10 minute read
Nicola Posarelli
Fespa Italia
QUAL È IL BILANCIO 2022 CHE SI PUÒ STILARE PER IL SETTORE RAPPRESENTATO DA FESPA?
Fespa rappresenta un settore composto da chi sviluppa soluzioni e applicazioni per il mercato che nel tempo è stato definito e identificato come settore della “stampa specialistica”. Cioè di quelle tipologie di produzioni stampate che non fanno parte delle grandi macro-categorie come il mercato editoriale o quello del packaging o del direct mail. Fespa rappresenta l’Industry che si occupa di stampa destinata al settore della visual communication, del mondo degli allestimenti, della stampa industriale su materiali più variegati, della stampa per interior decoration, del decorative, del tessile. Una serie di mercati e applicazioni storicamente abbinati alle tecnologie serigrafiche e tampografiche, oggi integrate con soluzioni di stampa digitale, per lo più con tecnologia inkjet. Uno dei mercati importanti per il nostro settore è da sempre quello delle fiere, della comunicazione da esterno e interno dei negozi, ed è chiaro che il periodo della pandemia ha influito pesantemente sull’andamento del nostro mercato. Ecco quindi che il 2022, con l’uscita definitiva dalle restrizioni da Covid-19, è stato un anno di ripresa e segnato da punti positivi. Purtroppo, questa positività ha dovuto fare i conti con l’altro “male” del periodo, ovvero l’aumento imprevedibile del costo delle materie prime e spesso la mancanza stessa di queste ultime, che ha rallentato quella che avrebbe potuto essere una ripresa decisa e convinta.
CHI È ANDATO MEGLIO E CHI PEGGIO?
Qui, a mio parere, occorre fare una distinzione. Si potrebbe interpretare la domanda valutando quali segmenti applicativi sono andati meglio degli altri, oppure ragionare sulle necessità che hanno le imprese del nostro settore industriale per ottenere risultati positivi nel mercato in cui si trovano. Sul primo punto abbiamo di certo osservato una ripresa della produzione in quei settori che la pandemia aveva fortemente limitato (il fieristico per primo). Sul secondo punto dobbiamo invece fare una considerazione rispetto al modo con cui le aziende serigrafiche e di stampa digitale (il mondo Fespa) hanno affrontato il cambiamento della domanda che già da qualche anno era emergente e che gli ultimi due anni ha ulteriormente accelerato. La capacità di gestire e proporre soluzioni “sostenibili” è il mantra vero oggi. Collegato alle richieste che arrivano direttamente dai clienti, certamente spinti da un comportamento del consumatore finale che non fatica a essere messo in evidenza grazie ai social o alle iniziative ambientaliste degli ultimi tempi. Capacità di gestire richieste nuove, capacità di gestirle ‘immediatamente’, capacità di avere un modello di business molto più orientato al servizio e non alla semplice produzione. Sono queste le caratteristiche delle imprese a cui “sta andando meglio”.
QUALI SONO I TREND DELLE TIPOLOGIE DI STAMPA?
PER IL SETTORE RAPPRESENTATO DA FESPA I PRIMI
MESI DEL 2023 SEGNANO UNA FORTE PREOCCUPAZIONE INERENTE AI COSTI ENERGETICI. SOPRATTUTTO PER LE AZIENDE
I trend sono un buon modo per interpretare i cambiamenti e individuare nuovi punti di equilibrio del mercato e di conseguenza dell’offerta di soluzioni e prodotti. Possiamo certamente confermare che il trend delle tecnologie di stampa digitale è quello che segna i principali passi di innovazione nei nostri mercati. Ma il trend indica una tendenza, che non deve far dimenticare l’importanza che la stampa serigrafica ha comunque anche oggi nel panorama tecnologico e dei volumi di applicazioni di stampa. In generale il trend è quello della ricerca di soluzioni ad impatto ambientale minimo, sostenibili sia nel vero e proprio processo di stampa, sia nell’intero ciclo di vita del prodotto che andiamo a stampare. Il vero trend quindi è la necessità di “certificare” non solo la qualità di stampa ma anche la sostenibilità del prodotto e processo per tutte le tecnologie utilizzate. Perché al cliente interessa avere certezze di qualità e di sostenibilità.
QUALI SONO LE PREVISIONI PER IL 2023?
I primi mesi segnano una forte preoccupazione inerente ai costi energetici. Soprattutto per quella parte delle nostre aziende più orientate alle applicazioni speciali e industriali. Aziende energivore, quindi molto colpite dalle bollette impazzite degli ultimi mesi. Sembrerebbe vedersi uno spiraglio di luce ma è certamente uno dei temi che preoccupa l’imprenditore del nostro settore. Dal punto di vista della domanda, invece, pensiamo che si potrà assistere a un trend positivo, caratterizzato però da richieste sempre più orientate all’innovazione e alla qualità. Questo sia per le applicazioni destinate al mondo consumer o commerciale, sia per quello industriale. Molte delle nostre aziende hanno utilizzato la fase del calo di domanda e produzione (quello della pandemia), per affrontare progetti interni di razionalizzazione, diversificazione, strutturazione. Un percorso che ha portato innovazione non solo tecnologica ma anche di processo e gestione all’interno delle aziende. La strategia è quindi quella di proseguire in questo percorso di trasformazione manageriale dell’impresa che, soprattutto per il nostro segmento, non può fare a meno di quel pizzico di artigianalità che ci fa eccellere e contraddistinguere nel mondo ma che non può più permettere lo sviluppo dell’impresa se non accompagnato da una gestione manageriale e finanziaria adeguate.
QUALE PUÒ ESSERE IL RUOLO DELLE POLITICHE INDUSTRIALI DEL GOVERNO E DEL PNRR NEL FAVORIRE LO SVILUPPO DEL SETTORE?
Il ruolo di chi ha il doppio ruolo di dettare norme e leggi e di sviluppare azioni per sostenere lo sviluppo dell’economia del Paese non può che essere fondamentale. L’augurio è che ci sia un bilanciamento tra i due ruoli. Lo sviluppo e l’impegno delle imprese si ottiene e massimizza se si evitano lacci e lacciuoli. Ma d’altra parte servono paletti e regole per incanalare al meglio le risorse perché facciano da effetto moltiplicatore. Spero che su questo tema del “bilanciamento di interessi” si possano trovare stimoli e idee per utilizzare al meglio la disponibilità di risorse messe in campo dal Pnrr. Noi, come imprenditori e aziende del settore della stampa specialistica siamo pronti a sviluppare soluzioni sempre più speciali. E sempre più coerente con le linee guida sulla sostenibilità e dell’efficienza.
ORIENTATE ALLE
APPLICAZIONI
SPECIALI E INDUSTRIALI. IL TREND DELLA DOMANDA È
POSITIVO E CARATTERIZZATO DA RICHIESTE SEMPRE PIÙ
ORIENTATE
ALL’INNOVAZIONE E ALLA QUALITÀ.
Antonio Maiorano
PRESIDENTE ARGI
COME SI È CHIUSO IL 2022 PER IL SETTORE DEI PRODUTTORI E DISTRIBUTORI DI MACCHINE RAPPRESENTATO DA ARGI (SE HA QUALCHE NUMERO OVVIAMENTE È GRADITO).
L’Osservatorio Argi è lo strumento con cui l’associazione sviluppa le ricerche di mercato, che non ha però ancora rilasciato i dati del 2022. Non ci sono numeri ufficiali a disposizione quindi, ma possiamo trasferire quello che è il sentiment raccolto dai soci che testimoniano in gran parte ottimi risultati per l’anno 2022.
L’effetto rimbalzo generatosi dopo la caduta del 2020 (di cui conosciamo bene tutti le cause) ha visto un 2021 con una grande crescita. Questo effetto rimbalzo è continuato nel 2022, senza essere particolarmente scalfito dall’arrivo del conflitto russo-ucraino, ma un po’ limitato dalla situazione di shortage componenti e materiali che si è resa molto evidente nella parte iniziale e centrale dell’anno, creando dei backlog che solo in questo periodo si stanno recuperando.
In definitiva un 2022 positivo che avrebbe potuto esserlo di più in termini fisiologici se non ci fosse stato il problema delle materie prime.
QUALI SONO LE TIPOLOGIE DI INVESTIMENTI CHE SONO ANDATE MEGLIO (ROTO, OFFSET, DIGITALE, TIPOLOGIE MACCHINE).
Per parlare di questo occorre innanzitutto fare il punto della situazione ‘incentivi’ agli investimenti in macchinari, sia con strumenti conosciuti (Legge Sabatini), sia con tutte le altre possibilità collegate al piano Industry 4.0 e Transizione Digitale. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati dalla spinta derivante da queste misure prese e mantenute dai diversi Governi che si sono avvicendati. Le imprese hanno decisamente investito, ognuna, io credo, in funzione dei propri piani industriali e di sviluppo del business. Quindi su tecnologie o macchine funzionali al piano di sviluppo. Se poi vogliamo fare uno specifico distinguo, sulla base di ciò che abbiamo potuto ascoltare dai nostri clienti, possiamo dire che per le imprese ha avuto più appeal l’investimento su macchinari più ‘importanti’ dal punto di vista del costo di acquisto (offset, roto), perché su tali investimenti la percentuale di finanziamento (credito d’imposta) assumeva valori molto significativi. A differenza dell’investimento richiesto ad esempio dalle macchine digitali che quindi per chi aveva in animo di rinnovare l’intero parco è stato messo come secondo step.
LE TENDENZE SI POSSONO RIASSUMERE IN: CONVERGENZA
DEI MERCATI E DELLE
APPLICAZIONI, RICHIESTE DI STAMPE AD EFFETTO, SU
MATERIALI INNOVATIVI, CON SISTEMI CHE RISPONDANO AI PRINCIPI DI SOSTENIBILITÀ (ENERGIA, MATERIALI, INCHIOSTRI, SCARTI).
QUALI SONO LE TENDENZE, IN BASE ALL'INVESTIMENTO IN MACCHINARI, RAPPRESENTATE DAL MERCATO.
Le tendenze si possono riassumere in: convergenza dei mercati e delle applicazioni, richieste di stampe ad effetto, su materiali innovativi, con sistemi che rispondano ai principi di sostenibilità (energia, materiali, inchiostri, scarti).
È un mix di elementi che è figlio del cambiamento della domanda di chi chiede stampati (brand). E che vede il mercato della trasformazione (stampatori) coinvolto in scelte che devono tenere da subito conto delle possibilità che i loro investimenti possano rispondere ai principi sopra citati. Per questo motivo sempre più, oggi, troviamo stampatori nei cui stabilimenti coesistono diverse tecnologie di stampa, dall’offset al digitale, dalla flexo alla rotocalco. Con vetrine di offerta (negli stampatori online questo è molto evidente) che spaziano per tipologie di prodotti una volta pensati come prodotti destinati a mercati completamente diversi tra loro. Oggi invece sono convergenti.
DAI DATI GENERALI EMERGE CHE CONTINUA
AD ANDARE MEGLIO LA CARTOTECNICA DELLA
GRAFICA, È VERO QUESTO ANCHE PER IL
SETTORE DELLE MACCHINE.
Un trend che è destinato ad essere ormai normalità. Le applicazioni di commercial printing erano una volta l’unica opportunità in mano ai brand per diffondere e promuovere i loro prodotti (direttamente o via canale distributivo). Sappiamo che non è più così, che le comunicazioni elettroniche sono un canale assodato. Poi potremo discutere dell’efficacia del messaggio, del ROI di azioni su canali diversi tra loro, ma la convivenza di più canali già spiega perché quello dello stampato sia ovviamente calato. In volumi certamente, portando però ad un innalzamento del valore unitario del prodotto, proprio per i motivi di ricerca di stampati più ingaggianti e efficaci. La cartotecnica, viceversa, può esprimere un nuovo ruolo rispetto al semplice ruolo di contenitore o imballaggio. È il touch-point fisico con il consumatore, e non è sostituibile dall’elettronica (pur se con il metaverso stiamo provando a replicare le sensazioni). Per questo anche lato macchine si stanno presentando nuove soluzioni e innovazioni. Per processi di produzione integrati, e quindi maggiormente performanti.
CHE COSA SI ASPETTA DAL NUOVO GOVERNO E DAL PNNR?
La conferma che il nostro settore è un settore essenziale per lo sviluppo dell’economia del paese e per la business continuity del Paese. Perché senza stampa tutti noi rimarremmo ciechi rispetto a ciò che ci circonda. Ed è corretto pensare di supportare questa industry in una sua transizione sia digitale sia di sostenibilità e basso impatto ambientale.
COME VEDE IL 2023?
Penso che il 2023 possa essere una coda positiva del 2022 anche grazie alle possibilità fornite dalla Legge di Bilancio 2023 (e dal Milleproroghe poi) sui tempi di consegna delle macchine legate ai finanziamenti Industry 4.0. Poi bisognerà vedere e verificare le risposte dell’industria esauritasi la spinta propulsiva degli incentivi finanziari. Ci aspettiamo una stabilizzazione del mercato, pur con la consapevolezza che invece alcune nicchie potranno trovare spazi interessanti di crescita. Non dimentichiamo inoltre che la ricerca verso novità tecnologiche è sempre attiva e che il 2024 si preannuncia l’attesa Drupa, dove sicuramente ci saranno ulteriori annunci e quindi opportunità per gli stampatori di valutare ulteriori ampliamenti e aggiornamenti delle loro tecnologie. La ripresa delle Fiere, in generale, e della visitazione di qualità che non è scomparsa dopo il Covid (e i numeri della Print4All 2022 lo testimoniano in modo chiaro) è un segnale di ottimismo e di voglia di dare al Printing un ruolo sempre più strategico e di rilievo. Quindi grandi aspettative per Labelexpo 2023, Drupa 2024, Print4All 2025.
SENZA STAMPA TUTTI NOI
RIMARREMMO CIECHI RISPETTO
A CIÒ CHE CI CIRCONDA. ED
È CORRETTO PENSARE DI
SUPPORTARE QUESTA INDUSTRY IN UNA SUA TRANSIZIONE SIA
DIGITALE SIA DI SOSTENIBILITÀ E
BASSO IMPATTO AMBIENTALE.
Qualità, velocità e valore. Senza compromessi.
Il pluripremiato design delle stampanti Acuity Prime garantisce una combinazione unica di qualità, produttività e facilità d’uso. Con una qualità costruttiva di livello industriale e fino a sette canali di inchiostro oltre al primer, è possibile produrre una vasta gamma di prodotti di stampa eccezionali e vendibili, a velocità più elevate rispetto a macchine di prezzo superiore. E ora, la nuova Acuity Prime L con piano di maggiori dimensioni aumenta ulteriormente la produttività e i profitti, offrendo ancora più valore. Scopri il nuovo riferimento per il grande formato
La storia, a volte, si ripete dando merito a Giam- battista Vico. Cambiano forse gli scenari che si evolvono velocemente spinti dal furore della tecnologia, a volte dalla follia degli uomini o anche da imprevisti fenomeni (più o meno) “naturali”.
A maggio 2019, analizzando i risultati conseguiti nel 2017 dalle aziende dei vari panel, molte istituzioni si sono espresse in proposito. In particolare, tra i tanti, il Centro Studi Confindustria in una sua nota dell’epoca riportava che “sulla base di un ampio campione di bilanci di imprese industriali italiane, risulta che la redditività operativa è praticamente tornata sui livelli pre-crisi, ma c’è minore disponibilità di credito bancario dopo la crisi finanziaria degli scorsi anni”.
All’epoca il mondo era alle prese con le conseguenze di una crisi finanziaria. Oggi, analizzando i bilanci del 2021 (gli ultimi disponibili), indaghiamo le possibili conferme di una ripresa di un down originato dalla pandemia per Covid-19, mentre transitiamo attraverso un’ulteriore crisi, tuttora ben presente, a matrice geo-politica, quella causata dalla conflitto in corso in Ucraina.
Fatta questa breve ma doverosa premessa per introdurre lo scenario, presentiamo il panel sul quale il CSP di Stratego ha svolto la sua analisi di quest’anno. Le aziende prese in esame sono 843 contraddistinte principalmente da un codice ATECO 172 (oltre 9 miliardi di ricavi) o 181 (circa 5,6 miliardi di ricavi), ma comunque scelte anche perché rilevanti e titolate a diventare “BIG della Stampa 2021”. Al nutrito gruppo è stata posta anche una soglia minima di fatturato realizzato: tre milioni di euro. Il valore cumulato della Produzione del panel è stato di circa 16,8 miliardi di euro nel 2021 contro i 14,6 miliardi di euro del periodo precedente (Conto Economico, voce A. Valore totale della produzione). È importante sottolineare che questa prima riga del Conto Economico esprime una misura volta a individuare tutte le componenti di reddito prodotte dall’azienda e prende in considerazione i Ricavi di vendita dei prodotti finiti, la Variazione delle rimanenze di prodotti finiti e semilavorati e Altri ricavi e proventi. Il relativo Ricavi delle vendite e delle prestazioni, secondo il dettato dell’art. 2525-bis C.C., esprime il risultato della gestione caratteristica perché esclude, al netto di resi abbuoni e sconti, le rimanenze, i lavori interni e i ricavi extra caratteristici. Nell’aggregato del nostro panel il Valore totale della produzione (voce A. del C.E.) vale 16,8 miliardi di euro e i Ricavi delle vendite e delle prestazioni (voce A.1 del C.E.) valgono 16,1 miliardi di euro.