nella Coppa del Mondo di sci alpinismo

NOTIZIARIO DEL COMITATO TRENTINO FISI - ANNO VIII - N. 3 marzo 2011



L’editoriale

«Pazzo Sci», che Best seller In copertina: Gianluca Vanzetta, a sinistra, e Federico Nicolini primo e secondo nella Coppa del Mondo di sci alpinismo categoria cadetti  

Pubblicazione registrata Presso il Tribunale di Trento Il 27/10/2003 – n° 1197 Anno VIII - N° 3 Marzo 2011 n Editore: Litografica Editrice Saturnia Via Caneppele, 46 Tel. 0461 822636 38121 Trento n Direttore Responsabile: Mauro Bonvecchio stampa@fisitrentino.it n Redazione: PegasoMedia Via Kofler 58 - Cognola (Tn) n Pubblicità: Renzo Chistè saturnrc@tin.it n Comitato di Redazione: Roberto Brigadoi Renzo Chistè Angelo Dalpez Marco Zoller

P

azzo Sci, un Best seller sul movimento dello sci trentino. Potrebbe essere davvero un’idea innovativa per autofinanziare il Comitato Trentino Fisi, che come tutte le realtà sportive non producendo nulla di materiale non può godere di entrate certe. Questo senza nulla togliere agli enti e agli sponsor che sono da sempre vicini alla nostra realtà e ci hanno consentito in questi anni di ottenere risultati più che soddisfacenti. Ma con che contenuti? e perché ad editarlo dovrebbe essere il Comitato Trentino? Basterebbe raccogliere decine di episodi che quotidianamente, soprattutto nel periodo invernale, accadono nel nostro mondo, spesso al limite del paradossale. Insomma una nutrita raccolta di pensieri, considerazioni e infamie, le quali, organizzate in una pubblicazione, potrebbero davvero far divertire tanti appassionati di sci non solo provinciali. Un Best Seller umoristico. Provo ad abbozzare qualche paragrafo. C’è il genitore pretenzioso che la sera di vigilia di ogni gara esige l’invio di un sms a tutti i partecipanti sull’orario di partenza e sull’eventuale cancellamento per maltempo della competizione del giorno successivo, c’è la società organizzatrice che vive con ansia il fatto di essere il primo club del trentino in fatto di tesserati per poi chiedere un contributo economico al Comitato come se fosse il pozzo di San Patrizio, c’è il master esasperato che ritiene l’idea della nuova tessera Trentino Ski Card inutile solo perché non sa dove metterla nel portafoglio, c’è l’allenatore di sci club che vorrebbe un articolo al giorno sui quotidiani locali e sul sito internet con i risultati dei propri atleti dimenticandosi che la Fisi è l’unica Federazione le cui gare giovanili trovano spazio sui due principali quotidiani sportivi, grazie anche al nostro sistema di invio on line, c’è il presidente di società che batte i pugni sul tavolo perché vuole iscrivere il proprio atleta ad una gara, nonostante lo stesso non sia a posto con l’idoneità medica, c’è il responsabile di settore che alla faccia dei conflitti d’interesse decide autonomamente di autopromuovere nei calendari internazionali la propria gara all’insaputa della relativa commissione, c’è l’allenatore che si infervora per la mancata iscrizione dei propri atleti ad una gara Fis spedendo la richiesta oltre il tempo previsto dal regolamento internazionale. Fantasticheria a parte in questi ultimi anni, vivendo più intensamente la vita del Comitato Trentino, mi sto rendendo conto che si sta perdendo la tramontana e l’idea provocatoria del Best seller «Pazzo Sci» è un appello a tutti, dai dirigenti di sci club agli atleti, dagli organizzatori ai genitori, a non ragionare sempre di pancia. Il momento economico, le difficoltà e le paure stanno portando tanto stress e disagio, cerchiamo però di fermarci un attimo, di ridimensionarci, di essere maggiormente collaborativi, di dimenticare l’eccessivo campanilismo, di cercare il confronto e il dialogo, altrimenti non si va da nessuna parte. Anche perché la base della nostra attività, anche se non per tutti, è prettamente volontaristica. Insomma basta critiche e diamoci da fare per crescere insieme in modo sereno e costruttivo. Mauro Bonvecchio

n Hanno collaborato: Daniele Bernardi Ralf Brunel Maddalena Collini Luca Franchini Veronica Gianmoena Federico Modica Ugo Merlo Elvis G.P. Piazzi Luca Perenzoni Franco Sandri Fabia Sartori Luca Tomarelli n Grafica: Mauro Bressan mauro@grafart.info n Stampa: Litografica Editrice Saturnia (TN)

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l’Arringa

di Angelo Dalpez

Orgogliosi dei nostri campioni L

a medaglia è in simbolo del successo in ogni sport. È il marchio che suggella il sogno raggiunto. Ma la medaglia ha pure due facce. La metafora ci sembra particolarmente pertinente all’indomani delle gare iridate di Garmisch e di Oslo. Gli attesi, grandi avvenimenti agonistici dell’anno hanno chiuso i battenti e l’Italia dello sci alpino sulle nevi tedesche l’ha fatta da protagonista, riportandoci con i risultati ai trionfi leggendari della valanga azzurra ed ancora alle insuperabili prove di Deborah Compagnoni e Alberto Tomba. A Garmisch abbiamo rivissuto una grande pagina di sport frutto di un lavoro di squadra, di una meticolosa preparazione, di grande professionalità tecnica. L’Italia dello sci sul terzo gradino del podio nella classifica per nazioni, dietro Austria e Francia e con un bottino ragguardevole: 1 oro, 2 argenti e 3 bronzi. Tanto di cappello a Ravetto & C. E in questa Italia della riscossa troviamo il nostro giovane Paolo Pangrazzi ormai realtà della velocità; la conferma Cristian Deville, il buon Davide Simoncelli e un determinato Stefano Gross in crescendo. Mai il Comitato Trentino ha avuto quattro atleti ad un appuntamento mondiale nelle prove alpine e dire che abbiamo dovuto rinunciare, solo per l’iride di Garmisch a Chiara Costazza. Squilli di tromba anche per noi nell’attesa del grande acuto, che siamo certi, presto arriverà viste le giovani speranze che stanno lievitando nelle squadre di Comitato. Ma come avviene spesso anche nello sci siamo bravi a farci del male. Portiamo a casa risultati e medaglie e la Federazione chiede la testa di Ravetto, perché un uomo che pensa e ragiona non è ammesso alla “corte” dove l’atto di obbedienza è d’obbligo. Puoi rendere luminose fin

Rappresentati come mai in passato a Garmisch, con onore ad Oslo

che vuoi le piste dell’intero pianeta, ma senza il “lasciapassare di Milano” meriti e risultati non saranno mai riconosciuti. Al contrario si può perdere faccia e onore, come successo tra le nebbie di Holmenkollen, ma salvare il posto federale. A volte c’è proprio di che vergognarsi. Ci si spende nello spiegare ai giovani che lo sport è valore, sacrificio, onestà, desiderio di arrivare per poi ricredersi di fronte alla realtà. Abbiamo ancora molto da lavorare… Dimentichiamo però le miserie di Via Piranesi per salutare con gioia le prove di Paolo, di Cristian e Stefano, la generosità di Davide e quindi l’atteso buon rientro di Chiara per poi dire grazie agli allenatori di sci alpino. A Matteo Guadagnini, Stefano Costazza, Roberto Lorenzi, Cesare Pastore, Giuseppe Zeni, Angelo Weiss. A voi il Comitato Trentino vi deve riconoscenza. Ma non possiamo certo dimenticare gli atleti trentini di Oslo e la bella prova di Loris Frasnelli, della giovane Gaia Vuerich, di Antonella Confortola sulla lunga distanza e chiamata all’ultimo minuto a tamponare una staffetta scompigliata. Avete cercato di dare il massimo in un team tutto da rifondare. Dovremo spendere poi una ampia pagina per esaltare il lavoro portato avanti con grande professionalità da Ivo Pertile al vertice del salto italiano spesse volte messo in difficoltà da “colui” che tutto può. Grazie Ivo per il bronzo di Pittin a

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Vancouver e per il commovente argento di Elena Runggaldier a Holmenkollen. Non godere dei favori del “sommo”, credimi a volte è una gratificazione. Un pensiero e un complimento va rivolto anche a Alberto Schiavon “mago”della tavola che ha dimostrato al mondiale di Spagna di far parte della stretta elite dei campioni di questo affascinante sport. Da un mondiale all’altro per arrivare alle nevi di Claut dove i giovani del Comitato Trentino hanno dominato il mondiale di sci alpinismo. Due ori a Federico Nicolini, figlio di tanto padre e a Gian Luca Giacomelli, vincitore pochi giorni prima della Coppa del Mondo, con altrettanti bronzi mondiali. Buon piazzamento anche di Mirco Ferrari tra gli junior. Che dire. Una specialità, lo sci alpinismo, in cui il Comitato Trentino ha sempre creduto ma il lavoro dei tecnici e dei vertici ha portato a risultati inimmaginabili. La nebbia di Oslo ha offuscato le attese italiane del sci nordico ma alla chiusura della prova iridata è riapparsa la luce nel tempio mondiale del fondo per il sogno trentino del prossimo mondiale con le “giacche gialle” della val di Fiemme che dalle guardie del Re hanno ricevuto il vessillo della Fis per irradiare di fascino la nostra terra nell’attesa del 2013 con nuove emozioni, nuovi palpiti, nuovi sogni. E la storia dello sci prosegue... n



l’attacco

di Luca Perenzoni

Garmisch da brivido

Per l’Italia è stato un mondiale straordinario, un super Innerhofer e sei trentini che ce l’hanno messa tutta

È

stato il Mondiale dell’Italia; è stato il Mondiale di Christof Innerhofer; è stato il Mondiale di Claudio Ravetto che pochi giorni prima di partire alla volta di Garmisch Partenkirchen l’aveva azzardato, manifestando sicurezza nonostante una stagione fin lì non troppo esaltante: “Credo che presto arriverà il Mondiale dell’Italia e potrebbe essere già a Garmisch” andava dicendo all’ombra di Cima Uomo, sotto il caldo sole di Passo San Pellegrino. Sembrava esagerato; in fondo in tutto l’inverno erano arrivati solo cinque podi, due di Manuela Moelgg ed uno a testa per Giuliano Razzoli, Max Blardone e per l’outsider Dominik Paris, condidi da un’abbondante dose di quarti posti. Eppure il tecnico biellese si aspettava qualcosa di grande, dai suoi ragazzi. E così è stato: i tre acuti di Innerhofer per completare il tris di medaglie, il ritorno sull’altare di Peter Fill dopo le gravi vicissitudini familiari, lo slalom di bronzo di Manni Moelgg e la consacrazione tra le grandi della giovane Federica Brignone. Sei medaglie che sanno di trionfo ma soprattutto che profumano di futuro perchè tutti i protagonisti di Garmisch sono ancora lontani dalla pensione. Un trionfo che come spesso capita nelle belle storie italiane si è accompagnato alle polemiche per gli attriti tra lo stesso

Stefano Gross. Sopra: Paolo Pangrazzi, Christof Innerhofer e Peter Fill

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Ravetto ed il presidente Morzenti nella speranza che le differenti visioni nella gestione dei rispettivi incarichi non possano inficiare un progetto che sta dando ottimi frutti e che guarda con palese ottimismo tanto a Schladming 2013 quanto a Sochi 2014. È stato il mondiale dell’Italia, poteva essere anche il Mondiale del Trentino: lo è stato in parte. Mai in precedenza quattro rappresentanti del nostro sci (cinque se si considera il moldavo di Fiemme Mirko Deflorian, sei se si allarga il giro alla bresciana Daniela Merighetti, nata e cresciuta sciisticamente sulle nevi di Folgaria) avevano potuto saggiare contemporaneamente l’aria mondiale. È andata bene, poteva andare meglio perché l’impressione (o la speranza?) della vigilia era che lo Zugspitze potesse battezzare la prima medaglia trentina nella storia dei mondiali di sci alpino. Non è arrivata, peccato; sarà per Schladming. Ma passiamo in rassegna l’opera dei 4 alfieri trentini. Due promozioni a pieni voti, una netta bocciatura, una sufficienza stringata. La promozione se la sono meritata i giovani del gruppo, Paolo Pangrazzi e Stefano Gross. Il campigliano è giunto a Garmisch come ultimo arrivato alla corte azzurra e ha stupito tutti con il sesto posto in combinata. In un mese è passato dall’essere un giovane come tanti a rappresentare una carta per il futuro della polivalenza azzurra; niente male davvero, Paflo.

Lode vicina anche per Stefano Gross: partire con il 37 su una pista in disfacimento era praticamente una condanna. Ma per tre quarti di prima manche il fassano è stato in linea per un piazzamento vicino ai top ten, poi un errore all’imbocco del piano l’ha letteralmente affossato. Nella seconda, pur partendo dopo i 30, ha staccato un tempo pressoché identico a quello del trionfatore Grange: è mancato solo quel pizzico di fortuna, altrimenti alla festa avrebbe potuto partecipare anche lui. Una festa che pareva organizzata apposta per Cristian Deville. Ma una prima manche davvero spenta ed anonima ha di fatto spento le luci sul finanziere moenese: il terzo termpo nella seconda discesa ed il settimo posto finale non hanno che

contribuito a sottolineare l’importanza dell’occasione persa: l’ultimo giorno di Garmisch poteva davvero essere il giorno del Devil fassano. E ancora peggio è andata a Davide Simoncelli, impantanato sulla neve della Kandahar come tutti i compagni di squadra. Ennesimo colpo a vuoto di una formazione che ha sempre promesso sfraceli, senza però mai saper cogliere il risultato di prestigio. Nel complesso poteva andare meglio, ma il futuro presenterà altre chance, un futuro su cui sembrano affacciarsi anche i più giovani, come dimostrano le presenze ai mondiali juniores di Francesco Romano e Matteo De Vettori. E poi, c’è da attendere il ritorno di Chiara Costazza.... n

Cristian Deville. Sopra a sinistra Davide Simoncelli e il “moldavo” Mirko Deflorian

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L’affondo

Ad Oslo si salva solo la Follis

di Luca Franchini

I tre trentini Loris Frasnelli, Antonella Confortola e Gaia Vuerich hanno comunque ben figurato

Gaia Vuerich e a destra Antonella Confortola

S

i arrivava dalle trionfali (ed inaspettate) sei medaglie dei Mondiali di sci alpino di Garmisch. Un bottino difficile da eguagliare per l’Italia degli sci stretti, ma se è vero che la spedizione di Innerhofer e compagni ha chiuso la rassegna iridata tedesca con un meritato “otto pieno”, altrettanto non si può dire per la squadra del fondo, tornata da Holmenkollen con la sola medaglia d’argento della sprinter Arianna Follis, con la netta impressione che qualcosa sia stato sbagliato. Le vere note liete, che lasciano ben sperare in vista dei Mondiali di casa di Fiemme 2013, sono quelle arrivate dalla combinata nordica, segno che i progetti ben impostati sono destinati a dare frutto, con un sincero applauso ai tecnici trentini Ivo Pertile (direttore agonistico) e Sepp Chenetti (allenatore dei combinatisti per la parte del fondo). Stagione di magra, come detto, per l’Italfondo in versione Oslo, squadra nella quale hanno trovato posto anche tre atleti trentini, tutti fiemmesi, ovvero gli sprinter Gaia Vuerich e Loris Frasnelli e la veterana della forestale Antonella Confortola. Un percorso travagliato per tutti e tre, quello che ha portato ai Mondiali. Basti pensare che Frasnelli, campione italiano in carica della sprint e reduce da una delle sue più belle stagioni, non è stato schierato in quella che doveva essere la

“sua” gara (la sprint appunto), relegato al ruolo di comparsa nella team sprint in tecnica classica, storicamente sfavorevole ai colori azzurri. “Lollo”, da buon combattente, ha onorato al meglio la maglia azzurra, forse non supportato come sperava dal bergamasco Renato Pasini. Ne è uscito un nono posto, un magro premio di consolazione per un atleta che aveva immaginato un Mondiale ben diverso e che già alle Olimpiadi di Vancouver era stato privato del posto (che avrebbe meritato) nella team sprint in skating (con Cristian Zorzi), per quella che sembrava essere una medaglia annunciata. Che però non arrivò. E fino a pochi giorni prima del via dei Mondiali sembrava non dover arrivare nemmeno la convocazione di Antonella Confortola, inizialmente “tagliata” (e in malo modo) dall’organico azzurro e poi richiamata d’urgenza in seguito all’infortunio di Silvia Rupil. Non solo, perché

Loris Frasnelli

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Antonella, salita ad Oslo per la 30 km in skating (chiusa poi con un brillante nono posto, miglior risultato della carriera in una gara iridata individuale), è stata catapultata in staffetta, seconda frazionista in classico dopo il discusso caso Genuin: non le si poteva chiedere nulla, soprattutto dopo che Marianna Longa aveva acceso la miccia in prima frazione, scatenando di fatto l’inferno e costringendo la Confortola a rincorrere un branco di cavalli imbufaliti. Ne è uscito un quarto posto, un’amara medaglia di legno, più frutto delle scelte della direzione agonistica che della prestazione delle atlete, emulate al maschile dai colleghi della 4x10 km, con Di Centa e Clara (uniche note liete) promossi a pieni voti e Checchi e Piller Cottrer apparsi non all’altezza di un posto in staffetta. Visto il preventivabile sviluppo della corsa, non si poteva schierate uno sprinter in quarta frazione? Frasnelli o Pellegrino ad esempio. Evidentemente no. La terza trentina in gara era la giovanissima Gaia Vuerich, 35.a all’esordio in un Mondiale, ad un passo dalla qualificazione nella gara sprint. Lei, più di altri, avrà il tempo di rifarsi, una delle poche speranze per il futuro e per Fiemme 2013 assieme al giovane Federico Pellegrino (12.o e miglior azzurro nella sprint) ed al non più giovanissimo Roland Clara. n


NEWS

di Ugo Merlo

lo staff

È

stata una squadra trentina a gestire Casa Italia ai Mondiali di sci nordico in Norvegia a Oslo Holmenkollen. La denominazione della struttura, nel cuore dell’evento, è stata “Casa Trentino Fiemme” perchè la Val di Fiemme non è solo grandi nomi dello sci di fondo ma anche grandi cuochi e camerieri. L’incarico, quanto mai prestigioso, di gestire il luogo da anni più famoso, ambito e frequentato deell’evento è stato affidato gli allievi dell’Enaip di Tesero, accompagnati da alcuni docenti. Già la sede della scuola della formazione professionale alberghiera fiemmese ospitò Casa Italia nei mondiali del 1991 e del 2003 e la “convocazione” per la Norvegia si lega all’elevata professionalità, alla qualità e bravura espressa dagli studenti e dagli insegnati di quell’istituto negli anni. La presenza di 28 studenti delle classi terze dell’Enaip di Tesero nella sede dei mondiali 2011 di Norvegia, sarà l’occasione di promuovere i mondiali di Fiemme del 2013. I ragazzi hanno curato con gli insegnati la preparazione effettuando uno studio intensivo della lingua inglese e preparando dei menù che richiamino, in occasione del 150° dell’Unità d’Italia, i piatti della tradizione nazionale. Non sono mancati i piatti del Trentino e le specialità, semplici e genuine della Val di Fiemme.

Sono stati inoltre protagonisti di Casa Trentino Fiemme i pregiati vini della nostra enologia, con le grandi eccellenze tra le quali si annoverano pregiati vini bianchi, straordinari vini rossi, inimitabili vini passiti e le nobili bollicine del Trentodoc. Abbiamo chiesto al direttore del Centro Formazione professionale di Tesero Dino Moser, di raccontarci la storia di questa prestigiosa scuola: “L’ENAIP di Tesero opera nel macrosettore alberghiero e della ristorazione dal 1979 e, a partire dall’anno formativo 2003 2004 anche nel macrosettore del legno. È l’unico C.F.P. delle Valli di Fiemme e Fassa e organizza corsi di formazione iniziale e un quarto anno in alternanza scuola azienda.” Alla direttrice dell’ENAIP Maria Cristina Bridi abbiamo chiesto che cosa significa una esperienza di questo genere per allievi e docenti se, nel Mondiale di Fiemme 2013, la sede dell’Istituto di Tesero sarà, come già nel 1991 e nel 2003, Casa Italia? “Per il Centro di Formazione Professionale ENAIP di Tesero, per le ragazze ed i ragazzi coinvolti, per i docenti accompagnatori, questa è stata sicuramente una grande opportunità. Non c’è solo il (pure importante) risvolto promozionale delle nostre attività, cioè una irripetibile occasione formativa che coinvolge sia il piano professionale che quello della for-

C uc in a: S er en a B ra id o, Ya m ad is Braito, Yuri B rigadoi, Willia m Chiocchetti, Nicola Deluca, Kenan Gashi, Giacomo Ghe tta, Brian Jori, Michaela Karner, Kul sum Akter, An na Rizzi, Sabine Saber, Eleonora Som mavilla, Eval Tomasel li, Mark Trottn er, Stefania Zorzi. Sala: Mariann a Ambrosi, N icoletta Ceolan, Andrea Colombi, Dan ilo Dellantonio, Sam uele Dellasega , Cristian Galindo, Anna lisa Larger, Dan iele Luceri, Viviana M attevi, Mattia Perrone, Sara Tabiadon , Asja Ventura. Coordinati da i docenti: Antonio Sann a - maître rotis seur Silvio Più - ch ef Giuseppe Facc hini - sala e ba r

ENAIP Tesero 7

mazione di cittadinanza. Di fronte alla proposta del Comitato, l’ENAIP Trentino ha inteso vedere l’opportunità di operare dentro un progetto territoriale, fatto di responsabilità collettive, di appartenenze e di coesione sociale costruito attorno ad obiettivi concreti di benessere di una comunità. Questo ci è sembrato il risvolto più importante dell’iniziativa che vedrà coinvolti, oltre alla direzione del CFP ed un nutrito gruppo di formatori, i ragazzi del settore alberghiero e quelli del settore legno in un progetto triennale di collaborazione. Questi ragazzi e ragazze, ne sono certa, si sono fatti ampliamente apprezzare nel corso delle attività, hanno trovato soddisfazione, valorizzazione e nuova motivazione grazie ad un contesto in cui la Val di Fiemme ha parlato di ospitalità e di ristorazione, ma anche di sport, di montagna, della ricchezza dell’offerta e dei prodotti del nostro territorio.” n


L’intervista di Luca Perenzoni

Ilmagicopomeriggiodi

Paflo T

utti pazzi per Pangrazzi. Nel giorno di San Valentino nell’iridata Garmisch Partenkirchen l’Italia dello sci si è innamorata di Paolo il campigliano. Erano due le medaglie da festeggiare, l’argento di Innerhofer ed il bronzo di un commovente Peter Fill nella supercombinata mondiale, ma contemporaneamente c’era da accogliere tra i grandi il ventitreenne di Madonna di Campiglio, sesto a sorpresa e volto emergente tra i polivalenti azzurri. E va detto che già in serata “Paflo” si è dimostrato ben ambientato: poche ore prima al parterre della Gudiberg, il tempio dello slalom bavarese, quasi non riusciva a capacitarsi di quel sesto posto finale, di quel terzo tempo nella manche tra i paletti snodati. Si guardava intorno sorpreso, affascinato dai metalli al collo dei due compagni di squadra, emozionato nel cercare con lo sguardo i due striscioni distesi dal manipolo di amici e paren-

ti giunti d a l l a Rendena, accompagnati dal padre Roberto e dalla fidanzata Roberta, volto noto degli sci stretti nostrani fino ad un paio di stagioni fa. “Era già un miracolo esserci, a questo Mondiale. Arrivare sesto è una cosa impensabile, non ci credo ancora. In slalom ho fatto la mia gara, la pista era tosta ma me la sono cavata alla grande, forse potevo fare qualcosa in più in discesa, ma la Kandahar non perdona ed in fondo va bene così. Due compagni sono sul podio... incredibile”. E nel tardo pomeriggio anche Pangrazzi si è meritato la sfilata nella Medal Plaza per la premiazione ufficiale che ha fatto risuonare l’inno norvegese per il trionfo-bis di Aksel Svindal portando però sul palco ben tre atleti del team diretto da Max Carca. Un’autentica valanga di emozioni per il poliziotto cresciuto all’ombra del Brenta, che

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Paolo Pangrazzi ai mondiali di Garmisch ha sorpreso tutti, centrando un sesto posto nella supercombinata da del tu al Canalone Miramonti e che con il successo nella Coppa Europa di combinata della scorsa stagione ha posto le basi per “irrompere” tra i grandi. Dal 14 gennaio al 14 febbraio: un crescendo continuo, un’apoteosi che dal debutto con punti in Coppa del Mondo sulla Lauberhorn di Wengen è passata per l’ottavo posto di Chamonix fino al sesto di Garmisch. Un mese che ha permesso di cancellare gli amari ricordi del recente passato, con l’operazione ai legamenti del ginocchio solo nella primavera del 2010 che sembrava poter rovinare sul nascere una fondamentale stagione, ultimo ostacolo di un trittico che aveva caratterizzato le precedenti annate, con la rottura del tendine rotuleo nel 2009 e la mononucleosi nel 2008. Ma alla fine Paolo Pangrazzi è riuscito a sollevare la testa: la sera a Chalet Italia intona l’inno di Mameli tra Innerhofer e Fill, si aggira tra i tavoli per brindare con tecnici, giornalisti, amici; si gode la festa dei due compagni ma soprattutto la sua festa al P1, il disco pub più esclusivo di Garmisch. E tutto senza perdere la bussola: lo sguardo è puntato al futuro, ora che la festa è cominciata bisogna fare di tutto per farla continuare nel migliore dei modi. E così l’Italsci si coccola il polivalente del futuro e ancora una volta, a riempire l’atmosfera iridata, è sempre il solito inno, “Tutti Pazzi per Pangrazzi”. n


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CHILDREN

a cura della redazione

I campionati trentini ragazzi e allievi hanno messo in evidenza l’equilibrio tecnico nelle varie categorie e una reginetta, Francesca Fanti

Francesca Fanti

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vincitori diversi

Lucrezia Fantelli

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re gare in tre giorni con tre condizioni meteo diverse in due stazioni sciistiche vicine, ma soprattutto tanto entusiasmo energia e il giusto spirito agonistico. Sono state queste le peculiarità dei campionati trentini ragazzi e allievi che quest’anno sono stati organizzati dalla Monti Pallidi, il sodalizio diretto da Gianluigi Donei che ha messo in cantiere un numero decisamente importante di competizioni, se aggiungiamo pure le selezioni trentine per il Trofeo Pinocchio, interzonali e le numerose gare di snowboard. Due sono gli aspetti che hanno contraddistinto l’edizione 2011 dei trentini children. Il primo rivolto ad un bilancio agonistico decisamente curioso, se

Laura Pirovano

vogliamo anche anomalo rispetto alle passate edizioni, visto che sui 12 titoli in palio (esclusa la classifica di combinata) si sono registrati ben 11 vincitori diversi, con la sola Francesca Fanti dello Ski Team Fassa capace di centrare una doppietta in superG e in gigante. Nelle altre categorie ogni giorno un dominatore diverso, a testimonianza del buon livello qualitativo che i vari sci club del Trentino stanno portando avanti in questi anni nel principio della sana competizione. Snoccioliamo i nuovi campioni trentini Alessio Amadei, Francesca Fanti, Davide Parisi, Lucrezia Fantelli, Francesco Galdiolo, Giulia Peterlini, Federico Vanzo, Francesca De Luca, Stefano Caserotti, Pascal Rizzi, Laura Pirovano e, dulcis in

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fundo, il combinatista Giovanni Zotta, che pur non avendo vinto nessuna gara fra gli ragazzi ha dimostrato costanza di risultati in tutte e tre le specialità. L’altro aspetto curioso riguarda la mancanza di due generazioni, o meglio di due annate, visto che in alcune categorie si è registrato un altro fatto anomalo, ovvero che a primeggiare siano atleti al primo anno di categoria. Ne sono un esempio proprio la reginetta dei Trentini 2011 Francesca Fanti fra le ragazze, la rendenese Laura Pirovano fra le allieve, la roveretana Giulia Peterlini sempre nella categoria ragazze, che hanno addirittura vinto la medaglia d’oro. Un elogio va poi agli organizzatori della Monti Pallidi che hanno fatto fronte in


o Federico Vanz

MEDAGLIE CAMPIONATI TRENTINI CHILDREN 2011

Giulia Peterlini

Francesca De Luca

SUPERG RAGAZZI: 1° Alessio Amadei (Valrendena ski Club); 2° Andrea Sartori (Brentonico Ski Team); 3° Nicola Bozzetta (Us Latemar). RAGAZZE: 1ª Francesca Fanti (Ski Team Fassa); 2ª Francesca Elefanti (Agonistica Campiglio); 3ª Giulia Peterlini (Tezenis Ski Team). ALLIEVI: 1° Davide Parisi (Agonistica Campiglio); 2° Tommaso Levi (Agonistica Marmolada); 3° Cristiano Tomaselli (Lagorai Ski Team). ALLIEVE: 1ª Lucrezia Fantelli (Agonistica Campiglio); 2ª Francesca Zanini (Sc Ananune); 3ª Valentina Longhi (Ski Team Fassa). SLALOM SPECIALE RAGAZZI: 1° Francesco Galdiolo (Agonistica del Baldo); 2° Giovanni Zotta (Cai Sat Rovereto); 3° Matteo Scalet (Ski Club San Martino). RAGAZZE: 1ª Giulia Peterlini (Tezenis Ski Team); 2ª Francesca Elefanti (Agonistica Campiglio); 3ª Carlotta Zanella (Agonistica Campiglio). ALLIEVI: 1° Federico Vanzo (Agonistica Marmolada); 2° Alberto Valentini (Tezenis Ski Team); 3° Pascal Rizzi (Sc Anaune). ALLIEVE: 1ª Francesca De Luca (Agonistica Campiglio); 2ª Martina Peterlini (Tezenis Ski Team); 3ª Lucrezia Fantelli (Agonistica Campiglio).

Sergio Piardi

diolo Francesco Gal

SLALOM GIGANTE RAGAZZI: 1° Stefano Caserotti (Ski Team Val di Sole); 2° Giorgio Ronchi (Tezenis Ski Team); 3° Lorenzo Deflorian (Us Dolomitica). RAGAZZE: 1ª Francesca Fanti (Ski Team Fassa); 2ª Carlotta Zanella (Agonistica Campiglio); 3ª Monica Zanoner (Ski Team Fassa). ALLIEVI: 1° Pascal Rizzi (Sc Anaune); 2° Davide Parisi (Agonistica Campiglio); 3° Tommaso Levi (Agonistica Marmolada). ALLIEVE: 1ª Laura Pirovano (Agonistica Campiglio); 2ª Lucrezia Fantelli (Agonistica Campiglio); 3ª Beatrice Ferro (Tezenis Ski Team). Alessio Amadei

maniera professionale a questo evento che ha coinvolto nei tre giorni di gara quasi 900 giovani sciatori. Un evento che fra l’altro ha avuto due location diverse, ovvero Passo San Pellegrino con le gare di superG e di slalom e l’Alpe di Lusia con le prove di slalom gigante. Eppure sono riusciti a mettere in cantiere tutto in maniera egregia, affrontando con serietà e determinazioni gli inevitabili imprevisti, meteo compreso, passato dalla splendida giornata soleggiata del venerdì alla nevicata del sabato. Infine una riflessione riguardo alla nostra interminabile battaglia, ovvero quella di riuscire ad ottenere maggiore collaborazione da parte degli impiantisti, magari riuscendo a dare vita al sogno di uno ski-

pass unico. Domenica all’Alpe di Lusia, in una giornata contraddistinta da nebbia e neve, se non ci fossero stati i campionati trentini ad animare passaggi e rifugi, probabilmente la ski area sarebbe stata un tantino deserta. Un aspetto che merita una riflessione da parte di tutti. Un’ultima considerazione. Assistendo alla premiazione dei campionati trentini ci è parso alquanto ridicolo e fuori luogo l’imposizione da parte di allenatori o genitori di far salire il proprio figlio/atleta sul podio con gli sci in mano. Avranno tempo, se talentuosi, di vivere l’emozione di gratificare il fornitore di sci, anche perché i giornali per principio non pubblicano queste foto... n

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COMBINATA RAGAZZI: 1. Giovani Zotta (Cai Sat Rovereto) punti 175; 2. Francesco Galdiolo (Agonistica del Baldo) 156; 3° Giorgio Ronchi (Tezenis) 146. RAGAZZE: 1ª Francesca Fanti (Ski Team Fassa) 245; 2ª Peterlini Giulia (Tezenis Ski Team) 210; 3ª Francesca Elefanti (Agonistica Campiglio) 200. ALLIEVI: 1° Pascal Rizzi (Sc Anaune) 210; 2. Davide Parisi (Agonistica Campiglio) 193; 3. Tommaso Levi (Agonistica Marmolada) 185. ALLIEVE: 1ª Lucrezia Fantelli (Agonistica Campiglio) 240; 2ª Francesca De Luca (Agonistica Campiglio) 190; 3ª Francesca Zanini (Sc Anaune) 175. SOCIETÀ 1. Agonistica Campiglio punti 1400; 2. Tezenis Ski Team 837; 3. Ski Team Fassa 833.


sci alpino

a cura della redazione

Oltre le attese

Matteo De Vettori, sotto Sebastiano Finazzer e in basso Miriam Rasom

In attesa dei campionati italiani di categoria il bilancio della squadra trentina di sci alpino è decisamente positivo

A

lla vigilia di tutti i campionati italiani giovanili, alla fine quelli che pesano e che consentono di portare a casa medaglie, abbiamo analizzato con il commissario tecnico dello sci alpino Giampiero Vinante l’andamento delle due squadre agonistiche del Comitato Trentino. «Come avevamo sottolineato ad inizio stagione per noi questa doveva essere un’annata di transizione ma soprattutto di crescita. Durante la primavera la commissione discesa aveva infatti deciso di riorganizzare le squadre agonistiche allargando i numeri, ma soprattutto puntando sui più giovani, per cercare nel giro di qualche anno di elevare il livello tecnico del nostro gruppo. E così è stato, fra l’altro attuando una vera rivoluzione dei quadri tecnici, facendo passare Enrico Vicenzi dalla squadra femminile a quella maschile e affiancandogli la new entry Alessandro Finazzer, mentre in campo femminile Andrea Sonda era diventato il nuovo allenatore responsabile affiancato da Angelo Tavernaro». E dopo quasi 5 mesi di gare qual è il primo bilancio? «Per quanto riguarda il team maschile direi oltre le attese. Siamo partiti con l’obiettivo di crescere ed invece abbiamo ottenuti piazzamenti importanti con Matteo De Vettori che ha addirittura avuto l’onore di partecipare ai campionati mondiali juniores di Crans

Montana, centrando un eccellente risultato nella discesa di Caspoggio valida come gara del circuito Fis giovani e tanti altri piazzamenti e vittorie nelle gare Fis junior. È decisamente lui la sorpresa di questo inizio stagione e non è escluso un suo ingresso in nazionale il prossimo anno, ma altrettanto bene hanno fatto anche Sebastiano Finazzer e Matteo Battocchi. Fra gli aspiranti poi nell’ultimo mese Giovanni Pasini è spesso risultato primo di categoria ed è cresciuto anche Federico Liberatore e Davide Da Villa in slalom. Peccato poi per l’infortunio ad Andrea Chiesa, che stava andando davvero bene. Poi non dimentichiamo Francesco Romano che pur essendo un atleta delle Fiamme Gialle porta punti al Trentino ed attualmente è in testa alla graduatoria Fis giovani». Per quanto riguarda invece il settore femminile? «Qui i risultati sono stati meno rilevanti, anche perché abbiamo avuto tanta sfortuna e continui infortuni che hanno compromesso un lavoro complessivo. A parte Sara Maistri sulla

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quale la dea bendata sembra si sia accanita, anche Andrea Cailotto ha avuto una serie di piccoli stop che non le hanno permesso di essere costante, mentre Giulia Mattielli non è riuscita finora a trovare costanza nei risultati. Poi c’è stato l’incidente a Natalie Rizzoli, che ha lasciato il segno anche nel gruppo. Fra le aspiranti ho riscontrato tanto impegno e determinazione, purtroppo non è facile partire da dietro e recuperare posizioni. Chi è andata bene è stata sicuramente Miriam Rasom che ha ottenuto piazzamenti importanti. Ci vuole pazienza e speriamo che la sfortuna abbia chiuso la sua ventata di negatività nei nostri confronti». Dopo cinque mesi rifarebbe la scelta tecnica sulla rivoluzione degli allenatori? «Devo ammettere che la scelta fatta assieme alla commissione discesa era un po’ azzardata, ma ha dato i frutti che ci aspettavamo. Da parte degli allenatori ho trovato tanta professionalità e voglia di fare e disponibilità». n


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Assegnati i titoli provinciali, dai baby ai senior, a Tesero, Millegrobbe, Viote e Passo Campo Carlo Magno

Carrellata di titoli trentini I

n attesa del rush finale di questa stagione particolarmente intensa per lo sci di fondo, ci soffermiamo sui vari vincitori dei campionati trentini 2011. Gare che hanno avuto come teatro le Viote del Bondone per i baby e cuccioli, Malga Millegrobbe di Lavarone per i ragazzi e allievi, quindi Lago di Tesero per la gundersen aspiranti e juniores e Passo Campo Campo Carlo Magno per i provinciali giovani e senior a tecnica libera. A parte il solito plauso organizzativo allo Sci club Marzola, Ski Team Altipiani, Us Dolomitica e Sci club Campo Carlo Magno, i risultati emersi sono sostanzialmente quelli che sono stati messi in luce nel corso delle varie gare zonali. Aspettando le staffette tricolori di fine stagione quest’anno i campionati italiani ragazzi (tornati dopo alcuni anni di sperimentazione in formula criterium) e allievi hanno regalato ai nostri colori solamente una medaglia di bronzo maschile nelle gare children 2 di Asiago. Ma torniamo agli eventi di casa nostra. Sul Monte Bondone sono stati assegna-

ti i titoli dei più piccoli, che hanno visto primeggiare Matilde Goss (Us Lavazé Varena) e Olaf Haas della Cauriol fra i baby, quindi Carola Dellagiacoma (Usd Cermis) e Stefano Dellagiacoma (Usd Cermis) fra i cuccioli. I trentini ragazzi e allievi hanno invece avuto un’organizzazione insolita, ovvero quella di un club finora con estrazione sci alpino, lo Ski Team Altipiani, che però è riuscito a mettere in cantiere in maniera egregia le gare provinciali. Così a Millegrobbe di Lavarone si sono laureati nuovi campioni trentini ragazzi Nicola Deflorian della Cauriol e Michela Gabrielli dello Sci Fondo Val di Sole, mentre fra gli allievi hanno primeggiato Giacomo Gabrielli del Cermis e Caterina Ganz della Monti Pallidi. La prima gara giovani è stata invece messa in cantiere dalla Dolomitica di Predazzo a Lago di Tesero, con la tanto apprezzata gimkana. La gara di domenica aveva però validità anche per assegnare i titoli trentini giovani, senior e master a tecnica classica, che hanno così laureato nuovi campioni provincia-

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li Paolo Fanton della Cornacci fra gli junior, Manuel Simion dell’Us Primiero San Martino fra gli aspiranti, Marino Vanzo del Team Hartmann fra i senior e Marzo Zorzi della Cauriol fra i master. In campo femminile i titoli sono invece stati appannaggio di Valeria Deflorian della Cauriol, che ha pure stabilito il miglior tempo assoluto, quindi Erica Cavazzani del Marzola fra gli junior, Chiara Zoppiroli del Ledrense fra le senior e Laura Sala del Carisolo fra le master. A Passo Campo Carlo Magno, invece, sono stati assegnati quelli aspiranti, junior, senior e master a tecnica libera. I nuovi campioni trentini rispondono così ai nomi di Martina Di Biase (Us Cermis) e Nicola Pedergnana (Sc Rabbi) fra gli aspiranti, Stefania Zanon (As Cauriol) e Paolo Fanton (Us Cornacci) fra gli junior, Lisa Morandini (Fiamme Gialle) e Nicola Morandini (Fiamme Gialle) fra i senior, per finire con Laura Sala (Us Carisolo) e Gianni Penasa (Gs Monte Giner) fra i master. n


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giovaniBiathlon

a cura della Redazione

es Veronica Non

Tomio e Nones,

due nomi su cui puntare Il biathlon trentino soffre la mancanza di un poligono permanente, ma nonostante questo è stata comunque un’annata positiva

Lorenzo Tom io

I

n attesa del nuovo poligono di tiro, che dovrebbe concretizzarsi dopo i lavori in vista dei Mondiali 2013, a Lago di Tesero si sono disputati anche quest’anno i campionati trentini di biathlon. Kermesse che ha coinvolto un buon numero di ragazzi che praticano questa disciplina in Val di Fiemme, pur essendo costretti sempre a lunghe trasferte per partecipare alle competizioni. Nel pomeriggio le gare dei campionati trentini, la sera quelle del Revival, entrambe con fucili ad aria compressa. Fra le giovani promesse il miglior tempo, aggiudicandosi la classifica allievi, l’ha fatto registrare Lorenzo Tomio, che ha chiuso i tre giri del percorso per complessivi 1000 metri, con il tempo di 19’42”, precedendo Lorenzo Morandini. Fra le allieve si è imposta Veronica Nones del Castello di Fiemme, che ha invece concluso con il tempo finale di 20 minuti. Più combattuta poi la categoria ragazzi, nella quale ha primeggiato Nicolò Nones del Castello di Fiemme, che ha concluso con il tempo di 21’26”, precedendo Simone De Godenz della Cornacci e il compagno di squadra Joseph Vinante. Fra le pari età affermazione per Caterina Piller della Dolomitica che ha chiuso con il tempo di 25’52”0, davanti ad Alice Necchi del Castello di Fiemme. Sfida d’altri tempi poi nel tardo pomeriggio con la gara revival, sempre ad aria

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compressa, che ha visto primeggiare Michele Guadagnini della Dolomitica che ha chiuso con il tempo di 8’13”0; davanti a Roberto Tomio, staccato di 24 secondi e Martino Dallemulle, che ha invece accusato un ritardo di 30 secondi. Quarta posizione con qualche problemino col fucile, Federico Modica della Dolomitica. Per lui un ritardo di 52 secondi. Si è conclusa in maniera positiva anche la stagione del biathlon che ha visto gli atleti trentini partecipare alle gare del circuito Biathlon Cup in Alto Adige e ai campionati italiani giovanili. «L’avere a disposizione un centro permanente – ha sottolineato l’allenatore Giancarlo Dellantonio – non ci permette di crescere nella qualità e nei numeri. Speriamo cambi qualcosa nel futuro prossimo. I nostri giovani atleti comunque si impegnano molto e sono sicuro che i risultati arriveranno». Infine un cenno alla squadra che ha aderito quest’anno al progetto biathlon “Two Sport On Passion”, composta da Veronica Nones, Simone Daprà, Simone Degodenz, Lorenzo Tomio, Alex Dellantonio, Mattia Felicetti, Martin Moser, Nicolò Nones e Jose Vinante. Le società coinvolte nell’iniziativa promozionale sono invece il Gs Castello di Fiemme, l’Us Litegosa, la Cornacci di Tesero e la Dolomitica di Predazzo. n



giovaniSalto

Alex Insam, Luca Gianmoena e Mirco Sieff

a cura della redazione

Aaron Kostner, Giulio Bezzi e Gabriele Zambelli

Premiata ditta Bezzi&Gianmoena I

giovani saltatori trentini sono risultaGiulio Bezzi ti ancora protagonisti ai campionati italiani che si sono disputati in Val e Luca Gianmoena Gardena, centrando ben sei medaglie hanno dettato legge tricolori. Merito di Giulio Bezzi del Gs Monte Giner che si è imposto sia nel salnelle categorie children, to speciale sia nella combinata nordica fra i cuccioli della categoria ragazzi, quindi di Luca Gianmoena dell’Us Lavazé Varena primo Giovanni Bresadola nella combinata e secondo nel salto alha vinto tutte le gare lievi. Sono poi arrivati due bronzi nella combinata per merito di Gabriele Zamsia di salto sia di combinata belli del Monte Giner fra i ragazzi e Mirko Sieff dell’Us Lavazé Varena fra gli allievi. La gara aveva validità internazionale ed chini, Monteleone e Flessati, nella comha visto al via anche atleti di società aubinata Flessati, Monteleone e Facchini. striache. Inoltre al termine della gara gardenese Tornando al campionato italiano da seè stata effettuata la premiazione di Copgnalare poi il quarto posto di Zambelli pa Italia 2011, il circuito che comprennel salto ragazzi, seguito da Luigi Flesde tutti i risultati della stagione estiva sati e Michele Longo della Dolomitica sesto. Nel salto allievi Pietro Zorzi della Dolomitica ha concluso al quarto posto davanti a Giulio Bezzi, Manuel Longo, Alessio Longo e Mirco Sieff. Nella combinata nordica tricolore ragazzi come anticipato Gabriele Zambelli ha ottenuto la medaglia di bronzo, davanti a Luigi Flessati del Monte Giner. Quinto posto poi per Michele Longo, sesto per Nicola DallaGuido Flessati, Giovanni Bresadola e Gabriele Monteleone giovanna. Nella combinata allievi ancora un quarto posto per Pietro Zorzi, davanti a Manuel Longo, 2010 e invernale 2011. In particolare con Alessio Longo settimo e Denis Panella categoria ragazzi di salto speciale rolari nono. il podio è completamente del Gs Monte Per quanto riguarda i cuccioli (era una Giner con Giulio Bezzi primo, Gabriele gara internazionale ma non valida per il Zambelli secondo e Luigi Flessati terzo, campionato italiano) Giovani Bresadola mentre nella combinata Bezzi ha vinto ha ottenuto una doppietta sia in salto sia la medaglia d’oro e Zambelli è risultato in combinata, precedendo nel salto Facterzo. Nella categoria cuccioli doppietta

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anche per Giovanni Bresadola e doppio argento per Guido Flessati. I campionati italiani children erano dunque l’ultimo atto della stagione invernale di salto e combinata nordica, durante la quale gli stessi protagonisti citati si sono alternati le posizioni anche nelle varie gare del circuito Nazionale Giovani e in particolare nelle due gare perfettamente organizzate dalle due società trentine Unione sportiva Dolomitica a Predazzo e Gruppo sportivo Monte Giner a Pellizzano e Ossana. La Dolomitica ha inoltre organizzato i campionati italiani di combinata nordica assoluti e juniores, che hanno visto, come da pronostico, l’affermazione della medaglia olimpica Alessandro Pittin e con il giovane promettente gardenese Samuel Costa che è stato capace di mettersi al collo la medaglia del miglior junior. Per i colori del Trentino non è giunta nessuna medaglia, anche se il bilancio della squadra rimane comunque positivo. Roberto Tomio si è piazzato quarto nella gara junior, davanti al compagno di squadra Paolo Corradini, con Daniele Varesco ottavo ma con la soddisfazione di aver stabilito il secondo miglior salto a metà gara. Nella graduatoria assoluta Roberto Tomio ha invece centrato il settimo posto, sempre davanti a Paolo Corradini, con Varesco undicesimo, Maximilian Thomas quattordicesimo e Gabriele Scarian quindicesimo. Insomma i giovani non mancano, con un po’ di pazienza e tanto lavoro si può arrivare in alto. n



neveFresca

Attenti

a quei

2 di Ugo Merlo

Gian Luca Vanzetta e Federico Nicolini stanno dominando la scena nello sci alpinismo giovanile, posizionandosi al primo e secondo posto in Coppa del Mondo

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giore esperienza e risultati, visto corre nei cadetti dallo scorso anno, appariva più forte. La settimana prima aveva vinto alla Presolana, con ben 6 minuti di vantaggio sul Gian Luca il tricolore, ma in una gara di sci alpinismo, sai come parti, ma non come arrivi. Con i giovani i pronostici poi non sempre valgono. Le variabili in uno sci alpinista giovane sono molte. Sin dal via i due alfieri dello sci alpinismo trentino e nazionale hanno fatto la differenza. Non ce nera per nessuno. Solo il lombardo Luca Faifer, alla fine terzo, riusciva a fatica a non stare troppo lontano dai due sfidanti per la gara e per la Coppa del Mondo. Nella prima ascesa Nicolini imponeva il

ambre. Stai attento a quei due che occupano il due gradini più alti del podio, tra breve saranno tuoi avversari. Questa la frase detta al simpatico Manfred Reichegger, campione di sci alpinismo altoatesino, in forza al Gruppo Sportivo dell’Esercito, che ha sorriso aggiungendo: “Mi sa che smetto prima”. La scena: la premiazione nella piazza di Tambre (Belluno), teatro della terza prova della Coppa del Mondo di sci alpinismo, al termine della quale si sono assegnate le Coppe Cadetti e Juniores. Sul gradino più alto del podio, vincitore del trofeo internazionale, troviamo il fiemmese della Cauriol Gian Luca Vanzetta,

accanto a lui Federico (soprannominato da tutti Chicco) Nicolini del Brenta Team, che vive all’ombra del Brenta, Molveno, secondo. Un grandissimo risultato, questo dello sci alpinismo trentino. La Coppa del Mondo Cadetti è vissuta sul duello tra Vanzetta e Nicolini iniziato a Pelvoux dove ha vinto il Gian Luca, davanti al Chicco, proseguito poi a Gavarnie con la vittoria del Nicolini sull’amico Vanzetta. La gara di Tambre, tappa italiana disputatasi su di un percorso in parte simile a quello della mitica Trancavallo, di cui il giorno dopo della prova di Coppa è andata in scena la ventottesima edizione, era la prova finale e decisiva. Sulla carta Chicco Nicolini forte di mag-

GIAN LUCA VANZETTA

Data di nascita: 29.06.1994 Luogo di residenza: Ziano di Fiemme Scuola frequentata: Istituto Tecnico Commerciale di Predazzo Cosa vuoi studiare in futuro? «Finito il quinto anno di questa scuola penso che comincerò a lavorare perché la voglia di studiare è già esaurita». Quando hai messo gli sci la prima volta? «All’età di 5 anni ho messo per la prima volta gli sci da discesa, ma la mamma mi ha detto che non li ho messi molto volentieri». Quando hai messo gli sci da alpinismo la prima volta? «Li ho messi nel 2008 perché volevo fare la gara del mio paese». Chi ti ha avvicinato allo sci alpinismo agonistico? «Sicuramente è stato mio papa, che mi ha avvicinato alle gare in pista, poi Carlo Zanon mi ha fatto conoscere il vero sci alpinismo, quello fuori pista» Gli dai dei meriti o era meglio se ti portava a fare altro? «Queste persone devo sicuramente ringraziarle perché mi hanno fatto conoscere uno sport stupendo, molto faticoso, ma a stretto contatto con la montagna». Che cosa è per te la montagna? «Una passione di cui non posso farne a meno, ma anche uno stile di vita in quanto tra le montagne si svolgono molte delle mia attività, un posto dove ho trovato le mie più grandi soddisfazioni anche senza gareggiare, un luogo dove confrontarsi e trovare i miei limiti» Perché hai scelto uno sport che in fondo è povero e molto duro? «Proprio perché è uno sport che ha fatto un patto con la montagna, dove le sue forme sono il mio campo di gara, dove non serve sempre vincere per essere soddisfatti». Hai praticato o pratichi altri sport? «Nella mia vita ho giocato a calcio, hockey, sci di discesa, sono passato allo snowboard per poi incontrare la montagna e praticare sci alpinismo e la corsa in montagna l’estate». La tua attività alpinistica? «Per adesso si limita a conquistare le vette del Lagorai, la catena che costeggia la mia valle ma un giorno mi piacerebbe conquistare qualcosa di molto più grande». Qual è lo sportivo se c’è che rappresenta per te un modello? «Manfred Reichegger». Sai già cosa farai da grande? «Penso che faro il falegname ma non ho abbandonato l’idea di diventare guida alpina. Poi chissà, magari lo sport diventerà un lavoro e allora non lo rifiuterei».

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suo ritmo e Vanzetta non lo mollava. Un testa a testa nel quale i duellanti, con grande correttezza e sportività davano il tutto per tutto. Il Chicco, non riusciva a fare la differenza complice l’influenza e così Gian Luca con determinazione e convinzione riusciva a superare il compagno di avventura nel tratto finale in discesa, tagliando il traguardo sorridente e felice. Dopo pochi secondi arrivava Chicco, un po’ sconsolato, stanco, ma leale e sportivo. I due subito dopo si sono stretti la mano ed abbracciati. È una bella immagine, quella di questi due ragazzi, che dominano la scena mondiale, battagliano fino all’ultimo metro e si abbracciano dopo il traguardo. Un esempio di sportività di freschezza, morale soprattutto, perché nel loro competere c’è sano e puro agonismo. Merita un approfondimento l’esplosione in questa stagione di Gian Luca Vanzetta, che al suo primo anno di gare serie è stato subito chiamato a far parte della

nazionale ed alla prima gara importante sulla scena mondiale ha fatto il colpaccio, come ama dire il suo mentore Carlo Zanon, nella cui scuderia questo “puledro” di razza è stato allevato ed ha preso complice il papà la passione dello sci alpinismo. Ecco il pensiero del vincitore. “La vittoria della Coppa del Mondo è stata una cosa per me inattesa, perché nelle precedenti gare in Italia arrivavo sempre sul terzo gradino del podio e non avrei mai immaginato che uscendo dell’Italia sarei riuscito a vincere. Questa vittoria è stata la mia più grande soddisfazione e forse non mi rendo ancora conto di ciò che sono riuscito ad ottenere. Nella mia testa continuo a pensare però che Chicco sia più forte di me, questo perché lo battuto solo due volte e proprio in Coppa del Mondo. Debbo dire che in queste due occasioni lui non godeva della massima forma e salute.” Il Chicco già lo scorso anno aveva fatto

capire di che stoffa è fatto. Dietro di lui c’è il papà Franco, campione del passato nemmeno tanto remoto, grande alpinista che ha trasmesso al figlio e anche alla figlia Elena la passione per lo sci alpinismo agonistico. Quest’anno il giovane Nicolini ha fatto ciò che sa fare andare su e giù per le montagne con gli sci velocissimo. Ecco la riflessione di Chicco: “Nella gara di Tambre ho sofferto per l’influenza. Gian Luca è riuscito a passare, lo sport è questo un secondo posto in Coppa del Mondo è un bel risultato, guardo avanti al futuro.” Se Gian Luca e Chicco avranno voglia di continuare ad allenarsi, impegnarsi e fare fatica, potranno sicuramente ambire ad altri traguardi ad altre giornate di gloria e tenere alto accanto ai loro già bei nomi, la bandiera dello sport italiano e del Trentino, che di loro è orgoglioso. Bravi ragazzi e grazie. n

FEDERICO NICOLINI

Data di nascita: 28.11.1994 Luogo di residenza: Molveno Scuola frequentata: Secondo anni all’Istituto Ivo De Carneri Cosa vuoi studiare in futuro? «Quando finisco le superiori penso di andare a lavorare, perché mi sento un pratico, mi piace il dinamismo.». Quando hai messo gli sci la prima volta? «All’età di 3 anni con mio papà Franco in Paganella» Quando hai messo gli sci da alpinismo la prima volta? «A 5 anni con l’aiuto di mio papà sui prati vicino a casa mia». Chi ti ha avvicinato allo sci alpinismo agonistico? «Quando ero piccolo e andavo a vedere mio papà, vedendolo mi sono appassionato, acnhe perché in casa abbiamo sempre vissuto con un certo coinvolgimento l’attività del papà». Gli dai dei meriti o era meglio se ti portava a fare altro? «Certamente gli do dei meriti grandissimi perché lo sci alpinismo è un bellissimo sport, che esalta vivi nella natura incontaminata». Che cosa è per te la montagna? «La montagna mi piace molto sia l’estate quando osso andare ad arrampicare, correre, che l’inverno con la neve allorquando si può praticare lo sci» Perché hai scelto uno sport che in fondo è povero e molto duro? «La mia risposta è semplice, perché mi piace molto e mi diverte». Hai praticato o pratichi altri sport? «Ho praticato il ciclismo, un altro sport di grande fatica». La tua attività alpinistica, sappiamo che hai un record, davvero significativo. «Vivo all’ombra del Gruppo di Brenta e papà è una guida alpina, come detto prima la montagna è la è nel mio dna, sin da piccolo. Della mia attività alpinistica mi piace ricordare che ho scalato il Campanile Basso all’età di 7 anni e poi ho fatto qualche cimetta con gli sci». Qual è lo sportivo se c’è che rappresenta per te un modello? «Papà Franz». Sai già cosa farai da grande? «Vivo di giorno in giorno e poi vedrò».

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sci alpinismo

a cura della Redazione

Che successo la gara light femminile Alla Ski Alp Val Rendena, gara di Coppa delle Dolomiti, è stato adottato un percorso leggero per le donne, un’iniziativa intelligente che avrà un futuro Matteo Campigotto

L

a Coppa delle Dolomiti con i suoi Comitati Organizzatori si dimostra ancora una volta una fucina di idee e innovazione. Inutile elencare tutto ciò che il circuito ha portato nel mondo dello sci alpinismo, uno o forse il primo in Italia capace di riunire le principali gare del Trentino, per poi darsi negli anni una dimensione interregionale e internazionale. La Coppa delle Dolomiti ha avuto un ruolo importante nella crescita del movimento inserendo novità regolamentari poi adottate a tutti i livelli e negli ultimi anni ha dato vita, dapprima ad un circuito giovani, quindi ad una gara esclusivamente under 20, che tanto successo ha riscosso nello scorso dicembre riproponendosi di diventare un appuntamento fisso nel calendario. Ma non è tutto, lo scorso febbraio, in occasione della 7ª Ski Alp Val Rendena, ecco che gli organizzatori dello Sci club Alpin Go Val Rendena, diretti dall’infaticabile Matteo Campigotto, hanno deciso di sperimentare un’altra novità regolamentare, peraltro già discussa nel comitato tecnico di Coppa delle Dolomiti coordinato da Franco Nicolini. In pratica la gara senior e master femminile ha adottato per la prima volta nella

storia un percorso light, identico a quello della categoria junior maschile, e non più lo stesso quindi dei senior e master maschi. Nel dettaglio le girls hanno affrontato un tracciato con 1200 metri di dislivello, anziché 1800, con partenza dal Doss del Sabion, ma mantenendo i passaggi suggestivi della Scala Santa, delle 100 zete per raggiungere il rifugio XII Apostoli, comprensivo di 3 salite e 2 discese. L’esperimento è decisamente piaciuto, come ha sottolineato lo stesso Campigotto pochi giorni dopo l’evento: «Abbiamo avuto dei feedback decisamente positivi e questo non fa che rafforzare la nostra intuizione. Riteniamo che la gara light potrà sicuramente permettere un incremento della partecipazione femminile, cercando comunque di mantenere un livello di difficoltà e di tecnicità che le nostre gare richiedono. Noi proseguiremo sicuramente su questa strada». Abbiamo raccolto tre pensieri diversi per tipologia, ma univoci nel messaggio finale: la gara light è il futuro dello sci alpinismo femminile. «L’idea è decisamente interessante», ha commentato la vincitrice Francesca Martinelli, «Anche se dopo tante stagioni af-

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frontate su percorsi lunghi il mio motore si è abituato a certi ritmi e sforzi e personalmente riesco ad esprimermi proprio nella parte finale del tracciato, ritengo che per la categoria femminile dev’essere assolutamente fatto qualcosa. Per non ritrovarci sempre le solite in gara bisogna cercare di far avvicinare nuove atlete e il percorso light è la soluzione ottimale, soprattutto per le giovani». Della stessa idea è anche la nonesa Orietta Calliari: «Io non ho partecipato alla Ski Alp Val Rendena e non nascondo di prediligere i percorsi lunghi. È altresì vero che l’iniziativa degli organizzatori della gara e del circuito Coppa delle Dolomiti è decisamente interessante e deve essere riproposta». Battuta conclusiva per Elena Nicolini, una dei volti nuovi dello sci alpinismo: «A parte la gara di Pinzolo che ha un percorso fantastico, la competizione leggera per le donne è ottimale. Come me la pensano tante altre giovani che hanno appena iniziato a gareggiare e che non hanno il ritmo per maratone scialpinistiche. È indispensabile per far crescere e promuovere il nostro sport». n


XIX COPPA DELLE DOLOMITI

19a edizione I 2011

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12.12.2010 23.01.2011 20.02.2011 27.02.2011 03.04.2011 17.04.2011

17째 Memorial Fabio Stedile Gara Nazionale Giovani | Passo Rolle a 3 Pitturina Ski Race | Val Comelico 3째 Tour de Sas | Badia 7a Ski Alp Val Rendena | Pinzolo 3째 Adamello Ski Raid | Ponte di Legno 3째 PalaRonda Ski Alp | San Martino di Castrozza

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Quali sono gli effetti benefici del consumo quotidiano di frutta e verdura? n Protezione efficace da molte malattie come quelle cardiovascolari (infarto e ictus), l’ipertensione, l’obesità, il diabete e alcuni tipi di tumori n Insieme ad una regolare attività fisica aiuta

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a cura della redazione

La coppia Simone Scalet e Simone Gaio ha ottenuto il bronzo agli assoluti, mentre l’allievo Manuel Gaio ha sempre lottato per le posizioni di vertice Giovanni Salvadori

Mirko Lucian

Siamo piccoli

ma cresceremo N

ell’angolo orientale del Trentino esiste una piccola realtà impegnata in una delle discipline minori fra quelle degli sport invernali. Spesso in silenzio ma con tanto entusiasmo e passione in questi anni è riuscita a creare un vivaio interessante ed anche i primi risultati stanno arrivando. Stiamo parlando della sezione slittino dell’Us Primiero San Martino, che ha da poco concluso una stagione molto intensa e piena di soddisfazioni. È stata un’annata da incorniciare in particolare per Manuel Gaio che nella categoria allievi ha sempre lottato nelle posizioni di vertice, raggiungendo la vittoria e il secondo posto nelle prove di Intercontinental Cup a Flassin in Val d’Aosta e Santa Maddalena in Val di Funes.

Il podio dei Campionati Assoluti con sul terzo gradino del podio la coppia trentina Simone Scalet e Simone Gaio. A sinistra, Manuel Gaio e in alto Loris Simion

Altra nota positiva è arrivata dal doppio formato da Simone Scalet e Simone Gaio, capaci di centrare una splendida medaglia di bronzo ai campionati italiani assoluti in Val di Funes, importante piazzamento per la coppia primierotta che poi ha pure ottenuto il secondo posto nel Intercontinental Cup di Flassin. Buono anche il comportamento nelle categorie aspiranti, dove su tutti si è messo in evidenza Giovanni Salvadori, facendo segnare ottimi tempi e margini di miglioramento per il futuro. La sezione dell’Us Primiero ha inoltre organizzato l’undicesima edizione del-

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la coppa punti Trofeo Alimentari Gaio. Quest’anno la kermesse non si è svolta nella pista di allenamento della sezione, ma in ben tre piste diverse in territorio altoatesino. Per lo slittino da competizione la vittoria è andata nella categoria cuccioli maschile a Mirko Lucian, nella categoria ragazzi a Gianmaria Scalet, negli allievi a Manuel Gaio, negli aspiranti a Giovanni Salvadori e nella categoria seniores a Simone Scalet. Nella categoria preagonismo femminile, invece, il successo ha poi arriso in formula ex aequo ad Elena Rech e Francesca Gadenz. La manifestazione anche quest’anno ha riscosso dunque grande successo e si è svolta su tre gare, al termine delle quali gli atleti hanno maturato ogni volta un punteggio indispensabile per formare la classifica finale generale e di categoria. Un circuito al quale per il momento hanno preso parte solo atleti primierotti, ma l’obiettivo e la disponibilità dell’Us Primiero è quella di aprire questo circuito anche all’esterno cercando altresì di crescere dal punto di vista tecnico e di numeri. Inoltre il gruppo agonistico del sodalizio primierotto ha preso parte anche a gare valide come qualificazione nazionale, in Val Gardena e in Val Venosta e ad una gara giovanile a Fiè allo Scilliar con discreti risultati. L’ultimo impegno stagionale è coinciso con la disputa del Trofeo Sel, a Longiarù in Val Badia, oltre all’ immancabile gara sociale che quest’anno è stata svolta assieme agli amici della Val Gardena nella loro pista a Plan de Gralba. Anche se l’inverno non è stato dei migliori a livello meteorologico, la stagione è stata lo stesso impegnativa e senza ombra di dubbio una delle migliori del ultimo decennio per risultati e gare svolte. n


autoscatto

di Veronica Gianmoena

La ladies trentina del salto L

’opportunità che mi è stata data di raccontarmi nelle pagine di SciA in Trentino per me è stato davvero un grande onore anche perché mi da la possibilità di parlare di una disciplina sportiva poco seguita in Italia: il salto con gli sci. Innanzitutto mi presento, mi chiamo Veronica Gianmoena, ho 15 anni e abito a Varena. La mia avventura sportiva non è iniziata con il salto, anzi, avevo in testa tutt’altro. Ho cominciato facendo danza, poi sci alpino, fondo, nuoto, arrampicata, corsa, hockey. Un giorno mentre stavamo facendo allenamento di fondo il mio allenatore, Nicola Parolari chiese al gruppo, su proposta dell’Us Dolomitica, se volevamo provare a saltare. All’inizio eravamo un bel gruppo, circa 15 ragazzini di cui 4 ragazze, tutti con lo scopo di divertirci, ma poi con il passare del tempo qualcuno si è stufato, altri avevano interessi diversi, altri ancora hanno preso paura, così siamo rimasti in 6 (pochi ma buoni) e io sono rimasta l’unica ragazza. Avendo cominciato questo sport a 10 anni, ero già grande perché questo sport di solito si comincia a 6-7 anni, gli allenatori mi avevano dato poche chance fin da subito, ma io con la mia testa dura e già con degli obiettivi ben a fuoco sono andata avanti. L’unico, che fin dall’inizio, ha creduto in me è stato Ezio Brigadoi, al quale vorrei fare un ringraziamento particolare perché mi ha aiutato nei momenti di difficoltà e grazie a lui sono arrivata ad un buon livello competitivo. Da qui il salto non è più un gioco, ma diventa una vera passione.

Si è avvicinata quasi per caso all’acrobatica disciplina e ora sogna di esserci ai Mondiali 2013

Nella stagione 2008-2009 sono arrivate le mie prime soddisfazioni vincendo sia i Campionati Trentini sia quelli italiani della categoria Children. Nella stagione 2009-2010 sono riuscita a riconfermarmi Campionessa Italiana Children e grazie a questi risultati ho avuto la possibilità di far diventare la mia passione un vero impegno. Il mio obiettivo è stato fin da subito quello di entrare in squadra A e di partecipare ai Campionati del Mondo in val di Fiemme nel 2013, obiettivo che esiste ancora nella mia testa e che voglio portare fino in fondo. Dopo la seconda vittoria del Campionato Italiano Children ho avuto la possibilità di entrare nel Comitato Trentino e nel 2010 e quindi nella Squadra Osservate di salto. Nell’estate 2009 ho iniziato a girare con la squadra A e B, partecipando alla Continental Cup, circuito che si paragona alla Coppa del Mondo maschile, e da lì ho capito che era veramente iniziata la mia carriera da saltatrice. Nell’inverno del 2010 ho partecipato ai Campionati Mondiali Juniores in Germania a Hinterzarten, dove non ho concluso con un buon risultato, ma che è stata un’esperienza bellissima. Nel Marzo del 2010 all’ultima gara OPA durante il salto di prova sono caduta e mi sono procurata la frattura del metatarso del piede sinistro. Quell’infortunio mi ha provocato lo stop per 2 mesi, ma poi mi sono ripresa molto bene e gli allenamenti sono proseguiti in maniera regolare. La stagione estiva del 2010 ha superato tutte le mie aspettative. Ero molto carica per cominciare con la stagione invernale.

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Purtroppo all’inizio della tournee invernale, nel gennaio del 2011, un grave lutto ha colpito la nostra squadra, a causa della morte della nostra “sorella di salto” Simona Senoner alla quale ero molto legata. È stato un periodo molto difficile ma grazie al mio carattere forte, alla mia famiglia e ai miei amici sono riuscita a superarlo e a recuperare abbastanza in fretta. Il 24 gennaio sono partita per un’altra avventura, i Campionati del Mondo Juniores in Estonia, e diversamente dall’anno precedente ho concluso con un discreto risultato. L’unico problema che ostacola la mia carriera sportiva è la scuola. Frequento la 2ª del liceo linguistico “La Rosa Bianca” di Cavalese, e non essendo un liceo sportivo alcuni professori non sono molto favorevoli agli alunni che praticano sport e che quindi fanno molte assenze. Tutto sommato me la cavo bene, come nello sport, cerco di dare il meglio perché alla fine la scuola è una delle cose più importanti della vita. Conciliare sport e scuola a volte è semplice, a volte è molto difficile, soprattutto quando devo assentarmi più di una settimana, ma con l’aiuto dei miei compagni e di qualche professore con un po’ di cuore riesco a proseguire senza problemi. L’evento più importante che mi terrà occupata il prossimo anno, oltre ai Campionati Mondiali Juniores, saranno le Olimpiadi Giovanili a Innsbruck dove spero di portare a casa un ottimo risultato. Io non mollo di sicuro, ai Mondiali 2013 in Val di Fiemme voglio proprio esserci. n


ph: Fotohollywood - Andalo

Grande Ted

Dopo la recente vittoria ai Campionati del Mondo Ted Ligety vince anche la Coppa del Mondo di Gigante per la terza volta in carriera. 50 Km di piste • 14 impianti di risalita • 1.200 mt di dislivello • 4 campi scuola

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Masterizzando

di Daniele Bernardi (daniele_bernardi@hotmail.com)

Ai campionati italiani master di Pila abbiamo raccolto pareri discordanti sull’adozione regolamentare delle prove nella gara veloce

La prova nel superg: cui prodest? A

i recenti Campionati italiani master di Pila, splendidamente organizzati, ho potuto sperimentare per la prima volta le prove prima della gara di superg. Non sapevo, mea culpa, che la Commissione master avesse adottato questo regolamento quest’anno e per me è stata una sorpresa. Ho raccolto, in loco, alcuni pareri di altri concorrenti sulla novità, perlopiù negativi, anche se devo ammettere che qualcuno si è espresso favorevolmente. L’elemento positivo è, ovviamente, quello di consentire un approccio soft alla prova veloce, consentendo di fare una discesa rilassata, provando i passaggi più tecnici senza l’assillo del cronometro. Entusiasti, proprio per questo, alcuni fra i più anziani, per i quali la velocità del superg costituisce sempre uno scoglio arduo da affrontare… Devo dire però che, nonostante le prove, ho visto alcuni in gara sbagliare clamorosamente direzione e andare per le fresche frasche. Forse sarebbe necessario il segnale luminoso per terra, come all’aeroporto, altro che prova!

Il podio dello Slalom B6: Enrico Voyat, Eugenio Traversa e Friedrich Raffeiner

Il podio del Gigante A5: Lorenzo Ferrari, Luigi Gandini e Franco Maggiorelli

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Scherzi a parte, vediamo di spiegare perché, a mio avviso, la discesa prima delle gara è un elemento, tutto sommato, negativo, soprattutto ai Campionati italiani. Innanzitutto vi è da dire che l’essenza del superg è proprio quella di affrontare una gara veloce al primo tentativo, solo con l’ausilio della ricognizione. C’è chi riesce ad interpretare il percorso al meglio e chi invece ha delle difficoltà a spingere al massimo i vari passaggi. Introdurre la prova prima della gara significa scardinare questo dato di fatto, introducendo una modifica sostanziale, a favore dei meno capaci. Forse il nuovo canovaccio può avere un senso nelle tappe di Coppa Italia, dove la partecipazione complessiva è, di norma, più esigua, e si consente così ai partecipanti un po’ di allenamento specifico nella specialità, altrimenti impossibile. Ma non ha proprio senso, a mio avviso, in sede di Campionati Italiani laddove vi sono numeri importanti in partenza (quest’anno più di 150 iscritti), si asse-


gnano i titoli e ci si può trovare a partire in gara con la pista rovinata dai passaggi della prova. Proprio questo aspetto dovrebbe far riflettere perché danneggia in primis i concorrenti più anziani, che invece beneficerebbero della pista liscia se non ci fosse la discesa di prova. In sostanza si ottiene un risultato opposto a quello perseguito. Un ulteriore elemento a sfavore, è rappresentato dal fatto che per poter effettuare la prova si tende inevitabilmente ad anticipare la partenza al mattino, con condizioni di luce sfavorevoli e si dilatano enormemente i tempi di svolgimento dell’intera competizione, fiaccando l’entusiasmo della truppa. Venendo allo specifico episodio di Pila, possiamo ricordare come, grazie all’inflessibilità dei giudici, ci sia stato il tempo per una sola ricognizione al mattino, siano poi state effettuate le prove e, complice l’usura inevitabile della pista, gli organizzatori siano stati obbligati

Che bottino ai tricolori: 13 medaglie

Giovanni Manfrini medaglia di bronzo nel superG categoria B6

Il podio del Gigante A4: Alfredo Gualla, Daniele Bernardi e Willy Nardelli

a spostare qualche passaggio rovinato, senza poter, ovviamente, consentire un’ulteriore verifica del tracciato che invece sarebbe stata opportuna. A ciò addebito un mio grossolano errore nella parte alta della gara, in un passaggio difficile che ha causato anche l’uscita di Gigi Gandini, in quanto ho affrontato un percorso leggermente diverso da quello visto e provato al mattino, tagliando eccessivamente la linea. A mio avviso il superg ideale dovrebbe essere effettuato su due piste separate, BC e A, oppure com’era avvenuto ai Campionati di Santa Caterina Valfurva nel 2008: dopo un congruo lasso di tempo nel quale consentire due ricognizioni, prima devono partire i gruppi più anziani e le ragazze su una pista leggermente accorciata, ad un orario il più possibile favorevole per consentire le condizioni di luce migliori. Poi si dovrebbe sospendere la gara, fare una ricognizione-lisciatura di tutto il tracciato da parte dei concorrenti categoria A e quindi dare il via alla gara dei più giovani. Senza tante prove. n

Ha fatto incetta di medaglie il Trentino Master Team ai campionati italiani master, magistralmente organizzati a Pila, in Val d’Aosta. Nell’appuntamento tricolore l’agguerrito team coordinato da Gian Luca Porta ha tenuto in alto i nostri colori centrando ben 13 medaglie, delle quali 7 d’oro. Nella tre giorni di gara, che ha visto al via i migliori atleti provenienti da tutta la penisola su piste di alto livello tecnico splendidamente preparate, sono saliti sul gradino più alto del podio Luigi Gandini dello Ski Team Fassa, che ha vinto il gigante della categoria A5 (dai 50 ai 55 anni), Daniele Bernardi del Cus Trento che si è imposto nel gigante categoria A4 (dai 45 ai 50 anni), Willy Nardelli del Team Nardelli primo nello slalom categoria A4, quindi Eugenio Traversa del Cus Trento che ha centrato una doppietta stabilendo il miglior tempo sia nello slalom sia, a sorpresa, nel superG della categoria B6 (dai 55 ai 60 anni), e firmando anche in entrambi i casi le migliori prestazioni assolute degli over 55. Stesso copione anche per l’intramontabile Maria Gesumina Suster dello Sci club Città di Rovereto che ha vinto il gigante e pure il supergigante della categoria C10. Le tre medaglie di argento le hanno invece centrate sempre Eugenio Traversa nello slalom gigante B6, che ha chiuso così la tre giorni con un risultato decisamente entusiasmante, ed ancora Daniele Bernardi nel superG A4, con qualche rammarico per un errore che gli ha fatto perdere tempo prezioso, per concludere con il fassano Luigi Gandini, secondo nello slalom A5. Infine i tre bronzi portano la firma di Willy Nardelli nel gigante A4, di Giovanni Manfrini del Cus Trento nel superG categoria B6 e di Gian Luca Porta del Cus Trento nello slalom A5. Questi dunque i magnifici 7 del Trentino Master Team, ma la spedizione provinciale in terra valdostana poteva addirittura chiudersi con qualche medaglia in più visto che l’inossidabile allenatore Sergio Depaoli ha concluso quarto nel gigante B6, Daniela Vettorato quinta nello slalom C5, Elvio Barbetti ben piazzato in tutte le gare nella B7, Gian Luca Porta quarto nel superG A5 e undicesimo in gigante, per finire con il velocista Ugo Stefani dell’SCMD Campiglio, nei dieci nel superG B7. Peccato che molti altri atleti trentini “di peso” abbiano scelto di non venire a Pila, perché il bottino avrebbe potuto essere molto più cospicuo. Ma gli assenti hanno sempre torto…

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Screening

La gimkana nel fondo piace

di Maddalena Collini

Quest’anno la commissione fondo del Comitato Trentino ha deciso di inserire la gimkana nelle gare ragazzi e allievi. Sentiamo cosa ne pensano dirigenti e allenatori

G

ià da qualche anno nello sci nordico si lamentano la mancanza di veri fuoriclasse e un’età media di massima prestazione che in Italia è tanto alta da arrivare a trent’anni. Ci si chiede perché e sopratutto come si potrebbe riuscire a sopperire a queste difficoltà. Si sa, i cambiamenti vanno fatti alla base. Ed ecco allora che andiamo a chiedere a diverse voci cosa ne pensano della novità di quest’anno, l’introduzione della gimkana anche nelle gare ragazzi e allievi: è stata un’esperienza utile, da ripetere anche nei prossimi anni? E quali sono le impressioni riguardo il settore giovanile?

Marco Zoller, responsabile del fondo del Comitato Trentino “Nonostante l’iniziale diffidenza, la scelta a livello nazionale di inserire la gimkana è stata apprezzata da tutte le società sportive, dai ragazzi e dagli allenatori: è una disciplina che serve, diminuisce lo stress nelle gare, le rende divertenti. Lo scopo? Migliorare abilità e destrezza. Oltretutto c’è un calo di atleti nelle categorie ragazzi e allievi: proprio per questo si è voluto inserire la gimkana, per rendere più piacevole questo sport ed alzare l’età in cui i ragazzi smetteranno di sciare.” Paolo Debertolis, allenatore responsabile del Comitato Trentino “Il riscontro a mio parere è stato molto positivo. Per i giovani non occorre insistere con l’agonismo ma è meglio valorizzare l’aspetto della sensibilità, dell’equilibrio, della coordinazione: sono qualità che vanno allenate e sviluppate fino ai 14 anni, dopo i margini di miglioramento sono certamente minori. Le gare non sono tutto. La gimkana sembra sì un gioco, ma si vogliono sviluppare determinate caratteristiche che altrimenti non verrebbero toccate allenandosi solo per le gare.”

Roberto Campaci, allenatore Fiamme Gialle “Il Trentino ha puntato molto sulla novità, facendo moltissime gimkane rispetto agli altri Comitati: è un modello di gara da continuare a portare avanti, stimola lo sviluppo delle capacità coordinative e rende divertenti le competizioni. Non è da escludere l’introduzione della gimkana nelle categorie superiori, magari fino agli aspiranti. A livello giovanile invece c’è un problema, soffriamo molto a livello juniores, categoria in cui bisogna andar forte: siamo troppo concentrati sulle gare nazionali, e appena mettiamo il naso fuori dall’Italia vediamo che siamo molto indietro. Forse proprio la gimkana riuscirà ad ovviare ad alcuni problemi, anche se i frutti si vedranno molto avanti.” Walter Maestri, presidente Us Carisolo “I ragazzi devono imparare la tecnica, gli esercizi della gimkana servono a sviluppare varie abilità come l’equilibrio, la destrezza, la scaltrezza: l’atleta ne esce più completo. La mia idea per far crescere il nostro sport sarebbe far gareggiare i baby e cuccioli con la categoria senior, così il bambino e genitore vanno insieme alla gara, e magari entrambi partecipano: è questo il modo per trasmettere la passione ai più piccoli, che vedono il papà che fa la gara come loro. È l’insieme a risultare bello.” Carlo Segatta, presidente Gs Marzola “È un’esperienza nuova ed utile, i ragazzi imparano a sciare davvero: oggi le piste da fondo sono delle autostrade, ma quando la gara è un po’ difficile, con neve particolare o percorsi un po’ strani, i ragazzi si bloccano e non riescono più a sciare. La gimkana è importante e già da qualche anno negli allenamenti cerchiamo di proporre qualche novità e qualche gioco, a mò di gimkana, fino alla categoria allievi. I ragazzi più grandi devono invece riuscire ad esprimersi agonisticamente.” n

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apt comano

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DOMENICA 17 APRILE 2011 Partenza ore 9 - Pista Graffer in località Grostè

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Lunghezza 3000 metri

con un dislivello di 450 metri

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l’evento

di Maddalena Collini Paolo Pangrazzi sarà sicuramente al via nella manifestazione di casa

Il classico evento di chiusura dell stagione si disputerà domenica 17 aprile. Uno slalom gigante lungo 3 km intitolato all’ingegner Alessandro Bleggi

SuperGrostè U

n appuntamento con cui Madonna di Campiglio vuole salutare al meglio la fine della stagione invernale. Questo vuole essere il SuperGrostè, la gara promozionale che è giunta quest’anno alla quarta edizione, dopo quella prima volta datata 2008. Allora fu una “prova”, che riscontrò però un successo enorme: quasi 600 gli iscritti, con il Grostè invaso da pettorali dai numeri esorbitanti. Come esperimento era andato parecchio bene, e da allora si è trasformato in un evento da non perdere, una gara promozionale che però vuole essere di più: un’occasione per una grande festa. Quando? Il 17 aprile. Eccola la data che vedrà il Grostè popolarsi di mamme e papà, di bambini e ragazzi, atleti e non. Saranno invitate tutte le autorità, dall’apprezzato parroco di Madonna di Campiglio, don Mario, fino ad arrivare al Presidente della Provincia Autonoma di Trento. Non mancheranno nemmeno atleti dai nomi importanti, primo fra tutti Paolo Pangrazzi, fresco di Coppa del Mondo e Campionati Mondiali, ma si vocifera che saranno presenti tra gli altri anche “vecchie glorie” come Christian Ghedina, Ivano Edalini, Wilma Gatta. Ovviamente la gara è aperta anche agli snowboarder, guidati dal campione di

casa Alberto Schiavon. Ed ha pensato proprio a tutto Mariapia Alimonta, presidente dell’Associazione Sportiva Funivie Campiglio, comitato organizzatore, che ha deciso che l’evento comincerà già il sabato sera con una festa d’intrattenimento in una delle discoteche della Perla delle Dolomiti, per poi spostarsi tutti sulle piste la domenica mattina. Le caratteristiche tecniche del tracciato di gara? Anzitutto verrà disegnato da un

Simone Bonapace vincitore nel 2010

istruttore nazionale di Campiglio, sarà uno slalom gigante veloce che parte dal Grostè, supera il rifugio Graffer e percorrendo 3 km arriva all’altezza del rifugio Boch: 450 metri di dislivello da percorrere in un paio di minuti di gara, o forse

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meno, dato che il vincitore della scorsa edizione, Simone Bonapace, ha chiuso la sua prova con il tempo di 1.55.84. Al traguardo la giusta atmosfera sarà assicurata da Radio Studio Più, insieme all’immancabile ospite d’eccezione: dopo Irene Grandi, dopo i Finley… chi ci sarà per questa edizione rimane ancora una sorpresa. A chiudere la giornata, insieme alle premiazioni, ci sarà un’estrazione con un importante montepremi, arricchito da una bella crociera settimanale per due persone, uno scooter, sci e attrezzature di ogni genere, abbigliamento sportivo e tanto altro. Per il primo assoluto il premio sarà importante, e per ora si può solo dire che è “motorizzato”. L’importante novità di quest’anno sarà l’intitolazione del SuperGrostè all’ex presidente di Funivie Campiglio e dell’Associazione Sportiva, l’ingegner Alessandro Bleggi, che purtroppo ci ha lasciato lo scorso anno. Lo ricorda Francesco Bosco, direttore di Funivie Campiglio: “È doveroso intitolare a lui la gara, perché teneva molto a questi momenti associativi: diceva che l’importante è gareggiare, divertirsi, stare in compagnia. E questa è l’occasione giusta. E giusto è che porti il suo nome.” n


il progetto

a cura della redazione

Il Centro Agonismo Giovani

funziona U

nire le forze mantenendo la prodei quali 5 agonisti con la formula Fis. composto dal responsabile tecnico Maupria identità. È il principio cardiL’aspetto che più ci gratifica è senza ro Corradino e da Sandro Nardelli, menne del Centro Agonismo Giovani, dubbio il gruppo che si è creato, con tre gli allenatori sono Alessandro Failo il nuovo progetto che è partito in autunno tanto entusiasmo e motivazioni da parte e Deborah Mayer con la collaborazione con il duplice obiettivo di creare un nuodi tutti. Proprio la forza del gruppo si è dell’istruttore nazionale Emanuele Sanvo punto di riferimento organizzato per rivelato un indispensabile ammortizzare sone per il gruppo di perfezionamento figli aspiranti e gli juniores del capoluogo alla fatica e a qualche delusione agonalizzato alle selezioni di Maestro di sci. e delle zone limitrofe, ma Un progetto che coinvolanche la casa per permetge tante realtà non poteva L’iniziativa che coinvolge sciatori tere di proseguire l’attività che avere anche più di una sciistica a tutti coloro che degli sci club Panarotta, Ski Team Sopramonte sede di allenamento. “Inintendono migliore il “gefatti – prosegue Jezek -, vie Agonistica Trentina avrà un futuro importante sto che oltre alle piste del sto tecnico” con l’aiuto di un allenatore/istruttore Bondone, per venire inconall’interno di un team ortro alle esigenze di studio ganizzato. è stato deciso di prevedere Dopo sei mesi è già tempo allenamenti serali al Passo di un primo bilancio, che è del Brocon, ed alcuni diurdecisamente positivo, coni anche a Malga Rivetta. me spiega il coordinatore In quest’ottica mi sento in Roberto Jezek: “L’idea di obbligo di ringraziare le recreare una struttura condilative società impianti che visa da alcuni sci club che ci hanno dato una mano, gravitano nel Centro Trenma soprattutto ai dirigentino ha funzionato e sono ti dei nostri tre sci club convinto che questa iniziacoinvolti che ci sostengotiva avrà un futuro imporno finanziariamente e sono tante anche nelle prossime sempre vicini alla nostra stagioni. Siamo partiti con attività. Non posso poi non la prima uscita stagionale ringraziare gli sponsor che il 16 ottobre in ghiacciahanno creduto nel nostro io, quindi dal 4 dicembre progetto e che ci consenal 28 febbraio i nostri agonisti, che dinistica. E sulle basi di questo risultato tono di contenere le numerose spese che fendono appunto i colori dello Ski Team è nostra intenzione proseguire in queuno sport costosto come il nostro inevitaSopramonte, dello Sci club Panarotta e sta direzione, migliorando i programmi bilmente include”. dell’Agonistica Trentina, hanno realizzae l’organizzazione, con un’apertura alle Le porte del Centro Agonismo Giovani to ben 55 giornate di allenamento”. esigenze di altri sci club e magari a nuosono dunque aperte a tutte le società. In fatto di numeri che risposta avete ve discipline come il freestyle che tanto Un progetto sul quale scommettere per avuto? “Considerando il primo anno di sta appassionando i nostri giovani”. il futuro e che dovrebbe essere preso ad attività possiamo contare su 16 atleti Oltre al coordinatore Jezek lo staff è esempio da altre realtà territoriali. n

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dietrolequinte

di Fabia Sartori

Una retrospettiva della più famosa gran fondo d’Italia

I tanti eroi della Marcialonga B

aciata da un sole insolitamente caldo per la stagione invernale è andata in archivio la 38esima Marcialonga, a cui non si può certo negare l’appellativo di edizione dei record. Ai nastri di partenza oltre 6500 atleti hanno inforcato gli sci stretti, a ragione di 7200 iscritti. È questo il primato fatto registrare già agli inizi di settembre, quando si chiusero le iscrizioni. Sicuramente il comitato organizzatore diretto da Alfredo Weiss non si sarebbe aspettato di dover annotare altri due guinness, ossia i due migliori tempi storici per raggiungere il traguardo di Cavalese, sia al maschile che al femminile, con la firma dello svedese Jerry Ahrlin e della svizzera Seraina Boner. Incoronati dalla “Soreghina” Elisa Varesco, i nomi di nordici non sono gli unici da ricordare: sui 70 km festa anche per l’ultimo arrivato Marcello Speziali, mentre in vetta alla Marcialonga Light sventola la bandiera italiana di Andrea Zattoni e Antonella Confortola. E se la maggior età autorizza ad iscriversi alla regina delle granfondo, sono minorenni i trionfatori della grande novità 2011, la Marcialonga Young, che iscrive nell’albo d’oro della prima edizione Giacomo Gabrielli e Sofia Zorzi (Allievi), Tomaso Fedel e Giulia Sturz (Aspiranti), Riccardo Mich e Jessica Brandstetter (Junior). Può ritenersi estremamente soddisfatto patron Weiss riguardo gli esiti della “sua” Marcialonga, come si comprende distintamente dalle sue affermazioni post gara, in cui brilla un fervido e sentito ringraziamento all’operato di tutti i volontari, più di 1200, che hanno ancora una volta consentito alla regina delle granfondo di salire sul trono. Pochi istanti prima della partenza, il direttore del Centro addestramento alpino della Polizia di Moena, Andrea Salmeri, su nostra interrogazione chiarisce la funzione in questo contesto delle forze armate, ossia “l’impegno profuso nel controllo dell’ordine pubblico e della sicurezza lungo tutto il percorso, al fine di evitare situazioni di pericolo per tutti i concorrenti e cittadini. Forti dell’impiego di circa 300 persone, Polizia unitamente a Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, saranno disloca-

ti sull’intero percorso”. Immancabile la presenza della Croce Rossa Italiana, il cui fondamentale compito viene illustrato da Mattia Lorenz, volontario nonché vice coordinatore del gruppo di Vigo. “Siamo presenti per far fronte alla necessità di fornire assistenza sanitaria e tecnica su tutto il tracciato, – commenta – per l’intera durata della gara ed anche durante l’allestimento e la rimozione delle strutture necessarie al suo svolgimento”. Un colpo d’occhio non indifferente è offerto all’arrivo dalle strutture ospitanti le sacche degli atleti, poi riconsegnate agli stessi dagli addetti al servizio. Ferdinando Zorzi se ne occupa da 36 anni, un veterano nell’arte del volontariato, che lamenta uno scarso ricambio di giovani, poco interessati a questo tipo di attività. “La nostra Marcialonga è iniziata alle 7 di stamane – racconta – e si concluderà a sera inoltrata. Posso contare sull’ausilio di ben 50 persone per la riconsegna di oltre 6500 sacche, ed abbiamo il vanto di non averne smarrita nessuna, mai”. A farsi portavoce dei volontari addetti al deposito sci è Marisa Carfora, giovanissima affiancata da altrettanti coetanei. “Siamo circa in undici a supportare il Gruppo Alpini di Cavalese – dice – la nostra presenza? Un gruppo di amici che decide di trascorrere una bella giornata in compagnia, per dare una mano”. Infine, i supporter al reintegro delle energie faticosamente spese si esprimono con la voce del diciannovenne Andrea Girardi, membro del gruppo Coop di Cavalese. “È la mia prima esperienza e ne sono entusiasta – esclama il giovane – offriamo thè caldo, brodo, molto apprezzati dai fondisti. Auguro a chiunque di poter fare una simile esperienza”. n


universogiovani

di Maddalena Collini

Agonistica Campiglio, un club ambizioso H

a un curriculum niente male, l’Agonistica Campiglio, fatto di allenatori di rilievo e di atleti seguiti dalla A alla Z, ad alto livello tecnico. Atleti che vincono. Non male come presentazione. Abbiamo incontrato a Madonna di Campiglio due degli allenatori, Guido Paci e Rudj Redolfi, mentre organizzano il programma di allenamento della settimana. Non chiediamo loro quanti sono i giorni di allenamento, quante le uscite in ghiacciaio, che tipo di attività si segue… Lasciamo perdere i numeri. Andiamo alla sostanza, o meglio, fermiamoci sul risultato finale, i cui ingredienti sembrano essere professionalità, organizzazione e lavoro, lavoro, lavoro. Partiamo da una fotografia della stagione in corso? «Questa è la miglior stagione in dodici anni, i successi si vedono e parlano da soli, sia per qualità che per quantità. Siamo molto competitivi in tutte le categorie. La nostra società è tra le più forti in Trentino e non solo». Un club efficiente che però lavora da solo, i ragazzi non si mescolano al Comitato. Perché? «L’Agonistica Campiglio è una società che ha deciso di dare vera continuità di lavoro ai ragazzi, seguendoli passo per passo nella preparazione atletica e sugli sci durante tutto l’anno. Ci si allena sempre con gli stessi allenatori, che dialogano tra loro, in modo che l’attività abbia un unico filone logico a partire dalla categoria baby fino ai giovani. È la sinergia che sta alla base, le idee e gli obiettivi sono gli stessi per tutti. I ragazzi sono i primi a credere nel programma, nel lavoro che si fa e nella struttura della società». E il merito di chi è? «Dei ragazzi, degli allenatori, di Madonna di Campiglio. Un sincero grazie va agli allenatori, per il loro impegno e la loro continuità. Una grande mano arriva dalla località: la disponibilità da parte di Funivie Campiglio è grande, ci permette di lavorare bene ed allenarci su piste adeguate, anche per le discipline veloci». Successi e buona organizzazione, insomma. Ma c’è un motivo per non entrare a far parte dell’Agonistica? «Non aver voglia di lavorare. I nostri ragazzi sono una settantina, non sono tanti perché qui approda solo chi ha spirito di

Anna Anika Angriman

Davide Parisi Carlotta Zanella

Lucrezia Fantelli

Gianmarco Paci

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sacrificio e volontà di lavorare con serietà: solo così sei ben accetto, chi non ci mette anima e corpo non fa per questa società». E allora parliamo degli atleti. Guido, partiamo dalla categoria giovani, che alleni insieme a Fabio Paganini. Tra le donne spicca Anika Angriman, sedici anni ma con le idee chiare… «È approdata all’Agonistica due anni fa, dopo essere cresciuta in una società veneta. È una ragazza con grandi qualità, che con impegno è riuscita a migliorare davvero. I risultati si sono visti subito dopo Natale e continuano a vedersi: i suoi successi si contano sia alle Fis junior che alle Fis giovani. Da lei ci aspettiamo molto, il primo augurio è di terminare al meglio questa stagione agli Assoluti giovani e aspiranti. E speriamo che riesca a coronare il sogno di tutti gli atleti: entrare in nazionale. Non dobbiamo dimenticare Alice Bastiani, vincitrice di numerosissime Fis jr e capace di un podio alle Fis giovani: potrebbe essere un atleta di vertice nazionale in gs, deve solo crederci un po’ di più. Poi ci sono Angy Paris, ottima gigantista, Chiara Marconi, Isa Dagostin e Silvia Pighi, anche lei arrivata quest’anno e capace di miglioramenti importanti». E degli uomini cosa mi dici? «Mi fermerei su Pietro Franceschetti: da lui ci aspettiamo un rush finale importante, perché arrivi su palcoscenici più autorevoli: lo merita per l’impegno e la dedizione con cui ha sempre lavorato. Ma anche tutto il resto del gruppo si è distinto, con ottimi piazzamenti alle Fis jr regionali: Marchetti è salito sul gradino più alto del podio in slalom, e anche Andrea Battaiola e Giovanni Manfrini sono stati capaci di ottime performance». Rudj, le soddisfazioni non mancano nemmeno tra i ragazzi e allievi, che segui insieme ad Elisa Chesi. «Ciò che spicca in queste categorie è soprattutto la squadra: siamo in diciannove, vinciamo spesso e con distacco, già quattordici atleti sono qualificati per i Campionati Italiani, e nei primi gruppi! Potrei parlarti di Lucrezia Fantelli, la sorpresa di quest’anno, che è riuscita a non sbagliare niente: è partita forte e continua a sciare bene. Poi c’è Davide Parisi, che quest’anno dopo aver vinto l’interC alla Polsa non ha più smesso di conquistare il podio. Ci sono poi Carlotta Zanella, Laura Pirovano, Francesca De


Luca e Francesca Elefanti: tutte stanno sciando come si deve e portano a casa buoni piazzamenti». E per finire i piccolini, baby e cuccioli «Sono seguiti da Thomas Franchini, Andrea Buselli, Andrea Vettori, tutti bravi allenatori ed ex portacolori dell’Agonistica: hanno fatto una buona attività, molto diversificata, portando i ragazzini dai pali al campo libero e anche allo snowpark. È un lavoro che ha dato i suoi frutti, non si contano più i trofei vinti!». Ora a Madonna di Campiglio ci sono tre società (quattro se includiamo la Freestyle Academy): come vedreste uno sci club unico? «Eravamo d’accordo ma il progetto è naufragato, purtroppo le altre società si sono tirate indietro al momento di concludere ed aggregare i club. È un peccato, noi ci credevamo molto ma la “politica” ha deciso diversamente. Nonostante tutto, quest’anno c’è molta collaborazione tra Agonistica e Sporting Club, sia sui tracciati d’allenamento che in occasione delle gare». Non può certo mancare un commento sul risultato di Paolo Pangrazzi, cresciuto con i vostri colori… «Paolo è il frutto della programmazione e del lavoro che hanno sempre guidato la società, che non lo ha mai lasciato solo. Nonostante i suoi incidenti di percorso, ogni anno si presenta competitivo, grazie al sacrificio e all’impegno che ha sempre avuto: è un ragazzo da prendere come esempio. Lo spirito dell’Agonistica è quello di dare a tutti, in futuro, la possibilità di poter ricalcare le sue orme e le sue soddisfazioni». n

Il 2 e 3 aprile a Pampeago Prove libere con i campioni Il 2 e 3 aprile il Tour riaprirà le porte per la classica tappa di Pampeago, proiettata alla prossima stagione invernale con in esclusiva i nuovi modelli sci della stagione 2011/2012. Un’occasione imperdibile per gli appassionati della neve che avranno l’opportunità di testare gratuitamente i nuovi materiali già ad aprile. Un modo ottimale per scegliere lo sci che più si addice alle proprie esigenze. Alla tappa di Pampeago, all’interno del villaggio, oltre a scoprire i nuovi sci, sarà anche possibile degustare gratuitamente la birra Dab Cruda e brindare a questa appassionante anteprima che proietta già al prossimo inverno. Come da tradizione per quest’ ultimo appuntamento inoltre si organizzerà una gara di slalom, la “Dab Challenge”, che coinvolgerà 9 squadre – una per ogni azienda di sci - composte da atleti della Nazionale di sci, ski-men, giornalisti e vip. In palio un numero di litri di birra pari al peso totale dei componenti della squadra vincente. L’anno scorso ha avuto la meglio l’azienda Volkl, che annoverava tra le proprie fila l’atleta di punta Christian Deville. Chi vincerà quest’anno? Il team con il “Razzo” Giuliano Razzoli oppure con Davide Simoncelli? O si riconfermerà Christian Deville?... Un appassionante confronto tra big da non perdere per nessun motivo!!

Club emergenti Sul precedente numero della rivista abbiamo iniziato un viaggio negli sci club del Trentino per conoscere la loro attività. Oltre ai sodalizi già citati precedentemente da alcune stagioni nella valle del Primiero lavora con ottimi risultati lo Ski Club San Martino, che conta una quarantina di ragazzi allenati da Mariano Lott (ragazzi, allievi e giovani), da Rolando Tagliapietra (ragazzi e allievi), mentre i baby e cuccioli sono seguiti da Ivan Salvadori e Luca Boninsegna. Venendo al capoluogo di Trento, l’Agonistica Trentina vanta una sessantina di sciatori in erba, includendo anche i corsi pre agonistici che sono seguiti da Ugo Giongo (cuccioli), Deborah Maier (baby) e da Luca Conci (pre agonisti), mentre Alessandro Failo cura il Progetto Giovani, che coinvolge anche gli sci club Panarotta e Ski Club Sopramonte. Importante anche il lavoro che sta facendo il rinnovato Ski Team Paganella che vanta ben 60 agonisti e circa un’ottantina di ragazzini che partecipano ai corsi promozionali. I tecnici sono Mattia Facchinelli per i ragazzi e allievi, Massimiliano Tansella per i giovani, Cinzia Nicolussi e Mauro Osti per i cuccioli, Maurizio Tasin per i baby e con la collaborazione su tutte le categoria di Paola Toniolli. Oltre ad occuparsi per la maggior parte di sci di fondo anche l’As Cauriol ha una sezione sci alpino, con una quindicina di agonisti, seguiti da Matteo Longo e Matteo Vanzetta. In Valsugana opera anche lo Sci club Cima Dodici, seguito da Claudio Sperandio, mentre sta ottenendo buoni risultati in termini di reclutamento anche lo Sci club Vanoi, che ha come allenatore Marco De Cia. Passando alla Val di Sole nuovi obiettivi anche per lo storico Sci club Pejo, che racchiude una cinquantina di ragazzini allenati da Stefano Battistini (baby e cuccioli), Cristian Bertinotti (ragazzi e allievi) e Serena Moreschini (pre agonisti). Infine ai piedi del ghiacciaio Presena lavora lo Sci club Vermiglio Tonale, che può contare su un’ottantina di ragazzi allenati da Thomas Zambotti (ragazzi e allievi), Luca Longhi (giovani), quindi il gruppo baby e cuccioli seguito da Andrea Longhi, Daniel Pezzani e Massimiliano Zambotti.

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focus

a cura della redazione

Un piccolo club che pensa in grande U

na piccola società che organizza un grande evento. Stiamo parlando del Gruppo sportivo Castello di Fiemme che ogni anno con estrema professionalità da ben 28 anni organizza in Val di Fiemme il Trofeo Topolino, versione sci fondo. Una manifestazione in continua crescita, che proprio nel 2011 ha battuto l’ultimo dei suoi record, quello riguardante il numero di iscritti, oltre 1300 provenienti da tutta Europa. Ma l’aspetto che più sorprende del dietro le quinte della kermesse disneyana degli sci stretti è il fatto che a monte non c’è una macrostruttura, bensì un gruppo di appassionati degli sport della neve con tanta esperienza ed entusiasmo da vendere. E questo spesso vale più di mille progetti ambiziosi. Ma come è nato il Trofeo Topolino di fondo? Ce lo spiega Mario Broll, presidente del Gs Castello di Fiemme: «Trent’anni fa in Val di Non si disputava la Marmottaloppet, una gara giovanile di fondo che richiamava giovani campioncini da tutto il Trentino, che poi non venne più organizzata. Proprio prendendo spunto da questo evento con il direttivo del nostro sci club, allora presieduto da Sergio Cavada, si pensò di dare vita ad un evento-festa di fondo rivolto ai giovanissimi. Del gruppo facevano parte anche Dario Giacomuzzi, Adelio Corradini, Giorgio Marchi,Vincenzo Iianniello, Norbert March, Marziano Weber, Lorenzo e Mar-

Il Gs Castello di Fiemme da 28 anni organizza il Trofeo Topolino di fondo quest’anno 1300 gli iscritti co Aurelio Nones e il leggendario Franco Nones. Fu proprio grazie ai contatti del nostro campione olimpico che riuscimmo ad avvicinare la Mondatori titolare del marchio della Walt Disney in Italia e a far decollare il nostro sogno. Nacque così il Trofeo Topolino di fondo, la prima gara giovanile con partenza in linea». La prima edizione come andò? «Fu su-

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bito un successo, perché ci furono ben 300 concorrenti al cancelletto. Anno dopo anno fu un continuo aumento in fatto di partecipanti, considerando poi che dal terzo anno divenne internazionale con la prima partecipazione straniera contrassegnata anche Argentina. Quest’anno poi abbiamo battuto ogni record con 1300 iscritti, oltre 100 sci club e 8 Nazioni. Non c’è altra gara giovanile al mondo con questi numeri». La location della manifestazione è cambiata negli anni? «La prima, la seconda e la quarta edizione si svolsero in località Brozin, nei pressi di Castello di Fiemme, quindi a Passo Lavazé e dal 1991 in modo continuativo a Lago di Tesero».


Qual è il segreto di tanto successo? «Come sempre sono tanti i tasselli che hanno permesso di crescere in maniera esponenziale. Ma credo che quello che emerge soprattutto dal nostro evento è lo spirito. Si tratta di una gara aperta a tutti, non ci sono le selezioni come in quello di sci alpino e inevitabilmente c’è meno esasperazione. È una competizione alla quale partecipano tutti dai baby e cuccioli che gareggiano in tecnica classica ai ragazzi e allievi che si cimentano invece in skating. Comunque dal Topolino sono passati tanti giovani sciatori che sono poi diventati campioni, come i trentini Loris Frasnelli, Antonella Confortola e Gaia Vuerich tanto per citare i reduci dai mondiali di Oslo. E, di questo ne siamo particolarmente orgogliosi, si tratta di un evento che bada sempre al contenimento dei costi. Riusciamo a fare tanto con un’attenzione particolare alle uscite, grazie, nei giorni di gara, al coinvolgimento di oltre 150 volontari nelle varie mansioni». Agonismo e anche festa. Quali sono le iniziative di contorno? «Abbiamo sempre cercato di tenere altro l’umore e la coesione dei partecipanti proponendo anche

momenti di aggregazione e iniziative solidali. Oltre alla tradizionale sfilata dei concorrenti e delle nazioni nel paese di Castello abbiamo stretto una collaborazione con l’Istituto d’arte Soraperra di Pozza di Fassa, che con i propri alunni realizza il trofeo che va ai vincitori delle competizioni ed esegue la tradizionale statua di ghiaccio che è in bella vista nella piazza di Castello nei giorni della competizione. Inoltre abbiamo stretto una collaborazione con l’Associazione Amici Trentini, che si occupa di adozioni a distanza. Ogni concorrente al momento delle iscrizioni versa infatti automaticamente 1 euro all’associazione contribuendo a mantenere a distanza ragazzi bisognosi. In un momento di festa si ricorda così chi ha bisogno». Tanti partecipanti, ma ce ne sono anche di fidelizzati? «Si è instaurato un gemellaggio tra lo Sci club Bismantova di Castelnuovo Nè Monti e lo Sci Club Seefeld. Tra loro organizzano anche degli incontri e scambi sportivi sia durante l’estate che in l’inverno. Poi c’è lo sci club Frassinoro, con il quale è nata una fantastica amicizia. Loro vengono da noi con un gruppo numeroso al seguito e con

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tanto di prodotti tipici e nei giorni del Topolino è proprio grande festa». Il Gruppo sportivo Castello di Fiemme non è però solo Trofeo Topolino. Fate anche attività? «Abbiamo 204 soci dei quali il 90% ha fatto almeno una gara lo scorso anno, questo per sottolineare che siamo uno sci club attivo. Oltre al fondo, lo sci orientamento, lo sci alpinismo ed il biathlon in inverno, nelle altre stagioni abbiamo atleti che partecipano a gare campestri, all’orienteering ed abbiamo un palmares di tutto rispetto. Basti pensare che in bacheca abbiamo oltre 150 titoli italiani nelle varie discipline. Facendo qualche nome Katia Nones campionessa europea di skiroll, Stefano Corradini, Massimo Corradini, Andrea Zattoni, Nicola Morandini con Paola Giacomuzzi e Francesca Piazzi nello sci di fondo, Walter Seber, Roberto Ceol, Roberto Marchi, Thomas Zanoner nello sci orientamento, senza dimenticare Paola, Rita, Nicoletta Nones, Vanzo Cristina oltre a Enrico Cristellon e Michela Marchi nella corsa orientamento, menzione speciale merita il senatore della Marcialonga Marco Aurelio Nones». n


Tracce

di Franco Sandri

Determinata, tosta, coraggiosa, sorprendente…

Ilaria

Vescovi La presidente Proprio lei, la presidente di Confindustria Trento, cioè di una compagine di 850 aziende con 37.000 addetti. E poi tanto altro. Dopo il Diploma di maturità classica, fa l’Università e si laurea in Economia e Commercio con una tesi su ‘Innovazione tecnologica e sviluppo economico delle imprese meccaniche di piccole e medie dimensioni’. Oltre alla presidenza in Confindustria Trento, ricopre varie cariche associative, quali componente della Giunta di Confindustria, componente della Consiglio della C.c.i.a.a., presidente del Comitato Interassociativo per la Formazione permanente di Confindustria, componente del Consiglio Direttivo di Federmeccanica, componente del Consiglio di Amministrazione di SFC, componente del Comitato Promotore di Fondirigenti. È contitolare dell’azienda famigliare, per la produzione e installazione di apparecchiature termoaerauliche: 130 dipendenti e un giro di affari in più di 40 Paesi. Nei ritagli di tempo fa vela e ronza in alto con brevetto di pilota di elicottero. Parla inglese, francese e…“sto imparando il cinese!”.

è appassionata in particolare di sci. Ha vinto un titolo italiano in slalom speciale nella categoria Allievi. Ha fatto parte della Squadra Nazionale di discesa libera partecipando al circuito di Coppa Europa e di Coppa del Mondo. Si è successivamente diplomata maestra di sci’. E, così, eccoci a Pergine, nel salotto buono della sua azienda. Appena entrati Ilaria Vescovi presenta suo fratello Giulio: “Ha sciato alla grande, finchè papà gli ha fatto capire che era meglio l’Università, che c’era l’azienda da far camminare, cose serie da piedi per terra”. C’è papà, anche lui appassionato di sci; ne parla con grande dolcezza, con riconoscenza e con una certa riservatezza che rasenta la soggezione, quella che in tempi passati nei figli era ‘rispetto’. Quando interviene lui, Ilaria tace e ascolta attentissima come se quelle cose non le avesse mai sentite: è la prima sorpresa, in questa donna dal carattere forte e irruento. Poi parla della mamma: “Anche se non più giovanissima, scia da dio. Era lei a portarmi da Rovereto sulle piste di Folgaria e alle garette dei baby. Avevo 3 anni e la neve nel cuore; piccolina, ma con un fisico

Da dove viene costei? L’idea di incontrarla mette subito soggezione, con il timore di imbarcarti in discorsi difficili, sempre più difficili oggi: imprenditori, manodopera, produttività, competitività, mercato; e ancora, globalizzazione, delocalizzazione, crisi sì crisi no… Alla larga! Ma chi la conosce bene, rassicura: ‘Se parli di neve, di sci, di agonismo, vai sulle sue passioni e sei a posto’. Anzi, da qualche parte trovo scritto: ‘I suoi interessi personali sono legati soprattutto allo sport e alle attività culturali. In ambito sportivo

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robusto e grinta da buttare! Mia maestra di sci, l’indimenticabile Jerta Schir; le stavo attaccata come una cucciola all’orsa polare”. Ilaria Vescovi, bambina, da subito fa parte del Gruppo sportivo della Sat di Rovereto, poi entra nello Sci Club Città di Rovereto. Dice con orgoglio papà Alfonso: “Quando ai parterre delle piste di gara arrivava Ilaria, gli accompagnatori delle altre squadre si guardavano e brontolavano: ‘C’è la Vescovi, un posto sul podio in meno!’ Era fortissima. Abbiamo la casa piena di trofei!”. Ilaria cresce e vince: Comitato trentino, le gare nazionali, gli allenamenti con lo Sporting di Campiglio, i Campionati italiani, Coppa Europa…nel suo palmares si contano 58 medaglie, tra cui 28 medaglie d’oro. Nella prima gara in Coppa Europa le fanno fare anche discesa libera: arriva tra le prime e, dunque, da allora lei gareggerà in discesa libera e basta; il super-G ancora non c’era. A 17 anni Ilaria Vescovi è in Coppa del Mondo a Zell am See, 1978-1979, e si trova gomito a gomito con la grandissima Annemarie Moser-Proll: “Sono finita nella squadra azzurra. La specialità ‘discesa libera’ non l’ho scelta io, me l’hanno affibbiata perché mi gettavo giù con furore, da incosciente, per vincere e basta! Ma a quei livelli o sfondi o vai a casa”. A casa la mandano, non gli insuccessi ma la sua irruenza e i conseguenti gravi infortuni… che incominciano prestissimo, fin dalle categorie baby, cuccioli e via. Papà Alfonso elenca: “Rottura di tibia e perone; frattura a un gamba, con 47 punti di sutura e inserimento di 2 viti; caviglia rotta, pollice rotto 4 volte. Eppure riusciva sempre a recuperare!”. Ha tentato di recuperare anche quando - già nella squadra azzurra - le è partito un ginocchio… legamenti crociati, il mediale, il laterale, menisco, rotula, tutto. Ricostruito il rico-


Da baby-cuccioli a Coppa del Mondo... ma le emozioni più grandi rimangono quelle al Topolino e al Trofeo Città di Trento.

struibile, recuperata la funzionalità del ginocchio, Ilaria riprende gli allenamenti, tosta e sorprendente come sempre: “Ho tentato, ma nel fisico non ero più io, con un ginocchio appunto ricostruito. E non sono stata più richiamata in squadra azzurra! Ho chiuso l’agonismo a quei livelli, ho fatto il maestro di sci e continuo a sciare divertendomi”. Lo dice sforzandosi indifferente, ma aggiunge: “Fino allora è stato tutto fantastico, forse il periodo più bello della mia vita!”.

Battere i maschietti L’argomento resta quello: neve, sci, agonismo. E meno male. “Tra i ricordi restano su tutti gli indimenticabili giorni al Trofeo Topolino e, prima, al Trofeo Città di Trento. Emozioni da svenire, quando si sfilava, con un carico di alloro e tra gli applausi di un mare di gente, da piazza Mostra, per via Manci, via Belenzani, fino in piazza Duomo; un frastuono che instupidiva e ti faceva marciare rigida come il marmo, con la musica delle bande e delle campane della Cattedrale, le bandiere e le squadre delle molte Nazioni, i personaggi di Walt Disney per la felicità dei bambini, i grandi campioni del passato, le squadre degli Sci Club trentini… in una processione che non finiva mai. E là, su quel palco poggiato a Palazzo Pretorio, i discorsi dei politici, che non ci coinvolgevano, tutti presi come eravamo dal nostro momento di gloria. Della mia carriera agonistica, quelli i momenti più belli, certamente le cose che nella mia vita mi hanno più emozionata!”. Al Trofeo Topolino Ilaria Vescovi partecipa quattro volte e per tre volte vince il Trofeo Città di Trento. Papà Alfonso precisa: “Nel 1975 al Trofeo Città di Trento Ilaria ha fatto una gara strepitosa, battendo anche i maschietti con tempi da non credere. Il giorno dopo, sul giornale L’Adige c’era un articolo tutto per lei, con solo la sua foto in prima pagina. Una grande soddisfazione”. E lei aggiunge: “Può sembrare ridicolo, ma battere i maschi mi piaceva troppo, mi riempiva di orgoglio”.

‘La roveretana solida e allegra’ Una domanda: quanto ha influito la vita sportiva sulla vita professionale? “Se il fisico è a posto si vince, perché si vince con la testa. Se il fisico non è a posto, si vince in campi dove le ginocchia o la tibia o il malleolo non c’entrano. Se nella testa hai il podio ad ogni costo e sempre, quello ti resta. Puoi non arrivarci, ma ti resta dentro, per la prossima volta, per la prossima gara e nella vita. Non è stato un dramma per me abbandonare le gare ufficiali: mi sono girata verso altri podi, perché l’agonismo è qui, nella testa. Lo sci, in particolare, è stato per me la base di tutto: ti impone obiettivi ben chiari e li devi raggiungere da sola. Certo, gli allenamenti in gruppo, dove comunque sei sola contro tutti. Sei sola, anche se proprio in quegli ambienti l’agonismo si stempera in profonda solidarietà e possono nascere grandi amicizie”. Ricorda la sua migliore amica Chiara, ora a New York: all’inizio sulle piste era scontro duro, quasi avversione, da non guardarsi, da parlarsi attraverso i tempi di gara: una trentina e l’altra veneta, tutte due molto forti. “Al Trofeo Città di Trento abbiamo sfilato una accanto all’altra, ciascuna con la propria corona di alloro, senza mai guardarci, né durante né dopo la cerimonia. Qualche tempo dopo, in un durissimo allenamento atletico nei boschi di Campiglio, a Vallesinella, salivamo ansimando, di corsa, noi due ultime del gruppo; la sentivo soffiarmi sul collo e le gridai: ‘Scusa, vuoi passare?’. E lei, distrutta : ‘Ma dove vuoi che vada…’. Era la resa e fu l’inizio di una condivisione profonda, di un’amicizia unica”. Lo sci agonistico è esser soli su due lamine, con davanti il vuoto, il tempo da bruciare, l’imprevisto di un salto o del ghiaccio o della neve troppo molle o di non si sa che. Ma è anche immersione in un mondo di gente che senti addosso e dentro di te, che resta nelle emozioni incancellabili. Ilaria parla delle gare e degli incontri con Pirmin Zurbriggen e con l’invincibile Marc Girardelli al Trofeo Topolino,

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con Maria Rosa Quario e con la fondista Manuela Di Centa alle finali dei Giochi della Gioventù, con Francesca Fasoli ai Campionati Italiani di Ponte di Legno, e cento altri. Parla del suo allenatore Gigio Bonapace, “il massimo in assoluto”. Ricorda quando partecipò alla ‘Domenica sportiva’ e quando Mario Cotelli sulla ‘Gazzetta dello Sport’ scrisse: ‘…e fra tutte, Ilaria Vescovi, la roveretana solida e allegra’.

Un personaggio per il futuro Nell’ambito della manifestazione ‘Il trentino dell’anno 1997’, Ilaria Vescovi, giovanissima, ha ottenuto il riconoscimento di ‘Personaggio per il futuro’. Un futuro ben riempito fino ad oggi e apertissimo. Ilaria Vescovi continua il suo agonismo con la stessa filosofia di quando si buttava dal cancelletto per una discesa a 120 chilometri all’ora, per vincere e magari perdere e riprendere sempre. Se parla ai giovani nei luoghi di formazione imprenditoriale, è costante il ritorno alla sua base agonistica: determinazione, obiettivi, preparazione, pianificazione, conta il risultato ma le sconfitte insegnano, la competizione, la lealtà e l’etica, il rischio e la rapidità nel decidere. “Cari ragazzi, disciplina, testa, coraggio… i risultati prima o poi arrivano!”. L’incontro con Ilaria Vescovi è convincente. È una sorpresa, tanto da sentir l’obbligo di ringraziare. “In testa non è cambiato niente. Tutto come allora, quando mi buttavo giù”. Appunto per questo, vorremmo vederla lanciare giovani anche nel mondo dello sport, là dove lei possa decidere, o nel governo di progetti che aprano prospettive di lavoro e di vita per il disorientato mondo giovanile, in qualche pezzo del nostro territorio o più oltre. Quando Ilaria aveva 6-10 anni, in Trentino e altrove si gridava e si scriveva ‘Razza padrona’. Oggi, per molti e certamente per lei, si può dire ‘Razza da imprese’ o ‘Personaggio per il futuro’. E allora: “Provaci ancora, Ilaria!”.


l’Aggancio

La sicurezza degli sciatori di tutta Europa passa da Ravina

I

l LA.T.I.F. Laboratorio Tecnologico Impianti a Fune, della Provincia Autonoma di Trento è stato concepito oltre 35 anni fa e realizzato nel 1971 dalla Regione Trentino - Alto Adige, allora competente in materia di sicurezza nel settore trasporti a fune in servizio pubblico. Successivamente, dopo la suddivisione nei due uffici tecnici di controllo delle Provincie di Bolzano e Trento, nel 1976 è passato definitivamente a quest’ultima. È conosciuto in tutta Europa per le sue prove in ambiente funiviario e non solo (offshore, tensostrutture, autotrasporti). Nel dettaglio, negli spazi del Laboratorio si fanno prove di carico (anche elevato) con misura di forze e deformazioni, il collaudo delle funi in acciaio, prove di fatica, misure delle sollecitazioni (sia statiche, che dinamiche) tramite estensimetria, prove su morse di attacco dei veicoli alla fune portante-traente (per seggiovie, cabinovie, ecc.), prove su barriere paramassi, su bullonerie e ganci da traino per rimorchi, roulotte, camion, trattori, ecc.. Tra l’altro, si effettuano verifiche di sicurezza sui componenti utilizzati sulle ferrate della Sat. Una buona parte di prove si eseguono su una super macchina di costruzione Instron costata 1milione di euro, unica in Italia e tra le poche in Europa, assai versatile e dotata di spazi rilevanti per campioni di grandi dimensioni. Esegue prove di trazione e compressione con carichi fino a 1.000 tonnellate. Lo strappo della fune individua il carico massimo di rottura, quale riferimento per le verifiche di sicurezza, in rapporto ai reali carichi d’esercizio

Oggi il LA.T.I.F è inquadrato nell’Amministrazione Provinciale come Ufficio del Servizio Impianti a Fune, struttura competente in materia di trasporto a fune sul territorio della Provincia Autonoma di Trento, che svolge attività di rilascio concessione, esame di progetti, collaudo, visite periodiche ed abilitazione del personale addetto agli impianti di risalita. In questo contesto il Laboratorio rappresenta la sezione sperimentale del Servizio. Il Laboratorio esegue prove per i settori tecnici interni all’Amministrazione e, conto terzi, sulla base di tariffario fissato con delibera della Giunta Provinciale. Allo stato attuale il LA.T.I.F. è l’unico laboratorio nazionale specializzato in tutte le tipologie di prova applicate sugli elementi funiviari e collabora attivamente con il competente settore del Ministero dei Trasporti. Il personale tecnico è inserito in gruppi di lavoro per la stesura di norme in materia di sicurezza sul trasporto a fune e sulle procedure di prova e controllo, sia nazionali che europee. In tale sede risulta preziosa l’esperienza diretta di prova. Tra la numerosa clientela si trovano

di Luca Tomarelli

aziende costruttrici di funi come Redaelli, la maggiore in Italia e le più note in Europa, come l’austriaca Teufelberger, la francese Arcelor Mittal, la svizzera Fatzer. Inoltre costruttori funiviari come Doppelmayr, Leitner e molte piccole aziende italiane, ai fini della certificazione CE dei prodotti. Il laboratorio svolge anche attività di ricerca specifica sulle funi, redige articoli e relazioni tecniche che presenta a congressi vari nazionali ed internazionali e contribuisce all’organizzazione di periodici convegni in provincia di Trento, sempre con argomento la sicurezza delle funivie. Si attiva per la preparazione e qualificazione del personale addetto ai controlli magnetoinduttivi delle funi di acciaio, che opera per la ricerca delle rotture in esercizio (causate da impigliamenti, fulminazioni, corrosione, etc.): tiene annualmente specifico corso e sessione di esami. Si occupa inoltre della verifica di idoneità delle apparecchiature utilizzate, su incarico del competente Ministero dei Trasporti. Informazioni sul sito www.latif.it n

Dati sul laboratorio: - superficie a disposizione circa 2200 m², dei quali circa la metà coperti, costituenti capannone prove ed uffici - officina meccanica attrezzata per la costruzione delle attrezzature necessarie alle prove e la realizzazione delle provette - personale: n° 2 ingegneri, n° 1 perito industriale, n° 5 operatori per le prove, n° 1 amministrativo - certificati di prova emessi: circa 200 all’anno Direttore del laboratorio : ing. Fabio Degasperi


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l’evento

Prowinter

lancia la premiazione annuale

Audi FIS Ski World Cup

a cura della redazione

n Data di svolgimento dal 13 al 15 aprile 2011 n Orari di apertura mercoledì ore 9 - 17.00 giovedì ore 9 - 17.00 venerdì ore 9.00 - 16.00 n Ingresso riservato agli operatori n Costo del biglietto 10 euro; sconto del 50% con registrazione via Inte rnet

www.prowinter.it

Un’ottima occasione per conoscere le novità della stagione invernale 2011/2012 e per un bilancio sulla stagione appena conclusa. Novità assoluta la prima edizione dell’Audi FIS Ski World Cup OC Award

A

Prowinter 2011 è ormai certa la partecipazione di tutti i principali brand dei comparti rappresentati, per i quali la prestigiosa Fiera rappresenta un appuntamento fisso da non perdere a fine stagione. Hanno confermato ad oggi più di 130 aziende provenienti da 11 nazioni e ci sono state tante nuove richieste grazie al buon andamento della stagione invernale. Si sono presentate nuove aziende anche dalla Francia ed è fortemente rappresentato anche il settore dei macchinari per il noleggio. I produttori di sci proporranno soluzioni tecniche controcorrente e novità rivoluzionarie focalizzate su modelli di serie, arricchiti da diversi optional esclusivi per chi desidera distinguersi sempre più sulle piste. Le più importanti aziende mondiali che producono e distribuiscono macchine per la preparazione, riparazione e conservazione di sci, snowboard e scarponi offriranno ai

visitatori (negozianti, proprietari e gestori di laboratori, ski man, industriali, addetti ai lavori) accurate dimostrazioni effettuate sui più avanzati macchinari, top di gamma ed economici, tutti installati e funzionanti. Completeranno l’offerta materiali di consumo, scioline, attrezzi, rastrelliere, sistemi di immagazzinamento, soluzioni hardware e software per la gestione dei noleggi. Innovazione, stile, novità rivoluzionarie quindi, ma sempre più ispirate all’ecologia e all’eco-sostenibilità. Sempre più spesso gli sforzi a tutela dell’ambiente compiuti delle aziende non si limitano solo ai prodotti finiti ma riguardano anche trasporto, energia, utilizzo di materie prime e gestione dei rifiuti. Temi attuali e irrinunciabili che Fiera Bolzano ha sempre riconosciuto, apprezzato e promosso. Come oggi si impegna con Prowinter, nel corso della sua undicesima edizione, a sostenere un settore che dimostra

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di aver intrapreso un processo di sviluppo virtuoso. A corredo della manifestazione, molte sono le iniziative organizzate da Fiera Bolzano in collaborazione con i suoi partner autorevoli. I riflettori nell’edizione del 2011 sono puntati sull’AUDI FIS SKI AWARD CUP OC AWARD 2011, che sarà presentato dalla Federazione Internazionale Sci il 13 aprile 2011 in occasione dell’undicesima edizione Prowinter presso il Prowinter Forum e sarà preceduto da un workshop dedicato a trarre delle conclusioni sulla stagione appena conclusa al quale partecipano i maggiori esponenti della FIS e il comitato organizzativo della Audi FIS Ski World Cup. Da quest’anno in poi, la FIS introdurrà questo Award annualmente per stimolare sempre più lo sviluppo di nuove idee e di conoscenze legate al mondo della neve. n


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Territorio&tradizioni

a cura della redazione

Dall’11 al 20 marzo 2011 torna la fortunata rassegna sulle piste della Val di Fiemme, dove nei rifugi e nei club si brinda con le bollicine trentine

Brinda con Trentodoc Dolomiti ski Jazz D

all’11 al 20 marzo, le nevi del Trentino faranno ancora una volta da sfondo al festival Dolomiti Ski Jazz, giunto alla sua quattordicesima edizione. Ben ventisei concerti coinvolgeranno tutta la Val di Fiemme, con i suoi panorami innevati, le piste da sci, i luoghi di ritrovo serali a fondo valle e quelli ad alta quota (rifugi, baite e chalet). Ascoltare musica circondati dalla natura e dalle vette dolomitiche, fermarsi a sentire un concerto tra una discesa in sci e l’altra: questa è l’anima inimitabile del Dolomiti Ski Jazz. Aspetto importante quest’anno è che nei rifugi e nei club dove si svolgeranno i concerti si brinda rigorosamente con Trentodoc, un prodotto che è ambasciatore del territorio come d’altronde lo sono le nostre splendide Dolomiti. La formula del festival è davvero unica, caratterizzata in maniera speciale dai concerti diurni (tutti gratuiti) che si ten-

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Territorio&tradizioni

a cura della redazione

gono all’aperto lungo le principali piste Il primo degli appuntamenti in teatro (a da sci del comprensorio dolomitico, diPredazzo, 12 marzo) sarà con la cantanrettamente a contatto con la neve. I più te Shawnn Monteiro, che nel suo omagimportanti luoghi di ristoro d’alta quota gio alla jazz diva Carmen McRae saprà forniscono il punto d’incontro ideale tra infondere tutta la tradizione di cui è demusicisti di provenienza internazionale positaria: è infatti figlia di Jimmy Woode, e pubblico con scarponi e sci ai piedi. leggendario bassista di Duke Ellington, L’edizione 2011 di Doloe ha accompagnato con miti Ski Jazz farà tappa la sua voce profonda e Dolomiti Ski Jazz 2011 il al rifugio Doss dei Laresi suadente artisti del califestival diretto da Enrico all’Alpe Cermis, allo Zibro di Marvin Gaye, Clark Tommasini è organizzato schgalm, il GanischgeTerry, Lionel Hampton… dall’Azienda per il Turismo ralm e la Baita Caserina Toccherà poi a Riccardella Val di Fiemme, in coldi Pampeago, al rifugio do Zegna, instancabile laborazione con Trentino Passo Feudo e la baita animatore della scena SpA, Trentino Jazz, il ConGardonè dello Ski Cenjazz italiana sin dagli sorzio Impianti a Fune Val di ter Latemar, alla baita anni Settanta e spesso Fiemme Obereggen, i comuLa Morea di Bellamonal fianco di prestigiosi ni di Cavalese, Tesero, Ziano te, allo chalet Valbona artisti statunitensi, che di Fiemme, Moena, Predazall’Alpe Lusia, al Platzl si esibirà in piano solo zo e Castello di Fiemme. di Obereggen. a Moena (13 marzo). Tra gli artisti che si poIl quartetto Passport Dolomiti Ski Jazz tranno ascoltare ad alta che si ascolterà a Tesewww.dolomitiskijazz.com quota spiccano il gruppo ro (15 marzo) è una all info@dolomitiskijazz.com Barato Total di Barbara star dalle combinazioni Casini, l’interprete itaimprevedibili: due dei Biglietti liana più attendibile e suoi membri, il brillante Tutti i concerti sono gratuiti, appassionante in fatto di Jordi Rossy e lo storitranne quelli di Shawnn musica brasiliana; James co maestro di ritmi Joe Monteiro, Riccardo Zegna, Thompson, sassofonista Chambers non esiteranPassport, Jonathan Kreiafroamericano celebre no a scambiarsi gli strusberg, Javier Vercher: per aver prestato il suo menti, essendo entrambi biglietto intero euro 10 infuocato sax alle più nopolistrumentisti. Gli altri ridotto euro 8 te canzoni di Zucchero; membri della band sono Andrea Belli, dj di Radio Pietro Tonolo e Arnie SoOla Onabule: 105, che interagirà con mogyi. biglietto intero euro 15 la musica live di Bruno Il 17 marzo a Ziano ridotto euro 10 Marini; il gruppo Fifth di Fiemme arriverà il Side, con la sua front liquartetto di Jonathan Riduzioni ne tutta femminile (HelKreisberg, chitarrista per giovani 12-25 anni ga Plankensteiner, Ilona emergente che sta doe over 65 Damiecka, Francesca nando alla chitarra jazz Bertazzo Hart); lo squisiun’espressività tutta Bambini fino a 12 anni: to Alpentrio del sassofonuova, moderna e di una gratis. nista Florian Bramböck; bellezza ipnotizzante. il sestetto di Alessandro Javier Vercher, sassofoTraverso, curiosamente nista spagnolo ma dagli formato da professiostudi e le collaborazioni nisti del mondo dello che lo hanno portato al spettacolo (giornalisti, centro del miglior jazz discografici, manager…) statunitense, sarà col ai quali sarà affidata suo quartetto a Castello l’inaugurazione del festidi Fiemme (18 marzo). val. Ci saranno poi anche La serata finale di Doil quintetto di Claudio e lomiti Ski Jazz 2011 Fulvio Chiara, l’EZ Gipsy (Cavalese, 19 marzo) Quartet e il trio di Matavrà per protagonista la teo Turella. Un altro conformazione più attesa certo fuori dagli schemi del festival, la band del sarà quello della Revolution Jazz Band, cantante inglese (ma di origine e formatutta formata da dipendenti della BNL: zione nigeriana) Ola Onabule, intenso col suo dixieland farà da apertura alla interprete e cantautore. Nella musica serata finale del festival. di Ola, che nonostante una carriera inOltre ai concerti ‘after hours’ nei locali ternazionale ormai ventennale arriva per notturni della Val di Fiemme e ad alcuni la prima volta in Italia (e per una data spettacoli pensati appositamente per le in esclusiva), emergono in tutta la loro scuole, nel programma di Dolomiti Ski forza espressiva blues e soul, funky ritJazz spiccano i concerti serali nei teatri, matissimo e ballate accattivanti, il tutto che vedranno impegnati i nomi più precon una patina sonora vintage. stigiosi del cartellone del festival. n

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TRENTODOC ambasciatore del Trentino Trentodoc, remuage italiano, è la diretta espressione del territorio da cui proviene. I vigneti, principalmente di Chardonnay e Pinot nero, sono posti in altitudine in una terra, quella trentina, che presenta salubrità e varietà climatiche ideali per il metodo classico. Solo con queste particolari condizioni (clima, altitudine, forti escursioni termiche, natura del terreno) possono maturare uve ideali per il vino base spumante, che esprime dopo la rifermentazione in bottiglia tutte quelle caratteristiche esclusive, come sapidità, acidità e profumi, che sono la qualità di un metodo classico capace di fare la differenza. Trentaquattro produttori, grandi e piccole realtà, alcuni innovativi ed altri più classici, che propongono sul mercato circa 70 etichette pregiate, ciascuna con una propria peculiarità organolettica, ma con un unico comune denominatore, il territorio. Il mercato italiano assorbe oggi circa il 90% della produzione di Trentodoc (che rappresenta circa il 35% del metodo classico prodotto in Italia con le sue otto milioni di bottiglie del 2009, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio delle Produzioni Trentine della C.C.I.A.A.), il restante 10% viene distribuito negli altri paesi europei e nel resto del mondo. La sua storia affonda nel passato. Sono trascorsi più di cento anni da quando Giulio Ferrari ebbe l’intuizione di coltivare l’uva Chardonnay in Trentino. La D.O.C. Trento, è stata la prima al mondo dopo lo Champagne ad essere assegnata ad un metodo classico. L’Istituto Trentodoc garantisce la provenienza delle uve e la conformità di ogni aspetto della raccolta e della vinificazione al Disciplinare di produzione.



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