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Finanziamenti Le imprese italiane e l’internazionalizzazione
L’internazionalizzazione ha interessato negli ultimi anni sia le grandi sia le piccole e medie imprese che scelgono di aprirsi ai mercati esteri. L’obiettivo è espandersi, andando a operare su nuovi territori istaurando rapporti con aziende, istituzioni e clienti di altri Paesi. Lo scopo può essere la vendita, la produzione oppure l’acquisto di materie prime. La globalizzazione può, infatti, rappresentare un’opportunità non solo per le grandi imprese, ma anche per le PMI, il vero tessuto produttivo del nostro Paese. Per dare nuova linfa alla nostra economia, il Governo italiano ha nuovamente promosso uno strumento di supporto per l’internazionalizzazione delle aziende. Il 18 luglio scorso, infatti, il Ministero per gli Affari Esteri e Simest hanno ufficialmente comunicato in una conferenza stampa congiunta la riapertura delle 6 linee agevolative Simest. Lo sportello è stato aperto il 27 luglio. Questo fondo, che dispone di una dotazione finanziaria di 4 miliardi di euro, è gestito da Simest, la società del gruppo Cassa depositi e prestiti, presieduta da Pasquale Salzano e guidata da Regina Corradini D’Arienzo, in convenzione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci).
Il fondo mira a fornire un nuovo impulso agli investimenti per la crescita internazionale delle imprese italiane. “Questa misura ha riscosso negli anni passati un considerevole successo – commenta Alfredo Pelucchi, Business Developer di Ayming Italia Srl SB, società di consulenza che supporta le aziende nell’ambito della finanza agevolata, della fiscalità internazionale e della sostenibilità – quindi è fondamentale che le imprese interessate presentino la domanda nei tempi corretti”.
I requisiti per accedere ai fondi
Per accedere ai finanziamenti agevolati
Simest, è necessario:
- avere sede legale e operativa in Italia,
- essere regolarmente iscritti al Registro delle imprese,
- aver depositato almeno due bilanci relativi a esercizi finanziari completi e produrre beni e/o servizi con marchio italiano.
Simest offre agevolazioni sotto forma di finanziamenti agevolati (con tasso pari al 10%, 20%, 50% o 80% del tasso di riferimento EURIBOR) fino a 4 o 6 anni, compreso un periodo di preammortamento. “Rispetto alle precedenti edizioni, la quota di contributo a fondo perduto è ridotta al 10% e può essere garantita solo se il soggetto beneficiario presenta almeno uno dei requisiti dettagliati dalle circolari (es. PMI con sede nel Sud, PMI a prevalenza giovanile e/o femminile, PMI innovativa, impresa in possesso di certificazioni ambientali, PMI con quota di fatturato estero pari al 20%). L’importo massimo del contributo è 100.000 euro ed è importante ricordare che sia il contributo sia il beneficio derivante dal finanziamento agevolato utilizzeranno il plafond de minimis dell’impresa” precisa Alfredo Pelucchi.
Le misure nel dettaglio
Tutte le linee ammettono progetti con costi superiori 10.000, mentre gli importi massimi sono fissati al minor valore tra:
• Inserimento Mercati: 500 mila euro (Micro Imprese) | 2,5 mln (PMI e PMI innovative) | 3,5 mnl (altre imprese) e il 35% dei ricavi degli ultimi due bilanci;
• Transizione digitale ed ecologica: 500 mila euro (Micro Imprese) | 2,5 mln (PMI e PMI innovative) | 5 mln (altre imprese) e il 35% dei ricavi degli ultimi due bilanci.
• Fiere ed Eventi, E-commerce, Certificazioni e Consulenze, Temporary Manager: 500 mila euro e il 20% dei ricavi medi degli ultimi due bilanci.
Sono ammissibili costi fatturati e pagati successivamente alla data di ricezione del CUP e comunque riferiti ad attività svolte nel periodo di realizzazione.
“Tra i costi ammissibili – sottolinea Pelucchi – sono sempre incluse le consulenze professionali per le verifiche di conformità alla normativa ambientale nazionale e le consulenze per la presentazione e la gestione dell’intervento agevolativo entro un limite massimo del 5% dei progetti. Queste ultime sono ammesse anche se effettuate prima della presentazione della domanda”. Tutte le linee agevolative prevedono una procedura a sportello aperta dal 27 luglio ore 9.00 fino a esaurimento fondi.
“È possibile presentare anche più di una domanda – spiega Pelucchi – ma, in ogni caso, l’esposizione di un’impresa nei confronti di Simest non può eccedere il 35% dei ricavi medi dell’impresa negli ultimi due anni. L’erogazione avviene in un massimo di 2 o 3 tranche sul conto corrente dedicato”.
Le 6 Linee Simest
1. Inserimento sui mercati
L’intervento agevolativo ha come oggetto la realizzazione di un programma di inserimento mercati attraverso:
• l’apertura di una nuova struttura di tipologia negozio in un Paese estero in cui non sono già presenti proprie strutture;
• l’apertura di nuove strutture – ad eccezione di negozi – in un Paese estero in cui non sono al momento presenti proprie strutture; sono consentiti spazi in aree commerciali – corner, showroom e uffici;
• il potenziamento di strutture già esistenti in un Paese estero, purché diversa dal negozio.
Tra i costi ammissibili sono ammessi gli investimenti per la struttura (che devono costituire almeno il 50% del progetto) e le spese di supporto, ivi incluse le consulenze specialistiche e le attività promozionali.
2. Transizione digitale ed ecologica
“L’intervento agevolativo sostiene la realizzazione di investimenti per l’innovazione digitale e/o per la transizione ecologica in misura pari al 50% dell’importo deliberato – aggiunge Pelucchi – Per la restante parte sono ammessi anche ulteriori investimenti volti al rafforzamento patrimoniale”.
La misura agevola investimenti per la transizione digitale, ivi inclusi l’integrazione e lo sviluppo dei processi aziendali, l’ammodernamento dei modelli organizzativi e gestionali, le attrezzature tecnologiche, i digital manager, le attività di disaster recovery e-business continuity, la blockchain e gli investimenti 4.0. Sono, altresì, ammessi investimenti per la sostenibilità ambientale e sociale e le spese per ottenimento e mantenimento delle certificazioni ambientali necessarie all’investimento.
3. Fiere ed eventi
“La linea Fiere ed eventi sostiene la partecipazione, anche in Italia, a eventi, anche virtuali, di carattere internazionale tra Fiera, Mostra, Missione imprenditoriale o Missione di sistema, per la promozione di beni e/o servizi prodotti in Italia o a marchio italiano. Sono ammesse fino a 3 iniziative anche in diversi Paesi di destinazione” spiega Pelucchi. Tra i costi ammissibili sono annoverate le spese per l’area espositiva (affitto, allestimento, arredamento, attrezzature, utenze, pulizia, costi per il personale dedicato), la logistica, le spese promozionali (business meeting, workshop, B2B, B2C, pubblicità, banner) e le spese digitali connessi alla partecipazione (fee, piattaforme CRM, digital marketing, web design).
4. E-commerce
Incentiva lo sviluppo del commercio elettronico sui mercati esteri, finalizzato alla distribuzione di beni e/o servizi dell’Impresa prodotti in Italia o con marchio italiano, attraverso:
• la creazione di una nuova Piattaforma propria;
• il miglioramento o lo sviluppo di una Piattafor- ma propria già esistente;
• l’accesso a una Piattaforma di terzi con la creazione di un proprio spazio/store (i.e. market place).
La piattaforma deve essere realizzata/migliorata da un soggetto fornitore attivo da 2 anni e che hanno realizzato almeno 2 piattaforme nei 2 anni precedenti.
Le spese relative alle attività di “creazione e sviluppo di una piattaforma propria oppure utilizzo di un market place o creazione, acquisizione e configurazione della piattaforma” (quali hardware, software, app, avvio marketplace) e gli “investimenti per una piattaforma propria oppure per un market place” (es. hosting, commissioni, dati di navigazione, soluzioni grafiche, monitoraggio accessi, sviluppo della piattaforma) devono rappresentare almeno il 50% dell’intervento agevolativo. Sono, tuttavia, consentite anche alcune spese promozionali e di formazione, purché relative al progetto.
5. Certificazioni e consulenza
Promuove la realizzazione di progetti di internazionalizzazione dell’impresa aventi ad oggetto:
• consulenze specialistiche e studi di fattibilità per l’internazionalizzazione dell’impresa (inclusa la formazione relativa a tematiche di export e internazionalizzazione) e/o per l’innovazione digitale, tecnologica, di prodotto nell’ottica dell’internazionalizzazione dell’attività d’impresa; le attività devono essere effettuate tramite il supporto esclusivo di società di consulenza terze;
• l’ottenimento di certificazioni di prodotto, per la tutela di diritti di proprietà intellettuale, di certificazioni di sostenibilità e innovazione tecnologica.
Sono agevolate le consulenze per indagini e studi di fattibilità per l’internazionalizzazione, la formazione per export o internazionalizzazione, le consulenze per innovazione tecnologica e di prodotto nonché le certificazioni di prodotto e di sostenibilità ambientale.
6. Temporary export manager
L’intervento agevolativo sostiene l’inserimento temporaneo di Temporary Manager per la realizzazione di progetti di innovazione tecnologica, digitale o ecologica, a sostegno dell’internalizzazione dell’Impresa sui mercati internazionali. È consentito l’inserimento temporaneo in azienda di Temporary Export Manager, Temporary Digital Marketing Manager e di Temporary Innovation Manager ovvero di soggetti che abbiano comprovata esperienza in materia di export e internazionalizzazione, transizione digitale o ecologica, e processi di innovazione aziendale. La domanda di intervento agevolativo potrà riguardare massimo 3 Paesi di destinazione. Sono ammissibili le prestazioni temporanee dei manager in misura pari o superiore al 60% del progetto, più alcune spese strettamente connesse alla realizzazione del progetto, in misura mai superiore al 40% dell’intervento agevolativo.
“In quest’ultimo ambito sono annoverate le attività di marketing e promozionali, l’integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali, l’ammodernamento di modelli organizzativi e gestionali, l’ideazione per l’innovazione/adeguamento di prodotto e/o servizio, le certificazioni internazionali, nonché il deposito di marchi o altre forme di tutela del Made in Italy” conclude Alfredo Pelucchi.