3 minute read

Strani amori che vanno e vengono... 7

Nella comunicazione come nella vita ci sono storie di travolgenti innamoramenti. L'innamoramento è connotato da uno stato emotivo intenso caratterizzato da attrazione, desiderio, euforia e senso di felicità, se corrisposto. La fase più passionale può durare da poche settimane a diversi mesi. Tuttavia, dopo il periodo iniziale, l'innamoramento ha due possibili sviluppi: può svanire come una bolla o evolvere in una forma più stabile di amore. Oltre ad aver sperimentato l’innamoramento plurime volte nella mia vita privata – ammetto, sono un’inguaribile romantica – mi è capitato di interfacciarmi con varie forme di innamoramento anche nella vita professionale. E non parlo di manager e aziende che si sono “innamorati” del mio modo di lavorare, ma soprattutto di casi diffusi di innamoramento per questo o quest’altro media o tool di comunicazione. Un esempio emblematico sono i social network, oggetto del desiderio di tanti, accecati dalla possibilità di comunicare e promuoversi facilmente e a costi contenuti. Un innamoramento che per alcuni si è trasformato in amore generando un rapporto basato su studi approfonditi di linguaggi, contenuti e target. Altri sono stati sopraffatti dell’euforia di aver trovato l’eldorado dei lead e si sono avventati nella relazione con i social network senza le dovute precauzioni. Non tutte le piattaforme social sono adatte a tutti i business. Ci sono quelli come Tik Tok utilizzato con successo, ad esempio, nell’industria musicale; o Instagram, particolarmente amato dai brand del fashion che si affidano a influencer veramente capaci di raggiungere ampie platee. C’è chi, invece, in modo più casereccio, veicola lo stesso messaggio a reti unificate al grido di “un post per tutti”.

Dal mio personale osservatorio sto, però, notando in particolare nel B2B una retromarcia di alcuni rispetto ai social network; l’innamoramento si sta sbiadendo, lasciando il passo a una maggiore obiettività nell’analizzare l’effettiva efficacia di questi canali per la singola azienda. Non ho nulla contro i social, anzi, ma come altri media di comunicazione penso debbano essere inseriti in una strategia di marketing con specifiche finalità, sia in termini di messaggi, sia di target da raggiungere.

E se i social stanno un po' perdendo quell’aurea di magia, quale sarà il prossimo oggetto del desiderio per chi vuole comunicare?

La risposta è quasi banale, visto che se ne parla ovunque. Ovviamente mi riferisco all’Intelligenza Artificiale e nel nostro caso specifico all'uso di ChatGPT. L’avete provato? Incredibile: gli fai una domanda e scrive una pagina intera, in italiano perfetto. Et voilà il gioco è fatto. In un attimo siamo tutti copywriter. Ovviamente, occupandomi da tanti anni di comunicazione con un focus sulla creazione di contenuti e la stesura di testi, non potevo esimermi dallo sperimentare questo strumento. Con ChatGPT puoi fare traduzioni, e devo ammettere che rispetto ad altri tool online la qualità è molto alta. E ancora ChatGPT è in grado di generare un testo con un livello di complessità e nuance molto più elevato. Ma quello che scrive è concettualmente giusto? Dai miei esperimenti effettuati su argomenti e aziende che conosco approfonditamente emerge che alcuni concetti sono corretti. Il problema è che altri, per quanto verosimili, non corrispondono alla realtà. E finché impieghiamo questo strumento per produrre contenuti su temi a noi noti, siamo in grado di estrapolare solo alcune parti, scartando gli errori concettuali. Ma se il tema non ci è familiare, come gestiamo il testo scritto da ChatGPT? Come possiamo valutare se quello che restituisce sotto forma di testo per quanto formalmente corretto corrisponda anche al vero oppure no? Come per i social network credo che anche questo nuovo tool offra interessanti opportunità, ma che non possa sostituire il lavoro di una vera “penna”. Un autore che in base alla propria cultura ed esperienza fa ricerche, scinde informazioni, redige contenuti con meta-messaggi che passano tra le righe. La scrittura è un’arte. E come avviene per le opere d’arte, potrà essere imitata, più o meno bene, ma nessuno potrà mai replicare il valore intrinseco della mente creativa che l’ha generata. Innamoriamoci, continuiamo a farlo, ma mantenendo quel sano distacco di chi prende sempre la misura per evitare di scottarsi.

Potete inviare i vostri commenti a ilpoligrafico@strategogroup.net

Cristina Cortellezzi | CEO and Founder · PinKommunication

Per presentarmi lascio la parola ad alcuni clienti con cui ho collaborato negli anni. “Cristina appartiene a una specie di Foemina Komunicatrix Milanensis particolarmente evoluta. Quando abbiamo avuto bisogno di una Guida nell’Inferno dantesco della comunicazione, ci siamo rivolti a lei - una specie di Virgilio e Beatrice messi assieme - ed è stata Divina”, Patrizio Roversi – Turisti per caso. “In 20 giorni, sotto ferragosto, abbiamo organizzato una press conference a cui hanno partecipato un centinaio di giornalisti: un successone! Non solo comunicazione, ma tante idee e proposte per lo sviluppo dell’attività”, Andrea Vai – Lidl Italia. “Capacità di proporre contenuti che si sanno ‘far leggere’ nell’affollato mondo dell’informazione. Tutto questo condito da uno staff disponibile e sorridente, dote rara nel mondo frenetico della comunicazione”, Vittorio Neri – Roland.

Questo articolo è stato scritto utilizzando ChatGPT, skill professionali, pensiero creativo e un pizzico di disincantato romanticismo.

This article is from: