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Maiorano Dopo un 2022 meglio del previsto, come sarà il 2023?

di Achille Perego

SE IL 2022 HA CHIUSO CON NUMERI TUTTO SOMMATO NON PREOCCUPANTI A SUSCITARE INCERTEZZA C’È UN NUOVO ANNO PARTITO CON UN CARICO DI INCOGNITE E DI VARIABILI CHE NON DIPENDONO DA DINAMICHE STRETTAMENTE LEGATE AL SETTORE. COME SARÀ IL 2023? LO ABBIAMO CHIESTO AI PRESIDENTI DELLE ASSOCIAZIONI DEL COMPARTO CARTA E GRAFICA

Prima gli effetti negativi della pandemia poi, quando il settore era ripartito terminata la stagione dei lockdown, la doccia fredda del caro energia e degli aumenti delle materie prime abbinati – con la “chiusura” della Cina da Covid – alle difficoltà di approvvigionamento. Uno scenario reso ancora più pesante dalla guerra in Ucraina di cui, per ora, non si intravede una via d’uscita. Eppure i risultati della filiera della stampa e della grafica raggiunti nel 2022, sebbene diversificati, non sono stati così negativi. Dopo un primo semestre abbastanza positivo l’industria del printing ha subito una frenata nella seconda parte dell’anno, in particolare per la grafica pubblicitaria e commerciale, ma un rallentamento, sempre nel secondo semestre ha interessato anche la cartotecnica. Si è chiuso con un segno più a doppia cifra del fatturato il 2022 dei produttori italiani di macchine il cui comparto risulta ancora un’eccellenza del made in Italy, mentre è “moderatamente” positivo, sebbene in calo nella seconda metà dell’anno, anche il bilancio del settore cartario nonostante l’aumento dei costi energetici e quindi dei listini stia mettendo a dura prova la competitività della carta.

Con andamenti altalenanti tra i principali settori ma con un bilancio tutto sommato positivo, la filiera della carta e della grafica guarda ora con preoccupazione al 2023. La speranza è che le nubi che ancora rendono grigio l’orizzonte (caro-energia e materie prime e aumento del costo del denaro e quindi del costo dei finanziamenti per le imprese) possano gradualmente disperdersi nel corso dell’anno grazie anche alla capacità delle imprese di restare competitive sul mercato, ad adeguate politiche industriali e fiscali del governo e alla realizzazione dei programmi e degli investimenti collegati al Pnrr e all’innovazione dei processi produttivi. Quello sopra descritto è lo scenario che emerge dalle tradizionali interviste alle principali Associazioni della filiera della carta e della grafica, realizzate da Il Poligrafico all’inizio di un nuovo anno. In queste pagine potete così leggere il bilancio tracciato per il 2022 e le attese per il 2023 dei presidenti di Assografici Emilio Albertini, di Assocarta Lorenzo Poli, di Acimga Daniele Barbui, di Fespa Italia Nicola Posarelli e di Antonio Maiorano di Argi.

Emilio Albertini ASSOGRAFICI

CHE BILANCIO SI PUÒ STILARE DEL 2022 PER I COMPARTI PRODUTTIVI RAPPRESENTATI DA ASSOGRAFICI?

Il settore grafico era stato fortemente colpito dalla pandemia nel 2020 e ha avuto una ripresa solo parziale nel 2021. Il 2022 è stato un anno a due facce, con un primo semestre abbastanza positivo e un secondo semestre decisamente più negativo, sia per la grafica editoriale sia, soprattutto, per quella pubblicitaria e commerciale. Nel complesso stimiamo che il settore grafico chiuda l’anno con una flessione della produzione intorno al 7-8%, mentre il fatturato cresca intorno al 14-15%.Sul fronte del settore cartotecnico trasformatore, la pandemia ha colpito moderatamente nel 2020 e vi è stata nel 2021 una buona ripresa. Il 2022 è stato un anno con due profili: positivo nel primo semestre, negativo nel secondo semestre, soprattutto dal lato produttivo. Le stime di chiusura d’anno sul settore cartotecnico trasformatore sono di una diminuzione della produzione intorno al 2-3%, a fronte di un incremento del fatturato intorno al 24-25%.

In entrambi i settori è importante sottolineare che l’elevato incremento del fatturato, a fronte di un calo della produzione, è legato a un effetto inflativo, necessario per recuperare gli intensi aumenti dei prezzi dell’energia, delle carte grafiche, per imballaggio e cartotecnica e delle altre materie prime, come inchiostri, solventi, adesivi e materie plastiche, oltre che dei trasporti.

A LIVELLO DI SINGOLI SETTORI QUALI SONO QUELLI ANDATI MEGLIO E QUELLI PEGGIO?

Nel settore grafico, la performance produttiva 2022 della grafica editoriale è stata meno negativa di quella della grafica pubblicitaria e commerciale, che ha avuto una forte caduta nel secondo semestre 2022. In termini di prodotto, gli stampati pubblicitari e commerciali hanno una flessione produttiva di quasi il 15%, mentre la produzione di riviste e libri ha un calo di circa il 4-5%, in sintonia con il peggioramento, in corso d’anno, sia dei consumi sia degli investimenti pubblicitari. Nel settore cartotecnico trasformatore, osservando il trend 2022 della produzione dei principali prodotti dell’imballaggio in carta, cartone e flessibile, il cartone ondulato è calato intorno al 3-4%, sono stati in lieve calo produttivo gli astucci pieghevoli, si è registrata una sostanziale stabilità per gli imballaggi flessibili, mentre c’è stata un’ulteriore moderata crescita della produzione dei sacchi a grande contenuto. Più diversificate le performance produttive 2022 dei prodotti della cartotecnica, dove sono prevalsi i segni negativi, con l’eccezione positiva delle etichette autoadesive e degli articoli per scuola, ufficio e cartoleria che invece hanno visto un incremento della produzione.

QUALI SONO LE PROSPETTIVE DEL 2023?

Sono come sempre strettamente collegate all’andamento del ciclo macroeconomico, che influenza la domanda dei comparti, oltre che a fenomeni esogeni come la guerra in Ucraina che prosegue, o la pandemia Covid-19 che sembra invece finalmente conclusa.

Il Centro Studi Confindustria nelle ultime previsioni di autunno 2022 stima per il 2023 una stagnazione del Pil italiano, la cosiddetta “crescita zero”. Anche i consumi delle famiglie sarebbero stagnanti, con un – 0,1% sul 2022. Il mercato pubblicitario è stato stabile nel 2022, ma l’advertising sulla stampa è calato di un ulteriore 5% circa e questo desta anche per il 2023 preoccupazioni nelle imprese grafiche. Tutto ciò potrebbe determinare un rallentamento della domanda dei nostri settori.

Anche il 2023 vedrà, inoltre, la persistenza di un’inflazione piuttosto alta, intorno al 4,5% per il CSC, o superiore secondo altri previsori. Resta incerta su questo fronte la situazione dei prezzi dell’energia, la cui impennata si è sommata agli aumenti dei prezzi delle materie prime dei nostri settori: una doppia crisi, solo parzialmente rientrata nel 4° trimestre 2022. Il forte aumento dei costi di produzione delle imprese grafiche e cartotecniche trasformatrici nel 2022 ha determinato una significativa erosione della redditività aziendale, nonostante la crescita del fatturato: ne risente il clima di fiducia delle nostre imprese, preoccupate che questa situazione possa perdurare anche nel 2023, penalizzando ulteriormente l’operatività e gli investimenti, colpiti anche dagli aumenti dei tassi di interesse.

QUANTO STANNO INCIDENDO CARO-ENERGIA E CARO MATERIE PRIME SULLE AZIENDE GRAFICHE-CARTOTECNICHE?

Sia il settore grafico, sia il settore cartotecnico trasformatore hanno affrontato nel 2022, come ci aspettavamo, una “tempesta perfetta” sul fronte dei costi dell’energia e delle materie prime, dopo i già forti rincari del 2021. Fino a settembre 2022 ci sono stati ulteriori intensi aumenti dei prezzi del gas (+119% nei primi 9 mesi 2022) e dell’energia elettrica (+92% nei primi 9 mesi 2022), solo parzialmente rientrati nel 4° trimestre dell’anno, e questo ha inciso negativamente anche sui costi di trasporto. È, inoltre, proseguito nel 2022 il forte rincaro delle materie prime cartarie e di altri input, come inchiostri, solventi, adesivi e materie plastiche.

Nel settore grafico i rincari sui prezzi delle carte sono stati significativi fino a settembre 2022, poi c’è stata una stabilizzazione ma su livelli molto alti. Per la maggior parte delle carte per usi grafici gli aumenti dei prezzi 2022 sono stati compresi fra il 44% e il 65% circa.

Anche nel settore cartotecnico trasformatore i rincari dei prezzi di carte e cartoni sono stati intensi fino a settembre 2022, poi è seguita una stabilizzazione o un calo nel 4° trimestre dell’anno, ma anche qui su livelli molto alti. Ne hanno sofferto tutti i segmenti produttivi, con anda-

Stimiamo Che Il Settore Grafico Chiuda Il 2022

CON UNA FLESSIONE DELLA PRODUZIONE INTORNO AL 7-8%, MENTRE IL FATTURATO CRESCA INTORNO AL 1415%; IL SETTORE CARTOTECNICO

TRASFORMATORE CON UNA menti differenziati: i rincari più forti dei prezzi di carte e cartoni nel 2022 hanno colpito gli astucci pieghevoli (fino al +47%), i sacchi (fino al +45%) e gli imballaggi flessibili (fino al +63%). L’intenso aumento dei costi dell’energia e delle materie prime delle imprese grafiche e cartotecniche trasformatrici nel 2022 ha determinato una significativa perdita della redditività aziendale, nonostante l’aumento del giro d’affari: una situazione preoccupante che spero non prosegua con questa intensità nel 2023.

DIMINUZIONE DELLA PRODUZIONE DI CIRCA IL 2-3% E UN INCREMENTO DEL FATTURATO DEL 24-25%.

STATI DI CRISI E CHIUSURE DI AZIENDE MEDIO PICCOLE CHE HANNO CARATTERIZZATO GLI ANNI DI CRISI SONO TORNATI A CRESCERE?

Per nostra fortuna gli ultimi dati disponibili non sembrano dare evidenza di questo fenomeno, nonostante la crisi pandemica dal 2020 in poi abbia colpito con forza soprattutto il settore grafico. Nel 2021 il tasso di decremento delle imprese grafiche è stato del -3,3%, simile a quello del triennio 2018-2020, portando ad assestarsi intorno alle 13.050 unità. Un trend simile, ma con cali inferiori, si riscontra anche per le aziende cartotecniche trasformatrici, diminuite nel 2021 del 2,6%, portandosi a 3.150 unità circa: vanno tenuti presente in questo caso i molteplici processi di aggregazione avvenuti negli ultimi anni, soprattutto nel comparto del packaging.

COME SI STA DIFENDENDO IL SETTORE?

Sulla crisi energetica dobbiamo necessariamente rimandare al lavoro che Confindustria ha portato avanti per tutta la manifattura. Sia in termini di soluzioni strategiche, con ampio coinvolgimento anche della Federazione Carta e Grafica dove Assocarta, come settore gas intensive, ha contribuito ampiamente al dibattito. Sia in termini di aiuti immediati, con tutti i provvedimenti, di grande peso economico sebbene comunque insufficienti, presi dal Governo in termini di riduzione degli oneri di sistema e di crediti d’imposta. Le nostre aziende si sono, invece, necessariamente difese con gli unici strumenti a loro disposizione. Ovvero un grande lavoro operativo di presidio degli acquisti di materie prime e un impegnativo sforzo commerciale per cercare di recuperare, almeno in parte, sui prezzi di vendita gli impatti dei costi crescenti. Difendendo al contempo le relazioni con i clienti in ottica di servizio. Un lavoro non facile ed estenuante. Al di là del tema energetico, invece, i temi di lavoro, anche in termini di attività associativa, sono sempre un po’ gli stessi: per il mondo del packaging, avere un quadro normativo chiaro (penso alla confusione generata dalle nuove regole sull’etichettatura, che siamo riusciti a rinviare per quasi due anni e in gran parte ora a chiarire) e non penalizzante dell’economia circolare e del nostro sistema Paese (penso al recepimento della Direttiva Sup e ora al nuovo Regolamento in discussione a livello UE). Per il mondo della stampa editoriale e commerciale, avere sostegno nella riconversione, ma anche frenare un processo di digitalizzazione della società sempre più spinto, a prescindere dai campi di applicazione. Ad esempio, oggi siamo sempre più impegnati a dimostrare come scrittura a mano e lettura su carta siano comportamenti da salvaguardare, soprattutto in ambito educativo, per un corretto sviluppo psicofisico delle nuove generazioni.

COME E QUANTO STA AVVENENDO LA TRASFORMAZIONE DELLE AZIENDE E COME VIENE APPROCCIATO IL TEMA DELLA SOSTENIBILITÀ?

È sicuramente in corso. Anche l’attenzione alla sostenibilità è sempre più forte. Le aziende stanno capendo che il tema è serio e ricco di risvolti positivi, non un ennesimo obbligo burocratico. Presidiare la sostenibilità vuol dire comprendere e gestire la propria azienda con attenzione anche a tante variabili, non economiche ma appunto di tipo ambientale, sociale e di governance che sono molto importanti. E possono essere decisive per posizionare l’azienda nei rapporti con fornitori e clienti, con la PA e con il sistema bancario. Oltre a rendere le nostre aziende più attrattive per chi vi deve lavorare. Come Assografici, siamo particolarmente orgogliosi di avere intercettato con largo anticipo questo trend e, a livello di Federazione, abbiamo investito molte risorse nella realizzazione di un TOOL (metodologia e software applicativo) mirato ad aiutare le aziende del nostro settore a realizzare una rendicontazione di sostenibilità. Tra l’altro proponendo uno strumento sia per l’elaborazione di un vero e proprio bilancio di sostenibilità, che è molto impegnativo e oggi un obbligo solo per aziende di grandi dimensioni, sia per produrre una sorta di rendicontazione semplificata, ideale per le PMI che vogliono iniziare un percorso serio e organizzato in questo senso. Tra l’altro – lo sottolineo perché non è banale – questo strumento viene offerto gratuitamente da Assografici alle aziende associate.

QUALI SONO GLI INTERVENTI CHE IL SETTORE CHIEDE AL NUOVO GOVERNO E QUANTO PUÒ IMPATTARE IL PNRR?

Si ricollegano ai temi di cui sopra. La partita che si sta disputando in Europa con la discussione sulla Proposta di un Regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio è decisiva. Perché c’è un orientamento prevalente, a livello europeo, che mira a ridurre gli imballaggi e/o a volerli tutti riutilizzabili a prescindere dalla loro funzione d’uso, dalle abitudini dei consumatori, dai risultati raggiunti dai vari Paesi UE sul fronte del riciclo, dalle caratteristiche degli imballaggi stessi in termini di impiego di materiali rinnovabili o di loro riciclabilità e biodegradabilità. Ma soprattutto – ancora più grave – a prescindere da valutazioni di impatto ambientale precise che dimostrino che gli obiettivi e le restrizioni che la Commissione Europea vuole imporre produrranno risultati migliorativi. Dal Governo ci aspettiamo quindi una difesa a oltranza e decisa del nostro modello italiano, un’eccellenza a livello comunitario. Con i fondi del Pnrr, penso a quelli per i Progetti Faro dell’economia circolare, si stanno finanziando investimenti in infrastrutture per raccolta e riciclo. Importanti sono anche quelli che saranno utilizzati per continuare a finanziare la transizione delle aziende ai modelli di Industria 4.0 e i fondi per la formazione professionale e gli ITS.

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