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Daniele Barbui

ACIMGA

CHE ANNO È STATO QUELLO IL 2022 PER I PRODUTTORI ITALIANI DI MACCHINE PER L’INDUSTRIA GRAFICA, CARTOTECNICA, CARTARIA E DI TRASFORMAZIONE E AFFINI?

Il comparto Acimga nel 2022 risulta ancora un’eccellenza del made in Italy che, malgrado le difficoltà, ha visto un aumento del fatturato d’esercizio, per una previsione di 3.050 milioni di euro, +11,2% rispetto al 2021. Certamente hanno pesato in maniera importante i gravi effetti che la pandemia ha avuto sulla catena di approvvigionamento, portando una forte carenza di materie prime e componenti(soprattutto elettronici ed elettrici), e conseguenti impatti negativi su tempi di consegna e aumento dei costi. La crescita a due cifre è stata fortemente impattata dalla carenza e dai ritardi di consegna della componentistica, che hanno spesso reso necessario il posticipo di alcune consegne, con ripercussioni sui bilanci e sui cash flow aziendali. Rimane in ogni caso un settore in tenuta, con prospettive ottimistiche anche per il 2023.

QUANTO STANNO PESANDO LA CORSA DEI PREZZI DELL’ENERGIA E DELLE MATERIE PRIME?

Nel corso dell’anno appena trascorso, i processi inflattivi sui costi dell’energia e delle materie prime hanno subito un’accelerazione del tutto straordinaria e non prevista a causa del conflitto russo-ucraino. Se il prezzo del gas si è tutto sommato leggermente stabilizzato, la carenza e l’aumento dei costi di materie prime e servizi sta ancora avendo notevoli impatti negativi sui tempi di consegna dei prodotti finiti. Non sempre i clienti finali riconoscono tali difficoltà congiunturali e la forbice della marginalità si sta riducendo per molte aziende.

QUALI SONO LE PREVISIONI PER IL 2023?

La situazione non è del tutto chiara. Al momento per il 2023 ci si aspetta continuità, con un trend che rimanga positivo, nonostante una previsione di crescita più contenuta, dovuta all’incertezza di prospettive dello scenario internazionale. Permane la problematica della mancanza di componenti che rischia di complicare ulteriormente l’attività delle aziende, che si trovano nella situazione di avere i magazzini pieni in attesa di parti mancanti per il completamento dei macchinari. Senza dubbio, un segnale positivo viene dalla Legge di Bilancio approvata lo socrso dicembre, che vede la proroga al 30 settembre 2023 del termine di consegna dei beni strumentali ordinati entro il 30 dicembre 2022, che potranno godere delle agevolazioni fiscali del progetto Industry 4.0 e Transizione 4.0 secondo i parametri 2022.

CHE COSA SI ASPETTA IL SETTORE DAL NUOVO GOVERNO E DAL PNRR?

Come già segnalato, la proroga dei termini di consegna dei beni strumentali è già un buon segnale, di cui la nostra Associazione si è fatta portavoce attraverso importanti attività di lobbying. Ci si auspica inoltre la conferma dell’utilizzo dei fondi previsti dal Pnrr in merito alla Transizione 4.0 e il mantenimento al 40% delle aliquote del credito di impo- sta per gli investimenti in nuove tecnologie di produzione, come strumento a sostegno del made in Italy. In ultimo è necessario continuare a lavorare sulla stabilizzazione dei costi dell’energia come già sta avvenendo.

QUALI SONO I TREND DEL MERCATO, DAGLI INVESTIMENTI ALLE TIPOLOGIE DI MACCHINE PIÙ RICHIESTE?

IL COMPARTO ACIMGA NEL 2022 RISULTA ANCORA UN’ECCELLENZA DEL MADE IN ITALY CHE, MALGRADO LE DIFFICOLTÀ, HA VISTO UN AUMENTO DEL FATTURATO D’ESERCIZIO, PER UNA PREVISIONE DI 3.050 MILIONI DI EURO, +11,2% RISPETTO AL 2021.

I settori legati al comparto Acimga sono tutti in crescita in termini di richiesta. Dopo una forte impennata del nonwoven, strettamente correlata al periodo pandemico, su questo frangente la domanda si è stabilizzata. Le principali aree di rilievo, in questo momento, sono quelle legate al cartone ondulato, spinte dall’aumento dell’e-commerce e del packaging flessibile, soprattutto legata al settore food: sono entrambi comparti dove la tecnologia made In Italy è particolarmente performante e dove si stanno sviluppando concetti e funzionalità di grande impatto verso uno sviluppo sostenibile e di valorizzazione dell’economia circolare.

COME VEDE LA POSSIBILITÀ CHE NEL SETTORE CI SIANO AGGREGAZIONI O ALLEANZE TRA IMPRESE PER ESSERE PIÙ GRANDI, COMPETITIVE E PRESENTI SUI MERCATI INTERNAZIONALI?

Aggregazioni e alleanze tra imprese sono sempre più ne cessarie al fine di diminuire i costi, ottimizzare le produzioni e implementarne capillarmente la presenza. Credo di conseguenza che in futuro vedremo grandi agglomerati e fusioni tra aziende con lo scopo di creare un’unica filiera tecnologico-produttiva e rendere disponibile un portafoglio prodotti sempre più ampio e completo.

QUALI SONO LE PRINCIPALI INNOVAZIONI TECNOLOGICHE IN CORSO E ATTESE ANCHE DAL PUNTO DI VISTA DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE?

Senza dubbio tutte le innovazioni tecnologiche al momento sono orientate allo sviluppo di soluzioni sostenibili e performanti nell’ottica dell’economia circolare. Sempre più vediamo macchine ottimizzate per il risparmio energetico, l’utilizzo di energie rinnovabili e la riduzione dei consumi, così come sistemi in grado di lavorare e produrre stampati utilizzando materiali, inchiostri e processi altamente sostenibili e rispondenti ai 5 principali criteri dell’economia circolare. Questo si traduce nel concreto in: sostenibilità delle risorse, con l’utilizzo di materie prime riciclabili o biodegradabili; estensione del ciclo di vita, progettando prodotti, ma anche macchine stesse, che possano durare più a lungo ed essere riutilizzati e riparati; recupero delle risorse, attraverso nuovi cicli produttivi nei quali gli scarti possano essere recuperati o impiegati in altri prodotti; servitizzazione, estendendo l’offerta di un prodotto a un servizio completo.

Lorenzo Poli ASSOCARTA

QUAL È IL BILANCIO DEL SETTORE NEL 2022?

Il bilancio 2022 del comparto cartario italiano è moderatamente positivo. I risultati dei primi undici mesi del 2022 rilevano un aumento di fatturato del 42,4% (valore già in recupero nei primi undici mesi del 2021) indotto dalla necessità delle cartiere di recuperare i forti rincari dei costi energetici e delle materie prime fibrose. La produzione nel periodo si è, invece, contratta del 6,7% mentre la domanda interna di prodotti cartari ha registrato un +8,2% (nei primi nove mesi dell’anno). Sono di conseguenza aumentate le importazioni. In particolare si registra un aumento dell’import dalla Turchia che fa temere triangolazioni con la Russia. Pertanto il bicchiere mezzo pieno lo fa il consumo apparente di carta in sensibile aumento, restituendo la forza di un materiale sempre più protagonista per circolarità e sostenibilità. Il bicchiere mezzo vuoto è dato dai troppi stop produttivi nella seconda parte dell’anno, dovuti a una momentanea perdita di competitività dei nostri stabilimenti nei confronti di player stranieri.

QUALI SONO STATI GLI ANDAMENTI DEI DIFFERENTI COMPARTI?

Nell’analisi più dettagliata dell’anno, la produzione ha tenuto sino al mese di luglio per vedere un cambio di scenario a partire da fine dello stesso mese. La produzione di carte e cartoni per imballaggio, che ha sempre guidato le positive dinamiche del settore, è scesa tra luglio e novembre 2022 del 20,8%, con riduzioni diffuse a tutte le tipologie, e particolarmente accentuata nelle carte e cartoni per cartone ondulato (-23,4%). In riduzione anche le carte per usi grafici (-18,1%) e altre specialità (-20,7). Sono aumentati i soli volumi delle carte per usi igienico-sanitari (+2,3%).

QUALI SONO LE PROSPETTIVE

E LE SFIDE DEL 2023?

Il settore cartario italiano strettamente legato alle esigenze essenziali dei cittadini italiani ed europei come l’imballaggio, la cultura, l’igiene e il benessere non può guardare al futuro con pessimismo. Inoltre, la carta è un materiale rinnovabile, riciclabile ed effettivamente riciclato. Certo, l’inizio del 2023 è caratterizzato da una domanda che rallenta progressivamente e da un mercato decisamente debole tanto che le cartiere italiane non stanno lavorando a pieno regime. L’aumento dei costi energetici e quindi dei listini sta mettendo a dura prova la competitività della carta made in Italy. A questi costi il rischio è di perdere quote di mercato: sono, infatti, diminuiti i volumi esportati di carta e cartone del 5,4% nei nove mesi del 2022 rispet- to a quelli in forte espansione dell’analogo periodo 2021 (+13,8% sul 2020) e aumentate, nello stesso periodo, le importazioni di carta dagli altri Paesi europei del 19.6%.

QUINDI, COSA SUGGERISCE?

Per il 2023, c’è bisogno che l’ordinario diventi una programmazione per affrontare l’emergenza e venga portato avanti con decisione. Stiamo lavorando quindi affinché si creino le condizioni per investire nelle rinnovabili attraverso l’estensione dell’istituto delle comunità energetiche all’industria. Si dia attuazione al Piano nazionale gestione rifiuti per recuperare gli scarti del riciclo e che si spinga la forestazione come gestione territorio, carbon sink e fonte energetica rinnovabile; Insomma bisogna dare gli strumenti agli imprenditori per rendere ancora più verde e competitiva l’economia circolare italiana della carta. A questo proposito non è un buon segnale che la UE punti sul riutilizzo degli imballaggi, piuttosto che sul miglioramento e l’ampliamento del riciclo. Mai come adesso c’è la convinzione che occorre accelerare sulla transizione energetica ed ecologica e che abbiamo bisogno di tutte le opzioni. Le imprese vogliono misure per incentivare gli investimenti, ma vi è estrema necessità di un quadro di strumenti per competere e investire.

QUANTO STA AUMENTANDO L’ASPETTO DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE?

Sin dagli albori dello sviluppo delle cartiere italiane, la sostenibilità ambientale è stata nel comparto un fattore strategico di sviluppo. L’utilizzo intensivo di energia da sempre spinge le cartiere all’obiettivo di una sempre maggiore efficienza energetica, raggiunta nel tempo mediante fortissimi investimenti nella cogenerazione. Oggi il gas naturale che alimenta i nostri impianti di produzione combinata di calore ed energia elettrica (la cogenerazione) rappresenta una fonte di energia di transizione importante, in quanto strettamente legata all’economia circolare. Oltre l’80% della capacità di riciclo in Italia è alimentata, infatti, da gas naturale. Stiamo però concentrando i nostri investimenti verso fonti di energia alternativa come, ad esempio, biometano e biogas che potrebbero, peraltro, venire immessi negli impianti di cogenerazione già esistenti.

In particolare qual è la situazione per il riciclo?

Nell’imballaggio il tasso di riciclo della carta è all’85% e veniamo da un 2021 in cui siamo diventati il secondo riciclatore europeo di carta e cartone. In generale, il tasso medio di consumo circolare (CMU, cioè l’uso di materie prime secondarie) è al 63% nel settore cartario. Il CMU consente di confrontare il grado di circolarità dell’UE e dei singoli Paesi membri, nonché di analizzare i progressi nel tempo. Basti pensare che nell’UE nel 2020, ultimo anno disponibile, il tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo è stato pari al 12,8%. In Italia, sempre nello stesso anno, il valore ha raggiunto il 21,6%, secondo solamente a quello della Francia (22,2%) e di circa nove punti percentuali superiore a quello della Germania (13,4%).

COME STANNO RISPONDENDO LE CARTIERE ALLA SFIDA GREEN?

Le sfide della sostenibilità sono al centro della strategia

L’INIZIO DEL 2023 È CARATTERIZZATO DA UNA

DOMANDA CHE RALLENTA E DA UN MERCATO DEBOLE TANTO CHE LE CARTIERE ITALIANE NON STANNO LAVORANDO A PIENO REGIME.

L’AUMENTO DEI COSTI ENERGETICI E DEI LISTINI STA METTENDO A DURA PROVA LA COMPETITIVITÀ DELLA CARTA MADE IN ITALY.

aziendale per questo tutti gli impianti cartari in Italia registrano performance ambientali molto alte che ogni anno vengono riassunte da Assocarta e Legambiente nel Rapporto Ambientale dell’Industria Cartaria Italiana. La fotografia scattata dall’ultimo bilancio ambientale, scritto a quattro mani con Legambiente, è quella di un settore manifatturiero da sempre impegnato nella riduzione degli impatti ambientali a vantaggio delle generazioni future. Ciò significa un utilizzo sempre più efficiente e sostenibile delle materie prime in una prospettiva di economia circo lare, in linea con gli obiettivi della Commissione Europea, migliorando allo stesso tempo la propria competitività sui mercati europei e globali. Infine, l’industria cartaria è un settore tecnologico che investe nella transizione ecologica e digitale e realizza un prodotto, la carta, che è valido so stituto di altri materiali in quanto riciclabile ed effettiva mente riciclato.

QUANTO PESA IL CARO-ENERGIA? IL SETTORE COME STA AFFRONTANDO QUESTA SITUAZIONE DI EMERGENZA?

La crisi energetica è un’opportunità che l’Italia e il suo Governo, in tandem con le associazioni industriali e di ca tegoria deve riuscire a cogliere. Ci serve, infatti, una chia ra e concordata politica industriale che possa mantenere il nostro settore competitivo almeno al pari delle nazioni limitrofe, confinanti con l’Italia e con l’Europa. A fronte di strumenti chiari e strutturali che possano superare e integrare quelli emergenziali messi in campo negli ultimi mesi: le cartiere e i loro imprenditori faranno la loro parte. La “crisi energetica”, ovvero il caro energia, è iniziato prima della crisi geopolitica. La prima uscita come energivori è stata il 27 dicembre 2021, e già avevamo avuto rincari stabili oltre 80 euro nel mese di novembre 2021. Conseguenza di una serie di fattori: il ciclo economico, la maggiore richiesta di energia, obiettivi di decarbonizzazione ambiziosi ma senza una buona programmazione nella fase di transizione (caso tipico è il gas). L’incidenza del costo del gas sul fatturato è passata dal 4,2% del 2020 al 16,2% nel 2021. Applicando al fatturato dei primi 10 mesi 2022 il costo medio del gas dello stesso periodo, l’incidenza del costo del gas sale ad oltre il 32% nel 2022. Ma i costi energetici del gas sono ancora alti. Un gas a 55/60 euro significa 3 volte il livello del giugno 2021.

CHE INCIDENZA POSSONO AVERE SUL SETTORE PROGRAMMI E INVESTIMENTI DEL PNRR?

Il 30 dicembre 2022 è stata pubblicata la graduatoria per l’assegnazione dei 150 milioni per il bando carta e cartone in ambito Pnrr. Circa 20 cartiere sono risultate assegnatarie e ciò significa investimenti e voglia di intraprendere sulla via della sostenibilità e dell’economia circolare.

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